lunedì 30 agosto 2010

o si ama o si è di destra

http://www.youtube.com/watch?v=El10WaFuVbU

Adoro la pioggia. La pioggia torrenziale, imperativa, che tutto dilava e ripulisce la città di pietra dalle mille deiezioni fresche o disseccate di cui nessuno si cura (salvo le mosche) e ferma i rumori degli operai edili coi loro stramaledetti strumenti di lavoro: le flex, i martelli pneumatici, i trapani battenti, le seghe.

E' una pioggia che sana, cura, lenisce, abbevera la terra riarsa e nasconde alla vista (evviva!) le mille persone che vanno e corrono operose e caotiche come formiche, le fa rintanare sotto i portici e ne sospende le vite e i poverini battono il passo e sbuffano, ma questo meraviglioso elemento primigenio non se ne cura: è parte integrante e fondante del movimento caotico dell'atmosfera terrestre e si impone com'è suo costume da migliaia di millenni – ben prima dei tempi calamitosi dell'Arca del patriarca biblico che galleggiava placida sul mare delle acque che avevano coperto tutte le terre emerse e i cadaveri degli umani meritevoli del Castigo divino galleggiavano a milioni insieme alle carcasse degli animali.

E sullo scrosciare della pioggia e l'allegro tuonare delle nubi che cozzano ascolto la canzone triste dell'amore perduto : '...siempre fuiste la razon de mi existir (…) es la historia de un amor qual no abia otro igual (…) todo el bien, todo el mal...' e mi sospendo a pensare al miracolo dell'amore che sembra annullare le differenze tra gli uomini nel divampare della fiamma che brucia dentro, perfino le differenze del pensare 'politico': incredibile, ma vero.

Leggevo, mesi fa, su un settimanale di informazione, il bel racconto biografico di un avvocato guatemalteco e si narrava la sua bruciante e romantica storia d'amore con una giovane donna a cui preparava i pranzi e aveva cura che la tovaglia non fosse mai uguale, né mai uguale l'aspetto elegante del desco amoroso al centro del quale troneggiavano i mazzi di rose rosse e, alla fine del racconto, si dava conto dell'appartenenza politica di destra di questo donchisciotte di non so più quale sua personale causa contro la corruzione di governo - ed ebbe spezzata la lancia e la vita nella lotta contro il presidente del Guatemala che diceva pubblicamente corrotto e colpevole di malgoverno.

Che strano, pensai, un uomo di destra può essere anch'esso 'amoroso' al modo degli altri; il deragliamento amoroso, a quanto appare, unifica gli opposti di fede politica e provai il fastidio di chi si sente defraudato di qualcosa di esclusivo e nobile.

Perché l'amare, l'amore, un certo tipo di amore che merita attenzione e suscita meraviglia, non può appaiarsi all'abiezione di chi si identifica, che so, con l'agire ( e l'amare) di un Berlusconi, giusto per fare il primo nome che mi capita a tiro.

Vi è una poesia dell'esistere (e dell'amare) che davvero non ha niente a che fare con un sentire 'di destra' perché quel sentire è rozzo e volgare e becero, a quanto ci è dato di osservare della vita del nostro satrapo osannato dai suoi laudatores, e porta seco la considerazione di un ruolo femminile che è quello delle ministre di alcova e di governo e delle tante Noemi che la danno via facile e adorano il loro Papi perché gli sistema il futuro di consigliere regionali o di veline, faccia lui.

No, l'amore di destra non è vero amore; è qualcos'altro, che so: un'infiammazione delle basse vie, uno scherzo neuronico di cattivissimo gusto, un'ircocervo sentimentale.

L'amore come io lo concepisco: alto, nobile e bello e poetico non può coniugarsi a destra mai: è un assioma non soggetto a discussione. Fatevene una ragione. O si ama o si è di destra.

vota Antonio

Avete presente quella pubblicità con Gèrard Depardieu che, mano sul cuore e pastasciutta rossa di buon sugo in scatoletta, afferma finto-commosso : 'Tengo cuore italiano.'?

Beh, guardatevi il video con le hostesses nerborute e 'abbronzate' del duce libico che scende la scala dell'aereo, abbinatevi la faccia di Berlusconi e dei molti 'managers' che fanno affari d'oro con la Libia e fategli dire in coro, suadenti e felici: 'Tengo cuore africano'.

La nostra storia africana era cominciata con le fregnacce-eia-eia-alalà di un 'impero' da costruirvi per smaltire una forza-lavoro che da noi sovrabbondava e continua oggi con gli appalti che abbiamo concesso al duce-satrapo della Cirenaica perché faccia per nostro conto il lavoro sporco con gli immigrati - che le nostre corvette risospingono a forza nel golfo della Sirte e vengono presi in carico dai militari libici e chiusi nei campi di concentramento che paghiamo profumatamente.

Già, perché è questo il vero aspetto 'sporco' del caso Libia-dittatorello ludico da tre palle un soldo : la quantità spaventosa di soldi che gli rifiliamo perché compiaccia la fregola anti immigrati che è alla base della fortuna elettorale della Lega e consolidi così il voto di scambio malaffaristico con le leggi ad personam votate come un sol uomo dai 'lumbard': zitti e mosca.

Questo è il cotè postmoderno del nostro esserci volti nuovamente a sud. Non più ambizioni imperiali alla Benito, bensì appalti sporchi e affari di grandi industriali.

'Teniamo cuore africano' e abbiamo pagato un debito altissimo di soldi anche per tacitare le mene della pretesa persecuzione italiana colà: 'i debiti di guerra' li chiamano e non ci sarebbe niente da eccepire se non fosse per l'uso disinvolto e osceno che di questa questione ha fatto il duce-satrapo e ha trovato un suo emulo a Roma che non si circonda di amazzoni 'abbronzate' bensì di ministre mandate al governo dopo i ludi amatorii che gli sono costati un divorzio che pagherà a prezzo altissimo.

A ognuno il satrapo che si merita. Vota Antonio, vota Antonio, vota Antonio: Italiaaaniii!!

domenica 29 agosto 2010

il mondo sempre ricreato dai maledetti architetti

Gli alberi ad altissimo fusto sono di per sé un'architettura delle migliori da sempre e molti di essi vengono usati per supportare le costruzioni che fuoriescono dai padiglioni e si integrano e rendono mirabile quest'ennesima Biennale che mira a stupire.

Stupore è la parola-chiave e tra i visitatori e gli invitati e gli 'imbucati' di sempre alle vernici passa il consiglio amichevole: 'Devi vedere l'Australia'.

Non il continente, che avete capito, che è viaggio bello e fascinoso, ma il padiglione dove i bravi architetti e i curatori della mostra hanno allestito un film in 3d e quando entri nel buio del tendone la camicette bianche delle signore vengono sparate dagli effetti luminosi e penzolano gli occhiali speciali appesi a dei fili e li indossi e fai un viaggio nella geografia delle moderne città australiane che par di essere a bordo di un astronave aliena e prima di sparare il raggio distruttivo ti concedi di ammirare i grattacieli che svettano (a distruggere si fa sempre in tempo) e le belle geometrie terrestri - ed è sicuramente un bel vedere che scalda il cuore e dice che non tutto è perduto e ancora molto di bello e di positivamente 'costruttivo' si può ancora erigere e, a volte, basta sollevarsi di qualche centinaio di metri per aria e tutto il brutto e l'informe e il nefasto del vivere associati sembra miracolosamente scomparire.
Angeli e demoni, male e bene, bello e brutto si riconoscono meglio sospesi a qualche centinaio o migliaio di metri come uccelli o alieni in visita, giust'appunto.

Ci mancano le ali, a noi esseri umani, e la nostra evoluzione sarebbe stata mille volte migliore e avremmo costruito i nidi e disteso architetture aeree e, invece, ci hanno appiattito come formiche laboriose e incasinate sulla crosta dl pianeta - e abbiano dovuto fare come i funghi che insorgono dal sottosuolo e abbiamo scavato e scavato e nella bellissima sequenza di diapositive in 3D si mostrano perfino i buchi profondi e geometricamente belli e coloratissimi a vedersi: le immense cave da cui hanno preso il materiale di costruzione delle città costiere colla spirale di strade che salgono e scendono: ventre di terra-madre che abbiamo ridotto a gruviera, a tavolozza d'artista, a scultura di terra e pietre e il miracolo dell'architettura è questa sua abilità a disegnare tutto il disegnabile sotto e sopra la terra, dritto o curvo o sghimbescio, e a distendere fili ed elevare torri e la torre di Babele era davvero poca cosa a fronte di questi monoliti tecnologici eleganti e simmetricamente allineati che 'grattano' il cielo sempre più alti e sembra non esserci più limite al costruire nidi lussuosi verso e dentro il cielo e gli dei vendicativi sono scomparsi – che punivano la superbia degli architetti che li sfidavano e si credevano semidei.... (segue)

sabato 28 agosto 2010

un video hard

Lo spunto è un video 'hard' di You Tube tratto da un film 'Marie Antoinette': la vezzosa, la munifica, la scontrosa, l'indifesa, la pietosa (sue visite caritatevoli ai 'poveri' sono documentate), ma ebbe, infine, la testa mozzata da eventi più grandi di lei e che liberavano l'umanità dalle secolari catene feudali.

Famosissima è rimasta la sua frase compassionevole e 'leggera' (un riporto leggendario, forse; non si riesce mai a provare le verità vera della storia, maledizione!) :

'S'il n'ya plus de pain donnez lui (au peuple) des brioches.'

Frase deliziosa a udirsi fuori dalle finestre aperte della reggia - col rumoreggiare di sotto della folla che, di lì a poco, avrebbe sfondato le porte della Bastille e liberato tutti i prigionieri dando vita alla 'modernità' dei popoli liberi.



Definisco quel video tratto dal film un video 'hard' perché mi ricorda – nel succedersi dei particolari: i pasticcini e le torte e lo spumante a fiumi che scorre giù dalla piramide delle coppe - uguali particolari di un altro film (9 settimane e mezza) e - in ogni caso – è hard (sporcaccione) perché ogni esibizione di ricchezza sfrontata, gratuita, assassina (poiché fondata sul sopruso e sul privilegio aristocratico e le tasse e la miseria spaventosa che imponeva alla plebe) è 'sporcacciona' e porta inevitabilmente a commisurare quelle immagini di lusso e follia goderecce col gesto lento del contadino sui campi e nelle stalle e nelle filande familiari da cui uscivano i meravigliosi tessuti che fasciavano le molli carni delle femmine festose e danzanti e folleggianti nei balli di corte e nelle alcove dei palazzi e dei castelli.



E c'è un altro film (di cui non ricordo il titolo) che metteva a confronto e faceva risaltare l'intollerabile e non più ricomponibile contrasto tra 'l'esprit de finesse' - tanto amato a corte - con 'l'esprit de justice' che scavava il suo minaccioso alveo dentro al rancore della miseria delle plebi - ed esploderà, di lì a breve, a Parigi, col grido dei disperati: 'Du pain! Du pain!!'



E nessuna arguzia verbale e mirabile acume delle menti degli intellettuali di allora che questuavano prebende a corte riuscirà a intercettare e consonarsi a quel fiume carsico di odio di classe che, alle soglie del diciannovesimo secolo, farà traballare tutte le monarchie europee e si costituirà a cartina di tornasole di ogni spaventosa rivoluzione sociale futura.



L'esprit de finesse soccomberà, da nessuno più rimpianto, e l'esprit de justice comincerà il suo sanguinoso cammino che si diparte dalla ghigliottina pietosa e dalle teste di Louis XVI e consorte (e molte, molte altre) che rotolavano nel cesto con gli occhi spalancati dal Terrore.

venerdì 27 agosto 2010

natura matrigna e limpidi futuri

Il mondo è terribilmente complesso, l'avete notato? Ed è complicato tenerlo sotto controllo, farlo funzionare al suo meglio, ammesso ( e non concesso) che un 'meglio' si dia, si sia mai dato.

Non è necessario arrivare al punto di un bigliettaio della veneziana azienda di trasporto che non sapeva le lingue e non riusciva a spiegare a un norvegese che stava viaggiando nella falsa direzione e il biglietto in suo possesso non copriva quella tratta e non ha trovato di meglio di sbottare in un impotente : 'Ea colpa xe de gesucristo che ne ga fato tuti diversi!' - e scambiava il Pancreator col di lui Figlio e forse neanche sapeva che funzione salvifica ha lo Spirito Santo in tutto questo baillamme di antiche proposizioni teologiche che azzardiamo.

Basta considerare il dato meteorologico e i disastri spaventosi che produce (Pakistan e nord dell'India in questo momento, ma, subito prima, La Cina e il fuoco che ha rischiato di far collassare Mosca) per allargare le braccia e pronunciare le antiche giaculatorie sconsolate; 'il Signore dà, il Signore toglie, sia lode al Signore' e da quelle parti cambiano nome al Signore e lo nominano Allah, ma la sostanza è che sono solo cazzi nostri e quando l'acqua erompe da tutti i pori e fori della montagna e il cielo non smette di alimentarla conviene saper nuotare alla meno peggio tra i flutti o aspettare che spiova seduti sul ramo più alto di un albero secolare e ben piantato sulle sue radici.

Poi ci si mette anche l'uomo a complicare le cose e le sue ideologie contrapposte sotto veste religiosa – e si dà il caso di questi giorni dei Taliban che invitano autorità di governo e popolazioni stremate, e solo in grado di tirare il fiato e contare i morti e i dispersi e neanche un chicco di riso da mangiare, a rifiutare gli aiuti internazionali (che già sono scarsi ed è difficile organizzarli al meglio e farli arrivare dove serve).

Dunque, le catastrofi sono piene e totali e strabocchevoli di morti feriti e dispersi perché noi, umani semidei, siamo tuttora in grandissimo affanno contro madre natura e pare lunga davvero la strada che ci porterà a un pieno dominio su di essa e sulle leggi fisiche che governano il pianeta e il cosmo dove siamo destinati ad emigrare.

Di confortante c'è che abbiamo l'animo dell'araba fenice e rinasciamo dalle nostre ceneri e se pensiamo alle molte guerre di sterminio, agli olocausti di varia natura e popolo, alle pesti storiche che dimezzavano la popolazione - e oggi siamo ancora in grado di distruggere il pianeta per la sovra popolazione mondiale che consuma più risorse di quelle di cui possiamo ragionevolmente disporre - forse è destino scritto e Fato che ce la faremo, ne usciremo vincitori e pazienza per il numero esorbitante dei morti che lasceremo sul terreno prima della vittoria finale.

Exultate, iubilate, quindi: da morte nasce nuova vita e seppure ancora la definiamo una 'valle di lacrime' sta scritto che risorgeremo e i progenitori e i pronipoti si incontreranno festanti in una qualche terza dimensione tuttora sconosciuta ai più, ma consolatoria.

Il futuro è nostro – per quanto tutto quanto oggi osserviamo ci appaia strampalato e disordinato e infelice – a partire dalla mala Italia berlusconiana che ci affanna e avvilisce.

mercoledì 25 agosto 2010

ditelo con dignitose poesie

Canzone del danno e della beffa

Stillicidio di delitti, terribile:
si distruggono vite,
si distruggono posti di lavoro,
si distrugge la giustizia, il decoro
della convivenza civile.
E intanto l’imprenditore del nulla,
il venditore d’aria fritta,
forte coi miserabili
delle sue inindagabili ricchezze,
sorride a tutto schermo
negando ogni evidenza, promettendo
il già invano promesso e l’impossibile,
spacciando per paterno
il suo osceno frasario da piazzista.
Mai così in basso, così simile
(non solo dirlo, anche pensarlo di duole)
alle odiose caricature
che da sempre ci infangano e sfigurano…
Anche altrove, lo so,
si santifica il crimine, anche altrove
si celebrano i riti
del privilegio e dell’impunità
trasformati in dottrina dello stato.
Ma solo noi, già fradici
di antiche colpe e remissioni,
a noi prima untori e poi vittime
della peste del secolo
è toccata con il danno, la beffa,
una farsa in aggiunta alla sventura.

Giovanni Raboni - 'Ultimi versi'



p.s. ... e considerate quella meravigliosa dedica che la nostra maggiore poetessa vivente fa ai suoi lettori nelle sue prime 'Centurie'. Scrive la Valduga : 'A tutti coloro che combattono i berlusconi della terra, con gratitudine.'

E' proprio vero che la sola salvezza di una umanità degradata viene dalla vera poesia.

trattamenti alla Boffo e cieli neri

www.famigliacristiana.it/Informazio...al-comando.aspx

Bisogna che leggiate per intero il testo contenuto nel link qui sopra perché vi sia chiaro il colore del cielo politico che connota il nostro paese da due anni a questa parte e, più in generale, dai tre lustri della famigerata 'discesa in campo' del Grande Imbonitore e piduista d'accatto ed elemosiniere di partiti corrotti per averne l'impero di tre reti televisive - grazie ai provvedimenti legislativi ottenuti dal suo amicone e compare di grassazioni tangentizie Craxi Bettino.

Leggetelo per intero e ditemi se non è plumbeo, il nostro cielo : nero come il colore del fascismo che abbiamo conosciuto - con le squadracce e i capi-bastone e mandamento che andavano coi manganelli e l'olio di ricino contro le sedi dei partiti e i giornali di opposizione a imporre il loro male dell'anima: il male di un paese che conobbe l'orrore della guerra civile dopo un Ventennio di ridicolo imbonimento de 'L'Impero' italico e dei 'Fasci' e mandò i suoi figli a morire in Grecia, Russia, Africa e nella repubblica di Salò, suo ultimo inferno e buco di culo politico-geografico.

Direte che esagero, che non siamo ai manganelli e all'olio, ma i 'trattamenti alla Boffo' e oggi il 'trattamento alla Fini' delle squadracce giornalistiche che hanno sede nota e riconosciuta nelle redazioni de 'il Giornale' è parafrasi di quelle violenze fasciste aperte e crudeli, di quella dittatura che si imponeva colla violenza in assenza o colla complicità delle forze dell'ordine di allora e la latitanza dell'esercito che, se schierato alle porte della capitale, avrebbe scompaginato facilmente i manipoli della 'marcia su Roma' e i ridicoli furori ideologici che erano stati instillati nelle zucche vuote delle 'camicie nere' da combattimento dal progenitore dell'odierno satrapo che ci s-governa.

Come un sol uomo, l'intera squadra di 'portavoce' e reggicoda e maggiordomi stenditori di tappeti rossi al passaggio dell'adorato Silvio nazionale, si è lanciata contro l'estensore dell'articolo citato per denigrarlo e dire la sua prosa 'pornografica'. Avete letto bene: 'pornografica'.
Da che pulpito, mio dio, da che bocche oscene e rotte a tutte le suzioni e i leccamenti posteriori esce questa parola!!

Dei pornografi di professione ed amanti del genere 'letteratura oscena' in veste poetica (il Bondi) si permettono di rovesciare la frittata e dire pornografica la critica al regime che sostengono in video e in voce con abbaio di cani fedeli: l'impero di un solo e che solo! di un Impunito, un Barabba notorio e che ha una letteratura di malaffare che ha riempito scaffali e librerie - due titoli storici per riassumere : 'L'odore dei soldi' e 'I cavalli di Caligola' - leggeteveli e poi ditemi perché, per quale castigo biblico e male che abbiamo commesso da piccoli ci sono in giro ancora italiani e italiane a cui non si rivolta lo stomaco, a cui non gli si mozza il fiato all'idea di ri-votare quel figlio di buonissima madre, quel grassatore che appesterà l'aria che respiriamo nei prossimi lustri di infelicità nazionale profonda che ci aspettano.

domenica 22 agosto 2010

il ghiaccio nel bidè

Mellencamp, amico mio, ti chiedo scusa e venia per queste mie debolezze senili e vergognose cadute nell'obbrobrio del pop più becero e facile e 'ballabile'.

So di essere imperdonabile, ma ti so specialmente magnanimo di ritorno dalle ferie e agosto, lo sai, è mese di rovinose cadute del gusto (e dell'udito e dell'intelletto) e di solitudini immense che un video pop, improvvisamente, riesce miracolosamente a sedare, placare, blandire - e pazienza se ti senti un po' coglione a girare e ballare da solo nella mezz'ombra della casa tornata calda attorno e sopra questi ritmi 'madonnari' e un po 'maicolgeksoniani' (provandomi invano a imitare il suo celeberrimo 'passo della luna').

E' una musica volgare, lo so, artefatta, - accattivante e buona per il popolo delle spiagge e delle balere e delle televisioni commerciali e delle veline e di quelli che nell'urna ancora si apprestano a votare, non pentiti bensì rabbiosamente beoti, il Barabba maledetto in affanno populistico e mediatico.

Però è successo e non posso negarlo e perfino il video colle sue immagini (era la prima volta che osservavo un video musicale con speciale attenzione) mi hanno catturato e inebriato – con tutti quei culetti bianchi e androgini che caratterizzano la postmoderma bellezza muliebre e quei simbolismi affrettati e improbabili (bare bianche da 2001 odissea nello spazio) affastellati in un messaggio che non vuol dire nulla però lo dice bene e ti dà la carica.

Agosto non è mese da sestetti d'archi, ne converrai, e neanche gli amatissimi Brandenburghesi funzionano più nei meriggi assolati, né la 'musica sull'acqua' di Haendel, che pure dovrebbe data la calura e l'afa.

Ecco allora che si apre lo spazio per una Lady Gaga qualsiasi, una parvenue con i suoi cattivi romanzi (Bad Romance) e quella sua voce incredibilmente 'negra' che raspa la gola e ha risonanze inebrianti e un po' 'trans' ed ecco che anche tu, giunto alle soglie della senilità trista e avvilita, ti ritrovi scoperto – un po' Marrazzo, un po' Lussuria – con tutto 'sto bendidio esibito sui video televisivi e internettiani e neanche un piatto di erotica minestra nel letto da sorseggiare in ricordo di certi culetti a forma di mandolino che abbiamo accarezzato e ci illuminano i ricordi giovanili.

Vabbè, i neuroni degradano, si sa, e le sinapsi vengono meno, e ci ritroviamo come Fracchia con la lingua di fuori a bearci gli occhi e solo gli occhi di questi paesaggi nuovi che ci sono negati – come notava tristemente Groucho Marx e si riferiva ai paginoni di Playboy.

Beh, goditi il video-omaggio che ti linko e sappimi dire se anche tu qualche brividino nascosto l'hai provato per questa trasgressività sessuale videomusicale che ci affligge dappresso e ci vede impreparati all'assalto e trova varchi d'agosto che non abbiamo saputo puntellare come si deve – ma solo con una quantità di ghiaccio rinnovato nel bidè riempito d'acqua.

www.youtube.com/watch?v=qrO4YZeyl0I

sabato 21 agosto 2010

il pensiero triste che non si balla più

Di sicuro qualcosa è cambiato. Era cominciato, per me, con un atto di punizione, il desiderio di auto umiliarmi e segnare e confermare la mia cronica mancanza di talenti e finisce con la chiosa amara che quell'ambiente, in troppe sue storiche milonghe, è un puttanaio, una sorta di locale per scambisti col di più del vezzo di 'farlo strano' : con volteggi 'senza rete' e vario sgambettare e fraseggio di passi più e meno eleganti e raramente in perfetta sintonia con la musica.

La scuola di pensiero minimalista 'col tango si cucca' stravince, ahinoi, e si moltiplica, nelle milonghe, la presenza assidua e fastidiosa dei 'liberi battitori' e adescatori/ici, ma quest'uso volgare del 'ballo più bello del mondo' degrada la disciplina a 'ballo da sala' aperto a tutte le variazioni più becere - col di più dell'ostinato, cieco e avvilente mostrarsi dei molti, troppi 'pippo cammina dritto sennò ti metto sul giornaletto'.

Come ogni cosa quando entra nella sua fase 'di massa', il tango argentino si deteriora, ingaglioffisce e non basta l'averlo fornito del piedestallo del 'patrimonio dell'umanità' per riscattarlo.

Alcune milonghe hanno audio pessimo, altre vivono del passo dell'oca dei primi corsi e ci sono 'maestri' che non si peritano di mandare gli allievi acerbi al macello di un'esibizione a fine corso che dovrebbe stroncare ogni velleità di proseguire nella disciplina se solo si guardassero con un minimo di senso critico in un video.
Meglio sarebbe fare più pratica nel chiuso della palestre dopo le lezioni e astenersi per i primi due anni dal mostrarsi pinocchietti penosamente allacciati in danza macabra – salvo quelli/e naturalmente dotati del talento necessario e che gli basta un semestre per volteggiare con eleganza.

Il tango argentino aveva dentro il mistero di una disciplina orientale, di una danza sufi o la rotazione dei dervisci, col di più de 'l'amor que se baila', e il merletto letterario de 'il pensiero triste' e finisce con maratone estenuanti e ripetitive, una vera e propria compulsione a ripetere e concedersi al primo che ti invita senza la coscienza che ogni cosa che deborda e abbonda induce inflazione e finisce in un buco nero.

E bisognerebbe tornare all'essenza dell'amore, dell'abbraccio che emoziona – ma filtrato con la tecnica e la doverosa eleganza – e i 'maestri' auto proclamati meno occupati a far cassetta colle crociere e le milonghe e gli stages nei grandi alberghi e di più a evidenziare le ragioni del suo essere diventato 'patrimonio dell'umanità', ma il convento della quotidianità passa tutt'altro e forse mi convertirò alla biodanza – come mi suggeriva un'amica.

Pare che risollevi l'autostima e in finale di partita potrebbe essere un simpatico regalo – non foss'altro che per camminare un poco più dritto malgrado il mal di schiena e migliorare la postura.

agosto mondo mio non ti conosco

Agosto è mese di catastrofi naturali, è ben noto, e quest'anno abbiamo galleggiato tra i monsoni indo-pakistani con milioni di sfollati e - qualche migliaio di chilometri più a nord - gli inestinguibili roghi che hanno soffocato Mosca e minacciato la catastrofe atomica – dal momento che il fuoco è arrivato a pochi km (o, forse, metri; le autorità indigene hanno decretato il black out dell'informazione per tema di essere accusati di essere degli imbelli e non pagare gli inevitabili prezzi politici) dalle centrali nucleari vecchie e nuove.

Il sindaco di Mosca non ne voleva sapere di rientrare dalle ferie mentre il Putin cavalcava aerei-cisterna colla stessa spavalda ribalderia propagandistica ( e assoluta inefficacia pratica) con cui cavalca a torso nudo per le steppe col fido fotografo di fiducia al seguito.
E del sindaco di Mosca sappiamo che ha cambiato faccia urbanistica alla città colla determinazione (mala)affaristica che è tipica dei regimi populistici guidati da impuniti e collusi con la 'mafia russa' del nuovo capitalismo d'assalto e da noi trova echi precisi e riferimenti di nomi e cognomi (Tarantini,Verdini, Bertolaso e gli altri della 'cricca' sarda) e ineffabili 'compari' ('comparaggio' con Gheddafi e Putin è il reato che si addebita al Berlusconi in affanno di governo).

Galleggiamo sulle catastrofi e, come esperti surfisti, ne cavalchiamo l'onda senza lasciare troppi cadaveri sul terreno e alle Eolie è caduto un costone della montagna, ma lo stellone nazionale ha fatto si che gli allegri bagnanti indifferenti ai divieti di balneazione se la siano cavata con un grande spavento.

Il pianeta Terra è fragile e malato, ma i virus umani che ne hanno causato la irrevocabile malattia resistono baldanzosi e promettono di colonizzare il cosmo, se, prima, un sommovimento tellurico immane non li sterminerà (il Big One?) a milioni.

E restano tutti i dubbi su come evolvono le tragedie, dal momento che, passata l'emergenza, i pigri giornali di agosto non ci ragguagliano come si dovrebbe su come e cosa ha spento i roghi di Mosca e quanti sono i morti effettivi registrati negli obitori e se i monsoni indo-pachistani hanno travolto dentro le loro grotte anche i combattenti legati ad Al Qaeda.

Vogliamo saperne di più sulla nostra possibile fine e smettetela di affidare ai films catastrofisti in technicolor e panavision il compito di prefigurare e mostrare il nostro terrore di umane formiche impazzite che fuggono dalle metropoli in preda ai crolli e le acque e i flutti che ci travolgono come quando un'Arca si vide galleggiare sulle acque che coprivano ogni terra emersa ed era colma di animali e una sola famiglia umana a gestirli all'interno per un favoloso e improbabile 'nuovo inizio'.

venerdì 20 agosto 2010

impagabile!!!

Dopo l’eroico arredatore un po’ strano, il commerciante un po’ evasore, l’ambasciatore un po’ ciarliero e l’ingegnere un po’ smemorato (smentisce addirittura di esistere), altri mirabolanti supertestimoni sono pronti a fornire ai segugi del Geniale nuove “pistole fumanti” sullo “scandalo Fini-Montecarlo”, anche se nella confusione generale nessuno ricorda più in che consiste lo “scandalo Fini-Montecarlo” (nel fatto che la società che acquistò l’alloggio da An l’affittò al quasi-cognato di Fini? che Fini e la Tulliani hanno comprato una cucina Scavolini da 4500 euro al mobilificio Castellucci? che l’han pagata loro e non Anemone? che forse Fini è stato a Montecarlo? che il quasi-cognato ha una Ferrari e ogni tanto la lava? che Fini va al mare con la fidanzata e le figlie? che Fini ha una fidanzata e delle figlie? che Fini è incensurato e non è nemmeno stato avvocato o socio di mafiosi? Boh).

Ormai non c’è nemmeno bisogno di cercarli: arrivano a frotte. Pare che la sede del quotidiano milanese sia assediata ogni giorno fin dall’alba da orde di aspiranti supertestimoni che, per un tozzo di pane o al massimo per un ministero o un posto da velina tv o entrambe le cose, sono pronti a supertestimoniare qualsiasi cosa, anche che Fini li ha assassinati, fatti a pezzi e sciolti nell’acido. Appena albeggia, il condirettore Alessandro Sallusti, coadiuvato dal vicedirettore Massimo de’ Manzoni che gli regge la biro, prendono le prenotazioni all’uscio di via Negri e, protetti da robuste transenne, distribuiscono i numeretti come alla mutua. Poi hanno inizio le audizioni, che si protraggono fino a notte fonda. Grazie a una talpa nel quotidiano di Feltri, siamo in grado di anticipare le prossime puntate della campagna anti-Fini, supertestimone per supertestimone.

Mark Webber, pilota automobilistico della scuderia Red Bull, ricorda distintamente che, all’ultimo Gran Premio di Montecarlo, percorrendo ai 320 l’ora il tratto fra la Nouvelle Chicane e la Curva del Tabaccaio, ebbe la netta impressione di intravedere con la coda nell’occhio Fini, la Tulliani e il cognatino appesi a un balcone mentre tentavano inutilmente di introdurvi a viva forza una cucina Scavolini, perciò Fini deve dimettersi (titolo del Giornale: “Ennesima figura da tabaccaio: dalla nouvelle chicane alla nouvelle cuisine”).

Il pizzicagnolo dietro l’angolo di Boulevard Princesse Charlotte è pronto a giurare che un giorno Fini entrò in negozio e acquistò ben due provoloni, che non è proprio sicuro ma dovevano essere di marca Auricchio, sicuramente pagati con soldi sottratti alle casse di An, ergo deve dimettersi (titolo del Giornale: “La provola del nove che incastra Fini”).
La callista dello stabile di fronte rammenta quando Fini salì da lei dolorante per un durone sull’alluce destro recante l’impronta inequivocabile di una cucina Scavolini cascatagli sul piede, dunque deve dimettersi (titolo del Giornale: “Calli amari per Fini, traditore dalla testa ai piedi”).

Un gatto randagio di passaggio nel Principato ha rilasciato a Feltri un affidavit in cui dichiara sotto giuramento che una sera rischiò il pelo a causa della Ferrari del Tulliani lanciata a tutta velocità e, quando protestò contro il pirata-cognato, lo vide sventolare il dito medio e lo udì vantare la parentela col presidente della Camera, il quale pertanto deve dimettersi (titolo del Giornale: “I quattro gatti di Fini scendono a tre”).
Una pantegana di pedigree francese, ma con doppia residenza monegasca per motivi fiscali, inseguita quella sera dal felino superstite, ne conferma in toto la testimonianza, ma a patto di far parte del cast de “La pupa e il secchione” o della redazione del Giornale, fa lo stesso, dunque Fini deve dimettersi (titolo del Giornale: “Fini sempre più nei guai: dopo la topa, il topo”).
Poi ci sarebbe pure un tizio che annuncia esplosive rivelazioni su un conto cifrato “Scavolini” aperto da Fini a Montecarlo: un certo Igor Marini, reparto modernariato. Si attendono ancora i riscontri, ma Renato Farina garantisce che è tutta roba buona.

di Marco Travaglio

sabato 14 agosto 2010

abbiamo una banca

Abbiamo una banca? Si ce l'hanno.
Hanno tutte le banche che vogliono e le Fondazioni e lo hanno rivendicato a chiare lettere quelli della Lega qualche mese fa, ma, chissà perché, a destra, tra gli inflessibili accusatori del Fassino, questa evidenza scandalosa non fa testo, non suscita indignazione – tu vedi le gigantesche capriate a mo' di maestose corna con cui vanno in giro quei tali a pontificare nei forum e rivendicano, senza tema di far ridere i polli, una incredibile visione di moralità personale.

Il Fassino si inteneriva al telefono perché stava per averne una sola, di banca, (e lo intercettarono e l'attuale pres. del consiglio consegnò l'intercettazione al suo giornale di famiglia per sputtanarlo – com'è sua abitudine - senza che in parlamento si chiedessero le sue immediate dimissioni); quelli della Lega invece gridarono e gridano 'le banche a noi!' e poi si scopre che l'uso pratico che se ne fa è quello che ne ha fatto Verdini: un uso personale, uno spaventoso conflitto di interessi che ha mosso la Banca d'Italia e il ministro dell'economia a metterla sotto stretta sorveglianza.

Che sia malizia nostra di 'maledetti comunisti', (come i giudici, come i giornalisti che gli danno contro) questa di associare mentalmente il conflitto di interessi del Verdini e la corruzione del Bertolaso e della cricca di 'eletti dal popolo' che stanno ai vertici del Pdl (il partito degli appalti truccati e dei favori personali) all'immenso e ramificato conflitto di interessi che ha spinto il presidente del consiglio a comprarsi i consensi di popolo e scendere in politica per farsi le leggi e gli affaracci suoi?

Oppure – come ben dice l'adagio popolare - 'dove sono voci son noci' e l'inchiesta avviata dagli ispettori di Banchitalia presto lo dimostrerà?

Travi e capriate la fanno da padrone in questo scorcio silenzioso di Ferragosto e lo sfascio del loro maledetto governo continua, ma loro, i soldati del re di denari, continuano a tener stretta l'elsa della spada e impugnano le lance e si dicono pronti a morire per l'ultima difesa dell'Infame che hanno eletto e del suo generale fellone Bossi-da-Pontida.

venerdì 13 agosto 2010

viva la regina-vergine!

Ci siamo. Gli Hutu e i Tutsi affilano i machete e si preparano all'assalto finale.
A settembre usciranno in massa dalle case e dagli uffici e scenderanno in piazza e percorreranno le strade al grido di 'lotta duva senza fattuva!'.
Già, perché guai a negare un agosto in panciolle ai nostri Hutu rivoluzionari da tre palle un soldo – guai a mettere in discussione il 'diritto alla spiaggia' con le infradito e gli aperitivi in compagnia e i boxer di ultima generazione e le mogli e i figli a strillare all'unisono intorno all'ombrellone:
'Ce lo compri papà?'
No, che avete capito? non il diritto alle elezioni subito – che quello non è sul mercato, ad onta degli strilli strozzati delle galline leghiste e dei galli-eunuchi del Pdl che sorvegliano l'harem del satrapo e continuano a buttare i rotoli dei tappeti rossi ad ogni sua uscita in giardino, perfino in pigiama alla mattina e con le caccole agli occhi.

Ce lo compri l'ultimo modello dell'i-pad di Steve Jobs perché è con quello che si faranno le rivoluzioni prossime venture – tutte per via telematico/informatica - e forse è proprio per questo che i leghisti e i pidiellisti comandati sulla tolda della stanca nave di agosto strillano a più non posso e gridano al golpe al solo nominare la prerogativa del capo dello stato di ricevere i capi-partito al Quirinale e verificare se c'è una maggioranza in parlamento – come sempre si è fatto e come comanda la Costituzione della Repubblica.

Ma gli ufficiali della sgangherata 'invencible armada' dei generali felloni Bossi e Berlusconi non si curano di regole antiquate e protocolli istituzionali consolidati e chiamano a raccolta le truppe spiaggiate dei loro ridevoli e queruli Hutu e pretendono 'elezioni subito' - con nei toni delle voci la disperazione di veder franare il cartello di impunità che hanno sorretto per averne la caramella senza zucchero del federalismo straccione 'alla padana'.

E la cosa più comica è che abbaiano alla luna perché, verosimilmente, non c'è una maggioranza alternativa in parlamento – non ci sono i numeri - e le 'elezioni subito' saranno lo sbocco inevitabile di questa crisi nata all'interno del centrodestra e che, speriamo, ne decreterà il naufragio e l'inabissamento nei flutti infernali della storia patria (come avvenne per la superba Invencible Armada) e i maggiori referenti prigionieri nella sala-macchine ad affogare o bruciare come meritano tutti i populisti d'accatto e i satrapi e gli aspiranti dittatori.

Viva Elisabetta-la-regina-vergine e a morte il tristo Filippo patrono dell'Inquisizione spagnola.

il dolore che matura la nostra umanità

'Il dolore matura la nostra umanità.', ci mandava a dire Ho ci min: l'uomo della vittoria contro l'imperialismo americano che bombardava le giungle e i villaggi vietnamiti e innaffiava col napalm i fuggiaschi.
Così io maturo la mia umanità recandomi ogni giorno, da 10 giorni a questa parte, a 'fare le terapie': quelle stimolazioni elettriche applicate al dolore che rientrano nella categoria dei palliativi e - per un sovrappiù di pena – acuiscono il dolore prima di calmarlo.

Attraverso la città addormentata ed ho modo di osservare il bello della scenografia veneziana tutta e solo per me e solo un po', durante le brevi pause, anche per i rilassati 'operatori ecologici' che a quell'ora spazzano calli, fondamenta e campielli senza riuscire, alla fine, a dare l'idea di una città pulita, chissà mai perché.

Passo per il cosiddetto 'ghetto' ebraico e intravedo le figure caratteristiche in bretelle e lunghi capelli e cappelli neri calcati in testa che si muovono da una casa a un negozio e si salutano nella loro lingua. Sono buffi a vedersi questi 'ebrei ortodossi' e ogni volta che li incrocio penso alla stranezza dei mascheramenti religiosi e al loro scarso senso e significato per chi di dio neanche l'ombra - e hai voglia di invocarlo e pregarlo di metter fine al male necessario che tutti ci affanna e ci percuote le meningi.
Che significa quel loro battere la testa insensatamente contro il 'muro del pianto' a Gerusalemme?
Sarà cosa più sensata dell'andare dei monaci buddisti lungo il perimetro dei loro templi e fanno girare le 'ruote della preghiera' e appendono la bandierine colorate sulla sommità per annunciare ai fedeli che quelle preghiere ascendono al cielo col favore dei venti? E che dire dei grassi monaci induisti in dhoti che cospargono i loro muti idoletti di polveri colorate e petali di fiori e qualcuno arriva a dire che la statua di Vishnu - distesa e di colore viola per l'agire delle polveri e le abrasioni – 'secerne latte'?
Ma non sono da meno nostri preti e i cardinali coi rituali complicati e lambiccati e le giaculatorie e le preghiere ripetute in coro nelle chiese e ossessivamente, stupidamente, dalle varie 'Radio Maria' come fossero panacee di alcunchè e salvezza delle anime in un favoloso paradiso dei credenti.

Vestono di nero e in tonaca i nostri preti, ma non sono immuni dalle tentazioni e dai peccati contro la castità – tanto più odiosi perché rivolti a chierichetti e adolescenti indifesi e quando entro nell'ospedale (gestito da religiosi) leggo in un cartello-sandwich 'capitalizza i tuoi tesori nell'alto dei cieli'. Che mai vorrà dire, penso, e perchè si ostinano a iterare e ri-proporci queste stanche e sciocche figure retoriche dell 'alto dei cieli'.

Già gli astronauti russi a bordo dei primi sputnik ci mandavano a dire che non c'era proprio Nessuno di visibile e operante e provvedente per noi umani di là della stratosfera e le rivelazioni, poi, dei 'buchi neri' e della 'materia oscura' si sono incaricate di rivelarci l'impero del caos cosmico che solo da poco ci rivela i suoi misteri.

Che bisogno c'è di agghindarci i pensieri di improbabili dei e vestire le divise sciocche e insensate delle religioni e recitare preci e giaculatorie e presiedere ai riti stanchi e inutili?

La cattiva notizia è che non c'è nessun dio, la buona è che possiamo farne a meno. Amen e così sia.

giovedì 12 agosto 2010

il beneamato leader patteggia

Durerà la tregua e l'offerta di pace tra le opposte fazioni? Difficile crederlo – se è vera la conversione alla 'legalità del presidente della camera e il suo profilo istituzionale alto e dritto che ha provato a costruirsi fin qua.

E' significativo che i fratelli-coltelli del centrodestra finiscano per naufragare politicamente in una zuffa da osteria mediatica e con al centro delle male parole reciproche la sporcizia dei dossiers della corruzione del presidente del consiglio (la villa san Martino di Arcore sottratta con destrezza e l'inganno di Previti – procuratore della sprovveduta venditrice – e comprata per una pipa di tabacco e mi sorprende che la truffata non si rivolga ad un buon avvocato e chieda risarcimenti adeguati al maltolto) contrapposti agli articoli-spazzatura degli sciacalli di famiglia Feltri Vittorio e Maurizio Belpietro.

Pare, si dice, che la contraerea dei finiani abbia molte cartucce e pesanti in polveriera e sarebbe davvero un peccato che la zuffa si fermasse qui e i due duellanti arrivassero a un accordo che di più basso profilo non si potrebbe, - data la storia personale malaffaristica del Barabba di lotta e di governo che ha mandato il suo Rasputin-Ghedini a trattare perché devono avergli detto che ha davvero molto da perdere nell'insistere sullo sciacallaggio mediatico attuato dai suoi vergognosi servitori da tre palle un soldo.

Per la verità non so se ha davvero molto da perdere, il Beneamato Leader, il Satrapo corrotto/ore da prima repubblica. Più si legge delle sue imprese malaffaristiche e più si insiste a mostrare che è sceso in politica per salvarsi il culo dai processi e procurarsi indebitamente prescrizioni ed assoluzioni per via di leggi ad personam e più i suoi aficionados e descamisados beoti lo osannano.

E' così che lo vogliono: sfigurato dallo stesso fango in cui ha sguazzato e continua a sguazzare, dalla merda che costituisce lo strame politico di cui si nutrono i suoi elettori e gli alleati di governo leghisti. Se cambiasse, se venisse a più miti consigli, c'è da credere che lo giudicherebbero male e non lo voterebbero più. Sono loro i furfanti della cattiva repubblica che ogni giorno ci sciorina sotto gli occhi i panni sporchi della vergognosa cricca di governo: gli elettori – veri e propri malavitosi politici che hanno preteso di scardinare populisticamente la democrazia delle regole e dai valori condivisi di rispetto dei dieci comandamenti.

Sono più realisti del re e se il loro re è nudo ( e orribile a vedersi e udirsi ) loro lo sono di più con le oscene vergogne tutte in evidenza a danzare la danza dei sette veli della libera corruzione di lotta e di governo.

martedì 10 agosto 2010

voci dai forum

Riporto nel mio blog alcuni interventi relativi all'ultimo mio post. Così, giusto per far conoscere i toni e gli argomenti del cosidetto 'civile dibattere'. Buona lettura.



CITAZIONE (chiarafede @ 9/8/2010, 18:04)
(....)se solo gli viene meno il sostegno di una maggioranza di malfidi e disonesti che lo sostengono per le ragioni più disparate e opposte – casca a testa in giù nella voragine processuale senza nessuno scudo più e/o lodo Alfano bis e tris e/o processo breve a paragli la botta fatale.(...)

Caro Chiara,
ti leggo sempre con interesse e ritengo i tuoi post dettati da un forte impegno civile e un sincero intento moralizzatore, pertanto vorrei farti notare che quanto scrivi è vero solo per appprossimazione, infatti le vicende processuali del nostro Beneamato Leader risalgono a tempi antecedenti il suo impegno politico, e poichè negli ultimi quindici anni i suoi governi si sono alternati regolarmente a quelli della tua parte, per quanto riguarda i suoi coinvolgiment processuali, si è verificato esattamente l'oppposto di quanto da te affermato.

Infatti, le inchieste che lo riguardano sono state regolarmente riposte nei cassetti del congelatore quando il Nano era all'opposizione, e passate rapidamente nel microonde della nostra magistratura rossa quando questo veniva mandato al governo dalla maggioranza degli italiani, con il plauso di una opposizione perdente e adusa ai ribaltoni per sopperire alla mancanza di sostegno popolare.

Pertanto ritengo che alla tua parte ribaltonista faccia bene stare all'opposizione, e confidare in un ammanettamento del Nano con l'alleanza della parte revanscista ed ex fascista della maggioranza, perchè se gli operai continuano a voltarvi le spalle potete sperare di vincere solo inginocchiandovi alla politica di uno scaltro Topo di Fogna.

Buona Finizzazione
Fire



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mellencamp Inviato il: 10/8/2010, 09:22


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Ragazzo, l'unico ribaltone a Berlusconi lo ha fatto la Lega Nord quando erano comparse storie di mafia a carico del vostro ducetto in nuce. E si parla di anni e anni fa. Io ricordo anche il ducetto in nuce non accettare i risultati delle urne quando ha perso di 24.000 voti nel 2006. A proposito di democrazia partecipativa. E non parlo delle leggi fatte pro domo sua, come direbbe l'Eulo. Ma questo è un discorso lunghissimo che comincia quando gli è stata data la possibilità di concorrere a livello politico, quando per costituzione un proprietario di canali televisivi e riviste non potrebbe parteciparvi in quanto capace di plasmare l'opinione pubblica grazie alle sue proprietà...
Ciauz
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"Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono. (Malcolm X) ."





chiarafede Inviato il: 10/8/2010, 10:26


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CITAZIONE (mellencamp @ 10/8/2010, 09:22)
Ragazzo, l'unico ribaltone a Berlusconi lo ha fatto la Lega Nord quando erano comparse storie di mafia a carico del vostro ducetto in nuce. E si parla di anni e anni fa. Io ricordo anche il ducetto in nuce non accettare i risultati delle urne quando ha perso di 24.000 voti nel 2006. A proposito di democrazia partecipativa. E non parlo delle leggi fatte pro domo sua, come direbbe l'Eulo. Ma questo è un discorso lunghissimo che comincia quando gli è stata data la possibilità di concorrere a livello politico, quando per costituzione un proprietario di canali televisivi e riviste non potrebbe parteciparvi in quanto capace di plasmare l'opinione pubblica grazie alle sue proprietà...
Ciauz
Mellencamp

Parole al vento, caro Mel. Il Fire è una brava persona e affettuosa con me e gli devo gratitudine per le sue ripetute e ostinate difese d'ufficio nei forum, ma è un destro - id est: costitutivamente incapace di intendere il ruolo mefistofelico del Barabba di lotta e di governo che conduce il suo teatro dei burattini piduista da tre lustri ormai.
Inutile provare a fargli intendere che la 'persecuzione giudiziaria' è il suo chiodo fisso e gli è necessaria come il pane e l'aria che respira. Una qualsiasi condanna definitiva lo azzopperebbe in modo definitivo nel suo volersi presentare come 'statista' piuttosto che imbroglione dichiarato, imbonitore e corrotto/ure da prima repubblica.
Sempre, quell'uomo infame e ridicolo ha avuto nei suoi sogni lo spettro della galera da evitare ed è riuscito nel disegno pazzesco di conquistare la scena politica e il governo della repubblica grazie alla dabbenaggine (nel migliore dei casi) dei destri in buonafede, ma, più, di quelli che votano col portafoglio secessionista delle tasse evase copiosamente e a man bassa.
Ricordi le famose mosche coprofaghe di ieri alle quali conviene dare, infine ragione? Sono milioni e, sconsolatamente, dobbiamo ammettere - in forza dei numeri della politica e delle schede nelle urne -'non possono aver torto'.
Non riusciremo mai a provare ad assaggiarla (la merda di cui quei ditteri sono ghiotti), ma la diremo una 'questione evolutiva' della storia che va al passo del gambero.
Buone vacanze, galantuomo, e torna vincitore.

lunedì 9 agosto 2010

perle di saggezza agostane condivisibili

"La mobilitazione permanente è necessaria per contrastare i disfattismi e i personalismi di chi antepone i propri particolari interessi al bene di tutti, al bene del Paese".

Lo so che state pensando alla solita opposizione parolaia e inconcludente che attacca a testa bassa il solito Berlusconi, ma avete preso un abbaglio.

Questa perla di saggezza, questa proposizione forte e che addita un valore condivisibile erga omnes è -aprite bene occhi ed orecchie- nientepopodimeno che del nostro Beneamato Leader, l'uomo che è entrato in politica per salvarsi il culo da giudici e processi; l'uomo che stipendia una valanga di onorevoli e galoppini di partito e giornalisti-sciacalli ai suoi fini personali di pluri imputato che – se solo gli viene meno il sostegno di una maggioranza di malfidi e disonesti che lo sostengono per le ragioni più disparate e opposte – casca a testa in giù nella voragine processuale senza nessuno scudo più e/o lodo Alfano bis e tris e/o processo breve a paragli la botta fatale.

Davvero sono un popolo di ineffabili beoti osannanti e incensanti senza più vergogna e dignità alcuna quelli dei 'circoli della libertà' e i tanti suoi elettori fedeli che si sperticano in elogi nei forum e nei blogs e riescono a non sbellicarsi dalle risate nel leggere e divulgare senza una chiosa divertita, uno spernacchio, una faccina con gli occhi sgranati, gli slogans belluini e ridicoli del Capo, del Beneamato Leader.

Neanche in Corea, durante i congressi del partito comunista coreano, la piaggeria timorosa e reverenziale dei sudditi arriva a tanto.

venerdì 6 agosto 2010

le presenti quote rosa di governo...

Forse hanno ragione quei tali di destra dei forum a dire che una parte del programma della sinistra all'opposizione è stato realizzato dalla destra d'accatto che ci s-governa.

Prendete le quote rosa, ad esempio.

Mai viste tante donne al governo e sindaci e assessori negli enti locali: giovani, arroganti e 'capaci' - come si sentono in dovere di precisare i colleghi maschi di partito per tacitare quella velenosa parola : 'mignottocrazia' che dovunque risuona e sopratutto nelle cancellerie europee stupite e invidiose di questo nostro italico affiorare di piacenti e formose veline e meteorine (niente a che vedere con i meteorismi).

Mignottocrazia è parola dura e lapidaria - consegnata alle cronache politiche da un tale non sospetto di sinistrismo: quel Guzzanti Paolo, senatore pdl, che tanta 'intelligenza' ha speso invano al servizio del satrapo che lo aveva premiato con l'elezione al Senato della repubblica e lo prezzolava sui giornali di famiglia per averne editoriali al vetriolo.

Poi il voltafaccia e gabbana - e non si è capito se è stato per l'aver lui ricevuto l'illuminazione sulla via di Capalbio o per tornare a guadagnarsi il saluto dei due splendidi figli che ha generato - che, forse, gli hanno scambiato i cartellini delle cune all'ospedale, a volerli comparare con il successivo dire e l'agire politico di un siffatto bandito che chiamano, obtorto collo, 'padre'.

Però l'effetto è quello: sono 'quote rosa', comunque vogliamo metterla giù.
E pazienza se per quel riconoscimento hanno scritto quasi tutte ( e mi meraviglierei per le escluse dal servizio e mi chiederei il perché) il più vergognoso e squallido 'de bello fallico' della storia repubblicana.

Il satrapo al governo era quello – questo passava il convento - e, seppure marchiato come 'il più antico mestiere del mondo', dai servigi resi nell'imperial talamo e per meriti dimostrati ne è conseguito un effetto rivoluzionario di svecchiamento del personale di governo maschile e maschilista.

Dispiace solo che 'loro', i destri di ogni risma, le chiamino 'pari opportunità' senza sottolineare l'atroce ironia perché è facile supporre che una tale pratica troverà adepti a iosa nelle presenti e future generazioni e, forse, lo ius primae noctis medioevale sarà sostituito e sancito da un opportuno arruolamento in età scolare di aspiranti escorts o da 'figlie del papi' (ricordo delle 'giovani italiane') selezionate ancora impuberi nelle redazioni dei telegiornali Mediaset dal fido Fede e dallo sperimentatissimo Tarantino.

giovedì 5 agosto 2010

la vita in diretta e il mar delle storie

Mi chiedo sempre da dove traggono origine le storie e se davvero hanno un'origine o sono rami laterali di un'altra storia in cui confluiscono come gli affluenti di un fiume - e lo ingrossano man mano e tutti insieme vanno a morire nel 'mar delle storie' che leggevo a mia figlia quand'era bambina (Il mar delle storie – Salman Rushdie – Il club degli editori, Mondadori editrice).

Questa a cui ho assistito stamattina, ad esempio, da dove trae origine, quando è iniziata – se mai un inizio si dà: una sorgente di alta quota o sotterranea che alimenta il fiume?

Inizia alla Questura, dove qualcuno ha telefonato per segnalare un silenzio, una puzza di cadavere, un'assenza anomala – delle tante che si danno ad agosto, mese di scomparse, mese di abbandoni e dimenticanze?

O trae origine dall'arrivo di quei due giovinotti che osservavo due giorni fa dalla terrazza mentre innaffiavo – che entravano nel portone di ferro con chiavi proprie e mai li avevo visti prima e sembrano slavi e cosa ci facevano lì e da due giorni non vedevo la titolare che sempre mi dava segno della sua presenza con quelle sue musiche rap dure, odiose, fastidiosissime, che mi facevano chiudere le finestre con rabbia e attivare l'aria condizionata?

Fatto sta che, stamattina, la pioggia incombeva e me ne rallegravo perché dilava pipì e pupù dei troppi cani che asfissiano questa città di pietra al pari dei troppi turisti - e sopra le pietre malate girano le mosche e i mosconi e tutto puzza di putrefazione e materia che si decompone come, forse, sta succedendo dentro quella casa a cui fanno la posta quei quattro tizi in abiti borghesi che spiano di sotto al portone e toccano l'oscuro con sperimentata perizia per verificare se sia ben chiuso o se, invece si possa forzare.

E c'è un delatore che indica loro il portone giusto e confabula con i quattro prima di eclissarsi al secondo piano dove ascolta sempre le sue telenovele stupide e i quiz a premi che detesto e mi sento a disagio per questa curiosità insana che, tuttavia, mi spinge a osservare la 'vita in diretta' e forse la ragazza è morta per overdose o, forse, i due slavi sono dei maledetti spacciatori e hanno con sé il malloppo e la narcotici ha avuto una soffiata e tende l'agguato.

Il tutto dura un paio d'ore.

Telefonino all'orecchio, uno dei quattro fa intervenire i vigili del fuoco che forniscono provvidenziali scale e superano l'ostacolo del muro e ti aspetti che le vittime sorprese nel sonno diano in grida e escandescenze e oppongano resistenza – come fanno tutte le vittime: i maiali destinati al macello e le galline alla decapitazione e spiumatura conseguente – e, invece, tutto avviene in silenzio e, dopo che i quattro dell'avemaria sono entrati, arriva perfino una tizia di apparenti sessant'anni, vestita di rosso, che apre il portone con chiavi proprie (un'assistente sociale?) ed entra a sua volta e non odi una parola e tutto è così surreale e una vecchia dal terrazzino segue l'avvenimento minuto per minuto con manifesta apprensione e vedo muoversi ombre dietro le persiane al terzo piano di fronte e chissà che succederà di questa vita in diretta che ci affanna e, intanto, piove dolcemente come in primavera e forse questa storia è una storia di pioggia e lacrime e acqua fastidiosa, costante, che tutto dilava.

mercoledì 4 agosto 2010

di armadi microcefali ed elezioni prossime venture

C'è un tale che scrive su un forum – uno che nel suo avatar ci ha messo un armadio da combattimento tutto muscoli e la testa piccolina, piccolina; chissà se c'è dell'ironia nella sua scelta o, invece, piena identificazione microcefalica – che nei suoi scritti di politica sembra mostrarci un gusto tutto particolare nel sottolineare le manchevolezze degli eletti della sinistra (nessuno escluso, tu vedi l'accanimento fazioso) e se la ride perché, a suo avviso, Berlusconi verrà rieletto ad onta di tutte le schifezze che ci propina e ad onta della sua impresentabilità e dello spaventoso conflitto di interessi e dell'agire da satrapo piuttosto che da normale governante di una compiuta e moderna democrazia di stampo europeo.

Leggi quelle sue cose (dell'armadio microcefalico) – operosamente dribblando il fastidio per la prosopopea e l'arroganza costitutiva dei suoi scritti – e ti chiedi spaventato se davvero il suo campione orrendo a vedersi e udirsi ce la farà ancora una volta a vincere e che gusto ci provano quei dessi, gli ostinati elettori di destra, a farsi del male, a dirsi sostenitori a spada tratta di uno che ha fascicoli giudiziari aperti e chiusi (per prescrizioni e leggi varate pro domo sua) a iosa, a valigie, a vagoni.

Il 'sentire' di destra ha questo di particolarmente abominevole: che sfida con arroganza e solida ed evidente stupidità ogni ragionevole dubbio che il nostro paese stia procedendo sulla strada di una democrazia compiuta – una democrazia di forti e rispettate istituzioni e di pesi e contrappesi e di rispetto per l'ordinamento giudiziario terzo e indipendente e che sia ragionevole e 'conveniente' continuare a votare un malfattore; per la precisione il capo dei corrotti della prima repubblica, alla testa di una coalizione di furbetti del quartierino e cricche di malfattori manifesti e logge p2 e p3 redivive - e via elencando del melmoso acquitrino putrido che costituisce il loro habitat naturale di evasori cronici e recidivi e secessionisti padani armati di fucili al bisogno (se per azzardo il presidente della repubblica avviasse consultazioni al fine di sondare l'esistenza di una maggioranza alternativa a quella che sta per naufragare in quella melma).

E' questo atteggiamento mentale di sfida e disprezzo per ogni regola democratica e ordinamento che chiude ogni dialogo possibile con quei destri, ogni possibilità di intendersi, e, insieme, dimostra che in Italia si è avviata una 'sindrome tailandese' : da 'camicie rosse' prezzolate dal loro padrone di denari cieche e sorde e rabbiose e ottusamente schierate a battaglia a difesa dell'Impunito Barabba che li conduce.

Non c'è alternativa per quei dessi, nessuna via di fuga e salvezza alla presente impasse democratica.

La 'volontà degli elettori' la pretendono populisticamente assoluta e sovrana e capace di ribaltare a piacimento e per interessi di bottega costituzioni cinquantennali e regole fondative e norme di buon funzionamento democratico (come quella che dovrebbe statuire l'ineleggibilità di uno che ha un monumentale conflitto di interessi, ad esempio).

Vabbè. Lasciamo che corrano i fatti di questa estate di veleni e che il satrapo venga logorato nel suo stesso brodo di una coalizione rissosa e variamente malavitosa. Chi vivrà vedrà e i cocci(azzi) sono nostri.

Chissà se vedremo Roma ridotta come Bangkok con i pazzi e gli idioti per le strade e nelle piazze che buttavano via le loro stolide vite al soldo del corrotto tycoon tailandese che li usava e ne sovvenzionava la rivolta armata dal suo esilio dorato.

astenersi perditempo

L'impressione è che questa città si stia allineando, in peggio, al resto del mondo. Per tre giorni di fila le locandine de giornali locali ci hanno stupito e spaventato elencandoci, nell'ordine:

a) ragazza 18nne stuprata nella sua camera d'albergo (un iraniano che, interrogato, si è proclamato gay. Roba da consegnarlo direttamente ai mullah del suo paese per i trattamenti islamici del caso).

b) pestato a morte in piena piazza san Marco in mezzo ai turisti (un regolamento di conti tra albanesi, pare, si dice, si mormora).

c) rapinato e picchiato a sangue alle tre di notte mentre rincasava ( e stavolta pare i criminali siano indigeni benché mascherati con un passamontagna).

Il tutto avviene in una città che i mattinali della questura sono stati vuoti per decenni e a memoria d'uomo e annotati, di mese in mese, solo qualche ubriaco e qualche schiamazzo notturno – peraltro mai perseguito e sanzionato.

Venezia addio? Dimenticare Venezia? Sarebbe una soluzione. Magari potrebbe diminuire di uno zero virgola la quantità di arrivi e partenze in questo luogo del pianeta asfissiato dal troppo del turismo internazionale privo di fantasia – e tutti a darsi convegno nello stesso stucchevole posto, e bisognerebbe inventare un inchiostro indelebile con il quale marchiare la spalla destra di ogni turista in partenza e negargli il ritorno in città per far posto ai nuovi arrivi.

Scherzi a parte, che si fa? E' dura per noi veneziani accettare questa realtà nuova dell'irruzione del disordine e del male e del crimine nella nostra città di incanti architettonici e paesaggistici.

Già ci era stato detto dal Cacciari che dobbiamo tollerare gli altissimi numeri del turismo che asfissia e snatura la città perché 'non c'è niente da opporre al trend, niente che gli amministratori possano fare' per darci sollievo.

E adesso anche il guardarsi le spalle mentre rientriamo a casa e fare attenzione ai senegalesi in fuga dalle pattuglie di vigilantes che ti zompano addosso e ti mandano all'ospedale col femore o l'omero fratturato (è successo già tre volte).

Ma un posticino a Milano, nei pressi di Brera o sui Navigli non ce l'avete da offrirmi? Andrà bene anche un mansardato su una strada trafficata. Penserò io a mettere i doppi vetri silenziatori e l'aria condizionata.

Astenersi perditempo.