martedì 30 settembre 2014

Animali intelligenti

Animali intelligenti
In una pubblicità della Rai, 'da novant'anni in onda', Cochi e Renato ci informano che 'La gallina non è un animale intelligente. / Lo si capisce da come guarda la gente'. E, per la verità, mi capita di incocciare per strada persone (molti 'giovani') che nulla hanno da invidiare a questo straordinario animale - al quale dobbiamo riconoscenza massima non foss'altro che per il dono divino che ci ha fatto nei millenni delle sue uova.
Immaginate cosa sarebbe la nostra vita senza lo zabaglione, le frittate di ogni genere e tipo, le impanature e tutto quanto della nostra fantasiosissima gastronomia comporti l'uso delle uova.
E trovatemi, di contro, uguale utilità sociale e relazionale per certi nostri 'giovani' della movida notturna, il cui sguardo ci riporta indubitabilmente alla gallina. Per tacere di quelli che si affiliano all'Isis per provare l'emozione intensissima del tagliare gole e teste di gente indifesa attribuendone il merito all'ineffabile allah e al suo mitico profeta.
E, con una piccola digressione, sull'articolo 18, viene fatto di chiedersi se 'è nato prima l'uovo o la gallina'. Ovvero se questo diritto elementare di non venire licenziati perché 'stiamo sulle palle' a un padrone caratteriale e un filo stronxo sia cosa buona e giusta in sé e da estendere a tutti o, invece, è solo una palla al piede delle nostre mitiche 'imprese' che, senza, assumerebbero lavoratori a mucchi e dozzine - tanto, poi, li mando a casa quando mi pare e piace, che bel divertimento.
Chiedere lumi a Renzi, una volta spenti i riflettori sul teatrino insulso della sua Direzione.
E chiediamogli conto, poi, di tutte le altre promesse che dispensa a piene mani sui disoccupati e i mitici 'corsi di formazione' che dovrebbe restituire il lavoro perduto ai cinquantenni con l'ansia atroce di una pensione che non arriverà.
Ma chiedeteglielo davvero, cari i miei concittadini, - coi toni duri e ultimativi di elettori incazzati e indignati - e rendeteglielo bollente quest'autunno che incede col passo del gambero: uno avanti e due indietro.
E ho nelle orecchie i resoconti di amici e conoscenti che mi parlano di condizioni di lavoro talmente degradanti da venire voglia di mettere mano alla mitica pistola e cancellare dalla faccia della Terra quei tali che offrono un tale tipo di 'lavoro' - e si dicono 'imprenditori' e colonne portanti di una società di infami e ignorano e non si curano delle più elementari regole di rispetto della dignità delle persone.

sabato 27 settembre 2014

Città di notte

Città di notte
Fossi stato Clooney, l'avrei fatto di notte quel suo matrimonio da favola hollivudiana, perché la città, di notte, contiene davvero tutte le potenzialità dei sogni e dei miti e le evocazioni di fantasmi del passato che la rendono unica e bellissima - e condannata all'atroce destino della sua bellezza e conseguenti sciami di umane locuste turistiche.
E, ieri notte, alle quattro del mattino, non c'era un cane in giro, a parte quattro gatti di 'giovani' davanti agli imbarcaderi di Rialto con le avvilenti birre in mano e i dialoghi miserabili e stupidi di chi non ha nulla da dire e l'alcol gli serve a dirlo nel modo più acconcio: quello degli ubriachi.
E mi veniva fatto di pensare, attraversando la città rilucente di ombre e in preda alla mia ricorrente ossessione del 'senso' delle cose, che è il Tempo, l'attraversamento del Tempo che rievocano le sue architetture magnifiche, la sua ragion d'essere e resistere senza vergogna coi suoi palazzi e le chiese e le cupole 'fuori tempo'. E il Tempo, si sa, ha come suo grembo e amnio il Buio - che ospita il Cosmo e le sibilanti meteore-comete e il vorticare delle Galassie – e mi veniva in mente il film del pomeriggio appena scorso, ('Lucy', un polpettone galattico) dove la protagonista attraversa il tempo e vi si scioglie e ci promette l'eterno e l'ubiquità e una mente umana così espansa da percepire tutto l'esistente in ogni sua fibra e onda magnetica. Che magari sarà davvero il futuro dei bis bis nipoti, chissà.
E così è per questa città di notte: buia e sibilante di galassie sospese al suo cielo ucciso dalle troppe luci artificiali e fitta di fantasmi silenziosi che ti alitano addosso il loro essere e permanere invitti nel luogo delle loro gesta, - ma di giorno scompaiono e si appollaiano sui cornicioni e sui timpani delle chiese, accanto agli angeli e ai santi: da nessuno veduti né registrati di sotto perché le moderne macchine fotografiche degli avvilenti 'selfie' turistici non hanno la fantasia necessaria per 'digitalizzare' e documentare le loro ostinate presenze.

martedì 16 settembre 2014

Polis e politica

Polis e politica
Dopo tanta denigrazione della politica, (ma più dei politici maneggioni e arraffoni e bugiardoni) un 'festival della politica' non è stata una cattiva idea - per provare a riconciliare i cittadini con quest'arte umana che tanta soddisfazione ci ha dato nei ricordi scolastici di Pericle e di Cicerone e Seneca e Machiavelli.
E ieri ascoltavo l'interessantissimo dibattito intorno a un libro che ci informa che la città è una tana e 'fa paura' ed ha porte e muri: per dire che è accogliente però anche difesa dagli attacchi dei nemici.
Nemici che vengono da fuori ma anche da dentro; e ci sono stati gli assedi terribili degli aspiranti conquistatori e i massacri, ma anche le guerre intestine, civili, non meno feroci e belluine.
E la paura principale che abbiamo è contro lo 'xenos' o barbaros che insidia il nostro benessere e il benestare della 'polis' giunta all'apice del suo sviluppo economico ed architettonico e politico, e tuttavia non possiamo non accoglierlo perché l'accoglienza 'è nelle cose', - e contro la globalizzazione nulla possiamo opporre e restiamo, sgomenti, come il poeta in guerra che denunciava: 'Si sta / come d'autunno / sugli alberi / le foglie'.
E si sono ascoltate molte citazioni latine e gli etimi dal greco e tutto era molto elegante a udirsi e 'suonava bene' – ed era come la storiella di quella giovanetta costretta al meretricio che aveva fatto innamorare un poeta che molto ne lodava le tonde e turgide forme del corpo e la dolcezza dell'approccio erotico e l'ingenua se ne era innamorata a sua volta perdutamente, ma la maitresse la contrastava dicendole che la cosa era esattamente come con tutti gli altri uomini che se la scopavano e solo, quel poeta, gliela infiocchettava e la incellofanava così da apparirle straordinaria e speciale.
Già, perché, dopo tanto dotto discettare di bravi filosofi che ce la presentavano elegante e la prendevano da lontano, la dolente nota, stringi stringi, era la banale, quotidiana questione della 'securitas' contrapposta alla insecuritas, - alla inquietudine di noi cittadini nei confronti del 'diverso', dello 'xenos' che ci affligge coi suoi mille barconi e ci costano una fortuna e non sappiamo più dove stiparli e quegli 'xenos' cambiano l'aspetto delle nostre città eleganti ed evolute – e i centri storici sono ormai 'cosa loro' perché le nostre agorà, di noi indigeni disgustati e snob, sono ormai i centri commerciali.
E, in finale di partita, il filosofo-scrittore di belle speranze e promesse, ha citato l'anomalia di una città-stato postmoderna, Singapore, dove, invece, nessuno ha paura perché, se fai tanto di rigare una macchina e/o buttare una cicca per terra, non passa mezz'ora e sei nella mani della polizia e un giudice, per direttissima, ti condanna a una multa di mille dollari singaporiani e/o a dieci frustate sulla schiena - come è capitato a un giovane americano e se ne indignò mezzo mondo e ne dibattemmo a lungo se quelli erano metodi condivisibili e civiltà della polis.
Saranno anche un filo esagerati, a Singapore, mi è venuto da pensare in chiusura di dibattito, ma se guardiamo alle nostre 'polis', alle orrende città dei cassonetti bruciati e tonnellate di sporcizia sulle strade e gomorra e camorra e criminalità varia organizzata e politici corrotti e forze dell'ordine che minacciano scioperi, beh un paio di annetti di gestione singaporiana forse non ci farebbero così male.

sabato 13 settembre 2014

Califfi e macellai

I campanari non esistono più. E allora (per) chi suona le campane al mattino presto?
E' certo che suonano anche per noi, se i portoni delle chiese maggiori sono tutti aperti: Redentore e La Salute inclusi. Cerco nella mente non ancora perfettamente lucida le ricorrenze del calendario che giustificano tanto scampanio, ma niente. Non mi viene in mente nessun santo/a patrono particolare o evento della Storia che si vuol celebrare e rammemorare.
Però ieri era l'undici settembre, il terribile undici settembre dell'Occidente di bel nuovo in guerra col mondo, - il mondo islamico del terrorismo premeditato e variamente organizzato di oggi che aspira al Califfato, nientemeno. (A quando un macedone che ci ripropone una spedizione in Persia e in India con alla testa un bis nipote di Alessandro in sella a Bucefalo?)
E ieri erano i giapponesi di Pearl Harbour, l'undici settembre 2001, invece, erano quei suonati integrali e integralisti d'accatto ancora mentalmente fissi sull'idiozia cosmica de 'Allah lo vuole' e 'Morte agli infedeli'.
Mi piace pensare che i templi della cristianità occidentale suonino oggi a distesa per ricordare la tragedia spaventosissima delle Twin Towers - con quei morti assurdi delle foto che andavano a schiantarsi a testa in giù per sfuggire a una morte peggiore di tizzoni ardenti.
E mi piace pensare che quel cancro del terrorismo assassino di filiazione islamico-radicale sarà presto estirpato chirurgicamente a suon di bombe.
Bombe come se piovesse. Bombe a tappeto: fiammeggiante nuvola biblica che annichila e distrugge fino all'ultimo imbecille macellaio e carnefice stupratore che si è affiliato a quella congrega di folli seguaci di ridicoli califfi.

domenica 7 settembre 2014

In limine mortis

Forse è a causa della morte - che sempre ci obbliga a riflettere sul senso 'ultimo' delle cose - che indugio a chiedermi il senso delle azioni, (e delle reazioni, che la cronaca ci racconta 'tragiche'), di un ragazzo diciassettenne che se ne va di notte a spasso per la città silente e addormentata a bordo di un motorino, sul cui sellino trovano posto ben due amici o conoscenti del giovinetto defunto.

Prima domanda che ci viene dal racconto della madre addolorata e sconvolta: 'Mi ha detto che usciva a fare un giro.' In piena notte? E' normale che un ragazzo esca 'a fare un giro' a quell'ora antelucana e che la madre registri il fenomeno come evento familiare 'normale', non soggetto a severa inquisizione genitoriale ed eventuale, salubre reprimenda e fiera opposizione?

Ne consegue il dramma. Il ragazzo non si ferma a un controllo di polizia (o carabinieri) e la concitazione della cronaca ci consegna un morto ammazzato per cause che sono soggette ad indagine ed accerteranno le responsabilità.

Ma, se siamo costretti a tollerare, nel racconto ossessivo che ci fanno i tele/radiogiornali, gli echi e gli scoppi di voce della rabbia dei parenti e degli amici e degli abitanti del rione, forse è il caso di insistere e interrogarci su quest'aspetto di una illegalità diffusa (canta Napule!) e delle eccessive 'libertà' di quegli adolescenti e giovinetti e dei loro genitori che trovano 'normale' lasciarli uscire di casa alle tre di notte per fare un giro in motorino. Abitudini napuletane? Insonnia giovanile? O follia generalizzata e andazzo corrente di una città vitalissima, certo, ma vitale assai (in limine mortis) anche nei suoi drammi insensati e cronache di morti ammazzati che non hanno riscontro, non dico in Tirolo, per carità, ma anche solo nelle Marche o negli Abbruzzi o nella vicina Basilicata?

mercoledì 3 settembre 2014

Venti di guerra

Ogni giorno ha la sua pena, si dice. E alle nostre personali si aggiungono le cattive notizie che vengono del 'mondo'.
E, se al tempo di berlusconi e compagnia vergognosa e oscena ci guardavamo penosamente l'ombelico e ci infastidivano i 'lettoni di putin' fitti di vergini fanciulle per la quindicina dell'harem del satrapo de noantri, oggi dobbiamo distogliere gli occhi dai video spaventosi e feroci delle decapitazioni e decollazioni da parte dei nuovi orchi e pazzi furiosi certificati dal corano e dalle sue 'sure' - buone, all'epoca, giusto per i nomadi pastori di maometto, sedicente profeta.

E sarà 'islamofobia' dire tutto il male possibile di questi pazzi suonati che hanno rinverdito i nefasti degli imperi arabi alle porte dell'Europa e fatto regredire il mondo a un medioevo tristo e impaurito, impensabile solo un anno fa?
E dobbiamo attrezzarci a respingerli alle porte di Vienna o sul mare di Lepanto, come già facemmo, o basterà una giusta razione di bombe a passaggi radenti per estirpare radicalmente quest'altro cancro di ritorno, questa metastasi assassina di imbecilli 3.0 che non trovano di meglio da fare nella vita che arruolarsi nell'Isis dei boia decollatori?

Mala tempora currunt. E i venti di guerra vengono anche dall'Ucraina, che la Nato si impegna a difendere dall'orso russo assetato anch'esso di imperi di ritorno. E dovremmo tenere preziosi i pile che abbiamo negli armadi perché, se quelli di meteo.it predicono un inverno che più freddo non si può e dovremo fare a meno del gas russo, ogni fiato di calore nelle case dovrà essere tenuto caro e prezioso.

Chi l'avrebbe mai creduto possibile, per quelli della mia generazione che avevano dimenticato il senso della parola 'guerra', questo ritorno della belluinità e della barbarie sul pianeta Terra - quando già sembravano maturi i viaggi spaziali e le cronache dallo spazio e il calco della scarpa di Amstrong sulla polvere lunare ci avevano illuso che l'umanità tutta, scienziati di tutte le razze in testa, avesse finalmente battezzato la 'magnifiche sorti e progressive' dei bis nonni dell'Ottocento e realizzato le magnifiche fantasie di Giulio Verne?

MP Email

martedì 2 settembre 2014

Se vi può confortare...

Riflettevo su quanto sia potente lo stimolo ad aggregarsi e partecipare, l'altroieri, rivedendo il bel film di Frears: ' The Queen' - storia di commozioni di popolo, di reali insensibili alle grida di dolore, di protocolli rigidi e del finale ravvedimento della sovrana che 'va a Canossa', pressata dal suo primo ministro, e si riconcilia col maledetto popolo che non capisce le sue ragioni, ma la rispetta perché vivente istituzione della monarchia più longeva del mondo.
E mi dicevo che tutto quello spreco di fiori e bigliettini davanti a Buckingham Palace per la 'principessa del popolo' defunta in 'circostanze misteriose' appartiene alle insensatezze e demenze 'di massa' - così come il tifo esagerato per la squadra del cuore, lo strapparsi i capelli e gridare e andare in deliquio ai concerti dei propri idoli canori, le immense processioni davanti alle urne dei santi patroni e i flagellanti che si frusta(va)no, gli applausi scroscianti delle folle commosse ai lati delle bare di 'eroi' morti per una delle tante 'cause' (spesso sbagliate) per le quali quegli eroi si immolano o sono stati immolati.
E quanto avviene in Ucraina colla 'chiamata alle armi' del ministro della difesa in pubblico parlamento, mi ricorda altre follie e storiche demenze di massa: la crescita inarrestabile del nazionalsocialismo in Germania e in Italia e le crescenti violenze contro gli oppositori e, prima ancora, la campagna di stampa e le manifestazioni degli 'interventisti' che decisero per la guerra contro l'impero dell'Austria-Ungheria, malgrado il popolo bove di recente e contrastata costituzione italica non provasse nessun brivido di entusiasmo per quella insensata decisione che costò milioni di morti.
E non c'è verso di opporre a questi 'crescendo' di follia collettiva nessuno schermo e filtro razionale e siamo in balia di emotività incontrollabili e che determinano gli eventi nefasti delle nostre vite e i futuri conflitti. Vedi i numeri impazziti delle immigrazioni di mare e di terra - e gli altri popoli europei che plaudono all'operazione 'Mare monstrum' e ci dicono bravi, però ve li tenete voi e li stipate un po' dove vi pare. 'Not in my backyard', in ogni caso, come dimostra il caso dell'Austria che ce li ha rimandati indietro.
Se vi può confortare, stamane, alle otto del mattino, notavo come il ponte dell'Accademia sia stato 'liberato' dalle potenti cesoie dei soldati dell'amministrazione cittadina fedeli alle leggi e ai regolamenti comunali. Un barlume di razionalità che durerà 'l'espace d'un matin' perchè già una decina di imbecilli turisti vocati all'amore eterno hanno chiuso i loro stupidissimi lucchetti sulle ringhiere liberate e non passerà un mese che la situazione tornerà come prima.
Così vanno le cose sul pianeta Terra nell'anno di dis-grazia 2014 e dintorni.