giovedì 30 novembre 2023

Post verità e dintorni.

 



 

Le post verità. (Verità vo' cercando ch'è si cara al mio core) - 01/12/2016

'Siamo nell'era delle post verità.', convengono molti notisti politici e giornalisti di rango - orfani immedicati del loro pomposo ruolo di 'maestri di pensiero' in un'era, quella di internet, in cui mille blog fioriscono e illustri sconosciuti ottengono migliaia di clic e di 'followers'.
E alcuni di coloro – gli ex maestri di pensiero e giornalisti osannati e di grido – fanno mostra di un vero e proprio astio e parlano con disprezzo di questa nuova esplosione di libertà dove, è vero, troviamo anche le discariche degli insulti rabbiosi e la bava velenosa di chi non sopporta l'esistenza di pensieri e persone diverse e tuttavia la città virtuale di internet è cresciuta in fretta e possiamo trovare al suo interno musei e gallerie d'arte e auditorium di buona musica e incontrare belle persone e leggere articoli interessanti. Che poi vi siano anche i quartieri periferici del disagio sociale, quello dei 'radicalizzati sul web' che inneggiano alla jihad e quello dei rabbiosi di varia risma, di destra e di sinistra o di centro, è il nostro inferno quotidiano e tocca tollerarlo, come facciamo nelle città vere della vita reale dove evitiamo di mettere piede nelle avvilenti periferie urbane e scansiamo per strada i marginali aggressivi ed evitiamo di girare di notte indifesi se le cronache ci informano di possibili aggressioni e rapine.
Perché, vedete, cari i miei sinistri e giornalisti di grido orfani immedicati e rabbiosetti di notorietà esclusive, l'aver inneggiato fino a l'altro ieri alla libertà e alla democrazia ha come prezzo post moderno l'emersione delle 'post verità' - che, spesso, sono 'bufale', ma esprimono, a loro modo, a volte con l'insulto, quel disagio sociale che, ad esempio, viene ampiamente tollerato dal vostro pensiero buonista nelle periferie urbane stipate di migliaia di ospiti mal integrati e che vivacchiano nelle discariche sociali del non lavoro e della micro criminalità.
Nell'era delle post verità tocca tollerare l'entropia del caos urbano che voi stessi avete incrementato, Faust improvvisati e malaccorti che avete scambiato le provette del buon governo e delle ragionevoli misure di legge e ordine e di controllo stretto delle frontiere con una attitudine dell'animo disposta alla bontà e alla pietas che ha altri e limitati ambiti di intervento e mal si accorda coi numeri di milioni di pretesi profughi e/o clandestini che premono alle frontiere dell'Occidente e ne minano i fondamenti di buon governo e di ordinato sviluppo economico e urbano.
Così, giusto per incrementare il numero delle post verità che dilagano in rete e per farvi notare con un certo compiacimento che prenderete molte altre colossali cantonate e bastonate elettorali, - dopo la Brexit e Donald Trump - chiusi come siete nelle torri d'avorio delle vostre convinzioni ferree e i brillanti articoli che non servono più a nessuno: semi che si disseccano al vento del deserto di emozioni in cui avete segregato tutti coloro che 'votano di pancia' indicandoli al disprezzo.
E se votiamo 'di pancia' è perchè non tolleriamo più il disordine e l'entropia del Caos globale che voi avete dimostrato di non saper/voler governare.
'Chiedono legge per ciò che risulta eccessivo.' scriveva in una sua mirabile poesia Gabriel Celaya, uomo di sinistra. Altri tempi e milioni di voti di gente di sinistra, nel frattempo, persi nel vento del deserto dello s-governo mondiale delle sinistre arruffone e burocratizzate e incollate alle cadreghe.
Io voto no e per mille buonissime ragioni e rabbiose post verità.


mercoledì 29 novembre 2023

Peace and love, atto secondo.

 

Peace and love - 30 novembre 2017

E nel bel padiglione liberty dell'Ungheria si accoglie l'inno di speranza e l'auspicio di tutti noi del vivere in pace rielaborato da Gyula Vàrnai – che già il 'papa buono' nel 63 lo auspicava in latino colla sua 'pacem in terris' in cui si prediceva per tutti i viventi un futuro di giustizia, verità, amore e libertà, sempre smentito dai fatti e gli eventi a seguire. E il 'peace and love' dei movimenti hippies e floreali e 'rock and roll' è argomento canonico sempre ferocemente contrastato, in verità, da tutti i cattivoni del mondo che fanno a gara per dircelo satanico e infernale e affetto da ogni e peggiore male, dal Vietnam alla Cambogia di Pol Pot e compresa la presente minaccia atomica del 'rocketman' Kim Il Sung vanamente contrastata dal suo competitor americano.
E sappiamo, ahinoi, che 'il peggio non è mai morto' e che perfino la tragedia antica dei 'popoli del mare' che distrussero le civiltà mediterranee millenni or sono si ripropone oggi con rinnovata virulenza - e siamo più indifesi che pria perché i decenni di malata e incessante predicazione e sentire buonisti in Occidente vengono usati dai popoli affluenti sui barconi come grimaldelli per scardinare le frontiere un tempo difese manu militari e oggi vanificate e liquefatte dall'insania misericordiosa diffusa del 'accogliamoli tutti', malgrado le economie fragili e i conflitti sociali annunciati e i cosiddetti 'populismi' rabbiosi che montano ad ogni tornata elettorale in parallelo col crescere della follia buonista accogliente.
Però va bene, l'Arte viva non poteva mancare l'appuntamento coll'inno e la canzone e l'invocazione maggiormente gettonata nell'ultimo mezzo secolo e il vivere in pace, in fondo, non è così male e chissà che non si trovi, prima o poi, l'algoritmo giusto a cui fa cenno e riferimento Gyula Vàrnai nella sua mostra per convincere tutti, Kim Il Sung incluso, che tutto funzionerebbe meglio se proiettato in un orizzonte di pace.
Amen e così sia.

Zucche sopra il frigo.

 



 

30 novembre 2015
Ho una zucca sopra il frigo, ricordo (di già! Tutto si fa ricordo e rimpianto già dal giorno dopo.) di quella festività di importazione che risponde al nome di Halloween. Che mi è simpatica solo per l'ostinazione di Linus (il bambino con la coperta sulla spalla) a voler credere nel Grande Cocomero malgrado l'evidenza che una zucca è una zucca bella della sua scorza rugosa e variamente colorata e nient'altro.
Ma non crediamo anche noi alle strane fole tramandatesi di bocca in bocca nella Storia e di concilio in concilio e da Profeta a imam che ci parlano di una arcigna o amorosa Presenza nascosta di là delle nubi – ma chissà dove è emigrata, dopo che la bella e azzurra stratosfera è stata violata dalle astronavi e i piloti ci hanno raccontato che c'è solo un immenso stellato fisso di là del Cielo più una quantità di 'buchi neri' e di 'materia oscura' e nessun Dio provvedente barbuto e col ditone puntato a incontrare l'Uomo – questa bestia mai redenta che uccide e decapita e si fa esplodere in mezzo alla folla invocando (bestemmiando) il suo Nome.
Ma è della zucca che vi voglio parlare – del fatto che giorno dopo giorno si sgonfia e si ritira nella sua scorza e non vuol rassegnarsi a marcire e si bitorzola e mostra le rughe impietose e tutti gli altri segni di un invecchiamento che mi è specchio del mio avventurarmi (anch'io! Ma proprio non si danno le virtuose eccezioni!? Ma non avevamo creato Dorian Gray e il suo specchio nascosto in soffitta alla bisogna?), mi avventuro, dicevo, dentro il cono d'ombra della senilità e, come tutti sappiamo, non è un bel vedere e sentire del corpo – questo nostro fragile involucro e bozzolo di un'anima che vagheggiamo ma che è come l'araba fenice: 'Che ci sia ciascun lo dice, dove (cosa) sia nessun lo sa'.
E la Morte, la 'sorella nostra Morte corporale' di Francesco (il Santo dugentesco, che avete capito!) saltella qua e là nel campo come una giovinetta sventata e inconsapevole e coglie ora un robusto filo d'erba, ora un fiore in boccio - e ancora non ha voluto raccontarci il perché delle sue maledette predilezioni di raccolta: che lasciano in vita a macerare stanchi ottuagenari e castigano chi ancora non è sazio di vedere la luce nuova dei giorni e anni futuri.
E il mondo dei morti è il nostro futuro ed è fitto delle ombre dei trisavoli e degli uomini di genio e dei milioni di soldati che hanno fecondato col sangue i campi di battaglia dell'Europa e del vasto mondo preda dell'odio religioso e delle insane passioni di conquista ed egemonia e sopraffazione - e davvero la Vita Eterna di tutta quella gente in attesa di illusori ricongiungimenti è astratta metafora rovesciata dei vari e diversi viaggi nell'oltretomba degli Eroi omerici e virgiliani e dei Poeti.
E chissà cosa ne scriverei io se mi ci avventurassi, magari un reportage scanzonato e chi s'è visto s'è visto e quel che è detto è scritto.
Il futuro è nostro, bella gente. Viva la vita che muta e che è bella malgrado i suoi quotidiani orrori e le sempre più rare bellezze - e la Grazia che non si incontra più da lunga fiata per le strade e nelle piazze e nei pittorici boschi dove si 'allacciano i malleoli', ma rileggiamoci l'Odissea e l'Eneide e la Commedia, e le altre poesie, di quando in quando, che sempre ci insegnano cose nuove e 'profonde' ed esemplari ad ogni nostra visita.
E' lunedì e, a volte, non sempre, mi fa questo effetto, è grave, dottore?


martedì 28 novembre 2023

Scope e barattoli.

 

Di scope e barattoli. La vitalità dell'Arte.  - 29/11/2017

E che nessuno si azzardi a pensare che quello spazzolone e quel barattolo di cera sia stato dimenticato dalla signora delle pulizie che al mattino passa a ripulire gli spazi antistanti le installazioni (e chissà che istruzioni lasciano gli artisti per la pulizia quotidiana dei loro manufatti agli uffici competenti della Biennale). Ma potrebbe anche essere una dimenticanza, per la verità; e se dimenticanza è stata in cotali luoghi artistici e teche avite subito assume forma di Opera d'Arte viva (o forse post moderna 'natura morta' chissà) e la signora in questione l'ha fatto apposta di lasciarla lì a quel modo e nutre segrete aspirazioni artistiche anch'essa da decenni e fra qualche anno la vedremo esporre al padiglione Italia tutta una serie di scope e barattoli monumentalmente e genialmente ammonticchiati fino a toccare il soffitto - e la didascalia ci informerà che l'Artista ha sublimato nell'opera i ricordi delle troppe scope e cere che hanno riempito la sua vita e l'hanno umiliata fino all'incontro fatale con il Curatore dei curatori (Sgarbi? Oliva?) ed ecco la sua consacrazione e finale elevazione – con la gigantografia dell'autrice posta sulla sommità in veste di Assunta munita della relativa aureola sacrale. Tu vedi che storie strambe biennalesche si dipanano da una scopa e un barattolo dimenticato al mattino.

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Uno e trino.

 

Uno e Trino. Le teologie parlamentari. 28/11/2021

Tira aria di apocalisse prossima ventura – con l'anno nuovo 2022 che si presenta all'appuntamento di Capodanno già malaticcio e presto ricoverato con venti nuove varianti virali-globali in corpo e il capo dello stato da eleggere e ancora non si sa bene quale volto possa avere.
Draghi? No, dice la fazione di destra. Draghi sta bene dov'è perché lo vuole l'Europa dei prestiti facili del Recovery plan (Pnrr) – che già sappiamo che molti miliardi andranno persi perché non sono pronti né congrui i progetti di spesa degli enti locali.
E Draghi al Quirinale aprirebbe il vaso di Pandora delle elezioni (che non s'han da fare, dicono i 'bravi' del pd) e la presente maggioranza di s-governo salterebbe in aria, malgrado i 5 stelle stiano solidamente inchiavardati alle onorevoli poltrone e maledicono il giorno che han fatto votare la riduzione del numero dei parlamentari.
E non ci sarà emergenza sanitaria che tenga perché il popolo dei succubi vaccinati ha già dato ad abundantiam e peseranno le assenze come nelle urne - e si dimostrerà, con la variante Omega, che inseguire le cento varianti con le terze e quarte e quinte dosi è vangelo fallimentare perché favorisce le mutazioni dei furbi virus e manda in tilt il sistema immunitario, chi vivrà vedrà e gli anticorpi sono i suoi, abbiatene cura.
E votare Berlusconi al sacro soglio è cosa che si farà (a destra) nel segreto dell'urna, ma non si proclama e non ci si sbottona perché il personaggio è impresentabile in patria e in Europa – e vedrete che sui giornali, a qualche giorno dal voto, si rispolvereranno le corna alla Merkel del nostro Gianburrasca e le comiche della nipote di Mubarak delle sue 'serate eleganti'.
Mattarella-bis allora? Il solido 'palo costituzionale' della vigna-Italia che ha tenuto a battesimo tutti i peggiori inciuci parlamentari: dai giallo-verdi ai giallo-rossi dell'avvocato del popolo, finendo alle comiche del 'tutti dentro' con Draghi, alleluia e viva l'Italia che sempre 'ce la farà, trullalà.
Ma il Mattarella lascia filtrare accortamente la sua non disponibilità 'a meno che'.
A meno che non venga pregato in ginocchio dal pd e dai cinquestelle di accettare una rielezione, magari 'a tempo parziale' – e all'uopo hanno presentato un disegno di legge che cambia la Costituzione sul punto per favorire la Cosa.
A egregie Cose i sinistri ddl accendono le urne elettorali, oh popolo sovrano, e mani sulla testa per una sinistra che la testa l'ha persa del tutto ahinoi.
Resta l'ipotesi finale del Draghi uno e trino. Presidente del consiglio e, insieme, presidente della repubblica e primus inter pares nella nuova Europa del 'what ever it takes', al fine di garantire i miliardi generosamente concessi sotto morso pandemico.
Siamo alla teologia parlamentare, come vedete, ma non stupiamoci. Ci sono più cose nei cieli del nostro parlamento e della nostra Costituzione usata pro domo loro (dei partiti incollati alle onorevoli cadreghe) di quante gli ingenui elettori del mitico popolo sovrano riescano ad immaginare.🥴

sabato 25 novembre 2023

Di quale film parliamo?


Non è come sembra. 25/11/2020

C'è una frase che rimbalza su molti film e 'serial' televisivi come una chiave di volta delle trame o momento topico di un colpo di scena che rovescia le attese di un finale fin lì scontato: 'Non è come sembra.'
Una frase che un po' irrita perché ci contesta la sicurezza di una visione chiara che possiamo indicare a tutti con baldanzosa sicurezza psichica: un paesaggio, un colore, un animale al pascolo, ma ecco il professore di arte che ci spiazza e pontifica:
'Ma non tutte le “luci bianche” hanno lo stesso spettro. Questo significa che la luce riflessa non dipende solo dalla composizione molecolare della superficie, che determina quali onde riflettere, ma soprattutto dallo spettro della luce che illumina l’oggetto.'
E, per tornare alle trame dei film e dei serial: il colpo di scena tira in ballo l'insospettabile maggiordomo celato nell'ombra o una femme fatale del topico 'cherchez la femme'.
Così che, perfino quando sorprendiamo nostra moglie ignuda e affannata nel letto nuziale e l'amante palestrato sopra di lei che la sfianca, finiamo per credere al suo pietoso fiato che ci suggerisce: 'Non è come sembra, caro.'
Il fatto è che questa storia che le cose non sono mai come sembrano ha robusti addentellati filosofici che abbiamo studiato a scuola (realtà ed apparenza – e la Verità sempre irraggiungibile) e forse è per questa ragione che ci proiettiamo un film diverso nel caso citato della moglie fedifraga e le forniamo le necessarie attenuanti e, nel tempo, poi, tutto ci appare sfilaccio di sogno fino al giorno in cui finiamo per chiederci : 'Dove sono?' e, al figlio, 'Chi sei?' e chi s'è visto s'è visto e l'Alzeheimer ci inghiotte nel suo gioco di luci ed ombre spettrali.
Ma già con questo scorcio di anno bisesto che ci prepara il suo 'grande finale' e consegna in corsa il testimone nefasto al figlio 21enne che promette uguali sfracelli pandemici e catastrofici (con Biden alla presidenza degli States, aiuto!) ci pare che tutto 'non sia come sembra' – e Conte è forse un vero statista, chissà, un vero 'avvocato del popolo', come si fregiava qualche tempo fa, e questo che abbiamo è il migliore dei governi possibili che, con Speranza, ci traghetterà sulle rive della ritrovata salute pubblica e 'torneremo ancora a cantare' e la generosa Europa, vedrete, ci darà 209 miliardi per risorgere.
Di che film stavamo parlando?
  • Nessuna descrizione della foto disponibile.

Le urne del 'troppo che stroppia'.

 

Il ticket di ingresso che si pagherà a Venezia dal 2024 al fine di limitare il numero dei 'turisti mordi e fuggi' e le elezioni in Olanda vinte dall'estrema destra sono due eventi tenuti insieme da una frase comune e aborrita: 'Il troppo che stroppia'.
Già, perché l'estrema destra in Olanda è nata politicamente ed è oggi primo partito in virtù della lunga battaglia intrapresa contro gli eccessi dell'immigrazione massiva e sregolata e il troppo di tutto – turisti mordi e fuggi e gli immigrati economici dei naufragi organizzati che filtrano a centinaia di migliaia oltre le frontiere Schengen – si proverà ad arginarlo, finalmente, e vedremo più avanti l'efficacia dei provvedimenti assunti prossimamente dall'Aia e, ieri, dal consiglio comunale di Venezia.
Non sono mancati e non mancheranno gli alti lai della sinistra, italiana ed europea, da sempre sorda e cieca di fronte ad un fenomeno di imbarbarimento del vivere civile – e le periferie urbane ridotte ad enclaves islamiche nemiche che ospitano le serpi in seno dei ricorrenti attentati contro vittime inermi, quali ci consegnano le cronache dei luttuosi anniversari del 2015/16 (Charlie Hebdo, Nizza, Bataclan e seguenti).
E le urne avverse sono il loro destino (delle sinistre di s-governo) e si capisce come, parafrasando il Foscolo, '...sol chi non lascia eredità d'affetti / poca gioia ha dell'urna (I Sepolcri).
E nell'urna (politica) finisce chi ha mal agito e pervicacemente perseguito il male civile delle immigrazioni massive e sregolate dei naufragi organizzati che si mutano in periferie urbane orribili a vedersi e ad udirsi.
Parce sepulto. Riunite i vostri pensosi intellettuali di riferimento nell'eremo di Camaldoli per le opportune riflessioni e i relativi mea culpa. Per le resurrezioni si vedrà.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "IL TROPPO STROPPIA"

Pencolanti sui picciuoli. (Il regno breve del magno Imbonitor.)

 

Dio ci scampi. - S.p.q.r. Sono pencolanti sui picciuoli questi renziani. - 25/11/2016

Il 4 di dicembre non ci giocheremo i destini dell'umanità bensì di un pugno di parvenus della politica – imbonitori da tre palle un soldo che hanno illuso una discreta fetta di italiani di tutto cambiare per non cambiar nulla. E davvero, rivedendo nei trailers dei telegiornali degli ultimi due anni quelle facce da leopoldini allo sbaraglio che recitavano le veline renziane con l'aria dei secchioni d'antan che mandavano a memoria le poesie della vispa Teresa ci vien da sorridere al pensiero di quanto poco basti agli esseri umani per nutrire le illusioni del 'nuovo che avanza' e oggi già 'lungamente ci dice addio' - come le foglie ormai gialle che il vento distacca una a una e ci racconta della prossima primavera che chiuderà l'inverno del nostro scontento.
E un'altra stagione delle nostre vite avrà inizio e, forse, ci chiederemo fra qualche anno, inseguendo un pensiero marginale: 'Ma quel Renzi fiorentino e la sua amica Leopolda chissà dove sono andati a finire.'
O forse no. Forse toccherà armarci della stessa pazienza che abbiamo coltivato nei tre lustri del fescennino berlusconiano e magari 'morire renziani'. Dio ci scampi.

Nessuna descrizione della foto disponibile.

mercoledì 22 novembre 2023

Scuole di pensiero e relative canzoni.

 

Cantare fa bene. 23 novembre 2015

Pare che si confrontino anche due scuole di pensiero musicale, nell'asfittico dibattere che si fa tra buonisti e cattivisti sul merito delle tragedie di Parigi - e Bruxelles, la capitale europea è stretta d'assedio dalle forze dell'ordine e le scuole e i teatri sono chiusi per evitare altri morti di civili inermi e indifesi davanti alla drole de guerre terroristica degli assassini islamici jiahdisti.
C'è la scuola di pensiero della Marseillese: cantata in tutte le salse e dai cori più strani e perfino stonati, ma intensamente partecipi dell'orgoglio nazionale che finalmente si riscuote e rivendica l'onore francese ed europeo e i suoi 'valori' - un filo in colpevole ritardo e con qualche centinaio di morti di troppo stecchiti sulle strade e nel chiuso delle redazioni, dei teatri e dei ristoranti.
E c'è la scuola di pensiero di 'Imagine' - dolcissima canzone dei Beatles che evoca 'tutta quella gente' inerme e indifesa e tanto, tanto buona da riuscire ancora, malgrado i morti di Charlie Hebdo e quelli del venerdi nero u.s., a pensare possibile una convivenza pacifica tra diversi e opposti di fede e dottrine e comportamenti sociali privati e pubblici - e redenti e finalmente 'europeizzati' i ghetti islamici di Parigi e Bruxelles, dove la polizia mette piede solo a guerra civile dichiarata e con i morti parigini di venerdi iscritti per secondi (primi quelli di Charlie Hebdo) negli annali del nostro scontento e tragiche avanguardie di altri morti. 'Imagine all that people'. Commovente fino alle lacrime, certo, ma davvero poco realistica la loro predizione di futuro. Anime belle ostinatamente presenzialiste per i funerali presenti e per quelli degli altri morti che verranno.
E la Marseillese, invece, chiama il popolo tutto e i 'ragazzi della Patria' a marciare perché 'le jour attendu est arrivé' Sarà vero? E' davvero giunto il momento di una riscossa civile che ri-affermerà - una volta per tutte e nessun'altra battaglia perduta negli stadi e nei teatri e nei ristoranti e nelle redazioni della libera stampa - i valori laici e civili della mitica 'revolution' du 14 juillet?
Ne dubito e, ancora una volta, sono facile profeta che altri morti seguiranno - e lo spaventoso disordine urbano delle 'banlieues' troppo fitte di ospiti islamici malamente integrati e/o senza lavoro e prospettive di vita future continuerà a popolare i nostri incubi e a condizionare l'ordine pubblico - e le carceri saranno sempre più piene di quella malavita di importazione che si fa, poi, nelle celle e nell'ora d'aria, predicazione dell'odio religioso e clamorose azioni di commandos suicidi.
Ma cantare fa bene. E' sicuramente consolatorio.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

Predizioni azzeccate.

 

Chiacchiere da bar e dintorni. 23 novembre 2019

C'erano, una volta, le 'chiacchiere da bar'. Che avevano una funzione sociale, sia chiaro, oggi surrogata da internet e dai 'social forum' che lo innervano. Ed erano innocue, 'da bar', giustappunto, e veniva loro riconosciuta la funzione sociale dello sfogo, della liberazione da un magone, una fissazione, un'indignazione ('governo ladro', 'è tutto un magna-magna'), e/o una rabbia che, diversamente, poteva sfociare in altro di negativo e violento.
E a nessuno veniva in mente di parlare di 'odio' e di 'odiatori' ('haters' per gli ostinati inglesisti da tre palle un soldo) per la semplice ragione che erano confinate nei bar: luoghi chiusi e ben definiti socialmente e di ben poca influenza sulle opinioni delle 'larghe masse popolari' - influenzate, invece, si supponeva, dai soloni che scrivono sui giornaloni e dai telegiornali partigiani e 'embedded' alla sinistra di s-governo e di opposizione.
E poi si scoprì, una volta partito internet e affermatisi i social forum e le loro sinapsi virtuali e i 'link' e le condivisioni e i 'mi piace' a centinaia di migliaia, che quelle chiacchiere da bar si erano trasferite nella rete ed erano diventate, grazie ai grandissimi numeri delle condivisioni, un fenomeno politico di grandissima rilevanza – e un movimento politico a cinque stelle vi aveva fondato il suo clamoroso successo elettorale ed era giunto perfino allo s-governo della repubblica.
Ecco allora partire la campagna stampa e delle televisioni e dei giornaloni in crisi di vendite contro i maledetti 'leoni da tastiera' e 'bloggers' che rubavano spazio alle tivù e ai media giornalistici e deridevano e smentivano i giornalisti di grido e ne denunciavano la smaccata appartenenza politica e le 'fake news' ('notizie false' per chi non ama gli inglesismi) che ne conseguono.
E tutti questi vecchi media in crisi di lettura e di ascolti e i vecchi partiti associati (pd e dintorni, col codazzo dei giornalisti e gli scrittori embedded), tutti a scagliarsi contro 'la spazzatura di internet' e contro 'l'odio' che, a sentir loro, abbonda e strabocca e tracima in rete, ma è solo la moltiplicazione virtuale di tutte le vecchie 'chiacchiere da bar' associate e convogliate nella rete - e il solo modo di arginarle sarebbe chiudere manu militari i social forum o escluderne la fazione opposta e censurarne le opinioni tramite le pressioni su Zuckenberg e le redazioni di facebook, ma, ca va sans dire, è roba medioevale da imam iraniani e da Erdogan-il tiranno o da partito comunista cinese che tenta di nascondere la rivolta della popolazione di Hong Kong.
Ed ecco allora la trovata geniale: inventare e dare vita effimera a un movimento che da virtuale si fa pesce in barile e scende nelle piazze sotto la regia occulta del pd e degli altri genialoni della sinistra sociale in crisi nelle urne - e per salvare il posteriore dalla sconfitta attesa in Emilia Romagna che manderebbe a carte all'aria lo s-governo pd/5S, nato proprio per salvarsi da Salvini e fermare l'onda di tsunami sovranista.
Illusioni pie. Ci vuole ben altro per conquistare il consenso nelle urne, care le mie sardine in barile sotto sale sinistro.
Ed è strategia pescatrice, la loro, che 'mostra la corda' e i banchi delle sardine sono davvero esigui e la loro menzogna politica che li vuole freschi e 'giovani' e senza partito è smentita proprio dalla ricerca che si fa sui loro profili facebook che vengono cancellati in fretta e in furia, ma lasciano larghe tracce di odio anti salviniano. Stucchevoli tentativi di mostrarsi vergini e anime belle e pie. La Rete, però, è a strascico per sua natura e dentro ci finiscono i tonni e i barracuda e gli sgombri che si mangiano le ingenue sardine e ne denunciano la menzogna.
E basterà la verifica elettorale di gennaio a farle finire sott'olio e a sbatterle silenziose, chiuse nelle scatole di pertinenza, sui banchi dei supermercati elettorali.

Nessuna descrizione della foto disponibile.
  • Nessuna descrizione della foto disponibile.
  • Le sardine all'amo del pd.
    Nessuna descrizione della foto disponibile.