sabato 28 settembre 2013

Una faccia una razza

Succede anche in Grecia – a conferma che c'è del vero nella nota frase 'una faccia, una razza'. Peccato che si coniughi quasi sempre al negativo.

La notizia è questa: 'I deputati del famigerato partito di ispirazione nazista 'Alba Dorata' hanno minacciato di dare le dimissioni in massa dal parlamento greco.

Ma allora è un vizio! direte voi. O un 'idem sentire': uno sprezzo per le istituzioni democratiche che unisce i nostrani 'fedelissimi al capo barabba' ai loro emuli e fratelli greci - il cui segretario e leader è stato arrestato pure lui. Più che di similitudini qui si sta parlando, mi pare, di comuni attitudini e vocazione a delinquere - e il considerare la democrazia dei cittadini poco più di un tappeto d'ingresso alla propria abitazione dove spazzolare i piedi.

Quo usque tandem, si chiedeva un radio-ascoltatore stamattina. La meneranno ancora molto per le lunghe, gli avrei risposto se fossi stato il conduttore.
I delinquenti di rango e danarosi hanno molto tempo da spendere per i loro ludi anti istituzionali e molto denaro anche per gli avvocati: quei 'cavalli di caligola' parlamentari che soffiano sul fuoco della crisi per spuntare un ultimo rantolo di 'salvacondotto' per il loro generosissimo cliente.

E finiremo per concederglielo, a patto che chiudano i suoi giornali e le tivù di famiglia e riprendano a trasmettere alle Isole Cayman in lingua inglese.

venerdì 27 settembre 2013

Chi vivrà vedrà

Chissà come saranno presentati dagli storici - e studiati nelle scuole di ogni ordine e grado - questi tre lustri di infamia nazionale che vanno sotto il nome de 'il berlusconismo'.
Che già a noi presenti e vivi, europei per vocazione e aspirazione, appare definizione dei fatti e i misfatti di cui ci narrano le cronache un 'fuori luogo storico', un'oscenità del passato e della Storia vile e assurda quali 'il fascismo', 'il peronismo' e tutti gli stramaledetti 'ismi' tragici e guerreschi che hanno afflitto la storia dei padri e dei nonni.

Chissà se gli storici titoleranno questo periodo di infamia e avvilimento collettivi quale 'L'era della Grande Suggestione e dell'Imbonimento' - svolgendo poi il tema della creazione di slogans ad hoc confezionati dagli esperti del team berlusconiano sui giornali di famiglia e le tivù di regime quali: 'la magistratura comunista', 'il complotto delle toghe', 'la sinistra illiberale e criminale' e via elencando dello stupidario eversivo del barabba delinquente e dei suoi lanzi al soldo e i nani ridicoli e le 'pitonesse' che raccolgono le firme per dire il parlamento italiano 'un plotone di esecuzione'.

Slogans vuoti di senso e platealmente falsi, ma suggestivi per le deboli menti dei supporters de 'l'esercito elettorale di silvio' e non molto dissimili nella loro ridicola risonanza mediatica da quelli degli esperti fascisti che coniavano: 'Bisogna dare la massima fecondità ad ogni zolla di terra!' scritto in caratteri di scatola su tutte le masserie e le aziende agricole, ma poi: 'Taci, il nemico ti ascolta!' del soldato coll'elmo e lo sguardo grifagno e il dito puntato in avanti di un'Italia precipitata nell'abisso della Guerra.

E quest'altra pretesa 'guerra civile' dei bondi e delle santanchè di cui alle cronache chissà come sarà titolata dagli storici - se la fine confusa e convulsa e violenta dell'era delle Grandi Suggestioni e della pretesa di un popolo di infami evasori di rifilarci quale 'capo di governo' e 'statista' un barabba notorio, ad onta delle Leggi che danno regola e ordine alla vita associata - e una Giustizia che vigila sulla loro applicazione inflessibile e mai 'ad personam'- oppure se precipiteremo nell'Era dell'Arbitrio di un nuovo 'uomo della provvidenza' che ci traghetterà a furor di piazze di disoccupati e fabbriche in disarmo fuori del contesto europeo - e seguirà il declino di un paese di pretesi furbi che: 'greci-italiani una faccia, una razza' e una comune sorte di infamia sociale ed economica futura.

Chi vivrà vedrà.

martedì 24 settembre 2013

Quest'estate che incede con lentezza indicibile

Quest'estate che incede con lentezza indicibile e lungamente ci dice addio non sarà detta peggiore delle altre che l'hanno preceduta. Calda è stata calda, ma con la moderazione che tutti auspicavamo, e non troppo piena di sfracelli e catastrofi quali altre che l'hanno preceduta.
E' vero che lo sfracello-sovrano ancora pende sulle nostre teste, e ce lo ricorda la Barbara, che cara, che si chiede perché mai si è fatto un governo con un criminale, se tale lo consideriamo - e passiamo la domanda all'ottimo napolitano che tesse le sue tele di penelope incessantemente, nell'attesa che qualcosa muti nell'orizzonte plumbeo del paese e sorga tra quelli del pd l'Efialte che li traghetterà oltre l'orizzonte politico berlusconiano perché lo assumerà in proprio. Pd-meno-l per sintetizzare.
Tanto, gli alleati di s-governo sempre minacciosi e fedeli agli umori del capo delinquente, quell'acronimo lo hanno abbandonato e ormai tutti parlano di forza italia come la nuova formazione di combattimento dei Medi in(e)vasori che premono alle Termopili e, alleati ai fascisti e a quello che resterà della Lega, 'presto finiranno per passare'.

Ed è di tutta evidenza, cari lettori/rici, che di fronte a questo quadro desolato degli eventi autunnali che abbiamo di fronte, nessuno di noi sa fare una previsione di durata e di tenuta - qualità di governo che, come nel sesso, hanno una loro indiscutibile importanza - e forse finiremo per farcene una ragione delle elezioni prossime venture che metteranno la parola 'fine' a questa nostra situazione poetica iniziata coll'autunno del Cardarelli e finita colle evocazioni mitico-greche del Kavafis - per dire quanto siamo immaginifici noi popolo fenicio-etrusco-apulico e capaci di ludi e danze e peana e cachinni pur se sull'orlo del vulcano che principia ad eruttare.

Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdammoce 'o passato, paisà. Il futuro è sempre un'altra cosa.
JohnWilliamWaterhouse-PenelopeandtheSuitors(1912).jpg

Potenza della Fede

Potenza della Fede! Che non smuove le montagne, questo è assodato, né fa quei miracoli con certificato di garanzia e da tutti constatabili - senza troppo sottilizzare e obbiettare e passarli a fil di scienza - però consente a un papa molto 'mediatico', molto 'comunicatore', molto 'rivoluzionario' di dire cose incredibilmente impegnative a una platea di disoccupati e gente che ha perso il lavoro.

A tutti costoro Francesco dice con enfasi profetica: 'niente suicidi', 'niente disperazione' e 'affidatevi a Gesù'. Santo Cielo! vien da obbiettare, noi stramaledetti increduli e gente di nessuna Fede e Dottrina. Ma come farà Gesù a risolvere la crisi globale che ci affanna e ridare il lavoro che ci è stato tolto -neanche fosse la ripetizione del miracolo della moltiplicazione del pane e dei pesci?

Francesco, il 'rivoluzionario' papa mediatico osa molto e si avventura in un terreno scivolosissimo, nel suo raccomandare con apparente sicurezza a quei visi addolorati e compunti che abbiamo visto in tivù la Fede e la Preghiera quali panacee di un lavoro che il disoccupato del Sulcis certo non troverà domani, all'uscita dalla chiesa dove andrà a recitare la preghiera e rinnovare la sua Fede, né nei giorni e mesi a seguire.
Fra qualche anno chissà, ma dopo molti corsi di riqualificazione e attese snervanti e depressive e curricula portati di qua e di là, perfino nei bar e i ristoranti per rimediare un lavoro di lavapiatti, ma a quel punto Gesù c'entrerà poco o nulla.
Però i papi fanno di queste cose e osano 'volare alti', altissimi, più di 'tre metri sopra al cielo' – e la conferma ce la dava, tanti anni fa, un altro Francesco in una sua bella canzone -che dipingeva il gesto ieratico di 'papa Pio con gli occhiali' tutto di bianco vestito che benediva il popolo appena uscito da una guerra devastante. E tornò la pace e 'il burro abbonderà' della sua canzone accadde davvero e ci fu lo sviluppo economico e il lavoro fisso dei nonni e dei padri; ma oggi eccoci immersi in quest'altra guerra della crisi economica e delle 'delocalizzazioni' e del lavoro che non c'è e pare verosimile perfino che Gesù possa c'entrare qualcosa con la 'ripresa' - che verrà, prima o poi, se ne dicono certi Letta e Napolitano.

Ed è chiaro allora che viviamo di suggestioni e di Grandi Illusioni e il gesto ieratico e la parola di Fede di un papa non sembrano 'fuori luogo' e azzardo clamoroso a un popolo che di suggestioni ne ha ascoltate e interiorizzate una quantità, negli ultimi decenni di s-governo e infamia collettiva.
A partire dalle suggestioni berlusconiane confezionate negli 'studios' televisivi e nelle redazioni dei giornali di famiglia, che pretendono che la magistratura sia 'comunista' e ci sia un 'complotto' in atto per 'farlo fuori' e lasciare orfani i sei milioni di spudorati elettori, poverini, che hanno solo quel loro miserabile barabba da proporci e, senza, scomparirebbero dalla scena politica come accadde colla DC -che pareva eterna e bastò la fogna di Tangentopoli a farla affogare.

lunedì 16 settembre 2013

la nave dei folli

La 'rotazione' della Concordia - la nave miseramente naufragata al Giglio – è la metafora del momento presente della nostra nazione.
La 'nave dei folli' -il comandante e il suo secondo e il timoniere - si adagiò di lato una sera di gennaio di quest'anno fatale per un 'inchino' di troppo e uno scoglio roccioso come la sentenza della Cassazione e da quel giorno giace come morta e oggi la vedremo risorgere dai suoi flutti scaricando in mare la fogna di un'intera cittadina - come affermano fonti qualificate che speriamo pessimiste di vocazione.

Così il 'governo delle larghe discordie' giace su di un lato (il lato sinistro) dal giorno in cui è stato proclamato e votato - collo spergiuro dei ministri del pdl che giurarono davanti al presidente della repubblica con maledetta faccia di tolla di voler agire 'nell'interesse della nazione'; e oggi, invece, minacciano dimissioni e sfracelli politici e guerre civili se qualcuno (la Provvidenza? Lo Stellone?) non manderà franco e assolto il loro barabba di denari e di evasioni e corruzioni miliardarie.

E, se la rotazione della Concordia riuscirà e ne usciremo vivi dal 'giudizio di dio' della Giunta e dal voto del Senato della repubblica prossimi venturi forse non potremo sottrarci all'immensa quantità di liquami che la nave dei folli italica scaricherà nel mare europeo delle attese messianiche di chi ci chiede se ce la faremo e se la nave resterà in piedi, dopo tanto sconquasso e fracasso mediatico e sfracelli di guerre civili annunciate e nuove elezioni.


Chi vivrà vedrà e tenetevi forte e turatevi il naso.  navedeifolli.jpg

sabato 14 settembre 2013

Gangs of Venice



Gangs of Venice

Chissà che ne pensano i miei concittadini di questa preoccupante ricorrenza di locandine allarmistiche (o allarmanti? È aperto un sondaggio di opinione in proposito).

In meno di un mese, ben tre locandine dei giornali locali sono state dedicate a 'risse in vaporetto' (una con seguito di denuncia all'autorità competente) e, oggi: 'Maxi rissa tra veneziani e cinesi all'ombra della statua di Goldoni', nientemeno.
Gangs of Venice, praticamente. Allineamento di una città pacioccona e disneiana ai più noti bronx metropolitani.

'Ghe ne 'o ciapae, ma ghe ne 'o dite.' si diceva un tempo, quando si era bonaccioni e tontoloni - e tali ci raffiguravano nelle pubblicità ('El canal, i ne gà sugà el canal' - pietoso).
Oppure: 'I s'à dito paroe da ciodi, i s'à dà quatro pugni sul muso'.
Ma quando si tratta di etnie contrapposte e particolarmente aggressive e pervasive e intrusive il finale cambia - e le due 'gangs' della maxi rissa non 'è ze 'ndae a finir su ch'el buso, dove el sor Nane vendeva el vin bon).

Se il buongiorno si vede dal mattino (uso 'il mattino' perché la nostra immigrazione è relativamente recente) direi che non sarà un buon giorno per i figli e i nipoti – e la stima che fanno gli studiosi di statistiche di parte 'buonista' - di una integrazione positiva e che, a sentir loro: 'Degli immigrati abbiamo un gran bisogno perché correggono la nostra curva demografica al ribasso e fanno i lavori che non vogliamo più fare.' non sembra davvero una buona stima, dati i prezzi sociali che pagheremo di fronteggiamenti aggressivi e scarsa tolleranza verso il 'diverso' - che continuerà a restare tale e per nulla 'integrato'.
E ancora non si vedono lapidi nei cimiteri con nomi e volti di cinesi e tuttora continuiamo a chiederci con quali capitali e di che provenienza si sono comprati le licenze dei ristoranti e dei negozi di pelletteria e chincaglierie varie. Chissà se le Prefetture e le Questure hanno informazioni precise al riguardo.

E niente di diverso accade nelle 'banlieues' parigine e nelle zone periferiche di Londra dove, a campate più o meno larghe, scoppiano le rivolte metropolitane e ci ritroviamo, ancora una volta, a constatare che neanche la seconda e la terza generazione dei figli e dei nipoti degli immigrati ha metabolizzato la cultura nostra occidentale e la rispetta e la onora come dovrebbe.
Siamo destinati alle gangs permanentemente schierate l'una contro l'altra? La parola ai professori (e ai concittadini illustri e meno illustri).Gangs_of_New_York_-_Five_Points_-_screenshot.JPG

Il paese che amo

E' passata nel repertorio degli sceneggiatori di Hollywood: che quando vogliono caricaturare un politico in carriera e di belle speranze e rotto a tutte le frasi più stupide che si possono attribuire a un politico gli mettono in bocca questa, con l'espressione classica in primissimo piano del coglione fatto e finito: 'Io amo questo paese!', oppure 'Questo è il paese che amo!'.

E l'ha pronunciata anche il nostro lex luthor nazionale ai tempi della discesa in campo e ripetuta in qualche comizio fitto di pensionati benestanti e commercialisti erremoscia - per dire, una volta di più, quanto suoni stupida e ridicola.

Perché, per amare questo paese, bisognerebbe ravvisarci qualche nota positiva e un elettorato che non 'tiri a fregare' il suo prossimo, rifilandoci il primo barabba che si presenta in tivù col cerone sulla faccia e la calza sull'obbiettivo a cantare 'forza italia!' degli evasori cronici e recidivi - neanche fosse una partita di calcio e coi trascorsi a tutti noti di un barabba atrocissimo orfano del suo patrigno politico latitante ad Hammamet.

E chissà se, nel suo videomessaggio estremo prima del buio dei domiciliari o dell'affidamento ai 'servizi sociali' (quali? la raccolta delle deiezioni canine dei troppi cani metropolitani e padroni incivili?), il nostro lex luthor ce la ripeterà col cerone e la calza sull'obbiettivo.

'Questo è il paese che amo!' Lo dirà ancora, dopo tanta sofferenza patita a causa dei 'giudici comunisti' e dei comunisti tout court che la fanno da padroni nel pidimenoelle alleato di s-governo e i maledetti grillini?

sabato 7 settembre 2013

Il formaggio e i vermi

Forno di Zoldo 05 settembre 2013

Stavo pensando all'importanza del formaggio, ieri mattina, mentre la scodellavo a mo' delle vacche poco lontane nel bosco fresco di rugiada e aromi mattutini, e all'importanza dei vermi - che del formaggio, in alcuni formaggi, sono leccornia e agenti della appetitosa mutazione. E ci sono vermi anche nei funghi che 'hanno passato la trentina' e già la loro carne compatta e tenera si mostra tutta bucherellata, un gruviera brulicante di vita.malga pramper - val grisoi 008.JPG

Già. I vermi sono la vita che muta, che viene elaborata, e si dissolve e anche le nostre carni umane saranno pasto dei vermi, ci ammoniva Savonarola ai tempi suoi perciò occhi e pensieri al cielo – che stamattina è terso e limpido e sgombro di nubi come non capita spesso tra questi monti superbi sempre incappucciati di nuvole altamente scenografiche, ma che ci nascondono le cime.malga pramper - val grisoi 011.JPG

E chissà che metafora nascondono 'il formaggio e i vermi' del bel libro di Ginburg che lessi decenni fa e devo assolutamente rileggermi, alla luce della interessante conversazione avuta ieri sera chiuso in una malga con quattro valligiani buontemponi e straordinariamente facondi che sostenevano la povera economia di malga con bevute colossali di birra 'Dolomiti' - corredata di cinque o sei bicchierini ciascuno di grappa al miele, ai semi di mela, al latte, e quella, amarissima, delle radici della genziana e, naturalmente, ci mangiavano su svariati taglieri di formaggio e pancetta e coppa ed erano un inno alla cultura popolare più autentica che è la cultura del cibo.

Ma tra gli alti monti e nel chiuso delle malghe, la sera, non si può non parlare dei forti militari costruiti sopra ai valichi montani dagli alti comandi che disegnavano le vie di penetrazione del nemico e scavavano le trincee e sfruttavano le caverne naturali per piazzarvi gli obici che dovevano constrastarne l'avanzata. E, mi raccontavano i miei interlocutori, i maledetti generali d'armata, i terribili e odiati Cadorna e Cantore, si opponevano alla costruzione di una strada che collegasse Zoldo a Selva e unisse i confratelli ladini del Tirolo e della Gardena e aprisse l'asfittica, (sempre asfittica, anche al dì presente di un turismo di pochi mesi -e già il 15/30 di settembre chiudono i rifugi e le malghe) economia della valle ai traffici e i commerci col Nordeuropa: orizzonte politico ed economico di sempre di queste popolazioni che il Sud italiano aborrivano - e fraternizzavano col 'nemico' e, la notte, ci giocavano a carte nelle trincee che distavano solo poche decine di metri l'una dall'altra e si sparavano addosso la mattina e lungo il giorno sbagliando di bell'apposta la mira.malga pramper - val grisoi 001.JPG

E il formaggio della nostra asfittica vita politica contiene i vermi cadaverici del berlusconismo morente che stamattina mostra la putrescenza mefitica dell'ennesimo tentativo di 'farla franca' - e dire nullo il processo che lo ha condannato alla evidente patente di 'delinquente' e si prova, ancora! a negare e invalidare l'operato dei giudici di ben tre-gradi di appello-tre, per averne un quarto nella Corte Europea dei Diritti e un quinto nella revisione auspicata di quel di Brescia.

E poi ditemi che ho torto a dire il mondo degli avvocati-legulei dei cavilli e degli inghippi un mondo di merda brulicante di vermi.

mercoledì 4 settembre 2013

E' fatta!

Allora è fatta: ci si dimette tutti per protesta contro il 'plotone di esecuzione' che vuole fucilare il nostro leader maximo, maledetti loro e chi li ha eletti! E chi non si dimette è un infame e un giuda e chi non salta enrico letta è, è!

Sarà tutto da godere questo fine estate di burlette e tregende 'politiche' ammanicate insieme, e le elezioni che verranno -se verranno- e chi e cosa ne uscirà dall'ennesima tornata elettorale - due in un anno! record mondiale assoluto, guinness italico dei primati!

Fuor di goduria, davvero non se ne poteva più di questa farsa, di questo fescennino ridicolo dei 'giornali di famiglia' che ne inventavano una al giorno di fantasiose e suggestive cose per drammatizzare al massimo grado questa cosa semplice-semplice del mandare finalmente ai domiciliari o ai servizi sociali (esercito della salvezza per le ragazze perdute?) un delinquente notorio e conclamato con sentenza definitiva – e, naturalmente, degradato a semplice cittadino e soggetto alla Legge che è uguale per tutti.

E che squallore tutti quei 'giuristi' che hanno speso i neuroni residui per dimostrarci che le leggi che valgono per tutti - e manderebbero in galera tutti voi, al suo posto - hanno sempre un capitolo aggiuntivo e una interpretazione fino a ieri nascosta solo per il danaroso e potente tycoon lex luthor - che deve averne spesi di soldi, in quest'ultimo periodo, per avvocati massimi ed esperti di massimi sistemi legislativi e costituzionali e giornalisti al soldo.

Godiamocela tutta questa kermesse 'politica' di fine estate, perché, poi, una volta fuggito all'estero il beneamato leader con dacia già promessa e opportunamente arredata con 'lettoni' e lussuosi canapè, scenderà un grigiore giacobino sul paese tutto e perfino ai Violante sarà impedito di esprimere un parere non petito su cosa si deve garantire agli avversari politici a cui lui e il suo partito hanno garantito un quindicennio di strapotere e l'espandersi di un puttanaio italico che tutta Europa ci invidia.

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