martedì 31 dicembre 2019

Gli auguri e il mondo nuovo che ognuno si rappresenta



L'entropia e il teatro del mondo
Spengiti, spengiti breve candela! La vita non è che un'ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla.  Macbeth: atto V, scena V
Un mio amico coltivava il suo giardino e l'orto in maniera magistrale. Disponeva gli spazi rivolti al sole e nessuna porzione di terra ed aiuola ne era priva e gli alberi da frutto fruttificavano a riempire una mitica cornucopia e la vite aveva grani grossi dal sapore di miele. Il suo paradiso terrestre.
Aveva disegnato una porzione di mondo straordinariamente ordinata e l'apparenza di quella sua famiglia era di serenità e buon vivere – e tutto affondava radici negli insegnamenti del nonno, mi diceva, e del come il nonno aveva disegnato la sua porzione di mondo nell'Istria del tormento degli esuli, - e la sua botanica personale elencava puntigliosamente i nomi e i metodi di coltivazione e il giusto periodo dell'anno per mettere a dimora le piantine e potare e rivoltare le zolle.
Il Signore del Tempo e dello Spazio nello spazio ristretto di un giardino.
Poi venne la malattia e la morte e quel suo spazio di rappresentazione di sé e delle sue vite a contorno abbuiò, mutò e più non esiste nelle forme su descritte e il mondo perse una sua perla e l'universo un grumo di atomi ordinati e rispettosi delle orbite gravitazionali e il Caos e l'entropia si ripresero la scena in quell'hortus conclusus magico e denso di vibrazioni positive.
E il più vasto teatro del mondo, in verità, a ben cercarli, offre spazi conchiusi altrettanto belli a vedersi e fitti del canto degli uccelli più vari e diversi e, insieme, le scene desolate degli slums urbani della miseria diffusa e immedicabile e i naufragi organizzati degli annegamenti in mare e le accoglienze improbabili e caotiche di cui non sappiamo gli esiti ultimi, ma solo le notizie in cronaca di destini grami di miseria aggiunta e piccola criminalità impunita in un paese che di miseria potrebbe esportarne a quintali ma, magicamente, viene detto un grande paese fondatore di un grande progetto di coesistenza pacifica, l'Europa, di paesi che, nel secolo appena scorso, hanno conosciuto guerre spaventose e morti a milioni e atrocità post belliche, ma siamo rinati dalle nostre ceneri, è ben vero, come l'araba fenice.
A questo pensavo, ieri sera, prima di coricarmi e al mio privato teatro del mondo e di come l'ho vissuto, alle storie finite le cui orbite temporali e le luci fioche che illuminano i volti fatico a rappresentarmi nei molti ricordi dei miei biblici settantanni e ai miei orti conchiusi e paradisi effimeri che ho lasciato in rovina e alle mie poche qualità e ai talenti sprecati di cui all'apologo evangelico e mi sovveniva 'l'eterno e le morte stagioni e la presente e viva' del contino Giacomo e insieme il ruggito di Macbeth de: '… la vita non è che rumore e furore e non significa niente', ma, intorno a questo mio cono d'ombra che si disegna nel Tempo universale e lascia un suo gemito di onde gravitazionali lontane da nessun telescopio raccolte, brulica il mondo nuovo che ci rappresenta i suoi rumori e furori nuovi e diversi nell'anno che verrà - che si aggiunge a quello che già è venuto e abbiamo consumato avidamente e già consegnato agli annali delle infamie ultime scorse di speranze tradite di voltagabbana e avvocati parolai e signori nessuno di un futuro prossimo gramo.

domenica 29 dicembre 2019

Dubbiosi, avviliti e sconvolti





Mondi ultra terreni e visioni new age
C'era un impressionante silenzio nella chiesuola del collegio confinata sull'angolo estremo dell'edificio dove iniziava il grande orto coltivato da Sante, il rude ortolano dalla faccia lunga e scavata. Credo che iniziò lì dentro il mio preteso 'ateismo': da quel silenzio assoluto che lasciava vagare nel vuoto della navata le preghiere che recitavo con grande pathos; e nessuno le raccoglieva, però, e nessuna risposta veniva da quel Dio misterioso e aereo circondato da santi e beati incessantemente salmodianti - e ancora nessuno, dopo tanti anni di vita vissuta, ha saputo spiegarmi in modo credibile come esitano le sue/loro di preghiere e quali echi ne hanno avuto e come facciano a ritenere quel vuoto e quel silenzio una risposta soddisfacente e capace di giustificare la loro 'fede'.
E il secondo riscontro dubbioso e scettico lo ebbi ascoltando un coro delle voci bianche, molti anni più tardi e già quasi fuori della soglia dell'adolescenza, e osservavo quelle bocche fanciulle modellarsi sulle vocali e battere ripetutamente sul 'son' finale del 'kyrie eleison' e sull'erta salita sonora del 'gloria' e mi chiedevo che specie di Dio fosse Colui che ascoltava quei canti ripetuti che si levavano da ogni chiesa e sala di concerto e se ne beava senza mai annoiarsi del repertorio.
E, ieri, disteso sul lettino del massaggiatore che tentava di sbloccarmi la maledetta schiena dolorante, quel valido para medico mi chiedeva come si fa a 'non dirsi cristiani' - e io cercavo di spiegargli che era più facile dirsi atei, invece, in un mondo dilaniato da verità di fedi contrapposte e assassine, e di fedeli che sono detti 'infedeli' da degli idioti 'radicalizzati sul web' che pretendono il loro dio grande (u akbar) ed è, invece, la rappresentazione asfittica e meschina e stupida della loro mente malata di assassini seriali.
E anche il bel film di Eastwood: 'Hereafter', che è passato su Iris l'altro ieri, parlava di quelle nostre strane e inverosimili credenze post mortuarie: di un tunnel che si attraversa e di una luce e di strane presenze e di mancanza di senso della gravità ed ecco i nuovi 'fedeli' new age sbracciarsi su numerosi libri e dirci e provare a convincerci che 'qualcosa c'è', ma dai! Tutto un mondo di sopravvissuti radunati chissà dove e chissà come in una nuova e diversa Giosafatte a fare chissà che. Qualche ulteriore delucidazione un filo più credibile e condivisibile sarebbe oltremodo gradita.
E chissà che cosa raccontavano i sopravvissuti in era medioevale (molto meno numerosi, data la scarsa scienza rianimatoria dell'epoca) intrisi com'erano delle terrorizzanti narrazioni che venivano dai pulpiti savonaroliani e da quella geniale narrazione cinematografica della Commedia, poi detta 'divina', che mostrava gli ignavi e gli iracondi e quegli altri immersi nella palude Stigia - e davvero non era un bel sognare e desiderare di entrarvi e soggiornarvi in quegli scenari ultra terreni da urlo e 'orribili favelle e grida di dolore e accenti d'ira', ma il convento altro non passava e bisognava farsene una ragione e transitare da una sponda all'altra dell'umana vita dubbiosi e avviliti e sconvolti.
 

sabato 28 dicembre 2019

L'anno che è già venuto



L'anno che verrà. La follia degli s-governi a guida democratica e l'ignominia degli odierni giallo-rossi incollati alle cadreghe.
E' stato l'anno del G.I.R. il Grande Imbonimento Renziano – finito nelle discariche della storia seppellito da una valanga di 'no'. E chissà a cosa brinderanno gli orfani di Renzi e del suo pd di s-governo che si erano riempiti i pensieri degli slogans ex berlusconiani: 'L'Italia è una grande paese' con varianti zuccherose, - il paese dei vouchers e della disoccupazione a due cifre – e dell'avvilente lotta titanica e donchisciottesca contro l'Europa del nostro scontento e dell'austerità permanente che alimenta il mostro del lavoro-zero.
E lo slogan renziano più atroce è stato quello del : 'Salviamo vite' che si è tradotto in cinquemila affogati e il terribile messaggio sedicente buonista lanciato urbi et orbi in Africa e nel Medio Oriente de : 'Venite, partecipate in massa alla Lotteria della Traversata Mediterranea.' Lotteria di naufragi organizzati da criminali scafisti assassini. Più gente entra più morti si contano.
E contiamo, in parallelo, il conseguente numero dei clandestini che non hanno titolo di profughi e che girano per l'Europa di Schengen come schegge impazzite e alcuni di loro si 'radicalizzano sul web' o sono già radicalizzati in partenza e salgono sui Tir di Nizza e di Berlino e fanno le stragi che abbiamo visto e ascoltato in cronaca.
E chi non arriva a tanta disperazione radicale vivacchia tra mendicismo e piccola criminalità sull'orizzonte di disoccupazione cronica e permanente di un paese che fatica a dar lavoro ai suoi e finanzia l'operazione 'mare nostrum' dei salvataggi in mare con i continui tagli alla Sanità e al residuo welfare.
Sono pazzi, pazzi davvero questi renziani. Prima li seppelliremo a fondo nella discarica della Storia prima potremo concentrarci sulla difficile e faticosa guarigione delle purulente piaghe sociali aperte da questa genia di folli di s-governo.

Nessuna descrizione della foto disponibile.

S.p.q.r. Son patetici questi piddini ex renziani.
Un tempo l'avremmo detta una 'contraddizione in termini', ma oggi la paghiamo a botte di civili inermi assassinati per le strade.
Erigere muri alle frontiere no,dentro le città si.
Poi passeremo ad indossare giubotti antiproiettile x uscire di casa. #pd siete patetici!
Carmen ن on Twitter

Gli x-files dell'Europa prossimi venturi




Controlli di vicinato e orizzonti aperti.
Mi hanno invecchiato Mulder e Scully, aiuto! Sapientemente, i truccatori della nuova serie televisiva X-files hanno gonfiato le guance di Fox Mulder, fatto scendere gli angoli degli occhi e disegnato atroci 'borse' e appesantito il fisico al fine di raccontarci quel che resta degli x files quindici anni dopo.
Sorte migliore è toccata all'agente Dana Scully: fatta dimagrire mediante un trucco mozzafiato che le ha infossato le guance mentre i capelli più lunghi e foggia anni Cinquanta l'hanno trasformata in una rossa Joan Crawford d'annata con la boccuccia a cuore. E se anche i mitici agenti degli x files invecchiano e ci raccontano un'altra stagione delle loro vite tormentate, chi sono io per oppormi ai guasti che il tempo mi disegna addosso (sob) e nei pensieri?
E un episodio recente di questa nuova serie racconta le peripezie tragiche di giovani 'radicalizzati sul web' e nelle carceri e nelle moschee di importazione nelle 'banlieues' nostrane che si fanno saltare in aria per uccidere il maggior numero possibile di noi infedeli - ospiti generosi e pietosi delle loro migrazioni in terre di occidente che li diciamo 'cittadini', ma sono i rinnegati terroristi della porta accanto che proviamo a fermare con la fragile e spesso inefficace azione delle 'intelligences' delle forze dell'ordine dei diversi paesi malati di buonismo.
E, nel finale di quell'episodio, si cita la presente Torre di Babele dell'odio inter etnico e inter religioso e si invoca una pacificante 'lingua comune' - di là da venire in questo nostro secolo di violenze insensate e suggestivi verbi religiosi usati quali armi improprie e strumenti di stragi.
E se la cronaca degli eventi luttuosi delle stragi e degli assassini di vittime inermi dei terroristi islamo-radicali diventa fiction televisiva vuol dire che abbiamo introiettato e metabolizzato la tragedia di eventi prevedibili e previsti, e dati per scontati dalle 'intelligences', che segneranno il futuro prossimo di una 'discesa agli inferi' del melting pot globale. Che, speriamo, facciamo gli auguri, aprirà spiragli sull'orizzonte di una convivenza pacifica di effettive integrazioni da qui a qualche decennio, pagando il prezzo, però, di altre centinaia, forse migliaia di vittime incolpevoli.
E dirsi 'populisti' e votarli, i partiti populisti, ad ogni tornata elettorale è un modo per dirsi agenti anche noi e 'vigilanti' di ciò che ci accadrà nel nostro futuro immediato, magari anche solo come 'controllo del vicinato', come si legge nei cartelli dei paesi in cui la polizia latita - o arriva sulla 'scena del crimine' solo per constatare i decessi e/o le violazioni di domicilio e le violenze perpetrate dai criminali. Mala tempora currunt. Estote parati.

giovedì 26 dicembre 2019

A che punto è la notte. Quando ero di sinistra.


Quand'ero 'di sinistra'. Prima del biennio di sangue del terrore islamo-radicale 2015/16 e degli sbarchi a tre cifre quotidiani dello s-governo immigratorio dei buonisti d'accatto. Il mondo cambia, date aria al cervello.

Ieri accadeva 26 dicembre 2013

Non si dovrebbero mai turbare le atmosfere natalizie, di dolcezze e abbandoni e lucine intermittenti e i regali da rivisitare e degustare - e tutto il bendidio di cibi luculliani ingurgitati ieri e l'altro ieri da riproporre in tavola, alla faccia de 'la fame nel mondo'.
Però il conflitto è latente, il nemico è alle porte, i barbari sono ai confini dell'impero occidentale e, dopo le feste, torneranno 'i forconi', pare, si mormora, che il diavolo se li porti - e ricomincerà la bagarre e la piazza greca e l'Europa in fiamme stretta d'assedio dai peones del sud, i rivoluzionari mediterranei de 'una faccia, una razza' che maledicono lo spread ed esigono il ritorno alla 'sovranità nazionale' e alla liretta da svalutare al bisogno, per rilanciare le importazioni, dicono. E che il debito pubblico si fotta, chi se ne frega, vogliamo i militari e niente tasse, morte a equitalia, patria o morte, eia eia, alalà.
Non è così semplice - non è mai così semplice – e, per chi avesse voglia di approfondire l'argomento e di 'farsi una cultura' sui rischi che si correrebbero in caso di uscita dall'euro, i link sul web abbondano, cliccate, cliccate e molte lampadine si accenderanno nel buio cerebro.
Ma i 'rivoluzionari' dei presidi e dei blocchi stradali odiano i 'cacasenno' e gli intellettuali in genere - che invitano a riflettere e meditare e 'non darsi la zappa sui piedi' e tenere a freno le lingue e moderare gli slogans para fascisti ed eversivi che si sono ascoltati dopo il 9 dicembre.
Non sappiamo bene che idea di sviluppo economico del paese abbiano costoro, temiamo nessuna e sarebbe bene cominciare a farsi un'idea di come difendere l'ordine democratico manu militari, nel caso tornassero più minacciosi che pria - e se fosse vero quel che scrive Guido Viale in un suo articolo: che l'insorgenza eversiva del 9 dicembre è stata preparata e concordata con alcuni alti papaveri della polizia e, speriamo non sia vero, dell'esercito - lo confermerebbe la compiacenza del 'togliersi i caschi' e la 'mano morbida' nel fronteggiare gli esagitati.
Però il Natale li ha fermati, alleluia! Temo, peraltro, che non li abbia fatti diventare 'più buoni' e più rispettosi dei diritti degli altri concittadini, perciò attrezziamoci. Chi sta con l'ordine democratico lo dica, lo manifesti, prima che sia troppo tardi. Ne va del futuro di questo tragico paese.

Che sensazione di leggera follia
Un tale, un uomo di cultura, sale in macchina e la conduce a sbattere contro il cancello dell'Eliseo, nientemeno. Ribellismo italiano d'esportazione, che mostra a qual punto di 'leggera' follia' sia arrivato il 'sentire comune' di manifestanti e 'rivoluzionari' di ogni risma e condizione sociale e causa da perorare anche con un discreto uso di violenza.
Dunque converrà farsene una ragione di questo straordinario imperare della follia in questo scorcio di millennio entrante che supera il Medioevo perché la follia non è più il segno del sacro che s'impone dolorosamente sulla vita degli uomini, bensì una laica variante della normalità di noi postmoderni e della libertà di 'fare un po' il caxxo che ci pare', in barba alle leggi e alle convenzioni sociali e alle buone regole di vicinato con il nostro prossimo diverso da noi e che ha interessi diversi.
E se un uomo di cultura arriva al diapason della sua follia protestataria e perde il senso del limite e si fa arrestare in flagranza di violazione delle leggi del paese che lo ospita, figuriamoci che cosa potrà succedere da noi con i cosiddetti 'forconi' e movimenti poveristici aggregati e i partiti politici di destra e populisti che li sostengono e rilanciano a gran voce le confuse richieste di 'niente più tasse' e 'fuori dall'euro' – come fossero la panacea di tutti i mali e ritorna il lavoro per tutti e l'economia rifiorisce d'incanto.
Che cosa ci porterà il nuovo anno? Una sensazione di leggera follia e di ebbrezza sociale e politica in aumento, temo. Ma niente paura, l'umanità ha visto di peggio e forse doppierà il capo di buona speranza del 2050 previsto dal Casaleggio e associati quale nuovo 2012 dei disastri annunciati dai Maya.
Di Hans Holbein il Giovane - Web Gallery of Art: Immagine Info about artwork, Pubblico dominio,
COMMONS.WIKIMEDIA.ORG
This work is in the public domain in its country of origin and other countries and areas where the copyright term is the author's life plus 100 years or fewer.
 

Negli anni e decenni a seguire



Negli anni e decenni a seguire
E, finalmente, dopo essere transitato dal regno dell'utopia buonista e misericordiosa all'osservazione disincantata della cruda realtà dei fatti e delle cronache d'orrore dei 'radicalizzati sul web' che si fanno assassini e stragisti di civili inermi e incolpevoli - e aver lungamente osservato la deriva di questi nostri anni di un mondo rotto e impazzito e le sinistre europee che pretendono di spacciare l'accoglienza caotica a sei cifre in sistema di s-governo del caos sociale che ne deriva - posso togliermi qualche sassolino dalle scarpe e far notare e rivendicare urbi et orbi che la tripletta della brexit-Trump-referendum renziano al 60 per cento di 'no' sono pugni formidabili sferrati dagli elettori di buon senso e che 'votano di pancia' al mento di quella pretesa 'intellighenzia' di sinistra supponente e arrogantemente stupida che tuttora sostiene e si sostiene sull'utopia globalista e multietnica e 'no borders' priva dei necessari correttivi d'ordine e di compatibilità economiche e rispetto e considerazione dei fragilissimi equilibri sociali che si rompono con l'immissione forzata nelle città e paesi di migliaia di disoccupati a vita.
E mi vengono in mente le colossali idiozie concettuali e le seghe mentali di quei tali che sostengono pubblicamente - perfino su facebook! massima vetrina post moderna del 'fare outing' e del 'dire la propria' - e plaudono alle inesauste violazioni delle frontiere a sei cifre annue e ai clandestini che sciamano a migliaia di là delle frontiere chiuse e vanno ad ingrossare le fila dei disoccupati dei quartieri-ghetto del Belgistan, Parigistan e Sesto san Giovannistan - e indicano questa tragedia ed emergenza europea quale giusta punizione dei pretesi crimini del colonialismo dei nonni e diritto assoluto degli africani tutti di cercare un inserimento de facto e buonisticamente imperioso, sostenendone la clandestinità fin dentro le 'giungle di Calais' e quelle di Ventimiglia e aiutandoli a nascondersi sui cassoni dei camion diretti in Gran Bretagna.
Come a dire che dobbiamo batterci i pugni sui petti e biascicare in permanenza i 'mea culpa' della civiltà occidentale perché esiste per davvero il 'peccato originale' del catechismo d'antan e delle vetuste leggende religiose e siamo tutt'ora colpevoli della trasgressioni di Eva ed Adamo che hanno addentato la mela proibita, ma ci facessero il piacere.
E speriamo che la somma dei morti delle stragi che l'Europa ha subito negli ultimi due anni orribili del suo affanno immigratorio e melting pot sempre più conflittuale e di faticosissima integrazione li abbia fatti rinsavire un poco, quei dessi, ma ne dubitiamo, perché certe malattie neuroniche sono refrattarie agli antibiotici del comune buon senso - e agli elettori europei toccherà continuare a dare continui pugni sotto al mento e mandare a casa definitivamente questi imbelli e incapaci s-governanti europei, Juncker e la Merkel in testa, responsabili dei conflitti che ci toccherà elaborare negli anni e decenni a seguire.

martedì 24 dicembre 2019

Il migliore dei mndi possibili. Leibniz redivivo.


Il migliore dei mondi possibili. Leibniz redivivo. Narrazioni ed altre narrazioni.
Noi, babbi natale delle delocalizzazioni e dei travasi di ricchezza dei 'vasi comunicanti'.
La notizia che non ti aspetti ti arriva a fine anno e la puoi leggere qui sotto. Viviamo nel migliore dei mondi possibili, secondo la Stampa, e, naturalmente, di questi tempi, occorrerà andare alla fonte della strabiliante notizia e verificarne le statistiche esposte - e se è una 'fake new' buonista da babbo natale filo globalista o se prefigura le magnifiche sorti e progressive di un mondo finalmente e positivamente globale.
E la prima chiosa che ci viene in mente è che il decennio migliore nella storia dell'umanità si è chiuso sotto l'egida dei 'vasi comunicanti', in verità. Ovvero: la ricchezza planetaria mondiale non ha prodotto cifre complessive di crescita globale e benessere per tutti, bensì il travaso di ricchezza dai paesi storicamente in testa allo sviluppo economico a quelli 'emergenti', quasi tutti in Asia.
E, certo, ci confortano le cifre esposte di malattie dell'infanzia e mortalità relativa che regrediscono nei paesi dell'ex terzo e quarto mondo, ma ci sovvengono le delocalizzazioni di fabbriche e aziende storicamente 'nostre' e che hanno segnato il nostro sviluppo economico e che, nel decennio in questione, hanno lasciato un vuoto di lavoro indigeno e famiglie sul lastrico di cui alle cronache e agli inutili scioperi e casse integrazione del Malpaese in declino.
Il migliore dei mondi possibili dovrà, dunque, misurarsi, nelle aule universitarie e grazie al lavoro dei ricercatori delle facoltà di Economia, con le cifre comparate di quanto i paesi dell'Occidente evoluto hanno travasato nei paesi del terzo e quarto mondo e quanto sangue di lavoro indigeno è stato versato in quei vasi e se i donatori sono contenti del travaso o se sono diventati rabbiosamente 'populisti' ('ci rubano il lavoro'), segnando in negativo il decennio europeo ed americano delle asfissianti migrazioni – che durano e, anzi, si impennerebbero nei numeri già intollerabili se non si alzassero i muri di contenimento e disperato argine e se la Turchia alzasse improvvisamente le chiuse balcaniche della costosissima diga che l'Europa ha costruito insieme al dittatore turco Erdogan.
E che la notizia della Stampa sia un fake buonista, una narrazione a senso unico (come quella del marketing politico delle 'sardine' che si spacciano per 'impolitiche', ma la cui organizzazione di piazzate ed eventi 'flash mob' anti Salvini si avvale del contributo fattivo di 'quelli del pd') lo dice proprio questo strano fatto che il preteso decennio migliore della storia dell'umanità è, insieme, il tragicissimo decennio delle migrazioni furiose e incontrollate e degli arrembaggi dei barconi e dei taxi del mare e degli annegamenti procurati dai criminali 'scafisti' – eventi maledetti, ma considerati, dagli stolidi buonisti, un prezzo accettabile da pagare al melting pot globale di una umanità lanciata verso l'orizzonte delle 'magnifiche sorti e progressive' e 'no borders' (sic).
LASTAMPA.IT
La povertà estrema colpisce ormai meno del 10% della popolazione mondiale, ed era al 60% solo 50 anni fa; l’Africa e l’Asia sono cresciute dall’inizio del millennio più di Europa e Stati Uniti; la mortalità infantile e scesa a livelli record; la fame è quasi scomparsa; malaria, polio e mal...

lunedì 23 dicembre 2019

Muri e persone dell'anno

Muri dell'anno. Il mondo rotto e l'Europa del nostro scontento. Ieri accadeva ed oggi accade.

Muri e marce 'persone dell'anno'.
La scelta di 'persona dell'anno' 2018 su Time è stato Kashoggi, il giornalista ucciso dai sauditi nell'ambasciata di Istanbul, - primus inter pares dei molti giornalisti che hanno perso la vita nell'esercizio della loro funzione. Ma, se i redattori di Time avessero atteso qualche giorno, avrebbero potuto nominare al suo posto le due turiste uccise e decapitate in Marocco dai tre 'natural born killers' di un islamismo radicale ormai dedito alla macellazione rituale di un banditismo/terrorismo assolto in franchising e 'via internet' – come avviene nell'Europa delle banlieues-enclaves islamiche della mancata integrazione ad ogni ricorrenza dei mercatini natalizi da qualche anno a questa parte.
Orrori paralleli e incomparabili (e intollerabili) della memoria dell'anno che va a chiudersi; e aggiungiamo anche la foto di Soros sul Financial Time per rammemorare il mondo rotto e i tragici naufragi organizzati che il 'filantropo ungherese' finanzia e incrementa, tramite donazioni alle ostinate o.n.g. naviganti davanti alla Libia che, giusto ieri, hanno chiesto all'Italia di offrire un porto pietoso ai loro traghettati di Natale.
E che questa pietà pelosa vada rigettata e rintuzzata quale 'conflitto intestino' di una Europa funestata dalle migrazioni epocali e incontrollate appare chiaro anche dalla notizia di ieri che racconta di quattro 'rifugiati' saliti a bordo di un cargo italiano in navigazione sulle coste inglesi che minacciavano l'equipaggio con delle spranghe di ferro, dirottando la nave verso la foce del Tamigi – e solo le 'teste di cuoio' calate dagli elicotteri hanno chiuso questa pagina di 'orrore di importazione' comparabile con le fotografie di qualche mese fa dei barbari marocchini muniti di armi improprie che scavalcavano il muro e il filo spinato eretto dagli spagnoli al confine per arginare l'invasione africana.
E, forse, la 'persona dell'anno' su Time avrebbe dovuto mostrarci proprio la foto di un 'muro' – come quello in costruzione al confine tra Messico e Stati Uniti che ha portato al braccio di ferro con i buonisti democratici al Senato e al conseguente blocco dei fondi destinati della pubblica amministrazione, per dire che le disgrazie di un mondo rotto dalle migrazioni incontrollate non vengono mai sole e che il fenomeno va arginato e fermato manu militari, e dissuasi i 'migranti' di ogni paese dal 'mettersi in marcia'.
Perché non è una buona idea quella di attizzare i conflitti nei paesi di destino, e le economie fragili dei paesi dell'Occidente non sono in grado di assorbire le centinaia di migliaia di affluenti se non a prezzo di conflitti sociali e miseria diffusa e conseguente criminalità che riempie le carceri – evidenze delle cronache degli anni recenti che hanno convinto milioni di elettori a votare i partiti 'populisti'.
A maggio l'ennesima verifica elettorale – dopo la Brexit, l'elezione di Donald Trump, i 'paesi del 'gruppo di Visegrad' dalle frontiere chiusissime, il referendum perduto da Renzi, e il governo giallo-verde. E i populisti europei 'en marche' insieme ai 'gilets jaunes' di Parigi.
Chi vivrà vedrà.

domenica 22 dicembre 2019

Figli di un dio minore




Figli di un dio minore
E, a ri-sfogliare il taccuino fotografico su cui mi sono appuntato le suggestioni artistiche della 58ma Biennale, saltano agli occhi i grandi ritratti che fanno tanto 'global exibitions' delle metropoli europee: di genti varie e diverse che vanno e vengono davanti a quelle icone già smantellate e riposte nei magazzini e sono esse stesse (le genti) ombre di intenzioni e azioni e 'performances' artistiche e installazioni 'site specific' e fantasmi di un tempo appena scorso e già parte dell'eternità della memoria.
E nel ricordo ancora vivido del troppo che ingombrava la mente nei padiglioni e nel chiuso dei cantieri dove si ristoppavano e rintoppavano le galere serenissime oggi rin-vengono in solare evidenza gli splendidi ritratti di Soham Gupta: di una umanità di cui non vogliamo far parte agente e partecipante, ma è parte di noi per sottrazione e deturpazione e carenza di immaginazione: di come si possa essere e dirsi umani anche a quel modo sgomentante di 'figli di un dio minore'.
Ed è un 'mettere le mani in pasta', il suo, sapientissimamente, di un mondo che tanto globale (e condiviso/ibile) non è se ancora si mostra ed è osservato fuori dai quadri da quegli occhi bianchissimi in un mare di oscurità caravaggesca da cui scaturiscono le immagini mitiche della Madre con Bambino e la Viandante e i Miserabili incredibilmente allegri (allegria di naufragi) di una Calcutta che batte dieci a zero la Parigi misrabile di Hugo - e tuttora impaura gli aspiranti visitatori che si rifugiano nelle ambasciate di pertinenza e chiedono il rimpatrio, dopo solo uno o due giorni di permanenza in terra aliena.
Perché la Miseria è in noi, visitatori occidentali, per antica sottrazione e fragile sviluppo economico (oggi insidiato dappresso dall'Asia) e obnubilata e distolta dai pensieri fino al momento della oscena Rivelazione di come si possa esistere e ridere e sorridere a quel modo e dirsi umani anche nei bassifondi di quella metropoli detestata da Ghandi che, nei suoi giri elettorali, raccomandava agli indigenti e ai mendicanti butterati il 'ritorno ai villaggi' quale panacea di quella oscenità indossata con naturalezza e che ci riporta ai quesiti fondamentali del vivere (dove e come) e del morire.

sabato 21 dicembre 2019

In verità vi dico





21 dicembre 2015 · Verità vo' cercando, ch'é si cara al mio core... 
In verità vi dico che nessuno ha vero potere sulle cose e sugli eventi che accadono, però alcuni ci provano – vedi Licio Gelli, ad esempio, e qualcosa gli è riuscito di ficcarlo nell'immonda saccoccia 'politica'. E di Putin si dice che elimini (faccia eliminare) fisicamente i suoi oppositori, ma Donald Trump se ne stupisce e dice che fatica a crederlo vero perché ne ha stima - e qui si torna alla casella di partenza della verità che nessuno ha in tasca e la possiede (di certo non i nostri giudici di ogni ordine e grado), nemmeno quel grande profeta palestinese che di nome faceva Iesùs o Yehoshùa e i suoi seguaci scrissero che avesse il vezzo di cominciare i suoi discorsi/apologhi con quella formula un filo presuntuosa: 'In verità vi dico'.
E i molti e litigiosissimi seguaci 'cristiani' che parteciparono ai vari Concili nelle diverse città degli Imperi che si sono succeduti e sfasciati - per mettersi d'accordo sulle tesi contrapposte e contrastare le apostasie o le eresie - ripresero quel suo vezzo e gli misero in bocca il detto : 'Io sono la Via, la Verità, la Vita.' del catechismo nostro di bambini cattolici per nascita e battesimo in un qualche paese dell'Occidente.
Peccato che la Via di quand'ero bambino sia profondamente diversa da quella percorsa dai vari papi che si sono succeduti sul soglio di Pietro e oggi trionfa la Misericordia di Francesco, l'ultimo regnante che ha grosse difficoltà a gestire la Dottrina e sulla scottante questione dei gay nella Chiesa si è trincerato dietro un pilatesco: 'Chi sono io per giudicare?'. Che è come dire 'fate un po' il caxxo che vi pare', tanto questo mondo caotico del terzo millennio non lo governa più nessuno figuratevi io che son nessuno. E resta il dubbio che Di Là e nella valle di Giosafatte il Supremo Giudice e i suoi aiutanti saranno altrettanto bonari e comprensivi e assolutori, - chi resusciterà vedrà e saprà e gli inferni e/o paradisi saranno suoi.
E nessuna Via, Verità e Vita catechistica si dà neanche in politica – che è il regno del possibile e anche dell'orribile delle stragi dei terroristi islamici di questo 2015 maledetto che ha cambiato faccia all'Europa, ma già quella che aveva, nelle banlieues del disagio sociale e territorio metropolitano negato ai quotidiani controlli di legalità delle forze dell'ordine parigine, era una brutta faccia, una escrescenza e metastasi del mondo rotto che ha lanciato i rottami delle sue esplosioni e guerre dentro le metropoli europee oggi prede del disordine e del sospetto che il vicino di casa o colui che ti cammina a fianco lungo le corsie dei supermercati di quartiere sia il prossimo assassino che grida improvvisamente 'allah u akbar' sparando all'impazzata contro chiunque gli capiti a tiro.
E dio non è affatto grande, come ci racconta il bravo Christopher Hitchens nel suo libro bensì è immagine asfittica del nostro immaginario irreligioso – che non sappiamo dire se veramente siamo 'credenti' in qualcosa che non sia questa idea di un futuro gramo che ci aspetta e le 'magnifiche sorti e progressive' che illusero gli uomini di fine Ottocento definitivamente morte e sepolte. E i viaggi spaziali ridotti a mito e illuminazione fantastica del solo Jules Verne, dopo il taglio dei fondi alla Nasa e i disastri delle missioni Apollo - e chissà se mai visiteremo quelle stelle e le galassie che studiamo accuratamente coi telescopi sempre più potenti montati sulle sonde spaziali.
Mi manca una visione di prospettiva, è vero, è tipico di chi è entrato nel cono d'ombra dell'età avanzata, ma pare che neanche i sedicenti 'giovani' ne abbiano una e la sappiano illustrare e ci convincano, al tempo in cui la Storia va 'col passo del gambero'.

venerdì 20 dicembre 2019

Il futuro che sempre ricomincia

Speriamo che passino in fretta queste Feste e si aprano finalmente le urne dell'Emilia Romagna – bastione rosso e Stalingrado delle sinistre di s-governo.
C'è urgente bisogno di un nuovo 'bagno di umiltà' per i nostrani buonisti e le 'sardine' annesse - ben pompate in cronaca dai giornaloni e le redazioni dei tiggi amici con opportuna operazione di marketing politico.
Ce n'è davvero un gran bisogno perché l'esperienza di s-governo rubata al sentire del popolo sovrano (vedere i sondaggi, a un tal proposito) ha fatto loro rialzare le teste e li illude di esistere e resistere con le cadreghe attaccate al sedere fino al 2023 - e solo le urne saranno capaci di ri-umiliarli al punto da fargli smettere i toni e gli accenti che caratterizzano la rassegna stampa di oggi.
E Rainews24, rete ammiraglia di fede sinistrissima fieramente esibita, ci propina quasi per intero il fumo di sbarramento dell'editoriale di Ezio Mauro in cui si afferma la fine del 'populismo', o quantomeno una sua ragionevole/auspicata riduzione, - e speriamo che le urne romagnole diano all'ex direttore quell'educativo sberlotto che danno i genitori attenti ai figli riottosi che lo riporti ai 'più miti consigli' e al 'bagno di realtà' di un elettorato stabilmente 'contro' quei loro messaggi svampiti di accoglienze universali malintese e malaccorte e foriere di tutti gli accadimenti negativi già segnalati ad abundantiam, nell'ultimo ventennio, nelle cronache dalle carceri di un Malpaese incapace di vera accoglienza ed integrazione delle folle di clandestini sui barconi commisti ai pochi, veri profughi aventi diritto.
E pari spazio è dedicato dal conduttore della rassegna-stampa al commovente messaggio di accoglienza urbi et orbi di Bergoglio, il papa misericordioso e 'no borders' del terzo millennio di una chiesa in rivoluzionaria mutazione epocale e i cui connotati tradizionali sono irriconoscibili dai suoi spaventati 'fedeli' d'antan.
'Bisogna far scomparire e cancellare i 'campi di detenzione' in Libia.', dice Bergoglio, - cosa ragionevole se a proporlo è una forza internazionale di intervento umanitario che sappia come agire in territorio di guerra e abbia le risorse tecniche e finanziarie per riportare in patria e nei paesi di provenienza le migliaia di morituri annunciati che, volontariamente e a carissimo prezzo, hanno sottoscritto il biglietto della lotteria del naufragio organizzato per loro conto dai criminali scafisti.
Ma il sospetto è che Bergoglio nutra l'ambizione di portarli tutti in Europa, invece, e che l'operazione umanitaria da lui sponsorizzata si traduca in migliaia e migliaia di nuovi arrembanti sulle coste del Malpaese in gravissimo affanno immigratorio e scarsissime concessioni dal resto dei paesi-membri di ricollocamento, come già accade.
Chi vivrà vedrà, folks. Il futuro è appena cominciato e ne vedremo delle belle davvero su questi nostri schermi.
Alle urne, alle urne!

  • Nessuna descrizione della foto disponibile.