giovedì 29 febbraio 2024

Coraggio e conta(eg)gio. (Cronache dalla nuova peste 6).

 



 

Coraggio e conta(eg)gio. (Cronache dalla nuova peste 6) 28/02/2020

Beh, come va? Stiamo tutti bene? Il mio sesto report dalle 'cronache dalla nuova peste' nell'isolamento della mia casa interamente sanificata subisce un improvviso stop.
Non ho capito bene se i contagiati sono 650 o 282, voi avete notizie diverse in proposito?
710? 343? Prossimamente 806, dite, subito ridotte a 307/8?
Chi gestisce i tragici numeratori della crisi epidemiologica in questo paese di s-governo cronicizzato e drammaticissimo? L'Istituto Superiore di sanità, che diminuisce drasticamente le cifre fornite dalle Regioni perché non contro certificate da lui - e rispondenti ai suoi diversi parametri contabili molto più rassicuranti nei confronti di quei paesi che ci hanno chiuso le porte in faccia (e continueranno a farlo in barba a queste meschine lotte di campanile e di sacre istituzioni)?
Che il virus coronato ci abbia mandato un po' tutti fuori di testa è chiaro a ognuno e 'c'è del metodo in questa follia' di lanciare al vento delle cronache gli allarmi massimi, ma poi nascondere la mano e gridare il contro coro che l'economia è più forte del virus: riapriamo i bar, i musei, le scuole, gli uffici; non tamponiamo più nessuno e nascondiamo le cifre dei contagiati effettivi e quelle dei certificati alla stampa estera.
Che però non ci casca, perché ogni nuovo contagiato da loro ha provenienza dal nord Italia, mannaggia, e si cancellano i voli e si invitano gli italiani tutti a starsene a casa fino a che non abbiano il governo effettivo del virus (senza taroccare le cifre, vedere cammello).
E da giorni stiamo tutti discutendo sui temibili social forum – accusati di essere il crogiolo di ogni nefandezza post moderna – se sia più nobile affrontare a viso aperto i venti malati dell'oltraggioso virus coronato o chiudersi da notte e aspettare che 'passi la nuttata' e la primavera faccia il suo corso – e che fortuna che il virus non muta in malattia vegetale e saranno salve le nuove gemme che tanto impatto psicologico positivo hanno sui nostri pensieri depressi e colorano le nostre passeggiate in campagna e ci danno respiro di vita nuova.
Coraggio, amici e compagni di viaggio! La lotta è dura, ma senza paura e chi più ne ha (di coraggio) lo trasmetta e ne contagi gli altri. Ooops!
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Quella strana luce in fondo al tunnel. (Cronache dalla nuova peste 7). 29/02/20

E tra le domande che 'sorgono spontanee', in questi tempi di corona virus galoppante come le pesti d'antan, ci rimbalza ossessivamente in testa questa: 'Se e quando finirà, avremo imparato cose nuove e diverse e più sagge del nostro affannoso vivere associati e globalizzati che ci salveranno da ulteriori catastrofi?'
Già perché l'economia a precipizio sull'orizzonte degli eventi del buco nero globale che invano si prova a invertire la rotazione assassina e a inventare un improbabile rilancio 'da casa' con il telelavoro non ci pare somigli in niente a quell'appagante slogan dei verdi e del m5s della 'decrescita felice' e del 'mangiare meno mangiare tutti' della defunta ideologia comunista.
Perché qui e ora si mangia tutti meno, è vero, delle razioni che ci siamo imposti da un rapido calcolo finalizzato alla sussistenza in tempo di peste globale, ma giusto per scavallare i due mesi (ottimistici) con i carrelli di pasta e riso e scatolette che abbiamo stivato in garage svuotando gli scaffali dei supermercati.
E una ripresa dell'economia partirà, forse, dal ripristino delle scorte nei supermercati, ma da dove verranno le nuove merci e le verdure fresche e la frutta con le necessarie vitamine in un mondo paralizzato dalla paura del maledetto virus è domanda altrettanto ossessiva – come il timore che, se dura la paralisi globale, finiranno pure le risorse economiche degli stati che sostengono la spesa pubblica delle pensioni e gli stipendi della pubblica amministrazione.
Tenetevi stretto il poco contante che avete distolto dai conti correnti, gente, e recitate le giaculatorie che un tempo si levavano al cielo dall'interno dei santuari dedicati alla 'madonna della salute'.
Santa primavera, ora pro nobis - e aiutaci tu perché davvero qui non ci vediamo chiaro e, da soli, non ce la possiamo fare.
O forse si e c'è una luce in fondo a questo tunnel economico che ci ricorda tanto la crisi della Lehman Brothers e dei 'mutui subprime'.
Speriamo che non sia quella del treno delle 9 e 30 in ritardo.
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I.A. e politica.

 

Se consultate la I.A. sulla questione 'generale Vannacci' quasi sicuramente vi dirà che tutto l'ambaradan delle accuse che gli sono rivolte servirà a servirgli su un piatto d'argento l' elezione al soglio europeo con centinaia di migliaia di preferenze. E non è chi non veda la faziosità stupida delle associazioni che hanno mosso le accuse di fronte a questo scenario annunciato - e le vendite del libro hanno puntato nuovamente in alto e il rischio è che surclassi la Bibbia e Pinocchio nelle classifiche di tutti i tempi.
Chi vivrà vedrà. La sempre vostra intelligenza naturale.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "Dai Primi Passi dell'Automazione all'Impatto Attuale dell'I.A. Artificiale Fabio Tumazzo"
Il generale Vannacci sospeso per 11 mesi: il suo libro compromette la reputazione dell’Esercito
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Il generale Vannacci sospeso per 11 mesi: il suo libro compromette la reputazione dell’Esercito

 

lunedì 26 febbraio 2024

L'Europa che sarà (a giugno, a giugno!).

 

L'Europa delle origini e i sogni infranti dei suoi architetti. 26/02/2019

Ogni conflitto - diceva J. Hume - ruota intorno alla differenza di razza, di religione, di nazionalità. Gli architetti dell'Europa hanno deciso che la differenza non è una minaccia. La differenza è l'essenza dell'umanità. L'Europa, afferma Simon Veil, è il grande progetto del XXI secolo. Oggi l'Europa, per Bono degli U2, è un'idea che deve diventare un sentimento.

Mi hanno colpito queste frasi, di un amico artista, in netta controtendenza con il sentire comune dei sovranisti e populisti che si apprestano, a maggio, a bocciare questa Europa, per come è andata consolidandosi e per i guasti e i conflitti sociali che sono stati introdotti nelle immense 'banlieues' dei radicalizzati sul web e dei facinorosi islamici che ci costringono a vite blindate e ricorrenti 'allerta rossi' – per tacere il dramma della iper accogliente Svezia che mobilita l'esercito per far fronte alle ricorrenti rivolte sociali dei suoi immigrati e nuovi cittadini rinnegati e mai integrati che pretendono il riconoscimento della sharia nei 'territori occupati'.
E l'Europa che è nata dalle ceneri del 'secolo breve' ha svolto efficacemente il suo compito di arginare i nazionalismi di matrice europea, ma si è trovata impreparata ed incapace di metabolizzare i conflitti importati con le migrazioni epocali – e l'islam riottoso e roccioso dei milioni di immigrati e nuovi cittadini è differenza minacciosissima, invece, e capace di scardinare gli storici equilibri e cancellare l'idea di Europa così come l'abbiamo concepita fino a pochi anni fa, prima del tristo epilogo dei metodici assassini di Charlie Hebdo (c'è del metodo in quella loro follia) e delle altre stragi di cittadini inermi che ne sono seguite a Nizza, Parigi, Bruxelles, Berlino e altrove.
E se per Bono degli U2 l'Europa è una idea che deve farsi sentimento, il sentimento che oggi proviamo è di sincero orrore per quelle stragi e quell'ostinato rinnegare i valori della cittadinanza europea da parte dei 'foreign fighters' che sono emigrati in Siria per dare territorio e impero al loro sogno medioevale di un Califfato di ritorno.
E oggi, i sopravvissuti della guerra perduta dall'Isis e le loro mogli e i figli, pretendono di rientrare dentro i confini delle nazioni che hanno, sventatamente, concesso loro la cittadinanza - da nessuno voluti e riconosciuti quali veri cittadini capaci di integrazione.
E' l'evidenza dei conflitti insanabili importati con le migrazioni massive e incontrollate che deve cambiare l'idea fragile degli ingenui architetti dell'Europa delle origini.
Ne va della vita e degli storici valori di riferimento.
A maggio, a maggio!

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4 anni fa, la stessa storia?

 

Fake news 24 e le idi di maggio26 febbraio 2019

Non esiste solo la notizia falsa da ammannire ai creduloni e al popolo bove, esiste anche il tifo smaccato, l'insistenza sulla frase 'sono testa a testa' tra i candidati in Sardegna che proiettavano, invece, col lento pervenire dei dati, un distacco stellare (consolidato, infine, in ben 14 punti), ma quelli di fake news 24 niente.
Per loro, per i loro pii desideri di tifosi dichiarati, con tanto di magliette rosse e trombette e bandierine pd sventolate a oltranza sugli spalti dell'informazione distorta e partigiana, era un 'testa a testa' tra Zedda e Solinas – ed è durata così fino a che l'abisso del ridicolo e il patetico della claque partigiana non è stato più sostenibile e si sono afflosciati nelle redazioni e hanno dovuto ammainare e riporre nei cassetti le bandiere della auspicata rinascita pd e allinearsi a quello che tutte le agenzie di informazione dicevano ormai un trionfo clamoroso dei rivali e un distacco stellare di ben 14 punti, in una regione da loro amministrata fino a ieri.
E dove, fino a ieri, in limine mortis, - gli dei che accecano chi vuol perdere -, il pd aveva stanziato e raddoppiato i fondi destinati alla pelosa 'accoglienza' e illusoria integrazione dei migranti, il loro prossimo target elettorale di riferimento in caso di rilancio del loro mitico 'ius soli'.
E, quando non potevano più pronunciare il loro patetico mantra del 'testa a testa' per raggiunto limite del ridicolo, hanno sparato a palle incatenate contro il m5S che non sfondava nell'isola coi numeri delle elezioni nazionali – fregandosene del fatto che è, comunque, all'undici per cento, che si presentava alle regionali per la prima volta e che era la sola lista mono partito che si batteva a viso aperto contro i furbetti delle liste civiche apparentate; che è come dire: 'Ci piace vincere facile' con liste civiche civetta e specchietti per le allodole e i lustrini.
E dire che quei dessi, quei giornalisti giapponesi chiusi, elmetto in testa, nella ridotta dell'informazione partigiana smaccata, furono tra i primi e i più inflessibili nel lanciare la campagna contro 'gli odiatori', gli 'haters' e le loro pretese 'fake news' e le 'bufale' – ed oggi 'chi di spada ferisce, di spada perisce' e la marcia del governo Lega / M5S continua, cicca, cicca, cicca, e alle europee di maggio 'ne vedremo delle belle' – e gli odiatori sono loro che imprecano ogni giorno che dio manda in terra contro 'i populismi' e 'i sovranismi' e i porti chiusi che, forse, cambieranno decisamente le cose in quel consesso di deputati sordi e grigi che abbiamo chiamato pomposamente 'l'Europa' (del nostro scontento).
Le idi di maggio.

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Elezioni Sardegna, il centrodestra vince: Solinas al 47%, Zedda (centrosinistra) al 33%. Crolla il M5s: all'11% - Ora per ora - Il Fatto Quotidiano
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Elezioni Sardegna, il centrodestra vince: Solinas al 47%, Zedda (centrosinistra) al 33%. Crolla il M5s: all'11% - Ora per ora - Il Fatto Quotidiano

Dell'ammonire e del prevenire.

 

I manganelli non godono di buona fama, d'accordo, e richiamano 'l'olio di ricino' - che ricordo efficace nella somministrazione che ne facevano le suore in collegio a noi ragazzi per fini sanitari.
Ma i manganelli, in una manifestazione violenta e di scalmanati che non vogliono sentir ragione e violano i divieti della Questura e insultano i poliziotti come fossero gli odiati israeliani della loro mitica Palestina - e si apprestano a circondare la sinagoga e l'ambasciata americana con i peggiori propositi -, i manganelli si oppongono ai bastoni e alle altre armi improprie usate dai manifestanti più bellicosi per menare le forze dell'ordine che li fronteggiano e fanno scudo e li inducono 'a più miti consigli'.
E ieri al reggente del Quirinale è saltata la mosca al naso ed ha affermato che 'i manganelli sono un fallimento'. Che nel migliore dei mondi possibili è frase condivisibile e ne faremmo volentieri a meno, ma osta la rappresentazione delle violenze e degli insulti sanguinosi di cui sopra - certificata da video che mostrano di che sangue e violenze peggiori parleremmo oggi se i 'casseurs' professionali avessero avuto via libera davanti all'ambasciata americana o alla sinagoga.
E, davvero! un bel tacer non fu mai scritto nelle auguste stanze del reggente e lo invitiamo a rivedersi in privato il video incriminato ed a dirci con frasi autorevoli e condivisibili che funzione ha l'armamento in dotazione alla forza pubblica se la sola dissuasione non funziona e la massa dei violenti spinge per raggiungere i suoi obiettivi di distruzione e/o di imbrattamenti offensivi.
E non funziona, crediamo, anche grazie ai suoi pelosi distinguo che fiancheggiano le rituali prese di posizione di una sinistra che più trista e meschina non si può - e cade la pretesa di essere istituzione super partes laddove si tratta di poliziotti e di funzionari in servizio di difesa dell'ordine repubblicano.
E' a disposizione anche, nelle emeroteche, l'esito tragico di un'altra manifestazione, lontana nel tempo, in cui un manifestante ha perso la vita dopo aver lanciato un estintore contro un poliziotto chiuso in un blindato poco blindato. Per dire che lasciar dilagare la violenza non è mai consigliabile e prevenire è meglio che curare. Meglio un manganello che un blindato in fiamme e un giovane agente che impugna la pistola spaventato e fa fuoco.
Giusto per puntualizzare, presidente. Noi stiamo con le forze dell'ordine (e non è un plurale maiestatis, lo si vedrà alle prossime europee).

"Sbirri di m...". Così a Pisa i manifestanti hanno forzato il blocco della polizia | Il video
ILGIORNALE.IT
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Il tam tam dell'odio corre sul web: ecco chi manovra i dimostranti
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Il tam tam dell'odio corre sul web: ecco chi manovra i dimostranti


 

domenica 25 febbraio 2024

I folli bellicisti Nato e gli Stranamore americani.

 



 

Illusioni pie ed esplosioni annunciate. 25 febbraio 2023

Isolato e in controcanto con il coro dei folli bellicisti filo Nato, il titolo de 'il Fatto Quotidiano' di oggi (vedi sotto) fotografa con nitidezza lo stato delle cose sul fronte della guerra per procura che la Nato combatte in Ucraina per interposto esercito indigeno+ i volontari internazionalisti delle cause perse.
Chi ha letto il piano di pace proposto dai diplomatici cinesi e pubblicato sui giornali e sui siti internet si stupisce che a respingerlo sia proprio il fronte degli Stranamore americani ed europei alla loro prima crociata termonucleare che affermano con rodata faccia di tolla di voler la pace, si, ma da ottenersi con la prosecuzione della guerra e con la sconfitta sul campo del 'maledetto dittatore' Putin.
Quanto sia realistica questa illusione pia di sconfiggere la superpotenza militare sul campo di battaglia è chiaro anche ad un bambino un po' tardo e forse è per questo che ogni e tutti i capi militari e di stato uniti nella crociata Nato continuano nel loro imbonimento televisivo e di stampa embedded e ripetono fino allo stordimento: 'Vincere! E vinceremo!'
Una menzogna e una stupidaggine ripetute fino allo sfinimento, si sa, finiscono per apparire una mezza verità alle orecchie del mitico 'popolo bove' – e la guerra che conducono i capi militari e politici filo Nato insieme al capo comico Zelensky (bravissimo a sfruttare mediaticamente le defaillances dei suoi alleati) è solo e tutta mediatica e lo sbocco ultimo – se Putin dovesse soccombere sul terreno – sarà inevitabilmente termonucleare, con buona pace di tutti i fuori di testa filo armamenti all'Ucraina che si ostinano a negare quest'esito annunciato.
Ricordate la 'legge' di Murphy? «Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo.»
Stay tuned. Vedere dal vivo una o più esplosioni termonucleari e i relativi, enormi funghi di polveri radiottive che si innalzano nel cielo è una cosa che poche generazioni possono affermare di aver veduto. La nostra è in lista di attesa e mancano meno di novanta minuti all'ora X.
Estote parati.

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Olocausti nucleari annunciati.

 

Olocausti nucleari e dintorni. 25/02/2022

Conviene tenere gli occhi ben fissi sulle esplosioni ucraine di oggi e dei giorni a venire e continuare a sviluppare le complicate sinapsi che ne conseguono se vogliamo capire il nuovo della Storia.
Che sembra ripetersi, ma è come i virus che sviluppano le loro micidiali varianti per sopravvivere.
Se quello che ci spaventa dell'aggressione militare dei russi è il ricordo ancora vivo del caporale Hitler che invadeva la Polonia con la passiva condiscendenza e gli errori politici dei paesi a lui intorno – e il seguito dell'espansione militare tedesca fino all'Olocausto finale - è una buona sinapsi, ma trascura le varianti virali della complessità della vita sul pianeta Terra.
Di Hitler ce n'è uno solo nella Storia, tutti gli altri sono suoi pallidi imitatori – pur se a capo di una nazione ben più vasta e solida della nazione tedesca di allora e dotati delle mille diavolerie missilistiche a testata atomica che ci fanno tremar le vene ai polsi per l'ampiezza dell'area distruttiva che comportano e include le nostre case e quelle dei parenti e degli amici.
Ed ecco la prima variante. L'equilibrio del terrore atomico ancora tiene e terrà per qualche settimana e relega nella fantapolitica i vaneggiamenti del dottor Stranamore (il bel film di Kubrik, andate su internet a vedervelo, è istruttivo). Quindi niente truppe Nato ingaggiate sul terreno e sullo spazio aereo ucraino.
Ma i brividi che provammo all'epoca dell'uscita del film nelle sale – di un missile (o un bombardiere della classe Stealth) che sfugge ai radar russi e punta veloce, troppo veloce su Mosca, e i due presidenti che si fronteggiano telefonicamente e patteggiano la punizione del reciproco sacrificio atomico di alcune città americane quale giusta rivalsa – quei brividi, dicevo, sono di oggi perché basta una frase di troppo (delle troppe e sciocche di pretesi leaders quali ci riferiscono i tiggi embedded) e un qualche capo di stato dell'alleanza Nato che ama mostrare i muscoli e spinge per una punizione severa che vada oltre le inefficaci, mitiche 'sanzioni' (Biden?) e la china discendente dei pulsanti rossi militari e dei codici che avviano l'olocausto nucleare verrà scandito in diretta dai giornalisti nel corso dei loro abborracciati tiggi di guerra.
Dieci, nove, otto, sette, sei – come quando stiamo con le bottiglie di spumante in mano in esaltata attesa dell'anno nuovo, che mai è veramente nuovo e diverso.
Noi speriamo che ce la caviamo. Ripetiamolo in coro facendo gli scongiuri di rito, perché se davvero i toni e gli stupidi fronteggiamenti verbali del Baiden, presidente inadeguato, non si attenueranno e qualche saggio consigliere non lo convincerà che Putin non è il 'nemico' da annientare, bensì il leader politico con il quale venire a patti e disegnare insieme il futuro delle sfere di influenza e l'arretramento della cintura militare della Nato dalle attuali posizioni allora è il tempo delle preghiere.
Che Dio ci aiuti, come si dice e si dirà mentre il mondo si fa evanescente nelle sue nebbie belliche e l'odore delle polveri atomiche ci brucia i polmoni.

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Il caos delle stelle danzanti.

 

 Cronache dalla nuova peste. Part four. 25/02/2020

Se è vera la formidabile intuizione del filosofo tedesco - poi ripresa in una bella canzone - che '...bisogna avere molto caos dentro di sé per poter vedere una stella danzante' ebbene, in questi giorni di corona virus scatenato e trionfante, dovremmo vederne intere costellazioni: impegnate in un samba infernale per sfuggire all'attrazione gravitazionale di un gigantesco buco nero economico.
Dalla clausura in cui mi aggiro meditabondo e 'solo e pensoso i più diserti calli' calpestando di una campagna struggentemente bella nelle sue ataviche solitudini trovo drammatica conferma di quei miei pensieri d'antan che dicono la società in cui viviamo una 'cage aux fous', - una 'cheba de mati', dove basta gridare 'allah u akbar' in un pubblico convegno per scatenare il fuggi-fuggi in cui si calpestano impietosamente i caduti, e dire 'corona virus' due volte per vedere formarsi file lunghissime davanti ai super mercati e gli scaffali d'un subito vuoti e le merci chissà quando e se nuovamente sui camions degli approvvigionamenti.
E la lettura delle puntuali descrizioni di Albert Camus della peste che dilaga in tutti i quartieri della sua Orano di fantasia prigioniera del contagio e dei fenomeni di impazzimento collettivo che ne conseguono forse avrebbe aiutato i governatori delle regioni al centro del nostro dramma nazionale e Conte, il deus ex machina dei provvedimenti emergenziali (invero macchinosi e pochissimo divini), a dire parole più assennate e impedire che il virus di una influenza di ceppo nuovo e mutato potesse fare più danni (economici) della peste veneziana di cui alla famosa basilica a cui rivolgiamo collettivamente le preci.
Ed ecco a voi il dispiegarsi della follia piena del 'si salvi chi può', gridato da tutti contro tutti: non tanto per l'espansione del contagio dai numeri, tutto sommato, gestibili – che se non si fosse fatto nessun tampone quei contagiati sarebbero iscritti nel novero delle normali influenze stagionali (e il tasso di mortalità é parecchio bassino e limitato alla fascia dei 70/80enni male in arnese), bensì per le conseguenze del panico che ha esaurito in pochi minuti le mascherine nelle farmacie e l'amuchina sugli scaffali dei supermercati, neanche respirassimo l'aria fetida di un lazzaretto stracolmo di morituri senza poter uscire '...a riveder le stelle'.
A' dda passà 'a nuttata. Ne avremo per un mesetto di sofferenza estrema, ma lo scoppiare della primavera dovrebbe aiutarci – e il primo che si azzarda a cantare le str...... di stelle danzanti per via del suo allegro caos interiore è meglio che cambi strada, se per caso mi incontra lungo i viottoli della campagna. Fanc...

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'Per le strade di Pechino (e di Wuhan) ...non si scherzava a raccogliere ortiche.'https://youtu.be/0XW9XN_vDaA
Franco Battiato - Centro di gravità permanente
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Zucchero - Baila Morena
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Il governo alla prova della crisi da coronavirus e la sindrome da lavatrice impazzita - La Stampa

LASTAMPA.IT
Peste nera, la storia si ripete. Vengono dal Medioevo le nostre reazioni al virus - La Stampa

 

venerdì 23 febbraio 2024

Le urne di giugno e l'Europa più savia.

 

Le urne di giugno e il podcast delle pive nel sacco.

Il podcast dello speciale di oggi di radiotre dedicato alla guerra di Ucraina per il ricorrere del secondo anno di guerra (disponibile da domani) è, forse, quanto di meglio e di più onesto sia stato prodotto da una informazione fin qua vergognosamente prona ai diktat e alla propaganda Nato e dei paesi Nato di Europa succubi della folle determinazione di fornire armi e soldi all'Ucraina perché 'resista fino alla vittoria' (sic).
Una maledetta guerra per procura condotta sul filo di una tensione spasmodica a causa del fatidico 'pulsante rosso' della guerra termonucleare che si paventa al seguito di 'provocazioni' e/o 'incidenti' con gli aerei dell'Invincible Armada degli Stranamore d'Oltreatlantico.
E' una narrazione da 'mea, nostra culpa' e cenere sul capo quella che ascolterete sul podcast, una cosa da non credersi, dopo due anni di smaccate bugie e apologie degli eroi ucraini che 'bien resisten' (come gli internazionalisti sul fronte della guerra di Spagna e sapete com'è andata a finire).
E veniamo a sapere che la Russia avanza irresistibilmente e consolida il fronte di guerra e gli eroi ucraini sono tutti morti e i capi di stato maggiore non sanno come rimpiazzarli – date le clamorose diserzioni dei giovani che non ne vogliono sapere di 'dare la vita per la patria' e per il comico Zelensky che ha varato la legge 'meglio morti che una pace che mutili la nazione dei suoi territori'.
E nel podcast si parla pure di 'stanchezza dell'Occidente' nella sua follia di 'enforcing war' e si dà conto delle vaste porzioni delle opinioni pubbliche di molti paesi europei stanche di guerra e rabbiose per il tracollo delle economie (in faticoso rialzo dopo gli anni della pandemia) a causa delle sanzioni e dei costi dell'energia in bolletta - ed è un vero e proprio 'redde rationem' di tutte le porcate giornalistiche commesse fin qua e di tutte le avventate decisioni politiche dei paesi membri di Europa di schierarsi fino all'ultimo carro armato e ultima munizione disponibile a fianco degli eroi ucraini.
Ma 'andate avanti voi, che qui da noi non vi si fila' - e siamo pure incacchiati duri e ne pagherete il fio alle prossime elezioni di giugno.


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