mercoledì 15 maggio 2024

Non fate i napoleoni.

 

In alto i cuori. - 15 maggio 2019 (Ci si risente il 10 di giugno p.v., ad un tal proposito. Entrate nei seggi a matite armate e fate i bravi.)

Il 5 maggio di un anno ormai lontano moriva un grande della Terra, quel tal Napoleone che passò per essere il riferimento di ognuno che esagera, si monta la testa' e si crede un napoleone, appunto – e la parodia universalmente nota passa per il cappello suo famoso e oggi ridicolo calcato in testa e la mano destra sullo stomaco e la sinistra dietro la schiena imitata dai pazzi dei manicomi che abbiamo voluto lasciarci alle spalle perché ormai 'tutto il mondo è paese' (un unico manicomio) e luogo di pazzie sfrenate e incontrollabili – che, se appena ti azzardi a parlare in pubblico di 'normalità' e tentarne una definizione, a tutti i presenti viene un convulso di ilarità irrefrenabile perché è come la 'verità' e la 'giustizia': che ci sian ciascun lo dice, dove sian nessun lo sa. Arabe fenici.
E in campagna elettorale la pazzia collettiva si scatena come in un carnevale: luogo temporale deputato ad ogni mascheramento, frizzi e lazzi in libertà e 'venghino, siore e siori', più gente partecipa, più bestie si vedono e i ragli si sentono alti e hanno echi in tivù e alimentano le disfide nei 'talks shows' più famosi - e perfino il governo giallo-verde è impazzito come la maionese, che l'uovo e l'olio non legano e si va alle europee in ordine sparso e 'l'un contro l'altro armati' suonano gli uni le loro trombe sinistre e gli rispondono le campane leghiste dei 'tre metri sopra lo spread' e 'dopo di noi il diluvio' e 'chi vivrà vedrà' e 'buonanotte al secchio'.
Questo è quanto avevo in animo di dirvi, miei cari lettori, la scelta che farete è importante, esiziale, decisiva, ma non credetevi dei napoleoni nell'urna. Ci sono tutti gli altri 'aventi diritto' europei degli stati membri che voteranno e la loro scelta moderata e/o sinistra deciderà se avremo una rivoluzione in Europa oppure solo una po' di maretta e, passata la festa, la nuova Commissione continuerà a sparare ad alzo zero sui nostri conti pubblici e i mercati si agiteranno, lo spread salirà e l'Italia non se la passerà un gran bene, a meno che non votiate in massa Salvini e Le Pen e Orban – nel qual caso 'sarà tutta un'altra musica' e l'orizzonte degli eventi mostrerà altri colori e.....
Beh, ci si risente il 27 maggio in tarda mattinata, in alto i cuori.

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martedì 14 maggio 2024

Trascendenze (prima della Bomba che tutto vaporizza).

 

Fantasie e narrazioni. 15 maggio 2017

Giulio Verne ce lo ha insegnato: laddove esistono fantasie e narrazioni di '20000 leghe sotto i mari' e/o 'Dalla Terra alla Luna', di lì a poco avremo i sommergibili a propulsione atomica e 'il primo uomo sulla Luna' che vi pianta la bandiera degli Stati Uniti d'America. E la prossima missione spaziale ci dirà se quella bandiera davvero è stata infissa nel terreno lunare o se – come sostengono i complottisti di internet – è stato tutto confezionato negli 'studios' cinematografici di Hollywood per contrastare miseramente la supremazia dell'Unione sovietica nelle conquiste spaziali.
Ma quanto mi interessa farvi notare è che, se 'Trascendence', - il film con J. Deep andato in onda ieri sera su rai movie – oggi ci parla di intelligenza artificiale che fa aggio sulla nostra morte corporale prossima ventura, quelle fantasie narrative preludono, di qui a breve, a cose che noi umani del presente preistorico solo faticosamente e confusamente immaginiamo, ma saranno realtà concrete e vivibili di eternità e sopravvivenze virtuali quali le leggende religiose più spinte non hanno saputo realisticamente immaginare e predire.
Il film naufraga, nel finale, nei soliti stereotipi cinematografici di buoni contro cattivi e timori panici di 'grandi fratelli' - sempre loro - che prendono tutto il potere, e ci aspettavamo di più di tanta melensaggine e storia d'amore strappalacrime in un film che ipotizzava e basava la sua narrazione primaria su un futuro di tecnologie avanzatissime capaci di maneggiare nanotecnologie in grado di inverare quelle cose che oggi diciamo 'miracoli' - e ne diamo piena ed esclusiva gestione ai papi e ai cardinali e ai preti delle benedizioni e santificazioni di Lourdes e di Fatima, che tristezza!
Ma la cosa positiva è che la Storia è 'galantuoma' e, seppure mescola bassezze e stupidaggini preistoriche nel presente caos che ci avvolge - e nel quale fatichiamo a districare le cose vere e buone e giuste dal miserabile impasto di menzogne e cretinerie da sacrestia – alla fine ci consegna le narrazioni giuste e vere dei sommergibili a propulsione nucleare e i missili e le stazioni spaziali orbitanti e le spedizioni spaziali sulla Luna o su Marte e chissà dove.
Peccato non esserci e nutrire legittimi dubbi su una mitica resurrezione virtuale i cui particolare realistici e realizzabili ancora ci sfuggono – e meglio sarebbe stato farne un documentario scientifico piuttosto che un film dal nome pretensioso di 'Trascendence'.
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Punti morti e anelli laschi.

 

Punti morti e anelli laschi. - 15 maggio 2021

E la formidabile intuizione di E. Montale che esista - e ci affanni - un 'punto morto del mondo, / l'anello che non tiene' ci conferma che alcuni poeti sono davvero i moderni profeti, spesso Cassandre inascoltate.
E in quella sua bella poesia che compendia le povere cose che gli restavano ferme negli occhi in quel suo scorcio di storia postbellica illuminato dal giallo dei limoni mi capita di riconoscermi: nello sguardo all'indietro che lanciamo, di quando in quando, sulle nostre vite trascorse - ed è già tanto che non ci trasformiamo nelle bibliche statue di sale di chi fuggiva dalla maledizione divina e non resistette alla tentazione di farsi 'reporter' e avere contezza di quella spietata guerra di Dio al peccato degli uomini che oggi ci appare lunare e per niente 'al passo coi tempi' permissivissimi in cui ci è stato dato di vivere.
'Chi sono io per giudicare?', si chiedeva il presente pontefice a proposito della moderna Sodoma. Già. L'abdicazione delle passate 'idee forti' della religione a governare il mondo ci consegna la visione tragica de 'il punto morto del mondo, / l'anello che non tiene' delle magnifiche sorti e progressive che più non inseguiamo.
E l'ennesima guerra dei razzi e dei missili tra arabi e israeliani è davvero un punto morto del mondo, un 'mare di lacrime' che dura dal tempo della mia nascita e non si concluderà neanche alla morte dei miei bisnipoti perché è 'l'anello che non tiene' di una convivenza pacifica mille volte rappresentata, auspicata, sollecitata e mai realizzata perché il mondo degli uomini è pieno s-governo del Caos, antica, cupa divinità, e nessuno, proprio nessuno, è in grado di dire possibile una convivenza con le rissose moltitudini islamiche che gridano 'morte a Israele' (e per proprietà transitiva anche all'America sua alleata) ad ogni festa comandata e Ramadan concluso e accettano di buon grado e a rischio della vita che i loro fratelli combattenti nascondano i missili e i razzi assassini in mezzo alle civili case di abitazione.
Ma finirà mai questa maledizione che ci condanna a convivere 'l'un contro l'altro armati' e, come titolava un giornalista de 'il Gazzettino' qualche tempo fa: 'Il vicino di casa è il peggior nemico'?

Funghi con il rizoma 'n coppa e la stratosfera oscurata.

 

Ed ecco a voi i nefasti (facilmente predicibili e predetti) della 'proprietà transitiva'.
Dopo l'appello del piccolo Napoleone transalpino a mandare truppe sul terreno della sporca guerra per procura Nato in Ucraina ecco i leaders dell'Estonia, memori dei lunghi decenni di occupazione dei Russi, che affermano di 'pensare seriamente' di mandare le proprie truppe al massacro prossimo venturo.
Ed aggiungono: 'Se saremo avanguardia di una azione militare Nato congiunta è meglio.'
Eccerto che è meglio. Così si fa prima nella stanza dei bottoni designata a premere i pulsanti fatali che mandano in volo i missili balistici intercontinentali ed è fatta. Boom, boom, di qua e di là dell'Atlantico e del Pacifico e non ci sarà bisogno dell'asteroide fatale che uccise i dinosauri e tutte le altre forme di vita sul pianeta. Facciamo da soli.
La mitica deterrenza è la nostra Arma Finale e i funghi sono in lista d'attesa per la rinascita della Vita sul pianeta, fra un tot di centomila e passa anni.
Strane forme aliene con il rizoma e il cappello ritorto dei porcini in testa guadagneranno la stazione eretta in quello che fu il pianeta delle scimmie filo Nato auto distruggenti.
Scimmie evolute, però, che, quasi quasi, erano avviate alla conquista del Cosmo prima dell'Anno Fatale 2024 dei mega funghi di polveri radioattive che si levarono alti nella stratosfera e oscurarono la visione del pianeta blu dallo spazio per migliaia di anni a venire.

Dopo Macron anche l'Estonia: 'Valutiamo seriamente l'invio di truppe a Kiev'
INFORMAZIONE.IT
Dopo Macron anche l'Estonia: 'Valutiamo seriamente l'invio di truppe a Kiev'
Dopo Macron anche l'Estonia: 'Valutiamo seriamente l'invio di truppe a Kiev'
La metafora del rizoma vista dagli Estoni e dai filo Nato. Del 'premere il pulsante nucleare' e non pensarci più. https://it.wikipedia.org/wiki/Rizoma#Come_metafora
Rizoma - Wikipedia
IT.WIKIPEDIA.ORG
Rizoma - Wikipedia
Rizoma - Wikipedia

lunedì 13 maggio 2024

Miti e mitologie.

 

Miti ed anti miti. 14 maggio 2022

Scegliete il mito che più vi piace: Leonida alle Termopili, i Mirmidoni di Achille, Alessandro e i suoi veterani delle mitiche falangi e le lunghe sarisse a far da micidiali porcospini semoventi, ma è sempre della forza che si parla, il mito della forza bruta che si impone e determina gli accadimenti a seguire.
Ed io sto con i più valorosi Teucri che si batterono come leoni contro i Danai invasori - che vinsero col trucco degli dei/e schierati a favore e la furbizia ultima del Cavallo.
Ed è una vigliaccata bellica dell'autore del mitico Poema l'avere messo in campo uno che lo dicevano Immortale a prescindere dai colpi di spada o di lancia messi a segno dall'avversario - e solo una freccia finalmente conficcata nel tallone, ben guidata da Apollo, ce lo tolse dai piedi e lo disse umano vagante nell'Ade.
Ma al mito della forza e della guerra si giustappone l'altro mito, bistrattato e desueto: il mito delle 'buone ragioni'. Dell'una e dell'altra parte in conflitto. Si combatte e si mette in gioco la vita per la patria o per la libertà o perché 'Dio/Allah lo vuole' e 'In hoc signo vinces', come volle il Costantino della leggenda.
Ed è tutta da dimostrare la buona ragione degli Ucraini che dell'acciaieria Azovstahl ne hanno fatto la loro Termopili, perché quel battaglione mitizzato dall'Occidente (colpevole di omertà e noncuranza mediatica al tempo della vigliacca guerra del Donbass - durata ben otto anni di massacri e vittime civili inermi) prima di venire inquadrato sotto le insegne dell'esercito ucraino si comportò come le 'squadracce della morte' di ogni tempo e luogo e ben si è meritato l'aggettivo di 'nazista' di cui alla 'denazificazione' bellica di Putin.
Tutto ciò considerato l'uscita di scena di quei valorosi combattenti (lo sono stati? Che ci facevano lì sotto armati fino ai denti? Davvero nascondevano l'orribile segreto di istruttori militari Nato collaborazionisti e/o di laboratori biologici con provette e alambicchi proibitissimi?) quell'uscita di scena, dicevo, si merita il silenzio in partitura della Storia – come la freccia nel tallone di Achille, della quale si narra solo dopo, e a margine, degli avvenimenti tragici della mattanza e dell'incendio che distrusse Troia, la città delle meraviglie e degli incanti apollinei.
Che vengano decimati e uccisi nell'ultimo attacco russo e ceceno di cui si narrerà da qui a breve o vengano fatti prigionieri e processati a Mosca e condannati a morte dopo pubblico processo è poco importante – così come poco importante fu la finale mattanza dei Trecento traditi da Efialte e ne serbiamo vivo, invece, il mito del loro valore di strenui combattenti per la 'libertà della Grecia' (un mito lontano da ben analizzare e ricondurre alle successive miserie e gli aggiustamenti della Storia).
E dibattiamo, oggi, da par nostro, noi occidentali risvegliati ai miti obsoleti della nazione libera e sovrana dopo decenni di illusioni sovranazionali e di confini da abolire, se combattere per la libertà dell'Ucraina sia davvero una buona causa o se sia pari o migliore quella della Russia che si è fatta carico della volontà politica della maggioranza degli abitanti russofoni delle regioni contese (espressa in pubblici referendum) e si aspetta che quella volontà venga riconosciuta in una trattativa di pace degna di questo nome.
Chi vivrà vedrà – con lo spettro della guerra termonucleare che emerge dalla polvere delle esplosioni nelle città sotto assedio.


Potrebbe essere un'immagine raffigurante 3 persone e attività all'aperto

 

Visiting Heroes.

 

L'Eroe in visita. 14 maggio 2023

Bisogna ripeterselo molte volte e con espressioni sempre diverse per poterlo credere vero e rifilarlo come tale al proprio prossimo – quand'anche il prossimo di Zelensky siano capi di stato 'amici' rotti a tutte le capriole politiche e le necessarie menzogne mediatiche tipiche dei ruoli e degli equilibri di s-governo.
Ed ecco allora, in bella evidenza sulla stampa mainstream di oggi, la frase impudente e lunare dell'uomo costretto dal battage di stampa amica alla maglietta militare felpata uniclima dell'Eroe in visita in Italia : '….c'è solo una pace possibile: quella che decidiamo noi, vittime incolpevoli dell'aggressione russa.'
Doppia menzogna di rito. 'C'è solo una pace possibile' – manifesto suo desiderata personale, ma sogno di una notte di mezzo inverno: di quando le bombe e i missili fioccavano su Kiev e su tutta l'Ucraina per la rappresaglia militare russa.
E ancora non è chiaro al mondo il perché i Russi non diano fondo a tutta la loro potenza militare e continuino a subire il pungolo delle mitiche 'controffensive' di Kiev invece di fare di quel paese un deserto di macerie nel tempo di una settimana di bombardamenti intensivi. Davvero dobbiamo credere che la vittoria di Kiev è possibile ed è dietro l'angolo – e le armi fornite fin qua dai governi filo Nato faranno il miracolo? Non sarà che tutto si regge sul gioco asfittico della propaganda bellica occidentale che vuole i Russi prossimi a gettare la spugna e a ritirarsi con le pive nel sacco e perduti tutti i territori già conquistati a prezzo di così tante vittime?
Domandare è lecito, rispondere – con dati credibili e i pareri conseguenti – dovrebbe essere il compito di ogni giornalista che si rispetti, ma nell'Ucraina della guerra per procura non è caduta solo la foglia di fico che la Nato sia una 'alleanza difensiva', bensì è seppellito anche il mito dei reporters di guerra indipendenti e imparziali - mentre impazzano sui video occidentali solo le geremiadi filo ucraine sui crimini di guerra dei pretesi 'terroristi russi'.
Dovremo aspettare le ricerche occhiute degli storici per avere il quadro finale di questa guerra e le giuste 'notizie' dagli opposti fronti di guerra.
E la seconda menzogna, spudorata, colossale, è quella che 'noi vittime incolpevoli dell'aggressione russa'. Incolpevoli? E il Donbass dei quindicimila morti in otto anni di guerra, allora? E le azioni vili delle squadracce Azov, poi inquadrate nel battaglione che fu annientato nell'acciaieria omonima? Vittime incolpevoli? E gli oppositori bruciati vivi nel teatro di Odessa?
Incolpevoli, gli Ucraini? E democratici al punto da non tenere in nessun conto i referendum indipendentisti delle popolazioni russofone e nessun negoziato politico aperto con i loro rappresentanti, bensì guerra e morte ai loro stessi cittadini rinnegati?
Ma l'Occidente tutto si è schierato in una battaglia lunare attorno all'Eroe designato e ieri è stato il suo massimo momento di gloria mediatica: ricevuto dal papa e dalla papessa Giorgia e tutti i fogli di stampa, escluso 'Il Fatto Quotidiano', proni e grancassa mediatica dell'Eroe in visita.
E la domanda, che non avrà risposta, è: 'Stante l'attuale stallo militare e le posizioni politiche immutate quanto a lungo durerà questa guerra? Non sarà la riedizione della Guerra dei Trent'anni tra l'Occidente degli Stranamore Nato e l'impero russo-cinese che fortifica i suoi baluardi militari e i suoi 'valli' e le 'muraglie' ad est del pianeta?
Correva l'anno...

La chicca sui giornali.
'Kiev ha il vantaggio di avere i sensori democratici in allerta.' (V.E.Parsi su 'Il Foglio)
Travaglio: '...fino a quando non ha messo fuori legge gli undici partiti di opposizione'
I gradi della 'soumission' dei paesi filo Nato.
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Città luminose.

 

Marsiglia. 12 maggio 2015

E sarà per quella sua luminosità di città esposta ai venti e al mare e quelle sue navi bianche e azzurre che parlano di partenze e di ritorni e dell'Africa lontana - che già ha in casa e in qualche modo ha ben elaborato ed esemplarmente metabolizzata - che Marsiglia ci appare una città davvero 'niente male' e vivibilissima e niente affatto da 'prendersi colle pinze' – con le guide turistiche che ti raccomandano di fare attenzione nelle viuzze del 'vieux port', ma è pura paranoia di visitatori, come giustamente correggeva la receptionist dell'albergo intitolato alle genti del mare.
E tutto quel sole e il color crema che disegna l'intera città ti guida, nel fresco della luminosissima mattina, su per la collina che ospita un santuario mariano e lo sguardo è tutto sugli orizzonti lontani del cielo e del mare - e la città è acquattata e rilassata, con la sua cattedrale magnifica al centro che ti pare la traduzione architettonica del distico di Baudelaire. '...calme, luxe e voluptè.'.
E, certo, la pensava così anche quel gran pittore di luce e colori forti e corpi e vele che ti navigano dentro all'anima che è il Lombard della mostra ospitata nel museo dei 'deux regards' - che non è chiaro quale sia il secondo sguardo, ma il primo è sicuramente rivolto al mare dei commerci e delle conquiste della passata 'grandeur'.
E ci dispiace di non aver avuto il tempo di visitare il museo che raccontava di 'luoghi santi condivisi' coll'islam dei presenti conflitti e del futuro 'apaisement' (si spera) perché di quel genere di dialogo tra culture diverse e opposte c'è un gran bisogno e il futuro di una umanità ancora capace di 'magnifiche sorti e progressive' passerà di là e dirà l'Europa capace di interagire e connettersi a quelle genti e integrarle davvero e convincerle al rispetto della nostra storia o saranno guai seri e guerre intestine e 'foreign fighters' jiahdisti di ritorno che riempiranno le cronache. Chi vivrà vedrà.

La democrazia ed il gruviera dei tunnels.

 

Le manifestazioni in piazza sono eroina pura per i partecipanti più scalmanati. Stimolano l'esercizio dell'urlo, dello sgolarsi nei fantasiosi peana di guerra contro chi di potere ferisce e relega i manifestanti a schiuma effimera di una democrazia dell'apparenza avviata alla sua foce.
Già perché quei dessi, quegli scalmanati, si esaltano al proclamarsi dal palco dei numeri dei partecipanti: 'Siamo in centomila!!' Diecimila per la Questura che, saggiamente, rimanda ai metri quadri della piazza e ai due/due e mezzo di occupanti per metro quadro pena schiacciamento.
Ed è questa l'eroina che agisce.
Centomila pretesi e diecimila nella realtà che si sentono maggioranza nel paese ad onta del governo in carica che 'ha i numeri' per governare – e la sola democrazia accertata è quella delle urne, il resto è fuffa 'propal' e ridda antifascista; più spesso fascistelli e teppistelli da tre palle un soldo che pretendono di zittire gli antagonisti e impedire i comizi e/o la presentazione di libri contrari alle loro convinzioni e gli avvilenti deliri organizzati.
E una dimostrazione collaterale di quanto esposto l'abbiamo vista agli 'Eurovision', con i cantanti in gara che facevano mostra di chiassoso schieramento propal e pro Gaza e i giudici di gara hanno premiato i più scalmanati e politicamente schierati, ma il voto del pubblico (le fatidiche 'urne elettorali') li hanno detti faziosi e minoritari - e la bella cantante israeliana ha conquistato il podio ed è tornata in patria a compiere il suo dovere di cittadina combattente.
Manifestate, manifestate, manifestate. Giova a far sbollire i fastidiosi gas intestinali delle rabbie 'di pancia' di chi mal intende la complessità delle cose reali e si illude che quattro urla in croce e una dozzina di 'sfondamenti' delle transenne facciano cessare le guerre e aprano alle trattative di pace.
Ma la guerra, cari i miei antifascisti immaginari, è la continuazione della politica con altri mezzi ed é in quelle polverose 'agorà' fitte di esplosioni e macerie e di profughi in fuga che si troverà il bandolo della pace possibile e auspicata.
Una volta sconfitte le bande criminali di Hamas e ripulito il gruviera dei tunnels dagli incomodi occupanti.

Chi è Eden Golan, la cantante fischiata all'Eurovision perché israeliana: squalificato l'olandese Joost Klein
ILRIFORMISTA.IT
Chi è Eden Golan, la cantante fischiata all'Eurovision perché israeliana: squalificato l'olandese Joost Klein

domenica 12 maggio 2024

Felici ritorni.

 

Amen e così sia. (Due o tre cose che mi vengono a mente - 2) - 12 maggio 2020

...e se, sul caso del felice ritorno della figliola prodiga in veste verde-islamico (che è diverso dal verde-padano), un vignettista titolato di un giornale 'mainstream' (l'ho scritto, alleluia! anch'io so di inglese!) afferma perentorio che 'la mamma degli imbecilli è sempre incinta' – a proposito delle critiche e degli insulti - ci sorge spontanea la domandona se quella madre sia di destra, di sinistra o di centro, mannaggia! Perché anche la madri hanno una fede, ma la manifestano solo a una certa età e quando i figli sono grandicelli e con il consenso del marito accigliato seduto a tavola.
E il lato oscuro della natura umana ci mostra in penombra il diavolaccio accucciato e cornuto di coloro che si credono eletti e buoni(sti) e colmi di buoni sentimenti verso l'universo mondo disgraziato e disprezzano con arrogante alterigia gli opposti di fede politica e dicono 'spazzatura' tutto ciò che non è conforme al loro Verbo evangelico di titolati esclusivi della Via, Verità e, ca va sans dire, retti comportamenti di Vita.
E, invece, siamo tutti diversi e tutti titolati (perfino gli analfabeti, si, leggetevi la Costituzione, vil razza dannata di sinistri trinariciuti) a dire pro e contro e peste e corna degli eventi crudeli che ci indignano e ci fanno accapponar la pelle, come in questo caso dei criminali rapitori che privano della libertà personale una dolce fanciulla – forse un filo sventata e troppo generosa nei suoi impulsi di bontà e altruismo, come emerge dall'accusa che viene dall'interno della stessa famiglia versus la o.n.g. che l'avrebbe mandata allo sbando impreparata a far fronte ai rischi e ai pericoli che si corrono in terra di missione e a causa della moltitudine degli imbecilli jiahdisti che vogliono redimere manu militari il mondo di coloro che non leggono il corano, bensì il vangelo o le Upanishad e gli altri testi para religiosi.
E dovrete farvene una ragione di questo nostro parlarci addosso e contro per le vie virtuali, care le mie anime belle e pie e che avete ragione sempre e solo voi perché buon(ist)e e ispirate dai vangeli.
Internet è la nuova agorà ateniese dove si scannavano pro e contro Sparta e pro e contro i Persiani – e noi, oggi, ci scanniamo con le tastiere ardenti e fumanti, e ne abbiamo ben donde! pro e contro l'islamismo estremista assassino dei rapitori jiahdisti e pro e contro i maledetti 'radicalizzati sul web': 'cittadini' europei rinnegati degli attentati di Parigi, Bruxelles, Nizza, Monaco, Copenhagen e via elencando.
Vorrete tenerne conto rinsaviti, speriamo, dalla gravità degli eventi che ci dividono politicamente e dalla gravità dei cupi orizzonti di infamia che avviliscono, da gran tempo, l'Europa del nostro scontento a proposito dell'islamismo assassino e nemico degli ultimi anni.
Amen e così sia.
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DAGOSPIA.COM
la sconvolgente intervista al portavoce di al shabaab: ''coi soldi del riscatto ci paghiamo la jihad
la sconvolgente intervista al portavoce di al shabaab: ''coi soldi del riscatto ci paghiamo la jiha

 

sabato 11 maggio 2024

Veli ed altri veli.


La conversione. Il film. 12 maggio 2020

E, ancora una volta, se vogliamo capire ciò che è accaduto e il come della pretesa 'conversione', dobbiamo improvvisarci registi e prepararci a rappresentare i luoghi africani e i giorni eterni e i lunghi silenzi della prigionia di Silvia - rinata Aisha per la gioia esplosiva (è giusto il caso di dirlo, dati i feroci protagonisti di Al Shabaab, kamikaze per vocazione jiahdista), la gioia, dicevo, dei nostri ospiti islamici immigrati, graziosamente divenuti cittadini italiani ed europei dopo lungo soggiorno e auspicata, faticosa integrazione nelle nostre città ospitalissime e i nostri valori civici riconosciuti e condivisi (sic).
Perché è solo nelle immagini del film che andiamo a girare - privo di musiche suggestive, ma solo la colonna sonora del soffiare del caldo vento africano tra le sbarre della prigione – che troveremo la concentrazione mentale sufficiente a capire come la prigioniera, persona gioiosissima nelle foto di prima della cattura, abbia potuto barattare la sua fede religiosa di origine con una 'rinascita' nella cupa religione dei nomadi pastori di Maometto, - il profeta che Dante colloca nel suo Inferno, giusto per rammemorare le storiche e feroci contrapposizioni e le apostasie.
E le immagini del film saranno a camera fissa e grandangolo a mezza altezza che copra l'intera superficie della capanna, il tetto compreso, perché dia il senso dell'oppressione che appartiene ad ogni prigionia – noi che abbiamo vissuto due mesi ai domiciliari una vaga idea ce la siamo fatta di che cosa significhi.
E rappresenteremo, ca va sans dire, il va e vieni dei carcerieri gentili ('sono stata trattata bene', dice Silvia) coi pasti sufficienti a garantire una buona sopravvivenza (Silvia non ci è apparsa denutrita) epperò il persistente, maledetto e usurante vuoto di cose da fare e vuoto di attenzione dedicata lungo tutta la giornata - e la scarsità o le nulle letture varie e diverse perché supponiamo che le sia stato negato l'uso della televisione o dello smartphone e, in quelle poverissime plaghe africane, difficilmente ci sia 'campo' di ricezione.
Ed ecco, finalmente, la generosa offerta del corano, breviario dei monaci combattenti la Jiahd nominati 'Al Shabaab'. Quel genere di cosa che da noi si sintetizzava in: 'O basa 'sto Cristo o salta 'sto fosso.' La fede è fede e non ammette(va) defezioni, bensì castighi in caso di diniego.
Ecco: il nostro film comincia a dare i suoi risultati e cominciamo a capire che la sola lettura dedicata di un libro mitico e importante e 'vincolante' (nome omen), e sommamente gradito ai pii carcerieri perché dimostra la loro buona fede e l'appartenenza a una buona causa (rapire e rieducare e, se ci scappa il milioncino di preziosi euri, tutto di guadagnato per le future azioni militari), in quelle condizioni di prostrazione possa produrre una 'catarsi', una sindrome di Stoccolma letteraria e religiosa ed ecco la miracolosa 'rinascita' di Aisha e, forse, una concausa (insieme ai milioni di euro richiesti) della sua liberazione perché ariete in patria delle buone ragioni della 'sola e vera religione'.
E il suo rifiuto a cambiarsi di abito e velo islamico, una volta atterrata sul suolo patrio, è stata la mossa vincente dei carcerieri che si vedono premiati due volte. Zoomata sulla folla che fa ressa festante davanti alla sua abitazione e titoli di coda.
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Silvia Romano, ecco come sono andate le cose
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"Quali terroristi? L'hanno solo rieducata", le frasi choc degli islamici su Silvia Romano
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La testimonianza di un 'convertito'. https://www.ilgiornale.it/.../presto-silvia-capir-che...
Ma presto Silvia capirà che l'islam annulla la dignità
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Ma presto Silvia capirà che l'islam annulla la dignità
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Quanto vale la libertà? – Il blog di Andrea Indini
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Quanto vale la libertà? – Il blog di Andrea Indini

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