venerdì 31 maggio 2019

L'estate, forse.


Ieri accadeva - 31 maggio 2013
Grazia del ciel, come soavemente...
E' come la 'sindrome della pagina bianca' che affligge gli scrittori. Per giorni e giorni è il vuoto che la fa da padrone nella tua mente e niente di notevole, di memorabile vi si affaccia - come se il mondo si fosse appiattito e la gente improvvisamente tutta rinsavita o rintanata causa pioggia e che non da adito ai commenti indignati, ai dibattiti, alle polemiche.
Perché, lo sapete, noi esseri umani vogliamo continuamente stupire ed essere stupiti – e i giornali vivono sullo scandalo permanente e fa notizia 'il padrone che morde il cane' e non viceversa e, parafrasando il Metastasio: 'E' lo stupire il fin delle gazzette'.
Ma, da giorni, niente più ci stupisce. berlusconi è silente in attesa di arringa difensiva dei suoi 'cavalli di caligola' Longo e Ghedini e parlano in sua vece i suoi bravi, la santanchè e gasparri, ma è come quella storia in cui si racconta che: 'Bussarono alla porta, andai ad aprire e vidi il Niente.'
E neppure il Grillo ci stupisce più. Che fosse Parlante, lo sapevamo e, parla che ti riparla, qualche Grossa Sciocchezza la macini, è inevitabile.
Dovremmo tutti tornare al silenzio di un cielo fitto di stelle o di un paesaggio di straordinaria bellezza e nutrirci di quel silenzio e tenerlo dentro a lungo – e imparare a fissarci negli occhi e cogliervi delle emozioni silenziose - ci farebbe un gran bene, credo.
Perciò non vi tedierò oltre e propongo alla vostra riflessione solo un paio di distici old style che potrebbero sostituire nei vostri cuori e le menti tutto l'avvilente bailamme di una politica che rottameremmo per intero, se fosse per noi, e trasferirci a volo d'uccello, che so, tra i fiordi della Norvegia o a Giava, a imparare il teatro delle ombre e rappresentarlo, poi, qui da noi, per la gioia dei bimbi – colla parte del cattivo affidata, ca va sans dire, a berlusconi-lex luthor e il redemptor a Letta, gravato della croce di governare le larghe discordie.
Grazia del ciel, come soavemente
ti miri ne la terra abbeverata,
anima fatta bella dal suo pianto!
O in mille e mille specchi sorridente
grazia, che da nuvola sei nata
come la voluttà nasce dal pianto,
musica nel mio canto
ora t'effondi, che non è fugace,
per me trasfigurata in alta pace
a chi l'ascolti.
Nascente Luna, in cielo esigua come
il sopracciglio de la giovinetta
e la midolla de la nova canna,
sì che il più lieve ramo ti nasconde
e l'occhio mio, se ti smarrisce, a pena
ti ritrova, pel sogno che l'appanna,
Luna, il rio che s'avvalla
senza parola erboso anche ti vide;
e per ogni filo d'erba ti sorride,
solo a te sola.
Tanto avevo in animo di dirvi oggi. Godetevi il grigio del cielo e sperate nel sole.
Verrà, lo so per certo. C'è sempre un po' di sole nascosto nell'aria che intiepidisce.
E fu subito estate.

A tentoni nella Storia

Andare per mostre (2)
...ed è come un excursus storico di grande respiro e 'preso alla lontana'. Come se, per dare un senso alle architetture post moderne dovessimo sempre rapportarci alle origini. Da dove veniamo per capire dove andiamo, - se davvero andiamo da qualche parte e un qualche 'progresso' connota il nostro andare a tentoni nella Storia.
E c'è chi ci rappresenta l'informe concretezza del caos come una nuvola rappresa che l'uomo domina da par suo ed esplora le sue caverne e interne concrezioni e gruviera speleologici e chi ci ricorda l'opera e l'ingegno di ricercatrice di Maria Reiche – la cui suggestiva foto di schiena in piedi su una scala di alluminio e di fronte l'arido deserto delle 'linee di Nazca' campeggia nel manifesto della Mostra.
Foto emblematica che ci dice che ogni opera geniale e meritevole di attenzione nasce dalle piccole cose: la sua scala di alluminio di ricercatrice così come i paletti e le corde degli architetti della civiltà Nazca che servirono a disegnare quelle enormi figure che dovevano essere viste dal Cielo, secondo alcuni ricercatori, e segna(la)re una comune 'via delle stelle' (da dove veniamo e dove andiamo), ma, secondo altri, servivano piuttosto a un progetto di irrigazione, - buffa ipotesi per un deserto così arido e privo di vento che ci ha conservato i meravigliosi disegni aero-terrestri per secoli.

martedì 28 maggio 2019

La salvezza del mondo



27 maggio 2015
L'architettura, come l'Arte, salverà il mondo? E' lecito dubitarne, dal momento che il mondo è stato distrutto da due guerre mondiali e un intero paese, la Siria, è affondato nel suo Medioevo islamico di guerre e sette religiose e tribali - e perfino le meravigliose rovine dell'antico (Palmira e altri siti archeologici) sono incorse nelle distruzioni a botte di esplosivo da parte di fanatici islamisti rincoglioniti provenienti perfino dalle famigerate 'banlieues' islamiche delle maggiori metropoli europee.
Il mondo non verrà salvato dall'Architettura e dagli architetti (che solo l'altro ieri erano detti, in un famoso libro, 'maledetti'), però ci ri-provano a incantarci coi loro progetti spesso un tantino astratti e cervellotici, ma suggestivi e affascinanti.
E pazienza se molti padiglioni, la Germania in testa, hanno dedicato l'intero spazio e le tesi e gli elaborati al dramma degli immigrati che ci assediano e che il nostro mondo, ahinoi, lo stanno cambiando davvero - e non in meglio, ad ascoltare le cronache dai quartieri dove la polizia teme di mettere piede e solo i clamorosi attentati e le centinaia di morti innocenti la obbligano a fare i 'blitz' delle teste di cuoio per scovare i terroristi-serpi in seno ivi annidati e che trovano solidarietà e protezione nelle 'enclaves' immigratorie a maggioranza islamica.
E, scorrendo lungo e dentro i padiglioni uno via l'altro, ho conferma che i nostri ospiti immigrati si affollano nelle metropoli e snobbano i piccoli centri, per le ovvie ragioni delle opportunità che vi si offrono e gli apparentamenti familiari e i riconoscimenti dei valori religiosi di provenienza – che è quanto dire che di integrazione quale panacea del presente malessere europeo in crisi immigratoria esplosiva è ridicolo parlare e la tendenza del melting pot globale è quella del proliferare tribale in ambito urbano e metropolitano e del covare degli atavici conflitti sotto la cenere, estote parati.
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L'Arte alle prese col buonismo
E c'è un palazzo, qui in città, occupato manu militari e per intero da una quantità incredibile di artisti - e fino al sottotetto, magistralmente organizzato dai curatori con le travi secolari che sembrano più 'artistiche' delle opere esposte e interposte e miracolosamente sospese.
E si son messi insieme artisti delle Seychelles, delle Filippine, della Mongolia insieme a tedeschi e statunitensi, e chi più ne sa più ne elenchi, nel dar vita a una kermesse artistica visitatissima e apprezzatissima – non come in altri palazzi parecchio deserti che ti fanno venire in mente come nell'arte contemporanea talvolta l'offerta superi la domanda e molti artisti non ce la fanno più a 'stupire i borghesi' con messaggi forti, troppo forti da strappare a un visitatore, a mezza bocca, un 'disgusting' che gli saliva dallo stomaco.
E quel desso ne aveva ben donde, trattandosi di una serie di fotografie e un video di un artista tedesco che raccontano una performance di donne ignude distese su croci e cosparse di sangue e folpetti neri e grigi dazu a completare l'immangiabile e incomprensibile menù.
E il sangue attrae un sacco i pensieri dolenti di molti artisti – se perfino la Marangoni, al Pesaro, ci mostra un lungo filo al neon rosso-sangue che parte da una struttura circolare sospesa sull'acqua e sale, sale – e le fotografie all'interno della sua sala ci parlano e denunciano l'intolleranza che dilaga nel nostro mondo di cinici e indifferenti; e quanto dovremmo essere buoni e generosi, invece e il Mondo trasudare amore universale e farsi carico di povertà e angosce, amen e così sia.
E, tornando a palazzo Mora (Strada Nuova) e ai suoi molti e diversi artisti che ne riempiono le sale con i linguaggi e le invenzioni le più varie, ci è venuto di soffermarci su un nastro trasportatore color del mare che trasportava due barconi pieni di gatti dorati migranti – e naturalmente era chiara la metafora e la denuncia di quell'artista tedesco dei tragici eventi quotidiani che hanno fatto del Mediterraneo una tomba liquida – andasse a dire ai suoi governanti, la Merkel in testa, che 'facciano di più' e 'non ci lascino soli', noi italiani, nel fare fronte all'arrembaggio di un intero continente in guerra e affamato e boko aram, che non sappiamo più dove stiparli, e, se qualcuno tra loro simpatizza con l'Isis, lo vedremo presto in azione rifocillato, col telefonino satellitare e con passaporto europeo in viaggio tra Siria e Gran Bretagna.
E c'è un tale che, invece, torna tranquillamente al figurativo e ci mostra dei moderni barboni alle prese coi molti oggetti di recupero della loro vita grama e, di fronte, un emulo di Caravaggio illumina volti e corpi con quella luce specialissima che fu del Nostro. E, qualche sala più avanti, un altro artista ci da resoconto fotografico di un suo specialissimo 'Dejeneur sur l'herbe' e speciale riflessione sulla Natura che abbiamo dimenticato e vilipeso - e mi veniva in mente la Susanna coi vecchioni, ma qui le Susanne sono due e molto ben disposte a vellicare il vegliardo che le accompagna a spasso nella foresta.
Andateci e divertitevi. In fondo l'Arte contemporanea mira anche a questo: a farvi pensare, si, ma col segreto proposito di sapervi segretamente felici (seppure esteriormente dolenti) nella vostra condizione di privilegiati e cinici. E che i 'barconi' mediterranei coi loro gatti dorati arrembino, che possiamo farci. Questi sono i tempi che ci sono dati da vivere.

domenica 26 maggio 2019

La vittoria dimezzata. Ad maiora

Questa Europa-gruviera che abbiamo sognato di poter rivoltare come un calzino bucato.
Abbiamo vinto, d'accordo, in modo netto e tale da mettere fine ad ogni sterile discussione, ma più agli stupidi insulti di 'fascismo/leghismo/razzismo' di cui si sono riempiti le bocche gli anti fascisti da un tanto al chilo - con, alla loro testa, la redazione di Repubblica, rainews24 e gli esaltati, e soli e veri fascisti, dei centri sociali di ogni manifestazione violenta degli ultimi mesi, che pretendevano di zittire gli aventi diritto di parola e di comizio iscritti nelle liste elettorali.
Però speravamo di più. Speravamo che l'onda di protesta 'sovranista' (per usare un termine inadeguato a dire l'identità e i valori dei popoli europei che monta – troppo lentamente - e pretende riconoscimento), l'onda, dicevo, arrivasse al quaranta e più per cento - omogeneamente distribuita su tutto il continente del nostro scontento. Sopratutto in quella Svezia che è l'avamposto europeo più a rischio della guerra intestina che ci hanno dichiarato le serpi in seno che abbiamo accolto a milioni in questa Europa lassa e priva di difese e di giuste frontiere – e nelle enclaves islamiche nemiche vige e impera il verbo ostile degli imam delle moschee e la polizia fatica ad entrare per imporre la sola legge e l'ordine che riconosciamo: la legge e l'ordine repubblicani.
Abbiamo vinto, d'accordo, ed è la quinta, forte botta in testa a quelle zucche piene del vento di sterile austerità - e i mercati e lo spread quotidianamente aizzati contro di noi - che hanno s-governato l'Europa fino a qui. La quinta botta dopo la Brexit, dopo Trump, dopo la caduta della Merkel che voleva accogliere un milione di siriani e oltre e dopo l'ignominia della caduta rovinosa di Renzi-l'imbonitore; e ce ne rallegriamo, e speriamo di poter 'dettare l'agenda' a un parlamento che mantiene, però, la maledetta maggioranza di prima, annettendo i molli liberali e i verdi, chissà, a fare ulteriori danni.
Il maledetto moderatismo e le sciocche cautele degli 'elettori responsabili' – sommersi dall'ondata di piena delle parole a noi ostili e dalle previsioni catastrofiste che venivano dalle redazioni dei grandi quotidiani europei e dalle televisioni – ha impedito che la vittoria dei sovranisti fosse piena e solare, l'Ungheria a parte, dove Orban totalizza il 56 per cento del consenso, ma la speranza che abbiamo è di poter 'dettare l'agenda' all'Europa intera e che il corpo molle di un parlamento europeo in sostanziale fotocopia assuma quei provvedimenti di 'legge ed ordine' necessari a riportare il continente sotto controllo – a partire dalle sue frontiere - e che la mitica 'integrazione' degli immigrati che ci chiedono cittadinanza diventi puntigliosa e attenta e severa e ci eviti la nefasta 'radicalizzazione sul web' che ha riempito le cronache degli assassinii nell'orrendo biennio 2015/16.
Chi vivrà vedrà. Ad maiora.
Proprio così.
Informazioni su questo sito web
ILFATTOQUOTIDIANO.IT
Siamo arrivati alla vigilia del ribaltamento politico europeo, elezioni che cambieranno non solo la composizione del parlamento europeo ma l’anima dell’Unione. unione eurIronia della sorte vuole che anche il Regno Unito, che da due anni cerca di uscire dall’Ue, si ritrovi di fronte ad un cambi...

Il Lampione e la rana a testa in giù

25 maggio 2013
La nostra mente è un sistema fragile e complesso che ha bisogno di continue rassicurazioni e conferme per non 'andare in tilt'.
E ci alziamo dal letto la mattina, - dopo aver lasciato andare il cervello per gli sconosciuti sentieri del sonno e dei sogni e ancora in preda alle sottili angosce che da quel disordine notturno ci derivano – cercando con gli occhi gli oggetti di sempre e le persone di sempre e i dialoghi, forse noiosi, ma rassicuranti che ci confermano che il mondo ha ancora una sua riconoscibilità e praticabilità pur nelle mille quotidiane mutazioni.
E ieri ci è stato restituito lo storico Lampione di Punta della Dogana, nostra fioca luce nelle nebbie lagunari e nei crepuscoli che ci rassicurava, magrittianamente, che una luce sempre si accende prima della notte ed è barlume che ci rassicura che ancora, noi esseri umani, dominiamo gli eventi di natura e nessuna notte mai scenderà sui nostri occhi, come l'Ultima che ci impaura - e contro le sue angosce abbiamo inventato le leggende della Luce delle anime nel Tempo che sempre ritorna circolare.
E non ne potevamo più di quel biancore arrogante del ragazzo troppo cresciuto che ci beffava colla sua rana tenuta per la zampa a testa in giù - ed era attrazione turistica che ci confermava che tutto ormai, a Venezia, si fa per 'stupire i borghesi'; e ci inventiamo i tristi Carnevali fitti di 'eventi' triti e ritriti pur di riempire oltremisura questo piccolo arcipelago tenuto insieme da ponti fragili e animato da chiese che si riempiono di 'fedeli' solo in occasione di un funerale.
Città di fantasmi e ammuffiti gabbiani, Venezia è una sfida alla storia e alla storia dell'arte. Cambia tutto perché nulla cambi e tutto il suo vecchio di palazzi e campanili e chiese è teatro biennale del nuovo delle menti degli artisti che sono vecchi e 'classici', già alla prova della Biennale che verrà.
Però quel Lampione storico lo abbiamo fortemente voluto al suo posto, dopo lo scippo degli arroganti sindaco e assessori 'novatori', ed è, forse, la sola 'cosa nuova' che ha fatto questo sindaco e la sua amministrazione in tanto vecchio andare di tempi grami e visioni indecorose di una città che, anno dopo anno, diciamo sempre meno nostra. Di residui e afasici cittadini, intendo.

Si stava meglio quando si stava peggio?

Correva l'anno....
Era l'epoca che 'i tuoi baci non son semplici baci' e uno solo ne valeva almeno tre (e per questo, bambina, tu mi piaci) e indossavamo i pantaloni a zampa d'elefante, ma non eravamo per questo meno belli o intelligenti e 'fichi'.
E non usava, allora, l'Isis delle orribili decollazioni di innocenti e i monumenti dell'antico demoliti col martello pneumatico o colla dinamite – tutt'al più ci si lamentava perché le periferie industriali si mangiavano i prati della 'via Gluck'.
E non c'erano neanche i barconi degli arrembaggi quotidiani di migliaia di profughi e/o 'migranti economici' – che, per la verità, visto che 'non eravamo in Europa' ci saremmo potuto permettere anche i milioni di euro mensili dei costi dei 'salvataggi', (si fa per dire: basta una telefonata satellitare e Marina e Guardia Costiera corrono a raccoglierli appena si distaccano dalle rive libiche), ci saremmo potuto permettere, dicevo, ogni esborso milionario e generosa 'accoglienza', tanto andava tutto nel conto del futuro dei figli - col debito pubblico che lievitava a dismisura; e ci avrebbero pensato poi Monti e Renzi a ricondurlo 'al tre per cento dei P.i.l.' a botte di tagli, ritagli e frattaglie sociali. E non usavano ancora 'le badanti' - perché la 'cintura di ferro' dell'U.r.s.s e il prodigioso 'muro di Berlino' facevano il loro sporco lavoro e contenevano un mondo che, poi, sarebbe andato a pezzi e cominciò la maledetta 'globalizzazione' e l'esodo facile e incontrollato di tutti verso ogni dove.
Un'epoca d'oro, insomma, dove usava ancora il 'posto fisso' e le pensioni si facevano col 'sistema retributivo' e si pre-pensionava facile ad ogni fabbrica che chiudeva – ma chi poteva immaginare, allora, che il lavoro italico avrebbe lasciato il posto ai 'cinesi' - e che 'il tessile di Prato' avrebbe cambiato faccia e si sarebbe rinchiuso nei capannoni-fantasma dove centinaia di nuovi schiavi lavorano quattordici ore al giorno e solo qualche incendio, di quando in quando, ci rivela la presenza di quelle formiche dagli occhi a mandorla che hanno cambiato la nostra percezione di futuro?
Correva l'anno......

giovedì 23 maggio 2019

Le urne del nostro scontento

Ezio Mauro, su 'la Repubblica' usa una titolazione soft - com'è nel suo stile – ma che si infila dritta in quel tunnel mentale senza uscita che caratterizza gli uomini e le donne della sinistra in questo frangente critico della loro vita politica e sociale.
La 'post democrazia', titola il suo articolo di oggi il buon Ezio, - papa repubblicano destituito, come Benedetto XIII, per lasciar spazio alle geremiadi globaliste di Francesco il Misericordioso' – ma un ex direttore é sempre utile per il cannoneggiamento mediatico dell'ultima ora dei grossi calibri contro la barbarie dei 'populismi/sovranismi' (aita, aita!) che rischiano di mandare gambe all'aria l'Europa del nostro scontento.
E un altro 'giornalone' manda in stampa una serie di libri che ci parlano delle dittature trascorse – come a dire agli scarsi lettori loro rimasti: 'Occhio che ci siamo quasi' - perché tutti questi sedicenti intellettuali e giornalisti di grido hanno la fissa e soffrono della sindrome de: 'Al lupo, al lupo!' del fascismo incombente.
E sarà bene che li leggiamo bene quei libri in uscita – e sarà un boomerang per quei direttori di giornale 'embedded' della sinistra al lumicino – li leggeremo con la massima attenzione, promesso, e salterà all'occhio del lettore attento che nessun fascismo/nazismo è alle porte che somigli anche lontanamente con gli eventi del maledetto 'secolo breve': il Novecento violento e assassino delle due guerre mondiali scoppiate a pochi decenni l'una dall'altra – e ancora ci domandiamo come abbiano potuto i genitori e i bis nonni sopravvivere a quel micidiale 'uno-due' che ha mandato al tappeto l'idea stessa di umanità e di 'magnifiche sorti e progressive', e si è concluso con l'atomica sopra Hiroshima e Nagasaki.
Cambiare questa Europa e dotarla di ferrei strumenti di controllo del grande disordine importato dai partiti di s-governo ppe e pse con le immense migrazioni e le enclaves islamiche nemiche cresciute nel cuore delle grandi metropoli europee è urgenza assoluta e vero e solo schermo ad ogni insorgere di fascismi futuri – se lo ficchino bene in testa quegli intellettuali e giornalisti 'embedded' che ci hanno propinato il globalismo e il melting pot universale quale panacea di ogni male.
E il solo risultato di quelle illusorie predicazioni che abbiamo sotto gli occhi sono le vite blindate che viviamo e gli allerta arancione e rossi che scattano ad ogni attentato annunciato dei maledetti assassini jiahdisti. Alle urne, alle urne!
Informazioni su questo sito web
REP.REPUBBLICA.IT
(Non sei ancora abbonato a Rep:? Leggi la preview e decidi se abbonarti) Domenica andiamo alle urne per stabilire se un'altra Europa, che rinunci ai principi liberal-democratici, è possibile
 

mercoledì 22 maggio 2019

L'Europa al giro di boa

Il diavoletto di Maxwell in affanno e l'Europa del nostro scontento.
Lo vedete anche voi che è una questione di particelle che saltellano impazzite dentro la nostra scatola cranica e più sale la temperatura elettorale più aumenta l'entropia dei loro saltelli di qua e di là delle pareti ossee e chiedono di uscire dalla loro prigione perché non ce la fanno più a reggere questo clima di odio diffuso nel paese da un anti fascismo d'accatto che fa da spocchiosa barriera alla pochezza intellettuale dei sedicenti anti fascisti da un tanto al chilo.
Già, perché su Salvini ministro dell'Interno si é sbraitato come i pazzi furiosi con toni e argomenti che fanno cadere le braccia – ed é il solo politico che ci ha messo la faccia e si è tirato sù le maniche sull'annosa questione dei cinquemila migranti quotidiani dello s-governo Renzi-Alfano.
Clandestini che arrembavano sulle nostre coste muniti del vergognoso grimaldello di un buonismo impazzito che scambia i naufragi organizzati dai criminali scafisti a tre/cinquemila euro a testa per ogni morituro imbarcato sui gommoni con i salvataggi dovuti della 'legge del mare' - nata per i naufragi veri ed occasionali di imbarcazioni alla deriva.
E il diavoletto di Maxwell-Salvini – con tutta la sua buona volontà ordinativa di bravo semidio ex padano - non ce la fa più a far uscire dalla scatola le particelle neuroniche più isteriche e che si strappano i capelli saltellando e gridando a più non posso: 'Al lupo, al lupo!'.
E, forse, speriamo, ci penseranno le schede depositate nell'urna elettorale del giorno 26 c.m. a distribuire ai medici in affanno i necessari sedativi e piantare gli aghi nel sedere ai più scalmanati.
Speriamo, facciamo gli scongiuri. Mettetevi una mano sulla coscienza, voi pochi elettori ragionevoli rimasti su piazza. Pensate quale orizzonte di futuro gramo si aprirà il 27 mattina se ancora avremo al parlamento europeo una maggioranza di quei grigi (e costosissimi) burocrati che hanno dato pessima prova di sé nel quinquennio che si chiude.

lunedì 20 maggio 2019

Meditate, gente, meditate


Le europee ultime scorse

Ieri accadeva 21 maggio 2014  
Come l'amore
Si lo so che siete preoccupati, voi gente responsabile che sempre avete votato con coscienza contro ogni estremismo d'antan e ci avete regalato i decenni dell'infamia democristiana - e quegli altri decenni non meno infami del satrapo puttaniere de 'i giudici comunisti' e 'i quattro colpi di stato' e le altre facezie che ancora si ascoltano in tivù e sembrano l'eco in dissolvimento della follia collettiva che sfuma nella pianura padana dei secessionisti in disfacimento di 'Varese ladrona'.
Siete preoccupati, lo so, di questa figura strana che riempie le piazze e grida contro il vostro passato di acquiescenti e complici e, forse, gli riuscirà il colpaccio di arrivare al 27 per cento nelle urne europee e lo sconquasso sarà forte, ma non succederà niente di speciale, credetemi, a parte l'arrivo dell'estate più afosa della vostra vita - come lo è ogni estate nuova che precede l'autunno e ci fa credere che anche l'inverno, in fondo, ha un suo senso nel ruotare del pianeta rispetto alla nostra stella.
E so anche che avete pensato a quella scena bellissima di un film magnifico che è passato giusto ieri in tivù: 'Cabaret' - la scena dove i tre protagonisti stanno seduti a tavola nella trattoria 'Waldruhe' (la pace del bosco) e ad un tratto si leva il canto ammaliante e la voce chiara e l'inno di un ragazzo biondo inquadrato in primissimo piano che cattura l'attenzione di ciascuno e tutti. E mentre il canto ci cattura la cinepresa si allontana e ci fa vedere la divisa del giovane biondo - ed è una divisa da nazionalsocialista e, mano a mano che l'inno avanza e srotola le sue strofe e la musica si fa impetuosa, ognuno dei presenti si alza in piedi e partecipa al coro degli iniziati - e il coro si fa massa e voce sempre più forte e, nel finale, si leva alta la mano destra del biondo cantore nel gesto del 'Sieg Heil' hitleriano che tanta parte del nostro triste passato ha riempito di tragedie e tregenda.
E quando Grillo dice di essere 'oltre hitler' dice una cosa ovvia perchè hitler è già stato in una Storia che nessuno vuole che torni ed è una coglionata e uno spot elettorale renziano o berlusconiano dirlo ri-proponibile e lo ha detto perchè i toni da comizio a volte prendono la mano e se uno ti insulta o ti dà uno schiaffo non è facile porgere l'altra guancia – sopratutto se chi insulta si chiama berlusconi e ci ha fatto vivere i peggiori decenni della nostra vita che 'era meglio morire da piccoli'.
Perciò andate tranquilli alle urne, cari i miei elettori spaventati e fin troppo responsabili nei decenni delle vostre vite. L'estate sarà calda come sempre e il mare piacevole per i vostri bagni e, forse, chissà, neanche usciremo dall'Europa, il che sarebbe stato 'una soluzione' (come l'arrivo de 'i Barbari' della bella poesia di Kavafis) ai tanti dubbi e timori che abbiamo nutrito fin qui sulla tenuta dei nostri conti economici.
Uno scossone ci vuole, ogni tanto, nelle nostre vite. Stimola l'adrenalina, come l'amore, e ci fa sentire vivi e capaci di sognare cose nuove. Provare per credere. Vota Beppe, Vota Beppe, vota Beppe.
 

Il caos, l'ordine e il diavoletto di Maxwell

'Amiamo il caos perché ci consente di provare ad ordinarlo.' A. Beardleys
Il diavoletto di Maxwell ci ha insegnato che si può ordinare il moto caotico delle particelle individuandole e sottraendole man mano al loro gioco caotico originario e al loro fastidioso andare a destra e a sinistra e su e giù e in diagonale come caxxo gli pare.
E Shannon ci ha consegnato una fondamentale teoria dell'informazione che, però, non prevede, dannazione! come si può fare a distinguere il vero dal falso e dividere il grano dal loglio negli articoli che ci capita di leggere.
E così non siamo in grado di contrastare in modo scientifico l'uso distorto e tendenzioso che fanno i giornalisti dei giornaloni associati (La Stampa, la Repubblica e Il Corriere in testa) di quanto avviene nel corso di una campagna elettorale, ad esempio.
Oppure contrastare e correggere e riallineare in una narrazione più reale e prossima al vero i modi e i protagonisti delle presenti migrazioni – presentate ai lettori come tristi ed inevitabili eventi dovuti alla temibile geremiade buonista de 'fame/guerra/carestie' invece di una lotteria (costosa e controversa) di naufragi organizzati da criminali scafisti con la piena coscienza e partecipazione attiva e colpevole di persone che si mettono in mare sapendo il rischio che corrono – e che fanno correre alle loro donne e ai bambini.
Precisazioni e correzioni di una narrazione falsa e tendenziosa che fanno tutta la differenza nel presente dibattito politico e influenzano e informano, se conosciute e diffuse, il libero arbitrio dell'elettore.
E se Salvini, come il diavoletto di Maxell, prova a individuare le particelle caotiche riottose e a sottrarle al gioco caotico dei serissimi pericoli del mettersi in mare scientemente con barconi/gommoni fatiscenti al fine di usare la misericordia dei paesi europei come grimaldello per una assistenza indebita e indifferenziata (tra veri profughi aventi diritto e clandestini che sciamano di là delle frontiere Schengen in barba a leggi e divieti) dovrebbe levarsi un corale peana di approvazione e laudi nei suoi confronti, ma la cattiva e distorta informazione di cui sopra lo trasforma in un Hitler redivivo (vedi il video dei vergognosi studenti e la professoressa incriminata e sospesa) e ci propina le quotidiane, fantasiose e vigliacche accuse di fascismo/razzismo/leghismo - e, una volta di più, influenza e condiziona e distorce i risultati del voto europeo prossimo venturo.
Segno che la scienza non ha ancora percorso per intero il cammino che tutti auspichiamo di dirci dove sta il vero e dove il falso delle tragiche cose e dei luttuosi accadimenti delle cronache, se a destra o a sinistra degli schieramenti politici, se in internet o in televisione – e di ciò ce ne rammarichiamo e sogniamo una futura schiera di scienziati nei campus che ci illumini e metta fine agli stucchevoli e inconcludenti dibattiti in tivù e sulla carta stampata di cui abbiamo piene le scatole, in verità.
Amen e così sia.

domenica 19 maggio 2019

Che la festa cominci.



"May you live in interesting times" is an English expression purported to be a translation of a traditional Chinese curse. While seemingly a blessing, the expression is normally used ironically, with the clear implication that "uninteresting times" of peace and tranquillity are more life-enhancing than interesting ones, which, from a historical perspective, usually include disorder and conflict.
The nearest related Chinese expression is 寧為太平犬,莫做亂離人; nìng wéi tàipíng quǎn, mò zuò luàn lí rén; which is usually translated as "Better to be a dog in a peaceful time, than to be a human in a chaotic (warring) period."[3] The expression originates from Volume 3 of the 1627 short story collection by Feng Menglong, Stories to Awaken the World.[4]
The basic premise of the curse may also be found in a quote by the German philosopher Hegel:

World history is not the ground of happiness. The periods of happiness are empty pages in her.[5]

— Georg Wilhelm Friedrich Hegel
Sembra che i dirigenti della Biennale abbiano battezzato un nuovo tempo verbale: l'auspicativo.
May you live in interisting times, infatti, può essere tradotta come: 'Possiate vivere in tempi interessanti', oppure, come sopra riportato, essere la notazione ironica, risalente a tempi lontani, in cui si chiosava che : 'E' meglio essere cani in tempi di pace piuttosto che uomini in tempi caotici.'
E non vi è dubbio che i tempi nostri, di noi post moderni abitatori del pianeta Terra, sono tempi interessanti e densi di eventi caotici i cui sviluppi ancora fatichiamo a comprendere.
E stiamo tenendo a battesimo l'Intelligenza Artificiale, nientemeno – che un poco ci inquieta perché non ci piace l'idea che delle macchine figlie nostre possano 'animarsi' ed entrare in gioco di umanità relativa e competizione virtuosa con noi e magari sostituirci, in amore e in guerra, le due cose che meglio ci riescono.
E ci intuiamo, in questi nostri tempi interessanti, parecchio fragili, con addosso questo involucro tenerello di carne ed ossa e nervi e tendini soggetti ad usura dopo solo settant'anni di vita e chissà di cosa saranno capaci le macchine che costruiranno altre, più sofisticate, macchine - e Blade Runner è l'orizzonte di riferimento, ma saremo noi a dire, sopraffatti dalle macchine figlie nostre, la famosa frase delle 'navi da combattimento in fiamme sui bastioni di Orione' e 'ho visto cose che voi mutanti neanche immaginate'.
E abbiamo fatto un lungo tratto di strada prima di ipotizzare la nostra estinzione di 'umani' e consegnare l'idea di 'eterno' alle macchine figlie nostre che, di certo, ne faranno buon uso – e chissà se anch'esse/i sapranno produrre, prima o poi, un Rinascimento come quello che abbiamo alle spalle e se nascerà tra loro un Leonardo e/o un Michelangelo che ne uguagli i fasti e la bellezza delle opere.
Ma, per l'intanto, ci accontentiamo di affrontare, piuttosto affannosamente in verità, il globalismo imperfetto dei dazi usati come clave tra nazioni tornate nemiche e le migrazioni massive che producono conflitti quotidiani e vittime innocenti e, di conseguenza i 'sovranismi'.
Sovranismi e populismi che tanto dispiacciono ai sedicenti anti fascisti e ai buonisti anime belle che chissà che idea di mondo futuro hanno in testa e, per il momento, si limitano a cantare 'Bella Ciao' al passaggio di Salvini - fermi come sono a quegli altri tempi, certo più interessanti, della seconda guerra mondiale dei milioni di morti ammazzati e di una Resistenza tardiva e controversa che non ci risparmiò l'onta della firma di Alcide De Gasperi su di un trattato che ci privava degli storici territori.
Di tutto questo non parlano, è vero, gli artisti invitati alla Biennale, ma troverete, in giro per i vari padiglioni, frequenti accenni ai 'barconi', da parte di artisti tanto sensibili e buoni, forse per l'omaggio dovuto al barcone esibito all'Arsenale del naufragio di 700 vittime degli scafisti e del criminale commercio di vite umane incentivato dal pd di s-governo fino a un anno fa e oggi, finalmente messo sotto stretto controllo e ostacolato dal nostro ministro dell'Interno, - che le urne del 26 maggio ce lo premino (auspicativo presente) e gli consentano di meglio operare contro quegli infami assassini.
Tempi interessanti, i nostri, sicuramente, ma ne verranno di migliori, se i sovranismi prenderanno piede e potranno mostrare 'di che pasta son fatti'. Ad maiora.

sabato 18 maggio 2019

Azzardi riusciti




17 maggio 2015
E l'azzardo più grosso è proprio quel titolo di una prossima mostra dedicata ai politeismi del bacino mediterraneo che campeggia sulla vetrina del Mucem prossimo alla spiaggia: 'Migrazioni divine'. Che se campeggiasse su una qualche spiaggia di Pozzallo o di Lampedusa farebbe rizzare i capelli in testa e sembrerebbe l'opera stralunata e demente di un artista in cerca di facile e dubbia fama – come quella di un tale del Padiglione dell'Islanda alla Biennale che ha consegnato chiavi in mano agli islamici veneziani una moschea dentro una chiesa cattolica tuttora consacrata e quelli si fregano le mani e sono felicissimi di tutta quella inattesa pubblicità data al loro caso pietoso di vecchi esodati tuttora privi di un luogo di culto.
E cosa abbiano di divino le odierne migrazioni dei presenti 'popoli del mare' - che quelle mitiche degli storici che ci narrano del collasso di antichissime civiltà a causa di quelle sembrano acqua fresca al confronto con quanto accadrà in Europa nei prossimi anni – non è dato di sapere se non visitando la mostra che aprirà il 24 di giugno, ma già quel che si vedeva ieri in città, per le strade e le piazze, racconta del miracolo di un integrazione urbana possibile, se i numeri non esploderanno e ne seguiranno i conflitti assassini.
E camminando di buon mattino per le vie fresche e assolate che menano in collina noti giardini e parchi in fiore di respiro mediterraneo (le jardin de la colline Puget) che ti aprono il cuore e ascolti il respiro sonnacchioso di una piazza stanca della movida serale in cui campeggia la statua dedicata al mito dell'uomo forte, fortissimo: Milone il Crotonese, - un uomo capace di sollevare un toro e ucciderlo con un colpo alla nuca e lottatore formidabile vincitore di gare olimpiche e condottiero vittorioso nella guerra tra Sibari e Crotone.
Ma è la terrazza di una piccola casa che dialoga col cielo azzurro che più ci incanta e manca il levarsi in sottofondo della colonna sonora di una vecchia canzone francese 'de ma jeunesse' che mette le ali ai piedi e dice 'tutta mia la città', in quest'ora in cui molti ancora dormono o s'aggirano per casa mezzo assonnati in attesa che esca il caffè dalla caffettiera e il forno riscaldi le brioches del giorno prima.

mercoledì 15 maggio 2019

Scelte drammatiche ma non serie

In alto i cuori
Il 5 maggio di un anno ormai lontano moriva un grande della terra, quel tal Napoleone che passò per essere il riferimento di ognuno che esagera, si monta la testa' e si crede un napoleone, appunto – e la parodia universalmente nota passa per il cappello suo famoso e oggi ridicolo calcato in testa e la mano destra sullo stomaco e la sinistra dietro la schiena imitata dai pazzi dei manicomi che abbiamo voluto lasciarci alle spalle perché ormai 'tutto il mondo è paese' (un unico manicomio) e luogo di pazzie sfrenate e incontrollabili – che, se appena ti azzardi a parlare in pubblico di 'normalità' e tentarne una definizione, a tutti i presenti viene un convulso di ilarità irrefrenabile perché è come la 'verità' e la 'giustizia': che ci sian ciascun lo dice, dove sian nessun lo sa. Arabe fenici.
E in campagna elettorale la pazzia collettiva si scatena come in un carnevale: luogo temporale deputato ad ogni mascheramento, frizzi e lazzi in libertà e 'venghino, siore e siori', più gente partecipa, più bestie si vedono e i ragli si sentono alti e hanno echi in tivù e alimentano le disfide nei 'talks shows' più famosi - e perfino il governo giallo-verde è impazzito come la maionese, che l'uovo e l'olio non legano e si va alle europee in ordine sparso e 'l'un contro l'altro armati' suonano gli uni le loro trombe sinistre e gli rispondono le campane leghiste dei 'tre metri sopra lo spread' e 'dopo di noi il diluvio' e 'chi vivrà vedrà' e 'buonanotte al secchio'.
Questo è quanto avevo in animo di dirvi, miei cari lettori, la scelta che farete è importante, esiziale, decisiva, ma non credetevi dei napoleoni nell'urna. Ci sono tutti gli altri 'aventi diritto' europei degli stati membri che voteranno e la loro scelta moderata e/o sinistra deciderà se avremo una rivoluzione in Europa oppure solo una po' di maretta e, passata la festa, la nuova Commissione continuerà a sparare ad alzo zero sui nostri conti pubblici e i mercati si agiteranno, lo spread salirà e l'Italia non se la passerà un gran bene, a meno che non votiate in massa Salvini e Le Pen e Orban – nel qual caso 'sarà tutta un'altra musica' e l'orizzonte degli eventi mostrerà altri colori e.....
Beh, ci si risente il 27 maggio in tarda mattinata, in alto i cuori.