giovedì 21 agosto 2014

La storia che va col passo del gambero

La Storia che va col passo del gambero

Se la recrudescenza del fenomeno 'Isis' - colle 'conversioni' e affiliazioni di rinnegati combattenti che riscuote in Occidente – non cesserà, finirà come cogli immigrati giapponesi in America allo scoppio del conflitto bellico: internati e segregati in campi di prigionia per tema che solidarizzassero colla patria di origine e rinnegassero il 'credo' americano e agissero in segreto contro il paese che li ospitava?

Finiremo anche noi col guardare con occhio severo e nessuna simpatia umana a quegli immigrati di fede islamica, alcuni dei quali, narrano le cronache dell'epoca, si lasciarono andare a manifestazioni di giubilo guardando i video del massacro delle 'Twin Towers', l'11 settembre del 2001: anno di svolta epocale per i rapporti e la disponibilità mentale all'accoglienza che offriamo a quelle genti di strana cultura/ideologia radicale e fondamentalista?

La barbarie e il puro orrore del video in cui viene sgozzato e decollato il povero Foley ci riporta alla mente i sacrifici umani di una Bibbia delle origini - in cui un immaginario Dio vendicativo e 'fondamentalista' imponeva ad Abramo di sacrificare il suo figlioletto, - salvo graziarlo nel finale di questa storia di feroci e ottusi pastori di quelle terre aspre mediorientali e di aspra e sanguinosa barbarie che continua nella post modernità dell'Iraq e di Gaza.

Una gramigna da estirpare, quella dell'Isis, il califfato di ritorno che pretende di trascinare l'Occidente evoluto nel suo medioevo barbarico. Un progetto e una follia regressiva, quella degli jiadisti, che giustamente Obama, scuro in volto, stigmatizza e condanna e seppellirà sotto una pioggia di bombe. Salutare pioggia che dilava ogni marciume.

martedì 19 agosto 2014

Non lo deve sapere

Ci sono canzoni per tutti gli eventi e gli stati d'animo e le stagioni e il sole, la pioggia, la rabbia, l'ira, l'abbandono, la pietà, la militanza. Insomma le canzoni siamo noi, sono la nostra umanità, a volte buona a volte malata, sono la trama sonora del tessuto quotidiano delle nostre vite.

E se è vero che c'è chi sosteneva che 'sono solo canzonette', giusto per mettere fine a una polemica assassina e che nuoceva gravemente alla salute del business discografico miliardario - e per mettere a tacere i soloni che invitavano, invece, a leggere e meditare (mumble, mumble) le più corpose e concettualmente strutturate poesie dei poeti e a meglio nutrire con esse i neuroni - è vero anche che ci sono canzoni per tutti gli stati d'animo e le occasioni della nostra vita e gli amori, (ah, gli amori!) e le illusioni/disillusioni e i dolori e le solitudini e le depressioni.

Ma, l'altra sera, ad una festa con amici, mi è capitato di riflettere sul senso di una canzone un po' 'fuori le righe', ma sopratutto sull'entusiasmo, direi quasi il tifo, il prendere parte solidale delle donne presenti con una tale che si affannava a cantare a gola spiegata che voleva: 'andare ad Alghero / in compagnia di uno straniero (uhu!)' e che quella sua strana e frettolosa decisione non la si doveva raccontare alla povera madre che 'non lo deve sapere / non lo deve sapere!'.

Ed io ero curioso di sapere, invece, il perché di quella corale partecipazione delle signore presenti (un vero coro entusiasta quasi di 'baccanti'), di quel loro sostegno morale e piena solidarietà di femmine alla controversa decisione di quella tale che aveva scelto Alghero - invero non la migliore destinazione possibile, che fosse questione di faticosa rima? - e proprio, tu vedi l'insistenza e il capriccio! con 'uno straniero'.

Che, se quella canzone fosse stata scritta ai giorni nostri, supporremmo che si tratti di un islamico, che so, o un nero, data la recente abbondanza in cronaca degli sbarchi - e si capirebbe l'affanno della madre che 'non lo deve sapere' perché già in tempi non sospetti il bel film 'Indovina chi viene a cena' ci informava delle difficoltà che conseguono ai matrimoni melting pot, figuriamoci oggi che sospettiamo di ogni islamico sedicente 'moderato' che nasconda, invece, un affiliato all'Isis in sonno, - pronto a rivelarsi e prendere parte militare non appena quell'armata islamica sia alle porte dell'Europa. E, se dovesse accadere, apriti cielo! Povere le nostre donne liberate e femministe - che farebbero la fine delle poverette yazide rapite e in schiavitù e oppresse dal nero burqua con affaccio dalla finestrella, carcere e tortura peggiore di ogni altra.

A tutto questo pensavo mentre sorridevo al coro delle baccanti che ballavano dionisiacamente intonando le laudi a quell'improvvida e impudica loro ava che iterava: 'Non lo deve sapere / non lo deve sapere', - povera madre protettiva dei mitici nostri Settanta.


http://youtu.be/hGCTEwmi0sI

domenica 17 agosto 2014

La colpa di Guardi e di Turner

E' tutta colpa del Guardi e del Canaletto e di Turner se viviamo con disagio quest'onda enorme di risacca del turismo dei grandissimi numeri che ci asfissiano - e non ne possiamo più e non sappiamo più a che santo votarci per fermare l'ordaassassina; e non c'è barba di amministratore di destra o di sinistra e/o commissario prefettizio che sappia/possa dare un'indicazione di come potrebbe tornare vivibile questa città di perpetui affanni e immani problemi ridotta a un indecoroso suk metropolitano penoso a vedersi e udirsi.

Perché, se la cammini alle sette di un mattino di luce fulgida e barbagli di colore sull'acqua e nitore di palazzi che vi si riflettono e nessuno per strada capisci che poesia di vita e che 'vivibilità' di silenzi e sciabordii si dava al tempo in cui quei famosi pittori dipinsero quei quadri splendidi di barche da trasporto con le vele a picco e nell'aria tersa solo i richiami tra barcaroli mezzo parenti – e pazienza per gli echi neanderthaliani del loro dialetto non filtrato dalla lingua del Goldoni.

E a quell'ora si fanno gli incontri che rincuorano: di uno scozzese settantenne ma gagliardo che, nel rio che corre parallelo alle Zattere, rema con discreta perizia a bordo di uno 'sciopon' - e lo saluti e ti risponde, felice, che quello è il bello del silenzio e la magia della città: remare. E i palazzi che affacciano sul rio gli fanno schermo e grazia di una grande nave che transita giusto dietro, nel canale della Giudecca, e la maledizione della postmodernità torna prepotente, - ma sono ormai le nove ed è la trista città di sempre e del troppo di tutto e di niente che torna a mostrarsi.

mercoledì 13 agosto 2014

Dell'alzare gli occhi al Cielo

E' vero che 'ci sono più cose al mondo...' di quante ne possiamo immaginare – e sono sempre stato in ammirazione estatica delle foto di Monika Bulaj che ci narrano dei riti e dei miti e della pervicace voglia di religiosità di ogni popolo epaese.
Ma dirsi cristiani in alcuni paesi oppure islamico settari (sunniti contro sciiti e le altre sottospecie e varianti della storia religiosa di quelle lontane regioni) può essere pericoloso - e il mito della religione unica e dell'unico dio ognora ci viene riproposto sulla scena della Storia e comporta stragi e massacri al grido velleitario e assassino de 'Dio lo vuole'.

E meglio sarebbe constatare, alzando gli occhi al Cielo, che gli sfilacci di nuvole o i cumuli nembi non nascondono altro che la mutevole gassosità dell'atmosfera terrestre - e aveva ragione il primo astronauta russo a burlarsi della Fede e dei fedeli sottostanti raccontando che, di là dell'atmosfera terrestre, c'è solo un muto mare di stelle e il buio del Cosmo misterioso da solcarsi colle navicelle spaziali e nessun preteso dio col leggendario corollario di empirei e santi e beati e troni e dominazioni e arcangeli alati.

Perché la cronache degli yazidi in fuga sul monte, assediati e liberati dall'aviazione dei soliti noti - e il ritorno del Califfato e tutta la varia imbecillità di eserciti che si muovono sotto l'egida della 'sola e vera religione' – ci riportano al medievo avvilente delle guerre sempiterne e inestirpabili e alla preistoria dell'uomo e fanno battere il passo alla scienza dei viaggi spaziali che, soli, ci diranno corpo e anima di un'umanità che mira alle stelle e decolla, finalmente verso gli orizzonti di un futuro comune e 'glorioso' davvero.
 (4 foto)

martedì 12 agosto 2014

Maturazioni

A volte, dimenticare a casa il libro a casa quando ci si reca nell'ambulatorio del medico, può giovare. Rovisti nelle riviste sul tavolino, una più scema dell'altra, ma capita di trovare 'Io donna' e scopri, nel leggere le interviste alle varie protagoniste femminili che esistono al mondo, donne straordinariamente dotate e talentuose e che pronunciano frasi come queste che incantano : 
'Per me un appuntamento romantico è quello con qualcuno che sappia ascoltare e stare con te senza fissare compulsivamente il telefonino. E' raro, sa, trovare oggi una persona cosi..' (Shailene Woodley, attrice – 'Paradiso amaro' - Colpa delle stelle' ecc.)

E perfino la Sabina Ciuffini, si, quella dei quiz con Mike Buongiorno, quella che, all'epoca, - noi impegnati in eventi decisivi che credevamo 'rivoluzionari', beata ingenuità -, ci pareva un oca giuliva rotta alle peggio esperienze di una tivù-cattiva maestra, Sabina, dicevamo, è oggi un incanto di 64enne, le cui sapide affermazioni e resoconti di vita vissuta ce la raccontano ben altra da quei supponenti nostri pensieri de 'la meglio gioventù' della rivoluzione.

Racconta Sabina: '… Con trenta milioni di spettatori mi trasformai in un gadget. (…) Avevo il terrore di finire sui giornali. Bastava per diventare, se posso dirlo, una puttana. Con autodisciplina imparai una doppia vita. I quiz e i collettivi femministi. (…)
E, sull'amore: 'Ci siamo amati per due anni. Non mi pento di nulla. (…) Va sempre alla stessa maniera: la spinta si indebolisce e tu non ami abbastanza la felicità che ti dà l'amore per alimentarlo con la dedizione. (…)

Orpodunbacco! Dubbio atroce : ma è cambiata lei o siamo cambiati noi, ex rivoluzionari - che oggi la più radicale rivoluzione possibile ci pare il rispetto della legalità e delle regole convenute e del codice penale? Ci saremo mica inteneriti (orrore!) per via delle varie e diverse vicende del vivere nostro quotidiano e per l'esperienza del dolore che, come diceva Ho ci min 'matura la nostra umanità' ?

venerdì 1 agosto 2014

LA DESTRA, LA SINISTRA E I SOGNI SBAGLIATI

Sarà di destra o di sinistra chiedere, auspicare, organizzarsi e agire politicamente al fine che le troppe tragedie regionali mediterranee non diventino automaticamente infiniti 'barconi' che approdano sulle nostre coste - e non sappiamo più dove stiparli e le cronache di conflitti sociali e degrado urbano ne conseguono inevitabilmente e ci indignano e ci fanno arrabbiare?

Sarà di destra o di sinistra o 'leghista' il pensare ai nostri Sessanta-Ottanta - anni di discreta crescita economica e benessere e posto di lavoro fisso, e le città fiorivano e si rinnovavano architettonicamente malgrado la maledetta corruzione degli affari e degli appalti - come a una sorta di età dell'Oro, paragonata a questi nostri giorni di affanno e infamia in cui condividiamo la miseria e il non lavoro e i continui tagli al welfare con i nostri ospiti immigrati da noi da ogni tragedia regionale?

E se Obama chiede al Congresso i poteri necessari a rincrudire e rendere più efficace la lotta contro l'immigrazione clandestina del vicino Messico gli toglieremo il Nobel per la pace e l'aureola di 'primo presidente nero' delle immense speranze di riscatto del 'terzo mondo' che si è fatto 'melting pot' esemplare in quella lontana nazione?

E sarà pure una 'vendetta della Storia' questo disperato affluire e formicare di indigenti e poveri da ogni parte del mondo, - una ri-scrittura de 'Il Capitale' di Marx - ed è vero che 'non hanno da perdere che le loro catene', ma se poi li ritroviamo mendichi a centinaia per le strade delle nostre città e dediti a spaccio e piccoli commerci illegali, sarà questo il 'paradiso in terra', la 'terra promessa' la 'salvezza' e l'orizzonte di futuro che sognavano solcando le onde e rischiando la vita propria e delle loro donne e i figli per un sogno sbagliato?

p.s. C'è un bell'articolo su tanta questione di Timoty Garton Ash - su 'la Repubblica' di oggi - che non riesco a trovare e copincollare. Ne hanno dato parziale lettura a 'Prima pagina'. Merita di leggerlo.

Foto: Sarà di destra o di sinistra chiedere, auspicare, organizzarsi e agire politicamente al fine che le troppe tragedie regionali mediterranee non diventino automaticamente infiniti 'barconi' che approdano sulle nostre coste - e non sappiamo più dove stiparli e le cronache di conflitti sociali e degrado urbano ne conseguono inevitabilmente e ci indignano e ci fanno arrabbiare?

Sarà di destra o di sinistra o 'leghista' il pensare ai nostri Sessanta-Ottanta - anni di discreta crescita economica e benessere e posto di lavoro fisso, e le città fiorivano e si rinnovavano architettonicamente malgrado la maledetta corruzione degli affari e degli appalti - come a una sorta di età dell'Oro, paragonata a questi nostri giorni di affanno e infamia in cui condividiamo la miseria e il non lavoro e i continui tagli al welfare con i nostri ospiti immigrati da noi da ogni tragedia regionale?

E se Obama chiede al Congresso i poteri necessari a rincrudire e rendere più efficace la lotta contro l'immigrazione clandestina del vicino Messico gli toglieremo il Nobel per la pace e l'aureola di 'primo presidente nero' delle immense speranze di riscatto del 'terzo mondo' che si è fatto 'melting pot' esemplare in quella lontana nazione?

E sarà pure una 'vendetta della Storia' questo disperato affluire e formicare di indigenti e poveri da ogni parte del mondo, - una ri-scrittura de 'Il Capitale' di Marx - ed è vero che 'non hanno da perdere che le loro catene', ma se poi li ritroviamo mendichi a centinaia per le strade delle nostre città e dediti a spaccio e piccoli commerci illegali, sarà questo il 'paradiso in terra', la 'terra promessa' la 'salvezza' e l'orizzonte di futuro che sognavano solcando le onde e rischiando la vita propria e delle loro donne e i figli per un sogno sbagliato?

p.s. C'è un bell'articolo su tanta questione di Timoty Garton Ash - su 'la Repubblica' di oggi - che non riesco a trovare e copincollare. Ne hanno dato parziale lettura a 'Prima pagina'. Merita di leggerlo.