giovedì 14 marzo 2019

Maledette primavere. Ieri accadeva.

Maledette Primavere
L'umanità non è felice. Almeno ad ascoltare alla radio, la mattina, chi ci legge le prime pagine dei giornali. C'è uno iato tra quanto apprendiamo dalle radio/televisioni e dai giornali e quel che ci capita di osservare a spasso per la città: i sorrisi e i saluti tra le persone e le esultazioni dei bimbi che giocano e i cani che si rincorrono.
Come se i giornali e le tivù si fossero dati il compito istituzionale di ricordarci che la felicità/serenità del nostro vivere quotidiano è illusione miope ed effimera e che il dolore dei rifugiati siriani nei campi profughi e le lotte tribali e religiose nel sud Sudan e la Cecenia schiacciata dal tallone dell'ex padre-padrone russo sono la norma, invece, l'orizzonte di riferimento del Male necessario e inestirpabile dalla storia dell'evoluzione umana.
E davvero è sorprendente e angosciante questo suo prevalere (del Male) e 'dettare l'agenda' delle vite nostre – e ancora non mi capacito di cosa sia davvero accaduto in Siria, or sono tre anni fa, e del chi contro chi di quella guerra civile da nessuna prevista contro una dittatura tutto sommato 'soft' che, paragonata a quanto è avvenuto dopo lo scoppio del conflitto, ci sembra un delitto che quei gruppi e fazioni l'abbiano criticata armi alla mano e sperato di spazzarla via sull'onda delle 'primavere arabe'.
E dirle 'primavere', con tutti quei morti ammazzati e gli orizzonti futuri bui e quantomai incerti, è ironia feroce e sembrano 'inverni', invece di un'umanità che non sa che sia il meglio per sé e come, spesso, il meglio sia nemico del bene - e 'si stava meglio quando si stava peggio', vecchio adagio che resiste invitto e mai contestato, ahinoi.

Misericordia!

Buongiorni e altri buongiorni


14 marzo 2015
Non è chiaro il perché papa Francesco, alias Bergoglio, dice che il suo pontificato sarà breve. E' chiaro, chiarissimo, invece, il perché del suo grande successo personale ed è l'apoteosi della 'misericordia' – sentimento dell'animo umano desueto e sconosciuto in questi anni del terzo millennio entrante, e che già ci ha deluso, al quale Francesco dedica un Giubileo, nientemeno.
E, in realtà, siamo tutti fin troppo misericordiosi, in questi anni di piena e assoluta libertà che sconfina nella licenza e nel 'caxxo che ci pare'. E le città del mondo sono piene di fatti orribili e misfatti verso i quali siamo naturalmente misericordiosi e assolutori e tutto perdoniamo del male necessario che ci affanna. E, qui da noi, abbiamo perfino la prescrizione, che tutto cancella delle colpe senza indagarle a fondo, e il 'terzo grado di giudizio': che manda assolti criminali notori e le genti danarose malgrado le evidenze processuali e grazie ai cavilli di avvocati costosissimi capaci di torcere il diritto in rovescio e far ridere i polli di Renzo.
E provo a immaginarmi un mondo in cui trionfa, invece, la Legge e la Giustizia e 'l'Ordine per Dio!' e, a parte i dintorni dell'Isis, non riesco a trovare nulla che gli somigli e sia proponibile – in questi anni di lassismo universale e rovina morale e di rifondazione dei valori di un tempo ormai davvero lontano – per la qual cosa i gay sono benedetti e accolti, si riconoscono i diritti di adozione alle famiglie nuove, si cancellano i reati minori perché le carceri straboccano e via elencando delle buone notizie che ci vengono ogni giorno dalle cronache.
E Savonarola resta consegnato nella sua nicchia storica - da nessuno più frequentata e visitata - di predicazioni apocalittiche e di Inferni minacciati a cui non crede più nessuno – e chissà la sorpresa post mortem, di ritrovarci in grandissimo numero punzecchiati dai forconi diabolici e Caronte che ci urla di stiparci nel traghetto orribile tra i fetori delle paludi stigie e la coscienza dissepolta della Colpa Originale e delle nostre mille colpe personali (abuso dei telefonini incluso) che affiora e ci tormenta e ci strazia dentro - e un'eternità di pena ci fa impazzire i pensieri e saranno 'alti lai' dovunque e 'stridor di denti' di orribili genti ignude.
Misericordia!!

mercoledì 13 marzo 2019

News from Cartoonia (2)

Eppur si muove - e dura da quasi un anno.  12 marzo 2018
Ci piacerebbe definirla 'la creatività al lavoro' – e se fossimo dei creativi pubblicitari al servizio dell'attuale fase politica potremmo disegnare degli scenari grandiosi : un grande sole al tramonto con al centro uno sfilaccio di falce e martello in dissoluzione e un altro sole che sorge ad est con la faccia sorridente di Di Maio: il nuovo 'sol dell'avvenir' di una sinistra rigenerata e che si tuffa e si diluisce nel mare orientale a 5 stelle.
Che mille pesci di ogni genere e dimensione crescano e si riproducano in questo profondissimo mare immaginario.
E' la tesi senile di E.Scalfari e del Vaticano – e dispiace che si trovino in giro tanti cantori di questo paesaggio 'nuovo' perché odora, invece, di rancido e stantio: De Gasperi risorto (evocato dal Di Maio) e una nuova 'democrazia cristiana' alle porte con l'imprimatur e la ola di Francesco il Misericordioso. E, naturalmente, sullo sfondo, ius soli e dimenticatevi i rimpatri dei clandestini.
Appallottolo il disegno e lo fiondo nel cestino.
Lo scenario opposto, e il disegno che abbozzo, è quello di due 'uomini duri', due tipi da 'Lunga Marcia' attraverso il deserto delle avversità, che si stringono la mano in primo piano sullo sfondo di un paesaggio italico di macerie e uomini neri che scappano in tutte le direzioni gridando: 'No, il rimpatrio no!. Altamente improbabile e inviso a Soros e alle o.n.g. da lui foraggiate. Altro lancio e fionda nel cestino.
A reggere queste suggestive ipotesi ' creative' è l'ambiguità politica del M5S a guida Di Maio e il suo essersi costituito a polo di raccolta, da destra e da sinistra, degli elettori scontenti del quindicennio berlusconiano e, di contro, di quelli in uscita dal pd e dalla sinistra di s-governo del dopo Monti.
Una contraddizione destinata ad esplodere di fronte alla nuova polarizzazione dei cosiddetti 'populisti' delle frontiere chiuse e da chiudersi ulteriormente e di una sinistra sociale dura a morire e che agonizza nel suo letto di ospedale con i noti gemiti strazianti di 'accogliamoli tutti' e 'no ai fascisti' (che vi sian ciascun lo dice, dove sian nessun lo sa).
E le imprese funebri di entrambi gli schieramenti vincitori di fuori pronte alla celebrazione di un funerale 'di terza classe' in terra non benedetta.
Meglio la 'terza via' suggerita da un tale che scrive su 'Il Corriere della sera': brevissimo intermezzo 'di riflessione' ed elezioni bis fra qualche mese che mostrino agli elettori oggi confusi che chi è di destra dentro al M5S se ne torna all'ovile e chi geme, invece, in consonanza con quelli ricoverati in ospedale e prossimi a defunzione vada dove vuole o faccia dimagrire il movimento con una massiccia e desolata astensione.
Chi vivrà vedrà. That all, folks!

I condottieri e le battaglie

I condottieri e le battaglie


I condottieri e le battaglie - 10 febbraio 2014
Guardavo le straordinarie immagini in 3D del film '300 L'alba di un impero', l'altro ieri, e tutto quel fragore di battaglie e di morti ammazzati dalle due parti in conflitto mi stordiva – e non mi capacitavo del come avesse potuto un esercito di contadini così poco numeroso atterrire a distruggere una flotta doppia e tripla e Temistocle trionfare sul prodigioso Serse, figlio di dei satrapici orientali.
La libertà, si dice, si narra. La forza della democrazia ateniese che rinasce dalle ceneri dell'incendio della sua città e gli stupri e i massacri dei civili e apre alla leggenda della Grande Ellade.
Ma è agiografia della nostra cultura occidentale - e nel fuoco e nel sangue delle battaglie è davvero difficile dire se sono i valorosi combattenti di una delle due parti a fare la Storia o la casualità di eventi miracolosi e interventi 'divini' (così si credeva) che fanno la differenza tra vittoria e sconfitta. Così fu per la tempesta che affondò e mandò sconfitta la Invincible Armada spagnola e disse Grande Elisabetta 'la bastarda' e consacrò la leggenda del suo lungo regno.
E, a proposito di condottieri e battaglie, ecco sul proscenio Temistocle-Renzi che affabula da Fazio da par suo promettendo mari e monti (Monti no, per favore!) e la rinascita del paese a partire dai consumi delle famiglie. Bella mossa. 100 euro in più in busta paga sono un'arma formidabile di propaganda elettorale – ed è vero che i consumatori votano e le imprese no, ma può essere che, se ripartono i consumi, il traino ci sia e la nave Italia voli nell'aspro mare delle procelle economiche che ci affliggono da un tempo così lungo ormai da non ricordare più quando 'si stava meglio' e perché. Lo aspettiamo al varco delle Termopili, il nostro Temistocle, e gli auguriamo che vinca la battaglia navale di Salamina e inizi l'alba di un impero economico e suo personale che durerà mill'anni, se ci riuscirà e i disoccupati avranno sussidio e troveranno lavoro.
In bocca al lupo e crepi – e, per una volta, mostriamo un filo di ottimismo e sfoderiamo le spade dei consumi e alziamo i cori dei peana del lavoro che ritorna. Uh! Uh! Viva Atene e Sparta unite nella lotta! Una faccia, una razza?
L'immagine può contenere: disegno


E non si dica che non ci abbiamo creduto, in Renzi-Temistocle, ma, ahinoi, non aveva la stoffa. Parce sepulto.

Se sia lecito....

Se sia lecito prender l'armi contro l'avversa fortuna..... 13 febbraio 2017
E la controversia turco-olandese su: 'Se sia lecito entrare in casa d'altri a tenere comizi infuoca(n)ti che decideranno il futuro della democrazia turca (i lacerti che ne residuano dopo il contro-golpe di Erdogan)', - o, di contro, se sia 'fascista' e 'nazista' l'impedirlo e il decidere, finalmente! da parte del governo olandese (e danese e austriaco) che il troppo stroppia davvero - e la presenza dell'islam in Europa è diventata ingombrante e forse non più gestibile coi normali canoni delle democrazie occidentali, - quella controversia ci racconta di una insostenibilità globale di tutta questa massa di immigrati incistati nelle grandi metropoli a centinaia di migliaia che importano i loro conflitti originari e i medioevi di ritorno da noi e ci costringono a farcene carico sia in tema di vite blindate e di gestione allarmata dell'ordine pubblico post attentati, sia in termini di reazioni politiche forti, 'populistiche' - come dicono i 'buonisti' dai neuroni fortemente infiammati nelle loro giaculatorie e geremiadi inutili e iterano ai comizi per esorcizzare la sana reazione popolare e di buon senso che li avversa e li spaventa.
E il dado è tratto da gran tempo, ormai, e il danno di una immigrazione caotica e niente affatto integrata/bile è fatto e urge elaborare in qualche modo questo immane conflitto - e l'anno in corso e le elezioni prossime venture in molti paesi europei ci diranno se saremo capaci di rilanciare l'identità occidentale e il governo forte dei conflitti o se, invece, dovremo continuare a contare i morti sulle piazze e le strade e gli aeroporti dei troppi 'radicalizzati sul web' le cui gesta hanno riempito i due ultimi anni orribili del nostro scontento.
 

venerdì 8 marzo 2019

Rossi di sera ostinati

That's alla, folks!  - 09 febbraio 2013
Che il futuro sia 'nelle mani degli dei' è espressione tuttora in auge, malgrado gli dei siano stati derubricati a 'leggenda metropolitana' da gran tempo e i loro templi distrutti già in antico dagli invasati 'cristiani' che affermavano con la violenza il loro 'verbo unico' (vedi la fine di Ippazia, la filosofa pagana).
Ed è vero anche che 'gli dei accecano chi vuol perdere' perché gira un virus micidiale, di questi tempi, una malattia di Crohn che costringe gli elettori tutti, di ogni schieramento e convinzione a votare 'di pancia', seguendo l'ira e lo sdegno piuttosto delle considerazioni assennate sullo spread che ci tallona da presso e la Fitch che ci declassa impietosamente.
E chissà che cosa succederà alle prossime elezioni – da qui a sei mesi, dato il semestre bianco- e se saremo ancora in Europa e se l'economia si riprenderà. L'oracolo di Delfi avrebbe predetto, ambiguamente, com'era suo costume: 'Diffida del canto del grillo e affidati al rosso'.
No, non Bersani, che avete capito!? Al 'rosso di sera' che com'è noto 'bel tempo si spera'.
That's all, folks!

News from Cartoonia. Un anno dopo.

News from Cartoonia, un anno dopo


Tutto quello che avreste voluto sapere sul futuro dell'Italia e vi ha sorpreso per la sua imprevedibilità. 


- 09 febbraio 2018
News from Cartunia. 
C'è chi la butta sul ridere e, come nella nota barzelletta, invita i singoli partiti a: 'Vai avanti tu che a me mi vien da ridere.' (M.Feltri su 'la Stampa') e c'è chi sta arroccato sulla sommità del monte rilasciando criptiche dichiarazioni che hanno lo scopo di fomentare i dubbi a aumentare la confusione. Ma c'è anche chi – il solito noto – non avendo più molto filo delle Parche che gli basti per 'tenere il passo' delle italiche contraddizioni e confusioni si offre sul mercato delle 'larghe intese' e si prova a 'fare le scarpe' all'unico protagonista della scena politica che non parla con lingua biforcuta, il prode Matteo. Che avete capito? Salvini!
Già perché a quest'ultimo va consegnata la palma della coerenza politica e rivendica la guida della coalizione come pattuito ante, grazie al suo 17,7 (percentuale da batosta pd), e chissà che coalizione potrebbe uscire dall'offerta prostitutiva di forza italia che già si smarca e ancheggia verso il fronte degli sconfitti sinistri, ma, insieme, faranno al massimo una marchetta e ci vorrà il 'senso di responsabilità' del M5S per avere una Grosse Koalition degna del suo nome. Molto 'Grosse', ma assai poco coesa e con che programma? Ius soli e flat tax? Vai avanti tu che a me mi vien da ridere.
E non è meno esilarante l'invito al 'senso di responsabilità' da parte del ficus beniaminum esposto sul balcone del Quirinale, perché, va bene l'esortazione canonica da 'capo dello stato', ma uno sguardo al pallottoliere dei seggi in parlamento bisognerebbe pur darlo prima di mettersi davanti ai microfoni ed emettere oracoli senza senso. Ed è meglio non parlare del programma perché ci invischierebbe in una discussione senza fine, compresa quella sui moduli per ottenere il 'reddito di cittadinanza' - fatta al Caf cgil da parte di giovani di belle speranze del nostro sud a maggioranza 5S. That all folks! Al prossimo cartoon.
L'immagine può contenere: spazio all'aperto

giovedì 7 marzo 2019

La Grande Bruttezza


La città strana (5) 06 marzo 2014


Se ti affacci sulla 'piazza' alle otto del mattino del primo giorno di Quaresima gli operai del Comune sono già al lavoro per smantellare il palco del Carnevale ed è un grande disordine che fatichi a toglierle di dosso e immaginarla pulita e silente e con lo splendore della sacra basilica a chiudere la prospettiva e proiettarla sulle cupole e sul cielo terso.
Ma se giri l'angolo della loggetta del Sansovino ti coglie la vertigine della 'grande bellezza' di questa città - e ogni diapositiva degli sguardi mirati sulla sfilata delle statue immobili stagliate sull'azzurro e/o sulla colonna del Todaro con lo sfondo dell'isola di san Giorgio la dice miracolo della Storia e architettura mirabile di là del fragoroso rotolare del Tempo.
E cento altre immagini di questa sua bellezza è facile raccogliere a quest'ora del mattino in una città ancora vuota di presenze - e viene in mente la frase del Principe di Salina che: 'Dopo aver creato la Sicilia e averla giudicata troppo bella Dio creò i siciliani a riequilibrarla' (libera citazione). Aggiustate sui veneziani e sui turisti in visita.

E, se ritorni sulla piazza e ti avvicini alla porta della basilica per osservarne i mosaici e i capitelli, noti lo sfregio delle tre sedie di un bar poste davanti al sacro portone – licenza di festosi ubriachi della notte appena scorsa - ed è insulto alla bellezza che nessuno pare notare, anzi! Uno dei vigilanti della basilica invita, ridendo, il collega a 'fare una foto' e 'non c'è santo che tenga' o sacralità che si rispetti in una città che della sua piazza ha fatto il centro-motore della licenza carnascialesca a fini mercantili - e il frastuono della musica del palco entra prepotente all'interno durante la visita e si fa beffe degli scritti che invitano al silenzio e al rispetto del sacro luogo.

E quando ti allontani e torni alla città degli uffici e dei commerci che comincia a popolarsi e le prime comitive di cinesi 'foto, foto, foto' prendono possesso della piazza al seguito della guida turistica con l'ombrellino rosso levato alto, ti vien fatto di pensare al perché ci veniamo così poco e di malavoglia, noi indigeni ostinatamente legati a un'idea di decoro e di 'grande bellezza'.

Forse per la stessa ragione per la quale abbiamo deciso di non tornare nei luoghi del vasto mondo che ci hanno regalato un'emozione or sono quarant'anni fa e, se ci torni, ti coglie l'avvilimento per la grande bellezza che c'era e se n'è fuggita a gambe levate - e vedi la sfilata dei mille alberghi e relativi turisti sulle spiagge dove andavano le tartarughe marine a deporre le uova e c'erano solo i villaggi dei pescatori a distanza di chilometri l'uno dall'altro.
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mercoledì 6 marzo 2019

Piogge ed altre piogge. Ieri accadeva.



Adoro la pioggia. E' sexy. E dilava e pulisce, il che, in questa nostra città di pietra e di oltre quindicimila cani (le stime sono in rapidissima crescita) e di turisti e 'giovani' gozzoviglianti che si accovacciano impudichi nelle calli nascoste durante le tristi notti dei 'carnevali', è garanzia di igiene pubblica, insieme alle 'acque alte'.
Ma la pioggia ha prodotto mirabilie di poesia, ne converrete - e, senza, non avremmo gli splendidi versi de ' piove sui ginepri folti di coccole aulenti, piove sui nostri volti silvani, piove sulle nostre mani ignude, sui nostri vestimenti leggeri e sui freschi pensieri.....' del bravo D'Annunzio.
E non avremmo le 'foreste pluviali' - con quella po' po' di ricchezza arborea e di medicamenti vegetali che ancora non conosciamo appieno e già ne abbiamo distrutto oltre la metà negli ultimi due secoli.
E se piove a Venezia il sabato di Carnevale, poco male, la pioggia è creativa - e le bellissime maschere che ho visto in vaporetto recarsi nella magica piazza delle esibizioni e dei premi mostreranno le loro facce splendidamente dipinte con le colature creative di una pioggia che 'allaccia i malleoli' e:
immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d’arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Portate pazienza. Presto la primavera verrà e vi lamenterete del caldo, o reprobi cittadini.

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martedì 5 marzo 2019

Leave or remain - Ieri accadeva

Vive e lotta insieme a noi. 06 marzo 2013
'Lascio' e 'resto' sono le moderne polarità della contesa politica che immettono aria nuova nel sistema democratico e rappresentativo.
E ieri è morto Hugo Chavez, dopo 14 anni di 'regno' e la regina Elisabetta rischia di lasciare anch'essa, dopo 61 anni di pacifico impero, per una banale gastroenterite, - chissà che cosa le è venuto in mente di mangiare, poverina, alla sua età.
Ma, fuor di battute, è vero che presenza e assenza dominano il nostro vivere quali categorie filosofiche e quali fantasmi per i quali ci struggiamo in amore e in morte.
E lasciare questa valle di lacrime è evento quanto mai traumatico perché 'definitivo', irrevocabile davvero e sorprendente per chi, come noi, si è tristemente abituato alla manfrina del principe degli imbonitori che 'lascia' e 'torna' e 'resta' a suo piacimento, malgrado la sua presenza sulla scena politica sia indigesta come e peggio di una gastroenterite grave e ci costringe a continue corse verso il luogo deputato alla consegna. E speriamo che la magistratura se lo porti al più presto e lo consegni nel suo inferno deputato: quello dei cialtroni emeriti e arroganti e fieri dei loro intrallazzi e le corruzioni che ne fanno la storia personale e imprenditoriale.
E la riflessione che si fa, in questo giorno di lutto politico, è sulla lunghezza eccessiva del regno dei dittatori – e ancora a Cuba si spia il decorso della malattia occulta di Fidel e fioriscono le leggende su un suo sosia che ne avrebbe preso il posto per garantire la continuità del sistema politico tutt'affatto speciale e carico di antica gloria che solo quella figura carismatica garantisce.
E per chi, come me, ha attraversato tutto lo spettro delle dittature latino-americane sostenute e imposte dai 'gringos' imperialisti degli U.s.a. e ancora ha negli occhi e nelle orecchie gli echi dei massacri consumati dai militari cileni di Pinochet e dagli argentini di cui alle 'madri della plaza de mayo', Hugo Chavez è figura eroica, pur se smargiasso e sbruffone e 'fuori misura' nelle sue arringhe e comizi – ma non poteva essere diverso se lo si rapporta allo strapotere della potenza americana che, invano, per lunghi e dolorosi decenni, ha cercato di spegnere la fiamma delle rivoluzioni socialiste e dei diritti dei lavoratori delle fabbriche e dei 'campesinos' senza terra.
Hugo Chavez è morto, viva Hugo Chavez – che ancora vive e lotta insieme a noi.
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Gioiosi anniversari

Exultate, iubilate.  -  05 marzo 2018
Buongiorno! Nel vero senso dell'augurio. Facciamoci una applauso, anzi: sconfiniamo nell'ovazione. E' un trionfo, un peana di vittoria, un inno nazionale riscritto per l'occasione: 'Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta! (Okkei, okkei, non esageriamo).
Ma battiamo la grancassa in giro per paesi e cittadi, accendiamo le miccie dei fuochi d'artificio, apprestiamo gli archi di trionfo ad imperitura memoria per il passaggio dei carri dei generali vittoriosi col codazzo dei prigionieri incatenati.
E non si dica che 'salto sul carro del vincitore' perché basta che vi rileggiate una decina dei miei post pregressi o l'intero mio corpus feisbuchiano degli ultimi tre anni e mi confermerete che: 'Si è vero: ce l'avevi detto e predetto e annunciato a chiare lettere che 'chi è causa del suo mal pianga se stesso' – e il generale-imbonitore Renzi oggi si lava le profonde ferite al petto e all'addome e contempla le migliaia di morti e feriti e dispersi lasciati sul campo di battaglia elettorale.
E, forse, si ritirerà di là dell'Arno con i pochi fedeli che gli rimangono e si dedicherà alla coltivazione biologica delle patate. Ho detto 'forse', perché già il 4 dicembre di due anni fa aveva annunciato il ritiro, il marrano, e la presente sconfitta è una continuazione di quella battaglia persa e speriamo che il suo nome venga cancellato dagli annali della politica e la sua stella cadente rinominata fra qualche mese in: 'Renzi chi?'
E l'abadessa del corrotto convento di Montecitorio, la maestrina dalla penna rossa altezzosa e depositaria esclusiva di verità rivelate sull'accoglienza misericordiosa senza limiti e confini, una volta stracciata la tonaca e scesa in politica, ci mostra il suo vero consenso nel paese: un miserabile 4 per cento buono solo per ritirarsi a fare gli esercizi spirituali dai camaldolesi a battersi il petto e recitare il mea culpa e il 'perdonami o Signore' fino a raggiunta età senile e prossime visioni di paradiso ultraterreno.
E sappiate che questa rotta di Caporetto, questa battaglia delle Ardenne che sconfigge l'Europa dei Soloni improvvisati e imbecilli che ci dicevano 'populisti' (e non sanno di cosa parlano), inciderà in profondità negli equilibri continentali del prossimo decennio e sarà la chiave di volta di ogni governo futuro di qua e di là delle Alpi - e si metterà finalmente al primo posto dell'agenda europea la questione delle frontiere e dei campi profughi in cui gli s-governanti sinistri hanno trasformato le nostre città e i paesi. Ma non crediate che gli Juncker e la Merkel e la Bonino amica di Soros si mostreranno remissivi e si diranno colpevoli del disastro sociale in cui ci hanno precipitato, anzi!
La sconfitta li renderà rabbiosi e revanscisti e continueranno ad ammannirci la loro pelosa misericordia e l'obbligo morale di una accoglienza senza limiti perché è il loro malato vangelo, la loro infiammazione neuronica di mistici sinistri da tre palle un soldo che hanno scambiato la pietas - una lodevole attitudine dell'animo umano - per una politica.
E hanno lanciato incessantemente, negli ultimi decenni, urbi et orbi – Africa, Medio Oriente e Bangladesh e Afganistan - il messaggio disastroso del 'venite, c'è posto per tutti'.
E l'effetto inerziale di quell'annuncio folle lo pagheremo salatissimo per altri decenni futuri e faticheremo molto a mettere ordine e imporre una vera integrazione nelle periferie urbane delle disastrate metropoli, ma il segnale è lanciato alto e clamoroso, un'altra battaglia contro la follia sinistra è stata vinta – dopo la Brexit, Trump, il referendum renziano, e l'ascesa in Austria di un diverso cancelliere, e la Merkel da mesi alla ricerca di una sudatissima coalizione di governo.
Oggi tocca all'Italia e sarà dura tornare a un'idea condivisa di ordine e legge e rispetto della legalità repubblicana, ma siamo in cammino e inizieremo la ricostruzione aggirandoci tra le macerie e le rovine del post terremoto sinistro per constatare i danni e i costi.
Chi vivrà vedrà. Facciamoci gli auguri, ne abbiamo un gran bisogno.
 

domenica 3 marzo 2019

Brandelli di Storia

26 febbraio 2016
Migliore di una frettolosa visita televisiva di Daverio, il cui merito è di avere offerto lo spunto e suscitato la curiosità, è la visita e la ricerca che si fa in rete a dirci chi era William Hoghart (1697-1764) e quale sia stata la sua qualità di acuto e satirico osservatore e pittore egregio della vitalità del suo tempo e delle sue genti.
Un tempo che, nel frettoloso e distratto compendio che ritenevamo nella memoria scolastica, ci si presentava quale teatro di terribili guerre di religione e di sanguinose successioni ai troni contesi tra le diverse dinastie di regnanti europei - e le pesti assassine che decimavano le popolazioni delle città e che solo il grande incendio di Londra (1666) cancellò e preservò la città dalla malattia negli anni seguenti.
E, a osservare le sue stampe e le incisioni e i quadri, la vita 'alta' degli aristocratici e la 'bassa' del popolino si mostra ugualmente vivace e vitalissima pur nella coscienza della mortalità e la brevissima 'vita media' - che solo nei primi decenni del 700 cominciò a salire, grazie alla 'rivoluzione agricola' (introduzione nelle coltivazioni della patata e del mais) e alla risalita delle temperature medie del pianeta dopo la piccola glaciazione del 600.
E, se non ci si limita ai suoi magistrali ritratti dei borghesi del tempo e alle pitture su commissione, i suoi quadri e le incisioni delle piazze affollate di pazzi e gaudenti e quelli delle taverne e degli interni di vita quotidiana nei salotti e nelle cucine ci mostrano un'umanità insieme dolente e felicissima - com'è nelle vite di ognuno e tutti l'alternarsi di gioia e dolore e rovinose passioni e disordine morale - quasi un H. Bosch d'oltre Manica o un Goya nei suoi ultimi anni di 'pittura sociale', giunto ormai all'apice della sua fama e libero di guardare con disincanto e vista annebbiata dal dolore di vivere lo svolgersi caotico della vita dei suoi simili.

L'Europa delle origini e i sogni infranti dei suoi architetti

Ogni conflitto - diceva J. Hume - ruota intorno alla differenza di razza, di religione, di nazionalità. Gli architetti dell'Europa hanno deciso che la differenza non è una minaccia. La differenza è l'essenza dell'umanità. L'Europa, afferma Simon Veil, è il grande progetto del XXI secolo. Oggi l'Europa, per Bono degli U2, è un'idea che deve diventare un sentimento.
Mi hanno colpito queste frasi, di un amico artista, in netta controtendenza con il sentire comune dei sovranisti e populisti che si apprestano, a maggio, a bocciare questa Europa, per come è andata consolidandosi e per i guasti e i conflitti sociali che sono stati introdotti nelle immense 'banlieues' dei radicalizzati sul web e dei facinorosi islamici che ci costringono a vite blindate e ricorrenti 'allerta rossi' – per tacere il dramma della iper accogliente Svezia che mobilita l'esercito per far fronte alle ricorrenti rivolte sociali dei suoi immigrati e nuovi cittadini rinnegati e mai integrati che pretendono il riconoscimento della sharia nei 'territori occupati'.
E l'Europa che è nata dalle ceneri del 'secolo breve' ha svolto efficacemente il suo compito di arginare i nazionalismi di matrice europea, ma si è trovata impreparata ed incapace di metabolizzare i conflitti importati con le migrazioni epocali – e l'islam riottoso e roccioso dei milioni di immigrati e nuovi cittadini è differenza minacciosissima, invece, e capace di scardinare gli storici equilibri e cancellare l'idea di Europa così come l'abbiamo concepita fino a pochi anni fa, prima del tristo epilogo dei metodici assassini di Charlie Hebdo (c'è del metodo in quella loro follia) e delle altre stragi di cittadini inermi che ne sono seguite a Parigi, Bruxelles, Berlino e altrove.
E se per Bono degli U2 l'Europa è una idea che deve farsi sentimento, il sentimento che oggi proviamo è di sincero orrore per quelle stragi e quell'ostinato rinnegare i valori della cittadinanza europea da parte dei 'foreign fighters' che sono emigrati in Siria per dare territorio e impero al loro sogno medioevale di un Califfato di ritorno,
E oggi, i sopravvissuti della guerra perduta dall'Isis e le loro mogli e i figli, pretendono di rientrare dentro i confini delle nazioni che hanno, sventatamente, concesso loro la cittadinanza - da nessuno voluti e riconosciuti quali veri cittadini capaci di integrazione.
E' l'evidenza dei conflitti insanabili importati con le migrazioni massive e incontrollate che deve cambiare l'idea fragile degli ingenui architetti dell'Europa delle origini. Ne va della vita e degli storici valori di riferimento.
A maggio, a maggio!