venerdì 29 settembre 2023

Repressioni sinistre.

 

Chi vivrà vedrà. 30 settembre 2017 (E, oggi, Sanchez mendica i loro voti col cappello in mano).

Fa impressione vedere l'agire repressivo della guardia civil spagnola e milizie annesse che reprimono la legittima aspirazione di un popolo di esprimere la sua voglia di indipendenza e separazione amministrativa. Ma fa ancora più impressione leggere e ascoltare gli argomenti a favore di quella incivile repressione da parte della stampa di sinistra: 'El pais', in particolare, il foglio spagnolo cugino del nostro 'la Repubblica', anch'essa schierata, tetragona e senza vergogna per i suoi trascorsi di foglio della sinistra, con i maledetti centralisti spagnoli ed europei.
E mi viene in mente quando, era il 1976, nel teatrino di Palazzo Grassi, in occasione della morte di Franco e dell'inizio di una Spagna liberata dalla sua dittatura, recitavo la commovente poesia rivoluzionaria di 'Rosario Dinamitero': una militante anti fascista che perdeva le mani nel confezionare una bomba artigianale – ed è impressionante commisurare le enfasi e le apologie della sinistra politica di allora per quel genere di militanti e di 'cause di liberazione' e le vergognose repressioni di oggi contro un'altra e diversa 'causa di liberazione' – quella della Catalogna che intende liberarsi del servaggio centralista di Madrid.
E quel referendum i madrileni unionisti l'avevano già perso in partenza e i fatti di oggi della repressione cieca e brutale lo collocano su un altare ideale di legittimità popolare e danno fiato a tutte quelle istanze di separazione e distinzione che mostrano tutte le brutte crepe di una Europa giunta nella sua fase di precoce senilità e incapace di sensato e positivo governo continentale – a partire dalla questione immigrazione selvaggia e dalle periferie urbane che ha lasciato crescere a dismisura e da cui escono impuniti gli assassini dell'islamismo radicale che ci fanno pagare prezzi altissimi e indebiti alle istanze di accoglienza.
Istanze un tempo, 'di sinistra' e di internazionalismo proletario, ma oggi incomprensibile sostegno ad una invasione feroce e insensata che predice un futuro gramo di genti aliene e di conflitti alla 'Blade runner' nell'Europa del terzo millennio. Chi vivrà vedrà.

Visca Catalunya llure! Bivat Catalunya lìbera! Viva la Catalogna libera! - Cagliariblog - Cagliaripad

Alfabeti ed altri alfabeti.


Mostre memorabili. 27 settembre 2015
Ha chiuso di recente la meravigliosa mostra 'Alefbet – L'alfabeto della memoria' di Grisha Bruskin alla Stampalia che mostrava, stupendamente raffigurati, i temi e i personaggi della Gnosi della religione ebraica: tanto ricca e fantasiosa quanto mirabile e avvincente nel fascino che promana dalle storie di ognuno dei suoi personaggi. Non so se Bruskin sia 'credente', ma di certo è stato 'colpito sulla via di Gerusalemme' dalle avvincenti narrazioni della religione dei suoi avi e le ha tradotte con abilità artistica straordinaria.
Così è stato per me, nei riguardi della sua religione e di tutte le altre che ho conosciuto e approfondito la conoscenza nel corso di molti viaggi iniziatici: in India e nell'estremo Oriente delle moschee frammiste alle pagode e ai templi induisti e le caverne buddiste.
Religione e storia dell'uomo procedono tuttora affiancate: sogno e leggenda l'una dell'altro e tormento di una evoluzione che non riesce ad affrancarsi dal peggio della cultura religiosa fondamentalista e 'unicista' – quella di coloro che pretendono di affermare e interpretare 'l'unico e vero Dio' e il suo Verbo. Verbo detto e scritto nel Libro da un Profeta e/o da un 'figlio di Dio' sceso in terra e partorito da una vergine, nientemeno. Miracolo della Fede. E si fatica a mandare a memoria gli episodi storici in cui si sono affrontati, spade (oggi bombe e mitraglie) alla mano, gli aderenti a questa o quella Fede e dottrina o le sette e gli scismatici e le centinaia di migliaia di morti che hanno lasciato sul terreno.
E altri sette/ottocento sono rimasti a terra - donne e bambini compresi - l'altro ieri alla Mecca, schiacciati dall'ondeggiare pauroso della calca dei 'pellegrini' che volevano bersagliare con le pietre un qualche loro demone – dei molti partoriti dall'insana follia delle varie e diverse fedi nel corso dei secoli.
E mi chiedo perché siamo una ristrettissima minoranza, noi atei (non devoti) che notiamo e additiamo l'incredibilità e la favolistica dei miti e dei riti persi nella notte dei tempi di tutte le religioni e ne denunciamo l'oppio dei popoli – e il veleno, se lo relazioniamo ai morti in battaglia e alle catastrofi ricorrenti dei pellegrini islamici alla Mecca.
E, oggi, importiamo a migliaia, dalle nostre frontiere-colabrodo, il virus di un islam medioevale che è destinato a fare danni e alimentare i conflitti etnico-religiosi a centinaia e migliaia nel cuore di un'Europa che più fragile e indifesa non si può – e si arrabatta con provvedimenti-tampone e sempre in ritardo sui tempi e insufficienti nella titanica impresa di arginare e governare i nuovi barbari.
Integrarli, poi, è parola davvero grossa, dati i moltissimi casi di immigrati di seconda e terza generazione coinvolti in predicazioni fondamentaliste che alimentano l'odio e armano le mani degli assassini di 'Charlie Hedbo' e del museo del Bardo.

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Vademecum per un futuro s-governo.

 

Vademecum per un futuro s-governo. 28 settembre 2022

I giornali sono tutti concentrati sullo s-governo che verrà – e in questo caso la 's' privativa è relativa al quantum di attese di coloro che hanno votato la destra per i suoi programmi elettorali, ma saranno costretti ad accettare dilazioni, sordine e/o le mancate realizzazioni a causa della forte grancassa dell'opposizione in parlamento e nelle piazze. Il reddito di cittadinanza sarà il primo banco di prova.
E gli uomini della destra di s-governo, in primis il ministro degli interni, non dovranno cadere nella trappola delle piazze clamanti e plaudenti ai 'diritti' pretesi, bensì limitarsi a circoscrivere i focolai di eventuali violenze e reprimerli con la durezza necessaria, accettando con serenità gli alti lai che ne deriveranno da parte dei soliti politicanti sinistri da tre palle un soldo (che additeranno la repressione dei disordini quale truce tratto distintivo della destra al potere).
La grande pazienza della democrazia. Manifestate, manifestate (camminare fa bene), ma guai ai disordini e alle violenze per le strade. Il governo è al lavoro e realizzerà il suo programma (speriamo). E il governo è espressione di una maggioranza di elettori, mai dimenticarlo, neanche quando le piazze saranno stra piene di manifestanti che pretenderanno di aver riconquistato il favore del popolo.
E che la via sia stretta e lunga già lo sapevamo, a causa del servile omaggio di Giorgia all'alleanza atlantica dei folli Stranamore Nato che le consentirà di surfare tra i flutti della guerra per procura in Ucraina e le bollette stratosferiche che ne conseguono.
E se ci sarà una manifestazione contro il caro bollette ci sarò anch'io, malgrado la palese 'contraddizione in seno al popolo' perché 'ubi maior minor cessat' - e si deve pur vivere in questa temperie di follia collettiva che spaccia la solidarietà all'Ucraina quale dovere civico ed alto spirito democratico ed è invece cattiva e carente informazione relativa ad una guerra dimenticata da ben otto anni di efferatezze e belluinità contro le popolazioni russofone e i nazistoni Azov all'opera nelle azioni di 'enforcing democracy' con violenze di piazza e assassinii mirati.
Riguardatevi ognora e sempre il bel documentario francese: 'Le maschere della rivoluzione' prima di profferir verbo contrario.
Non è strettamente necessario dare aria alla bocca, cari, bensì informarsi e ragionare di conseguenza.
Fatti non foste a viver come (sinistri) bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.
In alto i cuori.

martedì 26 settembre 2023

Reprimende.

 

Reprimende. Il mondo al contrario.

C'è uno spartiacque che divide le percezioni e le mitologie 'securitarie' da quelle dei buonisti un tanto al chilo che ci avversano e dicono quelle nostre percezioni e mitologie cattivi pensieri e malvagi di genti impastoiate dalle cinghie di un 'cattivismo' fascista a prescindere.
A prescindere da cosa, di grazia?
Ho ricordo dello scritto di un buonista fatto e finito, un giornalista/scrittore di punta della nave ammiraglia sinistra 'La Repubblica' - schierata con il papa misericordioso (lui si 'a prescindere') che nega soavemente le evidenze delle invasioni (basta mettergli un microfono davanti alla bocca e va a ruota libera) e con la trista Europa del 'laissez faire, laissez vivre' delle orribili periferie urbane nelle metropoli dei 'radicalizzati sul web' - rinnegati cittadini.
Scriveva quel tale in sua memorabile 'Amaca' che abbiamo in noi un parlamento che risponde con voci di destra e/o di sinistra a seconda degli eventi che ci accade di prendere in considerazione.
E riportava i suoi pensieri di destra estrema e voglia di rivalsa coltivati in occasione del furto in casa che aveva subito in quel di Capalbio – il tempio della sinistra al caviale e luogo di conventicole e riunioni familiari e di partito di quei dessi soavissimi e vergini cucce.
Non si prescinde, quindi, bensì si risponde a capocchia, magari di pancia, posti a fronte alla malvagità del caos urbano voluto e posto in essere da quella stessa sinistra permissivista ad oltranza che ci rimprovera il 'fascismo' e il cattivismo di chi spara in occasione di un effrazione e/ violazione notturna del domicilio con annesse violenze e ferimenti.
E, naturalmente, le vittime da tutelare con rimborsi cospicui sono i malviventi feriti e a chi spara mal gliene incoglie – grazie ad una magistratura schierata e a leggi colabrodo.
E abbiamo in mente le lontane mitologie della nostra gioventù, di quando i genitori ci raccontavano di aver vissuto in luoghi dove si lasciavano le porte di casa aperte e le chiavi della macchina infilate nel cruscotto, beati loro.
Ma per i buonisti viviamo nel migliore dei mondi possibili – è una questione di neuroni a specchio ed infiammazioni incurabili, che volete farci. Sinistri si nasce e, a volte, lo si resta per una intera vita, malgrado tutte le evidenze del contrario. Duri e che durano – a sproposito.
Poi si meravigliano del successo librario di un tale che ha scritto 'Il mondo al contrario' ed ha venduto più di Saviano (non ancora, ma aspettiamo i dati delle traduzioni nelle diverse lingue e il passaggio alla Mondadori).




lunedì 25 settembre 2023

Simpatiche metafore.


L'editoriale. 25 settembre 2022

Se prendiamo la simpatica metafora di una canzone di Dalla che ci figurava un angelo scanzonato (se fossi un angelo...) che faceva la pipì in testa a chi sta di sotto, il risultato elettorale può essere letto uguale: 11 milioni e mezzo di italiani con i sorrisi stampati in faccia fanno la pipi in testa a quei 7 e fischia che stanno di sotto all'opposizione e si rodono e si strappano i capelli e temono sfracelli 'post fascisti' (sic) e autocrazie alla Orban (ri sic).
Il che significa che tutta la narrativa della stampa e delle televisioni mainstream di questi ultimi due anni di infamia giallo-rossa - e di uomini della provvidenza ultra atlantisti che ci hanno impoverito e ci costringono a pagare la loro guerra per procura Nato direttamente nelle bollette dell'energia e fanno chiudere le imprese a causa de costi eccessivi - è stata subìta a stranguglione, e a rodere e ad imprecare e a maledire i malnati eravamo noi 'populisti'.
Beh, siamo tornati. L'Italia s'è dest(r)a. E in Italia e in Europa imporremo la nostra narrativa (speriamo, esprimiamo i voti e gli auguri). E siamo invadenti e propositivi e faremo clamore. Metaforici schiaffoni alla Von der Leyen, se ci metterà i bastoni tra le ruote e userà i suoi 'strumenti' (gli strumenti della libera Europa per punire e osteggiare!!!) per impedire al voto degli italiani di dispiegare i suoi effetti e pugno di ferro sull'immigrazione massiva e clandestina e sulle o.n.g. taxi del mare che la sostengono.
Propositivi a modo nostro, come leggete, e il vostro, per il momento (un lungo momento, speriamo) ficcatevelo in saccoccia o dove meglio vi aggrada. Così vanno le cose in democrazia, cari voi. Chi vince governa (o s-governa) e nel parlamento che verrà 'si parrà la vostra nobilitate'.
Ad maiora (e ficcatevi in saccoccia anche il Draghi delle bollette stratosferiche).

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 Prima della Meloni allo s-governo della nazione. 25 settembre 2021

Se ogni tempo unicamente viene (Zanzotto - Stanza immaginata o intravista.) e ogni epoca e persona ha caratteristiche sue proprie e distinte da ogni altra e la freccia del tempo ha una sola direzione verso il futuro non sarà che dovremo rassegnarci ad una sola parte in commedia in questo avvilente tempo presente di avvitamenti istituzionali che prevedono il 'governo a vita di un solo' (l'insostituibile Draghi, uomo della provvidenza) e il Mattarella avvitato alla sedia quirinalizia da qui all'eternità perché questo nostro tempo ha esaurito ogni fantasia di alternative politiche post pandemiche?
Rumori e furori che non significano niente ed i muggiti di un popolo bove sui prati alpestri ed appenninici.
Fermate il mondo, voglio scendere.

 

 

Dissoluzioni.


In memoriam. 25 settembre 2021

Nel migliore dei mondi possibili ogni cosa trova sistemazione - non sempre ottimale, d'accordo, e tuttavia soddisfacente, se si considera la genesi storpia di alcuni eventi del legno storto dell'umanità. Parlo della soddisfazione del restare seduti sul bordo del fiume e osservare compiaciuti e noverare i cadaveri che la corrente trascina lenta.
E così passa davanti ai miei occhi il cadavere del movimento 5 stelle, nato rivoluzionario e anti sistema, ma, una volta divenuto s-governativo e 'giallorosso', si è diviso e frantumato e, se non si portasse dietro la dote cospicua di parlamentari dell'ultima vittoria elettorale, oggi sarebbe nella polvere e dimenticato dai più.
E la ragione è che al suo interno si radunavano, prima del governo con la Lega, due componenti e visioni politiche opposte che diremo 'di destra' e 'di sinistra'.
E la prima ha gonfiato i numeri della Lega, nel corso del governo gialloverde e del dipanarsi delle sue interne contraddizioni, fino al 30 e passa per cento dei consensi, grazie alle politiche dei porti chiusi di un Salvini scatenato e pigliatutto.
La seconda componente, miserella e 'sardiniana' e 'fichiana' nei suoi insani e sinistri propositi politici, ha voltato clamorosamente gabbana e si è sposata, finché morte politica non ce li separi (speriamo presto), con quell'orrendo e deforme pd che ispirava i magistrati 'embedded' di Palamara, mille volte maledetto dai grillini negli anni grassi anti sistema - ed oggi pagano lo scotto della rivolta interna e della dissoluzione annunciata.
E l'unica battaglia del movimento che è andata a buon fine è quella, antisistema, del taglio dei parlamentari della quale serberemo buona memoria per lodare, incisa sulla lapide mortuaria del Movimento, le poche cose cose buone e giuste che sempre si ascrivono a chi è vissuto, tipo 'padre e marito esemplare' - ma che picchiasse la moglie era cosa nota nel quartiere, che Dio lo abbia in gloria. In memoriam.

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Le follie della Storia.

 

Le follie della Storia. - 24 settembre 2015

Ogni congiuntura storica ha le sue celebrazioni e gli apologeti che le magnificano e ce le spacciano quali 'il miglior mondo possibile' dove vivere e gioire ad onta delle evidenze di disordine e affanno e facili predizioni nere.
E, stamattina, Francesco Merlo, a 'Prima pagina', magnificava i colori primari: il bianco e il nero, e parlava di Obama e di Francesco, il papa bianco e il papa nero: i due 'migranti' di successo di un mondo che si vuole che vada verso il melting pot globale, - costi quel che ci costa e incuranti, gli attuali s-governanti, del caos che ne consegue in cronaca e delle distruzioni identitarie e 'guerre di civiltà' che provocano/cheranno queste ondate di tsunami di popoli in fuga dalle loro storie e patrie.
E, appassionato di storia come sono, ascoltavo, ieri, i resoconti tragicissimi dei primi due decenni del secolo appena scorso durante i quali, tra gli intellettuali e gli artisti e le 'avanguardie', trionfava il verbo mortifero di: 'Alla guerra! Alla guerra!' - cachinno stolido e insensato che esprimeva il disprezzo di quelli intellettuali un filo suonati (Marinetti, Papini) verso il relativo benessere che connotava gli ultimi decenni dell'Ottocento e l'utopia prossima delle 'magnifiche sorti e progressive' che conseguiva alle invenzioni e scoperte (i lampioni a gas, l'acqua nelle case) che avevano migliorato la vita di (quasi) tutti.
E pare davvero che non via sia argine e freno possibile alla demenza dei popoli e dei loro s-governanti nella Storia quando iniziano gli scatenamenti mortiferi che nessun apprendista stregone (nemmeno Renzi, nemmeno la Merkel) sa come fermare. 'Non sanno come fermare quegli spiriti che essi stessi hanno evocato.' si scrive nel Faust, l'apprendista-stregone per antomasia.
Così tocca osservare, desolati e avviliti per la Storia che non è mai maestra di vita, quest'altra catastrofe annunciata dei milioni di nuovi barbari in marcia verso il centro del fragilissimo impero europeo che, come quello Romano in decadenza, va vistosamente perdendo pezzi - e gli stanchi senatori, ieri come oggi, hanno rinunciato a difendere i confini e nessun Gaio Mario e Cesare è alle viste che sappia condurre le legioni alla vittoria.
E il rischio è che si ricostituisca, invece, l'impero Ottomano defunto agli inizi del Novecento, - che già spedisce le sue orde pacifiche e dolenti (pacifiche?) a centinaia di migliaia verso il cuore dell'Europa e crea le teste di ponte di una futura rivalsa e scardinamento dall'interno: con le azioni mirate dei commandos terroristici 'in franchising' su internet. Mala tempora currunt. Chi vivrà vedrà.


Giusto prima del presente s-governo.

 

Divinazioni e sogni. 24 settembre 2022

Ho votato. Il tempo volgeva al bello stamane alle 7 e qualche sfilaccio di nube nera lasciava il posto all'azzurro. E avevo fatto bei sogni, ricchi di figurazioni eleganti e di gente che gestiva ristoranti di lusso in una Venezia ricostruita dalla fantasia di un vero (ex) abitante; ristoranti dove si mangiava dell'ottimo pesce (molti pesci diversi, anche di profondità oceaniche) cucinato nei modi più diversi e servito su carta disegnata con colori di straordinaria vividezza.
No, non mi ero fumato niente, cari voi.
Ho una doppia vita: quella trista del reale quotidiano in cui intransigenti bellicisti Nato (leggi Draghi e Von der Leyen) impoveriscono il popolo minuto già in affanno di suo con sanzioni alla Russia che diventano inflazione europea a due cifre e bollette dell'energia stratosferiche e quella dei sogni - che son desideri, a volte, a volte oscure predizioni e 'avvisi' di mutazioni straordinarie.
E i nostri progenitori lontani sulle divinazioni dei sogni fondavano larga parte delle loro decisioni razionali e si lanciavano in battaglie impossibili a vincere e lanciavano il cuore oltre le fila del nemico e pugnavano fino alla morte per riaverlo.
E il mio voto ad Italexit di Gianluigi Paragone è quel cuore e il nemico è l'intransigenza stupida dei filo Nato europei che si sono lasciati intruppare nella folle guerra per procura degli americani, possibile guerra termonucleare - e l'idea che ci possa essere una brexit italiana è una buona idea e una speranza e un voto che ha nutrito le idee di alcuni di quei giovanotti di belle speranze del m5s delle origini, quello antisistema delle scatolette di tonno da aprire, quello che ci ha consegnato la drastica riduzione della pletora dei parlamentari della repubblica prima di lasciarsi invischiare nei giochi di palazzo e ridursi all'ectoplasma 'contiano' di oggi che cerca una rinverginazione caricaturale e una resurrezione impossibile.
Al voto, italiani/e, al voto, ne va del futuro. Votate con discernimento, ma non dimenticate la speranza.

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Nel migliore dei mondi.

 

24 settembre 2021

Col cuore pesante devo ammettere che c'è un maledetto 'uso politico della giustizia' in questo paese. E' una nebbia umida che grava pesante e permanente - e niente consente di distinguere del vero e del falso che si rappresentano e vengono inutilmente evocati negli avvilenti teatri della giustizia.
Perché, a suo tempo, ci avevano fatto convinti, i p.m. e i giudici in aula e i giornalisti di grido, che Berlusconi l'avesse fatta grossa più volte e ripetutamente, a tal punto da dirlo indegno del titolo di onorevole senatore, ma l'hanno vinta i suoi cavalli di Caligola, gli avvocati valenti che, in punta di diritto e di rovescio, hanno rovesciato i primi verdetti e le fragili sentenze - e oggi lo vediamo/ascoltiamo pontificare in video e in voce, seppure con quella voce impastata dall'età e fuori e dentro gli ospedali che gli fan da schermo giudiziario, a recitare le tristi, vuote litanie di una politica che quotidianamente ci indigna, ma che ognora ci propina impunita i suoi veleni e le sue evidenti schifezze - e con il conforto e il viatico costituzionali e istituzionali che consentono il durare oltre il limite del lecito delle male cose parlamentari e i vergognosi inciuci dei volta gabbana di turno.
E il caso di quel giudice di Sassari, più realista del re, che dà seguito non petito ad un provvedimento giudiziario spagnolo che imbarazza l'Europa e la stessa Spagna – impegnata a mediare con gli indipendentisti catalani una durevole tregua politica – mostra come il teatro della giustizia italica annoveri parecchi attori sfiatati e in conflitto tra loro che, sul proscenio, azzardano la battute amare di un loro teatro dell'assurdo.
E Puigdemont, il giorno dopo, è di nuovo libero e più legittimato che mai a trattare da leader politico le condizioni del suo reintegro e ritorno in patria, osannato e in trionfo.
E taccio la vicenda di quel Dell'Utri di cui giornali e telegiornali dissero peste e corna e mediatore politico con la 'mafia', nientemeno, e oggi torna sul palcoscenico giudiziario a rivendicare una sua specchiata onestà – e noi telespettatori, basiti, ci chiediamo dove stia il trucco scenico, il marchingegno che sostiene la complessa trama che un narratore di scarso ingegno ha scritto e rappresentato lungo i vent'anni del nostro scontento.
E ci arrovelliamo a dargli un titolo che ben si attagli a questa commedia nostra, questo fescennino italico che intesse malamente il riso e il pianto (greco) nel racconto delle disavventure di un visconte dimezzato che dice di volersi ritirare tra i rami dei suoi alberi con appresso i suoi amati libri da collezione - e ammicca sul proscenio al suo pubblico come un attore consumato e fa capire che l'Italia è il paese dove tutto è davvero possibile, il migliore dei mondi di cui narrava Candido ai tempi suoi.
The end e scarsi applausi dalla platea semivuota.

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sabato 23 settembre 2023

Inni stolidi di una umanità immaginaria.

 




La Iliad è meglio - e se mi paga lo spot sono contento. 23 settembre 2021

Ora che la nota canzone degli 'esseri umani' è trascorsa nel campo miserabile della pubblicità a pagamento (e della peggiore) possiamo ben dire di aver avuto ragione nel noverarla tra le trascurabili 'sono solo canzonette' piuttosto che nel campo della filosofia e della politica di parte, come han provato a fare i soliti buonisti di radio3 e dintorni.
Perché gli esseri umani son quello che sono: una moltitudine che affanna il pianeta e potrebbe modificarne le orbite per il troppo peso (7 miliardi!!) - e perfino Snoopy, ingrugnito in sua nota vignetta, scriveva: 'Gli imbecilli sono distribuiti strategicamente in modo che io possa incontrarne tre o più ogni giorno.'
Per questo quell'inno stolido levato alto in una sua perentorietà musicale e ridicola pretesa filosofica ci infastidiva parecchio già prima di cadere nella Geenna pubblicitaria: per essere un peana di buone intenzioni di cui è lastricato ogni inferno e gli 'esseri umani che hanno il coraggio di essere umani' è solo bassa e facile retorica senza speciali contenuti condivisibili.
Meglio quel tale che, pace all'anima sua, ce la menava qualche anno fa con un disincantato inno kierkegardiano e di notti brave romane il cui refrain diceva: 'Non ho detto gioia, ma noia, noia, noia.'
La stessa che ci prende quando in tivù passa l'ennesima, fastidiosa pubblicità della wind3, che il diavolo se la porti. Molto meglio la Iliad, credetemi, anche musicalmente.

giovedì 21 settembre 2023

Il ritorno del Corona virus.

 

Come eravamo e come torneremo ad essere nell'autunno del nostro scontento. 20 aprile 2020

Non è che la detenzione ai domiciliari, causa corona virus, abbia evidenziato 'il meglio e il peggio di noi' – come scriveva quel tale tout court. Il meglio e il peggio l'avevamo dentro da sempre ed è il troppo tempo a disposizione e il girare per casa in pigiama e senza farsi la barba che l'ha reso manifesto oltre il lecito.
Il bene e il male, il meglio e il peggio delle persone sono anfore mitologiche che stanno nelle cantine di ognuno come gli otri pieni di vento regalo di Eolo a Ulisse e ne attingiamo al bisogno. Ma guai a lasciarli scatenare.
'Esser costretti a farsi anche del male per potere, con dolcezza, perdonare.' scriveva un poeta bolognese scomparso anzitempo.
Per dire di quanto siamo strani e complicati, noi esseri umani e poco capaci di ben bilanciare i liquidi arcani delle due anfore che abbiamo a disposizione.
Sempre attingendo alla biblioteca universale di Facebook:
'I cretini sono sempre esistiti, solo che, prima di F/book, ne ignoravamo i nomi e i visi'.
Intendiamoci: ci sono anche i medici valenti, gli studiati, i volonterosi che fanno volontariato, gli eroi promossi sul campo dell'onore – il meglio e il peggio, insomma, di una umanità varia e diversa che, durando la pandemia, ha mostrato la sua difficile composizione e gli equilibri sociali fragili, come vuolsi dimostrare.
E tra il peggio io ci metto i talebani dei d.p.c.m., gli evangelisti del Profeta che, dalla Mecca di palazzo Chigi, ci ha regalato lungo i due mesi del nostro scontento i versetti dalla sharia pandemica – e i suoi scalmanati evangelisti fuori dalle terrazze, a migliaia, intenti a gridare improperi e 'Untori!' agli sconsiderati che se ne uscivano senza mascherina o appaiati. E quegli evangelisti talebani tuttora imperversano ottusi, malgrado sia palese e irresistibile il 'rompete le righe' di intere Regioni e categorie economiche, e ci fracassano gli zebedei già malandati con la loro predicazione furiosa e gli anatemi e i 'Penitenziagite! col capo cosparso di cenere.
Che, se quella loro predicazione fanatica fosse efficace e irreggimentasse i pochi riottosi, costringendoli alla divisa e rigorosamente mascherati, passi.
Vivremmo in un mondo meno libero e conculcati i diritti fondamentali ai fini della riguadagnata salute, ma così non è, non sarà, perché 'grande è la confusione sotto al Cielo', scriveva Mao tse Dong, il grande condottiero cinese.
E concludeva: '...la situazione è, quindi, eccellente'.
Fuor di metafora: possiamo provare a porre in essere i migliori propositi e tutti i 'lockdown' presenti e quelli eventuali futuri e le mascherine che trattengono gli aerosoli incollate sulle facce di ognuno e tutti, ma è sempre con la grande confusione sotto al Cielo che ci misuriamo - e dovremmo farcene una ragione dei nostri limiti e delle incapacità palesi a risolvere i problemi e guarire d'incanto le pandemie.
Questo significa che dobbiamo essere 'pronti alla morte', come cantiamo durante il nostro inno nazionale, dritti in piedi e con gli occhi lucidi. E' così – e se qualcosa ci ha insegnato la lunga detenzione e gli ascolti obbligati delle cifre dei contagi e dei morti e dei dispersi della infodemia televisiva è che: 'A chi la tocca la tocca', come gemeva Tonio nei 'Promessi sposi'.
Perché è la morte il nostro orizzonte mentale, ci ricordava Heidegger, e l'obbedienza in guerra agli ufficiali che guidavano gli assalti fuori dalle trincee maledette ce lo ricorda, ma più perché Il Faust delle vane provette e gli alambicchi fumanti e il tentativo di dare la scalata al Cielo degli uomini-semidei ci ricorda quanto vani siano i nostri sforzi di creare le pietre filosofali.
Penitenziagiamo, fratres.


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