venerdì 30 marzo 2018

Inferni comparati




Dunque l'inferno non esiste – Francesco dixit. Per equiparazione e proprietà transitiva anche il paradiso ha ottime possibilità di essere la macchietta televisiva del caffè Lavazza piuttosto che quel luogo luminosissimo fitto di Troni e Dominazioni e schiere di Arcangeloni in formazione para militare disposte tutte attorno alla Lux Maxima che 'vuolsi così colà dove si puote ciò che ci vuole', come scriveva il Poeta.
Resta il fatto che sul mito dell'inferno e dei diavoloni coi forconi che affondano nelle carni frolle dei penitenti per l'eternità e gli echi orribili delle 'orribili favelle e grida di dolore e accenti d'ira' è vissuta una larghissima schiera di esseri umani sottomessa al Terrore Eterno delle predicazioni gesuite e domenicane ammannite dai famigerati pulpiti sulle teste dei penitenti di ogni età cosparse di cenere.
Coerenza vuole che Francesco chieda perdono, - la tiara in testa e a nome di tutti i suoi malati predecessori sul trono di Pietro - a tutti quei poveretti che sono morti nel terrore delle visioni apocalittiche e punitive del mito infernale costruito ad arte per sottomettere ad ubbidienze terrene i sudditi di ogni feroce e corrotta monarchia che ha inquinato la Storia.
E, invece, eccolo scusarsi e far precisare dai suoi addetti-stampa che: '...veramente il Papa non ha detto questo.' E hanno sbagliato tutti quei giornalisti a riportare le frasi incriminate dell'intervista con il gran vegliardo Scalfari Eugenio, fondatore di 'La Repubblica'.
Perché il mito dell'inferno, ben lo sappiamo, è mito fondativo e basico dell'organizzazione religiosa 'Santa Romana Chiesa' che sul Terrore dell'Aldilà ha estesamente campato nei saeculi saeculorum - e il suo franare nella confusione della presente torre di Babele delle lingue confuse e della anarchia teologica e 'relativismo religioso' che sconfina con l'ateismo rischia di rendere fragilissimi i pilastri della Dottrina e buona notte al secchio.
E da qui in avanti sarà solo la Bontà e la Misericordia erga omnes e urbi et orbi, inclusi gli infedeli seguaci del profeta della confusa predicazione di Francesco, a tenere unite le folle che si adunano in piazza san Pietro e nelle 'adunate oceaniche' delle piazze e stadi dei viaggi papali.
Ma, forse, è 'l'inferno in terra' che viviamo e che si sostanzia di guerre assassine e orchi terroristi radicalizzati sul web ad avere indotto il buon Francesco a negare l'esistenza del secondo inferno perché le torture e le efferatezze e le ferinità del primo sono ben maggiori delle atrocità immaginate dal sommo Poeta nel suo viaggio laggiù dove 'sarà pianto e stridor di denti'.

domenica 25 marzo 2018

L'Italia che cambia


E, sempre per sottolineare le stranezze delle cronache e degli eventi che cambiano le nostre vite, ecco a voi il capolavoro politico, é su tutti i giornali, di quel Salvini – ragazzotto rozzo e spiccio nei modi e nelle tesi - denigrato e insultato a viso aperto da centinaia di migliaia di anti fascisti immaginari e no borders da 'centro sociale' fino al giorno prima. Tu vedi cosa può fare, in democrazia, un 18 per cento di consensi ben usati al momento opportuno.
E 'mai con Salvini' diventa oggi un 'tutti intorno a Salvini' – che mette alle corde con un micidiale 'uno-due' i vecchi arnesi di Forza Italia e impone cambi di rotta e di nomi al Senato e alla Camera - e chissà quali altre colombe farà uscire dal suo cappello di prestidigitatore del terzo millennio entrante dopo le consultazioni quirinalizie.
Veri e propri 'sorci verdi', il vederlo entrare al Quirinale, per tutti coloro che si sono impancati a Soloni della democrazia e dell'antifascismo riveduto e corretto secondo le proprie credenze e opinioni neo globaliste.
Alla via così. Il nuovo che avanza ci stupisce e nega che 'tutto resterà come prima' dei nichilisti da tre palle un soldo del 'non voto'. Forse il disordine globale che abbiamo importato a pieni barconi e appalti alle o.n.g. di Soros può davvero essere governato, chissà.
Chi vivrà vedrà, occhio agli ingressi dei supermercati e al mendicismo diffuso. E' una spia che ci racconterà la nuova Italia prima delle prossime, eventuali, elezioni.
Il leader 5 Stelle: no al governo breve. E spera che gli azzurri restino fuori. Ma Salvini frena: accordo sul programma e niente liste di proscrizione
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giovedì 22 marzo 2018

Scriverò a 'Cambridge Analytica'

Credo che scriverò a quelli di 'Cambridge Analytica'. E mi lamenterò di essere stato ingiustamente escluso dai loro briefing e propagande elettorali a favore di Brexit, di Trump, delle elezioni austriache e olandesi, del referendum renziano del 4 dicembre e delle elezioni italiane ultime scorse – chiaramente manipolate e fitte di brogli col fine di massima perfidia di castigare il pd di s-governo e favorire gli schifosi populisti, gli odiatori di ogni risma nascosti dai nick names nella immonda palude della Rete: umana cloaca dove scorrono e impazzano i mefitici 'leoni delle tastiere' aizzati da Zuckenberg contro i pacifici e serissimi professionisti della politica frequentatori della Leopolda e amici di Casini e della Bonino, di Alfano e tutti i 'no borders' adoratori di Soros.
E' una ingiustizia che non abbiano neanche provato a subornarmi, a condizionare pesantemente il mio pensiero e le mie capacità di scelta libera elettorale e mi chiedo il perché di quella esclusione atroce. Non ero abbastanza psicolabile per loro? Non ero nel novero dei 'troppi cretini alle urne' – famigerata locuzione di quei tali della sinistra di s-governo che hanno mandato i loro campioni al vertice delle istituzioni della repubblica a mostrare come si distrugge in un triennio di infamia il tessuto sociale ed economico di un paese con le folli politiche immigratorie delle frontiere chiuse a nord e i clandestini arrampicati sui tir nel tunnel della Manica o gelati sui passi montani e i campi profughi diffusi e le liti tra sindaci e prefetti sui numeri sempre in aumento e le 'giungle di Calais' e di Ventimiglia?
Protesterò clamorosamente con quelli di 'Cambridge Analytica' perché mi hanno escluso dalla loro raccolta dati, dai temutissimi 'data-base' che i politici sinistri e i loro giornalisti al seguito, suonati e rintronati dai risultati elettorali degli ultimi dieci anni, si sognano anche di notte – e hanno incubi fitti di 'hacker russi' che fuoriescono dalle botole, dagli armadi, dai tombini delle fogne, dalle fessure dei muri delle loro abitazioni e li condannano all'ignominia elettorale e li mandano a casa, a fare il nulla di prima che venissero premiati dai vitalizi parlamentari e dalle pensioni principesche dopo solo una legislatura.
E tutte quelle 'fake news' che ci propina la Rete e paiono così difficili da individuare e influenzano (dicono, affermano i tg e i giornaloni) i pensieri profondi e il voto di noi poveri 'cretini alle urne' chissà perché io le riscontro, invece, nella gigantesca bolla di 'fake news' di una informazione pubblica parziale e distorta e pilotata dai direttori di rete e dei giornali e giornalisti 'embedded' per spegnere (illusione, dolce chimera) la protesta degli elettori/trici e ricondurre a manipolazione professionale e ubbidienza di s-governo i maledetti 'populisti'.
Mi sbaglierò, chissà, forse è tutto un mio film, un cd che mi sono fatto, io povero 'cretino alle urne' neanche preso in considerazione da quei sovversivi e ferocissimi manipolatori di 'Cambridge Analytica' che mi umiliano con la loro incomprensibile esclusione dai 'data-base' incriminati.
Mi consolerò, pensando che sono, invece, a buon diritto, dentro i 'data-base' della Tigotà, di Conad e di Zanchetta – che mi mandano senza tante storie i loro sms e le promozioni di inizio primavera, che siano benedetti.

lunedì 19 marzo 2018

Elezioni e medicalizzazioni

Elezioni e medicalizzazioni
Chi l'avrebbe mai detto. Che il Salvini – quello schifato dalle mille invettive degli infiammati 'buonisti' di ogni ordine e grado e arroganza 'antifa' – avrebbe inondato i nostri schermi televisivi e le onde radio come un qualsiasi aspirante presidente del consiglio o della Camera alta; chissà cosa si deciderà nei prossimi giorni e mesi delle affannose consultazioni quirinalizie.
E 'non farmi il Salvini di turno' mi esortava un amico trinariciuto qualche anno fa, mentre impazzavano coi kalashnikov in pugno per le strade di Parigi e nei teatri dei concerti i terroristi assassini che sterminavano gli infedeli che li ospitavano - come e peggio della 'notte di san Bartolomeo' della strage di ugonotti per mano dei cattolici.
Ne è passata di acqua sotto questi ponti di polemiche politiche e sdegni e rabbie e tristi riflessioni sull'Europa accogliente a sproposito, cari i miei infiammati buonisti e 'antifa' immaginari da tre palle un soldo. E avete dovuto medicarvi ripetutamente e disinfettare le ferite della brexit, di Trump, del referendum renziano alle ortiche e l'Austria felix in mano a un cancelliere 'di destra' e oggi l'Italia al 67 per cento contro e avversa ai maestrini stolidi della sinistra di s-governo – 'Che orrore, che spavento, che tregenda della Storia che ripete le sue tragedie!' Il vostro quotidiano: 'Al lupo, al lupo!' che nessuno ascolta più per le ovvie ragioni dell'insensatezza e della burla.
Ed è, invece, nella vostra mente annichilita dall'orrore e dallo spavento politico che dovreste cercare il bandolo dei pensieri perduti, delle sinapsi sbagliate che vi hanno fatto perdere il 'polso della situazione' – ma, ancora! nei cenacoli e nelle conventicole vostre e cene penitenziali continuate a blaterare di 'follia della Storia' e di 'fascismi che ritornano', poveri cari.
E non vi siete ancora resi conto dell'errore marchiano commesso dai vostri campioni politici al vertice delle istituzioni di s-governo: di aver scambiato le pie attitudini dell'animo umano naturalmente vocato alla bontà e alla misericordia per una politica immigratoria praticabile e sostenibile a fronte degli sciami di locuste di un intero continente che danno quotidianamente l'assalto alle nostre coste a centinaia di migliaia ogni anno.
E il sequestro di ieri della nave della o.n.g. spagnola Open Arms, che sottrae, con pervicacia degna di miglior causa, centinaia di 'migranti' alla guardia costiera libica e si rifiuta di consegnarli al porto più vicino – direttive approvate di recente dall'Europa finalmente rinsavita – mostra come quegli infiammati 'buonisti' e 'no borders' ostinati e recidivi siano destinati presto a scomparire dalle cronache e a fare buon viso a cattiva sorte e adeguarsi al nuovo clima politico imposto all'Europa dai suoi elettori.
Fatevene una ragione, cari. L'Europa è cambiata e vieppiù cambierà.
'Chiediamo legge per ciò che risulta eccessivo', scriveva un poeta spagnolo 'di sinistra', decenni fa. Un distico che vale ancora per noi – che di sinistra siamo stati fino al giorno in cui ci siamo resi conto che impazzava per l'aere europeo un virus micidiale 'buonista' che rimbecilliva le menti dei nostri compagni di strada e ne storpiava i pensieri e le parole.
Urgeva medicalizzare (e votare) - e siamo a buon punto nella regressione della terribile malattia neuronica, per nostra (e vostra) fortuna.

La procura di Catania: associazione per delinquere. Dopo il braccio di ferro coi libici, aveva salvato 218 profughi
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domenica 18 marzo 2018

L'Europa è cambiata. Cambiate l'Europa.

Vi avevo esortato a 'non avere paura', in questa congiuntura di apparente incertezza - e la Fitch, agenzia di rating, che ci conferma in serie BBB, ma, tra le righe, ci manda a dire che, se non ci raddrizziamo, se non la smettiamo di votare Lega e M5S, saranno cazzi nostri e la serie C sarà presto il nostro inferno economico in seno all'Unione. E l'apparente bonaccia post elettorale, - con i giochi di ri-posizionamento e il poker di chi vede il gioco di chi e chi, invece, lascia il tavolo (il pd) e manda a dire 'stiamo bene all'opposizione', dopo tre anni di figure meschine e signori nessuno che apparivano in tivù a reti unificate a leggere le veline stupide del loro capo Renzi-l'imbonitore – l'apparente bonaccia, dicevo, non illude nessuno che 'ce la caveremo' sulla scena internazionale e avremo un governo degno di questo nome.
Però continuo ad esortarvi a 'do not fear', o alla sua variante: 'male non fare paura non avere', perchè i giochetti di riposizionamento di forze storiche quali il pd e forza italia (rigorosamente con la minuscola) non fregano più nessuno e la Lega, nella simulazione elettorale prossima ventura, vola al 22 per cento e il M5S a più 2 sull'esito già esaltante delle elezioni appena scorse.
Segno che l'elettorato si 'riposiziona' anch'esso e capisce che chi fa giochetti stupidi e vetusti va mandato a quel paese, fanculeggiato e deriso - e il pd andrà al 10 per cento alle prossime elezioni, con quelle sue figure di ectoplasmi miserrimi quali Martina e Del Rio e Civati e Cuperlo – che se non ci fossero i tg a ricordarcene i nomi manco per niente ci verrebbe da dire chi sono: se cuochi stellati o artigiani di 'poltrone-sofà' senza speciali qualità.
E perfino Macron, lamentando gli estremismi italici alle elezioni appena scorse che sono 'peggio della brexit', dice e dichiara che sono state le fallimentari politiche dell'immigrazione clandestina a sciami di locuste, esaltate quali 'accoglienze misericordiose' dai renziani di s-governo, a determinare quel disastro europeo – e urge una 'road map' perché i loro navigatori e i tom-tom vetusti non sono aggiornati da gran tempo, e l'Europa a guida Francia-Germania andrà a sbattere se non farà proprie le parole d'ordine delle destre austriache, olandesi e di 'quelli di Visegrad' dalle frontiere chiusissime.
Non abbiate paura, elettori ed elettrici, ce la faremo a far rinsavire quei suonati dell'Unione che continuano a macinare figure meschine ad ogni nuova tornata elettorale. Cambierà l'Europa sotto l'urto delle vostre determinazioni elettorali – e se qualche suonato di ritorno continuerà a gridare 'al lupo,al lupo' fascista, lasciamolo gridare a perdifiato fino ad averne spenta l'ugola.
Dopo la raucedine del caso, quei tali ci penseranno dieci volte prima di ri-lanciare al vento della Storia le loro inutili e stolte lamentazioni.
Urgeva rinsavire dopo la sbronza dei grandissimi numeri di immigrati clandestini delle baraccopoli di Calais e di Ventimiglia e i 'radicalizzati sul web' che uccidono a man salva sulle 'promenade des Anglais' e sulle piazze e nei teatri di Parigi e Bruxelles.
L'Europa è già cambiata, cambiamo l'Europa: l'unica riforma urgente dell'agenda prossima ventura.

mercoledì 14 marzo 2018

Don't fear



Don't fear
E sarà l'arte a ripeterci e convincerci con il mantra millenario de: 'Don't fear. Non abbiate paura.'? Contro le mille nostre paure del vivere e del morire: il mistero del nulla che ci accoglierà come un grembo buio e nessun paesaggio ultraterreno al di là e la paura del disordine globale che insidia il nostro presente sociale e politico – per finire con questa bolla mediatica del governo che non verrà perché numeri, seggi e programmi sono spade mulinate dai diversi soggetti con l'imperizia di chi è alle 'prime armi' e le sue stoccate sono maldestre, ma possono andare casualmente a segno e fare un gran male al paese.
Ma 'non abbiate paura', amici cari, elettori ed elettrici, una soluzione di governo o di s-governo si troverà, si è sempre trovata da che è iniziata la storia dell'uomo e se avrà caratteri e aspetti di malvagità e/disordine ostinato ce ne faremo una ragione. 'Nei tempi bui si canterà?' scriveva B.Brecht con la sua teutonica e icastica ars poetica. 'Si canterà dei tempi bui.'
E non sarà peggio del quindicennio berlusconiano né del breve interregno e reggenza dell'Imbonitore Fiorentino che è andato a sbattere due volte clamorosamente, ma è come quel pagliaccio di plastica con un grosso peso nella sua base ovale che lo colpisci e torna su con la chiostra dei denti dipinti sempre aperta e all'insù.
Ottimismo, gente! E bicchiere mezzo pieno. E' quasi primavera e fuori c'è il sole. Alleluia! La vita continua, lo 'show must go on.'

lunedì 12 marzo 2018

News from Cartunia (2)

Ci piacerebbe definirla 'la creatività al lavoro' – e se fossimo dei creativi pubblicitari al servizio dell'attuale fase politica potremmo disegnare degli scenari grandiosi : un grande sole al tramonto con al centro uno sfilaccio di falce e martello in dissoluzione e un altro sole che sorge ad est con la faccia sorridente di Di Maio: il nuovo 'sol dell'avvenir' di una sinistra rigenerata e che si tuffa e si diluisce nel mare orientale a 5 stelle. Che mille pesci di ogni genere e dimensione crescano e si riproducano in questo profondissimo mare immaginario.
E' la tesi senile di E.Scalfari e del Vaticano – e dispiace che si trovino in giro tanti cantori di questo paesaggio 'nuovo' perché odora, invece, di rancido e stantio: De Gasperi risorto (evocato dal Di Maio) e una nuova 'democrazia cristiana' alle porte con l'imprimatur e la ola di Francesco il Misericordioso. E, naturalmente, sullo sfondo, ius soli e dimenticatevi i rimpatri dei clandestini.
Appallottolo il disegno e lo fiondo nel cestino.
Lo scenario opposto, e il disegno che abbozzo, è quello di due 'uomini duri', due tipi da 'Lunga Marcia' attraverso il deserto delle avversità, che si stringono la mano in primo piano sullo sfondo di un paesaggio italico di macerie e uomini neri che scappano in tutte le direzioni gridando: 'No, il rimpatrio no!. Altamente improbabile e inviso a Soros e alle o.n.g. da lui foraggiate. Altro lancio e fionda nel cestino.
A reggere queste suggestive ipotesi ' creative' è l'ambiguità politica del M5S a guida Di Maio e il suo essersi costituito a polo di raccolta, da destra e da sinistra, degli elettori scontenti del quindicennio berlusconiano e, di contro, di quelli in uscita dal pd e dalla sinistra di s-governo del dopo Monti.
Una contraddizione destinata ad esplodere di fronte alla nuova polarizzazione dei cosiddetti 'populisti' delle frontiere chiuse e da chiudersi ulteriormente e di una sinistra sociale dura a morire e che agonizza nel suo letto di ospedale con i noti gemiti strazianti di 'accogliamoli tutti' e 'no ai fascisti' (che vi sian ciascun lo dice, dove sian nessun lo sa).
E le imprese funebri di entrambi gli schieramenti vincitori di fuori pronte alla celebrazione di un funerale 'di terza classe' in terra non benedetta.
Meglio la 'terza via' suggerita da un tale che scrive su 'Il Corriere della sera': brevissimo intermezzo 'di riflessione' ed elezioni bis fra qualche mese che mostrino agli elettori oggi confusi che chi è di destra dentro al M5S se ne torna all'ovile e chi geme, invece, in consonanza con quelli ricoverati in ospedale e prossimi a defunzione vada dove vuole o faccia dimagrire il movimento con una massiccia e desolata astensione. Chi vivrà vedrà. That all, folks!

venerdì 9 marzo 2018

News from Cartunia

News from Cartunia.
C'è chi la butta sul ridere e, come nella nota barzelletta, invita i singoli partiti a: 'Vai avanti tu che a me mi vien da ridere.' (M.Feltri su 'la Stampa') e c'è chi sta arroccato sulla sommità del monte rilasciando criptiche dichiarazioni che hanno lo scopo di fomentare i dubbi a aumentare la confusione. Ma c'è anche chi – il solito noto – non avendo più molto filo delle Parche che gli basti per 'tenere il passo' delle italiche contraddizioni e confusioni si offre sul mercato delle 'larghe intese' e si prova a 'fare le scarpe' all'unico protagonista della scena politica che non parla con lingua biforcuta, il prode Matteo. Che avete capito? Salvini!
Già perché a quest'ultimo va consegnata la palma della coerenza politica e rivendica la guida della coalizione come pattuito ante, grazie al suo 17,7 (percentuale da batosta pd), e chissà che coalizione potrebbe uscire dall'offerta prostitutiva di forza italia che già si smarca e ancheggia verso il fronte degli sconfitti sinistri, ma, insieme, faranno al massimo una marchetta e ci vorrà il 'senso di responsabilità' del M5S per avere una Grosse Koalition degna del suo nome. Molto 'Grosse', ma assai poco coesa e con che programma? Ius soli e flat tax? Vai avanti tu che a me mi vien da ridere.
E non è meno esilarante l'invito al 'senso di responsabilità' da parte del ficus beniaminum esposto sul balcone del Quirinale, perché, va bene l'esortazione canonica da 'capo dello stato', ma uno sguardo al pallottoliere dei seggi in parlamento bisognerebbe pur darlo prima di mettersi davanti ai microfoni ed emettere oracoli senza senso. Ed è meglio non parlare del programma perché ci invischierebbe in una discussione senza fine, compresa quella sui moduli per ottenere il 'reddito di cittadinanza' - fatta al Caf cgil da parte di giovani di belle speranze del nostro sud a maggioranza 5S. That all folks! Al prossimo cartoon.

Ovazioni

Exultate, iubilate.
Buongiorno! Nel vero senso dell'augurio. Facciamoci una applauso, anzi: sconfiniamo nell'ovazione. E' un trionfo, un peana di vittoria, un inno nazionale riscritto per l'occasione: 'Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta! (Okkei, okkei, non esageriamo).
Ma battiamo la grancassa in giro per paesi e cittadi, accendiamo le miccie dei fuochi d'artificio, apprestiamo gli archi di trionfo ad imperitura memoria per il passaggio dei carri dei generali vittoriosi col codazzo dei prigionieri incatenati.
E non si dica che 'salto sul carro del vincitore' perché basta che vi rileggiate una decina dei miei post pregressi o l'intero mio corpus feisbuchiano degli ultimi tre anni e mi confermerete che: 'Si è vero: ce l'avevi detto e predetto e annunciato a chiare lettere che 'chi è causa del suo mal pianga se stesso' – e il generale-imbonitore Renzi oggi si lava le profonde ferite al petto e all'addome e contempla le migliaia di morti e feriti e dispersi lasciati sul campo di battaglia elettorale.
E, forse, si ritirerà di là dell'Arno con i pochi fedeli che gli rimangono e si dedicherà alla coltivazione biologica delle patate. Ho detto 'forse', perché già il 4 dicembre di due anni fa aveva annunciato il ritiro, il marrano, e la presente sconfitta è una continuazione di quella battaglia persa e speriamo che il suo nome venga cancellato dagli annali della politica e la sua stella cadente rinominata fra qualche mese in: 'Renzi chi?'
E l'abadessa del corrotto convento di Montecitorio, la maestrina dalla penna rossa altezzosa e depositaria esclusiva di verità rivelate sull'accoglienza misericordiosa senza limiti e confini, una volta stracciata la tonaca e scesa in politica, ci mostra il suo vero consenso nel paese: un miserabile 4 per cento buono solo per ritirarsi a fare gli esercizi spirituali dai camaldolesi a battersi il petto e recitare il mea culpa e il 'perdonami o Signore' fino a raggiunta età senile e prossime visioni di paradiso ultraterreno.
E sappiate che questa rotta di Caporetto, questa battaglia delle Ardenne che sconfigge l'Europa dei Soloni improvvisati e imbecilli che ci dicevano 'populisti' (e non sanno di cosa parlano), inciderà in profondità negli equilibri continentali del prossimo decennio e sarà la chiave di volta di ogni governo futuro di qua e di là delle Alpi - e si metterà finalmente al primo posto dell'agenda europea la questione delle frontiere e dei campi profughi in cui gli s-governanti sinistri hanno trasformato le nostre città e i paesi. Ma non crediate che gli Juncker e la Merkel e la Bonino amica di Soros si mostreranno remissivi e si diranno colpevoli del disastro sociale in cui ci hanno precipitato, anzi!
La sconfitta li renderà rabbiosi e revanscisti e continueranno ad ammannirci la loro pelosa misericordia e l'obbligo morale di una accoglienza senza limiti perché è il loro malato vangelo, la loro infiammazione neuronica di mistici sinistri da tre palle un soldo che hanno scambiato la pietas - una lodevole attitudine dell'animo umano - per una politica.
E hanno lanciato incessantemente, negli ultimi decenni, urbi et orbi – Africa, Medio Oriente e Bangladesh e Afganistan - il messaggio disastroso del 'venite, c'è posto per tutti'.
E l'effetto inerziale di quell'annuncio folle lo pagheremo salatissimo per altri decenni futuri e faticheremo molto a mettere ordine e imporre una vera integrazione nelle periferie urbane delle disastrate metropoli, ma il segnale è lanciato alto e clamoroso, un'altra battaglia contro la follia sinistra è stata vinta – dopo la Brexit, Trump, il referendum renziano, e l'ascesa in Austria di un diverso cancelliere, e la Merkel da mesi alla ricerca di una sudatissima coalizione di governo.
Oggi tocca all'Italia e sarà dura tornare a un'idea condivisa di ordine e legge e rispetto della legalità repubblicana, ma siamo in cammino e inizieremo la ricostruzione aggirandoci tra le macerie e le rovine del post terremoto sinistro per constatare i danni e i costi.
Chi vivrà vedrà. Facciamoci gli auguri, ne abbiamo un gran bisogno.