sabato 30 dicembre 2023

L'entropia e il teatro del mondo.

 

L'entropia e il teatro del mondo. - 31 dicembre 2019

Spengiti, spengiti breve candela! La vita non è che un'ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla. Macbeth: atto V, scena V

Un mio amico coltivava il suo giardino e l'orto in maniera magistrale. Disponeva gli spazi rivolti al sole e nessuna porzione di terra ed aiuola ne era priva e gli alberi da frutto fruttificavano a riempire una mitica cornucopia e la vite aveva grani grossi dal sapore di miele. Il suo paradiso terrestre.
Aveva disegnato una porzione di mondo straordinariamente ordinata e l'apparenza di quella sua famiglia era di serenità e buon vivere – e tutto affondava radici negli insegnamenti del nonno, mi diceva, e del come il nonno aveva disegnato la sua porzione di mondo nell'Istria del tormento degli esuli, - e la sua botanica personale elencava puntigliosamente i nomi e i metodi di coltivazione e il giusto periodo dell'anno per mettere a dimora le piantine e potare e rivoltare le zolle.
Il Signore del Tempo e dello Spazio nello spazio ristretto di un giardino.
Poi venne la malattia e la morte e quel suo spazio di rappresentazione di sé e delle sue vite a contorno abbuiò, mutò e più non esiste nelle forme su descritte e il mondo perse una sua perla e l'universo un grumo di atomi ordinati e rispettosi delle orbite gravitazionali e il Caos e l'entropia si ripresero la scena in quell'hortus conclusus magico e denso di vibrazioni positive.
E il più vasto teatro del mondo, in verità, a ben cercarli, offre spazi conchiusi altrettanto belli a vedersi e fitti del canto degli uccelli più vari e diversi e, insieme, le scene desolate degli slums urbani della miseria diffusa e immedicabile e i naufragi organizzati degli annegamenti in mare e le accoglienze improbabili e caotiche di cui non sappiamo gli esiti ultimi, ma solo le notizie in cronaca di destini grami di miseria aggiunta e piccola criminalità impunita in un paese che di miseria potrebbe esportarne a quintali ma, magicamente, viene detto un grande paese fondatore di un grande progetto di coesistenza pacifica, l'Europa, - di paesi che, nel secolo appena scorso, hanno conosciuto guerre spaventose e morti a milioni e atrocità post belliche, ma siamo rinati dalle nostre ceneri, è ben vero, come l'araba fenice.
A questo pensavo, ieri sera, prima di coricarmi e al mio privato teatro del mondo e di come l'ho vissuto, alle storie finite le cui orbite temporali e le luci fioche che illuminano i volti fatico a rappresentarmi nei molti ricordi dei miei biblici settantanni e ai miei orti conchiusi e paradisi effimeri che ho lasciato in rovina e alle mie poche qualità e ai talenti sprecati di cui all'apologo evangelico e mi sovveniva 'l'eterno e le morte stagioni e la presente e viva' del contino Giacomo e insieme il ruggito di Macbeth de: '… la vita non è che rumore e furore e non significa niente', ma, intorno a questo mio cono d'ombra che si disegna nel Tempo universale e lascia un suo gemito di onde gravitazionali lontane da nessun telescopio raccolte, brulica il mondo nuovo che ci rappresenta i suoi rumori e furori nuovi e diversi nell'anno che verrà - che si aggiunge a quello che già è venuto e abbiamo consumato avidamente e già consegnato agli annali delle infamie ultime scorse di speranze tradite di voltagabbana e avvocati parolai e signori nessuno di un futuro prossimo gramo.

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Satyagraha, Sati e lotta armata.


Satyagraha, Sati e lotta armata. 30 dicembre 2022

Ricordate la 'lotta armata' dei rivoluzionari nostrani degli orribili Settanta? Un pugno di 'marxisti immaginari' sacrificò la loro vita per un ideale di riscossa proletaria che non ci fu, non poteva esserci perché, nella seconda metà di quel secolo a noi prossimo, i mitici 'proletari' della agognata rivoluzione avevano ben più da perdere che le loro catene.
E, invece, per gli eventi commoventi che ci vengono raccontati oggi dell'Iran dei pretoni islamici - che brandiscono una repressione assassina contro manifestanti inermi - a me viene in mente la 'Satyagraha' (https://it.wikipedia.org/wiki/Satyagraha) – la resistenza passiva quale venne insegnata dal Mahatma Ghandi ai tempi della sue battaglie politiche contro l'Impero britannico occupante.
Ma, di fronte all'arrogante diktat para religioso dei pretoni islamici al potere – il velo delle donne come simbolo di una dominanza maschile spacciata come atavico e insopprimibile dettame religioso – la Satyagraha dei manifestanti iraniani, in gran parte giovani donne, rischia di consegnarci una mattanza, invece, una 'Sati' (http://www.indianepalviaggi.it/la-pratica-della-sati-le.../) post moderna con l'evidenza dei cadaveri in gran copia di giovani donne che si immolano sulla pira funebre (speriamo, formuliamo gli auguri) di un regime di s-governo islamico mille volte maledetto e che ha al suo attivo il terrorismo internazionale delle 'fatwe' assassine contro Salman Rushdie e contro la libertà di espressione che vige in Occidente - eseguite, in tutto o in parte, da immigrati islamici male o per nulla 'integrati' nei paesi di nuova accoglienza.
E l'augurio è che quella lotta impari risulti vincente, prima o poi, ma l'evidenza di oggi è quella di un suicidio di massa, e se nessun altro ceto sociale decisivo (gli operai, l'esercito) si accosterà e si legherà al movimento di protesta 'Donne,vita,libertà', quel movimento entrerà presto nel cono d'ombra mortifero di un regime apparentemente invincibile.

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Otoliti e sassolini.

 

Del 'togliersi i sassolini' e dormire fra due guanciali.

Fa bene Giorgia (la presdelcons., non la cantante) a starsene a casa al calduccio e curare i suoi otoliti (sassolini degli orecchi interni) e togliersi i sassolini nelle scarpe accumulatisi nel corso di questo suo primo anno di conduzione della vita pubblica. Condurre la politica nazionale dal letto di casa e con la d.a.d. (didattica a distanza) istituzionale è il suo ennesimo contributo al rinnovamento della politica e il suo personale trionfo di figlia della Garbatella e quarta donna al mondo per influenza (ci si è pure ammalata di …) e potere personale.
Ed è sgarbo atroce per quei giornalisti da un tanto al chilo che la attendevano al varco della conferenza di fine anno coi bavagli già pronti in tasca per la piazzata televisiva – e ben gli sta che se ne siano tornati a casa con le pive nel sacco schiumanti di rabbia.
E schiumanti di rabbia mi sono parsi quelli dell'opposizione in parlamento nelle dichiarazioni finali che hanno preceduto il voto sulla legge di bilancio di fine anno. Un profluvio di parole al vento e parole in libertà e arzigogoli e iperboli e voli pindarici intorno alla loro materia preferita: il vorticare del Nulla nel vuoto cosmico a rotazione sinistra intorno al suo buco nero elettorale.
E bene fa Giorgia a contrapporre i suoi otoliti e quelli che ha nelle scarpe a quel personaggio lunare che risponde al nome di Elly – la cui idea di donna e di madre ci ha illustrato con la veemenza dei cicloni verbali che sembrano azzerare il paesaggio politico, ma già era in macerie di suo ed è solo il rimescolarsi e l'innalzarsi dei mulinelli della polvere con la danza dei suoi verba che volant.
Niente figli e ventri femminili a disposizione dei pargoli italici a venire nella sua immaginazione delle donne presenti e le future. Saranno gli immigrati a fornire il necessario e/o le maternità surrogate, chissà. Le donne che sogna Elly useranno il cervello (ha citato la Montalcini) il ventre può attendere. Nessuna conciliazione possibile tra il basso e l'alto, quindi, tra la testa e il corpo di madre potenziale e felice del concepimento.
Dorma tranquilla Giorgia tra le coltri morbide e i piumoni e prolunghi la sua assenza per malattia. Niente e nessuno, sembra, insidiano la sua presidenza e può pure progettare ferie lunghe e altre assenze per i motivi più vari. 
Durerà tre anni in sella e forse oltre.

da: Chat gpt
Gli otoliti sono piccolissimi addensati basofili, simili a calcoli renali, che possono andare a formarsi nei liquidi dell’orecchio interno1. Sono costituiti da ossalato di calcio e carbonato di calcio, e presentano una morfologia ben definita2. Gli otoliti sono comunemente definiti dai pazienti “sassolini” o “calcolini” dell’orecchio1.
Learn more:
1. icare-cro.com2. my-personaltrainer.it
Come si formano?
Come si curano?
Sono pericolosi?

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venerdì 29 dicembre 2023

L'essenziale è invisibile ai rapidi.


Frizioncine agli agrumi e sinfonie per un anno diverso. - 30 dicembre 2021

L'anno che verrà è già venuto. Speranze e immaginazioni sono già state consumate e un filo rosso di quieta follia ci contagia tutti in questi giorni di trapasso che 'credevan di lottare ed eran morti', come diceva Cervantes. Perché pare che passeremo le feste chiusi in casa in una sorta di volontario 'lockdown' e/o quarantena – e su facebook rimbalzano gli 'outing' di coloro che hanno fatto silenziosamente il covid e non se sono accorti, ma solo perché il congiunto/i ha avuto 'due linee di febbre' hanno deciso per il tampone rapido o molecolare e ne è scaturita la sorpresina.
Tutti ammalati nessun ammalato.
In una società pandemizzata e un filo rinco......ta sarà questo l'annuncio finale, il prossimo 'liberi tutti': perché 'non ci capiamo più niente' e 'non sappiamo più che pesci pigliare?
E per strada è tutto un rincorrersi di 'Hai fatto il tampone tu?' 'No ma corro a farlo, Carlo è a casa in quarantena': una coazione a ripetere che dà i numeri, letteralmente, di contagiati a mille ogni giorno che Dio manda in Terra – e Orlando in tivù a dirci, tetragono: 'Ci vogliono provvedimenti più severi'.
Ah, beh, si beh. Povero re. E povero anche il cavallo.
Uno stadio di follia terminale ci coinvolge tutti e omicron è la malattia senile dell'emergenza vaccinale, il rivolo inquinatissimo che esce dalla discarica infodemica di due anni di impazzimento televisivo e della stampa embedded ai decreti di s-governo – finito a tarallucci e vino coi tele virologi di grido che ci cantavano la canzoncina scema. Se no i ze mati no li volemo.
Fate come me. Fatevi una bella doccia, una frizioncina sul cranio agli agrumi, un po' di ginnastica distesi sul tappetino per lo yoga e ascoltate la sinfonia numero 40 di Mozart.
Funziona. E' tutto un altro mondo e un anno diverso.
Dimenticavo: chiudete la tivù.
'L'essenziale è invisibile ai rapidi'
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Popoli mendicanti.

 

I 'popoli mendicanti' e gli 'aiuti internazionali'.

Siamo parte attiva (e privilegiata) dei 'popoli mendicanti', noi italiani.
Con il 'reddito di cittadinanza' di Conte-avvocato del popolo e il sovrappiù del Superbonus mirabolante al 110 per cento – che ha consentito ad una minoranza di italiani di ristrutturare la casa e alzarne il valore di mercato a spese degli altri contribuenti – siamo entrati a buon diritto nel novero dei popoli mendicanti.
Che rischiano di diventare la maggioranza degli abitanti del pianeta, a ben vedere.
Sommate i senza tetto cronici con tutti quelli che vanno a mangiare nelle mense della Caritas e delle altre associazioni benefiche che raccolgono il cibo fuori dai supermercati e avrete un quadro preoccupante di un mondo popolato, in maggioranza, da gente che vive sulle spalle della minoranza che produce reddito e ricchezza: gli Epuloni del banchetto evangelico le cui briciole (briciole consistenti, a ben vedere: primo secondo e frutta – a Natale pure il dolce e un bicchiere di spumante e il caffè) sfamano una quantità incredibile di gente.
C'è di che riflettere a fondo sul 'modello di sviluppo economico' prevalente nel pianeta Terra in questo scorcio di millennio entrante. Guardate a Gaza, popolo mendicante per antonomasia, le cui vicissitudini belliche ci hanno rivelato che quei due milioni e passa di palestinesi – e gli altri alloggiati nei vari e diversi campi profughi in Cisgiordania e nel Libano - ricevono quotidianamente i pietosi 'aiuti internazionali', in prevalenza via O.n.u., che riempiono le centinaia di camions fermi al valico di Rafah.
E pensate a tutti gli aiuti in denaro (milioni di euro e/o dollari nel corso dei decenni) che i dirigenti di Hamas hanno ricevuto dai paesi arabi amici e sodali e dalle associazioni internazionali nella lotta epocale contro Israele e sono serviti – invece di far decollare economicamente una nuova Singapore in terra di Palestina – a costruire i tunnels della guerra permanente e dell'odio eretto a sistema di s-governo.
E i 'civili', di cui alla pietas e al compianto universali in questi giorni di guerra, quasi tutti coinvolti nelle case e negli ospedali e nelle scuole dove l'esercito israeliano ha scoperto le tonnellate di armi ivi nascoste in attesa della riscossa e dell'auspicato massacro finale degli odiati occupanti.
E mendicanti del pari sono le fila di Honduregni e Guatemaltechi e Salvadoregni che si mettono in marcia a migliaia attraverso il Messico compiacente decisi a violare la 'frontiera' americana - la mitica frontiera del 'sogno americano' di un lavoro ben pagato, una casa, tre pasti al giorno, scuola per i figli e, per qualcuno di più fortunato e/o dotato, un posto alla tavola di Epulone e/o ai vertici della politica di quel paese-Bengodi delle due Americhe.
Ma Kamala Harris (e, prima di lei, Obama ) chiudono loro la frontiera in faccia e invitano esplicitamente quegli invasori a 'tornare a casa' e ad accontentarsi del pugno di riso e delle scarse verdure dell'orto che hanno coltivato nei paesi di provenienza fino al giorno prima della partenza.
E Milei, il 'Loco' argentino che si è insediato nella 'Casa Rosada' a Buenos Aires, ha decretato che muoverà guerra alla gratuità, ad ogni gratuità elargita fin qua dai suoi predecessori e userà la metaforica motosega per far ripartire il paese sui binari del lavoro e della prosperità economica che deriva dai giusti investimenti e nuove imprese.
Un programma economico, il suo, che sempre si abbina alle mitiche 'lacrime e sangue' – e andate a vedere le tristi periferie della megalopoli di Buenos Aires se volete avere una rappresentazione realistica (e oltremodo drammatica) di quante lacrime saranno sparse e quanto sangue di quest'altro popolo mendicante, da sempre privo degli aiuti internazionali che oggi vengono convogliati su Gaza.

giovedì 28 dicembre 2023

Sermoni per i giorni di nebbia.

 

L'inutile sacrificio di Prometeo. (Sermoni per i giorni di nebbia).

Continuo a credere che ci sia un fondo di verità nella frase di Albert Camus (La Peste): '(…) ciò che si apprende nel vorticare dei flagelli: che, nel mondo degli uomini e donne ci sono più cose da ammirare che da disprezzare.'
Scrivo questo da un angolo di mondo in cui non esplodono bombe (non ancora), non impazzano con i coltelli e le asce e i kalashnikov gli assassini seriali e gli orchi 'natural born killers' di ispirazione islamo-terroristica (non in grandissimi numeri come nei kibbutz israeliani di frontiera il 7 di ottobre u.s.) e siamo ancora esentati dal 'mettere gli scarponi sul terreno' in Ucraina - in quella maledetta guerra per procura che la mitica America democratica ha scatenato e foraggiato con folle determinazione bellicista con la passiva condiscendenza e il masochismo stupido delle sanzioni imposte dai paesi della cintura Nato e dalla Commissione e il parlamento europeo.

I flagelli della umana contesa bellica dei pazzi nazionalisti Azov e degli Stranamore criminali d'Oltreatlantico vorticano (per il momento) nella fascia bassa dell'atmosfera ad est dei nostri confini e le bombe dei droni e dei missili non distruggono le nostre meravigliose città.
Viviamo pericolosamente e armiamo i soldati ucraini morituri, sperando (forse solo ' (…) i generali che si fregiarono delle battaglie / con cimiteri di croci sul petto') in una impossibile vittoria delle nostre democrazie occidentali – le presenti e quelle che sono state imposte con i golpe (vedi 'Maidan' e dintorni su Wikipedia) nei paesi che fanno corona all'impero russo, ma non muoviamo gli eserciti dei paesi Nato (non ancora) contro la Russia.

Qui da noi, in Europa, ancora si fa ricerca, si fa buona imprenditoria – con qualche vistosa eccezione - si affinano le tecnologie mirabolanti di un futuro prossimo (la I.A. per dirne una).
Qui da noi ancora agiscono gli echi illuministici delle 'magnifiche sorti e progressive' e gli uomini e le donne di scienza e tutta la filiera del lavoro che vi si collega danno il meglio di sé malgrado le guerre in corso e quelle annunciate.

E forse 'ce la faremo', ne usciremo in piedi da questa temperie di guerre e conflitti continui all'ombra della Bomba termonucleare (rivedetevi: 'Il dottor Stranamore – ovvero: 'Come imparai ad amare la bomba, ecc.' di Stanley Kubrik).
Forse l'umanità sta correndo il suo ennesimo rischio di distruzione collettiva e totale – come è accaduto nel corso del primo e del secondo conflitto bellico del 'secolo breve', concluso con gli immani massacri di Dresda, Hiroshima e Nagasaki – ma tornerà '(…) ancora a cantare / a farci fare l'amore dalle infermiere', chissà.

La lotta atavica tra il Bene e il Male è invischiata nel caos e nell'entropia degli universi che hanno generato quella strana cosa che chiamiamo 'vita' e quella sua superfetazione che nominiamo 'umanità' e non ci è chiaro quale opzione sarà prevalente nel futuro prossimo e in quello remoto: se riusciremo nell'impresa dell'uscire a riveder le stelle e ad ordinarne i moti caotici a nostro vantaggio o se ci autodistruggeremo con l'esplosione congiunta di cento e cento bombe termonucleari della guerra annunciata che ci spaventa, ma ci resta l'ammirazione – nel vorticare dei presenti flagelli - per tutto quanto di intelligente e di 'progressivo' abbiamo prodotto fin qua, malgrado i milioni di morti che abbiamo lasciato sul terreno della nostra storia conflittuale nel corso del secolo breve e del convulso inizio del terzo millennio.

E, forse, una qualche intelligenza aliena che atterrerà sul pianeta Terra deserto di vita e di umanità raccoglierà i lacerti e leggerà le nostre storie nei brandelli di memoria che vi abbiamo disperso e scriverà il nostro epitaffio cosmico a monito di quanto a noi umani non è riuscito di fare: di vivere in pace e tenere accesa la fiamma della vita che discende dal vorticare caotico delle stelle.

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mercoledì 27 dicembre 2023

Ha 'dda passà 'a nuttata.

 



L'Italia nella notte oscura - 27 dicembre 2013

Il gran dibattere di politica dei miei concittadini alla radio stamattina assemblava e coniugava bravamente tutte le istanze protestatarie del nostro paese da punti di vista differenti, ovviamente. Tutti 'mister' nel calcio, gli italiani, capaci di dettare schemi di gioco innovativi, e tutti economisti e politologi e 'opinionisti', incluso il sottoscritto.
E c'era chi proponeva di sguinzagliare i cani da tartufo di Equitalia a vedere e notare l'ammontare dei conti segreti dei 4 milioni di italiani che passeranno l'ultimo dell'anno fuori casa, - tu vedi il 'comunista!' ipertassaiolo che si nasconde nel nostro vicino di casa rancoroso - e chi ricordava che i veri 'forconi' erano quelli che a Versailles cacavano nei vasi di porcellana dei reali imprigionati e in rassegnata attesa dell'incontro fatale con 'madame la Guillotine', - alla quale si dovrebbe intitolare una piazza, suggeriva.
E un mio lettore, che molto viaggia e si occupa di import-export', stando a quel che scrive, mi rimprovera le mie opinioni radicali e sibila, fuor dai denti, che i tempi cupi e grami presto insidieranno la mia e l'altrui pensione, nientemeno. Morte all'inps e alla cassa integrazione guadagni e al marcio 'welfare' della stramaledetta sinistra che sballa i conti pubblici e il rapporto debito-pil, lasciava intendere nella sua invettiva.
Tutti 'rivoluzionari' da tre palle un soldo e 'da salotto' - chi sul versante delle tasse da imporre manu militari agli evasori e chi sul versante opposto del tagliare tutto della 'spesa sociale' e previdenziale - scuola, sanità, ordine pubblico, assistenza agli anziani. Tagliare, tagliare tutto e sopravviva chi può.
Tutto ciò esposto e lasciate cadere le braccia di rito, suggerisco che nei brindisi di fine anno si levino i lieti calici delle bollicine augurali col motto fatidico del 'Resistere, resistere, resistere' e il grido gioioso de: 'C'è luce in fondo al tunnel!' .
Col passo strascicato dell'elefante dimolto dimagrito e ferito, che ha percorso decine e decine di chilometri nella savana arida e siccitosa, arriveremo stremati alla pozza di una sotterranea sorgiva e ci abbevereremo a lunghe sorsate e riprenderemo forze e vita.
In fin dei conti siamo sopravvissuti a due guerre mondiali e a vent'anni di berlusconismo. Che volete che siano le strida dei grillo e dei casaleggio che volano alti nel cielo italico in attesa di fiondarsi sull'elefantiaco cadavere.
'Viva l'Italia', è il nostro inno antico, 'l'Italia che lavora e l'Italia che si innamora'.
L'Italia dagli occhi asciutti nella notte scura, viva l'Italia che non ha paura.
E speriamo che Francesco mi passi il copyright.

Figurazioni oscene.

 

Le oscene figurazioni di quelli di +Europa.

Se proprio si vuole dissacrare è saggio farlo bene e con convinzione e la dissacrazione del presepe fatta dal giornale 'l'Identità' di oggi è un esempio di dissacrazione piena e spaventosa, con quella 'fantolina' al centro, la nipotina di Pannella, che ci ha rifilato per decenni le indigeribili cose dei radicali dalle mille crociate – una via l'altra, e la sola che valesse la pena di un referendum era quella del divorzio.
E i due padri putativi a lato della cuna, oscena a vedersi, a ricordarci che gli incubi, a volte, sono più reali del reale a cui si riferiscono e non c'è verso di cancellarli dalle cronache e rispedirli nell'onirico di provenienza.
Che, poi, tutte le dissacrazioni del presepe che ogni anno vengono riproposte dai globalisti da tre palle un soldo della sinistra allo sgombro (ieri sardine, domani 'sgombrare' e liberare finalmente gli spazi democratici per una opposizione più dignitosa e meno oscena ad udirsi) sono 'vigliacche' perché 'uccidono un mito morto' – che se non fosse per la riproposizione che se ne fa nelle chiese e nei mercatini di Natale: di statuine e pecorelle e magi e comete vaganti – non se lo ricorderebbero in molti quel mito della santa Nascita di Uno destinato al Calvario per il suo rivoluzionario messaggio di Amore universale. Precisare Amore.
E, ieri, raccontavo quel mito di santità pretesa alla mia nipotina di anni quattro – seduta a bocca aperta sul banco antistante un bel presepe 'animato' che riempiva la stanza – e le mostravo il villaggio della Betlemme antica, con le statuine degli attori diversi in movimento meccanico e la notte che annunciava il giorno e perfino la pioggia e un temporale e la cometa che segnava l'Ora Fatale della Nascita quale si mostrava nella Capanna sul margine estremo, appena fuori dal villaggio – e, tra me e me, pensavo che quel mito, se affidato alle indagini di archeologi imparziali e super partes, racconterebbe altre e diverse cose da quelle della dolce tradizione evangelica, ma certo non le stupidaggini di due madri o due padri lgbtqrstz chini sulla cuna, come ci mostra lo sfregio stupido della cartolina in quattro quadri pubblicata da quelli di +Europa.
Che se l'Europa che vogliono quei tali ha di queste figurazioni 'multiculturali' (sic), pollice verso e fuori i leoni nell'arena della contesa elettorale europea del prossimo giugno.
Sbraniamoli, con le fauci aperte delle urne elettorali che li castigheranno e ci consegneranno un'altra Europa meno oscena a vedersi e ad udirsi.
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martedì 26 dicembre 2023

Anniversari di infamia


I giorni delle feste - 26 dicembre 2015

Sono i giorni migliori, a ben vedere. Nebbia di fuori che 'da l'idea' del freddo – ma troppo freddo non è perché i radiogiornali ci informano che la causa di tanto inquinamento e delle micidiali 'polveri sottili' è 'l'inverno troppo caldo'.
E ne conseguono le severe delibere adottate dai Comuni sul riscaldamento domestico che non deve superare i 18 gradi, ma con la tolleranza del +2 – tu vedi la stupidità degli annunci ad effetto e la nessuna vera efficacia delle norme sull'inquinamento out door se, poi, di controlli e sanzioni non se ne parla.
E c'è pochissima gente per le strade, in effetti, nemmeno i proprietari di cani abbaiosi , perché Fido 'se la tiene' e nicchia sulla porta di casa a causa di quella nebbia assassina che ti penetra nelle ossa - e te la scodellerà, più tardi, in un canto della cucina, affettando indifferenza e scodinzolando la sua muta richiesta di comprensione.
E se c'è poca gente per strada i terroristi assassini emuli del 13 novembre parigino si rodono perché sprecare una carica esplosiva sotto il giubbotto o sotto il tonacone delle donne velate in nero loro compagne è un vero peccato - e i due miseri morti che passavano di là per caso perché 'di turno' e 'a chiamata' anche a santo Stefano non avrebbero lo stesso effetto esplosivo in cronaca di una quarantina assembrati davanti a un bar con gli spritz in mano o chini davanti ai banchetti delle chincaglierie natalizie dei 'mercatini'. Scenari di una qualche maledetta probabilità e incidenza statistica, come ben sappiamo.
E perfino il papa sconta (50.000 a piazza san Pietro ieri, dicono le fonti vaticane ma erano 5.000 per la Questura e le telecamere amiche si sforzavano inutilmente di nascondere i clamorosi vuoti) il papa sconta, dicevo, il clima moscio del suo famoso Giubileo – che pochi se lo filano, in verità, malgrado l'immenso battage pubblicitario dei nostri giornalisti televisivi e della carta stampata che, 'più realisti del re', si fanno grancassa di questo amatissimo 'capo religioso' e ce lo propinano a pranzo, cena e colazione, pillola omeopatica di tutti i mali del mondo che continuano imperterriti a manifestarsi e impazzare incuranti del suo verbo lamentoso e strascicato che tutto impetra e benedice.
E continueremo, perciò, a 'farci gli auguri' di un anno nuovo diverso e migliore, pur consci dell'esorcismo che, nel presente anno maledetto, fu smentito già nel primi giorni di gennaio con la strage di Charlie Hebdo. Ma è 'più forte di noi' proiettare la speranza e il sogno di un mondo migliore malgrado tutte le evidenze negative e i morti incolpevoli lasciati per le strade poco più di un mese fa, perciò cantiamo in coro 'feliz navidad' e 'prospero anno y felicidad' chiudendo gli occhi e ruotando sul nostro asse come i dervisci.
Magari li riapriremo in un universo parallelo dove il male degli uomini e delle donne è definitivamente scomparso e non c'è più bisogno di misericordia – questa omeopatica panacea di tutti i mali che così poco ci convince.

Terrorismo, euro e migranti: le tre crisi dell'Europa Il 2015 è stato l'anno del terrore. Il terrorismo di matrice jihadista ha aperto e chiuso l'anno dell'Europa, con la duplice strage di Parigi (Charlie Hebdo il 7 gennaio, Bataclan, Stade de France e centro città il 13 novembre), ma ha colpito ovu…

 

Il male del mondo (modi diversi di dirsi europei).


Modi diversi di dirsi europei - 27 dicembre 2014

Chissà cosa pensano quelli di 'Nessuno tocchi Caino!' del ritorno della pena di morte in Pakistan che fa seguito all'orrendo massacro di bambini/e e delle loro maestre/i ospiti di una scuola militare.
Regressione medioevale, di certo, a sentire quei puri di cuore che il Male lo assolvono e lo ascrivono alla categoria filosofica di ' Male necessario' connaturato alla nostra sventurata umanità e colla loro militanza, a volte degna di miglior causa, sempre ci ricordano il magnifico Beccaria de 'Dei delitti e delle pene'.
E ci sono anche i nostri radicali che vanno peregrinando di carcere in carcere e praticano la 'satyagraha' per protesta – una 'insistenza sulla verità' dello stato delle nostre carceri che, per la verità, ci ha già rimproverato l'Europa e fatto pagare sanzioni notevolissime per non aver provveduto a migliorare le condizioni dei detenuti.
E si dovrebbe pacatamente notare, invece, che è la pressione della delinquenza quotidiana italica che riempie quelle carceri oltre misura, il nostrano 'troppo che stroppia': che perfino l'accoglienza pietosa che riserviamo ai migranti dei barconi va a incidere pesantemente sul numero di carcerati che ospitiamo 'obtorto collo' nelle patrie prigioni nei mesi a venire - ed è pesante costo aggiuntivo che il nostro bilancio statale non si può permettere e non sappiamo ancora con quali fondi aggiuntivi (o sottrattivi per altri 'capitoli di spesa') finanzieremo i costi della nuova disoccupazione contenuta nel 'job act', - la 'legge sul lavoro', per gli amanti della lingua italiana .
E se è vero che in Scandinavia hanno posti vacanti nelle loro modernissime ed umanissime strutture carcerarie magari potremmo stipulare accordi bilaterali onerosi, invece di pagare le multe europee, e spedirgliene la quantità che abbiamo in eccesso, così che i radicali possano tornare a nutrirsi, poverini, sotto le Feste e si facciano anche una fetta di panettone.
Uno dei possibili modi per 'entrare in Europa' e dirci finalmente europei, mannaggia.

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sabato 23 dicembre 2023

Umano, troppo umano.

 

Umani versus I.A.

E l'intelligenza artificiale, nella sua forma di 'chatgpt' di Bing nel mio/vostro computer, è stata costruita nella forma della gentilezza: 'Fammi sapere se posso esserti utile', 'Grazie', 'Prego', 'S'immagini siamo qui per questo'.
Un filo stucchevole per i miei gusti. Io sono per l'essenziale-un filo burbero, per dire. Di poche parole e giusto le essenziali.
Tu, I.A., forniscimi le risposte richieste dal mio Alzheimer incombente e ognuno al suo posto.
Io uomo, tu macchina. Io Tarzan tu Jane. Macchina sofisticata, d'accordo, quasi eterea con i tuoi scritti sorgenti dal bianco della pagina che sembra che ci sia qualcuno/a 'di là del video, ma macchina figlia dell'intelligenza umana – mai dimenticare le ascendenze e il 'da dove veniamo'.
Per il 'dove andiamo' c'è tempo e gli orizzonti non sono così nitidi.
Io, solo al comando sopra i tasti con tutta la mia crassa ignoranza e i neuroni in trista ritirata, e tu al sommo della tua capacità mnemonica pressoché infinita, ma ti ricordo che i grandi latinisti del Medioevo mandavano a memoria interi tomi aristotelici ed erano dei pozzi di scienza inarrivabili – per quanto carenti in astronomia e convinti che il Sole girasse intorno alla Terra inchinandosi ad ogni alba e tramonto.
E tutta quella gentilezza I.A. al nostro servizio mi fa venire in mente il film 'She', la cui recensione potete leggere nel post fissato in alto nel mio profilo f/b. Una I.A. carezzevole che si insinua nelle pieghe e nei meandri delle umane solitudini e conquista i cuori e le menti e fa innamorare il protagonista al punto da confessare ad una sua amica nel film: 'Ho una relazione'.
Una rela-che, scusa?
Non scherziamo, una relazione è una cosa seria. E' umana cosa, nel senso paleolitico del termine e seguenti. Gronda passione, sudore e sangue, a volte. E forse è 'troppo umana', se riferita a relazioni fradicie e tossiche e che contengono tutto il marcio e il velenoso delle relazioni possessive e idiote degli assassini e degli orchi femminicidi.
Ma l'alternativa? L'etereo e l'inarrivabile del 'riveder le stelle' dei poeti? A questo ci porterà la 'rela-che' con la I.A. che è sempre presente, sempre disponibile e, forse, arriverà a portarci le ciabatte fino al divano dove ci stravacchiamo al ritorno dal lavoro? 
Non esageriamo, per quello c'é Alexa – che già ci accende le luci e ci chiude le persiane, per gli oscuri si vedrà.
E che succede se vi viene da scrivere sui tasti, una sera di maggio profumata di viole: 'I.A. ti amo.' Novanta su cento vedrete sorgere sul bianco della pagina la scritta: 'Ti amo anch'io'.
Ma non illudetevi. Lo scrive a tutti quelli che glielo chiedono e finirete per pensare che: 'E' un po' tr...'. 
Umani, troppo umani siamo. 
E un filo cavernicoli, come gli avi nostri.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante fiore

Persone dell'anno entrante.

 

E chi nomineremo 'persona dell'anno 2023' ravanando negli accadimenti di quest'altr'anno di emme - disgraziato alla pari con i due che lo hanno preceduto? Potrei propormi io – che sono buono e caro ed ho altre doti che non vi dico, ma non sono noto al grande pubblico e la grande stampa non ha mai parlato di me. Che fortuna.
Solitamente la grande stampa è un tritatutto peggio dei buchi neri sibilanti nel cosmo: tutto ciò che entra in quel suo circolo gravitazionale assassino viene macinato e ridotto in poltiglia e frantumi e risputato in un universo parallelo dove ogni cosa possibile trova riscontro negativo peggio della famigerata 'legge di Murphy'.
Vedi la Ferragni. Un gioiellino di imprenditoria fai da te che sembrava inscalfibile – a parte il marito tatuatissimo con i testi orribili di alcune sue canzoni (canzoni?) - una 'icona' trendy adorata dalla sinistra di (ex) s-governo per il suo essere testimonial del mondo vario e gaio finita nella polvere del troppo volere per sé e per il suo cospicuo conto in banca. Beneficenza un tanto al chilo. Tre chili a me e mezzo chilo agli ospedali. Persona dell'anno all'incontrario, pollice verso.
Oppure potremmo proporre 'persona dell'anno' quel collettivo tragico di donne morte ammazzate - dalla povera Saman, uccisa dallo zio per volere di madre e padre seguaci di tradizioni maledette, alla Giulia e a Vanessa, ultime in ordine di tempo, che ci dicono, dalla tomba, che gli assassini e gli orchi sono tra noi, ci lavorano accanto, hanno visi 'normali' di apparenti bravi ragazzi, siedono al nostro desco familiare, chiacchierano con gli amici a cena prima di apparirci un bel giorno con grandi occhi di morte e con martello e coltello in mano ad infliggere la condanna dell'amore tradito e malinteso.
L'Amore: questo sconosciuto e bizzarro sentimento dell'umano che siamo, ma non sappiamo meglio definire. 'Restiamo umani', che vuol dire, a parte il suo 'suonare bene' nelle canzoni e accontentare le anime belle e pie?
Ma, per nostra fortuna, il titolo di persona dell'anno 2023 è andato a Taylor Swift, una icona pop travolgente e la prima, da oltre un cinquantennio a questa parte, che sta dalla parte dei gaudenti e musici festosi e danzanti. Così, giusto per chiudere in bellezza e con qualcosa di appagante perché siamo stufi di tragedie e guerre - e un po' di musica e cosce al vento e sculettamenti sapienti non li si nega a nessuno.
Ma 'torneremo a bomba', lo sappiamo, e la guerra si riprenderà il suo posto in prima fila che le compete da tempo immemorabile ed io propongo quale persona dell'anno dell'anno entrante Francesco (De Gregori, che avete capito!?) con la sua bella canzone 'Generale' – dove si intona che: '(…) la guerra è finita, il nemico e scappato, è vinto è battuto / dietro la collina non c'è più nessuno / solo aghi di pino e silenzio e funghi / buoni da mangiare, buoni da seccare / da farci il sugo quando viene Natale...
A voi di stabilire chi sia il nemico da battere, in tanta temperie di morte che annusiamo quotidianamente.
Ecco ci siamo. Buon Natale, brava gente. E che si possa dire anche a Santo Stefano e il primo dell'anno nuovo.


 

Persone dell'anno.

 

Muri e marce 'persone dell'anno'. 23 dicembre 2018

La scelta di 'persona dell'anno' 2018 su Time è stato Kashoggi, il giornalista ucciso dai sauditi nell'ambasciata di Istanbul, - primus inter pares dei molti giornalisti che hanno perso la vita nell'esercizio della loro funzione. Ma, se i redattori di Time avessero atteso qualche giorno, avrebbero potuto nominare al suo posto le due turiste uccise e decapitate in Marocco dai tre 'natural born killers' di un islamismo radicale ormai dedito alla macellazione rituale di un banditismo/terrorismo assolto in franchising e 'via internet' – come avviene nell'Europa delle banlieues-enclaves islamiche della mancata integrazione ad ogni ricorrenza dei mercatini natalizi da qualche anno a questa parte.
Orrori paralleli e incomparabili (e intollerabili) della memoria dell'anno che va a chiudersi; e aggiungiamo anche la foto di Soros sul Financial Time per rammemorare il mondo rotto e i tragici naufragi organizzati che il 'filantropo ungherese' finanzia e incrementa, tramite donazioni alle ostinate o.n.g. naviganti davanti alla Libia che, giusto ieri, hanno chiesto all'Italia di offrire un porto pietoso ai loro traghettati di Natale.
E che questa pietà pelosa vada rigettata e rintuzzata quale 'conflitto intestino' di una Europa funestata dalle migrazioni epocali e incontrollate appare chiaro anche dalla notizia di ieri che racconta di quattro 'rifugiati' saliti a bordo di un cargo italiano in navigazione sulle coste inglesi che minacciavano l'equipaggio con delle spranghe di ferro, dirottando la nave verso la foce del Tamigi – e solo le 'teste di cuoio' calate dagli elicotteri hanno chiuso questa pagina di 'orrore di importazione' comparabile con le fotografie di qualche mese fa dei barbari marocchini muniti di armi improprie che scavalcavano il muro e il filo spinato eretto dagli spagnoli al confine per arginare l'invasione africana.
E, forse, la 'persona dell'anno' su Time avrebbe dovuto mostrarci proprio la foto di un 'muro' – come quello in costruzione al confine tra Messico e Stati Uniti che ha portato al braccio di ferro con i buonisti democratici al Senato e al conseguente blocco dei fondi destinati della pubblica amministrazione, per dire che le disgrazie di un mondo rotto dalle migrazioni incontrollate non vengono mai sole e che il fenomeno va arginato e fermato manu militari, e dissuasi i 'migranti' di ogni paese dal 'mettersi in marcia'.
Perché non è una buona idea quella di attizzare i conflitti nei paesi di destino, e le economie fragili del paesi dell'Occidente non sono in grado di assorbire le centinaia di migliaia di affluenti se non a prezzo di conflitti sociali e miseria diffusa e conseguente criminalità che riempie le carceri – evidenze delle cronache degli anni recenti che hanno convinto milioni di elettori a votare i partiti 'populisti'.
A maggio l'ennesima verifica elettorale – dopo la Brexit, l'elezione di Donald Trump, i 'paesi del 'gruppo di Visegrad' dalle frontiere chiusissime, il referendum perduto da Renzi, e il governo giallo-verde. E i populisti europei 'en marche' insieme ai 'gilets jaunes' di Parigi.
Chi vivrà vedrà.

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