venerdì 31 gennaio 2014

Battaglie di civiltà e igiene pubblica

Battaglie di civiltà e igiene pubblica.

Possiamo avere le opinioni più diverse e opposte sul merito della questione Banca d'Italia – il valore delle cui quote è stato aumentato d'imperio e ha rimpinguato le casse delle banche che partecipano al banchetto – ma salta agli occhi che l'avere inserito nel decreto in conversione la questione 'seconda rata dell'imu' in scadenza-capestro è operazione truffaldina e vergognosa e bene hanno fatto i 'grillini' a 'scendere in piazza' parlamentare e guadagnare così 'l'onore delle cronache'. O il disonore, secondo i punti di vista.
E va sottolineato che ad essere stati 'menati' (colpita al viso anche una donna! Tu vedi l'onore di questi disonorevoli deputati!) sono stati i 'grillini' e che l'occupare i banchi del governo non è poi tutta questa dissacrazione della democrazia che pretende la 'stampa amica' delle 'larghe intese' pattuite con un condannato per frode fiscale e concussione e rapporti sessuali con una minorenne.

E che l'opposizione dura dei grillini infastidisca quei deputati rotti a tutti i peggiori inciuci della prima e seconda repubblica e a tutti i peggiori escamotage parlamentari pur di 'portare a casa il risultato' non mi sorprende e mi convince, una volta di più, che quella genia di infami deve essere 'mandata a casa' il prima possibile - e aria nuova e pulita deve subentrare in quelle stanze che hanno visto il transito avvilente e tristo dei peggiori figuri della democrazia cristiana, e i 'pentapartiti' malfamati e il craxi bettino latitante, e le truppe cammellate di publitalia/fininvest, e i servi e i maggiordomi e le gentildonne ex soubrettes e gli avvocati personali del satrapo puttaniere.

E' da mercanti levantini e 'furbetti del parlamentino' stringere in un solo decreto la questione 'quote banca d'Italia' e 'seconda rata dell'imu' - con lo scopo miserabile di ricattare, brandendo quella oscena spada di Damocle, le opposizioni e costringerle a digerire l'indigeribile. Il metodo rivela l'immoralità e il lercio commercio della vergogna.

Che la battaglia parlamentare continui e vieppiù si infiammi. Cambiare i pannoloni puzzolenti alla prima e seconda repubblica si può e si deve. E' una 'battaglia di civiltà' e una questione di 'igiene pubblica'.

giovedì 30 gennaio 2014

Discorso sullo stato della dis-unione

Come molti altri miei concittadini, ho votato Grillo alle elezioni ultime scorse e bene fu perché fu spezzato il maledetto duopolio pd-elle che ha partorito le larghe intese - poi ristrette dal 'plotone di esecuzione' voluto dalla 'magistratura comunista' (triplo 'sic' e sei bleahh! mafaldiani).

E, come molti altri miei concittadini, sono passato attraverso i gironi infernali dell'approvazione entusiastica e del rifiuto viscerale dell'operato e delle dichiarazioni avventate e primitive dei 'grillini' – da scusarsi, in ogni caso, perché devono 'farsi le ossa' e perché più dignitose, quasi sempre, di quelle dei piddimenoelle - per tacere dei ribaldi e vomitevoli berlusconiani e dei finto-dissidenti alfaniani.

E, giunti alla fin della tenzone e prossimi ormai ad elezioni europee, odo la vostra domanda che sorge spontanea e vigliaccamente provocatoria: 'Confermerai il tuo voto, dopo tanto baillamme di 'nulla di fatto' e le molto confuse lingue e menti?' Ebbene si, lo confesso e 'faccio outing': confermerò quel voto. Rivoterò Grillo e i suoi – ad onta del fatto che intendono, quei dessi, disconoscere l'Europa dei banchieri e l'euro dei nostri affanni e malgrado la spaventevole sbandata politica sulla lotta dei fascistissimi 'forconi'.

Li ri-voterò perché non se ne può davvero più di spaventevoli inciuci e riconoscimenti politici a un condannato per frode fiscale e puttaniere manifesto e concussore e 'nipotine di mubarak' minorenni convocate più e più volte per le 'serate eleganti' di uno squallido satrapo perverso.

E chi stringe accordi politici con quell'abominio di umano ventre per pretesa 'realpolitik' ha passato il segno della decenza già dal suo primo atto politico e merita di essere affossato in parlamento e 'mandato a casa' affinchè sia affermato il primato della decenza, appunto, - misera donzella italica svillaneggiata e disonorata e che invano attende il suo riscatto.

Questo è quanto avevo in animo di dirvi in questo giorno assolato di un gennaio tutto da archiviare, grazie dell'attenzione e a presto rileggerci su questi sollazzevoli schermi.

Fedechiarobama

martedì 28 gennaio 2014

I peggiori incubi delle nostre vite

I peggiori incubi della nostra vita

Nei peggiori incubi della nostra vita c'è la caduta libera in un vuoto senza fine; e c'è un tale, in cui ci riconosciamo, che chiede un'informazione a chiunque gli passi vicino e nessuno se lo fila ed è come se non lo vedessero e non esistesse e la sua voce si perde in un vuoto e in un esclusione peggiore della morte.

E, se è vero che il giorno della Memoria rischia di annoiarci – con tutto quel battage di articoli di stampa e telegiornali dedicati e films che passano a tutte le ore in tutte le reti - è vero anche che il peggior incubo delle nostre vite è accaduto a un intero popolo, - i cui membri erano stati riconosciuti ed erano ampiamente integrati da decenni negli Stati in cui avevano trovato ospitalità e cittadinanza e avevano prodotto ricchezza e alcuni erano cittadini illustri e stimatissimi professori.

E provate voi a svegliarvi una mattina e sentite dei colpi violenti alla porta ed aprite impauriti e vi ordinano, manu militari, di ficcare poche cose in una valigia e di seguirli.
E vi fanno salire su un camion e vi stipano su dei carri-bestiame -e il resto lo sapete ed è il peggior crimine della storia dell'umanità che ancora ci perseguita per come sia stato possibile concepirlo ed eseguirlo - e dire 'normale' evoluzione politica la storia del nazionalsocialismo tedesco e di tutti i nazionalismi di stampo fascista che insorsero come funghi velenosi nel mondo tutto in quegli anni di tregenda e di autentica, assoluta follia delle generazioni dei nonni a cui siamo sfuggiti per puro miracolo e con il sacrificio biblico di milioni di morti ammazzati nelle guerre che quei pensieri malvagi e malvagie elaborazioni politiche hanno provocato - e nei terribili bombardamenti sulle città che le hanno concluse.
A quegli incubi scampaci, oh nostro Signore immaginario - in cui fatichiamo di credere per l'enormità del Male al cui trionfo Egli ha consentito e non ce ne capacitiamo.

sabato 25 gennaio 2014

Affreschi immobili e cattive coscienze

Affreschi immobili e cattive coscienze

Posto che un romanzo o un film influiscano sulle nostre emozioni/opinioni e siano agenti di determinazioni personali a schierarsi, indignarsi, prendere posizione politica oppure ‘fare del bene’ nei modi che la buona fantasia ci detta, ‘Baarìa’ di G. Tornatore, rivisto in tivù, non rientra nel novero dei buoni films che ci con-vincono, bensì appartiene al genere degli affreschi immobili della pittura antica o della Commedia dantesca: fitti di personaggi diversi e opposti tra loro per censo, azioni, comportamenti pubblici e privati che coesistono immobili sulla parete e nella scrittura cinematografica malgrado gli spaventosi conflitti sociali che ci racconta la Storia.
Insomma, è come dire che: ‘Il Bene quasi sempre trionfa, ma si lascia buggerare con troppa facilità e stupida frequenza dal Male, specializzato in agguati e trame criminali.’
Così la maledetta azione di mafia e la strage della Portella della Ginestra – e le altre in cui hanno perso la vita Placido Rizzotto e una quantità di altri capi-popolo e sindacalisti e i generosi e ingenui braccianti agricoli che li seguivano e vanamente insorgevano contro i latifondisti e i mafiosi al seguito – vengono dipinte da Tornatore con scrittura cinematografica potente e affascinante ma poco capace di ‘mobilitare le coscienze’ e suscitare rabbia: la molla di ogni riscatto futuro.
Così la Storia italiana dagli anni Trenta agli Ottanta si riduce, nel film, a un macchiettismo sapiente e commovente ma che ci fa pensare che nulla possiamo opporre alle Cattive Cose del nostro vivere associati se poi i padri vengono superati dai figli nella vana logorrea protestataria e nell’avvilente riproporre i ruoli subalterni di sempre – e ciò che risalta come veramente rivoluzionario è ‘il progresso’ tecnologico della tivù, che cambia radicalmente i comportamenti e le coscienze, e non la lotta operaia che ha disseminato quegli anni siciliani e quelle terre di morti ammazzati (morti inutili?) e di eroi che già più non incidono e pesano nella Memoria collettiva – al pari dei Falcone e dei Borsellino e del generale Dalla Chiesa degli anni nostri successivi.
E la Mafia è ancora lì – a dettare l’agenda della maledetta Storia patria e a tendere i suoi sempiterni agguati al Bene collettivo e a progettare i futuri attentati ai p.m. antimafia (vedi Riina versus Di Matteo). Stragi annunciate che non sappiamo contrastare, malgrado i proclami reboanti e rituali degli uomini della odierna ‘vita politica’.
Però abbiamo i Giotto postmoderni a cui gli affreschi cinematografici immobili riescono benissimo e ci incantano, ahinoi.

giovedì 23 gennaio 2014

Cambiarli spesso e per lo stesso motivo

… che, poi, questa delle preferenze che sarebbero il sale della democrazia me la bevo con riserva e storico pregiudizio duro da digerire.
Perché sempre mi è capitato, in tanti anni di 'passata la festa gabbato lu santu' di passare davanti ai cartelloni della pubblicità elettorale e di guardare le facce degli improbabili 'risolutori' delle pubbliche angosce e dei bisogni con disincanto e rabbia per la stupidità dei concittadini beoti che prestano loro fiducia. Regolarmente tradita - e i figli di piissima donna che approdano al parlamento e ai consigli regionali/comunale si portano a casa stipendi da fiaba e pensioni indebite senza aver in nulla contribuito a una vita migliore per i cittadini e a un'ordinato sviluppo economico e lavoro per tutti.

E se non sono sceso nell'agone elettorale e mi sono rifiutato di salire le scale canoniche che portano alle sacre stanze della politica quando me ne offrirono l'opportunità - millenni fa - è perché ho sempre avuto sulla pelle la percezione dell'inadeguatezza di ognuno e tutti di risolvere alcunché - e di quanto siano vane e stupide le promesse elettorali.

E nessun 'uomo della provvidenza' che ci salvi dai flutti della crisi e dagli abissi della corruzione e del 'malgoverno' e della 'cadrega' incollata alle chiappe. E perfino il bravo Obama ha dovuto recedere dal suo 'yes we can' - e la nazione da lui guidata ha rischiato il default a causa degli ukase dei repubblicani e del 'tea party' sui provvedimenti della spesa pubblica da approvare.


Non avrete mai la mia preferenza, gente di malaffare e vane promesse, e gli uomini politici li considero come il pannolone di cui diceva quel comico: ' Vanno cambiati spesso e per lo stesso motivo'.

mercoledì 22 gennaio 2014

Sermone laico

Sermone laico

Seguivo con molta attenzione un programma in tivù, l'altra sera, che trattava della 'perdita dell'informazione' che avverrebbe durante l'evaporazione dentro un 'buco nero'. Argomento terribilmente serio perché io ero la dimostrazione vivente di quella perdita e il buco nero del mio sonno incombente si mangiava parte di quell'informazione televisiva che evaporava nella stanza inutilizzata.

E che si debba lottare contro ogni 'perdita dell'informazione' delle nostre vite me lo confermava un mio amico che non vedevo da molto tempo e della sua vita recente non avevo più la cara informazione e la simpatia che me ne deriva - e, se vi capita di visitare un cimitero, avrete modo di constatare quanta 'perdita di informazione' vi sia del patrimonio comune dell'umanità e delle generazioni che si avvicendano sopra al pianeta Terra.

Non accendono un bel nulla le 'urne dei forti' ai forti animi, ahinoi, ma è solo un'angosciante silenzio che viene dalla raggelante distesa delle lapidi e delle croci - e i ricordi di chi abbiamo amato e ci è stato caro evaporano sull'orizzonte degli eventi e si perdono nei buchi neri di ogni morte.

In quale 'orizzonte degli eventi' dell'umanità tutta ritroveremo l'informazione che si perde ad ogni morte? E' un problema importante perché darebbe risposta alle nostre più segrete angosce - e tutti noi, nel corso dei funerali in chiesa, avvertiamo quanto sia poco consolante e credibile la favoletta buona che ci ripete il prete sull'altare che: '...la cara anima del nostro congiunto è volata in cielo' - e il Cristo e la chiesa dei Santi e dei Beati svolgerebbero quella funzione di 'recupero dell'informazione quantististica' delle nostre vite che tanto ci piace credere vera e ci consola.
Ritrovarci tutti 'di là', insomma – e darci delle sonore pacche sulle spalle ed esclamare: 'Anche tu qui! Ma non eri in montagna a sciare?' Schumacher docet, povero cristo; ne parlavamo giusto ieri sera con mia figlia.

Scherzi a parte, la perdita dell'informazione delle vite delle persone mi capita di osservarla, sconsolato, nel corso delle mie visite a mia madre – e i dialoghi di quelle vecchie persone e quegli occhi trasparenti e le mani dalla pelle tirata e priva di spessore sono un 'colpo al cuore' e un annuncio al quale dovremmo essere preparati, ma chi lo è, dannazione!? Chi non prova ripulsa nel guardarsi nello specchio segreto di Dorian Gray in cui si mostra la maledetta senilità in agguato che faticosamente respingiamo con creme e belletti e vane ginnastiche e balli?

Si dice che 'tocchi a tutti', prima o poi, ma io mi aggrappo a quello scaramantico: 'e forse anch'io' - vedi mai che ci verifichi un'eccezione quantistica, prima o poi, e si dimostri vera la storia di Dorian Gray in terra veneziana tra gli anni 2/3000. Amen e così sia.

martedì 21 gennaio 2014

Gente sul piede di partenza

Gente sul piede di partenza

Sta uscendo l'ennesimo film sulla città che si spopola e sul turismo che se la mangia – e la sola attività remunerativa in città è legata alla sua condanna storica : locazioni selvagge e fuori controllo di legalità, osti e gondolieri/motoscafisti.
E traghettando in vaporetto tra san Marco e la Salute -complice la giornata uggiosa- vedi il corteo di gondole nere, e i corvacci di uguale colore ritti a poppa, più come un funerale turistico rituale e quotidiano che un rito di allegro consumo turistico, chissà perché.

E il commercio che chiude e ha mutato pelle (bengalesi e cinesi), ma con gli orpelli turistici di sempre, conferma che una città di turisti ha il commercio che si merita e lo squallore che salta agli occhi – e basta fare una gita a Treviso e aggirarsi per il centro per vedere la differenza con un commercio sano di una vera città di abitanti.

Sta per chiudersi la pausa turistica che, tra fine novembre e fine gennaio, mostra Venezia nella sua veste migliore, la città della canzone di Aznavour: 'Com'é triste Venezia' e il Carnevale è alle porte, - coi progetti asfittici di sempre e le 'feste' finto-cochonnes nei palazzi che attraggono i beoti di tutto il mondo e le tristissime maschere in parata permanente e l'allegria dei naufragi, ma, in fin dei conti, è una soluzione, questa dei barbari che scendono a frotte e a milioni a imporre i sensi unici.
E tutto il casino che il Carnevale si porta dietro e il rumore e la finta allegria cancellano le lamentazioni sempiterne e i piagnistei di una città che non cambia perché non ha un progetto alle spalle, né identità abitativa, né buona amministrazione.
Solo gente sul piede di partenza, residui abitanti inclusi.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=689680937742631&set=a.186245018086228.42483.180008328709897&type=1&theater
Grande appuntamento giovedi prossimo al Teatro Groggia ore 15.30 per il film/documentario VENICELAND di Enrico Micheletto.
#venezia #veniceland

lunedì 20 gennaio 2014

Poesie giovanili

Quoi? L'éternité


...a forza trattengo la notte
con mani ghiacciate di pena.
Irrimediabilmente siamo morti
un'altra volta. Sarà -dicono-
definitivo. Che suonino a festa
le campane sul trionfo dell'effimero!
Le stagioni, sai, non muteranno
il loro corso, né accenneranno
i visi a mutamenti d'espressione.
Anche le parole scorrono
fuor di bocca in perfetta
sequela d'idiotismi: adesso
e dopo; il vento, la folla, i santi
il nero, il nudo, il sangue;
canzoni intonate col cuore in tumulto.
Avrà questi occhi la morte?
Solo questo mi è residuo senso.

domenica 19 gennaio 2014

In alto i cuori

Corre l'obbligo di ricordare che le belle cose che ammiriamo dell'arte e degli artisti esistono e sono state immaginate in tempi grami, gramissimi - mentre, fuori dai loro studi imperversavano guerre ed epidemie che quegli artisti 'si portarono' prematuramente, e chissà che capolavori ne avremmo avuto memorabili da affidare alle future generazioni.
Tutto ciò rammemoro per dirvi che, se renzi e berlusconi si sono stretti la mano e hanno concordato gli avvilenti percorsi politici futuri non tutto è perduto della vita e dell'onore dell'umanità (non ancora) - ma che altre egregie
cose ai forti animi accendono le opere dei poeti e degli artisti che verranno.
E scalderanno il cuore del mondo dicendolo ancora degno di essere vissuto, ad onta delle piccolissime ed avvilentissime cose che vi accadono e sembrano prevalere e schiacciarci sull'orizzonte buio del futuro. In alto i cuori.

sabato 18 gennaio 2014

Effetto placebo nell'era dell'Acquarius

Dovremmo coltivare di più e meglio le strade interiori che portano alla gioia. In tempi di affanni economici cronicizzati e speranze al lumicino e gennaio grigio e uggioso come non ricordavamo da anni, la terapia della gioia - o quantomeno la ricerca di situazioni 'leggere' e cose piacevoli da fare e attività ludico-ginniche – diventa una necessità assoluta, una risposta 'giusta' a quel sottile 'male di vivere' che scava i suoi percorsi disagiati nella nostra mente.
'Cuando ya nadia se espera personalmente exaltante', scriveva G. Celaya, bisogna superare la soglia di coscienza critica che si ostina a 'fare fronte' alle difficoltà con atteggiamenti guerrieri e modi bruschi. E anche recitare  una poesia o cantare una bella canzone può giovare.

E se vi riesce di innamorarvi è fatta: siete entrati nella giusta dimensione e nell'era mitica dell'Acquario. Già allora non voleva dir niente di speciale, ma 'suonava bene' e molti si dicevano 'felici' e floreali. Fate come suggeriva B.Pascal a chi non ha fede: 'Fingete di credere e comportatevi come se tutto il dettato religioso fosse vero'. Effetto placebo, vedi mai.

http://youtu.be/g9S3slDC8S
 

martedì 14 gennaio 2014

Tutta un'altra letteratura

Un presidente della repubblica che esce dall'Eliseo in motorino e casco in testa – e nessuna guardia del corpo al seguito e il rischio che qualcuno lo 'metta sotto' (e sai le cifre di rimborso de 'il capitale umano' a lui relativo!) - è figura simpatica assai e sarebbe piaciuta a Prèvert che ne avrebbe fatto una poesia delle sue: icastica e beffarda.

E, invece, è un 'caso politico', uno 'scandalo', qualcosa da dover spiegare ai francesi (che, in realtà, non si stracciano le vesti più di tanto) – e chissà che pensano i nostrani giornalisti scandalistici di quel Pepe Mujica che riceve i ministri nella sua casa in calzini e ciabatte e magari offre loro uno spinello propiziatorio la discussione in merito a un importante decisione da assumere per la vita della nazione. Avercene, di presidenti così!

E c'è in giro qualcuno che recrimina per il trattamento che ho riservato in questi anni al puttaniere nostro nazionale – anche lui libertario e libertino, dice. Grandezze (si fa per dire) non comparabili, caro il mio suonato impenitente.
Una storia d'amore, comunque la si consideri, è una storia d'amore e si rispetta.

Le storie nostre di puttane e 'nipotine di mubarak' e 'igieniste dentali' appartengono al genere 'varietà cochon' -variante postmoderna degli antichi fescennini - ed è tutta un'altra letteratura.

lunedì 13 gennaio 2014

Il capitale umano

E' un film potente, 'Il Capitale umano', che riempie i cinema per il passaparola degli spettatori e inchioda alle poltrone e strappa applausi in platea neanche fossimo a una 'prima'.
Una narrazione cinematografica sapiente che ricorre all'incastro di storie parallele (capitoli), con i comprimari che diventano protagonisti e rivelano, ad ogni capitolo a loro dedicato, i particolari sapientemente celati - e la suspense è garantita ed è efficacissima.

Ed è uno sguardo disincantato che il bravissimo Virzì rivolge al mondo della buona e brava borghesia 'padana', un affresco di miserie morali e vigliaccherie e nessun 'senso civico' - e nessuno si salva in questo girone infernale dei truffati e truffatori che: 'Avete scommesso sulla rovina di questo paese e avete vinto.', come dice la prèmiere dame del Gotha finanziario di una ex 'Milano da bere', ma solo velenoso e amarissimo assenzio ormai.


Ed è una sfilata di avvilenti figure di perseguitati da noia esistenziale e piccolissime aspirazioni consumistiche e guadagni facili esenti-fatica che consumano amori disperati e fragili e adulteri banali - e non un guizzo di luce sullo sfondo, e nessuna redenzione personale, bensì solo il trionfo finale di un capitalismo finanziario che ha scommesso le sue azioni/obbligazioni sul crollo e sulla crisi profonda ed ha vinto - e si accontentino la moglie e i figli dell'unico cristo in croce sbalzato di sella nel proemio che saranno risarciti al costo di 218 mila euro circa - il 'capitale umano' valutato dalle assicurazioni quale equo rimborso per una morte stupida. Una delle tante.

mercoledì 8 gennaio 2014

La soluzione aliena

La soluzione aliena

 
Finiremo per credere che saranno gli alieni a risolverci il problema e a 'dare la scossa' alle nostre vite assonnate di questo scorcio di anno nuovo che 'tutte le feste si è portato via'.
E la noia che ci viene dal governo delle intese ristrette sparirà e ci concentreremo tutti sul canale 56 del digitale terrestre – da dove ci vengono le notizie degli X-files degli esperimenti spaventosi che si stanno compiendo sui terrestri rapiti dagli alieni con la complicità di alcuni settori deviati dell'esercito americano.
E, in realtà, siamo ancora freschi di quell'altra 'alienità', durata vent'anni, di un tale che ipnotizzava milioni di persone dagli schermi dei suoi canali televisivi e mandava messaggi 'a reti unificate' senza neanche essere presidente della repubblica e aveva un codazzo di 'falchi' e cornacchie sui tacchi e adoranti puttane - e si scoprì che era un frodatore e un concussore e, miracolo!, abbiamo vinto noi terrestri 'comunisti e 'giustizialisti' e la normalità è tornata sul pianeta-italia, sia pure con qualche scossone dovuto alle manifestazioni dei forconi che si credevano i salvatori della patria, nientemeno e parlavano di 'rivoluzioni', eia, eia, trullalà.
E ci avviamo a intercettare 'la ripresa', dice Saccomanni; speriamo, facciamo gli auguri, però temiamo che sarà lunga ancora un anno e più – e il riporto inerziale della crisi ci racconterà ancora del lavoro che non c'è e dei negozi e le fabbriche che chiudono.
Confidiamo che sia vera la notizia che riportiamo qui sotto: gli alieni sono, dopotutto, una soluzione quando non si sa più a che santo votarsi.


http://www.repubblica.it/scienze/2014/01/0...67888/?ref=fbpr

"Un Ufo mi ha costretto a una manovra d'emergenza": la storia di un pilota di linea inglese fa...
www.repubblica.it

sabato 4 gennaio 2014

Gioia e noia

E' in giornate uggiose come queste che si apprezza il ritorno alla 'normalità' democratica insieme al 'dolce far niente' di un sabato mattina. Che niente non è perché il semplice vivere e abitare in una casa comporta sempre riordini, riassetti e armadi da sistemare e pulizie settimanali e un'idea di cucina e cibo per la giornata e libri da leggere e relazioni da coltivare.

Però non c'è più il magone e le segrete angosce per l'impazzare sui media e nel web di lex luthor-elefante nella fragile vetrina istituzionale e le sue terribili minacce e predizioni di 'rivoluzioni' se l'arresteranno – e vien da ridere a pensare ai legionari e agli scherani ridicoli reclutati e pompati in cronaca quali 'l'esercito di silvio', il frodatore-puttaniere a cui 'mal gliene incolse' e 'tanto andò il gattone al lardo che alla fine ci ha lasciato lo zampone' da senatore. Non se ne parla più, finalmente, di quel personaggio malvagio da fumetto, se non per le sue opinioni e schermaglie sul 'porcellum' che torna 'matarellum' o chissà che altra ingegneria elettorale francese, spagnola o svizzera sarà approvata.

E intanto cala lo spread, il differenziale coi bund tedeschi, e sono dei bei milioni di interessi risparmiati, finalmente, e che possono confluire nei piani e progetti per rilanciare la ripresa e foraggiare il 'reddito di cittadinanza' per i nostri disoccupati con poche speranze di rivederlo, un lavoro. Viva il ritorno alla noia e al 'dolce far niente' della normalità democratica!

E anche la 'strana maggioranza' delle intese che si sono ristrette a ben vedere non è così male. Così che si bilancino e vengano frenate le pulsioni suicide 'buoniste' dei democratici all'accoglimento universale dei migranti e all'amnistia che, a detta del siulp (il sindacato dei poliziotti) e di coloro che leggono le statistiche di quanti tornano subito in carcere dopo breve scorrazzare impuniti per le strade e svaligiare appartamenti, è rimedio peggiore del male.

Alla via così, dunque. Dibattere, dibattere, dibattere, ma nulla decidere di troppo importante per non combinare guai maggiori ai quali la classe politica, senza eccezioni, ci ha abituato.
Viva la noia della democrazia che traccheggia e alimenta il vaniloquio delle opposte tesi in parlamento. Prendetevela comoda, cari, salvo che per i provvedimenti sul lavoro e l'auspicata ripresa.

Non ho detto gioia, ma noia, noia, noia.

venerdì 3 gennaio 2014

La Bestia e l'innocenza

La Bestia e l’innocenza

Il tempo che procede inesorabile e indifferente alle azioni e seduzioni degli uomini per fermarlo e dirlo loro amico e alleato scandisce oggi il giorno tre del primo mese di un viaggio lungo un anno.
E accade una quantità di eventi nell’universo mondo quali sono accaduti solo qualche giorno fa, ma era un anno fa, – tu vedi gli abbagli del tempo che fugge e infila bandierine segna-tempo nei cumuli di neve delle nostre vite che presto si squaglieranno nella memoria individuale e collettiva e altra acqua scorrerà sotto i ponti che non macina più.
Ed ho un larvato ricordo – flash back labili e dai colori smarriti come le vecchie diapositive – dei miei quattro viaggi nell’India mitica delle religioni e dei templi e delle filosofie e meditazioni e dei guru falsi e bugiardi e non ho mai concentrato l’attenzione attualizzante sulle raffigurazioni delle cattive e crudeli divinità che presiedevano alla consumazione della violenza fra gli uomini e le donne: la mitica Kali dalle molte braccia, nera sposa di Shiva – e chissà perché è raffigurata al femminile quando quasi tutta la violenza che si consuma nel mondo è degli uomini sulle donne.

Ed è l’India che non vorremmo vedere e udire quella che si modernizza, ma che sacrifica l’ennesima vergine sull’altare della violenza al maschile e ne brucia il corpo e non mostra un briciolo di pietà perché ha osato la trasgressione massima della pubblica denuncia e fede laica che la polizia faccia il suo dovere e arresti i carnefici e si avvii la macchina della giustizia terrestre.
Un pessimo anno nuovo è quello che ripropone in cronaca gli odiosi ‘femminicidi’ e attizza l’odio fra le due metà del cielo incapaci di riconoscimento reciproco dei diritti e dei doveri spettanti ad ognuno – e torna la bestia e la belva fuori dalla antiche raffigurazioni a dirci schiavi della preistoria animale chiusa nel cervelletto atavico che dovremmo lobotomizzare, se vogliamo sognare il futuro delle stelle e dei viaggi spaziali.
Ecco la prima strofa d’una poesia di Swami Vivekananda, il famoso discepolo di Sri Ramakrishna, nato e morto a Calcutta.
Vieni, Madre, vieni!
Le stelle sono coperte,
nubi sopra nubi,
l’oscurità è vibrante, sonante.
Il ruggente turbine del vento
è abitato dalle anime di un milione di pazzi
fuggiti dal manicomio,
che sradicano gli alberi,
spazzano via i pellegrini dal cammino.
Il mare si è unito alla furia
e onde alte come montagne s’innalzano
verso un cielo di pece.
Un lampo di fosca luce
rivela mille e mille ombre della morte,
sudicia e nera,
che diffonde piaghe e dolori,
ballando ebbra di gioia.
Vieni, Madre, vieni!