martedì 29 agosto 2023

Platone, Socrate e tutti gli altri a seguire.

 Platone, Socrate e tutti gli altri a seguire. 30 agosto 2020

Lo so che pensate che è per via della sua avversione alla scrittura che mi sta antipatico il Platone.
E un po' è vero e anche i librai post moderni lo hanno in uggia dal momento che affermava che non basta comprare e leggere i libri per sapere tutto quello che è necessario sapere - e solo noi professori e titolari di accademie possiamo spiegare e dire vera sapienza quella che prendiamo in considerazione e la ammanniamo ai seguaci e discepoli prostrati in adorazione.
Un vera e propria difesa della casta dei sapienti, la sua – e chissà che cosa direbbe oggi il caro Plato e a quali sconcezze si lascerebbe andare sui social contro i 'leoni da tastiera' e i 'sotuttoio' che si permettono di contestare le verità rivelate dei giornalisti professionisti e i professori, un tempo autorevoli e osannati, e dei loro politici di riferimento incollati alle cadreghe con la benedizione clamorosa e colla aggiuntiva dei banchi delle 'sardine'.
Ma converrete che quella sua teoria bizzarra e arzigogolata della caverna dove stanno uomini strani e un fuoco ne proietta le ombre – e, se fanno tanto di fuoriuscire restano accecati dal sole della Verità – è piuttosto cerebrale e, se è vero che ha ispirato il doppio reale e virtuale di Matrix, come ci spiega il professor Ferraris in tivù, gli risponderemo che quel film non ci ha convinto per la stessa ragione dell'arzigogolo e del cerebralismo che, come ci direbbe il poeta delle 'Feuilles Mortes':
'Le mond mental ment monumentalment.'.
E a noi pare che abbiano ragione i poeti coll'invitarci che fanno a godere del semplice cinguettio degli uccelli in natura e della bellezza dei petali e dei pistilli dei fiori coloratissimi e dell'azzurro del cielo e delle spirali delle conchiglie che hanno le stesse proporzioni matematiche delle spirali galattiche - e ci viene in mente la 'Miseria della filosofia' che proveremo a rileggere per capire chi aveva in mente di contestare l'autore del libro e cosa.
E Aristotele, pur nella sua ignoranza della legge gravitazionale (che arrivò ad affermarsi di lì a qualche secolo, sia detto a sua discolpa) ci sembra miglior filosofo, pure se 'terra-terra', di quell'arrogante suo predecessore, quantomeno nel suo considerare le apparenze per quel sono e ci appaiono e non ingannano: evidenze dei sensi che, sole, ci restituiscono il senso di realtà e di Verità che Plato rimandava alle inarrivabili Idee iperuranie.
Ecco, l'ho detto, ho fatto outing. Sono aristotelico e anti platonico. E neanche i sofisti e gli atomisti sono così male, a ben leggerli e studiarli.
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Su al nord.


Gli auspicati orizzonti di futuro. 30 agosto 2016

E' certo che tra l'abitare la verticalità o l'orizzontalità, per una volta, sceglierei la seconda. E l'immobilità assoluta del canale e la struttura in acciaio e la stazza e la quantità di stanze sottobordo che si infilano una dietro l'altra e l'eleganza da 'design' di alcune di queste gigantesche 'peate' che un tempo solcavano i canali e bordeggiavano sotto costa sono tali da dirle migliori delle case nuove di abitazione in periferia e seconde solo alle meravigliose case storiche del centro che salgono per gradoni successivi e disegnano la spettacolarità del triangolo che le chiude in altezza con gli interni abbaini e dell'insieme della Gand fiamminga di Van Eyck e di Robert Campin, il Maestro di Flèmalle.
E camminarci di mattina, appena dopo l'alba, lungo il canale immobile e le case a specchio e un'arietta sbarazzina che ti fa dimenticare l'afosa stanza priva di aria condizionata della notte è piacere da re e tutte quelle figliole da Ovomaltina che sfilano in bicicletta pedalando di buona lena la dicono città felice o anche solo serena, - che, di questi tempi di morti ammazzati e 'radicalizzati sul web' incistati nelle banlieues delle città del Belgio, è cosa preziosissima e auspicato orizzonte di futuro.... (segue)



  

lunedì 28 agosto 2023

I post moderni Mirmidoni (a cinque stelle di infamia).

 



 

L'Eroe nella polvere e il tallone di Achille - 27 agosto 2019

Sarà colpa di Latona o di Giove se 'l'eroe è nella polvere' – come discetta il Feltri (Mattia) sulla Stampa di oggi? E' nel loro dna di giornalisti sinistri quella di 'buttarla in letteratura' e nel mito – e vogliono farci credere che è colpa del Fato e degli dei avversi se Salvini ha perso e il suo cadavere è legato per una gamba al carro di Di Maio-Achille che gira intorno alle mura di Troia, esibendo l'osceno trofeo ai Troiani affranti e che si strappano i capelli e già paventano la sconfitta prossima ventura.
Ma questa storia della invincibilità di Achille e dei suoi Mirmidoni non la digerivo neanche al tempo delle medie e delle prime letture del Poema Massimo – e sognavo di entrare nelle pagine e righe di quel libro e, novello Efialte, di suggerire a Ettore, prima del duello fatale, di mirare alla caviglia dell'eroe greco, il suo unico punto vulnerabile per le note ragioni dell'immersione materna nelle acque magiche del mito.
E ogni eroe, antico o moderno o post moderno, ha una sua vulnerabilità, il Di Maio della Magna Grecia incluso, ma bisognerà aspettare che il Poema Nuovo e schifosetto che scriveranno pd e m5s uniti nella vergogna dello s-governo prossimo venturo elenchi puntualmente i suoi nefasti in cronaca e che si impennino gli sbarchi sulle nostre coste perché riemerga dalle acque del Lete l'Eroe redivivo che ci porterà a nuove elezioni e le vincerà e Achille-Di Maio sarà nella polvere col tallone trafitto e i suoi Mirmidoni ridotti al lumicino nelle urne cinerarie - e le loro ombre infelici biascicheranno maledizioni a Grillo e Casaleggio negli oscuri percorsi dall'Ade.
Chi vivrà vedrà e tempo al tempo. Prendiamo posto sulla riva del fiume e aspettiamo il passaggio dei cadaveri, uno via l'altro. Un altro, diverso poema sarà scritto a finale rovesciato.

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Allonsanfan.

 

Popoli, rivoluzioni e vasi comunicanti.

Ogni rivoluzione della Storia dell'uomo si è appoggiata all'idea di popolo.
Il problema è la quantità. Quanta parte di popolo ha fatto le rivoluzioni, tutte le rivoluzioni, quelle dei contadini del Contado medioevale dell'immenso latifondo degli aristocratici – subito schiacciate dagli zoccoli dei grossi cavalli da guerra dei Signori e passati i ribelli 'a fil di spada' – e quella che ha conquistato la mitica Bastiglia e liberato i prigionieri, ma resta il dubbio su cosa sarebbe successo se il re di Francia avesse osato di più e avesse radunato per tempo le truppe e ordinato di sparare sulla folla senza troppe remore.
Forse discetteremmo ancora di monarchie, più o meno costituzionali, chissà, e nessuna coccarda tricolore sui petti.
Ogni rivoluzione di popolo compiuta è il portato dei sogni ingenui di un pugno di rivoluzionari con l'appoggio di poche migliaia di depressi (che non hanno da perdere che le loro catene). E un grosso pizzico di fortuna dazu e gli errori marchiani dei principi e dei re che si sono fatti scrupoli di 'sparare sulla folla'.
E sul terreno sanguinoso delle rivoluzioni si è mischiato, da noi, il sangue degli illusi cospiratori mazziniani che andavano a sud a risvegliare i contadini terroni e dire loro che il tempo era venuto di rivendicare i diritti sindacali di minima, ma ad ucciderli sulla spiaggia vennero proprio i cafoni della loro illusione rivoluzionaria – che, di rincalzo, avevano avvisato la truppa dei Borboni dell'arrivo dei martiri (...eran trecento, erano giovani e forti e sono morti).
'Allonsanfan' (il film dei fratelli Taviani) vi documenterà piuttosto bene al proposito.
Però ci siamo. Il popolo ha vinto definitivamente le monarchie (le poche che rimangono nei palazzi aviti delle antiche dinastie sono evanescenze di quelle dei secoli trascorsi, buone per il gossip dei tabloid popolari) ed ha fondato le repubbliche costituzionali ed approvato a larga maggioranza le democrazie, pagando prezzi di sangue piuttosto elevati, ed oggi discettiamo, satolli di 'potere al popolo' e di 'popolo sovrano' (ma solo alle urne) se sia preferibile una efficiente 'autocrazia' russa o cinese (più o meno democraticamente eletta) o la mitica democrazia americana - contestata piuttosto spesso, negli ultimi anni, dai candidati trombati (Al Gore, Donald Trump) e in odore di brogli e di pesanti condizionamenti delle 'lobbies'.
Che è ciò che resta del concetto più ampio di popolo, ma con l'incanaglimento post moderno che vediamo svolgersi sotto i nostri occhi ad ogni nuova campagna elettorale: dei candidati più ricchi che fanno incetta di 'donazioni' e di 'contributi' decisivi al vincente stimato nei sondaggi.
E c'è chi vagheggia, a tutt'oggi, di post moderne rivoluzioni che spazzino via gli imbelli e gli 'incollati alle cadreghe' di ogni risma, ma l'impressione è che il ciclo storico del mitico popolo ottocentesco si sia concluso e solo nuove e spaventose catastrofi epocali saranno in grado di far tornare sulla scena il popolo e le sue storiche rivoluzioni e barricate. Chi vivrà vedrà.
E il dubbio è che non saranno più appannaggio delle 'sinistre' politiche perse nei loro vagheggiamenti di accoglienze universali e storici travasi tra vasi comunicanti continentali.

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domenica 27 agosto 2023

Lasciamolo cantare.

 



 

E vien da chiedersi chi sia oggi quell' 'italiano vero' e verace di cui alla canzone di Toto Cotugno, cantata nell'anno di grazia 2009 delle nostre buone relazioni con la Russia che potete vedere/ascoltare nel video qui sopra. Maledette sanzioni, maledetta adesione e partecipazione dell'Europa tutta alla guerra per procura Nato che si combatte in Ucraina, maledetta cintura d'assedio bellica che ha isolato la Russia sulla scena internazionale.
Commuove l'osservazione attenta degli occhi infossati di Toto, alla luce di quanto abbiamo saputo della sua malattia - che forse si era già manifestata allora e conferiva al cantautore quella perfetta forma fisica della magrezza che viene imposta ai nostri corpi da ogni diversa malattia prima del collasso fatale.
E l'italiano vero non è più quello che ha nella mano destra l'auto-radio – che la si estraeva per la precauzione necessaria di chi non aveva e non poteva permettersi l'antifurto, né quello che ha 'un partigiano come presidente', bensì un Mattarella che 'va su tutto' come il prezzemolo, l'uomo degli echi delle vane geremiadi universalistiche papali e della misericordia indebita e fuori luogo che si deve, secondo lui, ai migranti dei naufragi organizzati e che affidano le loro vite e quelle dei figli ai trafficanti di morte.
E rischiamo la dinastia per via dei quattordici anni che gli ha riconosciuto un parlamento alla frutta, incapace di un minimo di lungimiranza politica. Il parlamento degli 'incollati alle cadreghe' e dell'estenuazione dei giochi e degli inciuci politici garantiti dalle decisioni quirinalizie e dall'uomo della provvidenza (Draghi) che il Mattarella ci ha imposto quale pretesa panacea di tutti i mali di cui soffre il paese.
E forse la frase più 'giusta' della canzone è quella che nota la 'troppa America sui manifesti'. Un troppo di pretese amicizie politiche epocali che si traducono in sudditanze politiche delle più viete e che ci vedono schierati, obbedienti burattini filo Nato, con gli F16 e i missili Patriot a fianco di una nazione in guerra che ha disatteso tutti gli accordi e rigettato ogni condizione di pace possibile fino all'inevitabile dichiarazione di guerra di una Russia costretta nell'angolo dalle mene della 'troppa America' di sempre.
I folli Stranamore del film di Kubrik.
E fa sorridere ascoltare l'Armata Rossa, nientemeno, quella dei cori trionfali e degli echi della seconda guerra mondiale, fare da coretto al Toto nostro nazionale e canticchiare i suoi 'lalalà' di 'italiano vero' che fungeva da ambasciatore di pace, (notate i volti incantati tra il pubblico) - e capace di gestire le relazioni internazionali con il popolo russo meglio dell'ambasciatore designato residente a Mosca.


Lasciatemi cantare
Con la chitarra in mano
Lasciatemi cantare
Sono un italiano
Buongiorno Italia, gli spaghetti al dente
e un partigiano come presidente
con l’autoradio sempre nella mano destra
un canarino sopra la finestra
Buongiorno Italia con i tuoi artisti
con troppa America sui manifesti
con le canzoni, con amore con il cuore
con più donne e sempre meno suore
Buongiorno Italia, buongiorno Maria
con gli occhi pieni di malinconia
buongiorno Dio
lo sai che ci sono anch’io
Lasciatemi cantare Con la chitarra in mano
lasciatemi cantare una canzone piano piano
lasciatemi cantare perché ne sono fiero
sono un italiano ,un italiano vero
Buongiorno Italia che non si spaventa
con la crema da barba alla menta
Con un vestito gessato sul blu
E la moviola la domenica in TV
Buongiorno Italia col caffè ristretto
le calze nuove nel primo cassetto
con la bandiera in tintoria
e una Seicento giù di carrozzeria
Buongiorno Italia, buongiorno Maria
con gli occhi pieni di malinconia
buongiorno Dio
lo sai che ci sono anch’io
Lasciatemi cantare Con la chitarra in mano
lasciatemi cantare una canzone piano piano
lasciatemi cantare perché ne sono fiero
sono un italiano ,un italiano vero (bis)


sabato 26 agosto 2023

I ricchi e i poveri.


Che, poi, questa di essere poveri e mangiare bene sembra essere un indice di qualità delle vite nostre (che poveri lo siamo per davvero ed è una nota di distinzione). Tipo: 'Mangio bene ergo sum.' Per quanto 'uguali rendimenti non sono garantiti in futuro' – come ti scrivono le banche in piccolo-piccolo sulle polizze di sottoscrizione che ti azzardi a firmare.
Perché tutto muta, ahinoi, e, se un tempo ormai lontano ti dicevano che avevi 'troppi grilli per la testa' oggi quegli insetti così citati e bistrattati (il 'grillo parlante' di Pinocchio, per dirne una) te li ritrovi spadellati con condimenti dei più vari - e qualche chef stellato già si misura con una 'saltata alla berbera' e ce li mostra in tivù nelle lucide padelle con le povere zampine rattrappite e niente più salti sui muri e negli angoli di casa. Parce sepulto.
E se lasciassimo i poveri in pace ai loro deschi familiari bene imbanditi e con il Tavernello al posto del Lagrein e tornassimo a considerare che 'anche i ricchi piangono' non è che faremmo un salto di qualità filosofico ed equipareremmo quei 'poveri ricchi' in lacrime ai poveri-poveri della tradizione evangelica che ristavano sotto la mensa di Epulone mendicando le briciole di quelli che gozzovigliavano di sopra?
Poi lamentatevi di quel tale che prediceva apodittico che: 'E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri in Paradiso.' Neanche se piange?
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venerdì 25 agosto 2023

Voci dal sen fuggite e vergini cucce.

 

Sto sforzandomi di confezionare una frase speciale, una frase capace di indignare e/o 'offrire il destro' (meglio: il sinistro) agli indignati di professione, i sinistri di s-governo di ieri - che oggi si sono ridotti a fare le pulci a chiunque, a destra dello schieramento sociale e politico, incorra nella sventura massima di dire qualcosa di re-interpretabile a piacere, tipo 'I poveri mangiano meglio'.
Che, se surrogata di statistiche e divisa per tipologie di cucine regionali e magari supportata dall'autorevole parere di un qualche chef stellato potrebbe apparire perfino vera e apprezzabile – non foss'altro che per virtù di quel distico di Montale che '….abbiamo anche noi poveri la nostra parte di ricchezza.'
No, non i limoni montaliani - che 'stringono' e provocano stitichezza, bensì la nostra meravigliosa cucina regionale, di recente integrata col granchio blu che pescano a tonnellate e te lo tirano dietro in pescheria. Per le vongole pazienza.
E non oso pensare ad una frase 'alla Vannacci' tipo: 'I gay esistono e non possono non esistere' – che un po' echeggia il Parmenide de: 'L'Essere è e non può non essere' - perché 'apriti Cielo' il grido acutissimo di 'omofobooo!' echeggerebbe tra le prime pagine dei giornaloni filo pd e rimbalzi su tutti i tg riuniti rispettosi del politicamente corretto perché l'argomento è tabù a prescindere e se ti spingi a dire che 'vestono in un modo tutto loro' sei bell'e fritto - e per fortuna che non è andato in vigore il 'ddl Zan' che avrebbe messo le cose a posto e condannato tutti i maledetti omofobi della peggior risma ad anni di galera ed alla riprovazione universale perpetua.
E siamo condannati ad un silenzio precauzionale ed a rigettare gli eventuali inviti in tivù per una intervista di maniera perché anche solo l'aprir bocca ed emettere un lieve gemito di sgomento in seguito ad una affermazione di controparte e/o della conduttrice potrebbe essere oggetto delle vigorose condanne verbali di Guerini e/o della Schlein che, per fortuna, ha nel mirino la Meloni, sua diretta competitor, che le offre più di un occasione giornaliera per afferrare il microfono televisivo ed aizzare il 'popolo della sinistra' – che si suppone esista ancora e si faccia sentire, di quando in quando, magari per sottoscrivere l'appello al salario minimo o accennare in coro alle due note iniziali di 'bella ciao', che non sbagli mai, la cantano anche in Vietnam e in Cina, gli oppositori.
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Polemica su Lollobrigida: 'In Italia spesso i poveri mangiano meglio'
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Polemica su Lollobrigida: 'In Italia spesso i poveri mangiano meglio'

Essere e non essere.

 

Che vi sia ciascun lo dice. L'Essere e il Covid. 25 agosto 2020

'Perciò è necessario che sia per intero, o che non sia per nulla.' - Parmenide

Diciamo che se l'è cercata, il Parmenide, la contestazione radicale dei sofisti – che di quel suo rovello sul Nulla che non è e l'Essere che è, perché non può non essere, si burlarono e gli tolsero la sedia di sotto al sedere affermando che la Verità non esiste e buonanotte al secchio.
E ha un bell'affermare, il Parmenide, che le cose non sono e tutto del mondo degli uomini è apparenza, velo di illusione, però se gli cascava una tegola sul capo, beh quella è esperienza ben tangibile e il bernoccolo ne è la prova provata e sarà pure illusione ma duole, mannaggia, oh se duole e fa 'veder le stelle'.
Stelle che sono perché rilucono di notte – e oggi sappiamo che bruciano idrogeno ed elio e sono bianche e nane o giganti rosse e collassano e diventano buchi neri e sfumano in una qualche cosmica idea del Nulla, - che è o sarà e ce lo diranno gli ardimentosi con le loro magnifiche navicelle spaziali che vi si faranno inghiottire, scomponendo la materia nelle sue componenti ultime di particelle e onde.
E di Parmenide diciamo che si è incartato, in quelle sue bizzarre idee del Nulla che non è perché l'Essere non può provenire dal Nulla – e mi piacerebbe, in una teoria del Tempo circolare e viaggi nel Tempo possibili in una diversa fluttuazione cosmica, andare a fargli visita in Grecia (ben altra da oggi e magnifica di templi e mare pulito) e raccontargli un po' delle nostre scoperte della meccanica quantistica e che E=mc2 e della teoria del Caos e dell'entropia che scaturisce dalle leggi della termodinamica e della dissipazione dell'energia, che sembra che tutto finirà in Nulla, se non progrediamo ulteriormente nelle conoscenze delle cose prime ed ultime e la fermiamo, se mai ne saremo capaci.
Ma l'impressione è che non ne capirebbe un granché delle future cose dell'Essere e del Tempo e del Big bang del plasma ipercompresso che prefigura l'odiato Nulla e mi prenderebbe per matto e mi denuncerebbe per paganesimo ai probiviri della città - e dovrei premere il pulsante di rewind di un ritorno al futuro che ho nella cintura e mi ritroverei nel confortevole presente dove tutto è e non é, ma non ce ne importa un fico.
Neanche del Covid – che vi sia ciascun lo dice, ma quanto sia attivo e/o depotenziato nessun lo sa, vedremo in autunno. Ecco un'altra cosa di cui avrei dovuto parlare con Parmenide, mannaggia.


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Mezze vigogne e vecchi merletti.

 

Mezze vigogne e vecchi merletti. - 24 agosto 2020

Data la vistosa asfissia di temi e argomenti e l'affanno redazionale dei nostri giornalisti televisivi che continuano a propinarci 'focus' e approfondimenti sul virus dormiente, ma che si risveglierà in autunno (tanto che perfino un tale a Hong Kong, udite, udite! si dice sia stato colpito una seconda volta dal virus, aita, aita!) mi permetto modestamente di suggerire alcuni altri temi di grande interesse su cui esercitare il nobile mestiere di informatori infodemici.
a) C'è vita nel cosmo? Con il corollario di interviste a cosmologi valenti e scienziati (i virologi no, per favore!!) che rispondano da par loro all'annoso quesito e spieghino, con dovizia di particolari, il perché i nostri coinquilini vicini e lontani si tengono ben discosti dal pianeta Terra. Che sia a causa del Corona virus e giornalisti associati?
b) Quale sviluppo economico è possibile per i paesi della fascia subsahariana che consenta a quegli indigeni di abitare felici la loro meravigliosa patria e contribuire in loco alla sua futura crescita economica – evitando, conseguentemente, di intasare i mitici 'lager libici' col fine di partecipare alla lotteria del naufragio organizzato e infelicissimo approdo in Europa, grazie ai molti taxi del mare sempre disponibili al largo.
c) Il ritorno degli alpeggi di alta quota nelle Dolomiti orientali e la strana commistione di specie autoctone commiste a vigogne, lama sputacchianti e alpaca. Quale futuro per la lana che se ne ricava e quanto confortevoli sono le giacche da mezzo pomeriggio filate in mezza-vigogna.
E, in chiusura, un servizio dedicato al merletto – arte negletta e dimenticata, ma che ha alcune, importanti nicchie di sopravvivenza – con primissimi piani dedicati ai disegni e alle meravigliose trame e alle dita delle lavoranti che creano quelle umane tele di ragno che, presto, torneranno a decorare i nostri mobili tirati a lustro e i quadri alle pareti.
Nella viva speranza di poter ancora aprire la tivù la mattina e ascoltare gli echi del vasto mondo piuttosto che la trista geremiade coronavirica che ci ha frullato gli zebedei da molti mesi ormai – che perfino una canzone di Renato Zero o di Gigi d'Alessio ci sembra più interessante e miglior colonna sonora dei nostri mattini d'estate.

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martedì 22 agosto 2023

Meduse e dintorni.

 

La porpita porpita sembra un fiore blu, ma è una medusa parecchio urticante. Ce ne sono di varie e diverse galleggianti nei nostri mari surriscaldati e calmi, anche parecchio belle a vedersi.
Molte di loro sono 'immigrate' da mari-oceani più caldi del nostro ed ora sono stanziali, indigene, hanno 'cittadinanza' marina parecchio invasiva come il 'granchio blu' che si pappa a quintali i tesori atavici dei nostri fondali: vongole e cozze e tutto il vario brulicare di specie che, prima di loro, avevano diritti di cittadinanza esclusivi ed un equilibrio ahi quanto fragile, - visto con gli occhi di oggi e delle quintalate di maledetti granchi imprigionati vanamente nelle reti dei pescatori affranti e che proviamo a ri-esportare nelle Americhe dei ghiottoni da cui provengono.
E abbiamo, nei fossati delle campagne italiche perfino gli ibis, gli uccelli sacri degli affreschi dei Faraoni e, quando sono andato a vedere in rete la stranezza della loro presenza, lessi che non era un bene quel loro affluire nei tristi tropici mediterranei che stiamo diventando perché anche loro si pappano avidamente rane e insetti e topini e uova che saziavano gli aironi e le garzette, specie stanziali prima di loro e in possesso di regolare certificato di cittadinanza avifaunistica da lunga pezza.
Dove voglio arrivare, vi chiederete. Ma, perdiana e perdirindirina, voglio segnalarvi il 'troppo che stroppia' e la dolorosa rottura degli equilibri vigenti di ogni arrivo nuovo e vivente specie diversa e la perdita di 'biodiversità' che ne deriva nei luoghi di occupazione.
E gli uomini non sono diversi nel loro migrare e occupare nicchie ecologiche - e basta (come è successo più volte) che ti ammali e stai in ospedale quindici giorni per guarire da una grave patologia o torni da un mese di vacanza e/o viaggio di studio e ti ritrovi l'appartamento occupato (la tua privata 'nicchia ecologica') e hai voglia di segnalare la cosa alla polizia e alla stampa e alla magistratura e convocare i giornalisti perché 'menino scandalo' (ma quando mai!).
Dovrai percorrere in salita un tuo privato Calvario burocratico prima che arrivino gli assistenti sociali e si portino via i rom o chi per loro che, a quanto pare, godono di un diritto maggiore di assistenza del tuo (maledetto proprietario! La proprietà è un furto! pensano a sinistra) e sarà a tuo esclusivo carico la disinfezione delle cose e dell'appartamento occupato e persi per sempre gli oggetti e i denari passati di mano.
Pare non esista un 'giudice a Berlino' che decreti diversamente e condanni con la necessaria severità i rei e, se sei un filo benestante, troverai sempre qualcuno sui socials che ti chiederà:
'Di che ti lamenti'?
Correvan gli anni di disgrazia massima 2023 e dintorni.

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lunedì 21 agosto 2023

Destrutturare gli strutturalismi.


Strutturalismi e cattivo giornalismo diffuso. 22 agosto 2021

Ho scoperto di essere uno 'strutturalista'. Mi capita, seguendo con attenzione i documentari di raistoria e/o la profusione sulle altri reti di quelli sull'attualità (il covid, i migranti), di soffermarmi sul come siano stati costruiti quei prodotti mediatici nelle redazioni dei tg e quali ne siano i concetti prevalenti e le tesi che hanno in testa gli autori e i loro gaglioffi ricorsi alle immagini che commuovono - e, conseguentemente, convincono i pietosi e le anime belle e pie pronte ad immolarsi sugli altari della bontà universale di questo nostro tempo che la distribuisce 'un tanto al chilo'.
E ho cambiato canale dopo dieci minuti di un documentario su raistoria – finanziato dalla regione Lazio – che ammanniva musiche pietosissime sulle interviste ai migranti tutte: 'alte onde' e 'grida' e 'la barca rischiava di rovesciarsi' e 'ho temuto per la mia vita' – ma nessun dato in testa alle interviste su come si sia arrivati a quella barca in mezzo alle alte onde e quanti soldi ognuno degli occupanti ha sborsato per farsi organizzare il naufragio dagli esperti scafisti muniti di satellitare con numero dedicato; un 'naufragio' finito bene grazie ai provvidi e tempestivi interventi delle o.n.g. taxi del mare.
Più complessa l'analisi su uno 'speciale' del tg2 dedicato allo stato delle cose relative al covid in Brasile. Scontato il 'j'accuse' contro la gestione di Bolsonaro – disastrosa a prescindere, ca va sans dire, ma il mio sguardo di 'strutturalista' dilettante ha notato che la costruzione di un documentario 'a tesi' (indovinate quale) è basata sul criterio della prevalenza. Cinque servizi dedicati ai 'negazionisti' (che già la definizione è uno stigma) e dieci ai volontari che si sono sforzati di vaccinare un numero il più alto possibile di brasiliani poveri malgrado la scarsità dei vaccini su piazza e nessuna chiusura da parte del maledetto governo e noncuranza sulle mascherine.
E non sono mancati i servizi dedicati agli illusi (secondo i baldanzosi autori del documentario) che si sono curati con farmaci dubbi e antibiotici assunti a go-go, spalleggiati da medici compiacenti che da noi sarebbero stati fucilati e bruciati sui roghi mediatici.
E il mio sguardo di severo 'strutturalista' notava con fastidio la quantità spaventosa di libere e controverse opinioni e pareri contrapposti che volavano per l'etere senza che un preclaro e indiscutibile indirizzo di 'scienza' apparisse sullo schermo a far piazza pulita di tanta paccottiglia giornalistica.
E quello che emergeva, alla fine di tanto strazio, erano i vuoti echi televisivi dei pervicaci sostenitori dell'una e dell'altra tesi – che neppure il numero dei morti (che ci piacerebbe vedere citati in dati disaggregati: solo-covid e/o covid con malattie gravi, per età ecc.) riusciva a piegare in un collettivo convergere sulla necessità di vaccinarsi tutti al più presto e senza troppo cavillare.
Cattivo giornalismo? Veline governative e documentari conformi? Ai posteri l'ardua sentenza. Appuntamento a settembre.
  • Tg2 - Dossier
    TG2.RAI.IT
    Tg2 - Dossier

Fisici del ruolo.

 

Quousque tandem...

Il generale Vannacci ha 'le fisique di role'. Ce lo mostra un servizio giornalistico di rai3 nel tg delle 14 e 30. Viso maschio ed espressione autorevole senza escludere la statura. Se alla foto aggiungete l'elmetto è 'da paura'. Mamma la Folgore!
Il lavoro fotografico certosino di Cesare Lombroso, reinterpretato dalle conventicole della sinistra allarmista (quelli di bella ciao ad ogni stormir di fronda e delle pastasciutte anti fasciste, per intenderci), lo avrebbe immediatamente appaiato agli eventi di Gladio e del 'tintinnar di sciabole' di quegli anni – specie dopo aver letto gli stralci del libro evidenziati dai soliti noti faziosi della stampa mainstream.
Colpirne uno di tosto per rieducare lo s-governo della Meloni per intero.
Non molleremo la presa di stampa e tivù amiche se non in cambio di qualcosa di serio sul salario minimo e una maggiore e migliore accoglienza ai nostri ospiti immigrati.
Si fa per scherzare, ovvia! 'un ve la prendete, oh sinistri! Continuate pure la vostra sempiterna lagna, chè l'opposizione langue.
La sola cosa che hanno ottenuto quei dessi delle paste asciutte anti fasciste che han levato alti i lai per gli stralci incriminati è di aver lanciato la vendita del libro di Vannacci nella stratosfera del web e dei socials – e il danno allo s-governo della Meloni viene più dal rimbalzo dell'evento sui sondaggi elettorali di Fratelli d'Italia, dopo l'improvvida uscita di Crosetto e la sua decisione di togliere il generale dalle posizioni apicali che gli spettavano.
Seguirà contenzioso giudiziario e l'auspicato ritorno alle funzioni del grado?
Intanto il gigante buono e rispettosissimo del 'politicamente corretto' governativo al Ministero della Difesa è costretto sulla difensiva per l'attacco dei suoi sodali di partito.
Un autentico boomerang che ha portato in emersione lo scontento sempre più largo della base elettorale di destra nei confronti di uno s-governo che subisce l'onta quotidiana dei naufragi organizzati (fanno peggio perfino di Renzi e Alfano) e non è più disposta a lasciar correre questo ostinato non dire 'parole di destra' da parte della leader e dei suoi discepoli di s-governo.
Quousque tandem, Melonini, abutere patientia nostra?

Il comunista Rizzo difende Vannacci: “Altro che frasi omofobe, il generale fatto fuori per le sue idee sull’uranio”
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Salvini: «Vannacci? Ha diritto di esprimersi». Il Pd: «Meloni dica se sta con Crosetto o la Lega»
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