martedì 7 agosto 2012

viagiar descanta

Enaz Ocnarf



‎...una volta partiti, quello che chiamiamo 'distrazione' è anche il meccanismo più importante del viaggiare.
Viaggiare è imparare a dare meno importanza a sé, - che poi si rivela una delle cose migliori che possiamo fare a quel certo sé che è solo beneficato dal perdere di vista, ogni tanto, le proprie ossessioni (a partire dall'ossessione di sé medesimo).

S. Bartezzaghi


Citazione del giorno : 'Viagiar descanta. Però se uno parte mona torna mona.' Corto Maltese

Arrivederci a fine agosto

giovedì 2 agosto 2012

Se una notte di insonnia un viaggiatore

Se una notte di insonnia un viaggiatore si mettesse per strada e il campanile più vicino batte le tre e non c'è un cane in giro, né un filo d'aria e la città si fa bolla di magia e luci di panna baluginano nell'onda di calura e cammini, cammini fino alla riva del 'mio fiume tu...': il canale della Giudecca, il nostro Adige e Tevere solcato dalle immense navi di cui paventiamo un prossimo inchino -e pare sia problema più grande il tenerle fuori e costruire apposito terminal galleggiante e scavare un nuovo 'canale dei petroli' che altera definitivamente i delicati equilibri lagunari, ma chi se ne importa più, di questi tempi, di cosa si sta alterando: se i ghiacci ai poli o tutta la diossina sparsa per oltre venti chilometri tutt'intorno dall'Illva, la fabbrica della morte -e ancora riesplode l'insensata e micidiale contraddizione tra lavoro e salute e sembriamo 'quelli di Bhopal', e la globalizzazione si fa al ribasso, e, pur di lavorare, ci venderemo i reni o guarderemo morire di leucemia il figlio più piccolo senza più lacrime e con un dolore e una rabbia di vivere sordi.

E l'ampio fiume, di notte, è un lago immobile di smeraldo nero e nessuna barca o vaporetto rompe lo specchio dell'acque, ma ci sono strani esseri insonni sulle rive che pescano chissà che pesce e mi siedo al tavolo di una 'rotonda sul mare' sbadigliando la prima rilassatezza dei nervi e mi godo il primo scemare dell'onda di calura e fisso quel paesaggio di case di fronte che milioni di visitatori hanno esportato e lo custodiscono come una reliquia, un paesaggio di sogno, il primo incanto e l'ultimo -rivedi Venezia e poi muori- e c'è una luna che, se si spegnessero tutte le luci, ci restituirebbe l'incanto dei Tempi, i mille tempi della Storia di questa città di fantasmi, il mio compreso, che si nutrono di atmosfere sospese e 'lentamente ci dicono addio', come gli Autunni e le Primavere che sono state e saranno e queste Estati che sembrano micidiali 'stagioni di mezzo' da attraversare il più in fretta possibile per non morirci dentro, di caldo o di tedio, e 'che fai tu, Luna, in ciel / dimmi che fai...' incredibile Luna a cui non cale la vita mortale.