sabato 28 dicembre 2013

L'Italia che non muore

L'italia nella notte oscura
Il gran dibattere di politica dei miei concittadini alla radio stamattina assemblava e coniugava bravamente tutte le istanze protestatarie del nostro paese da punti di vista differenti, ovviamente. Tutti 'mister' nel calcio, gli italiani, capaci di dettare schemi di gioco innovativi, e tutti economisti e politologi e 'opinionisti', incluso il sottoscritto.

E c'era chi proponeva di sguinzagliare i cani da tartufo di Equitalia a vedere e notare l'ammontare dei conti segreti dei 4 milioni di italiani che passeranno l'ultimo dell'anno fuori casa, - tu vedi il 'comunista!' ipertassaiolo che si nasconde nel nostro vicino di casa rancoroso - e chi ricordava che i veri 'forconi' erano quelli che a Versailles cacavano nei vasi di porcellana dei reali imprigionati e in rassegnata attesa dell'incontro fatale con 'madame la Guillotine', - alla quale si dovrebbe intitolare una piazza, suggeriva.

E un mio lettore, che molto viaggia e si occupa di import-export', stando a quel che scrive, mi rimprovera le mie opinioni radicali e sibila, fuor dai denti, che i tempi cupi e grami presto insidieranno la mia e l'altrui pensione, nientemeno. Morte all'inps e alla cassa integrazione guadagni e al marcio 'welfare' della stramaledetta sinistra che sballa i conti pubblici e il rapporto debito-pil, lasciava intendere nella sua invettiva.

Tutti 'rivoluzionari' da tre palle un soldo e 'da salotto' - chi sul versante delle tasse da imporre manu militari agli evasori e chi sul versante opposto del tagliare tutto della 'spesa sociale' e previdenziale - scuola, sanità, ordine pubblico, assistenza agli anziani. Tagliare, tagliare tutto e sopravviva chi può.

Tutto ciò esposto e lasciate cadere le braccia di rito, suggerisco che nei brindisi di fine anno si levino i lieti calici delle bollicine augurali col motto fatidico del 'Resistere, resistere, resistere' e il grido gioioso de: 'C'è luce in fondo al tunnel!' .
Col passo strascicato dell'elefante dimolto dimagrito e ferito, che ha percorso decine e decine di chilometri nella savana arida e siccitosa, arriveremo stremati alla pozza di una sotterranea sorgiva e ci abbevereremo a lunghe sorsate e riprenderemo forze e vita.
In fin dei conti siamo sopravvissuti a due guerre mondiali e a vent'anni di berlusconismo. Che volete che siano le strida dei grillo e dei casaleggio che volano alti nel cielo italico in attesa di fiondarsi sull'elefantiaco cadavere.
'Viva l'Italia', è il nostro inno antico, 'l'Italia che lavora e l'Italia che si innamora'.
L'Italia dagli occhi asciutti nella notte scura, viva l'Italia che non ha paura.
E speriamo che Francesco mi passi il copyright.

http://youtu.be/Y27o-7U13OA

giovedì 26 dicembre 2013

Conflitti latenti

Non si dovrebbero mai turbare le atmosfere natalizie, di dolcezze e abbandoni e lucine intermittenti e i regali da rivisitare e degustare - e tutto il bendidio di cibi luculliani ingurgitati ieri e l'altro ieri da riproporre in tavola, alla faccia de 'la fame nel mondo'.
Però il conflitto è latente, il nemico è alle porte, i barbari sono ai confini dell'impero occidentale e, dopo le feste, torneranno 'i forconi', pare, si mormora, che il diavolo se li porti - e ricomincerà la bagarre e la piazza greca e l'Europa in fiamme stretta d'assedio dai peones del sud, i rivoluzionari mediterranei de 'una faccia, una razza' che maledicono lo spread ed esigono il ritorno alla 'sovranità nazionale' e alla liretta da svalutare al bisogno, per rilanciare le importazioni, dicono. E che il debito pubblico si fotta, chi se ne frega, vogliamo i militari e niente tasse, morte a equitalia, patria o morte, eia eia, alalà.

Non è così semplice - non è mai così semplice – e, per chi avesse voglia di approfondire l'argomento e di 'farsi una cultura' sui rischi che si correrebbero in caso di uscita dall'euro, i link sul web abbondano, cliccate, cliccate e molte lampadine si accenderanno nel buio cerebro.
Ma i 'rivoluzionari' dei presidi e dei blocchi stradali odiano i 'cacasenno' e gli intellettuali in genere - che invitano a riflettere e meditare e 'non darsi la zappa sui piedi' e tenere a freno le lingue e moderare gli slogans para fascisti ed eversivi che si sono ascoltati dopo il 9 dicembre.

Non sappiamo bene che idea di sviluppo economico del paese abbiano costoro, temiamo nessuna e sarebbe bene cominciare a farsi un'idea di come difendere l'ordine democratico manu militari, nel caso tornassero più minacciosi che pria - e se fosse vero quel che scrive Guido Viale in un suo articolo: che l'insorgenza eversiva del 9 dicembre è stata preparata e concordata con alcuni alti papaveri della polizia e, speriamo non sia vero, dell'esercito - lo confermerebbe la compiacenza del 'togliersi i caschi' e la 'mano morbida' nel fronteggiare gli esagitati.


Però il Natale li ha fermati, alleluia! Temo, peraltro, che non li abbia fatti diventare 'più buoni' e più rispettosi dei diritti degli altri concittadini, perciò attrezziamoci. Chi sta con l'ordine democratico lo dica, lo manifesti, prima che sia troppo tardi. Ne va del futuro di questo tragico paese.

domenica 22 dicembre 2013

Trame e storie sguaiate

Ho visto un film, ieri sera, in cui la nota dominante era l'esagerazione, il fuori misura delle emozioni che guidavano le azioni dei personaggi al punto da rendere l'intera storia repulsiva e sguaiata. E i bravi attori e la loro recitazione e la regia si annichilivano su quella trama insensata e violenta.

Non bisogna mai arrivare a questo punto di una storia. Mai costruire le proprie storie 'fuori misura' perché non avranno smercio e condivisione tra il nostro prossimo, bensì diventeranno storie 'criminali', storie che respingiamo al mittente e che vogliamo si chiudano al più presto e non occupino più le cronache delle nostre vite, neanche in modo marginale. E vale per le storie individuali di violenze private e amori sbagliati e drammi conseguenti, ma vale anche per le storie collettive di gruppi e associazioni e partiti e 'movimenti' che in-sorgono e prevaricano e si impongono con blocchi stradali e binari occupati, turbando una ordinata e serena vita associata.

E' successo solo qualche giorno fa e abbiamo ascoltato cose che mai avremmo voluto ascoltare: parole senza senso, slogans fuori misura ( 'patria o morte', 'militari al governo' ) di un dramma nazionale esagerato ad arte dal solito noto (e, sospettiamo, segretamente finanziato dal medesimo) ai fini suoi di sempre: tenere banco in cronaca e nella vita pubblica con piazzate e interviste incendiarie in cui vaneggia di 'rivoluzioni' che avverrebbero se lui fosse arrestato.
E i 'forconi' li dice 'il suo popolo' e il trait d'union tra lui e loro, ca va sans dire, sono le tasse che impiccherebbero le imprese (ma impiccano anche e di più le famiglie dei lavoratori dipendenti che le tasse le pagano tutte e alla fonte) e le costringono a chiudere, - ma sempre ci stupiamo, quando le dichiarazioni irpef vengono rese pubbliche, che i ribaldi e impudenti artigiani-piccoli imprenditori-commercianti dichiarino, in stragrande maggioranza, meno dei loro dipendenti. Misteri eleusini.

E i cialtroni che li rappresentano politicamente continuano a parlare di tagli alla sanità, all'istruzione, all'assistenza agli anziani e alla previdenza pur di spuntarla sul punto che lo Stato italiano e l'Europa dovrebbero funzionare esentasse – tu vedi la fantasiosa quadratura del cerchio che rimuginano e ci propongono. E se la cosa si dimostra difficile e i conti dello Stato non consentono l'allegra e fantasiosa gestione eccoli invocare la 'rivoluzione', la piazza greca, l'insorgenza 'spontanea', - che di spontaneo non ha niente, se di mezzo c'è forza nuova e casa pound e il sogno di un golpe militare - e il maledetto berlusconi sempre sullo sfondo e l'Europa sul banco degli imputati.

Speriamo che la lezione dei giorni scorsi sia servita e il flop della piazza forconiana induca a più miti consigli – e ci piace che una parte di loro pensi adesso, passate le feste, alla piazza di Francesco (non sanno più a che santo votarsi?) e di andare tutti a san Pietro per una benedizione esentasse.


Un bel gesto e un pensiero che ci convince: mandiamoli tutti a farsi benedire; vedi mai che guariscano dalle propensioni e vocazioni immonde di jacquerie fiscali e tornino a lavorare alacremente per la ripresa economica che verrà.

sabato 21 dicembre 2013

Il silenzio degli innocenti

E' vero che la società civile non è migliore degli eletti e dei governanti in cui si specchia. Lo dimostra la 'furbata' - iterata ad onta di tutte le evidenze di criminalità denunciate e provate - dell'aver eletto un barabba allo s-governo della repubblica e averne sostenuto lo sfascio sociale, politico e istituzionale con pervicacia degna di miglior causa. 
E miglior specchio non offriva la Lega: naufragata nella miseria morale di 'Varese e Milano ladrone' come e peggio della Roma che denunciavano a gran voce e fida alleata del barabba/lex luthor nello s-governo della cosa pubblica e nel far muro e vallo di difesa all'impunità del caimano che le garantiva le prebende e un potere di s-governo locale che, da sola, non avrebbe mai potuto gestire.

E la pretesa della 'società civile' scesa in strada insieme ai 'forconi' di mostrarsi linda di quelle nefandezze e martire incolpevole di tutto lo sfascio dei vent'anni che ci hanno regalato nelle urne è stata giustamente denunciata e si è mostrato come l'impunità fiscale e l'arroganza politica dei soliti noti 'furbi', che pretendono rappresentanza senza pagare le tasse dovute, sia alla base della sofferenza del paese - e 'chi evade avvelena anche te' potrebbe essere un buono slogan della 'pubblicità progresso', ne cediamo volentieri il copyright.

Quanto ai modi di produzione e al lavoro che manca e alla disperazione presente che imputiamo alla crisi: molto di più potrebbero fare gli uffici studi del governo, dei partiti e delle associazioni di categoria nel mostrare quali finestre europee e di export nuovo e diverso possono aprirsi in un paese dai conti in ordine e dimagrito nelle corruzioni e negli sprechi e quale futuro di crescita ordinata e messa al riparo dalle future malattie dalla potente cura antibiotica che stiamo seguendo, pur riottosi, e che cambierà il dna italico del fare dumping economico per virtù di piccole e grandi evasioni e coll'auspicato ritorno alla 'liretta' e alla 'sovranità nazionale' che vogliono i protestatari di ogni risma insieme al caimano azzoppato - al quale è stata imposta la mordacchia giudiziaria, ma è da guardare a vista e sorvegliato specialissimo perché è della genia degli Hannibal Lecter e basterà un prossimo 'silenzio degli innocenti' per aprirgli le porte della prigione e mandarlo libero ad azzannare tutto l'azzannabile.

Le elezioni europee sono alle porte. Non lasciamo che le vincano i facinorosi e gli evasori di sempre che pretendono innocenza nei presidi di strada (banditi di passo?), ma si nascondono dietro a un dito e lasciano campo aperto ai fascistoni e alle merdacce di vecchia militanza berlusconian-leghista.

mercoledì 18 dicembre 2013

I ladri gemelli

Sono gretti, meschini, gentucola, chiusi nei propri rancori e destini personali infami che volevano nobilitare come 'politici', ma gli è andata male. Hanno scritto sui loro lenzuoli slogans retorici e gonfi di vento para fascista quali: 'Lottiamo per la salvezza della patria!' e 'Patria o morte!' - superando la soglia fatidica del ridicolo perché orecchiava il più nobile e ottocentesco: 'Chi per la patria muor vissuto è assai', che, almeno, ci riportava ai destini dei generosi 'patrioti' che fecero l'Italia ma non gli italiani, ahinoi - e ancora oggi ne paghiamo lo scotto secessionista e cialtrone.

Ecco: è il senso della misura che è mancato a quei dessi, a quegli ominidi politici che invocavano il 'governo dei militari', nientemeno! e scenari cileni in Europa - e per un po' di giorni ci siamo preoccupati davvero perché la Storia va col passo del gambero, uno avanti e due indietro; e chi può dire qual'è il limite invalicabile e l'argine della follia e del disordine sociale che dilaga e aggrega i ceti diversi e le mille disperazioni, coalizzandole sotto le sporche bandiere del fascismo redivivo e la copertura politica e i soldi sporchi di un condannato per frode fiscale e che si prova a far crollare le colonne del tempio in tutti i modi.

Parlo di quelli che del 9 dicembre volevano farne il 'giorno del giudizio', il 'redde rationem' di un'Italia disperata e che 'non ne può più' e 'marciare su roma', tu vedi com'è andata e le foto impietose della piazza vuota e la rabbia stupida che vaporava nel nulla delle grida eversive.

Non ne può più di cosa, questa gente varia che va a dimostrare davanti alle sedi di Equitalia, lamentando di pagare le troppe tasse che, al dunque, si dimostra che gli imprenditori e gli artigiani denunciano un'irpef minore di quella dei loro dipendenti?
Non ne potete più di cosa, brava gente? Di pagare le tasse dovute come facciamo noi, che odiamo il sostituto di imposta e la rasatura totale alla fonte - e vediamo molti di voi, evasori notori e impudenti, salire in testa nelle assegnazioni delle case popolari in virtù della vergognosa menzogna fiscale?

Tornate a casa, cari, tornate a riscaldare le vostre ossa provate dalle lunghe ore trascorse al freddo a creare disagi al vostro prossimo - in aggiunta al furto di socialità del vostro essere evasori cronici e recidivi.
Vi è andata male e avete mostrato ai vostri concittadini 'di che pasta siete fatti': pronti a 'morire per la patria' (sic) e questuare i militari al potere pur di garantirvi l'impunità fiscale che vi hanno regalato fin qui berlusconi e bossi, ladri (di socialità) gemelli.

Uscire a riveder le stelle

E se tutti, tutti! ce ne uscissimo finalmente 'a riveder le stelle' e prendere una boccata di energia universale che sostituisca la presente asfissia recriminatoria e stupida e inutile dei 'forconi' e degli studenti e di tutte le altre categorie di 'manifestanti' rabbiosi contro tutto e tutti?
E' vero che la crisi morde e il lavoro non c'è, ma, temo, non saranno le mille voci rabbiose e di tutti contro tutti in piazza e ai caselli autostradali e le bombe carta e i lacrimogeni che ce lo restituiranno e che pagheremo meno tasse. E la politica è nell'angolo ormai da gran tempo e si abolirà il Senato e le Province e gratteremo ancor più il fondo del barile degli sprechi della pubblica amministrazione e delle auto blu e delle scorte indebite, ma nessun coniglio di ripresa galoppante e lavoro per tutti uscirà dal cappello di nessun prestidigitatore. Non subito. Di certo, non nel prossimo anno.
Perciò risparmiatevi gli auguri del cenone in proposito e rimandateli al 2015.

Perché, vedete, se in famiglia c'è un marito o un nonno o un figlio che, a tavola, ce la mena, pranzo e cena, con profluvi di proteste e geremiadi e staffilate contro il 'governo ladro' e invoca i militari al governo e 'impicchiamoli tutti', 'via tutti', 'tutti a casa', al terzo giorno o già al secondo passa per essere un 'rompicoglioni' - al quale si intima di smetterla, farla finita, darsi una regolata, non se ne può più, ecchecaxxo! Ed è curioso che, invece, i nostrani 'forconi' siano tollerati ai caselli autostradali a renderci le file automobilistiche e sui tram postmoderne torture e le merci natalizie non arrivano sui banchi dei supermercati e perfino i commercianti, storici alleati di allegre evasioni, sono incarogniti perché gli si toglie l'unica boccata d'aria di consumi e acquisti che aspettavano da tutto un anno.

E se oggi gli evasori cronici e recidivi berlusconian-leghisti, rinominati 'forconi', deborderanno dai limiti loro imposti dalle autorità e dalla forza pubblica e ci saranno scontri e manganellate speriamo che questa incredibile tolleranza nei loro confronti e il loro flirtare coi fascisti e augurarsi i militari al governo venga meno e se ne tornino con le pive nel sacco a casa e al lavoro e, la sera e la notte, alzino anch'essi gli occhi al cielo e 'rivedano le stelle' - nel senso figurato, in caso di testa rotta, e in quello reale del cielo stellato per tutti gli altri - e si rendano conto, finalmente, che: 'C'è un tempo per la protesta e uno per per il darsi da fare e progettare concretamente un lavoro diverso e
un diverso dirsi cittadini e pagare le tasse dovute.' (da inserire nell'Ecclesiaste).
Amen e così sia.


martedì 17 dicembre 2013

Vi cambierà la vita

Vi cambierà la vita

Ho una viva simpatia per un tale, il titolare di un'azienda che, malgrado la vistosa erre moscia, dice quotidianamente alla radio che: 'ha vinto per ben tre anni di fila il primo premio per l'innovazione' e, ne sono certo, non appartiene al novero di coloro che vanno alle manifestazioni para fasciste dei forconi e non partecipa alle jacquerie anti fiscali, gridando graziosamente coi colleghi: 'Lotta duva senza fattuva' - e si trattengono dal levare la mano nel famigerato saluto solo per non impaurire i clienti che potrebbero riconoscerli in tivù. Provate la sua ricetta del 'business intelligence' - che tanto vi manca nelle quotidiane geremiadi eversive - e, ne sono certo, 'vi cambierà la vita'.

Fate come lui, cari i miei artigiani-piccoli imprenditori-trasportatori e altra genia di infami evasori cronici e recidivi: innovate, producete secondo fantasia e vis imprenditorial-artigiana - quale vi vantavate di possedere quando a rappresentarvi era la Confartigianato coi suoi slogans tranquilli e rassicuranti su 'chi siete e cosa volete'. E nessuno pensava, allora, che aveste simpatie per i militari e flirts ributtanti con forza nuova e casa pound.

Fate come la Moncler, che produce i piumini che indossate nel corso dei presidi criminali che attentano alla sicurezza dei trasporti e al diritto al lavoro di chi non la pensa come voi (io i piumini non me li posso permettere, sono troppo cari) - e si quota in Borsa ed è il simbolo di un 'made in Italy' che non si piange addosso e non rivendica un 'governo dei militari' solo perché vi è andata male col vostro leader delinquente e frodatore che ci avete rifilato per vent'anni di fila - e non ha saputo far altro che un uso personale dello s-governo della repubblica e leggi ad personam che gli toglievano i giudici e le sentenze di dosso.

E che siamo al grappino, in questo paese allo sbando politico e sociale, ce lo richiama perfino una tale che promuoveva un premio letterario - tu vedi il Giano di un volto pulito e, dietro, quello satanico mai rivelato prima in pubblico – ed è la titolare di un azienda che produce grappe pregiatissime e che non consumeremo a natale. Dice la produttrice di grappe che anche lei simpatizza per gli stramaledetti 'forconi' delle sedizioni para fasciste e dei blocchi stradali e con lei l'ottanta per cento dei suoi dipendenti. E ci cadono le braccia e qualcos'altro più in basso - se anche chi si fregiava di promuovere un premio letterario ci rifila il grappino avvelenato di una simpatia così vergognosa e ributtante.
Mala tempora currunt, per stare sulla cultura – che, ahinoi, non riscatta le menti di chi non sa distinguere il grano politico dal loglio. E che tristezza ci coglie al pensare che anche fior di intellettuali confessarono, nelle loro triste memorie, di essere incorsi in fatalissimi errori di simpatie fasciste e naziste di cui si pentirono dopo mille violenze perpetrate e milioni di morti in guerre assassine e lager.

sabato 14 dicembre 2013

No representation without taxation

Ce lo mostrava, già quattro anni fa, un artista alla Biennale: 'No representation without taxation', recitava un suo 'quadro'. Nessuna rappresentanza politica si deve riconoscere a chi non paga le tasse.
Che è il rovesciamento, apparentemente assurdo, dello slogan con cui i coloni inglesi americanizzati rivendicavano un ruolo politico e una rappresentanza parlamentare prima di piegarsi ai diktat 'tassativi' della madrepatria.

E, invece, i nostrani evasori storici e recidivi e impuniti una rappresentanza politica indebita e chiassosa e ribalda l'hanno avuta, - eccome! - in questi venti anni di infamia berlusconiana e 'leghista' in cui ci siamo abituati ad ascoltare e vedere in tivù le loro tragiche piazzate davanti alle sedi di Equitalia: a pietire comprensione perché 'non ce la facciamo più' o mettendo le bombe-carta dimostrative e minacciando di morte gli incolpevoli impiegati e funzionari
Ma ai vicini di casa di quei dessi veniva da ridere perché, aprendo i balconi ogni mattina, avevano l'evidenza delle Bmw e le berline Audi di ultima generazione parcheggiate e le azzurre piscine al centro del bel giardino del loro vicino, che in tivù capeggiava la rivolta e la miserabile jacquerie anti fiscale.

E abbiamo ben saputo e visto come spendevano i soldi dei rimborsi elettorali i Bossi e la sua oscena corte dei miracoli che tuonavano contro 'Roma ladrona' durante i comizi e mietevano i consensi tra artigiani e piccoli imprenditori naturalmente vocati all'evasione e laureavano il figlio a Tirana – tu vedi il ridicolo e la vergogna della 'padania ladrona' come e più dell'odiata roma.

Ma, non contenti di queste farse e oscenità politiche pregresse - e il loro leader minimo berlusconi silvio decaduto per l'infamia della frode fiscale e le odiose corruzioni di giudici e concussioni - gli odierni 'forconi' si ripresentano in pubblico tentando di ripulirsi e dirsi 'rivoluzionari' (sic!) con gli slogans bugiardi de 'nessun politico ci rappresenta' - ma se vai a ravanare nella biografia degli improvvisati leader e masanielli di giornata scopri capitani di lungo corso berlusconiano o leghista riciclati alla buona e buttati nella mischia per vedere l'effetto che fa. Vedi mai che, con tutto lo scontento che c'è in giro e che proviamo a polarizzare, non ci riesca una novella 'marcia su roma' e l'instaurazione di un nuovo fascismo redivivo.
Ci ha provato 'Alba dorata' in Grecia, ci prova Forza Nuova da noi, ma quatti quatti, - non mostrando la vera faccia da porco fascista, bensì dicendosi 'popolo tassato' che non ce la fa più.
E il grillo urlante al seguito - a sporcare la sua immagine e affossare la sua creatura politica che già ha perso tre punti nei sondaggi per quel suo ribaldo appaiarsi ai forconi della jacquerie anti fiscale e nascostamente fascista.

Però incombe il Natale e perfino i commercianti - sponda naturale degli evasori di ogni risma – si defilano e non sono contenti di questa ridicola 'rivoluzione' che pretende di chiudere i negozi proprio nel momento in cui potevano tirare un respiro di sollievo e una boccata di ossigeno.

Confidiamo nel 'generale inverno' - che sconfisse perfino Napoleone e hitler - e forse una larga parte dei 'forconi' si metterà a letto con la febbre per le lunghe giornate passate al freddo a tentare di convincere gli sprovveduti che loro sono dei veri 'rivoluzionari'. Come no! Rivoluzionari da tre palle un soldo.
Tutti a casa, cari. Tornate a lavorare. E, come suggeriva quel tale, 'pagate le tasse e non rompete i coglioni'.

venerdì 13 dicembre 2013

La farsa dei finti poveri rivoluzionari

La realtà che viviamo è impietosa. E, se ti esponi e vai in piazza e sei sotto gli occhi delle televisioni, dei giornalisti e della gente comune, devi essere in grado di dimostrare che sei un brav'uomo, un cittadino onesto che paga le tasse e che le ragioni della tua protesta sono sacrosante.

Pare che una larga parte dei partecipanti alla protesta detta 'dei forconi' non superi l'esame e rientra, invece, nelle categorie degli evasori cronici e recidivi, dei furbi e dei violenti e intolleranti nei confronti di chi non condivide le ragioni della loro confusa protesta (ma che caxxo di slogan è quello che si legge sui vostri lenzuoli: 'patria o morte!', gens ridicula?).

Così, per l'impietosissima legge del contrappasso, viene oggi sbeffeggiato e messo alla gogna il preteso leader dei 'forconi' - che saluta i suoi fieri e valorosi legionari dal finestrino di una jaguar, nientemeno.
E ci piacerebbe che l'amministrazione fiscale ci informasse che è tutto in regola nelle sue dichiarazioni e che il reddito di quel tale comprende la possibilità di possederla, la lussuosa vettura, e anche la piscina in giardino, se per caso fa bella mostra di sé davanti casa sua.
E' ben vero che la jaguar è usata, come ci informa il 'Fatto quotidiano', e magari è un'auto d'epoca - che evade le tasse anch'essa per chissà che segrete ragioni della nostra amministrazione fiscale e paga poco di bollo e magari è scaricabile dalle tasse come le cene con gli amici e i parenti annoverate fra le 'cene aziendali' che si riconoscono quali 'strumenti di lavoro' alle 'partite iva'.

Insomma, quello che non ci va giù è che si spacci la salvezza della patria con il riconoscimento che non pagare le tasse per quei dessi o pagarne meno di quanto appare negli impietosi resoconti che che ne fanno i giornali (imprenditori che dichiarano meno dei loro dipendenti) è 'uno stato di necessità' - e fare impresa in questo paese comporta sempre uno stato di eccezione.
E, oggi, questi attori impudichi ci rappresentano, per le strade e le piazze in rivolta, la farsa e il fescennino del gridare e protestare che ci hanno le pezze al culo, poveretti, e 'non ce la fanno più' e tutto il casino che fanno è per 'il futuro dei nostri figli' (sic), ma girano in jaguar o bmw o suv di varia marca e mostrano compiaciuti agli amici più cari la loro villa con piscina e le diapositive con l'ultimo viaggio alle Maldive. E pretendono di essere i rivoluzionari e gli 'assaltatori' che aggregano nella loro protesta gli studenti e i senza lavoro e i precari e tutta l'Italia del disagio.

Suggeriamo a grillo di indirizzare un corale e pubblico 'vaffa' a questa genia di infami mentitori d'accatto, se vuole salvare il suo Movimento da una estinzione altrettanto rapida dell'inatteso successo alle elezioni ultime scorse.

martedì 10 dicembre 2013

La mala convivenza e il rancore

E’ vero che hanno bisogno di sfogarsi, poverini, perché ‘non ne possono più’ e la loro vita non è come l’hanno sognata e progettata a causa degli eventi avversi e della crisi globale.
E tuttavia dobbiamo chiederci che senso ha e quali prospettive evolutive democratiche questo nuovo Quarantotto fatto da gente strana e dai nomi pittoreschi e un filo ridicoli: i ‘Forconi’ che ‘Viva la Mafia’ e ‘Via il governo’ – e i camionisti dai tir di traverso sulle autostrade e le gomme bucate a chi lavora e gli evasori cronici e recidivi di sempre che vogliono distruggere le sedi di Equitalia.
Un confuso ammasso protestatario dei ‘soliti noti’ (quasi tutti riferibili a sigle e partiti di destra, per quanto cerchino di nasconderlo dietro a un dito) destinato a spegnersi dopo aver suscitato la pelosa solidarietà elettoralistica di Grillo e dei forzaitalioti stretti intorno al principe dei frodatori fiscali decaduto.
E che si spegnerà quest’altra protesta da scenario greco lo sappiamo tutti (e ci conforta) perché già si è spenta l’altr’anno e in altri anni più indietro e sempre più stancamente si ripropone in cronaca lasciando, poi, le macerie e le miserie dei blocchi stradali inutili e stupidi e delle merci che non arrivano ai supermercati e i prezzi rincarano- e sedimenta la rabbia degli altri cittadini che quegli eversori condannano nel girone infernale dei riottosi da tre palle un soldo che sentono il bisogno di sfogarsi una volta all’anno sulle spalle degli altri cittadini incolpevoli e doppiamente vittime.
E non se ne può più di nuovi e ridicoli masanielli presto destinati all’infamia e al disonore politico – e che ci fanno dire che è meglio lo status quo degli infami governanti di sempre, se i nuovi leaders non riescono ad aprire squarci di prospettive politiche praticabili e credibili e il Becchi, il teorico dei 5 stelle, viene ospitato ad Arcore dal principe dei cialtroni italici – ma che squallore!
E anche il Grillo delle fievoli speranze di un rinnovamento politico totale va spegnendosi e stempera il suo messaggio rivoluzionario in questo bailamme di grida e piazzate insulse da ‘scenario greco’, inseguendo ogni protesta e incarnandone l’inanità e la brevità tipica dell’ira e delle grida caratteristiche dei litigi – che sempre si sedano perché non è vita quella dei ‘separati in casa’ destinati a odiarsi finché dura la mala convivenza e il rancore reciproco.

domenica 8 dicembre 2013

Picche e forconi

Bisogna intendersi su che vuol dire 'rivoluzionario'. Si, è vero che picche e 'forconi' fanno parte dell'armamentario retrò dei moti di piazza e delle Bastiglie prese e liberati i prigionieri, ma l'evoluzione della razza umana comprende anche i mutamenti nell'azione politica - e si è dimostrato che vale di più un Ghandi pacifico e trascinatore di folle oceaniche, e un Mandela che affratella i nemici bianchi e neri e azzera gli attentati e gli omicidi e trionfa all over the world, acclamato leader di un futuro di intese ed accordi tra opposti piuttosto che di conflitti e guerre civili.

Perciò l'azione 'rivoluzionaria' dei 'forconi' nostrani e di tutte le altre sigle di gente rabbiosa che si appresta a mettere in ginocchio per l'ennesima volta il Malpaese non ha la mia approvazione – e mi piacerebbe che i prefetti e il Ministero dell'Interno avessero già pronti i piani di sgombero delle autostrade in caso di 'blocchi' minacciosi e tir di traverso e ne seguissero gli arresti dei riottosi e criminali che minacciano di morte con pubblici volantini i poveri cristi che non aderiranno alla loro protesta incivile.

Ma così non sarà perché in questo caxxo di paese la legalità e la sua applicazione giustamente severa sono un optional, una variante dell'accomodamento politico bi e tri partisan e del costante blandire anche i peggiori criminali e 'capirne le ragioni' e consentire che venga messo in ginocchio un paese intero e bloccati gli approvvigionamenti alimentari e sanitari – così come si è consentito che un frodatore e corruttore notorio arrivasse a ricoprire le più alte cariche pubbliche per farlo, tardivamente, 'decadere', dopo un ventennio di guasti e nefasti politici e sociali.

Alla via così e trionfi l'infamia italica del '...dolce paese cui regnarono Guidi e Malatesta. / Cui tenne pure il Passator cortese / re della strada, re della foresta.'

giovedì 5 dicembre 2013

La portantina del re nudo

Chissà se il grado di entropia che agita le nostre cronache politiche è uguale in altri paesi.
Forse in Grecia e nei paesi mediterranei che 'una faccia una razza' - e ti alzi la mattina e hai sotto gli occhi tutto il disordine e la miseria per le strade e gli scioperi e le manifestazioni di chi ha perso il lavoro.
E 'la politica' è a specchio con le quotidiane dichiarazioni deliranti e tragico-farsesche di questo e quell'esponente di partiti che più infami non si può, ma sono specchio, appunto, della miseria e del disordine di cui sopra.

E, da ieri, siamo tutti illegittimi e incostituzionali. Tutti, tutti. Partiti e presidenti e governi che ne sono conseguiti in flagranza di illegittimità. Abbiamo votato al Parlamento della repubblica gente strana e ridicola - nominata da guru e da tycoon cialtronissimi e frodatori per vocazione su liste bloccate.
Decine e decine di servi e soldati e varia 'carne da cannone' incaricati solo di tenere alte le bandiere di guerra volute dai leaders minimi e di votare le leggi ad personam e spergiurare che, si, era davvero la nipotina di mubarak e l'utilizzatore finale di un 'sistema prostitutivo' mascherato da 'serate eleganti' è, invece, un uomo buono e nobile e santo - ed è stato ignobile dirlo 'decaduto' ed esposto alle aggressioni dei 'giudici comunisti' di ogni risma. Ci penserà la Bulgaria, a riabilitarlo e fornirgli lo scudo di impunità prossimo futuro.

E adesso siamo tutti in fibrillazione (lo siamo?) perché non sappiamo più a che santo votarci e perfino napolitano, - quel sant'uomo facente funzioni e 'reggente' e supplente di partiti rissosissimi e inconcludenti e irresponsabili – perfino lui è nell'agone ricoperto di polvere e schiacciato dalle travi che la Corte Costituzionale ha fatto venir giù collo scossone della sentenza di ieri.

Però è vero che ci abbiamo fatto il callo a tutto questo fragore di terremoti istituzionali e frane politiche degne del peggior autunno piovosissimo e catastrofico - e non ci stupiamo più di nulla e 'qualche santo provvederà'.
Paese di stragi di mafia e di servizi segreti deviati, procediamo a fari spenti nella lunga notte della repubblica senza farci mancare niente: dai leader populisti e satrapi puttanieri che sono la personificazione del 'golpe' e della 'guerra civile strisciante', (ma grida 'al golpe!' se lo si fa decadere perché delinquente certificato e passato in giudicato), a un presidente della repubblica costretto a una supplenza politica non prevista dalla Costituzione e sotto schiaffo di 'impeachment'.


Viva la Corte Costituzionale che, come il bambino dell'apologo, grida 'Il re è nudo!' e mostra l'oscenità del corteo di babbei e babbioni e servi che reggono la portantina regale.

giovedì 28 novembre 2013

Errare humanum

Era un atto dovuto e molto atteso, è ben vero, e non dovremmo aggiungere altro a quanto è avvenuto ieri pomeriggio al Senato della Repubblica. L'applicazione di una legge che castiga i corrotti e i condannati in terzo grado di giudizio e li dice disonorati e disonorevoli e non più candidabili per anni sei è cosa normale in una democrazia degna di questo nome; ma lo siamo, noi, cittadini italiani, una democrazia degna di questo nome?

Ascoltare e vedere e leggere le spaventose idiozie intorno alla decadenza del cialtrone di s-governo che ci hanno mostrato i telegiornali e abbiamo visto in Internet ci fa interrogare una volta di più su cosa sia lecito tollerare in un paese democratico e cosa no.
E' lecito lasciar eleggere al Parlamento della Repubblica, e regalargli una malata immunità per oltre un ventennio, un barabba notorio, un lex luthor da fumetto – già all'epoca della sua prima elezione indagato e sotto processo per una varietà di reati finanziari e di corruzione di giudici?
E' vera democrazia consentire a una persona che ha una mole antonelliana di conflitti di interesse la gestione ad uso privato della 'cosa pubblica' e l'ingaggiare una lotta a coltello contro i giudici e la giustizia che lo indagano e calpestare le istituzioni di garanzia e additarle al pubblico ludibrio e farsi le leggi ad personam e ad aziendam?

E' una riflessione sulla democrazia - limiti, diritti e doveri, pesi e contrappesi - quella che è stata sollevata ieri nella votazione che ha espulso dal Senato il peggior figuro politico che ci abbiano rifilato con destrezza i 'moderati' di questo paese in oltre cinquant'anni di infamia pubblica e privata.

E 'speriamo che ce la caviamo' nel prosieguo di questa malandata legislatura e che il governo 'faccia le cose' giuste, come dice il Renzi, e non consenta al barabba ferito a morte di riprendersi dalla gran botta e tornare a caimaneggiare da par suo con slogan eversivi e manifestazioni sediziose - come quella che le cornacchie berlusconiane avrebbero voluto fare sotto al Quirinale per rimproverare la mancata concessione di una 'grazia' motu proprio da parte di re giorgio.

Tutto, in questa storia di vent'anni di infamia berlusconiana, è fuori misura e fuori proposito e ridicoli slogans suggestivi e oscenità: il cartello che mostra il 'prigioniero politico' berlusconi in mano alle Br, le 'donne in nero' in gramaglie al Senato - ieri allegre ospiti delle 'serate eleganti' del satrapo infoiato, oggi incredibili senatrici finto-sdegnate che pronunciano parole più grandi del loro cervelletto, incapaci di capire la differenza tra un 'lettone di putin' e una 'nipotina di mubarak' e la dignità dell'essere 'servitori dello stato' e gestori della 'cosa pubblica'.

E tornano a mente le folli idiozie che hanno pronunciato in oltre vent'anni di vergognosa e infamante soap opera berlusconiana i suoi troppi elettori e i ridicoli supporters de 'l'esercito di silvio': 'Quello che Lui fa in privato non è cosa che riguardi il giudizio pubblico.' E parlavano delle famigerate 'serate eleganti' e di 'bunga bunga' che facevano sbellicare i lettori dei maggiori quotidiani nazionali di tutto il mondo e delle 'nipotine di mubarak' e delle 'igieniste dentali' elette al consiglio regionale per gli speciali meriti e le gratitudini acquisite sul 'lettone'.

Non dovremmo poter ritirare solo il passaporto al condannato berlusconi, bensì anche il certificato elettorale ai suoi pervicaci elettori mai pentiti. Gente diabolica e di pensieri perversi per proprietà transitiva – se è vero che 'errare
humanum est, perseverare autem diabolicum'.

martedì 26 novembre 2013

L'Anima e il Destino

Il potere che corrompe e mal agisce e nega i 'diritti umani' e incarcera i dissidenti e gli oppositori ha dato ieri oscena mostra di sé: del proprio arrogante e unilaterale decidere e dispiegare i potenti mezzi dei media televisivi asserviti e delle diplomazie prone e servili. Putin arriva in Italia con codazzo di importanti delegazioni economiche e gli si buttano i tappeti rossi davanti e i 'ponti d'oro' - e nessuno a ricordare le Pussy riot in carcere e i giornalisti scomodi ammazzati per mano dei suoi servizi segreti.

E perfino Francesco, l'umile e buono Francesco, ha dovuto piegarsi alle imposizioni del protocollo tra 'capi di stato' in visita, perché erano in ballo la sacre questioni della guerra civile in Siria e dei cristiani che vi trovano morte e sono costretti al silenzio o all'esilio. E come il suo lontano santo omonimo, il fraticello d'Assisi, si piega alle ragioni di Stato e accetta di stringere la sudicia mano perché coll'impero del Male è necessario intrattenere un vile commercio laico e patteggiare lo strapotere e usarlo 'a fin di Bene'.

E, grande finale! ecco il dittatore russo mettere in programma una cena coll'amatissimo 'compagno di merende' berlusconi silvio, quello de 'il lettone di putin' e chissà le risate e le pacche sulle spalle e le promesse di fargli avere un passaporto diplomatico e dirlo ambasciatore presso la Santa Sede - perché stupirsene? La progenie maledetta dei nabucodonosor di ogni risma non si è mai estinta in questo pianeta di infami che sguazza nelle quotidiane malefatte dello stra-potere dei satrapi ed è ormai dimentico di quell' 'uscimmo a riveder le stelle' che ci illuse in gioventù di avere un'anima e un destino.

lunedì 25 novembre 2013

Epitaffi

Epitaffi

C’è chi si stupisce per l’esistenza in vita e ‘in video’ di gente strana: quella che osserviamo ai congressi di forza italia, per dire, o i ‘giovani’ reclutati dal dell’utri chissà dove, chissà come, per sostenere l’ultima battaglia dell’orrido caimano ferito a morte e pronto ad azzannare tutto l’azzannabile prima di tirare le cuoia e iniziare il salutare processo di putrefazione.
Però è vero che di ‘gente strana’ se ne osserva parecchio in giro. Ci sono gli ‘strafatti’ di cocaina ed extasi e gli abituès della marijuana, per dire. E ci sono quelli che non si pèrdono una serata in discoteca che sia una – e qualcuno di loro si spiaccica come le mosche sui parabrezza in corsa, il sabato sera, contro un platano; povero platano, cresciuto nel posto sbagliato. E anche i nostri vicini di casa, a ben vedere, hanno un sacco di difetti e fanno cose sbagliate e ascoltano musiche orribili e a livelli eccessivi e ci fanno supporre che il loro sentire politico de ‘facciamo un po’ il cazzo che ci pare’ sia affine alle coglionate che ci propinano in video e i voce durante i tiggi le cornacchie che gracidano attorno al cadavere politico del cavaliere destituito – e già sentono i morsi della fame, poverini/e, perchè senza di lui, il danaroso estinto, chi mai li sosterrà i costi stellari del nuovo partito e tutto il bailamme di manifestazioni che toccherà indire e sostenere perché non cali il silenzio intorno al lex luthor de noantri e si apponga la giusta lapide, finalmente sul suo cadavere putreolente già da vivo: ‘Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro…’ si parva licet (ma è il napoleonismo maccheronico dei pazzi da barzelletta).
E nessuna ‘grandezza’ del cialtrone per antonomasia nomato ‘il caimano’ rimarrà dopo la sua defunzione/destituzione, bensì un rivolo di parole stupide e incongrue e lamentazioni e geremiadi che leggeremo sui ‘giornali di famiglia’ per le penne dei soliti prezzolati – e anche ‘l’esercito di silvio’ si disperderà nelle cronache di quinta e sesta pagina perché perfino de ‘l’invincible Armada’ non si parlava più già durante il viaggio di ritorno in Spagna con gli alberi maestri abbattuti e le vele raccolte sotto al cassero e i marinai feriti e moribondi.

sabato 23 novembre 2013

Genova per noi

Genova per noi, - che l'osserviamo da distante e ne leggiamo curiosi le cronache di rivolta sociale -, appare quale un baluardo estremo, una barricata fragile contro l'esercito dei pasdaran e gli ayatollah della spesa pubblica che va tagliata e gli sprechi non più tollerati.

E quest'ultima cosa va benissimo, ca va sans dire: guai agli sprechi e ai privilegi di ogni genere e tipo – e magari leggessimo che gli stipendi dei pubblici amministratori si dimezzano e si dimezza il numero dei parlamentari e si chiudono le province! giusto per 'dare la linea' e il buon esempio.
Però a Genova sembra che ci sia qualcosa di più corposo in ballo di un riassetto e di una pulizia delle cattive abitudini e dei piccoli privilegi delle aziende municipalizzate e delle 'partecipate'.

Se un'intera città solidarizza cogli scioperanti sordi ad ogni invito e ordine a desistere – e i precettati rigettano l'ordinanza e accettano di essere detti 'fuorilegge' e presidiano le strade e i 'campi' e le piazze -, la rivolta sembra virare verso un non detto, lontano nel tempo, 'fare come a Genova'; e il ricordo di Scelba e Tambroni aleggia cupo nelle cronache e non si scorgono gli orizzonti di una trattativa pacificatrice che non sia disonorevole per entrambe le parti in conflitto – col di più che a gestire quest'altra storia di rivolta radicale è un partito democratico in gravissimo affanno di rappresentanza.

Genova da osservare con attenzione e una sottile angoscia dentro perché, forse, perfino l'Europa dei debito pubblico da risanare potrebbe conoscere una sua Stalingrado storica e deflagreranno i 'patti di stabilità' e tutto il 'buongoverno' dei conti in ordine che si ottengono solo licenziando sempre più lavoratori.


venerdì 22 novembre 2013

Piscis primum de capite fetet

Vien da ridere al pensare a 'Jkf: un caso ancora aperto' (titolo di un bel film di Stone) come un possibile termine di paragone per i nostri casi ridicoli di berlusconi (nostrano jfk, secondo l'ineffabile sallusti, suo storico tappetino mediatico) e cancellieri (il 'caso' - sempre aperto finché larghe intese non defungeranno per mano di Renzi).

E non viene da ridere solo perché le 'stature' fanno la differenza - bell'uomo, quello, ed eroe di guerra e il nostro, invece, intrattenitore da crociere ormai vecchio e grasso e 'nano' - e costretto dall'età e dall'impietosa senilità a mendicare col suo pezzente denaro di corruttore per antonomasia un'apparenza di 'amore' mercenario.

Puttanieri entrambi, è vero, (oggi lo sappiamo e ci è franato un mito) - e il potere corrotto e che corrompe é il loro trait d'union vergognoso -, ma, avesse, il nostro lex luthor, nel suo archivio di discorsi memorabili qualcosa di diverso da: 'giudici comunisti' e 'nipotine di mubarak' e 'plotoni di esecuzione' e altre corbellerie suggeritegli dalle cornacchie di cui si è circondato, forse non lo assolveremmo, ma proveremmo anche per lui quella pietas sconfortata che si prova di fronte al 'male necessario' che accomuna tutte le epidemie e le guerre e le catastrofi che ci toccano in sorte chiusi dentro questo culo di sacco quantistico in cui siamo finiti e che chiamiamo 'vita'.

E molto, troppo in comune, invece, hanno la cancellieri e il berlusconi. Non solo l'amicizia con 'i ligresti': famiglia di finanzieri d'assalto avvezzi a bancarotte più o meno fraudolente un mese si e l'altro pure, bensì la reazione tipica della cozza: attaccata col suo fortissimo 'bisso' alla sua valva ministeriale e/o senatoriale perché sa che, senza, è morta e cotta e mangiata.

E ciò che davvero dispiace, in tutto questo scempio di pubblica moralità e gente 'di bassa lega' spacciata per 'fedeli servitori della Stato' è che si fa carne di porco del senso delle parole e del loro proiettarsi nella Storia.
Che ci racconterà, da qui a breve, l'epopea di un Cialtrone emerito e corrotto per antomasia (un re mida che mutava in merda ogni cosa) come di un periodo tristissimo della nostra vita di cittadini: schiacciati per oltre tre lustri sulle sue disavventure giudiziarie e vocazioni criminali, mentre uno stuolo di giovani puttane e di lenoni danzanti davano vita a un 'sistema prostitutivo' che includeva i casi delle due 'quattordicenni dei Parioli' e una quantità incalcolabile di casalinghe e studentesse e madri di famiglia che usano internet per integrare il reddito familiare e fare i regali di natale (leggetevi il documentatissimo servizio su Panorama oggi in edicola).
Il Puttanaio-Italia, insomma.


Quando si dice che: 'Piscis primum de capite fetet.'

mercoledì 20 novembre 2013

Le canaglie e i malfattori

E' solo nelle nebbie fitte di ciò che impropriamente chiamiamo 'politica' che può nascondersi la vergogna di un 'caso cancellieri' - proposto ai cittadini quale vallo difensivo e ultima spiaggia di un 'governo delle larghe intese' che, altrimenti, rischia di franare.

E che lo stesso governo di larghe discordie giudiziarie e decadenze osteggiate, e minacce oscene di sfracelli istituzionali da parte delle cornacchie berlusconiane, sia stato presidiato e arginato coi sacchi di sabbia che si mettono sugli argini dei fiumi durante le peggiori alluvioni dovrebbe convincerci che l'azzardo politico voluto da napolitano dopo le elezioni ultime scorse è stato massimo e davvero non valeva la pena vivere questa stagione di ennesimo schifo politico a tutto tondo che si prolunga dentro l'inverno entrante, l'ennesimo inverno 'del nostro scontento'.


Ed è davvero un 'caso napolitano' che si apre, se la cancellieri la farà franca e si intanerà nell'ufficio di via Arenula con il protettorato vergognoso di 're giorgio' - elemento politico affatto nuovo e anomalo di una democrazia italica azzoppata e sempre più malata - e il privilegio parlamentare è vissuto come 'refugium peccatorum' dai peggiori figuri che vi hanno trovato scudo di impunità e spalti difensivi dai quali mostrare i ghigni e i cachinni delle peggiori canaglie e dei malfattori di ogni rango.

lunedì 11 novembre 2013

E' il capitalismo, Bellezza.

La ricchezza delle persone, in Italia, si moltiplica anche in tempi di crisi globale. Lo dice un rapporto commissionato da una banca svizzera che analizza i movimenti dei capitali e il loro crescere e figliare una discreta quantità di 'nouveaux riches' - a fronte di una quantità impressionante di nouveaux pauvres che, ogni giorno, si aggiungono alla platea spaventosa di senza lavoro e imprese che chiudono di cui ci narrano le cronache.

E sarebbe interessante sapere come si fa ad aggiungersi alla schiera degli eletti - se è un puro fatto di capitali di famiglia affidati ai gestori finanziari bravi, che sanno su quali azioni e obbligazioni rampanti puntare (ma si guadagna anche in tempi di Borse ballerine, salendo e scendendo spericolatamente sui picchi in discesa) o se è, invece, una questione di 'pelo sullo stomaco' quale hanno, ad esempio, i troppi 'compro oro' che ingrassano sulla svendita del misero capitale aureo di poveri cristi che ci pagano una quota di mutuo, ma le successive non sanno come faranno a pagarle.

E che la ricchezza generi ricchezza 'sporca' si mostra anche dal numero di case finite in mano alle banche per virtù di sequestri e ipoteche e aste - ed è vergogna che andrebbe gridata coi megafoni perché in quei maledetti 'istituti' fitti di funzionari e direttori con giacche di buon taglio e cravatte 'regimental' il dio-denaro è Moloch che non intende ragioni e compassioni e 'falcia tutte le erbe del prato' come la morte - e bisognerebbe avere il coraggio di legiferare e istituire delle quarantene finanziarie che sospendano il correre dei maledetti interessi sui mutui e il rimborso delle quote a fronte delle comprovate necessità dei ricorrenti.

E sappiamo come, dopo le guerre e le epidemie, i furbi e svelti possessori di un capitale anche modesto, compravano le case dei morti e delle vedove a prezzi ridicoli e, dopo un decennio, si fregiavano della nomea di 'nuovi ricchi' per il rialzo clamoroso dei prezzi delle case e degli affitti e c'è chi afferma che: 'E' il capitalismo, Bellezza.' e non possiamo farci niente e dobbiamo navigare fra questi suoi marosi, osservando i molti naufragi e i tuffi in mare di chi si suicida senza battere ciglio, e chi vivrà vedrà e 'noi speriamo che ce la caviamo', come dicevano i nostri migranti nelle Americhe del 'sogno americano'.123052946-9f1306f1-d516-4241-9662-dde6abe9e923.jpg


Già. Chi vivrà vedrà. Come le fotografie delle rovine e dei cadaveri dell'uragano che ha spazzato le coste delle Filippine. E' il capitalismo, Bellezza.

giovedì 7 novembre 2013

Un posto dove appendere il cappello

La domanda giusta è: 'Che ci faccio qui?' Domanda che comprende uno stato di alienazione non più tollerabile e una immaginazione di come potrebbe essere la tua vita in quel posto nuovo: cosa farai quando ti alzi la mattina, chi incontrerai, dove andrai nel corso della tua giornata e quali emozioni/sensazioni proverai quando rientri a casa e ti prepari la cena e accendi il televisore.

E l'ideale sarebbe 'un posto dove appendere il cappello' tra un viaggio e l'altro, come diceva Chatwin – e lui sapeva bene dove andare e i suoi splendidi reportages lo dicono uno 'spostato' di genio che aveva il mondo come orizzonte, ma più le 'finis terrae', i luoghi del nomadismo atavico e dove un senso al tuo vivere ce l'hai tutto dentro o la città-carcere delle tue angosce notturne 'ti viene dietro' – come paventava il Kavafis in una sua mai dimenticata poesia.101857736-363038d0-5dbc-4366-8816-0f8424c9cb78.jpg

E io so che, dovunque andrò, 'la città mi verrà dietro', è inevitabile, e non basterà la barriera dei monti a fermarla e le albe e i tramonti struggenti - e mi verranno dietro tutte le vite che ho vissuto e le persone che di quelle mie vite sono state testimoni appassionate e partecipi e avrò nostalgie dolorose, ma toccherà trovare i lenimenti necessari e le panacee e 'farsene una ragione' degli addii che scambiamo a larghe o corte campate, e alcuni ci aprono dentro voragini, fino al definitivo e ultimo che ci confermerà che nulla ha avuto un senso, - ma l'umana avventura è stata bella per la sua gran parte e degna di essere stata vissuta individualmente e collettivamente e indipendentemente da ciò che troveremo 'di là': se l'immoto oceano del Nulla o le fantasiose e ingenue avventure paradisiache o infernali di cui ci hanno narrato.

mercoledì 6 novembre 2013

All'ombra delle 'larghe intese'

Lo schifo pubblico all'ombra delle 'larghe intese'

E, dopo lo schifo delle mancate dimissioni di un ministro che ha privatizzato il suo ruolo istituzionale e lo ha messo 'a disposizione' della famiglia ligresti -noti finanzieri d'assalto con molta dimestichezza familiare con giudici e processi e galera; tu vedi le belle amicizie di colei che passa per essere 'un onesto servitore dello stato'- ecco l'ennesima 'avance' del berlusconi versus re giorgio - che farebbe ancora in tempo a graziarlo 'motu proprio', prima ancora che inizi a scontare la pena.

Se mai qualche dubbio mi aveva colto nelle mie intenzioni di voto prossimo venturo, questa palude fetida delle 'larghe intese' e tutto lo schifo pubblico che si consuma in suo nome mi fanno rientrare in un proposito di voto di azzeramento e rottamazione di una classe politica senza dignità alcuna personale né senso della vergogna. Né mi sorprenderebbe che la faccia di tolla di questi ignobili parlamentari della repubblica confermasse berlusconi-lex luthor al suo posto di 'onorevole' senatore.

Non c'è limite al peggio all'ombra delle vomitevoli 'larghe intese'.

domenica 3 novembre 2013

Amici degli amici

Sono la persona più indicata a ricoprire il ruolo di guardasigilli, dopo le (auspicate) dimissioni della sig.ra Cancellieri.
Me ne sono reso conto ascoltando l'ampio dibattito politico-giornalistico che ha messo in evidenza - dopo aver rispolverato i massimi sistemi 'dei delitti e delle pene' e della 'pietas' e della 'giustizia giusta' dovute a ognuno senza eccezioni e privilegi di casta e di censo – ha messo in evidenza, dicevo, il 'conflitto di interessi' della sig.ra Cancellieri che ha occupato quel ruolo di ministro in flagranza di amicizia con i molto (ma molto!) chiacchierati membri della famiglia Ligresti di cui alle inchieste e richieste di processo ed eventuale condanna da parte dei pubblici ministeri e giudici incaricati.

Io non conosco nessuno di importante, nessun v.i.p., nessun membro della famiglia berlusconi, - per dire uno a caso, vocato per dna e napoleonismo cronico a concussioni e corruzioni della vita pubblica, né conosco alcuno della sua cerchia di scalmanati 'falchi' e languide 'colombe' o i membri de 'l'esercito di silvio' e i maggiordomi.
Perciò, nell'esercizio del mio potere, potrei agilmente evitare ogni 'caduta di stile' e 'sospetto di parzialità' nei confronti degli amici e 'gli amici degli amici' e svolgere al meglio il mio ruolo istituzionale garantendo a tutti i detenuti uguali attenzioni di ministro 'giusto' come previsto dalle leggi e dai regolamenti.

Se mi leggesse qualcuno di ammanicato con i vertici dei partiti delle 'larghe intese' mi raccomandi, per favore, e segnali la mia disponibilità alla carica anche per la metà dei costi dello stipendio e della pensione che ne consegue. Prometto che, una volta insediato, mi ricorderò di ognuno quando verrà la malaugurata ora per loro di fare i conti colla 'giustizia giusta' e il carcere preventivo. :rolleyes:

sabato 2 novembre 2013

I baci e la vita in rosa

L'economia di guerra della crisi globale passa anche per i risparmi e il riciclo delle cose usate più e più volte e non mi vergogno di confessare che mi rammendo i calzini e gli altri capi di abbigliamento che lo richiedano. Rivoltare i cappotti o cambiare i colli delle camicie non lo so ancora fare, ma potrebbe essere un'idea creativa e di 'lavoro nuovo' aprire un bugigattolo, tipo quelli dei pochi 'calzolai' rimasti e recuperare in massa questi nostri capi di abbigliamento così carichi di ricordi e nostre fragranze corporali e che, magari: 'Mi sta ancora bene e mi assottiglia in vita'. :unsure:
E' ben vero che priveremmo i cassoni dalla Caritas di mucchi di abiti destinati ai 'poveri' e ai nostri ospiti immigrati che stentano ad integrarsi - e, se mi legge un commerciante di maglieria e abbigliamento, mi aspetta sotto casa per farmi un c... così o apostrofarmi di 'disfattismo' e di far crollare i consumi.
Però basterebbe un po' di 'senso della misura' e considerare tutto ciò parte della 'decrescita felice' - tipo 'guadagnare meno, guadagnare tutti', ma, detto così, suona come una presa per il c..., me ne rendo conto. :(

E tuttavia il conto finale è con il borsellino di ognuno e, forse, anche il ricorso alla poesia può giovare e, memori del giovane Montale, nel corso di una giornata di sole, reciteremo, abbracciandoci: '(…) abbiamo anche noi poveri la nostra parte di ricchezza / ed è il colore dei limoni.' Provare per credere. In fin dei conti, usciti dalla guerra, padri e nonni si baciavano come matti e cantavano tutti: 'La vie en rose'. L'importante è crederci, direbbe mia figlia. :rolleyes:P2264097.JPG

venerdì 1 novembre 2013

A che punto è la notte

A che punto è la notte? Già, perché ci è palese che 'à dda passà 'a nuttata' e con 6 milioni e passa di senza lavoro non si va da nessuna parte - figurarsi che ci frega di 'quelli che il ponte di Ognissanti' possono permettersi una vacanza da qualche parte del vasto mondo quasi tutto in ebollizione, in verità. 'Ché l'Egitto è diventato una 'vacanza d'egitto' ed è a rischio rivolte anche l'enclave riminese del mar Rosso e nell'oceano Indiano ti aspetti un maremoto e uno tsunami conseguente da un giorno per l'altro -coi riflessi radioattivi che ci vengono da Fukushima e ci inquinano i tonni e gli altri pesci e finirà che ci beccheremo tutti una qualche malattia oncologica, prima o poi, incrociamo le dita o tocchiamoci di sotto.

Però un'ultima passeggiata autunnale tra i monti l'avremmo goduta come ricci, ma sarà per quest'altr'anno che speriamo meno tragico di questo, ed è una geremiade che ci perseguita da otto anni ormai di 'crisi globale' - e il fondo che ci pareva di aver toccato non è un vero fondo, maledizione! perché continuiamo a scavare in direzione del centro della Terra.

Però siamo moderatamente ottimisti, se pensiamo ai nonni e alle loro due guerre mondiali e alla guerra civile che ne è seguita tra 'partigiani' e 'fascisti' che ancora ce la portiamo appresso - e la memoria storica sembra una condanna a vita se ancora ascoltiamo chi si grida addosso 'comunisti!' nelle manifestazioni e nel contraddittorio politico e si becca in risposta 'fascisti, topi di fogna!'

Finirà, prima o poi; tutto finisce, che consolazione! Ci prendono per stanchezza e, dicono le fonti giornalistiche, sono stanchi perfino quei giovani e meno giovani che il lavoro non lo cercano neanche più e siamo curiosi di sapere come tirano a campare e mettono insieme pranzo e cena. Non sarà che dovremo cercare le risposte osservando i grafici e le statistiche della microcriminalità in aumento?

giovedì 31 ottobre 2013

Coscienza pulita

Merita considerazione la tesi di coloro che sottolineano che la scelta del voto palese in aula per la decadenza da senatore di silvio berlusconi sia una violazione dei diritti del parlamentare di decidere secondo coscienza.
Però è il caso di sottolineare, di contro, che la scelta di 'militanza' e di 'chi non è con me è contro di me' è stata fortemente voluta e praticata per oltre tre lustri dallo stesso senatore che a quel voto sarà finalmente soggetto.
Il 'porcellum', infatti, l'oscena legge elettorale voluta dal centro-destra negli anni di consenso montante e mantenuta in vita contro ogni evidenza di vergogna, è una 'chiamata alle armi' dei partiti che si arrogano il diritto di candidare d'imperio chi vogliono, rubando all'elettore il diritto di scelta che gli spetta in quanto 'popolo sovrano'.
Ciò che si è fatto e sostenuto con faccia di tolla è reso, oggi, con gli interessi ed è appena il caso di notare che nessuno nega ai parlamentari e ai senatori il diritto di votare 'secondo coscienza', bensì si richiede loro di mostrare che hanno la coscienza pulita e il coraggio di farla vedere e dimostrarla tale al popolo sovrano

mercoledì 30 ottobre 2013

Decadenze e oscenità intollerabili

Decadenze e oscenità intollerabili

Che la nostra vita politica e sociale sia asfittica e priva di prospettive future degne di nota lo dice il 'ritorno al futuro' dell'attenzione che hanno i nostri media di stampa e televisivi per la questione della 'decadenza'. Che è del paese intero, del suo apparato produttivo e della sua capacità di rigenerarsi e offrire nuovi posti di lavoro, ma quest'aspetto è sempre in avvilente secondo piano rispetto a quell'altra 'decadenza', quella di lex luthor-berlusconi -che da tre lustri e passa è 'maior' rispetto a tutto quanto ci affanna ed è la nostra vita di gente stra-tassata e senza lavoro e il reddito al lumicino e le pensioni dei padri e dei nonni costrette a sostenere i figli e i nipoti.

Sei milioni i senza lavoro in Italia, ma il dibattito politico verte sempre e compulsivamente sulla decadenza da senatore di un frodatore/corruttore della vita pubblica - capace, per virtù di pezzenti denari, di comprarsi la politica e dare visibilità massima ai suoi risibili affanni di condannato grazie alle maledette tivù private di sua proprietà.

E quanto sia importante la sua decadenza e l'immettere aria nuova nella nostra asfittica vita sociale e politica lo dice il fatto non è più tollerabile (non avrebbe mai dovuto esserlo) una 'candidabilità' alle massime cariche onorifiche di parlamentare e senatore della repubblica di chiunque abbia frodato, corrotto, rubato e mantenuto comportamenti pubblici e privati indegni della carica.

E' l'unico 'ritorno al futuro' che garantisca aria fresca e pulita e a noi respiri politici profondi e liberatori: il ritorno ai valori civici che ci insegnavano le brave maestre fin dalle elementari: parlamentari e senatori della repubblica possono essere solo le persone probe e oneste, i migliori tra noi cittadini.
Il resto è davvero fuffa della più stantia e oscena da propinare in pubblico dibattito.