domenica 30 dicembre 2012

Dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggere


Dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggere (parafrasi di un altr'anno 'nuovo')

E basterebbe l'essere scampati alla 'fine del mondo' per dirlo il migliore dei bisesti possibili, ma, in verità vi dico, che questo è stato un altr'anno delle nostre vite non troppo diverso dai molti che l'hanno preceduto né da quelli che lo seguiranno, se ancora avremo vita vivibile.

Un anno fitto di avvenimenti importanti – ma trovatemene uno di cui non si possa dire l'eguale.
Un anno d'amore – sicuri che quegli altri ne fossero vuoti? L'amore ha mille volti e mille nomi e mille sfumature – e se ravanate a fondo negli archivi rovinosi della memoria, sono certo che troverete qualcosa che può avvicinarsi all'idea di amore, quale che ne sia stata la forma.
Un anno che ha rasentato l'idea di morte e minacciato i vostri corpi di malattia – e anche qui ognuno avrà le sue storie da raccontare e i brividi alla schiena per averla scampata bella, lui o un familiare o una persona specialmente cara.

Insomma, cara la mia gente, quest'altr'anno che avanza, e gli manca poco per imprimere il suo numero nuovo sul calendario, è nient'altro che il vecchio anno che prosegue – e le lancette dell'orologio non cambiano giro e solo il silenzioso rinnovarsi delle nostre cellule ci dice nuovi ad onta della memoria dei fatti e degli eventi belli o catastrofici coi quali abbiamo interagito.

Vabbè, ho capito, non ve ne può fregar de meno di queste disquisizioni para filosofiche di fine anno. A voi interessa festeggiare e stappare lo spumante e farvi gli auguri e mettere su la musica a tutto volume e fare il trenino della tradizione – e anche questa è vita.

Buon Anno Nuovo a tutti, allora – qualunque cosa per voi significhi.Auguri-di-Buon-anno-Facebook-2013.jpg

venerdì 28 dicembre 2012

Il ritorno dell'Imbonitore

L'imbonitore è una vocazione. Non so dire se è un'arte.

A me fa tristezza – e quando mi suonavano il campanello quelli della 'folletto' e gli altri tristi venditori del 'porta a porta' a volte rispondevo pietoso e gli offrivo una tazza di caffè - e lui, grato dell'accoglimento, mi sintetizzava in fretta il pistolotto commerciale per non troppo disturbare, e recitava poco convinto tutto il nuovo tecnologico e l'efficacia nelle pulizie di quel suo attrezzo costosissimo - e usciva rinfrancato con una stretta di mano, pur se non aveva aggiunto un cliente ai pochissimi che ci cascano.
E che dire di quegli imbonitori tutt'affatto speciali che vendono porta a porta, con zelo degno di miglior causa, le fole di un supposto Geova -e spiegano puntigliosi e agguerriti ai profani tutto il loro diverso storico e le contro-leggende religiose che li dicono nemici del cattolicesimo e dei preti e dei cardinali?

E l'Imbonitore Massimo, - l'orrido venditore di mercanzia avariata che ha stipato per decenni i suoi programmi tivù con oscene scenette mercantili e interminabili filippiche sui materassi che ti guariscono dal mal di schiena, (interrompendo perfino le emozioni dei film più belli e commoventi)- l'Imbonitore maledetto è tornato in tivù: incubo atroce di ben tre lustri di s-governo e di avvilimento delle coscienze.
Accolto a braccia aperte dai conduttori in cerca di scoop e dalle conduttrici ilari e felici di ben leccare il piatto dell'immangiabile sbobba quotidiana, quest'essere volgare e privo del pudore e della vergogna per le menzogne che infila a raffica nei suoi concioni elettorali, quest'uomo di nessuna morale, ha trovato aperti tutti i varchi per un'occupazione militare dei video prima che scatti la par condicio.
E migliaia di ipnotizzati televisivi hanno roteato e sbarrato gli occhi di fronte alla danza macabra del cobra reale dei loro incubi diurni e già si dicono pronti a ri-votarlo, malgrado le troppe pentole senza coperchi dei suoi stra maledetti s-governi e le leggi ad personam e gli sconquassi istituzionali e lo spread alle stelle a causa della noncuranza degli eventi macro economici che ci assediano.574758_324012387711967_2048166836_n.jpg

E, badate bene, l'Imbonitore, per sua natura non dà risposte precise a domande precise. Se gli chiedi come rattopperà i conti dello Stato dopo che avrà tolto l'Imu – con quale nuova tassa o taglio di spesa sociale- lui non risponderà. Ricorrerà all'invettiva, come ha fatto ieri, dicendo cretini e ignoranti di economia coloro che lo assediano e gli pongono quelle fastidiose domande.
Imbonitore, appunto. Uomo di grancassa e sonagli alle caviglie. E, dietro a lui, il popolino volgare e inebetito delle sue tivù commerciali. La sua fanteria elettorale di sempre: ridanciani e felici come i lemmings in sovrannumero, di volare nell'abisso. 65051_10151352271896151_692751454_n.jpg

giovedì 27 dicembre 2012

Votantonio


Chi scende e chi sale. Espressione fortemente simbolica, di questi tempi.
E lo sapeva Dante quanto sapesse di sale 'lo scendere e il salir per l'altrui scale'. E lo sappiamo noi tutti che 'il mondo è fatto a scale' – e c'è chi scende 'in campo', vedi l'orrido berlusconi, e chi sale in politica, invece, ed è il 'padre nobile' e salvatore della patria Monti Mario, ottimate della Repubblica e garante degli interessi del Vaticano -senza il quale, in questo paese, 'non si muove foglia che Dio non voglia'.
E ben si sa come gli amati vescovi e i cardinali ci abbiano un filo diretto con Colui che tutto puote - e competere con l'opus dei e quelli di comunione e liberazione è impresa persa in partenza per noi laici privi di tanta spalla sovrumana.

Perciò rassegnamoci a scendere l'ennesimo girone infernale della nostra vita politica e sociale e, a febbraio, se non avremo l'ennesimo s-governo del cavaliere nero -che avrà raccolto il consenso del peggio del peggio del 'popolo sovrano' e i fiati intestinali anti-spread e anti-euro- avremo un centro-sinistra politicamente indebolito al Senato dalla pattuglia dei 'centristi' di Casini e Montezemolo. Che passano per essere i veri 'moderati' ma non è chiaro che cosa sia l'essere moderati in questo paese, se a definirsi tale è il barabba rotto a tutte le coalizioni (con la destra di Storace e con la lega del Maroni) pur di far argine e muro contro i 'comunisti' e la 'magistratura comunista' che ne insidia l'impunità e la ricchezza costruita in flagranza di corruzioni politiche e la politica comprata coi soldi offerti ai molti Giuda-parlamentari all'incanto - com'è accaduto nel cupio dissolvi del suo ultimo anno di s-governo.

Davvero sembra di scendere tutti i gironi infernali della vergogna e dell'infamia nel parlare che facciamo di questa nostra pezzente e maleodorante 'politica' e dei suoi protagonisti diabolici che 'scendono in campo' e si preparano all'ennesimo fuoco di artificio di promesse stupide e illusioni cocenti per il popolo bove che li voterà.

E se resteremo in Europa sarà per il rotto della cuffia e il vano esorcismo dell'incrociare le dita e del 'toccarsi di sotto' e 'fare le corna' secondo l'ipotiposi tipica del popolo degli Apuli -e ci confermiamo figli di Totò e dei film di Sordi e, anche in quest'altro passaggio elettorale, c'è da scommettere che, di là delle Alpi, scuoteranno la testa sconsolati e ci chiederanno pubblicamente dalle copertine dei giornali e delle riviste: 'Ma come fate voi italiani a tenere ancora bordone a questa fauna tragica e impresentabile dei maroni-berlusconi-storace?'

'Votantonio, votantonio, votantonio.'

mercoledì 26 dicembre 2012

Grazie dell'attenzione

Le festività natalizie hanno di buono che costringono la mente ai bilanci – in assenza del 'pressing' che fanno i giornali e gli altri media informativi sulle nostre emozioni e sul 'pensare di pancia' che ne consegue.

E stamattina ascoltavo il reportage di un radiogiornale da una piana intorno a Reggio Calabria, dove una tendopoli allestita della protezione civile e che dovrebbe contenere un massimo di 250 persone ne contiene, invece, 1000 di più – e tutt'intorno va costruendosi una baraccopoli di lamiera, un 'slum' come quelli che potete osservare nella cintura esterna di Città del Guatemala o a Manila o a Rio de Janeiro.
Segno che la crisi globale ci trasforma e siamo pari a quello che chiamavano orgogliosamente il 'terzo e quarto mondo' e oggi ce l'abbiamo in casa e cresce piano nelle periferie degradate delle nostre città impoverite.

E, da una fonte credibilissima, mi giunge notizia che la 'colpa' di quest'emigrazione disperata degli ultimi della terra, gli africani, è anche di questi nostri immigrati, clandestini e no, che fanno pervenire in patria la notizia 'stiamo tutti bene' ed è vero, invece, il contrario - e vivono in quelle baraccopoli orribili o ammassati nei capannoni dismessi e riempiono le carceri – e si dovrebbe avviare un lavoro di 'controinformazione' nei paesi di origine perché si sappia che il lavoro qui da noi non c'è più ed è preferibile che si potenzino gli aiuti allo sviluppo con progetti mirati e un attento e severissimo controllo del flusso migratorio alle frontiere piuttosto che questa miseria quotidiana dell'alimentare un sentire 'leghista' perché non siamo più da tempo il paese di Bengodi e anche la Caritas è in affanno e mancano i fondi per offrire un'assistenza di minima al popolo dei barconi.

E non si sente più parlare della questione 'migranti' dacché la Lega di lotta e di s-governo si è ritirata in un cantuccio della vita politica con la coda tra le gambe per via degli scandali e delle ruberie dei suoi eletti che la equiparano a tutti gli altri corrotti storici di quasi tutti i partiti che accusava col clamore dell'invettiva storica di 'Roma ladrona' - e oggi Milano e Varese ladrone rubano la prima pagina della corruzione che dilaga e impoverisce vieppiù il vergognoso paese delle prebende folli regalate agli eletti di ogni assemblea regionale e provinciale e comunale con l'aggiunta della 'mignottocrazia' di quando sostenevano berlusconi e il 'casto' formigoni.

Questo è quanto avevamo in animo di sottoporre alla vostra attenzione in questo noioso giorno di festa, cari lettori, arrivederci a domani e grazie dell'attenzione.

martedì 25 dicembre 2012

Del dirsi cristiani in un Natale di guerra

Ci risiamo colla storia sempiterna del Natale. Che torna uguale ogni anno e ogni anno uguali sono le recriminazioni sul Natale che non è quello del bambolino nella cuna - già profeta in grembo della madre e tanto di stella cometa sopra la Capanna nunzia di un Amore universale e redentore erga omnes – bensì un Natale consumistico e dimentico di tutte le belle cose che si facevano in famiglia.

E quest'anno , invece, le statistiche delle vendite di ogni genere di merce saranno al ribasso e, passando per le diverse zone della città a piedi, si notano sempre più numerosi i cartelli 'vendesi' e 'affittasi' fuori dalle vetrine dei negozi – a dire di una crisi che 'pareggia tutte le erbe del prato' ed è come le locomotive d'antan che fermavano sbuffanti in tutti i paesini e nessuno, oggi, che scende dai vagoni perché un gelo immobile paralizza tutto, e non si commercia, non si produce, non si esporta.

E altrettanto gelo e maggiore paralizza la coscienza civica dei molti che paventano da queste elezioni un ritorno alla follia berlusconiana dello spread impazzito e della predicazione anti europea e anti euro e non sappiamo che cosa ci accadrà in quest'altr'anno che viene -orribilis già in partenza per le facili predizioni negative di un barabba che non vuole scomparire dal palco disastrato e dalle assi sconnesse dove saltella ingessato in viso come in un vaudeville di quart'ordine - e battute sempre più avvilenti e meschine e la maschera del bauscia-pensopositivo che gli si sfila dal viso e ne rivela il ghigno malvagio e revanscista.

Eppure abbiamo futuro e un futuro senza più quest'attore tragicomico di quarta fila è possibile e un'altra Italia cova sotto le ceneri dell'impazzimento collettivo di tre lustri di s-governo e avvilimento istituzionale e, 'forse ce la faremo' perché la speranza sempre risorge e ci riscatta e ci dice uomini capaci di cavalcare l'onda negativa della storia e risorgere dalle ceneri – con e senza l'aiuto di leggendari profeti palestinesi che, 2012 anni dopo quei lontanissimi accadimenti, ancora ci dicono 'cristiani'.

domenica 23 dicembre 2012

Del popolo che si vuole sovrano

Aiuto! E' cominciata la campagna elettorale! E tutto il peggio del paese si riversa come un fiume inquinato degli scarichi industriali ricevuti lungo il suo corso in questo rito stanco, stupido, della cosiddetta 'democrazia' - ed è, invece, un solitario destreggiarsi nel seggio elettorale tra liste e candidati improbabili e disinformazione dei soliti 'cretini alle urne'.

E provate voi a piazzare un tavolo all'ingresso di un certo numero di seggi della maggiori città e di qualche paesotto della bassa e del centro e del sud e fare un esamino piccolo-piccolo di educazione civica a chi entra animato delle peggiori intenzioni: di dare, cioè, il suo voto, al solito barabba-imprenditore di ridicole promesse e leggi ad personam che invade i teleschermi - e non si trova un 'giornalista' degno di questo nome o un c.....ne di conduttore che gli faccia finalmente la domanda giusta: 'Con quale nuova e diversa tassa e/o tagli di spesa sociale o sconquasso dei conti dello stato appena rimessi in ordine lei rimpiazzerà l'imu che promette di abolire?'

Già, perché c'è in giro una marea di suonati pronti a dare fiducia al primo cretino che promette mari e monti (oops!) e tutto ciò che è avvenuto un anno fa - lo spread impazzito, la bancarotta dello stato, le istituzioni svilite e il parlamento comprato dai soldi del solito noto (ricordate i denari di Giuda dei sedicenti 'responsabili? gli scilipuoti, i razzo e l'altra fauna orrenda che ci fa vergognare di dirci 'umani' se anche loro lo rivendicano impuniti) – tutto ciò che è avvenuto appena l'altro ieri, tutto dimenticato! e si torna al voto 'di pancia', ai fiati intestinali del peggio del peggio del paese-italia.

Monti, in fondo, era una soluzione. Come i Barbari alle porte di Roma -e l'Impero romano era stanco di espandersi e tenere sotto giogo tutti quei popoli diversi e non c'era all'orizzonte un novello Cesare- come i Barbari di allora, i tecnici di governo erano la 'cosa nuovissima' e sorprendente e capaci di 'fare il lavoro sporco' dei tagli e delle tasse e avevano fatto piazza pulita di tutte le stupide illusioni di essere 'popolo sovrano' solo grazie a quel rito stanco: di infilare una scheda nell'urna – e non sai che fa il tuo concittadino di là, nel seggio accanto, che ghigna di gioia per aver di bel nuovo votato il barabba della confusione politica e dello sconquasso istituzionale allo s-governo del paese.

E chi mi parla di democrazia come panacea di tutti i mali, mi vien voglia di estrarre la mitica pistola e invitarlo 'gentilmente' ad assidersi nella poltrona di un cinema d'essai e gli metterei negli occhi gli stecchini come al protagonista di 'Arancia meccanica' e lo obbligherei a rivedere il film dei nefasti berlusconiani degli ultimi lustri e di Tangentopoli e dei socialisti ambrosiani di Craxi e Pilliteri fino all'urlo finale del suo impazzimento.

Popolo sovrano? Ma chi ha tenuto a battesimo un'espressione così spaventosamente derisoria, maledizione! E tuttora infierisce! malgrado i tre lustri di corrotti e malnati e barabba allo s-governo della Repubblica.

bibliografia essenziale: J.Saramago - Saggio sulla lucidità
K. Kavafis - Aspettando i Barbari

sabato 22 dicembre 2012

Era una soluzione, dopotutto.


Vabbè. Non è venuta. La fine del mondo, intendo. Era una soluzione, dopotutto. Perché, sappiatelo, attizzare una speranza, suscitare un'emozione, illudere di un evento clamoroso e risolutivo è una crudeltà, se, dopo, tutto torna come prima e peggio di prima.

E ci aspettavamo di avere una risposta a tutto l'ambaradan delle nostre vite confuse e caotiche e di sapere dov'era e com'era il Grande Raduno di Giosafatte -con tutta quella gente incredibile riunita che si osserva, stupita di esserci per davvero e risorti dalle antiche tombe e dalla polvere e i vermi.

Contadini dell'anno Mille vestiti dei loro stracci, buffoni e saltimbanchi, monaci e abati sdegnosi e cavalieri e conti e baroni europei mescolati con soldati della dinastia Ming: che paiono quelli delle tombe ipogee della Grande Muraglia messi come spaventapasseri a dissuadere i nemici dall'attaccare - e chissà chi l'ha avuta quell'idea geniale, ché bastava una freccia che scalfisse la pietra e la notizia dei soldati-fantocci messi sugli spalti per sopperire alla carenza sarebbe subito dilagata per tutta la pianura mongolica e 'apriti cielo!' le invasioni.

E pensate alla gente di Pompei, che si scrolla di dosso tutta la cenere e i lapilli e si abbracciano e si salutant, -morituri redivivi di quella po' po' di tragedia- e si chiedono stupiti 'che ci facciamo qui', noi che del Cristianesimo non abbiamo condiviso i miti e i riti – e tu guarda quegli indiani, induisti di vocazione, che non ne vogliono sapere di obbedire ai diktat degli Angeli dell'Apocalisse che ordinano, le spade fiammeggianti in mano: 'Gli Indiani tutti di qua e i Cinesi di là. Ferrara! spostati di là che ci dobbiamo mettere i Cinesi.'

E, a parte 'sta storia di Giosafatte che ci ha sempre lasciato perplessi ogni volta che ce la raccontavano - come quell'altro raduno incredibile degli animali tutti stipati nell'Arca del Diluvio Universale – resta il fatto che alzare gli occhi al cielo stamattina, che doveva essere oscurato dalle polveri di una colossale eruzione o dal botto di un asteroide, ci lascia vuoti dentro perché, in fondo, aveva ragione Majakovski quando scriveva, un filino depresso per via della Rivoluzione Tradita, che: 'In questo mondo non è difficile morire. Vivere è, di gran lunga, più difficile.'

Alla prossima fine del mondo, gente. Tiratevi su le maniche e lavorare. Mi sa che ne avremo ancora per qualche millennio.
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martedì 18 dicembre 2012

Del leccare il piatto in cui si mangia 6

Pare che perfino Venezia crepi di crisi. Negozi vuoti e Natale con i tuoi – nel senso che di soldi per andare in montagna o a Vienna e Parigi e Berlino proprio non ce ne sono e il ceto medio boccheggia svenato dall'Imu che penalizza i coniugi separati al modo del Fieramosca morente (vile, tu uccidi un uomo morto).
E giusto i commercialisti lavorano sodo e campano e ingrassano sulla disgrazia delle tasse da pagare col sovrappiù del loro onorario e dello spauracchio di Equitalia che ci sta alle calcagna e tutti ci minaccia.
Così la 'fine del mondo' dei Maya passa in secondo piano e diventa burletta – se comparata colla presente disgrazia dell'impoverimento generale e della ri-discesa in campo del solito noto e dell'esercito dei cretini che si stiperanno alle urne per affossare l'euro e l'Europa e ci estirpano dal petto l'ultimo fiato mortale: 'Ma che due palle!'

E ieri, una 'ascoltatrice' di eloquio forbito ed estrazione alto borghese - verosimilmente una p.r. dell'entourage del barabba incaricata di rintuzzare ogni pubblica voce avversa al suo padrone di denari – si lamentava del fatto che lo spettacolo squallido mostrato dalla D'Urso in tivù di leccamenti insistiti del piatto in cui mangia fosse definito uno 'show' dal lettore dei giornali.

Uno show di noia mortale e ordinario schifo di reti private al servizio pedissequo del padrone. Dove ormai si recita a soggetto un unico copione di bassa lega che nemmeno la Lega riesce più a far digerire ai suoi supporters e fedeli elettori. Un farsa che si ripete per la sesta volta uguale, uguale, - sberleffi e scene madri recitate a memoria senza neanche provare un nuovo cachinno, un guizzo giullaresco di nuovo conio.
Sipario. Giù il sipario, per carità di patria.

domenica 16 dicembre 2012

I peggiori anni della nostra vita


Fuggono i 'migliori anni della nostra vita', uno dopo l'altro, e il ricordo dei troppi accadimenti di ognuno impallidisce e muore - e solo la post moderna 'biblioteca di Alessandria' di Internet ce ne riporta alla memoria alcuni con la dovuta vivezza e l'importanza che hanno avuto al tempo del loro accadere.

E se facciamo tanto di elencare i principali e darci ragione del perché li abbiamo collocati in quella posizione nella nostra privata classifica, ci rendiamo conto di quanto sia stato relativo l'attribuire un primo e un secondo e un terzo posto - relativo a chi eravamo allora e a quali convincimenti esprimevamo e ci turbavano gli animi.

E avevo quattordici anni, - ascoltavamo le prime radioline portatili a transistor perfino nei luoghi pubblici, ricordo - e, in un vaporetto, la sera, lo 'speaker' di un radiogiornale recitò la notizia dell'assassinio di J. F. Kennedy a Dallas e tutti i presenti mi si fecero dattorno e tutti commentavano affranti l'orrore e lo sdegno e l'ira verso l'assassino – e io mi sentivo morire dentro per quell'uomo assassinato che immaginavamo, santo subito già in vita, come il migliore interprete delle ansie di un 'mondo nuovo'. Un uomo che aveva sconfitto la 'guerra fredda' e bloccava l'istallazione dei missili a Cuba e mandava a dire all'universo mondo: 'Non chiedetevi che cosa ha fatto per voi il vostro paese, bensì che cosa avete fatto voi per il vostro paese'.

E quando hanno eletto Obama, il democratico di origini razziali commiste, il campione di un altro 'mondo nuovo': il mondo 'melting pot' globalizzato, ho fortemente temuto che quegli stessi poteri de 'l'apparato militar-industriale' che fecero uccidere Kennedy, ripetessero il folle gesto dell'assassinio di un presidente. E l'abbiamo scampata bella, invece, e le lacrime di quell'uomo per la strage dei bambini di ieri in una scuola elementare mi confermano che nessun mondo nuovo è all'orizzonte, bensì l'Impero del Male assoluto che tutti ci avvolge come una maledetta ragnatela nel caos degli eventi possibili e nefasti – e nessun Dio provvedente e amorevole ci soccorre che giustifichi quanto avviene e ci indigna e ci spaventa e ci addolora nel corso dei migliori e i peggiori anni della nostra vita.

Buon 2013, cari lettori/elettori, qualsiasi cosa quest'augurio significhi per voi. 
 

martedì 11 dicembre 2012

Il ritorno del Cretino 7 - Vendetta finale

La campagna elettorale partita due giorni fa avrà il merito di fare chiarezza su alcuni tra i principali temi del dibattito sociale e politico.
Che cos'è lo spread lo sanno ormai anche gli asini che residuano sugli altopiani della Basilicata profonda e rischia di diventare il remake di una nota canzone di Capossela.

Dubito che gli italiani che voteranno berlusconi (rigorosamente con la minuscola perché una tale macchietta italica da vecchio film di Sordi non è il caso di degnarlo della maiuscola), dubito fortemente, dicevo, che sappiano quanti milioni di interessi sul debito pubblico siano stati pagati sull'altare di quel maledetto differenziale tra i bund tedeschi e i nostri buoni del tesoro.

Così come dubito fortemente che tutti i suonati italioti -urlanti nei bar o nei salotti delle loro case che chiunque prometta loro di abolire l'imu lo voteranno-, dubito che sappiano come e con quale nuova imposta o cancellazione di spesa sociale (sanità, difesa, scuola, trasferimenti agli enti locali) verrà coperto l'immenso buco di bilancio che si aprirebbe nelle casse dello Stato e dei Comuni.

E purtuttavia questa immensa 'pancia' dell'Italia infame, l'Italia merdosa di sempre, si raccoglierà osannante come un sol uomo dietro il suo campione di promesse mai mantenute - quel Barabba di cento processi prescritti a botte di leggi ad personam o ad aziendam che saltella come un Pippo-cammina-dritto sul palco della rediviva notorietà universale chiocciando le sue ridicole affermazioni populistiche da tre palle un soldo - ricostruzioni oniriche di un Italia nuova senza più spread né euro, ne Europa e capace di rinascita economica prodigiosa.

Non è costui che dovremmo avversare e cancellare dalle nostre agende audio-video dei prossimi due mesi ( e lo faremo perché 'che due palle!!'), bensì il 'ritorno del cretino' alle urne: l'italiota furbo che si frega le mani ed esce dal seggio elettorale cogli occhi lucidi di una sua segreta soddisfazione truffaldina e dice alla moglie o agli di bar e di forum : 'Gliel'abbiamo messo ancora una volta nel c... ai maledetti comunisti delle tasse e dei conti dello Stato in ordine!'.

Prossimamente sugli schermi di tutto il paese: 'Il Ritorno del Cretino7 - La Vendetta finale'. Buona visione.

domenica 9 dicembre 2012

il miserabile teatro degli umani

Succede uguale anche ai figli della buona borghesia. Di impazzire, intendo.
E il teatro è il medesimo: un duetto con un immaginario nemico chiuso all'interno della mente – e guardano davanti a sé come l'avessero al cospetto e le invettive, chissà perché, si arricchiscono -uguale come nei dialoghi rabbiosi dei proletari e sottoproletari allo bando psichico- di parole-schifezze: 'te lo vai a pigliare nel c...', e 'sei un'emerita tr..a', e 'quel grandissimo str..zo del tuo amico'.
Dove le differenze di censo si notano sugli aggettivi forbiti: 'emerita', 'grandissimo', 'pigliare' - e nella dotta prolusione in perfetta lingua italiana e corredo di erre moscia.
E, per una volta, la pazzia 'pareggia tutte le erbe del prato' come la morte - e assume qui poca importanza l'adagio che vuole che il padrone sia tale perché conosce diecimila parole in più del suo operaio.

Venezia è sempre bella, pur nell'umidità fredda che l'attanaglia e mai s'è visto, da decenni, un ponte dell'Immacolata così moscio e deserto di presenze turistiche - e i neri delle borse taroccate se ne stanno infreddoliti e battono i piedi e sembrano i colombi malatticci con le piume arruffate che verranno presto predati dai gabbiani .

Ma oggi osservano con bonomia, e divertìti, il teatro dell'assurdo della giovane donna che recita con bravura il pezzo della sua misteriosa follia e sorridono come fossero dei privilegiati rispetto a quell'indigena 'partita' verso i lidi della follia, chissà come e perché.
Ma, forse, già dopodomani, quello stesso che l'osserva e la commisera tenderà la mano mendico perché escluso, a sua volta, dalla conventicola criminale dei venditori abusivi che hanno fatto cricca e comunella e numero chiuso.

Chi sta in alto e chi sta in basso, scriveva Brecht in molte sue memorabili poesie didattiche.
Già. E mai come in questo momento di crisi globale, che si aggroviglia e non mostra luce in fondo, al tunnel le fredde stelle di novembre 'stanno a guardare' indifferenti il miserabile teatro degli umani.

giovedì 6 dicembre 2012

una faccia, una razza


Dovremmo eleggere lo spread 'uomo dell'anno' e/o 'uomini dell'anno' quegli oscuri 'traders' dei cosi detti 'mercati' che lo mandano su e giù lungo il grafico dell'affidabilità economica e politica (le due cose, lo sapete, sono strettamente connesse) dei diversi paesi dell'Unione Europea.

Perché la serietà di questo paese e la sua affidabilità economica -dopo quindici anni di s-governo berlusconiano e i bubusettete ai vertici del g8, le 'serate eleganti', le 'igieniste dentali' candidate nelle liste elettorali- ci sono state restituite grazie allo spavento di cosa sarebbe successo se lo spread avesse sforato quota 600 – e la Grecia dalle reni sociali spezzate è a un passo da noi, 'una faccia, una razza'.

E tornare alla serietà e all'affidabilità politica ci è costato lacrime e sangue e ancora siamo indignati e incazzati per le cifre dell'imu che andiamo a pagare -una patrimoniale stramaledetta che prosciuga le tredicesime e uccide il ceto medio e deprime l'economia perché i consumi si confermeranno stagnanti anche sotto Natale.

E si è dovuto fermare la democrazia e affidare la gestione del governo ai 'tecnici' -perché quando si tratta di operazioni a cuore aperto ci affidiamo ai migliori chirurghi e li paghiamo profumatamente pur di non morire, ma ecco che il miliardario ridens, il lex luthor dei cento processi prescritti torna saltellante sulla scena a dirci che lui ha la cura omeopatica che serve al paese stremato e risorgeremo e, male che vada, la prossima estate tutti in Grecia, nelle colonie estive, - e al mare si andrà in mutande perché i costumi da bagno costeranno troppo, perfino quelli di produzione 'made in Cina'. Una faccia, una razza.530390_483727781665264_967755508_n.jpg

martedì 4 dicembre 2012

il caro leader a sant'Elena

Chissà che succederà se il governo Monti cadrà per l'opposizione di ciò che resta dell'armata-brancaleone radunata nel partito delle libertà (sic!), tornato con la coda fra le gambe all'ovile del suo padrone di denari.

Perché pare che verrà presentato un decreto-legge che impedirà ai condannati di ogni grado di giudizio di candidarsi al governo del paese - che è cosa sacrosanta e dio sa quanto tardiva e che ci avrebbe risparmiato un gran bel po' di ondate fracassone della presente ondata di antipolitica e sconquasso istituzionale e sociale e 'politico' (si può dire 'politico', nel senso nobile della 'polis', quello che osserviamo in questo paese di infami?).

E ci piacerebbe poter predire che, se il pdl e il suo padrone decidessero per la crisi di governo al fine di ostacolare l'approvazione di quel decreto-legge, gli italiani, tutti, come un sol uomo! insorgerebbero sdegnati e punirebbero quei malnati con uno zero-virgola di voti al partito dei residuati bellici, ma non ne siamo affatto sicuri.
Perché c'è ancora, nascosta nelle giungle mefitiche del paese, una sacca di irriducibili e rancorosi, un reggimento di 'giapponesi', riuniti nel club 'menomalechesilvioc'èstato', che si dicono pronti a ri-votare quella schiera di personaggi ridicoli che ancora si fregiano di appartenere a una sedicente 'area liberal' e sono, invece, nostalgici di 'quando c'era Lui, caro lei' - e Lui è il Barabba notorio, lo sfascia-carrozze di sempre, il condannato Silvio Berlusconi che ha fatto lo slalom fra cento processi, mandandone in prescrizione novantanove grazie alle leggi ad personam e ai suoi 'cavalli di Caligola' piazzati in parlamento, ma inciampando sul centesimo - e oggi teme per le sue aziende e per i dorati 'domiciliari' che potrebbero essergli imposti nella villa di Arcore o a villa Certosa, beato lui, il caro Leader inaffondabile e vitale, il Napoleone che non vuol saperne di prendere meritata residenza definitiva a Sant'Elena.

lunedì 3 dicembre 2012

Il futuro alle spalle

La competizione elettorale tra Bersani e Renzi non mi ha appassionato, come sapete. E ha premiato chi, in cuor mio, più meritava dell'avvilente quadro della politica nazionale perché il 'nuovo che avanza' è più vecchio del vecchio che intendeva 'rottamare'. Rottamare, già.

A sentire questi giovani rampanti che aggrediscono il futuro con gli slogans più triti e la baldanzosità degli apprendisti-stregoni rotti a tutte le più magiche ampolle fumanti il futuro è governabile e ancora contiene le 'magnifiche sorti e progressive' che illusero gli avi ottocenteschi, dopo l'invenzione dell'elettricità e i primi lampioni sulle strade e quella del telegrafo che varcava d'impeto gli oceani e precorreva la disgrazia massima dei 'telefonini' e della chiacchiera universale che asfissia il nostro postmoderno quotidiano. Viva l'Ottocento dei lampioni a gas e delle carrozze tirate dai cavalli e le crinoline delle signore e le missive inviate col corriere a cavallo.

Il futuro, invece, è denso di insidie e di domande ansiose. 'Avremo mai una 'pensione'?', si chiedono in coro i sedicenti 'giovani'. La pensione, già. Quella mitica elargizione statale che riempie le tasche dei vecchi parassiti dello stramaledetto 'stato assistenziale'. Ma ha sorretto, invece, le fasce basse della popolazione giovanile dei contratti a chiamata o 'a progetto' perché integrava il poco reddito percepito dai 'bamboccioni' e consentiva loro il magno gaudio del pacchetto di sigarette e la movida alcoolica notturna dei caciarosi rompiballe. Così, giusto per ripagarli di uguale linguaggio denso di quella acredine che li spinge a 'rottamare' tutto il preteso 'vecchio' con le 'chiacchiere da bar' o da movida del caxxo.

E niente mi toglie dalla testa che il Renzi si sia mosso da quelle premesse prepolitiche e 'di pancia' giovanile (che soffre di uguali fiati intestinali di quella degli avi) per offrire le facili promesse del suo 'programma di governo'. E, credete a me, meglio fidarsi di colui che non ama pettinare le bambole e vuole togliere le occhiaie ai panda, perché 'gallina vecchia fa buon brodo', si diceva un tempo. E il futuro è sempre alle spalle.

venerdì 30 novembre 2012

Chi non porcona con me peste lo incolga

Non avevo alcun interesse per il dibattito Renzi-Bersani, chissà perché. Nè sono andato a votare o voterò al ballottaggio. Forse perchè il mio voto non sposta di un pelo il risultato finale e mi conferma l'estrema solitudine dell'elettore ridotto a un numero di nessun peso preso per sé – e le cose della politica vanno per loro conto e solo chi progetta la grandi imprese della finta democrazia e percorre la penisola coi bus elettorali e fa i comizi ha qualche chance di mettere a frutto un risultato.
Democrazia finta perché non basta un 'election day' a fare di noi un 'popolo sovrano' e 'passata la festa, gabbato lu santu' e, il giorno dopo, torniamo a porconare sugli aumenti delle bollette e sulla perdita di altri posti di lavoro, chiunque sia al governo.

Così, il Renzi, circondato da uno staff di valenti collaboratori e sostenuto economicamente da uno stuolo di finanziatori, compreso quello che ama le isole Cayman, male che gli vada si è guadagnato un posto da ministro nel prossimo governo e ha un futuro sulla scena nazionale del prossimo quinquennio, ma io continuo a vederla nera per lavoratori e pensionati - e domani pagherò l'Imu maledetta e continuo a risparmiare le poche lire che mi consente la mia pensione dimezzata dall'inflazione e dalle tasse x il fatidico 'mal di notte' - che se taglieranno anche la Sanità poco mi curerò lo stesso e tanto vale lasciarsi morire come fanno i contadini indiani affetti da povertà cronica e che credono che gli dei impongono il loro misterioso volere sugli umani di passaggio.

Così vanno le cose sul pianeta Terra, maledizione! E chi non porcona con me peste lo incolga.

mercoledì 28 novembre 2012

I quieti animali dell'Arca

E' invalso, nei media di stampa e in televisione e su internet, l'uso di terminologie fantasiose e guerresche e che rimandano alla mitologia, ricca di figure forti e spaventevoli e terrorizzanti.

Oggi è il turno di 'Medusa', la testa piena di serpenti, per dire di un 'ciclone invernale' che è in verità una normale pioggia autunnale con correlati fenomeni alluvionali che 'mettono in ginocchio' il paese. La cosa si ripete da gran tempo, ormai, e ci siamo abituati agli sgretolamenti degli edifici storici e alle frane e alla rituale proclamazione dello stato di calamità naturale che, in tempi di crisi, trova sempre meno udienza in alto loco.

Ma la sacca mitologica piena di figure forti e orrorifiche non è così capiente da consentirne un uso smodato e quotidiano e, dopo la rievocazione della sacca di Eolo coi venti di ogni direzione in contemporanea, catastrofica uscita, davvero non riusciamo a immaginare quale altro mito potranno proporci i meteorologi, pur valenti nell'indicarci gli strato-cumuli e i cumulo-nembi incombenti da qui alla prossima settimana.

E, quando tornerà la bonaccia primaverile, mi chiedo se tornerà Medusa a parti invertite: di coloro che, avendola mirata in viso, vennero pietrificati. O, col solleone d'agosto, l'evocazione del fuoco che distrusse Sodoma e Gomorra. Oppure l'Arca di Noè che galleggia sul diluvio universale piena di quieti animali sfamati chissà come per giorni e giorni.

Ma, forse, quest'ultima figurazione se la tengono in serbo per il 21/12/2012, data fatale delle profezie dei Maya.

San Vittore, luogo di martirio

Può essere che 14 mesi di domiciliari nella casa della sua compagna, l'inenarrabile Santanchè , saranno peggio che a san Vittore e forse è per questo che l'ineffabile Sallusti, - notoria penna sciacallesca e diffamatoria di questo paese di berlusconiani incalliti e diabolici nel loro perseverare, ad onta di tutte le nefandezze,- sbraita che lui non farà alcun passo indietro, non smetterà di dirigere il suo sedicente 'Giornale' e sfiderà i suoi giudici dal dorato esilio dei 'domiciliari'.

E non dovremmo mai dimenticare che cosa è stata, in questi anni di infamia nazionale massima, l'azione di canagliesco dileggio e cattiva informazione e avvilente 'servizio al padrone', la pretesa 'libertà di opinione' di quel tal Sallusti - finalmente incappato nella perversa rete di una legge fortemente voluta dal centrodestra per zittire gli oppositori di quell'altra stampa, quella veramente libera, e che è scampata per un puro caso al massacro della contro-legge, una toppa peggiore del buco, che è stata denominata la 'salva-sallusti'.

Sallusti a San Vittore! Giusto per dirlo 'santo subito' e martire ridicolo del cattivo servizio che ha reso al suo padrone di denari in disarmo.

domenica 25 novembre 2012

Fermare la legge-bavaglio degli infami

« Da tutti i siti potranno essere cancellati, a semplice richiesta del presunto diffamato, senza cioè sentenza, articoli e dati personali.
Non ditemi che esagero: è come Fahrenheit. Anziché bruciare i libri cancellano le parole, è una forma sofisticata di rogo di scrittura, e anche di memoria, di storia, sono buchi negli archivi. Immaginate che anziché in un archivio di Internet entrassero in un'emeroteca per bruciare i microfilm. »
(Francesco MerloFermiamo la legge bavaglioLa Repubblica, 24 ottobre 2012.)

sabato 24 novembre 2012

plaisir et chagrin d'amour

'Bisogna che facciamo passare il tempo!' dice una voce rabbiosa che le mie orecchie registrano, nel corso della mia 'ora d'aria' quotidiana. Non mi sono voltato a guardare chi l'aveva pronunciata, bensì ho immaginato chi fosse quella tale, che intendeva distendere il suo impero personale sul Tempo, nientemeno. Forse una 'badante', stanca di dar 'bada' alla vecchia signora che le era data in sorte e le 'prendeva la vita'; forse una madre stizzita delle assidue cure che esigeva suo figlio capriccioso.

Ma il Tempo non si lascia intimidire dai nostri vani propositi di imporci su di lui.
'Tempus fugite', già segnalavano i Latini, – e lo specchio, ogni mattina ce ne rimanda la dolorosa conferma.

E diciamo 'tempo al tempo' per rassicurarci sul fatto che qualcosa di buono e di auspicato avverrà che ci consoli di un misfatto, che realizzi un sogno e un progetto - o che il cadavere del nemico nostro mortale finalmente scorrerà gonfio e livido sulla superficie del fiume, sulle cui rive ci accovacciamo pazienti.

E non possiamo opporre nulla all'evidenza che 'mala tempora currunt', se i cari concittadini ci eleggono un Barabba notorio allo s-governo della repubblica e tutto finisce a puttane e a 'feste eleganti' - e la reputazione patria pure, collo spread sparato a razzo verso l'alto e un governo 'dei tecnici' chiamati al capezzale a incidere il bubbone mortale.

E c'è quel tale, che ci canta con tono triste: 'bisogna pur passare il tempo' e, in predicato, è l'amore che mai ci basta e poco ci racconsola perché anche l'amore di noi mortali sempre si ossida e muta aspetto - e sempre ci sentiamo inadeguati a quel canto alto che ci illude per un breve attimo e ci lascia, poi, svuotati per un tempo infinito.

'Plaisir d'amour ne dure qu'un moment. Chagrin d'amour dure toute la vie.' Hèlas!

I vampiri della Storia

Grande dibattito alla radio su 'fascismo e antifascismo' - girone infernale italico in cui bruciano le anime dei morti ammazzati e si incistano le miserabili nostalgie di una ideologia infelicissima che ha segnato la prima metà del secolo scorso e si è conclusa con una guerra mondiale e milioni di morti.

E basterebbe il dato storico delle guerre (la ferocissima guerra civile di Spagna in primis) a seppellire per sempre in una fossa profondissima -e la bara blindata come per i vampiri- quegli eventi lontani e l'ideologia che li ha acclamati e voluti e vi è perita con infamia massima - al punto che, se viaggiate in Germania e fate tanto di rievocare anche marginalmente gli anni del nazionalsocialismo, i presenti e vivi eredi di quegli avi combattenti – S.S e camicie brune e soldati del Reich 'usi obbedir tacendo' - non vi guarderanno in faccia e cambieranno discorso perché è ferrea norma di buon galateo civico dimenticare e non sollevare nemmeno il lembo della pesantissima coltre di oblio stesa su quei decenni di infamia.

E da noi, invece, è tutto un fiorire di dibattiti e di nostalgie pubbliche e saluti romani e gite  a Predappio e disquisizioni se 'quelli di casa Pound' sono o non sono fascisti di riporto, nostalgici o che altro - e se le loro 'iniziative culturali' siano lecite e condivisibili o se si debba, invece, impedir loro di parlare.

E davvero non so dire che cosa sia meglio fare relativamente alla memoria storica di quelle catastrofi degli avi che infestano le idee di buona convivenza futura: se 'non dimenticare' e organizzare dibattiti forti sull'Olocausto nelle scuole o chiudere bene la bara con grossi dadi e rinforzi di ferro all'esterno per tema che quegli infelicissimi 'morti viventi' ci azzannino alla giugulare, la notte, coi lunghi denti da vampiro.

venerdì 23 novembre 2012

Se facebook istiga al suicidio

E' una 'normale' notizia di omofobia con tragedia correlata quella del ragazzo romano 'dai pantaloni rosa' che si è tolto la vita perché non sopportava più il dileggio che gli veniva dai compagni su una pagina di facebook.
E ce ne viene la polemica giornalistica de 'è vietato vietare' - notissimo slogan che ha aperto, or sono decenni fa, la stagione di 'una grande confusione sotto al cielo' e si proietta nei tempi futuri di pericolose libertà assolute e di 'facciamo un po' il caxxo che ci pare' affermato con arroganza e per ogni dove dell'Occidente in disarmo, ma non nei paesi islamici o nelle famiglie islamiche immigrate che tagliano l'orecchio al ragazzino che non si reca in moschea per l'omaggio dovuto ad Allah.

E ci tocca considerare che cosa sia meglio e cosa si possa ragionevolmente fare per evitare che altri ragazzi si impicchino a causa del mobbing via facebook - e come i genitori e gli educatori a scuola siano disarmati di fronte al dilagare delle moderne tecnologie che ci mostrano tutto il bello e il brutto dell'universo mondo fin dentro le nostre case e le stanze degli adolescenti difficili.

E a me, che da lungo tempo partecipo a un forum di discussioni sull'attualità e la politica e la società, vengono in mente i primi tempi di un 'confronto' tra 'forumers' che si svolgeva senza la rete di protezione di un'efficace e puntuale moderazione capace di frenare gli impulsi combattenti di certi strani figuri che insultavano e beffeggiavano e si prendevano gioco degli oppositori politici in pubblico forum - e i loro scritti si meritavano l'uguale attenzione che mostrava il popolo romano nel Colosseo quando combattevano i più noti gladiatori e si infliggevano orribili ferite e si davano morte pubblica dopo il pollice verso dell'imperatore.

Chissà che fine ha fatto una tale che si firmava Aldebaran -stella gelida di un firmamento virtuale che scriveva intingendo la penna nel vetriolo ed esibiva arcaismi a profusione e passava per essere coltissima e i suoi supporters si spellavano le mani e la acclamavano per puro spirito partigiano e le fazioni scommettevano su chi avrebbe vinto nel feroce combattimento tra galli dai lunghi speroni assassini.
E mi sovviene di quell'altro -quel tale che adorava Indro Montanelli e ne aveva adottato l'acronimo e la cosa più gentile quando mi nominava era 'Chiarafede delle mie beole' e sembrava Clint Eastwood nel finale dei films tipo 'Mezzogiorno di fuoco' - e anche lì il popolo dei forum 'stava a guardare' come le stelle di un noto libro e tanto più s'appassionava quanti più fantasiosi insulti quel tale partoriva nel chiuso delle sue asfittiche stanze - e finalmente mi decisi di munirmi di artiglio e presi a 'rispondere per le rime', a tal punto che oggi passo per essere un temibile gladiatore virtuale – io che porgo cento e più guance perché tutti possano esprimere liberamente le loro opinioni.

Opinioni, non sbeffeggiamenti e insulti gratuiti e impuniti. E qui torniamo al caso pietoso del ragazzino romano 'dai pantaloni rosa' e al suo rifiuto della vita per l'atroce sbeffeggiamento a cui era sottoposto da tempo.
Che tempi del caxxo sono questi che viviamo, se una pagina ribalda di facebook e il bullismo dei compagni di scuola può infierire impunito e dare morte a degli adolescenti fragili e insicuri.

giovedì 22 novembre 2012

L'invincibile armata torna a casa


La politica 'prende', afferma il presente lettore di quotidiani di 'Primapagina' su radiotre.
Ma cosa 'prende' esattamente, la politica?
'Mi prendi l'anima.', dice mia sorella a sua madre e, ben conoscendo la comune genitrice, la cosa mi è chiara.
Ma, davvero, fatico a pensare che la presente politica italica 'prenda' qualcosa di alto e sublime come l'anima delle persone o anche solo un breve tratto dei loro pensieri quotidiani prima di andare al lavoro o al bar a fare colazione.

Ve ne potrebbe importare 'de meno' della notizia che gli ex 'Responsabili' -quel gruppo di infami (che non lasciano fama, n.d.r.) transfughi di diversi partiti che consentirono allo s-governo di berlusconi di 'tirare a campare', prima di 'tirare le cuoia' a causa dello spread impazzito e Roma e Atene 'una faccia, una razza'- gli ex 'responsabili', dicevo, si siano costituiti in un nuovo gruppo fuori dell'area pdl e meditino di 'fare politica' anche nel prossimo futuro?

Ecco, è proprio questo che mi scombussola. Che cosa può 'prendere' nelle persone garbate e assennate un tal genere di 'notizie'? E/o queste altre: che decine di candidati alle primarie del pdl ('che non 's'han da fare', berlusconi dixit) crescano come funghi in autunno e si disputino quel residuo 12 per cento che i sondaggi attribuiscono a quella che fu la 'invincibile armata' dei sedicenti 'moderati' della strampalata politica italica di solo un anno fa?

martedì 20 novembre 2012

Il barbone che ha bruciato due volte

C'è del metodo in quella sua follia. Marino gira con una 72 ore poggiata su un carrelletto - in tutto e per simile a un turista di passaggio e ha l'aria svagata di chi cerca il nome della calle giusta che lo porta al suo b&b.
Di curioso c'è che si ferma ad ogni cestino dei rifiuti e lo ispeziona meticolosamente con una sua eleganza e metodo e rispettoso della pulizia, perché ripone ciò che gli serve nella valigetta e lascia tutto in ordine e si avvia verso casa, - la sua casa all'aperto nel portico che occupa da decenni e nessuno dei residenti nel campiello fa più caso alla sua presenza o, forse si sono stancati di protestare e scrivere gli esposti alla polizia municipale, tanto chi mai ha ricevuto risposta e quali controlli mai sono seguiti a quegli inutili atti amministrativi?
Marino è un barbone-modello, un amore di barbone. Hanno cercato di bruciarlo vivo, ma ha deciso di non muoversi da quel suo luogo di pena ed è parte del paesaggio veneziano - che oggi pullula di mendicanti di ogni risma e varia provenienza, i 'barbanera' balcanici che sostano ai piedi del ponte di Calatrava e i neri, buoni ultimi, esclusi dal commercio delle borse taroccate dalla conventicola che ne guida le sorti e assegna i ruoli e i luoghi dove esercitarlo. E l'amministrazione cittadina, buonista, tollera e tira a campare perché Venezia è una città di tolleranze estreme dove il massimo di concentrazione umana e canina si sposa col massimo della libertà di 'fare i c.... propri' e solo quando la protesta va al diapason entrano in azione le pattuglie e si gioca a 'guardie e ladri' lungo le rive e i neri in fuga mandano in ospedale i malcapitati che non riescono a spostarsi per tempo.

Ed è encomiabile il comportamento della gente che abita nel campiello dove 'abita' Marino perché tollerano i suoi scoppi di voce e le invettive rabbiose quando, in preda ai suoi demoni e fantasmi, dà vita a una sacra rappresentazione della sua follia e improvvisa i duetti e i duelli colle due anime che in lui si contendono il possesso della mente e dei pensieri.

E, la mattina, pacificato dal sonno, piega i suoi cartoni e i vestiti e li organizza nelle borse e nelle valigie e va a lavarsi alla fontana che sta dietro all'edicola in campo san Tomà e ricomincia le sue ispezioni ordinate e metodiche, allargando il suo campo d'azione secondo la generosità di chi riempie i cestini dei rifiuti. E conosce gli orari degli svuotamenti e li anticipa senza mai lasciar cadere una cartaccia o una lattina.

E se provate a incrociare il suo sguardo non vi riuscirà. Lui è altrove, si guarda attorno, cerca sempre qualcosa, forse ha in mente qualcuno, quel qualcuno che ha piagato la sua anima, si dice, barbone per amore, un amore di barbone che ha bruciato due volte.

il copione e i denari di Sancho Panza

Intendiamoci: il copione era scritto da tempo e conosciuto dagli attori e dai futuri spettatori e tuttavia suscita una certa sorpresa rileggerlo a sipario calato con un nuovo colpo di scena.

Non è una commedia brillante – ben poco brilla e mette allegria in questo spettacolo di cotillons e serate eleganti e olgettine pagate regolarmente (e profumatamente) come le 'quindicine' che si davano il cambio nei 'casini' qualche decennio fa.

A sipario calato, rileggere quel copione mette tristezza e avvilimento e anche gli attori sono pescati nelle retrovie del ridicolo quotidiano come quel tale che si è fatto beccare perché indossava le scarpe del Milan al momento del ricatto - che ancora non sappiamo se è andato a buon fine e come sia facile estorcere denaro a un personaggio avvilente detto 'il Satrapo' o 'il Satiro', che il denaro accumulato non intende portarselo nella tomba, bensì riempirne i solchi vitali che ha arato con gioia gaglioffa, questo bisogna riconoscerglielo.

E tentare il colpaccio con un documento che ripesca il vecchio 'lodo Mondadori' sembra impresa da avvocati rotti ad ogni laboriosa ricerca d'archivio e invece, a leggere le cronache, avremmo potuto farlo anche noi, lettori distratti e finalmente annoiati dalle vicende boccacesche di questo postmoderno Don Quijote da Arcore - che ha sfidato l'intero paese e ne ha convinto una buona metà che fosse una buona idea andare lancia in resta contro tutto e tutte le istituzioni della Repubblica, la magistratura in primis, e adesso gira, gambe all'aria, alto levato sulle pale dei suoi tragici mulini a vento -e, da sotto, il fido Ghedini-Sancho Panza conta i denari che si porterà a casa a fine servizio.

domenica 18 novembre 2012

la ratio impossibile del pianeta Terra


Il tono del narratore è sul limite di una commozione. Legge i reportages da Gaza, Palestina, e chi ascolta si raffigura una bolgia di gente impazzita che corre, urla, piange, si spinge, e gli ospedali pieni di feriti e il filo da sutura che manca e sangue di uomini e donne e bambini morti e feriti.
I bambini, già. Gli innocenti, li dicono. Gli incolpevoli. Che succhiano il latte delle madri che odiano gli israeliani. E i padri tornano a casa, la sera, e i dialoghi serali sono intessuti di quell'odio che fa partire i razzi di Hamas verso le città israeliane e ne conseguono le reazioni: gli omicidi mirati, le bombe, forse l'occupazione militare.
Non se ne esce da questa bolgia se non con l'odio delle generazioni nuove, una dopo l'altra, verso l'altro: l'oppressore, il nemico israeliano. Che ha molti torti e cattive ragioni e la principale è di esserci, di aver creato una nazione ricca e un esercito di invincibili in terra di Palestina, la terra dei Padri.
E i bambini di Gaza di oggi si faranno presto ragazzi e lanceranno a loro volta le pietre e si nutriranno di altro odio che li infutura - e i loro bambini saranno, a loro volta, innocenti feriti portati al pronto soccorso e che moriranno per altre bombe.
E Gaza è una bomba demografica che inquieta i sonni degli israeliani e li riempie di incubi.C_2_fotogallery_1014898__ImageGallery__imageGalleryItem_2_image.jpg

E figuratevi Calcutta e immaginate che vita vi si faccia, se siete poveri e cercate lavoro e cibo - e che senso hanno le vite degli uomini e delle donne in quelle contrade, in quei paesaggi umani degradati e perché si ostinino i profughi ad intasare vieppiù strade e case che già scoppiano e rigurgitano - e ne consegue che il disagio di viverci, la povertà che vi alligna come un virus resistente a tutti gli antibiotici, genera altro odio e maggiore - e mi sorprendo che non ci raccontino le cronache e i reportages di migliaia di quei poveri che emigrano verso altre terre a 'fare fortuna', come hanno fatto i nostri emigrati storici, come fanno tutti gli emigranti dei luoghi dove il lavoro non c'è e la vita è un inferno di povertà e fame e odio come panacea.

E il narratore alla radio prosegue imperterrito la sua narrazione di un inferno in terra, di una vera e propria bolgia infernale e pretende di trasmetterci la sua commozione per quei bambini che sanguinano e muoiono incolpevoli, innocenti, ma io penso, invece, a come si possano chiudere tutti gli inferni in terra, le Gaze e le Calcutte e tutti i maledetti slums del mondo; penso a un piano Marshall di aiuti internazionali che ipotizzi una rinascita civile di quei luoghi di infamia finalmente in pace e densi di popolazioni miste arabe e israeliane insieme.
Penso a incentivi ai paesi dell'area medio-orientale, L'Egitto, la Siria (una volta pacificata), la Giordania, che si diranno pronte a ricevere le popolazioni palestinesi eccedenti che crescono a ritmi impazziti da conigli - e non si capisce come madre natura sia così folle di suo da dare fecondità massima alle donne di popoli famelici e che si accalcano dentro una città orribile a vedersi ed abitarsi come a voler farla scoppiare.
Non c'è una ratio possibile sul pianeta Terra, maledizione! che si sostituisca alla vana commozione dei reportages che narrano di bambini morti e feriti e gli ospedali senza più filo da sutura?

sabato 17 novembre 2012

le cose tonte e gli assegni familiari

Internet ha battuto di gran lunga la mitica 'biblioteca di Alessandria' in cui era conservato tutto lo scibile dell'epoca che il fuoco si portò – e dobbiamo ringraziare i valenti cultori della memoria e i monaci delle abbazie benedettine se qualcosa di quei tempi lontanissimi e di quello scibile si è tramandato ai posteri.

E in Internet si trova davvero di tutto: dai libri di ogni genere e di diversa bellezza e valore privi del loro supporto cartaceo e perciò capaci di sfidare ogni incendio e distruzioni di guerra, alle enciclopedie in progress - per finire colle biografie dei presenti e vivi e con quel cicaleccio delle chat e dei forum che una albergatrice di Lima-Perù definiva, seccata, ' las cosas tontas', perchè le intasavano le linee allora lentissime e non poteva lavorare colle prenotazioni e le disdette.

Però anche 'las cosas tontas' hanno una loro giustificazione - dal momento che tante diverse persone vi partecipano e si dilettano e trescano e si insultano sanguinosamente perché, come si diceva ai tempi miei, 'il mondo è bello perché è vario' e quel che non piace basta distogliere gli occhi e girarsi dall'altra parte, tanto, prima o poi, una guerra scoppierà e/o una catastrofe ambientale accadrà e ci accorgeremo che è vero quel che scriveva Camus ne 'La Peste' : 'ecco (….) quel che si apprende nel corso dei flagelli: che ci sono più cose da ammirare, nelle persone, di cose da disprezzare.'

E abbondano, in Rete, nei blogs e nei profili facebook, le citazioni dai libri di autori più o meno famosi e/o giornalisti: frasette brevi brevi che ricordano tanto le cartine interne dei baci Perugina: apostrofi rosa messi tra le parole 'ti amo' che, estrapolati dal loro contesto, ci fanno la figura di Comandamenti dell'Antico Testamento e/o oracoli delle sacerdotesse di Delfi e mi fanno una rabbia, ma una rabbia! Perché io, di citazioni così perfette e di apparente valore universale, non ne so pensare e scrivere neanche una, mannaggia, mannaggia! e solo mi sovvengono quegli adagi sui diavoli e i coperchi delle pentole e sulle gatte che tanto vanno al lardo fino a perdersi lo zampino che nessuno cura più – ma si dimostrano vere e cogenti al lume della cose della politica e delle satrapie italiche al loro tramonto: vedi il caso di quel berlusconi che sembra la maschera di Lex Luthor da vecchio, che tanto è andato al lardo delle sue 'feste eleganti' e dovrà spendere un capitale in avvocati e assegni familiari alle olgettine e alla consorte incazzata come una biscia a cui hanno calpestato la coda.