Era un atto dovuto e molto atteso, è ben vero, e non dovremmo aggiungere altro a quanto è avvenuto ieri pomeriggio al Senato della Repubblica. L'applicazione di una legge che castiga i corrotti e i condannati in terzo grado di giudizio e li dice disonorati e disonorevoli e non più candidabili per anni sei è cosa normale in una democrazia degna di questo nome; ma lo siamo, noi, cittadini italiani, una democrazia degna di questo nome?
Ascoltare e vedere e leggere le spaventose idiozie intorno alla decadenza del cialtrone di s-governo che ci hanno mostrato i telegiornali e abbiamo visto in Internet ci fa interrogare una volta di più su cosa sia lecito tollerare in un paese democratico e cosa no.
E' lecito lasciar eleggere al Parlamento della Repubblica, e regalargli una malata immunità per oltre un ventennio, un barabba notorio, un lex luthor da fumetto – già all'epoca della sua prima elezione indagato e sotto processo per una varietà di reati finanziari e di corruzione di giudici?
E' vera democrazia consentire a una persona che ha una mole antonelliana di conflitti di interesse la gestione ad uso privato della 'cosa pubblica' e l'ingaggiare una lotta a coltello contro i giudici e la giustizia che lo indagano e calpestare le istituzioni di garanzia e additarle al pubblico ludibrio e farsi le leggi ad personam e ad aziendam?
E' una riflessione sulla democrazia - limiti, diritti e doveri, pesi e contrappesi - quella che è stata sollevata ieri nella votazione che ha espulso dal Senato il peggior figuro politico che ci abbiano rifilato con destrezza i 'moderati' di questo paese in oltre cinquant'anni di infamia pubblica e privata.
E 'speriamo che ce la caviamo' nel prosieguo di questa malandata legislatura e che il governo 'faccia le cose' giuste, come dice il Renzi, e non consenta al barabba ferito a morte di riprendersi dalla gran botta e tornare a caimaneggiare da par suo con slogan eversivi e manifestazioni sediziose - come quella che le cornacchie berlusconiane avrebbero voluto fare sotto al Quirinale per rimproverare la mancata concessione di una 'grazia' motu proprio da parte di re giorgio.
Tutto, in questa storia di vent'anni di infamia berlusconiana, è fuori misura e fuori proposito e ridicoli slogans suggestivi e oscenità: il cartello che mostra il 'prigioniero politico' berlusconi in mano alle Br, le 'donne in nero' in gramaglie al Senato - ieri allegre ospiti delle 'serate eleganti' del satrapo infoiato, oggi incredibili senatrici finto-sdegnate che pronunciano parole più grandi del loro cervelletto, incapaci di capire la differenza tra un 'lettone di putin' e una 'nipotina di mubarak' e la dignità dell'essere 'servitori dello stato' e gestori della 'cosa pubblica'.
E tornano a mente le folli idiozie che hanno pronunciato in oltre vent'anni di vergognosa e infamante soap opera berlusconiana i suoi troppi elettori e i ridicoli supporters de 'l'esercito di silvio': 'Quello che Lui fa in privato non è cosa che riguardi il giudizio pubblico.' E parlavano delle famigerate 'serate eleganti' e di 'bunga bunga' che facevano sbellicare i lettori dei maggiori quotidiani nazionali di tutto il mondo e delle 'nipotine di mubarak' e delle 'igieniste dentali' elette al consiglio regionale per gli speciali meriti e le gratitudini acquisite sul 'lettone'.
Non dovremmo poter ritirare solo il passaporto al condannato berlusconi, bensì anche il certificato elettorale ai suoi pervicaci elettori mai pentiti. Gente diabolica e di pensieri perversi per proprietà transitiva – se è vero che 'errare
humanum est, perseverare autem diabolicum'.
Ascoltare e vedere e leggere le spaventose idiozie intorno alla decadenza del cialtrone di s-governo che ci hanno mostrato i telegiornali e abbiamo visto in Internet ci fa interrogare una volta di più su cosa sia lecito tollerare in un paese democratico e cosa no.
E' lecito lasciar eleggere al Parlamento della Repubblica, e regalargli una malata immunità per oltre un ventennio, un barabba notorio, un lex luthor da fumetto – già all'epoca della sua prima elezione indagato e sotto processo per una varietà di reati finanziari e di corruzione di giudici?
E' vera democrazia consentire a una persona che ha una mole antonelliana di conflitti di interesse la gestione ad uso privato della 'cosa pubblica' e l'ingaggiare una lotta a coltello contro i giudici e la giustizia che lo indagano e calpestare le istituzioni di garanzia e additarle al pubblico ludibrio e farsi le leggi ad personam e ad aziendam?
E' una riflessione sulla democrazia - limiti, diritti e doveri, pesi e contrappesi - quella che è stata sollevata ieri nella votazione che ha espulso dal Senato il peggior figuro politico che ci abbiano rifilato con destrezza i 'moderati' di questo paese in oltre cinquant'anni di infamia pubblica e privata.
E 'speriamo che ce la caviamo' nel prosieguo di questa malandata legislatura e che il governo 'faccia le cose' giuste, come dice il Renzi, e non consenta al barabba ferito a morte di riprendersi dalla gran botta e tornare a caimaneggiare da par suo con slogan eversivi e manifestazioni sediziose - come quella che le cornacchie berlusconiane avrebbero voluto fare sotto al Quirinale per rimproverare la mancata concessione di una 'grazia' motu proprio da parte di re giorgio.
Tutto, in questa storia di vent'anni di infamia berlusconiana, è fuori misura e fuori proposito e ridicoli slogans suggestivi e oscenità: il cartello che mostra il 'prigioniero politico' berlusconi in mano alle Br, le 'donne in nero' in gramaglie al Senato - ieri allegre ospiti delle 'serate eleganti' del satrapo infoiato, oggi incredibili senatrici finto-sdegnate che pronunciano parole più grandi del loro cervelletto, incapaci di capire la differenza tra un 'lettone di putin' e una 'nipotina di mubarak' e la dignità dell'essere 'servitori dello stato' e gestori della 'cosa pubblica'.
E tornano a mente le folli idiozie che hanno pronunciato in oltre vent'anni di vergognosa e infamante soap opera berlusconiana i suoi troppi elettori e i ridicoli supporters de 'l'esercito di silvio': 'Quello che Lui fa in privato non è cosa che riguardi il giudizio pubblico.' E parlavano delle famigerate 'serate eleganti' e di 'bunga bunga' che facevano sbellicare i lettori dei maggiori quotidiani nazionali di tutto il mondo e delle 'nipotine di mubarak' e delle 'igieniste dentali' elette al consiglio regionale per gli speciali meriti e le gratitudini acquisite sul 'lettone'.
Non dovremmo poter ritirare solo il passaporto al condannato berlusconi, bensì anche il certificato elettorale ai suoi pervicaci elettori mai pentiti. Gente diabolica e di pensieri perversi per proprietà transitiva – se è vero che 'errare
humanum est, perseverare autem diabolicum'.