sabato 29 febbraio 2020

Quel peggio che mai non muore



Catastrofi ed altre catastrofi
E in tempi di troppi contagiati e troppi virus assassini vaganti e di economie allo stremo e scarsissima trippa a disposizione per i gatti indigeni impauriti della vicina miseria, - figurarsi se ne avanza per gli ospiti raminghi - non sarebbe male chiedersi se ce la faremo a sostenere la catastrofe umanitaria che si annuncia sui confini di Europa: della Turchia di Erdogan, il satrapo crudele, che allenta la stretta sui 'migranti' siriani e iracheni e afgani ammassati sui campi al confine e usa di questo esercito di straccioni di riserva per condizionare le scelte della Nato e di una Europa che non sa più a che santo votarsi e non ha voglia né tempo da perdere per occuparsi delle sue mene guerresche e fame di nuovi territori a scapito della Siria di Assad.
E che si tratterà di una catastrofe a tutto tondo - e che non basterà tutta la verbale e inane misericordia di Francesco né quella dei suoi accoliti 'no borders' sempre clamanti nelle piazze a contenere il mare di miseria che si prova ad entrare manu militari e a scassare le fragili difese nostre ai confini – ce lo mostreranno i prossimi assalti all'arma bianca dei moderni 'popoli del mare', che tanta catastrofe epocale provocarono ai tempi di Micene e della grande civiltà cretese.
E già la Bulgaria e la Serbia e la Macedonia blindano i confini, ma la loro difesa fragile di manganelli e fumogeni e muri di filo spinato basterà a far recedere e rinsavire l'orda famelica?
E già è pronto il coro delle piagnone/i nostre/i indigene/i, sedicenti sardine, a invocare uno 'stay human' di difficilissima applicazione quando il troppo del mondo degli uomini stroppia vistosamente e si viola, platealmente, leggi e regolamenti e confini dove già si combatte la dura battaglia con il virus coronato - e metterne altre decine di migliaia in quarantena farebbe saltare ogni possibilità di governo e controllo della catastrofe in atto.
LASTAMPA.IT
Il portavoce del governo greco: abbiamo protetto i nostri confini e quelli dell’Europa, fermati in 4mila
Ieri accadeva ed oggi accade

1 marzo 2016 · 
Come nel vecchio 'Cassandra crossing' - film di un'era sociale che impallidisce nei ricordi dove i muri del socialismo reale contenevano e arginavano e garantivano i fragili equilibri della 'guerra fredda' - le più geniali invenzioni tecnologiche e le scoperte della scienza si disputano il campo con il groviglio di accadimenti umani governati dalla più vecchia e coriacea deità che sovrintende ai destini dell'uomo: il Caos. E il ponte del film dove una parte dell'umanità precipita e un'altra si salva è metafora del presente e prende il nome dalla profetessa di sventure del poema epico più antico della civiltà occidentale, ma sempre presente e incombente sul futuro prossimo: Asia versus Europa e le difficili commistioni di popoli e culture e gli esodi e le peripezie marine degli sconfitti e gli scontri guerreschi con i popoli italici residenti.
E quei troiani postmoderni che fuggono dalle distruzioni della guerra in Siria e non trovano varchi di futuro bensì muri di filo spinato e freddo e pioggia e fame hanno in tasca gli smartphone di ultima generazione, ma il loro destino di esuli è specchio del destino più antico e crudele: di una terra promessa che non vuole promettere più nulla ai 'popoli del mare' che la affannano e ne insidiano le fragili economie in deflazione – e, forse, la Storia qualcosa ha insegnato da allora e si comprende che le frontiere che si chiudono una dopo l'altra sono un altro specchio del naufragio di una civiltà che prova a resistere, a galleggiare sopra le onde degli tsunami della Storia e il 'si salvi chi può' di un'Europa 'a due velocità', o, più realisticamente: una cintura esterna ex europea che si trasforma in campo-profughi di un'immigrazione senza più freni e l'altra, di là delle Alpi, che arma i bulldozers che distruggono le tende delle baraccopoli europee di nuovissimo conio e poco intende e rispedisce al mittente le lamentazioni e le geremiadi delle 'accoglienze'.
I sommersi e i salvati di un recente libro di orrori si ripropongono sulla scena del terzo millennio e ancora non abbiamo visto nulla.
 

Quella strana luce in fondo al tunnel


Quella strana luce in fondo al tunnel. (Cronache dalla nuova peste 7).
E tra le domande che 'sorgono spontanee', in questi tempi di corona virus galoppante come le pesti d'antan, ci rimbalza ossessivamente in testa questa: 'Se e quando finirà, avremo imparato cose nuove e diverse e più sagge del nostro affannoso vivere associati e globalizzati che ci salveranno da ulteriori catastrofi?'
Già perché l'economia a precipizio sull'orizzonte degli eventi del buco nero globale che invano si prova a invertire la rotazione assassina e a inventare un improbabile rilancio 'da casa' con il telelavoro non ci pare somigli in niente a quell'appagante slogan dei verdi e del m5s della 'decrescita felice' e del 'mangiare meno mangiare tutti' della defunta ideologia comunista.
Perché qui e ora si mangia tutti meno, è vero, delle razioni che ci siamo imposti da un rapido calcolo finalizzato alla sussistenza in tempo di peste globale, ma giusto per scavallare i due mesi (ottimistici) con i carrelli di pasta e riso e scatolette che abbiamo stivato in garage svuotando gli scaffali dei supermercati.
E una ripresa dell'economia partirà, forse, dal ripristino delle scorte nei supermercati, ma da dove verranno le nuove merci e le verdure fresche e la frutta con le necessarie vitamine in un mondo paralizzato dalla paura del maledetto virus è domanda altrettanto ossessiva – come il timore che, se dura la paralisi globale, finiranno pure le risorse economiche degli stati che sostengono la spesa pubblica delle pensioni e gli stipendi della pubblica amministrazione.
Tenetevi stretto il poco contante che avete distolto dai conti correnti, gente, e recitate le giaculatorie che un tempo si levavano al cielo dall'interno dei santuari dedicati alla 'madonna della salute'.
Santa primavera, ora pro nobis - e aiutaci tu perché davvero qui non ci vediamo chiaro e, da soli, non ce la possiamo fare.
O forse si e c'è una luce in fondo a questo tunnel economico che ci ricorda tanto la crisi della Lehman Brothers e dei 'mutui subprime'.
Speriamo che non sia quella del treno delle 9 e 30 in ritardo.
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Contro-copertina.
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Tiriamoci sù.
“Come va?
1. Icaro: “Uno schianto”
2. Proserpina: “Mi sento giù”

Coraggio e conta(eg)gio.



Beh, come va? Stiamo tutti bene? Il mio sesto report dalle 'cronache dalla nuova peste' nell'isolamento della mia casa interamente sanificata subisce un improvviso stop.
Non ho capito bene se i contagiati sono 650 o 282, voi avete notizie diverse in proposito?
710? 343? Prossimamente 806, dite, subito ridotte a 307/8?
Chi gestisce i tragici numeratori della crisi epidemiologica in questo paese di s-governo cronicizzato e drammaticissimo? L'Istituto Superiore di sanità, che diminuisce drasticamente le cifre fornite dalle Regioni perché non contro certificate da lui - e rispondenti ai suoi diversi parametri contabili molto più rassicuranti nei confronti di quei paesi che ci hanno chiuso le porte in faccia (e continueranno a farlo in barba a queste meschine lotte di campanile e di sacre istituzioni)?

Che il virus coronato ci abbia mandato un po' tutti fuori di testa è chiaro a ognuno e 'c'è del metodo in questa follia' di lanciare al vento delle cronache gli allarmi massimi, ma poi nascondere la mano e gridare il contro coro che l'economia è più forte del virus: riapriamo i bar, i musei, le scuole, gli uffici; non tamponiamo più nessuno e nascondiamo le cifre dei contagiati effettivi e quelle dei certificati alla stampa estera.
Che però non ci casca, perché ogni nuovo contagiato da loro ha provenienza dal nord Italia, mannaggia, e si cancellano i voli e si invitano gli italiani tutti a starsene a casa fino a che non abbiano il governo effettivo del virus (senza taroccare le cifre, vedere cammello).

E da giorni stiamo tutti discutendo sui temibili social forum – accusati di essere il crogiolo di ogni nefandezza post moderna – se sia più nobile affrontare a viso aperto i venti malati dell'oltraggioso virus coronato o chiudersi da notte e aspettare che 'passi la nuttata' e la primavera faccia il suo corso – e che fortuna che il virus non muta in malattia vegetale e saranno salve le nuove gemme che tanto impatto psicologico positivo hanno sui nostri pensieri depressi e colorano le nostre passeggiate in campagna e ci danno respiro di vita nuova.


Coraggio, amici e compagni di viaggio! La lotta è dura, ma senza paura e chi più ne ha (di coraggio) lo trasmetta e ne contagi gli altri. Ooops!!

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Perchè dovete stare in casa?
MED4.CARE
Perchè dovete stare in casa?
 

mercoledì 26 febbraio 2020

Processioni d'antan e abdicazioni

Cronache dalla nuova peste. Part five.
E che dire di quell'assordante silenzio della Chiesa che ha il sapore di un'abdicazione.? Quella Chiesa che organizzava processioni contro la siccità e/o la grandine e batteva campane a martello per chiamare a raccolta il 'popolo di Dio' contro il Turco o il lanzo todesco aggressore alle porte della città - e che le epidemie con migliaia di vittime le sfidava a viso aperto con le chiese piene di fedeli oranti (e contagianti) e che baciavano i piedi delle statue dei santi lungo le processioni in cui ci si batteva il petto per i peccati commessi e si accettava penitenti la giusta punizione di un dio vendicativo.
E in tempi di massima misericordia e un Dio tutto Amore per le creature le chiese sono vuote, invece – vuoi per disposizione ministeriale in accordo con le Curie, vuoi perché qui a Venezia i turisti sono scappati dalla barca che affonda già il lunedì successivo alla contagiosissima kermesse carnascialesca - e chi vuol essere fedele e pio e orante lo sia in totale solitudo.
E le preghiere e i riti delle Ceneri si fanno a san Marco tramite smartphone e via internet e mandate le vostre preci via mail al Vescovado che le riunirà e indirizzerà a chi san loro e più non dimandare. Mantenere l'indirizzo mail segreto è necessario per evitare che burloni impenitenti si facciano beffe di Lassù ove si puote ciò che si vuole, corona virus incluso.
E davvero il clero non sa più che pesci pigliare, a parte le sardine, pie per natura e per legge di banco e misericordiose per vocazione e partito preso (il pd). Una Chiesa che era nata 'sotto il segno dei pesci' ma oggi presta la sua vetusta mitologia ai venditore di divani o di caffè senza che si levi una protesta che sia una per la palese dissacrazione.
Tocca tenerci il virus e far da sé, che facciam per tre.
Che tempi, gente, che sacre solitudini e cieli perdutamente vuoti!

IT.WIKIPEDIA.ORG
Il termine ichthys (nella grafia greca del tempo ΙΧΘΥΣ oppure anche ΙΧΘΥϹ con la sigma lunata) è la traslitterazione in caratteri latini della parola in greco antico: ἰχθύς, ichthýs («pesce»), ed è un acronimo usato dai primi cristiani per indicare Gesù Cristo. Per questo moti...
Memento mori.
Venezia, la processione di Carnevale sul coronavirus - Italia
ANSA.IT
Venezia, la processione di Carnevale sul coronavirus - Italia

lunedì 24 febbraio 2020

Stelle danzanti (e caos di fuori)



Il caos delle stelle danzanti. Cronache dalla nuova peste. Part four.
Se è vera la formidabile intuizione del filosofo tedesco - poi ripresa in una bella canzone - che '...bisogna avere molto caos dentro di sé per poter vedere una stella danzante' ebbene, in questi giorni di corona virus scatenato e trionfante, dovremmo vederne intere costellazioni: impegnate in un samba infernale per sfuggire all'attrazione gravitazionale di un gigantesco buco nero economico.
Dalla clausura in cui mi aggiro meditabondo e 'solo e pensoso i più diserti calli' calpestando di una campagna struggentemente bella nelle sue ataviche solitudini trovo drammatica conferma di quei miei pensieri d'antan che dicono la società in cui viviamo una 'cage aux fous', - una 'cheba de mati', dove basta gridare 'allah u akbar' in un pubblico convegno per scatenare il fuggi-fuggi in cui si calpestano impietosamente i caduti, e dire 'corona virus' due volte per vedere formarsi file lunghissime davanti ai super mercati e gli scaffali d'un subito vuoti e le merci chissà quando e se nuovamente sui camions degli approvvigionamenti.
E la lettura delle puntuali descrizioni di Albert Camus della peste che dilaga in tutti i quartieri della sua Orano di fantasia prigioniera del contagio e dei fenomeni di impazzimento collettivo che ne conseguono forse avrebbe aiutato i governatori delle regioni al centro del nostro dramma nazionale e Conte, il deus ex machina dei provvedimenti emergenziali (invero macchinosi e pochissimo divini), a dire parole più assennate e impedire che il virus di una influenza di ceppo nuovo e mutato potesse fare più danni (economici) della peste veneziana di cui alla famosa basilica a cui rivolgiamo collettivamente le preci.
Ed ecco a voi il dispiegarsi della follia piena del 'si salvi chi può', gridato da tutti contro tutti: non tanto per l'espansione del contagio dai numeri, tutto sommato, gestibili – che se non si fosse fatto nessun tampone quei contagiati sarebbero iscritti nel novero delle normali influenze stagionali (e il tasso di mortalità é parecchio bassino e limitato alla fascia dei 70/80enni male in arnese), bensì per le conseguenze del panico che ha esaurito in pochi minuti le mascherine nelle farmacie e l'amuchina sugli scaffali dei supermercati, neanche respirassimo l'aria fetida di un lazzaretto stracolmo di morituri senza poter uscire '...a riveder le stelle'.
A' dda passà 'a nuttata. Ne avremo per un mesetto di sofferenza estrema, ma lo scoppiare della primavera dovrebbe aiutarci – e il primo che si azzarda a cantare le str...... di stelle danzanti per via del suo allegro caos interiore è meglio che cambi strada, se per caso mi incontra lungo i viottoli della campagna. Fanc...

sabato 22 febbraio 2020

Cronache dalla nuova peste. Part two.

Venezia sposa macchiata 22 febbraio 2020 ore 07.50
E quando ti alzi la mattina e ti vesti e ti lavi le mani ti soccorre il pensiero improvviso e la domanda spontanea de: 'Ma con tutto 'sto dover lavarsi le mani ben oltre i 20 secondi sanitari di rito e 'non toccarsi la bocca e gli occhi', come si farà a lavarsi il viso? A mani pulite, si può?'. E invidi le signore che ricorrono a batuffoli e ostie di cotone per struccarsi e 'scrubbare' le amorevoli gote per poi spalmarle di creme miracolose di nova giovanezza.
E sarà per l'ora presta, sarà per tutto quel battage dei telegiornali di ieri sera su morti e feriti e dispersi del corona virus spettrale e subdolo le calli sono sgombre di gente e pare che, datori di lavoro consenzienti, tutti si siano consegnati nelle case-caserme fino a nuovo ordine e guardino fuori delle finestre curiosi dell'audace che si avventura in zona di guerra mal equipaggiato e privo di mascherina.
E quando arrivi in piazza ti rendi conto che la città strana e soleggiata ha dinamiche tutte sue e che nessun ospite di case in affitto e B§B ha avvisato i festosi turisti che gira tutto attorno alla città una epidemia che 'lèvati e torna al paese' finché sei in tempo. Forse perché il lucroso giocattolo turistico ha già subito il dramma delle acque alte incontrastate dal Mo.se tecnicamente inadeguato e se gli aggiungi la nuova peste del terzo millennio è un 'uno-due' da knock out e conta al tappeto fino a dieci.
E il distico di una vecchia barcarola dice che : 'Venezia rassomiglia ad una sposa / vestita di broccati e di velluti...' ma qui la sposa ha l'abito macchiato e gote smunte e, davanti alla basilica, ci sono solo brutte maschere (per le più belle bisogna aspettare oltre le dieci) e cinesine (o orientali, chi le distingue?) festose e cinguettanti coi loro selfies smorfiosetti e boccucce a cuore, beata gioventù!
E i bar sono tutti aperti mentre nelle zone del contagio conclamato sono stati i primi esercizi commerciali a chiudere e affiggere di fuori i cartelli: 'Ascoltate i telegiornali, ci si vede dopo la buriana.' E perfino io prendo fiducia e, prima di valicare il grande ponte di legno che mena alla stazione, ordino il classico cornetto croccante e macchiato con caffè lungo. Come scommetteva Pascal sulle fede: 'Fai come se ci credessi e la fede verrà come d'incanto.' E se non sarà incanto pazienza, si farà senza.
E Mogliano Veneto, al sol della calda primavera, sembra un paese franco, coi suoi larghi marciapiedi dove ti puoi scansare facile e mantenere le doverose distanze sanitarie di rito e la gente si ferma a parlare come se niente fosse e hai l'impressione che qui abitino i coraggiosi che si oppongono allo spettro pestifero e offrono il petto come soldati e 'Fatti sotto, marrano!' ma è meglio dotarsi degli strumenti del caso e, anche qui, le mascherine sono esaurite e la paura cova sotto, ma sembra primavera e – chissà perché – abbiamo l'impressione che la stagione nuova sia come la Madonna della Salute che scaccia la peste sull'altare della chiesa veneziana omonima.
Tutto sta a crederci; intanto, una volta a casa, mi tolgo i vestiti e butto tutto quello che è stato in contatto con treni e autobus in lavatrice con, di base, quel liquido magico che promette di abbattere il 99,999 di batteri e lieviticidi. Che saranno mai i lieviticidi?


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Cum grano salis

Cronache dalla nuova peste. - Part one.
Le prime amplificazioni della notizia maledetta del virus che dilaga mi costringe a chiedere alloggio per la notte perché neanch'io 'sono fatto di ferro' e lo spettro dei 'pazienti zero' vaganti per le strade e nei luoghi chiusi - e sui treni e sugli autobus del ritorno a casa mi spaventa - e 'meglio evitare' e 'farci il callo' psicologico, stando l'infimo livello igienico delle nostre carrozze che nessuno si prenderà la briga di irrorare di efficaci antivirali (come fanno in Cina) se non dopo il centesimo o millesimo morto ammazzato.
E le mie cronache di paura e avvilimento per quest'altra catastrofe del 20-20 che ci è capitata tra capo e collo e ci tocca testimoniare e rappresentare 'finché morte non ci separi' cominciano con la frequentazione virtuale di un 'social' del profondo web dove un professore emerito fa la ramanzina da par suo nei confronti dei 'fascio-leghisti' che chiedono a gran voce di chiudere i confini e di adottare le misure sanitario-militari che hanno adottato i cinesi (che fortuna che quel popolo non sia stato guidato da una molle e imbelle democrazia europea in un frangente di tanta tragedia e ci abbia mostrato come si fa -ospedali costruiti in dieci giorni!!- se si vuole evitare il decimillesimo morto per pandemia).
E quel tal professore dalla ramanzina facile sostiene che sia intollerabile corbelleria il confine chiuso e i relativi provvedimenti sanitari correlati perché 'ubi maior minor cessat' e tocca tenerci il mondo globalizzato e le relative pandemie e i barconi sostenuti dai taxi del mare o.n.g., e le periferie urbane delle città europee sotto efficace controllo della genia islamo-radicale che chiede a gran voce la 'sharia' e i loro figli e i nipoti cittadini europei rinnegati radicalizzati nelle carceri che vanno a sparare nelle piazze e nei teatri e nelle redazioni della libera stampa perché 'vuolsi così colà dove si puote e più non obbiettare'.
Insomma non c'è rimedio: tocca morire globalizzati e 'a chi la tocca la tocca', come ci propina l'illustre professore.
E forse gli parrà offesa fascio-leghista anche l'obbiettargli che, magari, qualche chiusura di tipo emergenziale al mondo rotto globale non è così lunare, bensì è nelle cose - e che anch'io mi sono confinato a casa per giorni 9 causa normale influenza ed eviterò le milonghe fino a cessato allarme – e si sono chiusi di brutto i confini sanitari nei ghetti e lazzaretti degli ospedali Spallanzani e Sacco ad allarme lanciato ed avviata la conta dei morti, e si chiudono le scuole e si raccomanda via tivù e internet di 'stare a casa' ed evitare teatri e altri convegni; ecco: parrà offesa grave al globalismo imperante nei pensieri dei professori e scrittori sinistri pontificanti dire e sostenere che il confine si chiude a fisarmonica alla bisogna e magari si riapre ad emergenza cessata cum grano salis?

Era uno (ieri), saranno cento (e più).

E' parte della dinamica di una pandemia l'aprirsi di una falla inattesa in un qualche punto della diga sanitaria che si è eretta in fretta e in furia ed ha, fino a ieri, protetto il nostro paese. I cui dirigenti e responsabili sanitari si sono fatti belli in cronaca dei rientri guidati dalla Cina e dalle navi da crociera dei nostri connazionali, ma una opportuna cautela in più avrebbe suggerito loro tempi di attesa più lunghi dei contagiati nei luoghi di residenza in Cina e altrove.
E l'incauto codognese che ha incontrato in un ristorante i due colleghi provenienti dalla Cina (chissà quanti contagiati emergeranno nelle prossime ore al seguito, dal momento che la finestra temporale del possibile contagio è di oltre 20 giorni) dovrà dare agli inquirenti sanitari con la massima precisione i nomi e i cognomi dei suoi successivi contatti, e lo stesso dovranno fare i due 'untori' provenienti dalla Cina, se si vuole chiudere in fretta la grossa falla che molto ci preoccupa e impedire un 'effetto Wuhan' a Codogno e dintorni.
E c'è da chiedersi, in quel malauguratissimo caso, se abbiamo la stessa capacità dei cinesi di combattere 'manu militari' la diffusione della malattia e se qualcosa ci ha insegnato quella loro disperata ed eroica battaglia che, sembra, stia dando i suoi frutti di recessione del contagio e la crescita a picco delle guarigioni.
In alto i cuori.

giovedì 20 febbraio 2020

Shakespeare in Italia





Shakespeare in Italia - Romanzo di decomposizione

Ha degli echi scespiriani il nostro dibattere politico in tivù. Nella fattispecie il Renzi, di 'Porta a porta' di ieri è stato il protagonista assoluto del remake italico di 'Tanto rumore per nulla'.
E ha fatto un rumore di valanga perfino quella sua innocua sciata sull'Himalaya, piccolo dio indocaucasico in trasferta che si è preso una vacanza esotica - e l'Abetone faceva troppo 'proletari allo sbando' e Courmayeur era l'anno scorso e bisogna pur cambiare orizzonti, che diamine.
E Lui, il Renzi, avrebbe preferito recitare nell'Enrico VIII, ca va sans dire, e fare e brigare a suo piacimento sulla asfittica scena politica e destituire i cardinali riottosi e disporre di mogli a iosa , mandandole a morte al pari di Tommaso Moro, per un sovrappiù di alterigia e mania di grandezza.
E, in realtà, per Renzi in tivù si è trattato – come scriveva un grande critico di molta arte post moderna - di un trattato sul Nulla che viviamo: 'Non si poteva dir meglio se si voleva dir niente'.
E il Nulla della politica italica torna al mittente dello s-governo giallo-rosso impastoiato nelle sue contraddizioni: del pd che vorrebbe imporre all'alleato 'che ha i numeri per governare' la resa senza condizioni sui decreti sicurezza e lo ius soli e/o cultura e, più avanti, un ardito ripensamento sul reddito di cittadinanza e, grande finale! un tagliarsi le palle in pubblico video e karakiri a reti unificate dei leaders pentastellati perché così si vuole dove non si puote - e l'anima degli ex sinistri dem si nutre di libere immigrazioni clandestine e plauso e osanna alle o.n.g. taxi del mare e di processi di Norimberga per Salvini con il plauso in piazza delle sardine.
Ma non finirà così. 'Un diverso finale può essere scritto, presto.', scriveva B.Brecht - e forse lo scriverà la destra e le opposizioni riunite in un prossimo momento di affanno e marasma parlamentare e inevitabile voto di fiducia su qualche altro provvedimento di s-governo.
Perché è del Nulla politico di 'avvocati del popolo' diventati avvocati di se stessi che stiamo parlando e non se può più di questa classe politica incollata alle cadreghe di un effimero potere di nomine che farfuglia e si dan di gomito di 'arrivare al 2023' con negli occhi il terrore malcelato di perdere tutto e solo l'infamia quale foto di famiglia prossima ventura.
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mercoledì 19 febbraio 2020

Romanzo di formazione


Destra e sinistra
Forse è inevitabile che lo specchio deformante del nostro prossimo ci condizioni - e finiamo per vederci come ci vedono loro - per quanti sforzi facciamo per mantenere in un canto della mente l'identità predefinita.
Adamo aveva in testa una sua diversa immagine, credo, prima della cacciata dal Paradiso Terrestre, ma gli angeli fiammeggianti che presidiavano l'ingresso continuavano a dirgli che era un mollaccione e aveva perso la sua identità di uomo probo e progenitore di una sana stirpe a causa di quell'adultera di Eva, che se la faceva col Serpente e le sue mele afrodisiache praticamente sotto ai suoi occhi.
E anche il pd ha resistito a lungo nella sua identità 'di sinistra' prima di cedere le armi all'Uomo Nuovo Renzi Matteo – e dirlo 'di sinistra', il pd, è parola grossa e ormai sono troppi gli anni che ci separano dal livido invito a 'dire qualcosa di sinistra' invano rivolto dal Moretti al D'Alema inciucista, e che non gli faceva schifo dare la patente di 'statista' al berlusconi.
Ed è bastato qualche anno di predicazione grillina a farci credere che davvero il pd sia 'meno elle' – vuoi per il feticcio della 'governabilità' che ci propina (spesso a sproposito), ma più perché Renzi é la plastica meglio riuscita di berlusconi – che oggi gli presta Gal, la sua formazione di 'intelligence' para governativa, per spuntare le armi offensive dell'Alfano 'utile idiota' deciso a fargliela pagare, quell'offesa atroce, e a guadagnarsi i galloni sul campo dell'onore.
E l'unica incognita è se davvero Renzi darà la scossa al paese, l'elettrochoc salutare che farà ripartire le imprese e il lavoro e come farà quadrare i conti che il Saccomanni non è riuscito a far quadrare.
Perché quella di abbassare le aliquote irpef piace a tutti, perfino a me, ma se i tagli necessari al reperimento delle risorse finanziarie li farà sulla sanità o su qualche altro comparto della spesa pubblica utile ai cittadini sarà un dare colla destra e togliere colla sinistra e il bilancio familiare continuerà a registrare profondo rosso, tal quale oggi.
Ad occhio direi che la minestra è quella di sempre, coll'aggravante che 'la sinistra' annaspa nella sua storica palude e non capiamo più bene 'cos'è di destra e cosa di sinistra'. Provo a riascoltarmi Gaber, chissà che non mi aiuti.
Nella foto: Italia Viva che prova a raggiungere la vetta di s-governo.
Risultato immagini per renzi che scia sull'Himalaya

Tutti al mare (o ai monti)
Il 4 di marzo si avvicina implacabile e la situazione, a scrutare gli ultimi sondaggi, pare cristallizzata: il centrodestra a un passo dal conquistare il bastone di comando in parlamento e il m5s primo partito. Il pd, invece, giù a precipizio nella Genna del 20 per cento o, forse, sotto, - speriamo che sia vero e che l'ignominia dei tre anni di s-governo venga pagata per intero dal Superbone imbonitore fiorentino che invoca risolutivi confronti in tivù, ma nessuno se lo fila perchè è un'anatra zoppa già condannata dagli esodati sinistri del suo stesso partito.
Ne va della vivibilità nelle nostre città e paesi, il 4 di marzo, ne va di un futuro meno gramo di quello degli sbarchi a centinaia di migliaia ogni semestre e nessuna possibilità di integrazione e risoluzione del dramma da parte dell'Europa – anatra più zoppa dello stesso Renzi - ma, naturalmente, se vorrete 'andare al mare' o ai monti, come invitava il Craxi Bettino, siete liberi di farlo.
Ci penseremo noi, in vostra vece, e saremo assennati e consapevoli di 'fare la cosa giusta'. Divertitevi, cari.

martedì 18 febbraio 2020

Il Fregoli della politica. Romanzo di formazione.


Matteo stai sereno.
La decisione dei giudici di Firenze di mettere agli arresti domiciliari i genitori di Matteo Renzi é 'discutibile', certo; tanto quanto è discutibile quella dei giudici del tribunale di ministri di Catania di chiedere al parlamento di processare una politica, indicando Matteo Salvini quale protagonista e solo responsabile della decisione di fermare a bordo della nave Diciotti i colpevoli partecipanti alla lotteria dei naufragi organizzati dai criminali scafisti.
Non vi sembri un tentativo di 'misiar 'e verse', equiparando provvedimenti diversissimi tra loro per fattispecie di reato. In realtà, quei due provvedimenti giudiziari hanno una evidenza comune ed è l'affanno della magistratura nell'inseguire i fatti e i protagonisti della politica per inchiodarli alla croce di supposte colpe che il prosieguo dell'iter giudiziario dirà, verosimilmente, cervellotico e indimostrabile, mandando assolti gli imputati.
E' la magistratura ad uscire con le ossa rotte dai due eventi comparati: il voto degli iscritti alla 'piattaforma Rousseau' - che afferma il principio sacrosanto che 'non si processa una politica di governo' – e quello che manda Matteo Renzi sul proscenio a dire che vogliono colpire lui e la sua politica e che, se lui non fosse stato il Matteo Renzi che sappiamo, leader politico rampante e vincente per anni due, i suoi genitori avrebbero goduto di una serena vecchiaia e nessun giudice a perseguirli, come, invece, è avvenuto.
Matteo, stai sereno. Finirà che il 'tribunale del popolo' chiederà a gran voce che si processi una certa idea di magistratura che mette le incaute dita sulle piaghe della vita pubblica senza troppo preoccuparsi delle conseguenze democratiche, e del fatto che, alla fin fine, le sentenze si recitano 'in nome del popolo italiano'. Già.
E se quel popolo ha votato un politica e un governo che la sostiene, forse quei giudici dovrebbero 'farsene una ragione'.
(Il seguito alle prossime puntate.)
L'immagine può contenere: il seguente testo "LIBRARSI DA COM Chissa che avranno combinato gli hacker su Rousseau: alla fine è uscito l'arresto per i genitori di Renzi. Glanni Belletti INCSTR"
Ho inscatolato solo qualche giorno fa la 'Storia del Partito Comunista' di Paolo Spriano e la genesi di quel partito, come ben sapete, registra la scissione voluta da uomini valenti, quali furono A. Bordiga e A. Gramsci dal corpaccione elefantiaco di un p.s.i. preda di correnti opposte e incapaci di determinazioni unitarie in tempi assai calamitosi e nel guado ventennale di ben due guerre mondiali.
I tempi presenti in cui viviamo, invece, qualcuno di non troppo autorevole nei suoi giudizi azzarda a definirli 'la terza guerra mondiale diffusa' e la crisi economica globale più lunga e devastante della Storia aggrava di certo il quadro, ma non basta questa cornice storica posticcia a convincermi che i pretesi scissionisti del pd di Renzi siano uomini valenti e lucidi quanto quelli che sognavano i soviet operai e la rivoluzione proletaria mondiale.
E non sappiamo bene cosa sogni e speri Speranza per il suo partito futuro – né se mai ardirà a fondarlo un tale ectoplasma rescissorio e sarà interessante leggere i nomi dei suoi dirigenti rifondatori immaginari per capire se faranno strada e avranno un futuro apprezzabilmente lungo e se saranno capaci di calcare le scene del post moderno complesso e foriero di catastrofi annunciate da protagonisti intelligenti.
Ma mi basta guardare e ascoltare un Cuperlo - ammesso e non concesso che sia del novero degli scissionisti in pectore, ondivago e soave com'é e così poco intelligibili i suoi propositi e le sue posizioni politiche – per vedere in trasparenza dietro di lui le nebbie di un futuro liquido e indefinito e niente che ci faccia lontanamente intuire se avremo di nuovo un partito di lotta (contro chi e cosa?) o di governo e l'unica cosa che ci è chiara è che la sinistra nel suo complesso, i suoi elettori compresi, tuttora gioca a fare la sinistra: inconcludente come sempre e buonista impenitente.
Vada come andrà speriamo che 'vadano a casa' al più presto e che la sinistra-sinistra e la sinistra-centro continuino a crogiolarsi nei loro sogni di rinascita e vaniloqui commisti lontana dai palazzi del potere. In fin dei conti l'opposizione è nella sua cultura ed è la cosa che le riesce meglio.
Renzi Santo subito? Romanzo di formazione.
Ci vuole un 'fisico bestiale' per promettere l'uscita dalla crisi economica del paese in tre mosse, - una al mese e tutte azzeccate e che riusciranno benissimo, Renzi dixit all'uscita dal Quirinale.
Una autentica 'faccia di tolla' quella dell'ex sindaco di Firenze - che abbasserà le aliquote irpef e troverà le risorse economiche per non sforare il 'patto di stabilità'. E dovrà fare la voce grossa in Europa e avviare una trattativa gigantesca con i colleghi europei perché si convincano che 'di rigore si muore' e qualche aiutino ce lo devono concedere, pena il default.
Che facciamo, gli crediamo? Diamo a Renzi la fiducia che non è stata data a Letta e, prima di lui, a Monti e Berlusconi? Ce la farà contro il monolito-Europa che ci inchioda al rapporto deficit-pil? Domande tremende, atrocissime perché 'ne va della vita' e del lavoro e dell'occupazione e del reddito nostro prossimo venturo.
Vorremmo tanto, tutti crederci e che finalmente occupi la scena di governo un vero 'uomo della Provvidenza' che, addirittura, vuol farci credere che la politica, fare politica è cosa nobile e bella – come ha congedato i suoi collaboratori a Firenze. Bella la politica, dopo tanto rubare, arraffare e stipendi folli per un cronico 'nulla di fatto' in tanti anni di s-governo?
Santo subito, il caro Renzi, o ci sediamo sulla famigerata sponda del fiume in attesa del suo trascorrere e galleggiare immoto sulla superficie delle acque limacciose?
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