venerdì 29 aprile 2022

I limiti della verticalità.

 

Del 'dare la scalata al Cielo'. - 30 aprile 2020

Non è che la detenzione ai domiciliari, causa corona virus, abbia evidenziato 'il meglio e il peggio di noi' – come scriveva quel tale tout court. Il meglio e il peggio l'avevamo dentro da sempre ed è il troppo tempo a disposizione e il girare per casa in pigiama e senza farsi la barba che l'ha reso manifesto oltre il lecito.
Il bene e il male, il meglio e il peggio delle persone sono anfore mitologiche che stanno nelle cantine di ognuno come gli otri pieni di vento regalo di Eolo a Ulisse e ne attingiamo al bisogno. Ma guai a lasciarli scatenare.
'Esser costretti a farsi anche del male per potere, con dolcezza, perdonare.' scriveva un poeta bolognese scomparso anzitempo.
Per dire di quanto siamo strani e complicati, noi esseri umani e poco capaci di ben bilanciare i liquidi arcani delle due anfore che abbiamo a disposizione.
Sempre attingendo alla biblioteca universale di Facebook:
'I cretini sono sempre esistiti, solo che, prima di F/book, ne ignoravamo i nomi e i visi'.
Intendiamoci: ci sono anche i medici valenti, gli studiati, i volonterosi che fanno volontariato, gli eroi promossi sul campo dell'onore – il meglio e il peggio, insomma, di una umanità varia e diversa che, durando la pandemia, ha mostrato la sua difficile composizione e gli equilibri sociali fragili, come vuolsi dimostrare.
E tra il peggio io ci metto i talebani dei d.p.c.m., gli evangelisti del Profeta che, dalla Mecca di palazzo Chigi, ci ha regalato lungo i due mesi del nostro scontento i versetti dalla sharia pandemica – e i suoi scalmanati evangelisti fuori dalle terrazze, a migliaia, intenti a gridare improperi e 'Untori!' agli sconsiderati che se ne uscivano senza mascherina o appaiati. E quegli evangelisti talebani tuttora imperversano ottusi, malgrado sia palese e irresistibile il 'rompete le righe' di intere Regioni e categorie economiche, e ci fracassano gli zebedei già malandati con la loro predicazione furiosa e gli anatemi e i 'Penitenziagite! col capo cosparso di cenere.
Che, se quella loro predicazione fanatica fosse efficace e irreggimentasse i pochi riottosi, costringendoli alla divisa e rigorosamente mascherati, passi.
Vivremmo in un mondo meno libero e conculcati i diritti fondamentali ai fini della riguadagnata salute, ma così non è, non sarà, perché 'grande è la confusione sotto al Cielo', scriveva Mao tse Dong, il grande condottiero cinese.
E concludeva: '...la situazione è, quindi, eccellente'.
Fuor di metafora: possiamo provare a porre in essere i migliori propositi e tutti i 'lockdown' presenti e quelli eventuali futuri e le mascherine che trattengono gli aerosoli incollate sulle facce di ognuno e tutti, ma è sempre con la grande confusione sotto al Cielo che ci misuriamo - e dovremmo farcene una ragione dei nostri limiti e delle incapacità palesi a risolvere i problemi e guarire d'incanto le pandemie.
Questo significa che dobbiamo essere 'pronti alla morte', come cantiamo durante il nostro inno nazionale, dritti in piedi e con gli occhi lucidi.
E' così – e se qualcosa ci ha insegnato la lunga detenzione e gli ascolti obbligati delle cifre dei contagi e dei morti e dei dispersi della infodemia televisiva è che: 'A chi la tocca la tocca', come gemeva Tonio nei 'Promessi sposi'.
Perché è la morte il nostro orizzonte mentale, ci ricordava Heidegger, e l'obbedienza in guerra agli ufficiali che guidavano gli assalti fuori dalle trincee maledette ce lo ricorda, ma più perché Il Faust delle vane provette e gli alambicchi fumanti e il tentativo di dare la scalata al Cielo degli uomini-semidei ci ricorda quanto vani siano i nostri sforzi di creare le pietre filosofali.
Penitenziagiamo, fratres.
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Troia cadrà. Attualità degli antichi poemi.

 Troia cadrà. Attualità degli antichi poemi.

Troia cadrà. Attualità degli antichi poemi.

Mi capita di prestare orecchio, la notte, quando il sonno della ragione ci rappresenta i mostri incontrastati degli eventi diurni, a quelli che mi rappresento quali esplosioni e scoppi lontani - e il sogno di un sonno disturbato li esorcizza e li dice immaginarie Hiroshime improbabili. Per il momento.
Succede perché i giornali e le tivù impazzite e univoche straboccano ogni dì delle 'news' della nuova pandemia di guerra che ci ha colpito – ma è solo l'Europa e i suoi cittadini a subirne il costo e a pagarne gli altissimi prezzi di economie al tracollo e le bollette dell'energia alle stelle in nome e per conto dell'America lontana e del suo alleato britannico più realista del re: criminali politici che gettano benzina sul fuoco di quella che potrebbe essere una guerra di zona, una contesa confinaria relativa a regioni russofone in rivolta contro lo s-governo centrale, se non fosse per le dichiarazioni infuocate dei due presidenti anglofoni che rischiano di trascinarci nella terza guerra mondiale con variante nucleare annunciata.
Ed è di ieri la notizia-bomba che 8000 soldati britannici si addestrano platealmente dietro le linee di guerra, nei paesi confinari filo Nato, prefigurando in concreto lo scenario annunciato di un maledetto intervento della Nato nella guerra ucraina. Il dottor Stranamore che amava la bomba termonucleare è tornato ed ha la faccia bifronte dell'assonnato Biden e dell'iperattivo Boris Johnson che scimmiotta Churchill.
Eppure guerra confinaria non curata dai sonnacchiosi media occidentali già lo è stata, per ben anni otto di un massacro di soldati e di civili nel Donbass e Lugansk, e non ha mai trovato, in un così lungo lasso di tempo bellico, le rabbiose indignazioni e il presente stracciarsi le vesti e chiamare scandalo quotidiano di morti civili e bambini da parte della stampa e delle televisioni mainstream di paesi filo Nato oggi impazziti e soccorrevoli e interventisti a favore di una pretesa, luminosa democrazia ucraina fitta, invece, di angoli oscuri e interventi c.i.a. e nazistoni ucraini al soldo: belluini comme il faut e crudeli e 'natural born killers'.
Alla via così, gente, viviamo nell'illusione e nella speranza stiracchiata che il peggio non avverrà, che sopravviveremo anche a quest'altra iattura planetaria ma il peggio non muore, ahinoi, non è mai morto – e non basterà cambiare il titolo del film Z (come zombies) in omaggio alla presente 'cancel culture' occidentale e oltre atlantica, perchè zombies, morti viventi o morituri in parte già lo siamo e i sogni tormentati delle nostre notti primaverili presenti ce lo anticipano.
Chiamatemi Cassandra, se volete, ma ricordatevi che quella lontana profetessa prediceva il vero (non creduta) e che Troia, in finale, è caduta, malgrado il patrocinio di dei opposti fra loro,
Le follie belliche delle prossime esplosioni termonucleari.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/30/guerra-russia-ucraina-il-pentagono-rende-noto-il-coinvolgimento-diretto-dellesercito-tedesco-nelladdestramento-dei-soldati-di-kiev/6576057/

L'infinito viaggiare.



CACHI, 25 marzo 2019 – L'infinito viaggiare.
E dell'infinito viaggiare è epitome questo dilatarsi dei paesaggi chiusi in lontananza dalla catena delle cime pre andine dove si sfilacciano le nubi fermate dalle Ande. E la strada vuota, la mitica ruta nacional 40 resa famosa dal giovane Guevara nel suo viaggio iniziatico in motocicletta e dagli epigoni che ne seguirono le orme, è spina dorsale di questo paese che si estende fino al finis terrae della fredda Patagonia ma fa tesoro, a metà del tragitto, del suo clima sub equatoriale e a Mendoza mostra il trionfo dei vigneti che danno un vino-idromele che ben si accompagna alla carne squisita e tenera come un burro.
Ed è vero che 'lascia senza parole' questo susseguirsi di immagini coloratissime del nostro viaggiare e ci incanta tanto quanto ci hanno incantato le nostre Alpi, ma con l'aggiunta di una estensione terrestre che la placca africana-europea nel suo insorgere non raffigura infinita al pari della placca continentale del Pacifico.
E il villaggio di Cachi è silente e vuoto di persone e attraversato dal vento, come nelle colonne sonore dei film 'western' girati al confine con il Messico, e l'architettura coloniale della dominazione ispanica viene ripresa dall'architetto che ha costruito il bell'albergo a cinque stelle dove alloggio e, sapientemente, mescola e compendia in un'unico luogo gli elementi caratteristici della scarsa vegetazione degli altopiani pre andini con risultati eccellenti.
E un buon albergo è parte del piacere del viaggiare e, a sera, negli occhi stanchi delle lunghe miglia percorse, si configura come quella poetica siepe che 'di tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude'.
L'infinito viaggiare del sogno del poeta recluso nella sua Recanati.

Storie vere, metafore, sogni.

 Di storie vere, metafore e sogni 29 aprile 2017

R. Kapuscinsky, in un suo libro, racconta di un villaggio africano dove il vento solleva vortici di polvere e il caldo intenso chiude le persone nel chiuso delle capanne, ma, come un'apparizione, giunge una jeep dal deserto accompagnata da un camioncino e un regista conosciuto dagli abitanti allestisce in velocità coi suoi aiutanti un improvvisato set, parte una musica e, miracolo! ecco gli abitanti del piccolo villaggio uscire a gruppi dalle capanne - e prendono a danzare al suono di quella musica come se un misterioso copione fosse stato distribuito in anticipo.
L'evento dura poco più di un'ora e coinvolge l'intero villaggio - donne e bambini inclusi. Infine il regista e i suoi aiutanti salutano, ripongono le attrezzature e se ne vanno e torna il vuoto nella piazza e i mulinelli della polvere e il caldo africano e gli abitanti di nuovo chiusi nelle capanne in attesa della sera e della notte.
Possiamo partire da questo episodio e farne una metafora di tutto quanto accade da noi, in quei villaggi strani e campi profughi improvvisati sotto l'urto di una immigrazione massiccia e in crescita esponenziale che sono le nostre caserme requisite allo scopo e gli hotels vuoti requisiti dal ministero degli interni - e ne seguono le proteste degli abitanti e dei sindaci contro i prefetti che fanno il lavoro comandato loro dalle cattive politiche degli s-governi dai quali dipendono e ne sono la maledetta longa manus.
E dovremmo narrare - in parallelo alle polemiche sugli incessanti arrivi e sbarchi dai gommoni e i traghetti delle o.n.g. dai finanziamenti opachi che li prelevano a poche miglia nautiche dai porti di partenza - di come vivono quei neri dentro quelle strutture di una assistenza misericordiosa che ci hanno imposto col grimaldello della pietà e di una 'legge del mare' nata per gli occasionali naufragi e applicata invece, impropriamente, alle migrazioni bibliche dei migranti economici, alias clandestini dei naufragi organizzati, che pagano cifre altissime ai trafficanti di uomini e donne e bambini.
E dovremmo narrare di cosa fanno tutti quei giovani neri chiusi li dentro e quali progetti di vita sognano e perché, invece, li vediamo a nugoli aggirarsi per le strade mendichi o ciondolare a gruppi davanti alle stazioni e la chiamiamo 'accoglienza', ma ha tutto l'aspetto di una catastrofe umanitaria che non sappiamo gestire e che ha precipitato le nostre città nelle narrazioni dickensiane della miseria globale oscenamente esibita e della mendicità diffusa e della piccola criminalità urbana che riempie le carceri.
E avremmo bisogno di un regista che apparisse all'improvviso in queste nostre città e villaggi globali della mendicità oscena e povertà e microcriminalità diffusa che ci suonasse un'altra musica e improvvisasse il flash mob del cambiamento e di una vera accoglienza dove quei neri per caso degli sbarchi organizzati e profumatamente pagati e che generano il miserabile business dell'accoglienza italica e delle pelose o.n.g globali trovassero, invece, un lavoro onestamente pagato e una casa in affitto come facciamo tutti noi indigeni - ma qui siamo in un'altra storia e film di una altra epoca futura di cui non siamo sicuri che i titoli di testa preciseranno che è tratta da una 'storia vera'.
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giovedì 28 aprile 2022

Inni 'giusti' e sipari che si chiudono.

 Inni 'giusti' e sipari che si chiudono.


L'abbiamo scelto davvero giusto il nostro inno nazionale. Risorgimentale e incomprensibile ai più che ne ignorano la storia e il contesto della sua redazione, contiene un distico quanto mai presente e attuale: '...siam pronti alla morte'.
Ma lo siamo davvero, o la totalità dei miserabili partiti di s-governo (nessuno escluso) che hanno votato l'invotabile delle armi all'Ucraina e il parallelo riarmo degli arsenali Nato ci ha trascinato in massa in quella landa desolata di Giosafatte degli interventismi cialtroni e un tanto al chilo che si auto alimentano della loro propria demenza verbale – e stiamo come le foglie d'autunno precariamente appese al picciolo che le sospende tra la rigogliosa vita verde che è stata e l'inevitabile caduta?
E guardiamo dall'alto in basso delle nostre vite precarie di foglie moriture lo scorrere degli eventi bellici - curiosi del momento in cui finalmente qualcuno si presenterà sul proscenio del teatro dei folli che si recita con una proposta di pace forte e risolutiva – che riconosca le ragioni del vincitore (come in tutte le guerre trascorse) e l'evidenza di una redistribuzione dei territori contesi e una salvifica cintura di stati neutrali intorno ai confini della Russia, ma osserviamo, invece, la coazione a ripetere, tipica dei pazzi, del coro Nato in sottofondo che declama il suo mortifero 'crescendo':
'Armi all'Ucraina, morte all'invasore!'
Che, detto da degli invasati armati fino ai denti, costringe il rumorista del teatro e lo scenografo a farci ascoltare il finale del rombo spaventoso delle prossime esplosioni termonucleari che accendono lo schermo con un immenso fungo di luce e l'improvviso buio che ne segue.
Silenzio in sala. Siam pronti alla morte. Sipario.

Prossimamente sui nostri schermi (moltiplicate per cento e oltre).



Potrebbe essere un'immagine raffigurante attività all'aperto

martedì 26 aprile 2022

Ramstein. La prossimità del fuoco assassino.

 



 

E' difficile trovare le giuste parole per descriverlo. Il fenomeno è grandioso, quasi un 'orizzonte degli eventi' che rotea nella sua immensità galattica intorno alla buia prossimità della voragine di buco nero che ne inghiotte i quanti di luce a milioni di miliardi - e la sospensione del fenomeno che osserviamo dalla nostra navicella spaziale (anch'essa irresistibilmente attratta dall'enorme gravità assassina) è dovuta alla grandezza dei due oggetti cosmici in dissolvimento, ma è certo che l'evento finirà e tutto si abbuierà. Morte cosmica. Una delle milionesime di miliardi dei mitici 'bastioni di Orione' che consuma il nostro universo destinato alla sua fine entropica.
E nostra prossima morte cerebrale di strana specie vivente (che sta sul culo a tutti, ci mandavano a dire gli alieni) che illumina il cerebro collettivo di una stupida domanda destinata a sfilacciarsi nei giorni a venire senza una risposta: 'Come è potuto accadere?'
Ora tornate coi piedi sulla Terra, da dove parte questa cosmica osservazione, e fate caso a noi, impotenti astronomi dilettanti, che la facciamo rimbalzare rabbiosi sui nostri profili Facebook e twitter e gli altri minori:
'Come è potuto accadere che una questione di storici confini da ridefinire alla periferia di Europa, dopo la confusa orgia globalista, e lo storico, stupido battibeccare tra potenze planetarie opposte abbia superato la soglia di gravità assassina che ci precipita tutti nel tritacarne del buco nero di una guerra termonucleare?'
Osservate quel che avviene in queste ore a Ramstein, grande base militare e città satellite di migliaia di soldati americani e deposito di immensi armamenti nel cuore di Europa, ascoltate quel che affermano quegli assoluti geni politici e militari riuniti a conclave per dire e ribadire ciò che è a tutti evidente, ma ancora si ha ritrosia nel dirlo ai giornalisti in chiaro:
'Siamo in guerra. La Nato contro la Russia. Armiamo l'Ucraina con tutti i possibili mezzi di distruzione di massa e non ce ne importa un fico secco delle minacce della Russia di usare l'arma nucleare, se costretta dallo smisurato crescere di questa nostra iniziativa di gente folle, - nipoti minus habens del mitico dottor Stranamore (il profetico film di Kubrik).'
Stiamo osservando il grandioso evento conclusivo della storia dell'umanità, cittadini, fratelli, amici, amori, ma è come essere davanti a quella sospensione cosmica dell'orizzonte degli eventi dove i quanti di luce friggono a milioni di miliardi nella estrema periferia del buco nero che li inghiotte e li tritura – e tutto ci appare ancora possibile, come se fossimo in un film fatto benissimo e che ci incolla alle poltrone, ma sappiamo in cuor nostro che ci saranno i titoli di coda e ci alzeremo, sia pure sopraffatti dalle forti emozioni dipinte sullo schermo e torneremo per cena alle nostre case.
Sorpresa! Fuori dalla porta del cinema non ci sono più case, ma una nebbia alta e fitta di polvere di una esplosione termonucleare che si è mangiata la città per intero e nei nostri cellulari si sono stampati i messaggini : 'Ti amo, mamma.' 'Ti amo, marito/figlio mio, ti amerò per sempre' - gli stessi che hanno lanciato i morituri delle twin towers prima di lanciarsi nel vuoto per sfuggire al fuoco che li avrebbe divorati.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante testo

https://www.huffingtonpost.it/esteri/2022/04/26/news/scholz_capitola_dopo_il_pressing_usa_si_tedesco_ai_carri_armati_per_kiev-9263871/

Mosca risponde Gb: "Legittimo colpire Paesi Nato"
ILFATTOQUOTIDIANO.IT
Mosca risponde Gb: "Legittimo colpire Paesi Nato"



lunedì 25 aprile 2022

Storiche sudditanze e miscele pericolose.

 

In molte piazze italiane si è contestata l'appartenenza dell'Italia all'alleanza militare americana 'difensiva' che chiamiamo Nato. Che cosa difende ed ha difeso nei decenni del nostro scontento, ci chiediamo. Erano 'difensivi' i bombardamenti sulla Serbia? E gli interventi in Irak ed Afghanistan di pretese azioni militari di 'enforcing freedom' a quale fattispecie di difesa armata corrisposero?
E l'intervento americano in Ucraina di addestramento militare di quell'esercito di 'nuovi nazionalisti' e vecchi nazistoni 'Azov' - e l'aiutino offerto gentilmente dalla c.i.a. ai membri del 'settore destro' nel colpo di stato di piazza Maidan e dintorni – a quale fattispecie di 'cintura difensiva' va ascritto?
Salta agli occhi che le logiche di quella benemerita associazione post seconda guerra mondiale sono logiche vecchie, le logiche obsolete - e trascinate stancamente nei decenni - del 'nemico russo', a prescindere dall'averlo incluso nei lucrosi commerci internazionali delle materie prime e nei consessi politici del G8/G20 - e mai nessuna proposta e test di buona volontà è stato presentato nelle assise internazionali di una cintura difensiva di stati neutrali al confine russo quale prova di buona volontà e distensione.
E straparlare pubblicamente e a vanvera di una fiera 'Resistenza' italiana da esportare in Ucraina insieme al carico di armi pesanti e bombe ('l'Italia ripudia la guerra quale risoluzione dei conflitti internazionali') non è solo una contraddizione in termini, bensì una enormità politica che i vertici istituzionali potevano risparmiarci/si.
E l'avere sguinzagliato la Digos nelle piazze a cancellare le scritte di aperto dissenso dalle decisioni di sudditanza Nato del nostro s-governo parlamentare di nessuno e tutti è l'aspetto più odioso di una censura s-governativa paurosa del crescere di una opposizione politica che non trova più un partito in parlamento che la rappresenti.
Una miscela di contraddizioni politiche e sociali davvero pericolosa per il futuro della nostra democrazia.

 

domenica 24 aprile 2022

Infiammazioni e distinzioni di ieri.

 

Di infiammazioni e distinzioni  - 25 aprile 2016

Appartengo alla generazione degli Infiammati – che viene da 'fiamma' e quindi passione e fuoco di partecipazione e fazione politica e i nefasti furori conseguenti. Peccati di gioventù che l'età senile tempera e riscatta con le riflessioni pacate e con più larga inseminazione di 'ragione' che fronteggia il 'sentimento' ormai lontano negli anni.
Gridavamo nei cortei, 'Il 25 Aprile è nata una p....... e l'hanno nominata Democrazia Cristiana' e avevamo torto, oggi lo so, perché tutto il malaffare e il mal agire pubblico e lo s-governo e gli scandali e le ruberie che hanno distrutto quel pachiderma politico (e, oggi, il suo erede Forza Italia: grandioso esempio della 'Storia che si ripete in farsa') non giustificavano un'invettiva così rabbiosa e il malanimo e il furore che hanno portato, poi, agli 'anni di piombo' e al terrorismo delle Brigate rosse.
La Democrazia Cristiana fu anche un grande partito di popolo. Popolo moderato, è vero, - e sappiamo dalle attente letture della cronaca che si mutava in Storia quanto male abbia fatto all'Italia il 'moderatismo' usato come scudo politico e clava contro l'altro polo della storia d'Italia: il polo social-comunista - lungamente escluso dal potere e per questo logorato, come lo coglionava l'Andreotti-belzebù, buonanima, e affermava: 'Il potere logora chi non ce l'ha.'
E quella pacatezza della ragione che l'età coltiva mi portava a notare, - ascoltando l'intervento di un vecchio 'partigiano' non pentito a 'Primapagina' che paragonava i fatti della Resistenza alle 'nuove resistenze' di oggi, id est schierarsi con gli infiammati 'no borders' nostrani e lanciare anatemi e frasi ingiuriose contro gli austriaci 'fascisti', a sentir lui, che chiudono il Brennero all'ondata di tsunami immigratoria che, per decenni, noi italiani non abbiamo saputo/voluto governare e l'abbiamo lasciata tracimare a nord delle Alpi – quella pacatezza della ragione, dicevo, mi fa notare lo 's-ragionamento' e l'invettiva cretina del radio-ascoltatore che lo stesso Sansonetti, il conduttore della trasmissione, stigmatizzava e rimandava al mittente.
Perché 'misiar 'e verze' della Storia è sempre un'operazione idiota e di neuroni rattrappiti nei loro angoli e nicchie encefaliche mai scopate e lavate; e dire 'fascisti' agli austriaci e a tutti gli altri popoli che hanno chiuso le frontiere - per le ovvie ragioni degli altissimi numeri di migranti che si muta in 'onda di tsunami' capace di travolgere le economie e i faticosi equilibri sociali, (come si è mostrato nelle famigerate 'banlieues' parigine dei 'foreign fighters' radicalizzati sul web' e nel famigerato quartiere islamico di Moellenbeck che offriva covi protetti e complicità ai terroristi assassini) – è stupidaggine antica che non sa coniugare le evidenze dei fatti e le necessarie distinzioni e antepone le ruggini del sentimento antico di fazione politica alle clarità della ragione, che pure ha ispirato le sinistra giacobina delle origini - la Dea Ragione che studiavamo sui banchi di scuola.
Che il 25 aprile vi sia giorno ragionevole e sereno, oh popolo di infiammati buonisti e partigiani immaginari tuttora adusi alle vetuste e inutili invettive.
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Tutti quei 25 aprile variamente interpretati.

 

25 aprile 2021

Ascanio Celestini è un attore straordinariamente facondo e inarrestabile. Gli invidio la memoria torrentizia dell'attore di monologhi – che manda a memoria un numero impressionante di parole e le sciorina, perfettamente scandite e pausate e interpretate, davanti al pubblico stupefatto e attonito per la prova gigantesca. Ma nel monologo di oggi di 'Radio Clandestina', andato in onda sul canale 23 della rai in occasione della festa della Liberazione, l'effetto della sua recitazione è straniante, quasi fumettistico.

E il torrente delle sue parole in libertà ci rappresenta un'Italia in pieno marasma di eventi bellici tragicissimi e una Roma fitta di gente impaurita e schizofrenica: morituri che festeggiano clandestinamente l'annunciata liberazione dal nazifascismo in una città occupata militarmente dal tedesco inviperito per il voltafaccia fatale che lo espone alla sconfitta.
E ci passano davanti agli occhi le strips delle fucilazioni e delle spoliazioni: 50 chili d'oro in 36 ore dagli ebrei romani poi deportati, malgrado le promesse di salvezza, e le fosse Ardeatine con i cadaveri tirati fuori dalle cave già in fase di avanzata decomposizione e ricomposti e riconosciuti da amici e parenti chi per un dente rotto chi per una giacchetta da ferroviere.
E mi interrogo (non solo io) sulle responsabilità dei maggiorenti della guerra partigiana nel centro Italia di intervenire militarmente con azioni di 'commando' contro i tedeschi in ritirata che esponevano la popolazione civile alle ritorsioni e le decimazioni.
Una pagina di storia controversa e ampiamente dibattuta in passato, ma seppellita sotto ai sacrari dei civili caduti e travolta dai peana e dagli osanna di una Resistenza fiera e impavida e bella ciao.
E ieri guardavo per la terza o quarta volta quel bellissimo film dei Taviani 'La notte di san Lorenzo' con la scena madre del fascista colpito e ucciso in un campo di grano dalle lance dei partigiani-guerrieri greci - dentro ai grandi occhi stupiti della ragazzina-io narrante - e il copione della tragedia italica e dei paesi indifesi in cui si consumavano le stragi e le ritorsioni e le decimazioni dentro e fuori le chiese era lo stesso: i civili, uomini, donne, vecchi e bambini, che pagano un debito di sangue enorme e terribile al nemico in ritirata inviperito per il tradimento militare.
Ma non si dice: 'Al nemico che fugge ponti d'oro'? Perché non inquadrare le milizie partigiane in battaglioni annessi alle truppe alleate in risalita da sud e braccare i tedeschi in ritirata accelerandone l'evacuazione? La Storia non si fa con i 'se' e con i 'ma' e tuttavia la questione è stata posta e gli storici l'hanno dibattuta e forse qualche massacro ce lo saremmo risparmiato.
E, ancora una volta, è nello specifico delle pagine della Storia e negli interrogativi drammatici che ci presenta che si compie il rito della Memoria - che non è celebrazione, bensì rappresentazione dei fasti e dei nefasti e analisi puntuale delle parti in tragedia e dei protagonismi colpevoli.
Ma dalle rievocazioni teatrali e cinematografiche basate su quei fatti lontani sembra uscire, invece, un coro ineluttabile da tragedia greca dove i mortali sono marionette agite dagli dei olimpici e sopra tutti impera il nero Fato col seguito delle Parche.