martedì 30 agosto 2022

E anche nel Tirolo...

 Chissà se anche il Tirolo italiano partecipa dell'infelice divisione dei centomila e passa 'rifugiati' dei barconi e dove sono e cosa fanno. Se li ha accolti - obtorto collo, suppongo -, li trovi nelle città più grandi. Bolzano, di certo, dove il melting pot del bilinguismo italo-tedesco ha aperto varchi storici di 'ospitalità' in futuro più estese e variate, ma più perché è nelle città che si trovano nicchie di sopravvivenza provvisoria e coatta prima di prendere il largo verso le babilonie europee del nord.

Nelle cittadine come Brunico e nei paesuoli acquattati nelle valli limitrofe proprio non li vedi i mutanti dell'Europa futura che non riusciamo a immaginare - e ci spaventa per le identità irrimediabilmente perdute. Qui trionfa l'etnia unica tirolese contadina e, d'altronde, che ci vivrebbero a fare, africani e siriani e palestinesi, in un'economia alpina e dell'alpeggio che presume la proprietà dei terreni o la mezzadria e origina dalle solitudini dei grandi masi multi familiari (oggi quasi tutti 'gasthof' o agriturismo, grazie alle generose elargizioni italiote alla tanto contestata 'Autonomie') e grandi cristi appesi lungo i sentieri?
E gli unici 'marocchini' di vecchia immigrazione che ho incontrato sul trenino multicolore della Pusteria parlavano un misto di tedesco e residua lingua delle origini e a voce bassa, educatamente, proprio come gli indigeni che affollavano il vagone - segno che il 'clima sociale' che ti integra e ti condiziona a dovere funziona, ma tu vallo a raccontare a quegli sbracati cittadini coi telefonini incollati all'orecchio e i toni altissimi delle private conversazioni e il collo delle t-shirt in erezione che incontri a decine nel corso del mesto rientro.
E l'ammirazione che provi per questa gente che ha addomesticato le solitudini alpestri e delle valli silenziose e ha saputo creare ricchezza e benessere pur nell'assoggettamento al nemico storico di ben due guerre è anche per le architetture delle nuove case - sempre eleganti e funzionali e 'pulite' e per quei veri e propri templi e cattedrali che sono i fienili e i capanni per il ricovero degli attrezzi, dove trovano spazio perfino i decori e le geometrie delle assi e travi di abete e ne respiri gli olezzi resinosi. Chapeau.
Come recriminava la statua di Garibaldi nel film 'Il Comandante e la cicogna': 'Se lo sapevo vi lasciavo agli austriaci.' Già.

Preparatio autunnorum.

 

Preparatio autunnorum (ora pro nobis).

Ho ascoltato un tale su 'radiotrescienza', poco fa. Mesi fa lo si sarebbe definito 'un esperto' - ai tempi dei virologi 'dotti medici e sapienti' di grido. Che una ne sostenevano, un'altra ne studiavano - e si guardavano allo specchio, aggiustando il pizzetto prima della prossima comparsata televisiva per tenere desta l'attenzione sul terribile Covid dalle mille varianti che ci atterriva e, talora, ci rianimava.
E non è cambiato molto. in verità, di quei messaggi televisivi/radiofonici angoscianti, atti a riempire i centri vaccinali di succubi alle terze e quarte dosi (il tale esperto, alla radio, azzardava una quinta, in verità, per i mitici 'soggetti fragili' come si trattasse di fragoline di bosco, che una tira l'altra) e siamo ancora a quel video satirico dei 'virologi in tivù' che ha spopolato sui 'social' tra il 2020/21.
Riassumendo. Il Covid varia, varia, varia.
Dopo Centaurus avremo il Minotaurus e forse Caronte e varia altra consorteria diavolesca.
Ma ci stiamo abituando/convivendo.
I vaccini di nuova generazione sono quasi pronti e le case farmaceutiche fanno/faranno affari d'oro perché, pare, si dice, che non ce li passeranno più gratis.
Pagheremo caro, pagheremo tutto, come per le bollette del gas e dell'energia . e, forse, si scoprirà una variante russa, chiamata 'La Putina' che sarà debellata da un vaccino-Nato messo a punto in Ucraina, in un laboratorio segreto dentro ad una acciaieria.
Estote parati.
L'autunno è una stagione difficile. Saranno caxxi nostri.
Non è esclusa la variante 'Meloni', contagiosissima, ma fatale solo a quelli del pd e del terzo pollo. 
Si provvederà a rianimarli, dopo il 26 di settembre, con priorità a Renzi e Calenda.
That's all, folks.
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Che geni!!! Ahahahahahah

 

lunedì 29 agosto 2022

Je suis Linus.

 

30 agosto 2020

E qualche vignetta delle più note la butta in filosofia e transiti da un mezzo sorriso a un pensiero molesto perché è vero che non c'è precisa identità tra una idea alta di umanità - che rintracci solo in singoli episodi di persone speciali, e alcune le diciamo 'sante' o 'eroi' - e i 'common people', la 'ggente' de noantri.
E la 'ggente', invece, è una massa di personaggi indefiniti e inclassificabili; metti quelli degli assembramenti e delle movide, subito bollati come untori di ritorno, 'ggente' irresponsabile e ingovernabile e che ti fanno perfino le marce contro l'uso politico del covid e lasciano supporre che qualcuno ci campi sopra questa disgrazia per far durare lo s-governo della repubblica.
Idea non peregrina, in verità, se consideriamo lo spavento che i giornalisti embedded inducono nei telespettatori meno muniti di armi critiche - e sparano a palle incatenate fuori dai video i numeri in aumento dei 'contagiati' (aita!aita!) e solo a mezza voce aggiungono che i tamponi che li rivelano sono in aumento esponenziale. Tamponi che vai contagiati che trovi, giusto per semplificare ad uso della 'ggente'.
E giornalismo d'accatto e 'più realista de re' che ci dice la 'ggente' organismo e categoria sociale fragile e soggetta alle peggiori suggestioni e obbedienze.
Oui, je suis Linus.
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Il tempo dei filosofi.

 



 

Platone, Socrate e tutti gli altri a seguire. 30 agosto 2020


Lo so che pensate che è per via della sua avversione alla scrittura che mi sta antipatico il Platone.
E un po' è vero e anche i librai post moderni lo hanno in uggia dal momento che affermava che non basta comprare e leggere i libri per sapere tutto quello che è necessario sapere - e solo noi professori e titolari di accademie possiamo spiegare e dire vera sapienza quella che prendiamo in considerazione e la ammanniamo ai seguaci e discepoli prostrati in adorazione.
Un vera e propria difesa della casta dei sapienti, la sua – e chissà che cosa direbbe oggi il caro Plato e a quali sconcezze si lascerebbe andare sui social contro i 'leoni da tastiera' e i 'sotuttoio' che si permettono di contestare le verità rivelate dei giornalisti professionisti e i professori, un tempo autorevoli e osannati, e dei loro politici di riferimento incollati alle cadreghe con la benedizione clamorosa e colla aggiuntiva dei banchi delle 'sardine'.
Ma converrete che quella sua teoria bizzarra e arzigogolata della caverna dove stanno uomini strani e un fuoco ne proietta le ombre – e, se fanno tanto di fuoriuscire restano accecati dal sole della Verità – è piuttosto cerebrale e, se è vero che ha ispirato il doppio reale e virtuale di Matrix, come ci spiega il professor Ferraris in tivù, gli risponderemo che quel film non ci ha convinto per la stessa ragione dell'arzigogolo e del cerebralismo che, come ci direbbe il poeta delle 'Feuilles Mortes':
'Le mond mental ment monumentalment.'.
E a noi pare che abbiano ragione i poeti coll'invitarci che fanno a godere del semplice cinguettio degli uccelli in natura e della bellezza dei petali e dei pistilli dei fiori coloratissimi e dell'azzurro del cielo e delle spirali delle conchiglie che hanno le stesse proporzioni matematiche delle spirali galattiche - e ci viene in mente la 'Miseria della filosofia' che proveremo a rileggere per capire chi aveva in mente di contestare l'autore del libro e cosa.
E Aristotele, pur nella sua ignoranza della legge gravitazionale (che arrivò ad affermarsi di lì a qualche secolo, sia detto a sua discolpa) ci sembra miglior filosofo, pure se 'terra-terra', di quell'arrogante suo predecessore, quantomeno nel suo considerare le apparenze per quel sono e ci appaiono e non ingannano: evidenze dei sensi che, sole, ci restituiscono il senso di realtà e di Verità che Plato rimandava alle inarrivabili Idee iperuranie.
Ecco, l'ho detto, ho fatto outing. Sono aristotelico e anti platonico. E neanche i sofisti e gli atomisti sono così male, a ben leggerli e studiarli.
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Pericle e Biden. Una faccia, una razza?

 


Lasciatemelo dire: 'Io non ho mai capito le democrazie.' Come è perché nascono, chi soffia sul fuoco delle rivolte, chi sono i capintesta che pretendono di sostituirsi ai vecchi capi occupanti e i loro perché e quali vantaggi ne vengono rispetto ai despoti dei vecchi imperi.
E non mi entusiasmano neanche i ricorrenti 'moti indipendentisti' dei popoli per le uguali ragioni.
Perché mai i capi della rivolta di popolo della 'Repubblica di san Marco', per dirne una, avrebbero dovuto governare meglio degli occupanti austriaci in uscita? Anni dopo, forse, si sarebbe denunciata la corruzione di alcuni di quegli uomini nuovi e sarebbe montata la protesta e il ciclo della rivolta sarebbe ripreso.
Le democrazie, in generale, non brillano per buongoverno e specchiata onestà dei loro governanti. Bene che vada sono il 'meno peggio' rispetto ad altri sistemi di governo, id est le dittature, si dice, si addita a ludibrio. Pericle ad Atene è un luminoso esempio di ciò che dovrebbe essere la democrazia di ogni popolo e luogo, ma la storia successiva dell'affermarsi delle democrazie occidentali non offre molti altri esempi degni di lode e ammirazione ed esenti da critiche radicali.
Paroni in casa nostra, dite? Nostra di chi? Di coloro che possono vantare una unità di lingua, di luogo, e un vago, indefinibile 'comune sentire' di popolo? Salvo poi, nel tempo presente, offrire la cittadinanza a gente che arriva a meno del cinque per cento di possesso del nostro ricco vocabolario o usa ancora i verbi all'infinito? Unità di lingua e di popolo e 'comune sentire' - come nell'Ottocento dell'entusiastica formazione dello Stato nazionale - o le conflittuali mescolanze odierne di popoli vari e diversi, affluenti e arrembanti a migliaia sulle nostre coste e stipati nelle enclaves nemiche delle 'banlieues' del disagio sociale nelle metropoli europee dei vigliacchi attentati dei 'radicalizzati sul web' di seconda e terza generazione di immigrati?
E cosa sarebbe stata la democrazia della 'rivoluzione di piazza Tahrir', dove avvennero i gesti incresciosi di aggressione alle incaute donne presenti da parte di vogliosi giovanotti 'democratici' di freschissimo conio? E i 'fratelli mussulmani' tramavano nell'ombra e soffiavano sul fuoco della rivolta per affermare il loro dominio teocratico futuro nient'affatto democratico. E vogliamo parlare della democrazia in Siria, costola tragicissima di quel dissennato 'enforcing freedom' di parte americana - americani dissennati che soffiarono sui fuochi delle pretese 'democrazie arabe'?
Per arrivare ai 'fatti di Maidan' e agli 'accordi di Minsk' disattesi da entrambe le parti contraenti (gli Ucraini opportunamente consigliati dalla 'parte atlantica' agente nell'ombra) e alla guerra del Donbass fitta di atrocità dei nazistoni Azov e durata ben otto anni senza che l'Occidente menasse scandalo sui suoi liberi giornali e riviste e televisioni. Una specchiata, luminosa democrazia quella dell'attore Zelensky, ben diretto in video e in voce e servizi fotografici patinati su Vogue dagli stessi consiglieri occidentali che ne hanno favorito l'ascesa? Enforcing freedom anche in Ucraina, ma, dall'altra parte, stava l'orso russo in attesa di zampata. Anche nucleare, s'è detto e ripetuto da ambe le parti in conflitto.
Per tutto ciò esposto e rammentato, cittadini, mi corre l'obbligo di raccomandarvi prudenza e senno sempre attivo nelle vostre laudi delle/a democrazia. Che, come abbiamo visto e rammentato si intesse del maledetto caos del mondo e dei tempi più o meno grami in cui prende forma nuova - e Biden, per certo, non può essere indicato quale emulo di Pericle ad Atene, per quanto lo stesso Pericle, giudicato da noi moderni, non andrebbe esente da critiche per lo sfacciato imperialismo di Atene nel contesto del Pelopponeso e delle guerre ricorrenti di cui ci narrano gli storici di allora.
E ci vollero i Persiani di Serse e di Dario per dare la scossa 'occidentale' ai Greci e unificare sotto la bandiera dell'Ellade i popoli delle città-stato l'una contro l'altra armate.
Che siano gli odierni Russi (quei Persiani di allora) che ci costringono, manu militari, a ripensare la democrazia e il senso profondo del dare la vita (e svenarsi per le bollette dell'energia domestica e battere i denti per il freddo) per la nuova patria europea?
Ai posteri l'ardua sentenza.
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sabato 27 agosto 2022

L'essere questo sconosciuto.


Che vi sia ciascun lo dice. L'Essere e il Covid. 27 agosto 2020
'Perciò è necessario che sia per intero, o che non sia per nulla.' - Parmenide


Diciamo che se l'è cercata, il Parmenide, la contestazione radicale dei sofisti – che di quel suo rovello sul Nulla che non è e l'Essere che è, perché non può non essere, si burlarono e gli tolsero la sedia di sotto al sedere affermando che la Verità non esiste e buonanotte al secchio.
E ha un bell'affermare, il Parmenide, che le cose non sono e tutto del mondo degli uomini è apparenza, velo di illusione, però se gli cascava una tegola sul capo, beh quella è esperienza ben tangibile e il bernoccolo ne è la prova provata e sarà pure illusione ma duole, mannaggia, oh se duole e fa 'veder le stelle'.
Stelle che sono perché rilucono di notte – e oggi sappiamo che bruciano idrogeno ed elio e sono bianche e nane o giganti rosse e collassano e diventano buchi neri e sfumano in una qualche cosmica idea del Nulla, - che è o sarà e ce lo diranno gli ardimentosi con le loro magnifiche navicelle spaziali che vi si faranno inghiottire, scomponendo la materia nelle sue componenti ultime di particelle e onde.
E di Parmenide diciamo che si è incartato, in quelle sue bizzarre idee del Nulla che non è perché l'Essere non può provenire dal Nulla – e mi piacerebbe, in una teoria del Tempo circolare e viaggi nel Tempo possibili in una diversa fluttuazione cosmica, andare a fargli visita in Grecia (ben altra da oggi e magnifica di templi e mare pulito) e raccontargli un po' delle nostre scoperte della meccanica quantistica e che E=mc2 e della teoria del Caos e dell'entropia che scaturisce dalle leggi della termodinamica e della dissipazione dell'energia, che sembra che tutto finirà in Nulla, se non progrediamo ulteriormente nelle conoscenze delle cose prime ed ultime e la fermiamo, se mai ne saremo capaci.
Ma l'impressione è che non ne capirebbe un granché delle future cose dell'Essere e del Tempo e del Big bang del plasma ipercompresso che prefigura l'odiato Nulla e mi prenderebbe per matto e mi denuncerebbe per paganesimo ai probiviri della città - e dovrei premere il pulsante di rewind di un ritorno al futuro che ho nella cintura e mi ritroverei nel confortevole presente dove tutto è e non é, ma non ce ne importa un fico.
Neanche del Covid – che vi sia ciascun lo dice, ma quanto sia attivo e/o depotenziato nessun lo sa, vedremo in autunno. Ecco un'altra cosa di cui avrei dovuto parlare con Parmenide, mannaggia.

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venerdì 26 agosto 2022

Tutto quanto avreste voluto sapere sulla guerra di Ucraina e non avete mai osato chiedere.


Tutto quanto avreste voluto sapere sulla guerra di Ucraina e non avete mai osato chiedere.


Scoppia in tivù il dramma delle economie europee allo sbando e delle bollette delle famiglie stellari e le aziende che chiudono per l'insostenibilità dei costi dell'energia. E la cosa buffa – se qualcosa di buffo si ravvisa in tanto bailamme di dichiarazioni pre elettorali – è che tutti-tutti i partiti in lizza affrontano il gatto inferocito della questione gas (che brucia insensatamente nel cielo della Finlandia filo Nato mentre Sanna Marin si mostra in video felice ninfa danzante) e delle bollette relative dalla coda della questione.
Come agire sui costi, come rimborsare le aziende e le famiglie per i maggior costi quando la risposta prima e la maggiormente efficace e sensata per un ritorno ai liberi e vantaggiosi commerci pre bellici è una dichiarazione politica che suoni a pentimento e penitenza delle troppe imbecillità politiche pronunciate fin qua:
'Prendiamo, come Europa, le distanze dalla guerra per procura Nato in Ucraina e smettiamo d'un subito le stupidissime sanzioni che ci penalizzano e l'invio di armamenti colà - che ci rendono complici e co-belligeranti.'
Da far recitare ad una Von der Leyen con atteggiamento compunto e voce tremante e cenere sul capo.
Ma abbiamo, invece, il seguitarsi della follia filo Nato della Truss, aspirante premier anglosassone, che si dice pronta a premere il pulsante nucleare, se del caso. Valutiamo se è il caso di imbavagliarla e spedirla su Marte - con annesso il pulsante rosso - per le necessarie prospezioni pre sbarco degli immigrati anglosassoni futuri.
E parola di sensatezza e saggezza ci vengono, invece da Raniero La Valle, sul 'Il fatto' di ieri che scrive:
'(…) E' una guerra bizzarra e insensata, e non era affatto necessaria. Platealmente annunciata, ci voleva niente per evitarla. Bastava smettere di dire che l'Ucraina stava per entrare nella Nato (…) bastava, per il Donbass, rispettare gli accordi di Minsk. Sarebbe bastato un negoziato in cui si stabiliva la neutralità dell'Ucraina e una auto determinazione per il Donbass, come ventilato nell'incontro tra i belligeranti ad Ankara. Invece Biden e la Nato si sono affrettati a dire che sarebbe stata una guerra di lunga durata. Zelensky è andato sui teleschermi di tutto il mondo a chiedere armi agli 'Alleati' (sic) che, insieme a Draghi, gliene hanno fornito sempre di più e sempre più aggressive e di lunga gittata (n.d.r.) e la guerra è diventata perenne (…)
Nè Putin ha scatenato l'Armata ex Rossa o ha voluto rischiare i 26 milioni di morti della seconda guerra mondiale. Così la guerra di Ucraina è diventata una guerra strutturale; non più tra Russia e Ucraina, bensì per il nuovo ordine del mondo, mettendo ai margini la Cina e la Russia...'
Non si poteva dire (scrivere) meglio. Il 25 di settembre proviamo a cambiare l'ordine delle cose.
E' difficile, lo so, ma proviamoci. Ne va della miseria nera che incombe su di noi, sui nostri bassi redditi sempre più bassi e sulle economie fragili di Europa, il folle continente s-governato da politici imbelli e incapaci.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 3 persone, persone in piedi e spazio al chiuso

 

Mezze vigogne e vecchi merletti.

  Mezze vigogne e vecchi merletti - 26 agosto 2020


Data la vistosa asfissia di temi e argomenti e l'affanno redazionale dei nostri giornalisti televisivi che continuano a propinarci 'focus' e approfondimenti sul virus dormiente, ma che si risveglierà in autunno (tanto che perfino un tale a Hong Kong, udite, udite! si dice sia stato colpito una seconda volta dal virus, aita, aita!) mi permetto modestamente di suggerire alcuni altri temi di grande interesse su cui esercitare il nobile mestiere di informatori infodemici.
a) C'è vita nel cosmo? Con il corollario di interviste a cosmologi valenti e scienziati (i virologi no, per favore!!) che rispondano da par loro all'annoso quesito e spieghino, con dovizia di particolari, il perché i nostri coinquilini vicini e lontani si tengono ben discosti dal pianeta Terra. Che sia a causa del Corona virus e giornalisti associati?
b) Quale sviluppo economico è possibile per i paesi della fascia subsahariana che consenta a quegli indigeni di abitare felici la loro meravigliosa patria e contribuire in loco alla sua futura crescita economica – evitando, conseguentemente, di intasare i mitici 'lager libici' col fine di partecipare alla lotteria del naufragio organizzato e infelicissimo approdo in Europa, grazie ai molti taxi del mare sempre disponibili al largo.
c) Il ritorno degli alpeggi di alta quota nelle Dolomiti orientali e la strana commistione di specie autoctone commiste a vigogne, lama sputacchianti e alpaca. Quale futuro per la lana che se ne ricava e quanto confortevoli sono le giacche da mezzo pomeriggio filate in mezza-vigogna.
E, in chiusura, un servizio dedicato al merletto – arte negletta e dimenticata, ma che ha alcune, importanti nicchie di sopravvivenza – con primissimi piani dedicati ai disegni e alle meravigliose trame e alle dita delle lavoranti che creano quelle umane tele di ragno che, presto, torneranno a decorare i nostri mobili tirati a lustro e i quadri alle pareti.
Nella viva speranza di poter ancora aprire la tivù la mattina e ascoltare gli echi del vasto mondo piuttosto che la trista geremiade coronavirica che ci ha frullato gli zebedei da molti mesi ormai – che perfino una canzone di Renato Zero o di Gigi d'Alessio ci sembra più interessante e miglior colonna sonora dei nostri mattini d'estate.
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martedì 23 agosto 2022

Elogio della follia.

 

Elogio della follia e ritorni al futuro (gramo).
Avete presente quel senso di piacevolissima frescura che, dalle prime luci dell'alba e fino alle otto/otto e mezza del mattino, vi restituisce il piacere di sorseggiare il caffè seduti nella terrazza dei prossimi calori estremi del sole che già vi fa capolino? Ebbene, vi parla di futuro.
E se, come ho fatto io, avete appena fatto pulire la caldaia, obbedienti ai dettami sul risparmio energetico in vigore, lo sguardo vi corre sul rettangolo metallico che la contiene, fremente di prossime combustioni, e vi chiedete se mai vi affluirà, da qui a un due mesi, qualche metro cubo di gas metano vagante per caso negli oscuri depositi del vostro fornitore di fiducia.
E' l'autunno che incede con lentezza indicibile, cari voi, e lungamente ci dice addio (V. Cardarelli). L'autunno del nostro scontento.
Addio alle piccole, care cose della normalità del nostro vivere di ieri che oggi ci appaiono dei lussi - e già ci immaginiamo saltellare come diavoletti coi piedi scottati in quel di novembre nella stessa terrazza dell'odierno calore estremo con indosso due pile sopra il maglione e magari, sotto i pantaloni, i mutandoni-collant in lana di quando il nonno era militare che, chissà come e perché, non abbiamo mai deciso di insaccare nei cassoni della Caritas, beata previdenza!
E questo scenario di mutazioni straordinarie del primo ventennio del millennio entrante (un passo avanti e due indietro del nostro tragicomico 'ritorno al futuro') lo dobbiamo ai diktat stolidi dell'atlantismo filo Nato e delle 'sanzioni alla Russia' volute fortemente e con arroganza degna di miglior causa dall'uomo della provvidenza mattarelliana che tuttora ci s-governa e fino ai primi di ottobre, mese di grandi mutazioni, ma stavolta nel campo della politica.
Ed è difficile dire che qualche cosa cambierà, nella ventura improbabile che a capo del governo futuro vi sarà una giovane donna (non la deliziosa e sexi Sanna Marin baccante/danzante, che avete capito?) perché l'atlantismo filo Nato è una iattura storica che non ce la leviamo di torno neanche a morire (e morir dobbiamo, ce lo chiede la Patria, olé!) – e ci troveremo tutti in piazza san Giovanni in quel di gennaio 2023, avvolti nelle coperte a doppio strato, smagriti per le auto combustioni dei nostri corpi fragili e, battendo i denti, grideremo gli slogans del neutralismo e 'no agli armamenti all'Ucraina e alla guerra per procura Nato' che ci salverebbero, forse, dal lasciarci le penne per le malattie da raffreddamento che conseguono ai riscaldamenti inesorabilmente spenti.
Scenari di guerra e post bellici delle fotografie dei nostri avi partigiani (oggi e sempre resistenza?🥹), che mai pensavamo potessero ripresentarsi uguali sul proscenio della Storia (un passo avanti e due indietro) - e la stolidità degli s-governanti di ogni risma, passati, presenti e i futuri a recitare compunti, davanti ai maggiorenti di Europa schierati in penosa parata assieme a Biden, le giaculatorie della fedeltà ai patti Nato obsoleti, ma capaci, a tutt'oggi, di fiondarci nel bel mezzo di una terza guerra mondiale a pulsante rosso nucleare.
Elogio della follia. Correva l'anno...

lunedì 22 agosto 2022

Quel che avviene nello stato libero di Bananas-Italia.


Le metafore del Medioevo islamico - 23 agosto 2016

A spiegarmi dettagliatamente tali ingarbugiate posizioni sono stati i Tabligh Eddawa, il movimento radicale islamico che professa "l'unico vero islam" in Italia. Quando presentai la domanda a Jaouad Benali, un ragazzo 20enne che abita vicino Modena, fu più chiaro di tanti saggi imam nell'enunciare le sue motivazioni. "All’inizio, quando ero lontano dalla strada di Allah - mi raccontò - ho avuto anche diverse 'morose'. Ne cambiavo tante. Ma ora ho capito perché Dio chiede alla donna di coprirsi. La donna è come una banana: se gli togli la buccia, dopo due giorni diventa marcia". Impura, insomma.
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