lunedì 27 agosto 2018

Non c'è peggior cieco e sordo....

Non c'è peggior sordo e cieco...
Non stiamo parlando delle stesse cose. Come con l'afa, che fa percepire temperature superiori alle effettive e ci asfissia ed affanna, la questione immigrazione massiva ed illegale e tutti i suoi correlati negativi di naufragi organizzati e criminali ci fa percepire e lamentare di cose che l'oppositore della porta accanto non vede e non sente. E, come si dice, 'non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.'
E di sordi e ciechi se ne contano a centinaia/migliaia, ahinoi, e molti di loro affollavano il molo del porto di Catania della nave 'Diciotti' con bandiere e slogans privi di senso o, quantomeno, traslati ed astratti - epperò si sentivano forti per il numero e per i riti sciocchi del gridare e manifestare per i loro campioni come allo stadio, ma i numeri degli elettori/trici contrari al loro sentire e parteggiare sono a loro larghissimamente sfavorevoli e perderanno anche la partita delle elezioni europee; se ne facessero una ragione e si accontentino e si riducano ai 'più miti consigli' del caso; oppure agli insulti stupidi quotidiani, come l'avvilente 'pezzi di merda' a noi rivolto dal loro barbuto filosofo di fiducia, il mr Prezzemolo incazzoso veneziano.
Avete perso il contatto con la gente, voi gente odiosa/odiata del pd e dintorni e le stanche feste dell'Unità vanno diserte di folla perché state dalla parte sbagliata della barricata e vedete il mondo con occhi presbiti e astigmatici e vi riempite la bocca di idee e ideali astratti e buoni solo per i libri di filosofia proiettati sul quarto millennio delle supposte 'magnifiche sorti e progressive'; e scambiate l'esercizio di una bontà e pietas indebite e fuori proposito con un problema concreto e tragicissimo e da governare con polso fermo, qual'è l'esorbitante numero di africani arrembanti nel Mediterraneo - che, se solo si fa tanto di allentare la presa sui porti chiusi alle o.n.g. , si tornerebbe ai numeri di 4000 al giorno, come ai tempi dei governi Renzi/Gentiloni.
E dimenticate, voi gente odiosa/odiata di s-governo passato, presente e futuro, di descrivere e occuparvi di tutto ciò che esorbita ed eccede e sgomenta, dopo gli stanchi riti dell'accoglienza nei centri di detenzione e identificazione. Dimenticate di parlarci dei troppi clandestini che evadono a migliaia e sciamano, indesiderati, per l'Europa dei confini Schengen e bivaccano nelle stazioni e nei porti e davanti agli ingressi dei supermercati e mendicano e delinquono e si aggregano a sciami nelle periferie urbane del nostro scontento e della miseria cronica e diffusa.
Se non possiamo/sappiamo offrire loro un lavoro perché illuderli di 'accoglienze' e 'integrazioni'?
Non siamo il loro Bengodi, - non lo è neanche per noi stanziali - facciamoglielo sapere già sulla sponda libica, prima che si imbarchino sui gommoni dei naufragi organizzati e criminali, usando del grimaldello della bontà indebità per violare il confine sud dell'Europa con la complicità delle o.n.g..
Non è questo che noi cittadini vogliamo vedere nell'Europa che ci apprestiamo a cancellare con i voti populisti in crescita dirompente. Tornate a parlare di politica, se ne siete capaci, tornate tra la gente, nel senso più ampio e 'volgare' del termine, e allontanatevi dalle vostre conventicole supponenti e dai conventi degli esercizi spirituali. Qualcosa è cambiato sotto ai vostri occhi di presbiti e molto altro cambierà.
ILFATTOQUOTIDIANO.IT
Le immagini dei campi improvvisati di profughi venezuelani dati alle fiamme da orde di brasiliani adirati che con violenza hanno cercato fisicamente di rispedire i migranti oltre il confine nazionale, danno bene l’idea del clima di tensione che si respira in Brasile. Nello stato del Roraima, al co...

domenica 26 agosto 2018

L'importanza delle parole


 

Le parole sono importanti e 'denotative' di una partigianeria, affiliazione, mozione d'affetti e dei vari 'desiderata' della persona che le pronuncia o scrive.
Nell'articolo qui sotto, tratto da 'Il Fatto quotidiano', potete facilmente desumere, prima ancora di leggerlo per intero, quali sono i sentimenti e le convinzioni politiche dell'autore, notando i due aggettivi negativi esposti nella titolazione: 'peggiore' e 'vana'. Che indicano con grande chiarezza una sua interpretazione faziosa - e facilmente contestabile e rovesciabile nel suo opposto solo che si prenda in considerazione il complesso di fenomeni correlati all'evento: 'nave Diciotti' e i richiedenti asilo pescati in mare aperto e ivi stipati per giorni e giorni.
Se si prende in considerazione il consenso elettorale ottenuto dal vicepremier Salvini, ad esempio, la sua ferma determinazione a fermare lo sbarco e ingaggiare un braccio di ferro con le facce di tolla europee - che continuano a fare orecchie da mercante sulla annosa questione 'immigrazione illegale e massiva' – gli è valsa un incremento di qualche punto percentuale – e, se si continua così, il suo partito alle europee otterrà, verosimilmente, percentuali bulgare.
Quanto all'aggettivo 'peggiore': il suo riferimento all'azione azzardatissima del magistrato di Agrigento contro il ministro Salvini – destinata a esiti di pura propaganda filo pd e nessun seguito giudiziario futuro validato e legittimato – è fortemente probabile che si traduca in un malanimo maggiore contro la casta degli impuniti e impunibili magistrati che 'fanno un uso distorto della pretesa giustizia' – come denunciava il pdl di Berlusconi ai tempi suoi, che faceva quadrato attorno al suo leader; e quei vulnus e feroci attacchi quotidiani hanno ferito e intaccato in profondità la credibilità di una magistratura in larga parte politicamente schierata e partigiana.
E usava parole impacciate, stamattina, anche il dicitore delle notizie di rai news24 - rete ammiraglia filo pd - nell'accostare le due notizie dell'avviso di reato ricevuto dal vice premier Salvini e quella delle due violenze carnali e stupro da parte di due senegalesi nell'arco di 48 ore.
E il dicitore aggiungeva, visibilmente impacciato, l'avverbio 'purtroppo', - che, se avesse potuto, avrebbe volentieri omesso di citare la parola 'senegalesi' riferita ai due violentatori perché conscio del potenziale negativo contenuto nell'accostamento tra immigrazione massiva e i crimini in aumento percentuale riferiti agli immigrati di cui le cronache ci danno tragica contezza.
E ce lo ricordava anche Nanni Moretti, in suo memorabile film, che 'le parole sono importanti'. E che un uso distorto o miserabilmente partigiano delle parole può giocarti percentuali importanti alle prossime elezioni europee. Pd avvisato mezzo salvato.
Ma anche: 'Chi è causa del suo mal pianga se stesso (e chi più ne ha, più ne metta).'
p.s. Vale anche per i filosofi in tivù.
ILFATTOQUOTIDIANO.IT
Si chiude nel modo peggiore la vana prova muscolare del vicepremier. Che riesce a ottenere solo 20 ricollocamenti in Albania un’altra ventina in Irlanda. Due eritrei: “Siamo fuggiti dalla nave di notte a nuoto”

LA CONDIZIONE UMANA DEGLI EMIGRANTI E IL TRADIMENTO DELLA POLITICA DELL'ACCOGLIENZA

LA CONDIZIONE UMANA DEGLI EMIGRANTI E IL TRADIMENTO DELLA POLITICA DELL'ACCOGLIENZA - di Massimo Antonicelli
Fatico a trovare le parole per commentare la colossale macchina dell’ipocrisia ancora una volta messasi in moto nell'occasione del fermo dell’unità navale della Guardia Costiera italiana nel porto di Catania. Questo episodio segue a ruota altri casi simili come quello di Pozzallo e rischia di riproporsi molte altre volte nei prossimi mesi se non si chiariranno fino in fondo responsabilità e certezze nella catena di comando. Sulla legittimità dell’azione della magistratura si ha la netta impressione che i giudici siano più alla ricerca di un cavillo giuridico per incastrare il Ministro che per compiere il loro dovere di ricerca della verità. L’azione è perciò a mio (e non solo mio) parere politica nella sua accezione peggiore.
E’ quindi purtroppo palese che a nessuno interessi davvero la sorte degli emigranti, intesi come persone, ognuna con la sua unicità e i suoi sogni di emancipazione, ma attraggano piuttosto come argomento di propaganda politica; men che meno agli esponenti dell’opposizione che fanno finta di preoccuparsi delle loro condizioni fisiche, per altro sotto controllo fin dal primo momento del salvataggio in zona di ricerca e soccorso maltese. Tutti sanno benissimo che su questo nuovo braccio di ferro si gioca il futuro del governo italiano, il quale – per altro - ha messo a nudo la nullità dell’UE, un’unione artificiosa che di moralità e solidarietà parla soltanto, guardandosi bene da porre in atto meccanismi di risoluzione di questi flussi migratori incontrollati o forse molto ben controllati e pianificati dietro le quinte. L’obiettivo chiaro è quello di far fallire il governo. La pelle degli emigranti conta meno di zero.
Mi dispiace molto che tanti amici a cui voglio bene e che continuo a stimare si lascino irretire da questa propaganda e che pensino, assolutamente in buona fede, che la linea del nostro governo sia "vergognosa", "disumana", "razzista". Io penso il contrario, altrettanto in buona fede e con cognizione di causa.
Si fa finta di non sapere che gli emigranti, una volta entrati in Italia, accedono alle procedure previste per gli stranieri perseguitati nel loro Paese d'origine, che possono trovare asilo e protezione sul nostro territorio con il riconoscimento dello status di rifugiato soltanto qualora ne ricorrano i presupposti; si fa finta di non sapere che per la stragrande maggioranza queste persone non hanno le caratteristiche per ottenere tale status; si fa finta di non sapere che queste persone emigrano dalle loro terre perché mosse legittimamente da voglia di riscatto e voglia di lavorare, ma sono costrette a mentire per entrare negli incredibili meccanismi procedurali dell'accoglienza; si fa finta di non sapere che i “minori” spessissimo tali non sono e che per intuitivi motivi forniscono sovente false generalità ben istruiti da chi di dovere; si fa finta di non sapere che gli emigranti sono di fatto sequestrati dalle strutture di accoglienza spesso oltre due anni, in attesa di ottenere la documentazione necessaria per la valutazione della loro posizione: in questo lunghissimo periodo le loro vite sono sospese e alla mercé di imprenditori che ottengono sulle loro teste un incasso medio lordo di 1.000 euro al mese per ognuno; si fa finta di non sapere che in questo lunghissimo periodo la loro libertà è vigilata e le occupazioni che eventualmente ottengono sono rare e mal pagate; si fa finta di non sapere che la frustrazione crescente per tale condizione genera talvolta rabbia e talaltra violenza; si fa finta di non sapere che, statisticamente, tra loro vi possono essere malfattori magari fuggiti dalle carceri dei loro paesi d’origine; si fa finta di non sapere che gli emigranti che non ottengono lo status di rifugiato dalle commissioni preposte e vedono bocciato il successivo ricorso presso il tribunale, vengono accompagnati fuori dai campi di accoglienza e abbandonati a se stessi. I migliori cercano accoglienza presso loro connazionali, lavorano illegalmente ai margini della società o ingrossano le fila della manovalanza sottopagata dei campi agricoli soggetti alle impietose regole del caporalato; i peggiori cercano il guadagno facile nella malavita.
Davvero si ritiene che questa commedia dell’ipocrisia debba andare avanti ancora per molto? E nel frattempo queste persone sequestrate nei centri di accoglienza, stimate nel numero di circa 700.000, che futuro e che speranze possono avere?
E’ del tutto evidente che se si vuole davvero ascoltare la richiesta di aiuto di chi è già ora tra noi, si debba bloccare alla radice questo flusso migratorio. Aggiungere altri problemi ai problemi è pura follia.

sabato 25 agosto 2018

I filosofi del terzo millennio alla prova del futuro globale.



Ci è ben noto, ahinoi, che la televisione è stata – e continua ad essere – una 'cattiva maestra'.
E in tivù appaiono, con inquietante e sospetta frequenza, i pontifex burini dell'insulto sanguinoso e gratuito urbi et orbi ai quali si è aggiunto, l'altro ieri, l'incazzoso filosofo veneziano barbuto che è come il prezzemolo – non dice molto al palato, ma va su tutti i piatti e i video, come la rucola.
Ab rucola (e prezzemolo) libera nos a malo, affermava il Vissani ai tempi suoi (e, in virtù di ciò gli perdoniamo di essere stato additato quale 'il cuoco di D'Alema').
E miglior figura farebbe il filosofo degli angeli se ricordasse a se stesso che: 'Un bel tacer non fu mai scritto' e vi si attenesse e si ritirasse, finalmente, nel protettivo cono d'ombra legato all'età non più fresca – dopo i nefasti della sua azione di sindaco e l'apoteosi negativa del 'ponte di Calatrava', da lui caldeggiato e intitolato alla Costituzione. Che, se è ridotta come il ponte, miracolosamente in bilico tra la riva del passato e quella del futuro, stiamo freschi e un ripensamento e una valutazione tecnica della tenuta delle sue fondamenta sarebbe salutare. Il ponte Morandi è a monito in macerie.
Ma è il merito delle affermazioni del filosofo che ha clamorosamente sbroccato in tivù che va contestato - e vogliamo chiudere un pietoso sipario su quel suo 'picco irritativo' che gli ha strappato dal fondo dei pensieri senili l'alga avvelenata che chi la non pensa come lui è un 'pidiemme' (la tastiera si rifiuta di riscriverlo).
Dice il filosofo veneziano che chiunque pensa di gestire l'accoglienza con le clausure dei sovranismi di ritorno (libera sintesi del suo pensiero televisivo) è un pidiemme.
Non ho dato seguito al video incriminato dov'egli appare pontifex accigliato e incazzoso e mi sfuggono le premesse filosofiche di un pensiero scatologico così profondo e tombale.
Però mi corre l'obbligo di porgli in evidenza visiva gli assalti dei soldati marocchini 'migranti' al muro di Ceuta (si riveda, il filosofo, i video dei tiggì di l'altro ieri sera) - che lanciano impuniti escrementi e calce viva contro gli agenti spagnoli e si mostrano esultanti come guerrieri invasori per aver violato per l'ennesima volta la frontiera maledetta – e chiedergli se è quella l'immagine di 'accoglienza' che ha in mente per la positività apostolica di un globalismo 'no borders' che dovrebbe disegnare il nostro futuro di cittadini europei.
O, in alternativa, si veda l'evidenza visiva dei quartieri 'muslims' di Mollenbeck e delle 'banlieues' di Parigi e di Malmoe, Svezia, dei troppi 'radicalizzati sul web' - assassinii seriali sulle piazze e i ristoranti e i teatri e l'aeroporto della capitale - per chiedergli se è quello l'orizzonte di futuro che ha in mente per noi, suoi concittadini 'pidiemme' che votiamo ostinatamente i populisti e 'stiamo con Salvini' nel suo ostacolare l'assalto organizzato alle nostre coste tramite i criminali naufragi organizzati che hanno riempito le nostre città e paesi di 700.000 sedicenti profughi nell'arco dei tre anni di follia buonista radicale dei governi di sinistra-centro e dei 'patti del Nazareno'.
Dai filosofi veneziani ci salvi Iddio, che dello spegnere la televisione 'cattiva maestra' ci penso io.
ILFATTOQUOTIDIANO.IT
Il governo di Madrid ha rinviato in Marocco un gruppo di 116 migranti che avevano fatto due giorni fa irruzione nell’enclave spagnola di Ceuta. I migranti, come confermato dal ministero dell’Interno, sono stati rimandati indietro nel paese nordafricano a gruppi di dieci in virtù di un accordo b...

venerdì 24 agosto 2018

Riti di iniziazione.

Riti di iniziazione - 23 agosto 2014
Da Barcellona a Venezia infuria il 'caxxo che ci pare' e si vedono foto osè di maschi ignudi e danzanti fuori da un negozio (a Barcellona) e le natiche di una ragazza in foia accucciata sopra il suo partner sul ponte degli Scalzi, - per tacere degli orinatoi in pubblico cestino giusto davanti al Molo di san Marco tra il Todaro e il Leone.
E, forse, tutto questo esibizionismo senza freni e limiti morali e di buon gusto serve a postare un video su 'you tube' che si pretende 'divertente', - e di più lo è quanto maggiore è lo scandalo che solleva sui giornali e le tivù - ma tutto ciò dà la misura di una estensione delle libertà personali ben oltre un convenuto 'limite del lecito' di cui non si ricorda più nessuno, dacché i figli rientrano la notte a casa alle cinque del mattino brilli o strafatti e le madri insonni stanno in pena per tema che un platano se li porti tutti e cinque per un frontale a centoventi all'ora e si legga la notizia, la mattina dopo, sul giornale locale.
Il fatto è che abbiamo cessato tutti, - tutti! compresi noi vecchietti a cui compete la staffetta delle regole e della buona educazione alla generazione che segue - di esercitare un giusto controllo sociale: di scuotere la testa con commiserazione di fronte a certe scene disgustose, di accigliarci e 'mostrare la faccia feroce' di fronte a quegli adolescenti aggressivi che nei luoghi pubblici si compiacciono di provocazioni idiote e linguate e toccamenti osceni alle coetanee e le parolacce dette a voce alta - e guai all'isolato che accenna un rimbrotto perché passerebbe un gran brutto quarto d'ora e 'il branco' vince e la società tutta perde, invece, e si avvia verso gli orizzonti di squallore e vergogna senza fine perché davvero 'non c'è limite al peggio' quando si abdica e si ha paura e nessuna regola più è condivisa e applicata e si lascia briglia sciolta agli adolescenti privi di quei riti di 'iniziazione' che nelle società tribali servono a dirli uomini e guerrieri valenti.
E, forse, anche quei tali rinnegati dell'Occidente e delle sue regole e 'way of life' che vanno ad arruolarsi nell'Isis del califfato di ritorno - e si mostrano più feroci assassini degli indigeni perché devono dare dimostrazione della forza della loro fede di conversi al radicalismo dalla 'sharia' - lo fanno per un vuoto di vita e una mancanza dei 'riti di iniziazione' delle società occidentali tramite i quali forgiare una identità e consolidare una appartenenza. Perché essere immigrati di 'seconda generazione' spesso non si è carne né pesce e la patria di origine sfuma nei ricordi dei genitori e la terra nuova ancora non ti integra né riconosce e premia - e la 'cittadinanza' faticosamente acquisita è astrazione e solitudine di 'banlieues' e i sogni di un futuro migliore si stingono ad ogni anno che passa e rifiuto che ricevi o pestaggio della polizia nel corso delle manifestazioni.
E' davvero un medioevo di ritorno quello che ci mostra una globalizzazione delle 'accoglienze' oltre che delle economie - che prima di rodare un 'ordine nuovo globale' e rilanciare il sogno delle 'magnifiche sorti e progressive' dell'umanità tutta producono la miseria delle presenti delocalizzazioni e le fabbriche che chiudono e l'inevitabile 'guerra di poveri' tra i senza lavoro nostrani e i moderni schiavi delle filande cinesi clandestine che hanno cambiato la fisionomia di Prato, per dirne solo una, la più clamorosa. Usque tandem?
 

Naufragi organizzati

I professionisti della bontà e misericordia indebita che salgono e scendono dalla nave 'Diciotti' per dare residua visibilità e pietoso fiato alle loro stanche geremiadi buoniste - da ben pochi accolte e con riserva di replica – ci mandano a dire che i richiedenti asilo a bordo della nave ci chiedono perché non li vogliamo; e perché il nostro ministro degli Interni non acconsente a farli sbarcare e a dare inizio al costoso iter di assistenza europeo che finirà con l'incentivare la clandestinità della maggior parte di loro, - come è già avvenuto per i loro congiunti e conoscenti che hanno vinto la lotteria Europa tramite procurato, criminale naufragio e si sono incistati a centinaia di migliaia nelle periferie del degrado e della piccola criminalità e spaccio.
Vogliamo dare risposta a quella loro domanda, cittadini? Vogliamo.
Non li vogliamo far scendere dalla nave 'Diciotti' (e le altre navi a seguire) perché siamo d'accordo, in larga maggioranza, con il nostro ministro degli Interni che vuole ostacolare l'abominevole e criminale traffico di esseri umani che origina dai lager libici - dove i poveretti vanno volontariamente a stiparsi per poter partecipare alla lotteria del naufragio organizzato e procurato e conseguente 'salvataggio in mare' da parte della nostra Guardia Costiera e/o dai professionisti della bontà delle o.n.g. al soldo di Soros in contatto satellitare con gli 'scafisti'.
Non siamo d'accordo che l'ingresso nel nostro paese e negli altri stati membri dell'Unione avvenga tramite questa colossale follia cronicizzata e annosa di naufragi organizzati e procurati 'salvataggi' quotidiani - e che si usi a sproposito, sui telegiornali e i giornaloni nazionali, la parola 'pietas' riferita a organizzazioni di criminali ferocissimi che usano spudoratamente del grimaldello della bontà indebita e dell'uso distorto della 'legge del mare' per violare quotidianamente le liquide frontiere di una Europa in gravissimo affanno immigratorio, e che ha pagato prezzi spaventosi di vittime inermi a migliaia a causa dei troppi 'radicalizzati sul web' di prima, seconda e terza generazione di immigrati che hanno rinnegato e offeso la cittadinanza europea a loro troppo generosamente offerta.
Siamo certi che i richiedenti asilo a bordo della nave 'Diciotti' della nostra Guardia Costiera ferma sul molo del porto di Catania sono informati della possibilità che hanno di usare dei loro soldi (che così generosamente versano agli scafisti) per acquistare un regolare biglietto aereo ed entrare in Europa con regolare visto di ingresso e procedere, poi, alla presentazione di una regolare richiesta di asilo politico, qualora ne ricorrano i termini e le condizioni, secondo le vigenti leggi e i regolamenti europei.
Tutto ciò esposto, raccomandiamo ai richiedenti asilo della nave 'Diciotti' di mettersi in contatto con i loro cari (ci risulta che sono in possesso di cellulari e che la generosa assistenza europea ai profughi contempla anche la fornitura di schede telefoniche gratuite) e di avvisarli che la modalità di ingresso nel nostro paese tramite procurati, quotidiani naufragi organizzati non sarà mai più 'vista di buon occhio' dai cittadini di questa e di altra repubblica europea – volessero gentilmente rivolgersi alle agenzie di viaggio dove, per meno di un decimo delle somme che versano agli scafisti, possono 'entrare in Europa' e chiedere ciò che è loro dovuto in qualità di 'richiedenti asilo'.
Beninteso se 'ne hanno diritto' secondo il giudizio delle apposite Commissioni preposte a vagliare le loro richieste.
L'immagine può contenere: una o più persone, oceano, spazio all'aperto e acqua
La pesca miracolosa.   -  https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/08/24/diciotti-il-report-della-guardia-costiera-una-nave-fantasma-maltese-ha-portato-il-barcone-verso-la-zona-sar-italiana/4578569/

domenica 19 agosto 2018

Le belle anime delle anime belle.


Le belle anime sono anime belle, conveniamone. Credono nella pace, nell'amore universale che, prima o poi, trionferà e vivremo tutti felici e contenti. Hanno l'animo incorrotto di un bimbo che ascolta le meravigliose favole dell'infanzia e si addormenta appagato e felice di un domani che non vedrà nessun assassino seriale radicalizzato sul web gettarsi con un van addosso a vittime inermi e indifese e stenderle con un ghigno ridevole stampato in faccia, donne e bambini compresi.
E restano bambini fino a tarda età, quelle anime belle, e continuano a credere che il migliore dei mondi possibili ci riserverà pace, amore, progresso, e magnifiche sorti e progressive di una umanità affratellata e capace di superare le differenze e le prescrizioni ambigue di religioni l'una contro l'altra armata e capaci di armare le mani assassine di imbecilli e pazzi fanatici islamici, cattolici o induisti, fate voi, le cronache recenti sono piene di massacri e 'dio lo vuole' di questi o quelli da citare a piacimento.
E Terzani è il 'bambino d'oro' spessissimo citato nelle favole belle delle nostre anime belle capaci di reagire con pacatezza e lodevoli buone intenzioni perfino di fronte ai peggiori massacri e dire parole di perdono e auspici di un futuro migliore perfino a corpi ancora caldi - vedi i genitori di quella ragazza veneta assassinata a Parigi in uno dei tanti attentati subiti da una Europa che più sventata non si può e che seguita ad accogliere le serpi in seno di prima, seconda o terza generazione di assassini potenziali.
Non resta che 'porgere l'altra guancia', secondo le nostre anime belle, e battersi il petto e recitare il 'nostra culpa' per il malvagio agire delle multinazionali del petrolio e le bombe lanciate dagli s-governanti occidentali che hanno ucciso i civili nelle guerre di Siria e Irak e Afganistan.
E chissà che, a forza di battersi il petto, le serpi in seno delle periferie urbane di Parigi e del Belgistan non si convincano a firmare un accordo di pace che metta fine alla terribile guerra e strage di civili europei in corso.
Correva l'anno.

Quelle monache sulle pubbliche spiagge



20 agosto 2016

...che poi, burkini o no, ciò che si nasconde di sostanza tra le righe delle cronache è la troppa visibilità 'oscena' (a rovescio) delle povere monache bagnanti - che oggi conquistano e scandalizzano le spiagge e le piscine dove il nudo occidentale trionfa(va). E quella visibilità consegue ai numeri (13 per cento la percentuale della popolazione immigrata in Corsica, per dirne una) e alle imposizioni di fatto di veli e burka sempre più visibili negli uffici e luoghi pubblici e ai diritti acquisiti che infine ne conseguono in terre di molli democrazie - che si blindano e insorgono solo a fronte di cento sanguinosi attentati alla vita dei cittadini indigeni.
E la medesima ragione dello scandalo e dell'allarme sociale della mancata integrazione vale (ben di più) per l'alto numero di immigrati che hanno colonizzato e creato vere e proprie 'enclaves' nelle banlieues parigine e nel Belgistan della roccaforte Mollenbec - dove la polizia e le 'teste di cuoio' hanno messo piede armato solo alle quattro del mattino per scovare i covi dove si nascondevano gli attentatori assassini.
Numeri e presenze conflittuali, narrano le cronache dei giorni post attentati, e 'serpi in seno' che aumentano statisticamente e percentualmente col crescere dei numeri degli ingressi illegali, oggi concentrati solo sulla frontiera sud del buonismo italico - che si arrovella per trovare un ruolo sociale e di 'lavori socialmente utili' per questa massa di persone che non trova e non troverà vero lavoro e inserimento (non lo trovano i nostri cittadini e figli e nipoti) se non in percentuali ridicole, data la nulla crescita economica del Belpaese.
Un plauso e una ola ai bravissimi Renzi e Alfano e rispettivi partiti e associazioni buoniste di rincalzo per le maldestre e pessime politiche immigratorie i cui costi sociali conflittuali pagheremo anche dopo che li avremo mandati a casa.
Vota no, vota no, vota no al referendum sulle pretese 'riforme' costituzionali
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BLITZQUOTIDIANO.IT
La rivolta è scoppiata sabato 13 agosto in una baia vicino al villaggio che si trova nel nord dell’isola francese e a pochi chilometri da Bastia

Venezia, la luna e tu.


20 agosto 2013
Il rischio futuro di un turismo incontrollato
Non ci sono solo le gondole che vengono fracassate dai vaporetti e ci scappa il morto a dire questa città (fino a ieri pacioccona e 'disneyland' di un turismo beota, dove tutto si riduce alla gioia ridevole di uno scatto fotografico ulteriore e : 'Fermati e fatti più in là, ché ci ho la foto da fare al nipotino e/o alla fidanzata.'), dirla, dicevo, città pericolosa e ad alto rischio di fronteggiamento e scontri interpersonali anche violenti. Vedi le fughe dei giovani neri del commercio illegale che travolgono e mandano all'ospedale le vecchiette o le madri con i bambini allato.
A me capita, ad esempio, di essere 'bocciato', sempre più spesso, nel tragitto che mena a casa mia dalla stazione, malgrado io tenga rigorosamente la mia destra e gratto infino il muro colla spalla, provandomi invano di evitare gli impatti col gregge disordinato dei turisti e/o degli indigeni in sorpasso rabbioso.
E stamane un tale, dopo avermi bocciato duramente, ha pensato bene di aggiungere l'insulto sanguinoso - e alle mie rimostranze per avergli fatto notare il suo torto e l'azzardo del sorpasso e l'invasione della corsia opposta, ha preso a spintonarmi e ha iterato e variato l'insulto e 'messo le mani addosso' - ed era quel tipico botolo ringhioso che io dico appartenere alla tribù veneziana sopravvissuta nei millenni dei 'Neanderthal': gente dalla vocalità volgare e oscena e l'orecchino d'oro sui lobi e i tatuaggi orrendi sulle braccia e le spalle a dirli avanzi di galera e/o frequentatori abituali del reparto neurologico del Civile o del Boldù.
Che se ti capita di incrociarci i ferri - Dio non lo voglia- perché il caldo afoso esaspera le reazioni e la rabbia si fa incontenibile, finisci all'ospedale oppure, per estrema difesa, afferri la bottiglia del vino che hai nella borsa della spesa e la rompi sulla tempia dell'idiota, - ma hai rovinato la tua vita per sempre perché ne segue il calvario giudiziario e il carcere.
E mi è capitato di vedere all'opera due vecchiette rabbiose, in giorni diversi, che spintonavano e apostrofavano i turisti seduti sui ponti a mangiare o che intasavano la fondamenta coi bicchieri dello sprizz in mano, incuranti del transito delle persone, e solo l'età e l'appartenenza al genere femminile delle due furie grigie ha addolcito le reazioni dei malcapitati e li ha convinti a lasciar spazio senza apostrofare a loro volta.
Ma tutto questo disputare che facciamo sugli spazi acquei sempre più pieni di barche e nelle calli e nelle fondamenta di maggior transito e/o dentro ai vaporetti: di persone ormai ridotte a muoversi come dentro le scatole delle sardine dovrebbe far scattare l'allarme presso amministratori che più 'muro di gomma' non si può e non sanno dare seguito e risposta alle mille segnalazioni che, da anni, vengono dagli uffici-studi dell'Unesco e dalle Università di mezzo mondo - che segnalano il dramma e il terribile 'impatto ambientale' di numeri altissimi di visitatori e non più tollerabili per un tessuto urbano di tanta fragilità e storia.
ILGAZZETTINO.IT
VENEZIA - Quattro condanne per la morte di Joachim Vogel, il turista tedesco colpito da un vaporetto mentre stava facendo un giro in gondola con moglie e figli in Canal Grande, vicino al ponte di...
 

Tutta colpa del Guardi

E' tutta colpa del Guardi e del Canaletto e di Turner se viviamo con disagio quest'onda enorme di risacca del turismo dei grandissimi numeri che ci asfissiano -e non ne possiamo più e non sappiamo più a che santo votarci per fermare l'orda assassina; e non c'è barba di amministratore di destra o di sinistra e/o commissario prefettizio che sappia/possa dare un'indicazione di come potrebbe tornare vivibile questa città di perpetui affanni e immani problemi ridotta a un indecoroso suk metropolitano penoso a vedersi e udirsi.
Perché, se la cammini alle sette di un mattino di luce fulgida e barbagli di colore sull'acqua e nitore di palazzi che vi si riflettono e nessuno per strada capisci che poesia di vita e che 'vivibilità' di silenzi e sciabordii si dava al tempo in cui quei famosi pittori dipinsero quei quadri splendidi di barche da trasporto con le vele a picco e nell'aria tersa solo i richiami tra barcaroli mezzo parenti – e pazienza per gli echi neanderthaliani del loro dialetto non filtrato dalla lingua del Goldoni.
E a quell'ora si fanno gli incontri che rincuorano: di uno scozzese settantenne ma gagliardo che, nel rio che corre parallelo alle Zattere, rema con discreta perizia a bordo di uno 'sciopon' - e lo saluti e ti risponde, felice, che quello è il bello del silenzio e la magia della città: remare. E i palazzi che affacciano sul rio gli fanno schermo e grazia di una grande nave che transita giusto dietro, nel canale della Giudecca, e la maledizione della postmodernità torna prepotente, - ma sono ormai le nove ed è la trista città di sempre e del troppo di tutto e di niente che torna a mostrarsi.

Di harem e di hammam

Ieri accadeva 09 agosto 2016

Di harem ed hammam
Tecnicamente non fa una piega. Se lo stato italiano riconosce la diversità di genere e tutela i diritti civili di ogni persona a dare e ricevere amore e a sposarsi, deve riconoscere anche il diritto dei musulmani ad avere più mogli – com'è nella loro tradizione. Ed è curioso il distinguo del nostro Luigi Manconi, storico buonista d'assalto, che si arrampica sugli specchi per dire che no, su questo punto non si transige, la poligamia è altra cosa ed è in qualche modo paragonabile all'infibulazione, perciò no, mettetevela via.
L'uomo ragno non avrebbe saputo fare e dire meglio sulla lucida superficie di tanto specchio.
Che se uno vuol farsi il suo privato harem - emulo dei sultani d'antan – ma nell'hammam di un tre stanze e un solo bagno non finestrato nella periferia di Milano sono fatti suoi e lo stato italiano avrà solo l'obbligo di far sapere a quel tale che la pensione di reversibilità andrà divisa equamente per il numero delle mogli in servizio effettivo e continuato – non si pensi, il furbastro, di chiederla piena per ognuna delle mogli assunte nell'harem.
E, per la verità, la questione posta dal presidente dell'Ucoi sembra più una provocazione ben assestata nel giorno in cui si recitano i primi 'si, lo voglio' dei nostri 'diversamente sposi' e apre scenari apocalittici (e non integrati) sul futuro delle convivenze civili - che ben poco hanno di civile nel leggere delle migliaia di 'radicalizzati sul web' in sonno e pronti ad ammazzamenti dei più vari e diversi ma tutti nel segno di 'allah u akbar'. Che se viaggi in un treno strapieno e sei molto stanco basterà pronunciare la formula magica del terzo millennio anche con tono normale e scateni un fuggi fuggi generale e l'intero scompartimento sarà a tua disposizione. Forse ci capiterà di vedere una tal scena in una gag comica prossima ventura di sapore agro e che ci farà masticare amaro.
E, francamente, in tanta cronaca di un mondo rotto e pieno di ammazzamenti di noi fragili e indifesi 'crociati', con le asce e i coltelli ficcati nelle tasche dei depressi e suonati di seconda e terza generazione di immigrati come i pettini dei nostri nonni e padri, se anche i cari s-governanti del pd e sinistra associata, così sensibili ai temi dei diritti dei nostri ospiti immigrati, dovessero riconoscere loro il diritto civile della poligamia, dirò anch'io quella frase di un famoso film che aveva a che fare col vento: 'Francamente me ne infischio.'
L'entropia del caos di un siffatto mondo impazzito e furioso non la governa più nessuno, tanto vale farsi da parte e riderci su.
Magari me ne vado in Svizzera – che da secoli riesce a vivere bene nel suo sacro isolamento e fuori dall'Europa dei mille drammi presenti e futuri e che rispedisce al mittente i richiedenti asilo che si accampano da noi, fuori dalla stazione di Como - e siamo diventati ormai il campo-profughi dell'Europa dalle frontiere ermeticamente chiuse.

sabato 18 agosto 2018

Sono solo canzonette?

Ci sono canzoni per tutti gli eventi e gli stati d'animo e le stagioni e il sole, la pioggia, la rabbia, l'ira, l'abbandono, la pietà, la militanza. Insomma le canzoni siamo noi, sono la nostra umanità, a volte buona a volte malata, sono la trama sonora del tessuto quotidiano delle nostre vite.
E se è vero che c'è chi sosteneva che 'sono solo canzonette', giusto per mettere fine a una polemica assassina e che nuoceva gravemente alla salute del business discografico miliardario - e per mettere a tacere i soloni che invitavano, invece, a leggere e meditare (mumble, mumble) le più corpose e concettualmente strutturate poesie dei poeti e a meglio nutrire con esse i neuroni - è vero anche che ci sono canzoni per tutti gli stati d'animo e le occasioni della nostra vita e gli amori, (ah, gli amori!) e le illusioni/disillusioni e i dolori e le solitudini e le depressioni.
Ma, l'altra sera, ad una festa con amici, mi è capitato di riflettere sul senso di una canzone un po' 'fuori le righe', ma sopratutto sull'entusiasmo, direi quasi il tifo, il prendere parte solidale delle donne presenti con una tale che si affannava a cantare a gola spiegata che voleva: 'andare ad Alghero / in compagnia di uno straniero (uhu!)' e che quella sua strana e frettolosa decisione non la si doveva raccontare alla povera madre che 'non lo deve sapere / non lo deve sapere!'.
Ed io ero curioso di sapere, invece, il perché di quella corale partecipazione delle signore presenti (un vero coro entusiasta quasi di 'baccanti'), di quel loro sostegno morale e piena solidarietà di femmine alla controversa decisione di quella tale che aveva scelto Alghero - invero non la migliore destinazione possibile, che fosse questione di faticosa rima? - e proprio, tu vedi l'insistenza e il capriccio! con 'uno straniero'.
Che, se quella canzone fosse stata scritta ai giorni nostri, supporremmo che si tratti di un islamico, che so, o un nero, data la recente abbondanza in cronaca degli sbarchi - e si capirebbe l'affanno della madre che 'non lo deve sapere' perché già in tempi non sospetti il bel film 'Indovina chi viene a cena' ci informava delle difficoltà che conseguono ai matrimoni melting pot, figuriamoci oggi che sospettiamo di ogni islamico sedicente 'moderato' che nasconda, invece, un affiliato all'Isis in sonno, - pronto a rivelarsi e prendere parte militare non appena quell'armata islamica sia alle porte dell'Europa. E, se dovesse accadere, apriti cielo! Povere le nostre donne liberate e femministe - che farebbero la fine delle poverette yazide rapite e in schiavitù e oppresse dal nero burqa con affaccio dalla finestrella, carcere e tortura peggiore di ogni altra.
A tutto questo pensavo mentre sorridevo al coro delle baccanti che ballavano dionisiacamente intonando le laudi a quell'improvvida e impudica loro ava che iterava: 'Non lo deve sapere / non lo deve sapere', - povera madre protettiva dei mitici nostri Settanta.

sabato 11 agosto 2018

Il mondo rotto

La maledetta entropia degli eventi nuovi - Ieri accadeva 11 agosto 2013
'Abbiamo un problema,', dice il protagonista di una pubblicità televisiva 'un problema con la gente'.
Ed è vero. Abbiamo grosse difficoltà a coniugare la diversità che erompe, prorompe, dilaga nelle nostre vite e quotidianamente ci obbliga ad aggiustare il tiro ed elaborare il lutto per il poco di buono a cui stavamo per fare l'abitudine e scompare sotto i nostri occhi stupiti, invece, da un giorno per l'altro.
Non c'eravamo ancora abituati all'idea di uno sviluppo economico indigeno e relativo benessere dei cittadini - e le città si facevano vieppiù ordinate e moderne e ci prospettavano le 'magnifiche sorti e progressive' di noi tutti proprietari della propria casa e di seconde case al mare e in montagna ed ecco rompersi il maledetto Muro e il riversarsi a ondate dei prigionieri del socialismo reale nelle terre d'Occidente sotto forme di 'badanti' e operai edili.
E, a sud della penisola, ecco le navi arrugginite e i barconi degli albanesi prima e degli africani poi rompere tutti gli equilibri e attentare al nostro fragile benessere cogli altissimi numeri di immigrati clandestini e i rifugiati di cento conflitti. E le chiare città italiche ripiegano su se stesse: trasformate in bronx multietnici, e la crisi globale ci attanaglia: col lavoro esportato dalle aziende in Serbia e Montenegro e Romania a costi cinesi.
E abbiamo visto solidissime realtà politiche squagliarsi al sole del capitalismo globale e la Jugoslavia dei 'fratelli slavi' spezzarsi e trasformarsi in nuovi nazionalismi assassini temperati solo dall'idea di un'Europa-nazione auspicata madre, ma più spesso matrigna - epperò la sola idea di salvezza economica e politica di fronte al formidabile avanzare delle economie cinesi e indiane e brasiliane fondate sullo sfruttamento massimo e sregolato della forza-lavoro.
E fatichiamo davvero molto a elaborare tutte le diversità prorompenti di ospiti extracomunitari che si incistano nella nostra società fragile senza saper/volersi integrare e lasciarsi assorbire dalla società nostra, bensì pronti a insorgere con le violente 'rivolte delle banlieues' e i disordini londinesi dei figli degli immigrati di seconda e terza generazione che hanno esultato e applaudivano senza pudore nel vedere le immagini delle Twin towers in fiamme e i morituri a decine che si lanciavano nel vuoto per sfuggire alle fiamme.
Ci sono studiosi del fenomeno-immigrazione che, studi alla mano, ci raccontano che, in un lasso di tempo di una decina d'anni, le società occidentali riescono ad assorbire e ad elaborare in qualche modo le diversità e a renderle produttive e ordinate in un'idea di nuovo e diverso progresso. Già. Peccato che chi ha vissuto e vive quei dieci anni di disordine tumultuoso dall'interno fatichi molto ad accettare gli eventi negativi dell'entropia terribile del decennio e i suoi altissimi costi sociali e politici.

mercoledì 8 agosto 2018

Medioevi presenti e venturi

08 agosto 2014

Hanno echi 'medievali' le notizie di questa mattina di un sole terso - e le spiagge finalmente piene e l'Occidente vacanziero è spensierato e si gode il suo scollacciato 'way of life' di uomini e donne seminudi e grandi bevitori di spritz e mojitos e 'cuba libre' e flirts davanti ai banconi dei bar.
Ma incombe l'Isis del califfato, ahinoi, e il nuovo Impero annunciato degli Arabi della novella Jihad - colle donne recluse e soffocate dai 'burqa' e 'boko aram' dei depravati infedeli dediti a vizi immondi e da cancellare dalla faccia della terra, allah lo vuole.
E sono già 100000 i cristiani in fuga dalle violenze e le teste mozzate e le croci bruciate, che perfino la Chiesa della conciliazione religiosa e dei cento convegni sul rispetto e pieno riconoscimento di tutte le religioni oggi chiama alla Crociata contro la barbarie di quei violenti interpreti di un Corano di lotta e di sterminio di ogni oppositore e 'infedele'.
Già, perché, malgrado i toni dei monsignori della Curia e dei 'portavoce' siano accorti e non del tutto espliciti, l'invito pressante rivolto alle 'potenze occidentali' a intervenire nelle tormentate terre del fu Iraq - mai normalizzato e consegnato ad una improbabile democrazia di stampo occidentale - è invito che non si può trascurare e negligere; ed ecco Obama e i suoi consiglieri militari studiare un 'intervento mirato' e dall'alto, perchè di impegolarsi di bel nuovo con un intervento di terra 'ce n'est plus question'. E anche la Francia risponde all'appello e si dice pronta a intervenire e a bombardare l'armata dei combattenti del nuovo Califfo – e gira sui giornali un sondaggio in cui perfino il popolo francese si dice favorevole a un intervento e perfino – udite, udite!- ad accogliere i 100000 profughi in fuga.
Non si sfugge alla globalizzazione dei conflitti oltre che delle economie - e l'Occidente multietnico sarà composto da una quantità di profughi delle più svariate etnie amorevolmente accolti e satollati.
E speriamo che non si importino, insieme, i conflitti tra islamici di seconda generazione già residenti nelle esplosive 'banlieues' parigine (alcuni di loro si sono arruolati volontari nelle file dell'Isis) e questi 'cristiani' di ultima persecuzione islamico-fondamentalista che la Francia accoglierà chissà come e con quali mezzi di trasporto (i nostrani 'barconi'?).
Davvero la storia va 'al passo del gambero' e le tecnologie più avanzate vanno di conserva cogli echi di un Medioevo di ritorno.
L'immagine può contenere: una o più persone, testo e spazio all'aperto

08 agosto 2015
Mala tempora currunt (2)
C'è un mistero che agita il pianeta da secoli. Quanto contano, nella risoluzione dei problemi mondiali (e nazionali), le parole del papa. Parole che si levano alte, solenni, ispirate, - perfino, recentemente, 'cazzotti' contro chi dissente dal verbo universalista che tutto include e redime urbi et orbi. Parole strane e 'contro' anche quando a uccidere erano gli islamisti folli di 'Charlie Hebdo' – l'intera redazione rimasta a terra, corpi sanguinanti ed esanimi mentre gli assassini, immigrati di seconda o terza generazione, fuggivano col kalashnikov in pugno per andare ad ammazzarne altri, ma furono fermati dalla Gendarmerie, per fortuna, coll'unica, vera risoluzione dei conflitti armati che funzioni:un colpo al cuore o alla testa.
Quante divisioni possiede il Vaticano, chiedeva sarcastico Stalin ai tempi suoi, incurante del 'peso morale' che hanno le sante universalistiche parole dei papi. Parole che non hanno fermato il nazismo nel suo spaventoso dispiegare guerra e massacri e olocausti; parole che radunano milioni di poveri e disperati nelle piazze delle città visitate dal papa nei suoi viaggi apostolici , ma non uno dei problemi che affliggono quei poveretti che si avvii a risoluzione e trovi mediazione per il tramite delle 'parole di speranza' che, nella sostanza delle umane cose, equivalgono ad 'aria fritta'.
E Romero, l'arcivescovo dei poveri, stecchito davanti all'altare per essere rimasto solo a dire parole chiare, invece, non universalistiche, bensì chiaramente schierato con i poveri e i militanti rivoluzionari che lottavano contro i signori della morte della destra di governo di quella nazione.
E, oggi, Francesco, sempre più ispirato, pronuncia le sue inutili parole sante contro l'ennesima catastrofe epocale che non troverà certamente soluzione per suo tramite: le migrazioni, i migranti.
Novelli 'popoli del mare' che ci affannano e ci condannano a costruire muri (Ungheria) o schierare la polizia con i cani per impedire che quelle schiere di migliaia e migliaia di nuovi barbari entrino nel tunnel della Manica o diano l'assalto ai tir. Magari potremmo mettere in contatto il Vaticano e le sue autorevoli ambasciate e i funzionari in clergyman coi ministri degli interni di Francia ed Inghilterra per vedere cosa si può meglio fare in quella strana guerra in cui l'Europa si gioca il suo fragile sviluppo economico e il suo 'welfare'.
E che si tratti di una questione di numeri strabocchevoli e che 'non possiamo accogliervi tutti' - come dice la cattolica Merkel – pena l'esplosione dei conflitti sociali spaventosi, pare non convincere il papa santo, che, invece, guarda al Grande Disordine Mondiale conseguente alle migrazioni epocali come a una catarsi, un 'vogliamoci bene fratelli', al di là delle differenze di costumi, religioni, tradizioni e comportamenti conseguenti.
Ma, nella realtà che osserviamo noi cittadini, preoccupati del futuro gramo che ci regalano e rifilano i buonisti di ogni risma, vediamo, invece, che gli immigrati hanno costituito e tendono sempre a costituire dei ghetti, nelle periferie delle metropoli europee, che, di quando in quando, 'esplodono' (rivolta delle banlieues) e non è una bella rappresentazione di futuro quella che si mostra – e gli assassini dell'isis o i loro affiliati in franchising terroristico se ne escono, una bella mattina, di casa e vanno a stecchire gli infedeli che li hanno amorevolmente accolti, convinti all'accoglienza dalle sante parole dei papi. Mala tempora currunt.