domenica 31 luglio 2016

Scambiamoci un segno di pace


C’è voluto lo sgozzamento di Isacco sull’altare delle religioni arcaiche del Libro perché si ‘dessero un segno di pace’.
E abbiamo il problema da risolvere se quei pochi o molti (secondo che siate del ‘bicchiere mezzo pieno’ o mezzo vuoto) che sono andati nelle chiese a chiedere e ottenere un ‘segno di pace’ sono una modesta avanguardia volenterosa delle schiere di musulmani che interpreteranno in futuro le sure del Corano in versione misericordiosa, in accordo con papa Francesco, o siano/saranno, invece, i genitori o i parenti incolpevoli dei ‘radicalizzati sul web’ che continueranno a ingrossare le fila dei terroristi che interpreteranno alcune sure del Corano in versione jihad e ‘sterminiamo tutti i crociati senza pietà’ – compresi i rinnegati che hanno risposto all’appello pacificatore e hanno rotto il muto fronte dell’omertà con i terroristi e gli aspiranti tali che durava da troppo tempo. Chi vivrà vedrà.
E una risposta sensata a queste domande potrebbe venire dall’azione della politica (cosa, voi mi confermate, assai improbabile) che riuscirà a creare più lavoro e a includere, conseguentemente, le migliaia di senza lavoro cronici che imbottiscono le famigerate ‘banlieues’ e i quartieri musulmani del Belgistan, Mollenbec in testa.
E speriamo che l’essersi scambiati un segno di pace non sia come tra quei vicini di casa religiosi e piissimi che, una volta tornati a casa dopo la messa, tornano a guardarsi in cagnesco e a disputare su: ‘l’erba del mio vicino che infesta anche le mie aiuole e i suoi alberi allungano le loro maledette frasche di là della mia rete di recinzione.’ E, di notte, innaffiano con l’acqua bollente la linea di confine per fare ‘terra bruciata’.
Qualcuno di voi ha qualche esperienza di vita vissuta in proposito?
Massi! Scambiamoci un segno di pace ed esprimiamo voti che serva davvero a qualcosa e che i prossimi attentati e i prossimi morti sulle nostre piazze e strade aumentino le presenze islamiche nelle nostre chiese il giorno dopo. In fondo qualche spiritello buonista sopravvissuto ai massacri islamo-terroristici degli ultimi dieci anni aleggia ancora tra i miei pensieri di maledetto ‘avvocato del diavolo’.
È una cosa importantissima quella che è successa ieri con musulmani che pregano nelle chiese, segno di grande…
LASTAMPA.IT

Il caos e l'ordine che auspichiamo

‘Il problema del nostro tempo è l’accettazione del disordine.’ affermava cinque anni fa Jannis Kounellis in un intervista. E se lo dice lui, artista dell’Arte Povera, la predizione è credibile, credibilissima. Non solo perché è un greco-italico per la sua lunga frequentazione della penisola – ‘una faccia una razza’, per intenderci – ma perché gli artisti, come i poeti, sono i soli credibili e disincantati predittori del futuro che ci aspetta.

Un futuro gramo di entropia sempre crescente – e ci vien da credere che la sicumera di Enscher quando affermava che : ‘Ci piace il caos perchè adoriamo sottometterlo all’ordine.’ fosse un azzardo già ai tempi suoi (sfociati in ben due guerre mondiali) e una qualche forma di ordine la si rintracciasse allora solo lungo le linee eleganti dei suoi disegni.
E la frattura di Marinetti e dei suoi artisti, succubi delle sue farneticazioni guerresche, fece esplodere quelle linee apparentemente ordinate nei colori sparati e vividissimi di Boccioni e nella furia immaginativo-omicida dei vortici e dei fumi degli obici che centravano le trincee: BUM BANG RAZZI SIBILANTI SBAAAM! – la grafica futurista della demenza e del martirio dei fanti i cui nomi oggi leggiamo sulle croci dei ‘cimiteri di guerra’.

E riandare coi pensieri alle entropie incontrollabili del passato recente un po’ ci conforta perché l’attuale disordine dei sette miliardi di persone formicanti per il pianeta e vaganti per mare sui barconi – da nessuno amati e malamente accolti per la trista e realistica predizione statistica dei futuri ‘foreign fighters’ e ‘radicalizzati sul web’ che usciranno dalle loro fila – sembra poca cosa di fronte alle due guerre dei nostri padri e bisnonni e ai milioni di morti che ne seguirono.
Che, se comparate con la presente ‘guerra di religione’ o ‘guerra per soldi’, – come oppongono i due schieramenti dei ‘buonisti’ e dei realisti impropriamente schedati ‘a destra’ dell’emiciclo sociale -, sembrano dirci che forse l’umanità futura vivrà ancora, chissà, qualche suo decennio buono di vita accettabile in un prossimo futuro.
E che, sbarazzattici dei Renzi e delle Merkel e degli Juncker e degli Schultz, forse appariranno governanti nuovi in quel che resterà dell’Europa capaci di misure efficaci di contenimento e argine del caos di uomini e popoli l’un contro l’altro armati e un nuovo ordine si disegnerà finalmente sull’orizzonte del futuro europeo e mondiale. Amen e così sia.

venerdì 29 luglio 2016

La guerra che non possiamo perdere 3

Il Vaticano incluso
Non è chiaro se la pervicacia della sig.ra Merkel nel voler continuare la sua folle impresa di accoglienza di altre centinaia di migliaia di migranti – in grandissima parte dell’area islamica – sia dettata dal voler mantenere il punto di coerenza con i disastri sociali che giustamente le si imputano o se appartenga al genere scespiriano de:’ C’è del metodo in quella sua follia’.
E le sue parole e quelle del papa a Cracovia sulla guerra che ci hanno dichiarato che non sarebbe guerra di religione, ma guerra all’Isis sono esorcisimi e vani distinguo di accadimenti che entrambi, la Merkel e il buon Francesco, sono destinati a non più governare, se mai l’hanno fatto e semmai sono servite a qualcosa di concretamente stimabile e visibile sul piano di un minor numero di morti e più amore e armonia nelle società europee in gravissimo affanno.
E la facile, facilissima previsione è che la Merkel se ne andrà a casa, al primo giro elettorale prossimo venturo, lasciando a chi le succederà il cumulo di macerie della paura e dell’odio che ha suscitato la sua dissennata politica immigratoria e Francesco continuerà nelle sue strascicate e inutili geremiadi del ‘volemose bene, fratelli’ e ‘porgete l’altra guancia’ che gli varranno altri distacchi da una fede percepita dai più come stupido bagaglio storico leggendario e fonte di laceranti conflitti per quella minoranza di assassini e di suonati/depressi che nelle religioni trovano/eranno materia incendiaria per la loro follia di orchi e macellai.
Il futuro è appena cominciato, ahinoi, e non è credibilmente raffigurato dai pistolotti pii e inverosimili dei presenti ‘buonisti’ di ogni risma e paese. Vaticano incluso.

giovedì 28 luglio 2016

La guerra che non possiamo perdere 2

L'insipienza di s-governo e i gironi infernali prossimi venturi
Molte parole sono state dette e scritte sullo sgozzamento simbolico di un prete sul suo altare sacrificale. E nessun capro è apparso a salvarlo prima che la lama del folle affondasse nella gola, come si narra di Isacco e del suo padre terribile, - uomo davvero troppo pio e ligio alle sue ispirazioni/farneticazioni di nomade pastore.
Molte di quelle parole dette e scritte lasceranno 'il tempo che trovano' e si perderanno nel vaniloquio universale che ha caratterizzato questi due anni di inferno islamo-terroristico - che tante vittime inermi e indifese dagli apparati di sicurezza ancora tiene in serbo nell'avvitamento dei suoi gironi infernali futuri.
E, fra queste parole inutili e infeconde dispiace annoverare quelle di un papa che interviene sempre 'a posteriori' di ogni macellazione di cristiani ed europei inermi - e le sue pie invocazioni di pace sono destinate all'insignificanza se durerà - e durerà - il macello sacrificale della sporca guerra degli orchi islamo-terroristi ispirata dalla Spectre dell'Isis.
E siamo stati piacevolmente sorpresi, invece, dalle uniche parole sensate e piene di buon senso pratico, - l'unica realtà che conti, oggi, in questa guerra -, di M. Cacciari in un intervista da lui rilasciata alla Nuova.
E l'indicazione che Cacciari dice risolutiva e sola efficace contro le migliaia di orchi che infestano l'Europa assetati del nostro sangue è il potenziamento delle intelligence e il necessario restringimento degli spazi di libertà che sempre si accompagna a una lotta che si voglia efficace contro questo e ogni altro terrorismo assassino.
Dubito che gli attuali s-governanti europei facciamo tesoro di quel semplice suggerimento e prendano gli adeguati provvedimenti, date le ampie prove di incapacità operativa e l'inadeguatezza a governare l'ordine pubblico che hanno fin qui dimostrato e toccherà aspettare le tornate elettorali prossime venture per sbarazzarsi di quegli imbelli.
E addebitiamo fin d'ora alla loro insipienza di s-governo ogni altro morto prossimo venturo che ci toccherà piangere prima della loro vergognosa uscita di scena.
Adel Khermiche provò due volte a raggiungere la Siria. Incarcerato, fu subito liberato. Ai parenti disse: "Voglio attaccare una chiesa"
ILGIORNALE.IT

mercoledì 27 luglio 2016

La guerra che non possiamo perdere

E la classe politica più penosamente imbelle e inadeguata al ruolo di governo di una nazione sotto attacco ormai da anni si presenta davanti alle telecamere con facce di tolla e sfila davanti alle teste di cuoio a stringere le mani obbligate a farlo per il ruolo, ma è fischiata dai parenti delle vittime di Nizza per il vergognoso voler nascondere la clamorosa incapacità di offrire sicurezza, nascondendo i filmati delle telecamere puntate sulla ‘promenade des anglais’ e i suoi dintorni.
E prima ce ne sbarazzeremo degli Hollande e Valls e Renzi e Merkel e Juncker, prima chiuderemo e governeremo con pugno di ferro le frontiere dell’Europa sotto attacco, prima avremo la garanzia che andrà ad iniziare un futuro meno gramo di questo: di contare e raccontare dolenti a giorni alterni di vittime inermi per le strade e nei teatri e nei ristoranti e nelle redazioni dei giornali di libera stampa.
Il sogno delle sinistre europee di un affratellamento universale e di felici popoli illuministicamente intesi alle ‘magnifiche sorti e progressive’ di un mondo pacificato è naufragato nel sangue e nella barbarie degli sgozzamenti dei riti e delle sfide islamo-terroristiche e negli annegamenti dei barconi le cui partenze non hanno saputo/voluto impedire.
Avete scritto la peggior pagina di infamia della storia recente della civiltà occidentale, gente vergognosa e incapace. A casa. Tutti. Al più presto.
L’Europa, per causa vostra, dovrà per anni leccarsi le ferite inferte alla sua convivenza civile da un ‘buonismo’ stupido e incapace della menoma decisione di governo e di leggi adeguate alla sicurezza dei cittadini .

martedì 26 luglio 2016

Fino a quando, cittadini?

Forse è giunto il momento di porci le domande fondamentali che stanno alla base delle nostre divisioni politiche e delle forti opposizioni sociali tra chi intravede nei fatti di Monaco e di Nizza e di Ansbach - e di tutti i luoghi dove abbiamo pianto le troppe vittime inermi di una assurda guerra di orchi assassini sedicenti 'soldati' islamici: 'serpi in seno' di chi li ha amorevolmente accolti ed assistiti - un futuro gramo di conflitti sanguinosi sempre maggiori e più atroci e chi, invece, dalla sponda 'buonista', continua a pensare e a dire che sono 'le nostre guerre', e nostre colpe, quelle della Siria e dell'Afghanistan e della Libia e dobbiamo quindi espiare e pagare il fio delle centinaia di migliaia di 'richiedenti asilo' nei 'barconi' che, vedi caso, sono i meno poveri e i meno bisognosi di quei paesi da cui dicono di 'fuggire', dal momento che riescono a pagare ai maledetti 'scafisti' i taglieggiamenti esorbitanti del passaggio in mare con 'salvataggio' garantito dalla nostra Marina previa telefonata satellitare.
Ed io, nel leggere quei loro lunari 'j'accuse' di pervicaci e immaginari 'terzomondisti' e 'comunisti' (di una Comune ormai globale e continentale) continuo a strabuzzare gli occhi e mi si rizzano i capelli in testa nel pensarmi coinvolto e colpevole di guerre che non ha mai voluto né auspicato, incluse le demenziali 'esportazioni di democrazia' delle fallite 'primavere arabe' dove hanno messo mano e soldi le stramaledette 'intelligence' degli Stati Uniti e della Gran Bretagna e della Francia e, Dio non voglia, dell'Italia stessa.
E noi, i pretesi 'populisti' del demenziale 'j'accuse' dei terzomondisti bolsi e persi nei loro vaneggiamenti da Quarta Internazionale rediviva, continuiamo a chiederci perché mai dovremmo accettare di sentirci dire impunemente 'crociati', quali ci definisce la Spectre mediatica dell'Isis o Daesh, che dir si voglia – da scannare e sterminare senza pietà inclusi gli inermi e le donne e i bambini.
E la paura di una reazione massiva delle popolazioni europee contro queste logiche gemelle e perverse dell'Isis e dei terzomondisti d'accatto che continuano ad additarci, a tutti noi incolpevoli 'crociati', le stragi di Kabul e dell'Iraq quali 'nostre colpe' (sic) – la paura di un voto a destra rabbioso e che respinge ogni e tutte le cattive politiche immigratorie degli s-governanti europei figlie di quei demenziali sensi di colpa è tale da spingere la Merkel e i suoi collaboratori alle esortazioni pie di 'non colpevolizzare tutti i profughi islamici'.
Distinzione tremendamente difficile da operare, durando gli assassini e i massacri di inermi vittime europee - e gli apparati di sicurezza francese e tedesco sotto accusa perché non riescono e prevenire e ad impedire i maledetti massacri.
Il terrorista aveva cercato di suicidarsi e doveva essere espulso. Prima di farsi esplodere è stato visto fare diverse telefonate
LASTAMPA.IT

sabato 23 luglio 2016

Quale idea di umanità in quegli occhi

Passavo traghetto, ieri sera, in un vaporetto che, credo, avesse imbarcato più passeggeri del massimo consentito che sta scritto dai costruttori sulle targhe in metallo sopra la cabina. Una vera e propria scatola di sardine e olezzante del pari dei naturali effluvi sudoriferi dell'estate afosissima,
E i miei pensieri seguivano il corso delle funebri notizie che venivano in diretta da Monaco, - fatti atrocissimi che accadono solo pochi giorni dopo quelli di Nizza e dell'assalto all'arma bianca -ascia e coltello, armi di ferocia tribale - di un giovane afgano, ('rifugiato' e amorosamente ospitato da una famiglia tedesca, vera e propria 'serpe in seno') su un treno in corsa e contro inermi turisti cinesi in vacanza, compresi le donne e i bambini a cui il padre ha tentato, invano, di fare schermo col suo corpo ferito.
E pensavo a quale immensa strage seguita da affondamento nelle buie acque del Canal Grando avrebbe compiuto un attentatore suicida imbottito di esplosivo se imbarcato su quel vaporetto prossimo alla sua 'linea di galleggiamento'.
E non è paura, credetemi,- emozione dell'animo che non insorge dalle raffigurazioni di un pensiero fino ad oggi astratto, bensì solo nell'attimo in cui si raffigura concretamente la tua morte: e il tuo corpo va in pezzi o vedi sprizzare il tuo sangue e affondare nella tua carne il coltello o l'ascia dell'idiota 'radicalizzato sul web' e incroci lo sguardo con il tuo assassino e ti chiedi, il tuo ultimo pensiero prima di chiudere gli occhi per sempre, quale idea di 'umanità' lo comprenda e lo includa, di questi tempi in cui gli orchi e gli assassini usano i riporti imparaticci di alcune 'sure' del Corano per dare un precario senso al loro sentirsi 'soldati' di una immaginaria e stupida 'jihad'.
E solo ieri ascoltavo alla radio la sintesi di una intervista che Marc Augè ha rilasciato a 'l'Espresso' (peccato che l'articolo sia criptato e non possa essere mostrato per intero) in cui si parla di 'guerra' tra noi e loro, - tra le migliaia (forse decine di migliaia) di aspiranti-martiri immigrati di prima, seconda o terza generazione e radicalizzati sul web e noi, le vittime di un massacro e di stragi indiscriminate e stupide dove a morire sono persone qualsiasi, perfino dei 'buonisti' che pensavano buona e giusta tutta questa follia di accoglienze fuori controllo e banlieues fitte di disoccupati cronici che si rivolge contro di noi come fosse una 'guerra civile', - ma è solo una 'guerra tribale' che potremmo facimente controllare col mettere in sicurezza le frontiere e tenere l'allarme rosso sempre acceso e 'leggi speciali' che isolino e scovino i grandissimi figli di buonadonna che sparano, ammazzano e progettano attentati dei più fantasiosi e micidiali.
E finché durano gli arrivi sulle nostre coste a migliaia e non riusciamo a impedire il dispiegarsi del maledetto traffico di esseri umani e le partenze dei barconi dalle coste libiche ed egiziane a causa dell'incapacità politica e di governo dei presenti s-governanti europei, Juncker in testa e nessuno escluso, il numero di potenziali 'soldati' di questa sporca e infame guerra tribale aumenterà statisticamente insieme al numero dei nostri morti ammazzati – vittime inermi di una guerra che non abbiamo mai dichiarato e che non combattiamo con la necessaria durezza di 'intelligence' e leggi e provvedimenti di espulsione a migliaia che facciano il paio con le le 'migliaia' di soldati in sonno denunciati dallo stesso Augè e pronti a 'entrare in azione'.
Fermiamoli, cittadini. Con il voto e con ogni e tutti i mezzi delle nostre democrazie che vogliamo blindate e armate fino ai denti fino al compimento del doveroso compito di proteggere noi, i nostri figli e i nipoti. Ogni altro distinguo e attenuazione 'buonista' è complicità.
 http://espresso.repubblica.it/…/la-frattura-francese-1.2782…

"Vi spiego la frattura che c'è oggi...
INTERVISTA
"Vi spiego la frattura che c'è oggi in Francia"
Si è prodotta negli anni 70 con la disoccupazione di massa, e i luoghi del riscatto operaio sono diventati simbolo di sconfitta, soprattutto per i figli degli immigrati arabi che cercano la rivincita. Parla il grande antropologo Marc Augé
DI ALESSANDRA BIANCHI
22 luglio 2016
«Sì, la Francia è in guerra contro un nemico nuovo. Non è una guerra tradizionale. Certo, ci sono aspetti di un conflitto “classico” in Siria e in Iraq, ma anche delle variabili nuove». Parla Marc Augé, 80 anni, uno dei massimi antropologi francesi, e non ha paura a pronunciare quella parola che ancora, anche dopo la carneficina sulla Promenade des Anglais di Nizza (nel simbolico 14 luglio data della presa della Bastiglia, 85 morti e 302 feriti) spaventa: “Guerra”

Si è prodotta negli anni 70 con la disoccupazione di massa, e i luoghi del riscatto operaio sono diventati simbolo di sconfitta, soprattutto per i figli degli immigrati arabi che cercano la rivincita. Parla il grande antropologo Marc Augé
ESPRESSO.REPUBBLICA.IT

giovedì 21 luglio 2016

Del convivere con il terrore

Colleziona decine di migliaia di ‘mi piace’ (è un pregio?) il post di una tale che, con accorta iperbole, predice di essere destinata a morire per mano di un qualche terrorista assassino ‘u akbar’.
Iperbole giusto per dire perché, di questi tempi, morire per mano della varia genia di suonati e serpi in seno che si ‘radicalizzano sul web’ ha incidenza statistica maggiore del morire per malattia oncologica o incidente stradale.
Un vaffa di gran cuore a tutti coloro, politici s-governanti e i loro supporters, che hanno contribuito a stiparne a milioni – senza alcun discernimento e valutazione realistica di integrarli e offrire loro un lavoro – nelle ‘banlieues’ o nel Belgistan del famigerato quartiere di Molenbeec e hanno costruito, una scelta sbagliata via l’altra, questo nostro presente di assassini probabili e predicibili e un futuro perfino peggiore.
E quella tale, una ‘buonista’ da ‘…vi offro l’altra guancia’ ci conforta in pubblico post dicendoci: ‘non abbiate paura’ – e continuate a viaggiare e conoscere gente e fare amicizie. Lieta esortazione francescana che lascia il tempo che trova, dal momento che il normale gioco di incontri ed inviti del nostro vivere associati non si può certo sospendere – e i treni e le metropolitane continuano a viaggiare nelle metropoli a convogli pieni, malgrado il rischio di attentato che Vals-il Pessimo dice che ‘dobbiamo farci il callo’ (sic).
E l’esortazione della giovinetta è pubblicizzata in cronaca da ‘Avvenire’, il giornale dei vescovi, vedi caso, e risulta essere un cinguettio davvero poco confortevole se, di lì a poco, viene zittito dalle grida di passeggeri che si vedono assaliti in un treno da un folle criminale con coltello e accetta – e sembra a me piuttosto idiota l’accontentarsi di un calcolo delle probabilità (di esserne vittima) e non esigere, invece, con forte pressione politica e sociale, dalla Securitè e dagli uomini del ministero degli Interni e da tutti gli agenti preposti all’ordine pubblico di rendere quella probabilità minima o nulla.
Convivere con il terrorismo assassino e accettarne l’ineluttabilità è davvero l’ultimo stadio di una demenza che origina dalle cattive politiche immigratorie e finisce col coro angelico e ‘buonista’ di chi predice la sua morte in pubblico post e se ne fa preventivamente una ragione.
Pollice verso e sipario.

Mammaliturchi - L'islam tra noi leggero

martedì 19 luglio 2016

White lives matter

White lives matter
E, se è vero quel che scrive un notista politico di gran nome, che la recrudescenza degli episodi violenti e l'uccisione di poliziotti americani da parte di assassini neri va in parallelo col dato statistico che la pretesa 'minoranza di colore' degli anni di M.L.King si avvia ad essere, fra breve volgere di anni, maggioranza, cade clamorosamente un altro dei cavalli di battaglia dei nostri appassionati e infiammati 'buonisti' non xenofobi : che non siano poi così tanti e non ci 'invadono' affatto i nostri immigrati, perché, in Italia, sono 'solo' il 10 per cento della popolazione – cosa che, dato il trend demografico e il loro figliare a mo' dei conigli, proietta ombre cupe di spaventosi conflitti annunciati già solo sul prossimo ventennio di un'Europa spogliata delle sue identità basiche e relativi valori di convivenza civile. Leggetevi l'intervista concessa ieri a un quotidiano (Il Fatto) da Houellebecq, l'autore di 'Soumission', oggi costretto a vivere sotto scorta armata (tu vedi quanto amano la libertà di espressione i nostri ospiti immigrati ammaestrati dai loro imam radicali).
E i decenni che abbiamo vissuto di relativa quiete sociale e illusioni pie che potesse darsi vivibile e auspicabile un mondo affratellato di tutti con tutti, al di là delle etnie, delle religioni, delle tradizioni culturali, naufraga oggi nei flutti del terrorismo folle e barbaro dei 'radicalizzati sul web' di seconda e terza generazione: i rinnegati e serpi in seno di una civiltà di convivenza pacifica che è stata brevemente dei padri e dei nonni integrati a fatica e oggi, la barba già imbiancata, si ritrovano a fare i conti con la progenie impazzita dei nipoti - e sono messi sotto stretto controllo politico e sociale da un Viminale che non sa a che santo votarsi e impone gli imam di stato sotto stretto controllo governativo e con le prediche in italiano e i corsi di aggiornamento e i tests di compatibilità e manifesto assoggettamento ai valori nostri italo-europei - alla facciaccia di tutti coloro che hanno inneggiato alle diverse culture sorelle sotto egida di nuova cittadinanza e 'multiculturalismo': progetto e pensiero debole, debolissimo e oggi anchilosato di quel 'buonismo' che tanti guasti sociali e deficit di sicurezza ha proiettato nei pochi anni in cui è salito sullo scranno renziano del potere politico, arrembando in cronaca a botte di imbonimenti televisivi e radiofonici e grazie ai giornalisti-amici piazzati nelle redazioni che contano.
E io ricordo ancora la vignetta postata da una cara amica di un dinosauro-securitè che si mangiava la fraternitè e l'egalitè, ma oggi è il dinosauro-terrorismo assassino che si mangia quell'altro dinosauro fattosi piccino e fragile, fragilissimo, se espone la popolazione civile ai barbari assassinii dei camion lanciati sulla folla e i morti sulle piazze di Parigi e Bruxelles e chissà quali altri orrori sono già annunciati e vedremo/leggeremo nelle cronache prossime venture.
Amici miei cari, buonisti immaginari, gli antibiotici di nuova generazione per i vostri neuroni infiammati non sono ancora disponibili nelle farmacie, ma possiamo organizzare fin d'ora dei corsi di rieducazione - simili a quelli che si stanno studiando al Viminale per gli imam di stato – che vi aiutino a guadare l'impetuoso fiume degli eventi tragici che ci affliggono ormai da molti anni e vi traghettino in sicurezza sulla solida sponda di noi realisti.
Realisti controvoglia, credeteci, perché anche noi avremmo tanto voluto cullarci nel vostro sogno rassicurante e beato di una società multietnica serenamente affratellata. Amen e così sia.

Teologie di nessuna grandezza

Teologie di nessuna grandezza
….che poi, a ben vedere, l'effetto collaterale più rilevante di tutto questo 'radicalizzarsi sul web' di suonati e depressi e varia genia di rimbecilliti di seconda o terza generazione di immigrati che sparano, sgozzano o conducono i camion della morte contro persone inermi e donne e bambini maciullati sull'asfalto è che qualcuno o molti finirà per chiedersi come sia possibile che esista un Dio buono e amorevole e misericordioso e un altro Dio per i suddetti imbecilli che lo vogliono 'u akbar' e bramoso del sangue di vittime incolpevoli e le prime che incontri sulle piazze e lungo le 'promenades'.
Una contraddizione insanabile e 'in seno al popolo' - come si diceva un tempo; in seno ai molti popoli e alle sette religiose che compongono il Medioevo islamico e le sue guerre intestine.
E insanabile per davvero dal momento che, per definizione e dogma di fede, Dio è unico ed è apostasia o imbecillità palese dargli due facce contrapposte, come capita, invece, agli induisti di mostrarci le statue di Shiva il Creatore e Shiva il Distruttore.
Questioni teologiche di gran rilevanza che abitano solo le lambiccate e contorte e fantasiose menti degli uomini e donne 'di fede' perché, di là della iono e stratosfera' - ce lo mandava a dire Gagarin nel corso delle sue prime navigazioni orbitali – c'è solo il gran silenzio del vasto cosmo e il paesaggio di stelle a milioni che, interrogate, ripropongono solo sé stesse e il big bang e le onde gravitazionali e nessun preteso Dio Creatore più o meno barbuto.
Così, a forza di interrogarci su questa infausta teologia del Dio Grande e buono (o feroce, secondo i capi dell'Isis) e sulle teogonie che l'hanno preceduta e tuttora durano sotto le altre latitudini che stanno al di là del Libro-veritas – 'verità' pretese per le quali ci siamo uccisi in passato e oggi ci uccidono (i 'radicalizzati sul web') – speriamo che 'ce la caviamo/eremo' di torno, prima o poi, questa iattura e idiozia dei precetti coranici interpretati secondo verbo di 'islam radicale' o di 'islam moderato'.
E non trascurerei di esortare i nostri ospiti islamici a considerare l'ipotesi di una 'islamexit' di massa dai luoghi europei un tempo pacifici che la loro massiccia presenza (le 'banlieues di Parigi, il quartiere di Moellenbeck in Belgio, per dire solo i maggiori - e la stessa Nizza che, appena dietro la promenade des Anglais, si mostra con i tratti di una città araba) ha trasformato in inappropriati campi di battaglia per le loro mene medievali – e, appena sbarcati sulle nostre coste, poverini, si mostravano davanti ai giornalisti e alle pietose televisioni bisognosi di un lavoro, di un rifugio e di 'un altro inizio'. Pensateci.

lunedì 18 luglio 2016

Le guerre di chi

..e quei poveretti delle infiammazioni neuroniche buoniste trovano credibile e condivisibile perfino la scritta sul cartello al collo di un sedicente ‘rifugiato’ in cui si afferma che: ‘siamo rifugiati delle ‘vostre’ guerre. ‘Vostre’, sottolineo : tua e mia e di tuo figlio/a e del cugino/a e dello zio/a di ogni passante a cui capita di leggere l’indigeribile stronzata.
Così avvallando le tesi dei dirigenti dell’Isis sulla colpevolezza di tutti noi: i maledetti ‘crociati’ e infedeli da sterminare senza pietà e discernimento alcuno e con i sistemi più vari e ingegnosi: pistole e coltelli e mitra, ma anche camion sterminatori e cinture esplosive, va bene tutto pur di collezionare il maggior numero di morti su piazze e stadi e teatri e ‘promenades’ – e i ‘martiri’ della loro fantasiosa e crudelissima Jihad saranno accolti in paradiso e godranno delle attenzioni particolari delle sette vergini spettanti a ognuno. Il vostro allah è niente affatto grande. Nessun dio, bensì solo quello partorito da menti malvage e depresse, può esibire e dire propri i misfatti e gli assassinii delle vostre maledette farneticazioni pseudo religiose.
foto di Enaz Ocnarf.

Infiammazioni pericolose

Infiammazioni pericolose
…che poi, se dovessimo farne un copione per un film premiato a Berlino, dovremmo evidenziare il fatto che, nel durare dei ‘salvataggi in mare’ e del formicare tra le onde dei ‘barconi’, si sentono in tivù e si leggono sulla carta stampata e sui ‘social’ solo le geremiadi e le lagne dei ‘buonisti’ e ‘no borders’ che la pietas ce l’abbiamo solo noi e tutti gli altri sono ‘razzisti’ – invettiva stupida da infiammazione neuronica refrattaria agli antibiotici di ultima generazione.
Vedi, a un tal proposito, il Vauro della vignetta cretina ultima scorsa, poverino, che discettava sul ‘ma’ delle stragi e dei conflitti a migliaia, spesso taciuti, per la presenza di troppi immigrati mai integrati in Europa e metteva un suo ‘punto’ arrogante e penosissimo che racconta come ormai ‘noi’ e ‘loro’ parliamo lingue diverse, viviamo su pianeti diversi, ma in Europa, vedi caso, si vota per la Brexit e per Hofer e le frontiere sono sempre più chiuse e solo noi italici buonissimi e ospitalissimi ci ostiniamo ad accoglierli a centinaia di migliaia ogni anno a riempire di rimessa clandestina le famigerate ‘banlieues’ che sono grembo e covo dei ‘radicalizzati sul web’ delle stragi.
Urge finanziare la ricerca per trovare antibiotici che siano ancora capaci di contrastare efficacemente certe infiammazioni pericolose.
BASTA PRENDERCI PER IL CULO!Basta prenderci per il culo! Questa mostruosità l’avete creata voi e ha un nome preciso: si chiama multiculturalismo, la più evidente stortura ideologica del nostro tempo. Questa bestia che si annida nel cuore dell’Europa e che esplode periodicamente con una violenza ciec…
BLOG.ILGIORNALE.IT

domenica 17 luglio 2016

L'islam atroce delle radicalizzazioni e degli assassini

Le cattive politiche immigratorie, le banlieues del ‘disagio sociale’ e della disoccupazione cronica dei ‘radicalizzati sul web’ e i nostri morti per le strade. Fino a quando, cittadini? Qual’è il numero ultimo di morti per rinsavire e reagire in modo adeguato?

Le due della notte, nonna Amedea stringe la nipotina Sara, 6 anni, che se ne sta tutta avvolta nella tuta e nel cappuccio, su una panchina a dieci metri dal Casino Rhul. «Ho…