giovedì 25 febbraio 2021
Sogni infranti
Dimenticare l'Africa.
- Dimenticare l'Africa.E la risposta occidentale dei generosi e impavidi alle bande criminali che impazzano nel continente nero - e sono la consustanziazione e la quintessenza del male quotidiano di quelle nazioni disgraziate - è quella descritta nell'articolo di 'la Repubblica' qui sotto.Aiuti allo sviluppo e missioni/ari da tutto il mondo e medici senza frontiere che li risollevino, buonisticamente, dal male di esistere colà e con quelle loro storie di infamia di cui 'Cuore di tenebra', il romanzo di Conrad, è il condensato simbolico - e il rapimento delle 247 vergini in una scuola della Nigeria da parte delle milizie di Boko Aram la tragedia massima della deriva islamica nel terzo millennio della sua implosione planetaria.E converrebbe, invece, rispolverare i 'Tristi Tropici' di Levi Strauss che ti fanno studiare all'università e la sua ponderosa riflessione sulle origini delle storie tribali umane:(…) Nel capitolo finale, l'autore riflette sui motivi che spingono l'etnologo a spostarsi migliaia di chilometri lontano dalla propria cultura di formazione, trovando nell'insegnamento di Rousseau un aiuto per una possibile via d'uscita dalla contraddizione presente in questo tipo di ricerca.Partendo dalla descrizione di quanto osservato nella città di Taxila, dove civiltà diverse hanno lasciato testimonianze della loro grandezza e caducità, l'antropologo riflette sui rapporti odierni di tre grandi religioni, domandandosi cosa sarebbe potuto succedere se il percorso storico non avesse portato l'Islam e la sua offerta di semplicità intransigente a separare geograficamente il cristianesimo dal buddismo. Concludendo che anche nelle sue contraddizioni, l'essere umano, esattamente come l'antropologo, ha il dovere di cercare la via che porta alle origini, perché, anche se il percorso potrebbe sembrare futile, è invece l'unico che nella sua condizione di essere sociale trova il proprio senso. (…)E ancora, nel finale, quella riflessione, fondamentale per l'homo occidentalis, che dovrebbe farci fare molti passi indietro nel nostro rapporto, oggi pietoso, con il continente straziato dal colonialismo.(...) A far diventare l'opera una pietra miliare per l'indagine etnologica fu però l'atteggiamento dell'autore nel rapportarsi alle culture oggetto di studio, eliminando quel senso di superiorità che, a suo vedere, non trovava fondamento alcuno, avendo ogni cultura trovato il modo di risolvere i problemi con cui si era dovuta confrontare nella maniera più efficiente possibile. (...)Dimenticare l'Africa e il suo male oscuro, per intenderci.it.wikipedia.orgTristi tropici - Wikipedia«Odio i viaggi e gli esploratori, ed ecco che mi accingo a raccontare le mie spedizioni. Ma quanto tempo per decidermi!»Commenti: 1Apriamo gli occhi sull'AfricaREP.REPUBBLICA.ITApriamo gli occhi sull'Africa
Stelle danzanti e buchi neri
martedì 23 febbraio 2021
Cronache dalla nuova peste. Ieri accadeva.
Cronache dalle nuove pesti. part two
Venezia sposa macchiata 22 febbraio 2020 ore 07.50
E quando ti alzi la mattina e ti vesti e ti lavi le mani ti soccorre il pensiero improvviso e la domanda spontanea de: 'Ma con tutto 'sto dover lavarsi le mani ben oltre i 20 secondi sanitari di rito e 'non toccarsi la bocca e gli occhi', come si farà a lavarsi il viso? A mani pulite, si può?'. E invidi le signore che ricorrono a batuffoli e ostie di cotone per struccarsi e 'scrubbare' le amorevoli gote per poi spalmarle di creme miracolose di nova giovanezza.
E sarà per l'ora presta, sarà per tutto quel battage dei telegiornali di ieri sera su morti e feriti e dispersi del corona virus spettrale e subdolo le calli sono sgombre di gente e pare che, datori di lavoro consenzienti, tutti si siano consegnati nelle case-caserme fino a nuovo ordine e guardino fuori delle finestre curiosi dell'audace che si avventura in zona di guerra mal equipaggiato e privo di mascherina.
E quando arrivi in piazza ti rendi conto che la città strana e soleggiata ha dinamiche tutte sue e che nessun ospite di case in affitto e B§B ha avvisato i festosi turisti che gira tutto attorno alla città una epidemia che 'lèvati e torna al paese' finché sei in tempo. Forse perché il lucroso giocattolo turistico ha già subito il dramma delle acque alte incontrastate dal Mo.se tecnicamente inadeguato e se gli aggiungi la nuova peste del terzo millennio è un 'uno-due' da knock out e conta al tappeto fino a dieci.
E il distico di una vecchia barcarola dice che : 'Venezia rassomiglia ad una sposa / vestita di broccati e di velluti...' ma qui la sposa ha l'abito macchiato e gote smunte e, davanti alla basilica, ci sono solo brutte maschere (per le più belle bisogna aspettare oltre le dieci) e cinesine (o orientali, chi le distingue?) festose e cinguettanti coi loro selfies smorfiosetti e boccucce a cuore, beata gioventù!
E i bar sono tutti aperti mentre nelle zone del contagio conclamato sono stati i primi esercizi commerciali a chiudere e affiggere di fuori i cartelli: 'Ascoltate i telegiornali, ci si vede dopo la buriana.' E perfino io prendo fiducia e, prima di valicare il grande ponte di legno che mena alla stazione, ordino il classico cornetto croccante e macchiato con caffè lungo. Come scommetteva Pascal sulle fede: 'Fai come se ci credessi e la fede verrà come d'incanto.' E se non sarà incanto pazienza, si farà senza.
E Mogliano Veneto, al sol della calda primavera, sembra un paese franco, coi suoi larghi marciapiedi dove ti puoi scansare facile e mantenere le doverose distanze sanitarie di rito e la gente si ferma a parlare come se niente fosse e hai l'impressione che qui abitino i coraggiosi che si oppongono allo spettro pestifero e offrono il petto come soldati e 'Fatti sotto, marrano!' ma è meglio dotarsi degli strumenti del caso e, anche qui, le mascherine sono esaurite e la paura cova sotto, ma sembra primavera e – chissà perché – abbiamo l'impressione che la stagione nuova sia come la Madonna della Salute che scaccia la peste sull'altare della chiesa veneziana omonima.
Tutto sta a crederci; intanto, una volta a casa, mi tolgo i vestiti e butto tutto quello che è stato in contatto con treni e autobus in lavatrice con, di base, quel liquido magico che promette di abbattere il 99,999 di batteri e lieviticidi. Che saranno mai i lieviticidi?
lunedì 22 febbraio 2021
L'Africa nel cuore e la preistoria della mente
Che Africa abbiamo nel cuore e nella mente? Quella di 'Cuore di tenebra', il romanzo di J.Conrad, il cui protagonista ci narra di un viaggio periglioso lungo i meandri del fiume Congo – un fiume dalla testa di serpente e la coda nel folto della giungla?
'Nella notte (Charles Marlow, l'io narrante) risale faticosamente il fiume: domina l'ombra delle rupi lunari, il suono cupo dei tamburi nascosti, quasi un viaggio nell'Ade (…) Marlow ha l'impressione di percorrere il tempo e il paesaggio preistorico, ma anche nella preistoria della mente' (…) (Wikipedia)
Ecco: l'Africa che si agita nella preistoria della mia mente è quella stessa degli sceneggiatori dei films di Hollywood in cui si narra di prodi missionari e medici generosi che allestiscono gli ospedali da campo finanziati dai nostri generosi contributi e beneficenze da 'nove euro al mese', ma in quei campi provvisori sempre incombe il timore di razzie e massacri da parte delle opposte bande dei signori della guerra - con i loro bambini-soldati armati di kalashnikov e più feroci perfino dei loro criminali addestratori e comandanti.
Ed ho in mente i rapitori delle cento e passa vergini di qualche anno fa in una scuola della Nigeria, la genia delittuosa di 'Boko Aram' - guerrieri islamici che odiano l'Occidente e ogni sua cosa che glielo ricordi di lontano.
'L'orrore, l'orrore.' come mormora Kurz, il genio malefico del romanzo di Conrad, prima di morire.
E che Africa avevano nel cuore e nella mente l'ambasciatore italiano e il carabiniere della sua scorta, uccisi ieri da parte dei criminali guerrieri del 'cuore di tenebra' africano che esporta i suoi giovani 'richiedenti asilo' a centinaia di migliaia sui barconi dei naufragi organizzati da criminali 'scafisti' - con la complicità manifesta o il 'far finta di non vedere' di politici e forze dell'ordine libiche e/o tunisine?
Servitori dello stato, li definiamo, ma davvero non riesco a capire quale servizio positivo e sensato svolgano laggiù l'Italia e gli altri paesi europei presenti nel cuore di tenebra africano e se 'ne valga la pena' di investire risorse economiche ed umane per averne il riporto (di facile predizione) di notizie orribili e il pianto greco che ne consegue in cronaca.
Nel romanzo di Conrad era l'avorio la merce di scambio che muoveva gli appetiti e i delitti conseguenti imputati a Kurz, oggi pare sia il coltan il minerale maledetto – lo stesso che accende le sinapsi dei nostri computer di casa; e il 'cuore di tenebra' africano ci viene servito a colazione con il micidiale senso di colpa che ne consegue di noi occidentali colpevoli – tutti, tutti, a sentire le geremiadi delle genti sinistre- di ogni nefandezza nei confronti dei 'buoni selvaggi' (J.J. Rousseau) africani a cui non possiamo rifiutare l'accoglienza (sic).
E il prossimo romanzo che si dovrebbe scrivere dovrebbe avere come titolo, invece: 'Dimenticare l'Africa' e e il suo cuore di tenebra che scavalca i secoli e non mostra di migliorare negli anni del nuovo millennio appena iniziato. Lasciarla andare al suo destino senza più remore, come fanno le truppe americane in Afganistan – dopo sofferti decenni e conflitti feroci e morti inutili.
E il 'mal d'Africa' , l'incanto di cui parlano gli scrittori e i viaggiatori, a me pare si volga, subito fuori dei percorsi protetti delle agenzie di viaggio, in un male tout court, male di vivere e cuore di tenebra che si mangia i generosi servitori dello stato e tutti gli improvvidi, sinistri sognatori de 'il migliore dei mondi possibili'.
Rileggetevi il 'Candide' di Voltaire e sappiatemi dire.
Bibliografia essenziale: Wikipediait.wikipedia.orgCuore di tenebra - WikipediaCuore di tenebra (Heart of Darkness) è un racconto dello scrittore polacco-britannico Joseph Conrad sulla storia del viaggio per risalire il fiume Congo nel Libero Stato del Congo, al centro dell'Africa, da parte del narratore Charles Marlow. Egli racconta agli amici la sua avventura, a bordo della...
venerdì 19 febbraio 2021
Rumore e furore...
giovedì 18 febbraio 2021
Traslochi. Ieri accadeva.
mercoledì 17 febbraio 2021
Carnevali e quaresime di ieri
Amor ch'al cor gentil ratto s'apprende.
lunedì 15 febbraio 2021
O tempora, o mores!
venerdì 12 febbraio 2021
Grilli, buoi, asini e capre.
- E, dopo gli anni del Grillo stra parlante e poi silente delle scatolette di tonno vuote, ecco l'anno del bue: solidità, tranquillità, prosperità, trullalà.Anno che, però, ci viene dalla Cina, già paese di pipistrelli e pangolini pandemici – e questo ci induce a meditazioni ponderose sulle umane illusioni e le tradizioni un filo ridicole di anni nuovi ed auguri conseguenti sempre smentiti.E chissà quando verrà l'anno dell'asino, invece: paziente e silente e, un tempo, su per le erte salite, oberato di carichi pesanti – con quel suo serale raglio disperato che annichila e dice le umane sorti e le animali un dolore universale sempre presente – come la capra di Umberto Saba che:'(…) Quell'uguale belato era fraternoal mio dolore. Ed io risposi, primaper celia, poi perché il dolore è eterno,ha una voce e non varia.Beliamo, fratres. Di muggire, per tutto quest'altr'anno, mi sa, non se ne parla.parafrasando.it
- Web scuola - Parafrasi della poesia, strofa per strofa: "La capra" di Umberto Saba.Capodanno cinese, oggi inizia l’«anno del Bue»: rappresenta il riscatto dai momenti difficiliCORRIERE.ITCapodanno cinese, oggi inizia l’«anno del Bue»: rappresenta il riscatto dai momenti difficili
martedì 9 febbraio 2021
Popoli e re alla prova della storia
I ravvedimenti operosi di Caino
09 febbraio2015
lunedì 8 febbraio 2021
Sottomissioni di ieri e di oggi