domenica 30 settembre 2018

Animali intelligenti

Animali intelligenti
In una pubblicità della Rai, 'da novant'anni in onda', Cochi e Renato ci informano che 'La gallina non è un animale intelligente. / Lo si capisce da come guarda la gente'. E, per la verità, mi capita di incocciare per strada persone (molti 'giovani') che nulla hanno da invidiare a questo straordinario animale - al quale dobbiamo riconoscenza massima non foss'altro che per il dono divino che ci ha fatto nei millenni delle sue uova.
Immaginate cosa sarebbe la nostra vita senza lo zabaglione, le frittate di ogni genere e tipo, le impanature e tutto quanto della nostra fantasiosissima gastronomia comporti l'uso delle uova.
E trovatemi, di contro, uguale utilità sociale e relazionale per certi nostri 'giovani' della movida notturna, il cui sguardo ci riporta indubitabilmente alla gallina. Per tacere di quelli che si affiliano all'Isis per provare l'emozione intensissima del tagliare gole e teste di gente indifesa attribuendone il merito all'ineffabile allah e al suo mitico profeta.
E, con una piccola digressione, sull'articolo 18, viene fatto di chiedersi se 'è nato prima l'uovo o la gallina'. Ovvero se questo diritto elementare di non venire licenziati perché 'stiamo sulle palle' a un padrone caratteriale e un filo stronxo sia cosa buona e giusta in sé e da estendere a tutti o, invece, è solo una palla al piede delle nostre mitiche 'imprese' che, senza, assumerebbero lavoratori a mucchi e dozzine - tanto, poi, li mando a casa quando mi pare e piace, che bel divertimento.
Chiedere lumi a Renzi, una volta spenti i riflettori sul teatrino insulso della sua Direzione.
E chiediamogli conto, poi, di tutte le altre promesse che dispensa a piene mani sui disoccupati e i mitici 'corsi di formazione' che dovrebbero restituire il lavoro perduto ai cinquantenni con l'ansia atroce di una pensione che non arriverà.
Ma chiedeteglielo davvero, cari i miei concittadini, - coi toni duri e ultimativi di elettori incazzati e indignati - e rendeteglielo bollente quest'autunno che incede col passo del gambero: uno avanti e due indietro.
E ho nelle orecchie i resoconti di amici e conoscenti che mi parlano di condizioni di lavoro talmente degradanti da venire voglia di cambiare pianeta per mai incontrare quei tali che offrono un tale tipo di 'lavoro' - e ce li dicono 'imprenditori' e colonne portanti di una società di infami e ignorano e non si curano delle più elementari regole di rispetto della dignità delle persone.

giovedì 27 settembre 2018

Guerre guerreggiate

Fatti gravissimi accadono nel nostro mondo, cittadini. A memoria d'uomo mai s'era vista una tale polarizzazione della vita pubblica – con i 'grillini' che scendono in piazza per la vittoria contro gli odiati 'ragionieri dello stato'. Ragionieri grigi e cupi che non volevano scucire un penny di più oltre il 1,6 per cento del pil e, da ieri sera, se ne stanno basiti davanti alle loro scrivanie a rimirare quell'esplosivo 2,4 di cui ci danno conto i telegiornali che farà esplodere il debito pubblico e ci metterà contro l'Europa di quegli altri ragionieri, sordi e ciechi, che ingaggeranno contro di noi una furiosa battaglia politica che culminerà con le elezioni di maggio e un verosimile 'tutti a casa' .
E sarà un rotondo sei a zero, nel maggio 2019, di quella guerra - e battaglie vinte a furor di popolo e referendum ed elezioni - che abbiamo ingaggiato noi 'populisti' contro i burocrati sordi e ciechi di una Europa iper accogliente con i popoli barbari che arrembano sulle nostre coste, ma é tirchia e avara con i greci e gli italiani: popoli mediterranei che provano vanamente a uscire dal cerchio delle streghe della povertà diffusa e hanno contro i grilli parlanti francesi e danesi e tedeschi e olandesi che ci indicano l'uno e sei del pil quale diga che argina il nostro prossimo crollo economico.
E la battaglia contro Tria e i suoi avari ragionieri dello stato si sposta al Quirinale – dov'è arroccato e in trincea il Mattarella europeista ad oltranza che rimanderà al parlamento grillino e leghista la legge di bilancio per mancanza di coperture e gli altri doverosi distinguo ragionieristici e sarà una guerra istituzionale tutta da vedere e ascoltare e chi vincerà non é certo né predicibile, ma è certo che abbiamo un consiglio superiore della magistratura schierato e partigiano – dopo l'elezione di ieri di un renziano duro e puro a vice presidente e 'si salvi chi può' in un tale schieramento di battaglia per la vita e per la democrazia del paese; chi vivrà vedrà e i cocci sono i nostri, nascondete le argenterie e tenetele da parte per i giorni bui che verranno.

Città di notte


Fossi stato Clooney, l'avrei fatto di notte quel suo matrimonio da favola hollivudiana, perché la città, di notte, contiene davvero tutte le potenzialità dei sogni e dei miti e le evocazioni di fantasmi del passato che la rendono unica e bellissima - e condannata all'atroce destino della sua bellezza e conseguenti sciami di umane locuste turistiche.
E, ieri notte, alle quattro del mattino, non c'era un cane in giro, a parte quattro gatti di 'giovani' davanti agli imbarcaderi di Rialto con le avvilenti birre in mano e i dialoghi miserabili e stupidi di chi non ha nulla da dire e l'alcol gli serve a dirlo nel modo più acconcio: quello degli ubriachi.
E mi veniva fatto di pensare, attraversando la città rilucente di ombre e in preda alla mia ricorrente ossessione del 'senso' delle cose, che è il Tempo, l'attraversamento del Tempo che rievocano le sue architetture magnifiche, la sua ragion d'essere e resistere senza vergogna coi suoi palazzi e le chiese e le cupole 'fuori tempo'. E il Tempo, si sa, ha come suo grembo e amnio il Buio - che ospita il Cosmo e le sibilanti meteore-comete e il vorticare delle Galassie – e mi veniva in mente il film del pomeriggio appena scorso, ('Lucy', un polpettone galattico) dove la protagonista attraversa il tempo e vi si scioglie e ci promette l'eterno e l'ubiquità e una mente umana così espansa da percepire tutto l'esistente in ogni sua fibra e onda magnetica. Che magari sarà davvero il futuro dei bis bis nipoti, chissà.
E così è per questa città di notte: buia e sibilante di galassie sospese al suo cielo ucciso dalle troppe luci artificiali e fitta di fantasmi silenziosi che ti alitano addosso il loro essere e permanere invitti nel luogo delle loro gesta, - ma di giorno scompaiono e si appollaiano sui cornicioni e sui timpani delle chiese, accanto agli angeli e ai santi: da nessuno veduti né registrati di sotto perché le moderne macchine fotografiche degli avvilenti 'selfie' turistici non hanno la fantasia necessaria per 'digitalizzare' e documentare le loro ostinate presenze.

mercoledì 26 settembre 2018

Gnosi e dintorni




26 settembre 2015

H2a chiuso di recente la meravigliosa mostra 'Alefbet – L'alfabeto della memoria' di Grisha Bruskin alla Stampalia che mostrava, stupendamente raffigurati, i temi e i personaggi della Gnosi della religione ebraica: tanto ricca e fantasiosa quanto mirabile e avvincente nel fascino che promana dalle storie di ognuno dei suoi personaggi. Non so se Bruskin sia 'credente', ma di certo è stato 'colpito sulla via di Gerusalemme' dalle avvincenti narrazioni della religione dei suoi avi e le ha tradotte con abilità artistica straordinaria.
Così è stato per me, nei riguardi della sua religione e di tutte le altre che ho conosciuto e approfondito la conoscenza nel corso di molti viaggi iniziatici: in India e nell'estremo Oriente delle moschee frammiste alle pagode e ai templi induisti e le caverne buddiste.
Religione e storia dell'uomo procedono tuttora affiancate: sogno e leggenda l'una dell'altro e tormento di una evoluzione che non riesce ad affrancarsi dal peggio della cultura religiosa fondamentalista e 'unicista' – quella di coloro che pretendono di affermare e interpretare 'l'unico e vero Dio' e il suo Verbo. Verbo detto e scritto nel Libro da un Profeta e/o da un 'figlio di Dio' sceso in terra e partorito da una vergine, nientemeno. Miracolo della Fede. E si fatica a mandare a memoria gli episodi storici in cui si sono affrontati, spade (oggi bombe e mitraglie) alla mano, gli aderenti a questa o quella Fede e dottrina o le sette e gli scismatici e le centinaia di migliaia di morti che hanno lasciato sul terreno.
E altri sette/ottocento sono rimasti a terra - donne e bambini compresi - l'altro ieri alla Mecca, schiacciati dall'ondeggiare pauroso della calca dei 'pellegrini' che volevano bersagliare con le pietre un qualche loro demone – dei molti partoriti dall'insana follia delle varie de diverse fedi nel corso dei secoli.
E mi chiedo perché siamo una ristrettissima minoranza, noi atei (non devoti) che notiamo e additiamo l'incredibilità e la favolistica dei miti e dei riti persi nella notte dei tempi di tutte le religioni e ne denunciamo l'oppio dei popoli – e il veleno, se lo relazioniamo ai morti in battaglia e alle catastrofi ricorrenti dei pellegrini islamici alla Mecca.
E, oggi, importiamo a migliaia, dalle nostre frontiere-colabrodo, il virus di un islam medioevale che è destinato a fare danni e alimentare i conflitti etnico-religiosi a centinaia e migliaia nel cuore di un'Europa che più fragile e indifesa non si può – e si arrabatta con provvedimenti-tampone e sempre in ritardo sui tempi e insufficienti nella titanica impresa di arginare a governare i nuovi barbari.
Integrarli, poi, è parola davvero grossa, dati i moltissimi casi di immigrati di seconda e terza generazione coinvolti in predicazioni fondamentaliste che alimentano l'odio e armano le mani degli assassini di 'Charlie Hedbo' e del museo del Bardo.

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lunedì 24 settembre 2018

Al servizio della città. Ieri accadeva e non si danno pace.

25 settembre 2017 
Il quinto avviso è venuto. Dove il 'si' suona. Predizioni azzeccate. Ieri accadeva e non si danno pace.

'Coraggio.' vien da dire a quelle persone che stamattina si sono alzate scorate per aver udito i risultati delle elezioni in Germania. Ci vuole coraggio per ben altre cose, in verità, - e il relativo successo elettorale della Afd non è tutto quel male e quella tragedia che vogliono farci credere quei tali che si riempiono la bocca di parole vetuste e non più sensatamente coniugabili nel presente e nel futuro prossimo quali 'fascisti' e 'nazisti'.
Viviamo un'altra storia e il problema che abbiamo, invece, è costituito dalle invasioni barbariche e islamiche il cui prezzo di inevitabili conflitti sociali ha pagato Angela Merkel, - la 'mutti' un po' troppo accogliente e materna e che ha ritenuto accettabile pagare il prezzo di milioni di immigrati in casa e stipati nelle enclaves delle periferie urbane in tempi affannosi e tragici di 'radicalizzati sul web' assassini e gli stupri di Colonia e delle altre città europee del capodanno 2016, più le altre nefandezze di 'microcriminalità' che leggiamo sui giornali (è 'micro' solo per chi non la subisce) delle serpi in seno che abbiamo accolto obtorto collo e che hanno convinto una parte dell'elettorato a punire la Grosse Koalition degli accoglienti ad oltranza e contro il sentire rancoroso delle persone che chiedono legge e ordine.
E ci aspettavamo cifre anche più clamorose del 12,6 ottenuto dalla Afd, considerati gli esiti delle elezioni ultime scorse di Trump e della 'brexit' e del referendum perso da Renzi in cui i sondaggisti hanno toppato alla grandissima e il giornalismo servile dei giornaloni a tiratura nazionale e dei troppi telegiornali di s-governo accreditava un risicato cinque per cento alla Afd - ed era il loro sogno asfittico di cortigiani renziani di pensare morta e sepolta la stagione dei populismi e 'passata la festa gabbato lu santu'.
E il sostenere che faccio da cinque anni a questa parte il voto di protesta 'populista' quale segnale di fortissimo disagio sociale e richiesta perentoria di cambiare rotta e governare finalmente con polso fermo le folli immigrazioni senza legge e 'clandestine' trova ennesima conferma e quarto avviso ai naviganti in una Europa in disarmo e priva di vero e saggio governo da decenni.
Seguirà il quinto e decisivo avviso in primavera nel Belpaese dove 'il 'si' suona'?
Chi vivrà vedrà e i cocci ve li siete voluti con pervicacia degna di miglior causa, cari i miei buonisti immaginari e che avete dimenticato che cosa sia fare politica al servizio della città e dei cittadini.
UNUNIVERSO.IT
di Luciano Lago L’affermazione del Partito di AfD in Germania non è cosa di poco conto, con i suoi 87 seggi conquistati, quale terzo partito che entra per la prima volta nel Bundestag. Questo suc…

Romani, Longobardi e Bresciani



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Viaggiare è ri-entrare in una più chiara sintonia col mondo. Che é vario e diverso e 'strano' e ci incuriosisce perché siamo onnivori di cose e persone - e facciamo un torto a noi stessi ad allineare giorni e mesi nei luoghi sempre uguali delle nostre vite, e le stesse facce inespressive e gli accadimenti prevedibili di un teatro quotidiano che più non ci incuriosisce.
E la sera di sabato, prima di cena, Piazza della Loggia era deserta di persone, metafisica quinta teatrale dechirichiana e luogo della storia segnato per sempre da un boato e dall'audio straziante di grida e richiami e avvisi col megafono di fuoriuscire dalla piazza con calma e di aiutare i feriti, chi ferito non era nel corpo o nella mente.
E non è facile ricostruire l'evento di purissima follia politica che ha preceduto l'esplosione e capire come abbiano potuto concepire l'assoluta malvagità dell'uccidere e ferire e mutilare quei tali, quei 'fascisti' di cui alle lunghe indagini successive, che con metodo degno di tanta follia hanno costruito la bomba e nascosta nel punto stabilito dove poteva fare più danno.
E piazza della Loggia, in realtà, è affascinante quinta teatrale di molti tempi diversi della storia della città e racconta una storia multipla di architetture e di popoli diversi e reggenze che si sono succedute di cui abbiamo perso memoria - e la polarità assurda di quell'evento straziante del maggio 1974 è episodio ributtante e maledetto dei plumbei Settanta di un terrorismo diffuso e 'di stato' che abbiamo seppellito ed è sedimento dei nostri strani annali di una democrazia fragile e malata fin dalla sua fondazione.
E Brescia, invece, è città serena e piena di bella gente e bella gioventù di apparenza gentile e te lo dice il modo in cui vieni salutato nei bar del caffé mattutino e pomeridiano e, all'ora del 'pirlo' (spritz bresciano accompagnato da una ricca messe di stuzzichini; praticamente una 'apericena' ante litteram) i tavoli dei bar e delle osterie fronte Duomo e Rotonda sono interamente occupati da famiglie e da giovani donne e adolescenti che si raccontano a voce alta - e tu ascolti le loro storie private e le confronti con le tue e, segretamente, confessi loro che 'hai vissuto' un tempo diverso che si apre al loro futuro con un sorriso appena accennato, da Gioconda: il sorriso della Storia che sedimenta e cancella gli orrori e ognora ripropone la speranza di giorni nuovi e diversi.
Pensate che in questa città si sono alternati i Romani e i Longobardi, la cui sintesi magnifica sono gli odierni Bresciani – che Dio vi benedica e vi preservi, amici cari.

giovedì 20 settembre 2018

Tempi che vai, Savonarola che trovi



Tempi che vai, Savonarola che trovi.
Leggo molti articoli dai giornali più diversi – quelli che me lo permettono e non mi chiedono di abbonarmi. E leggo (per intero!) molti blogs ospitati sui giornali, con maggior interesse su 'Il Fatto Quotidiano' - da quando la 'Repubblica della sera' è diventato un solo giornale illeggibile, e i suoi giornalisti di punta trasvolatori oceanici di quel buonismo da un tanto al chilo che noi populisti non riusciamo più a tollerare a causa della sua cecità - che è della peggior specie, quella che: 'non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere'.
E leggo i commenti a fondo articolo o a fondo blog che, se ne fossi l'autore o un membro della redazione, mi cadrebbero le braccia e mi riprometterei di non più scrivere/pubblicare una riga, dal momento che, in larga maggioranza, sono contro le tesi esposte nell'articolo; a volte radicalmente 'contro' e senza possibilità di conciliazione e sintesi 'super partes', - come si diceva in tempi in cui eravamo tutti più buoni, ma era solo perché non c'era internet e non avevamo la possibilità di rintuzzare in chiaro le tesi dei valenti giornalisti con i nostri commenti malevoli, ma, spesso, azzeccati.
'A pensar male spesso ci si azzecca.', ricordate l'Andreotti buon'anima?
E' la democrazia, Bellezza, rispondiamo in coro noi commentatori malevoli, ma informati e partigiani come e più degli autori degli articoli dei giornali. E' la democrazia di internet, dei tempi nuovi del 'villaggio globale' che ci consente di mettere a confronto le vostre tesi, di voi giornalisti inarrivabili (un tempo) e oggi 'embedded' e costretti a subire il cannoneggiamento quotidiano di commenti che vi rintuzzano, vi contestano, vi rimproverano la vostra incomprensibile (a volte intollerabile) partigianeria e piaggeria nei confronti del 'pensiero globalista dominante'.
E ci dite 'odiatori' e 'leoni della tastiera' e 'populisti', ma siamo 'il popolo', invece – quella entità indifferenziata e anonima dalla quale avete marcato negli anni una distanza incolmabile e vi siete ritrovati con una maggioranza del 60 e più per cento a favore del presente governo che odiate e disprezzate, ma non sapete più da che parte girare lo sguardo in quel deserto di solitudini mentali in cui vi siete cacciati a forza di negare la realtà dei fatti tragici di questo scorcio di millennio affannoso di migrazioni epocali incontrollate e di conflitti conseguenti.
Battetevi il petto, cari. Un po' di sana umiltà aiuta a risalire le chine.

lunedì 17 settembre 2018

Simulazioni e confronti televisivi prossimi venturi

Vivo solo e tengo sotto al letto uno spray al peperoncino, nel caso mi capitasse di alzarmi di notte agitatissimo per aver udito il rumore della porta di ingresso che sta per essere scassata o di una finestra che si apre di scatto e ti si para davanti il ladro, l'aggressore. E' una eventualità che potrebbe non capitarci mai, ma, a giudicare dalle cronache che ci informano delle visite diurne e notturne in provincia e nelle province viciniori una discreta possibilità che tutto ciò avvenga c'è.
E la domanda che mi pongo fin d'ora in gravi ambasce è: 'Lo spray al peperoncino, ammesso e non concesso che io abbia la freddezza e la fortuna di centrare naso e occhi dell'aggressore e metterlo fuori gioco per un minuto o due prima che mi colpisca, sarà 'azione proporzionale all'offesa' della violazione del domicilio? O dovrò attendere la bastonata e il pugno in faccia dell'intruso prima di spruzzare lo spray urticante?'
Domanda non peregrina da porre, in pubblico dibattito, a quel magistrato che ha voluto ricordare a Salvini e ai suoi che l'approvazione di una nuova legge sulla legittima difesa è pericolosissima perché turberebbe l'incanto della presente legge 'proporzionale' che prevede di porgere l'altra guancia all'aggressore prima di darci sotto con il primo strumento di offesa che ti capita a tiro: bastone, coltello o, dio non voglia, un'arma detenuta legalmente e che potrebbe stecchire l'aggressore e metterci in guai giudiziari per il resto delle nostre vite – incluso il risarcimento milionario ai suoi congiunti.
E non sarebbe male provare, sempre in pubblico dibattito - con quel magistrato o con altri che ne condividono le preoccupazioni -, provare a fare delle simulazioni con l'aiuto del computer e della 'realtà virtuale' che dimostrino l'azzardo e l'atrocità della presente formulazione legislativa 'risposta proporzionale all'offesa' – traendo dalle cronache passate o recenti gli elementi della simulazione virtuale: vecchietti picchiati a sangue e legati come salami, e poveri cristi che ci hanno rimesso la salute o la pelle nel corso di quelle rapine e/o violazioni di domicilio; e gli aggressori, giovani e forti, ci han dato sotto con buona lena e si sono presi tutto lo spazio di ferocia per evitare anche solo l'accenno a una 'risposta proporzionale all'offesa'.
Attendiamo fiduciosi che una qualche televisione pubblica o privata ci proponga, in prima serata un tale, istruttivo, confronto e 'talk show' per convincerci della bontà dell'una o dell'altra tesi.

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domenica 16 settembre 2018

Liberi di volare alto

Ci sembra buffo, per non dire grottesco, l'appello/intimazione del capo dello stato che dice, con un vigore degno di miglior causa : 'Nessuno tocchi la libertà di stampa!' La libertà di stampa é in pericolo?
Perdirindindina! chi poteva immaginarla una tale gigantesca iattura, una tale raffigurazione fantasy da paese degli elfi, da mondo di mezzo e iperuranio. E noi 'populisti', in sempiterno affanno mediatico e da nessuno letti però tanto votati, che pensavamo che i giornaloni, Il Corriere della Repubblica e la Stampa, per dirne due, facessero e scrivessero un po' il c.... che gli pare, totalmente sganciati dal sentire profondo del paese che ci vota e perciò liberi, liberissimi di volare alti sopra le tragedie infinite dei migranti dei mille barconi attraccati sulle nostre coste e dell'assalto quotidiano al muro di Ceuta e ai muri della Macedonia e dell'Ungheria.
Volano così alti, i nostri giornalisti di grido, tre metri sopra al cielo, da permettersi ingiurie e invettive quotidiane rivolte a noi, buzzurri populisti incapaci di spiaccicare e/o condividere i loro pensieri eleganti, fioriti e aerei, incapaci di volteggiare negli empirei luminosi del globalismo che tutti ci affratella (dovrebbe affratellarci, dicono, è vangelo) – ed è perciò poca cosa e giusto prezzo da pagare se dalle nostre periferie urbane, diventate enclaves islamiche nemiche come a Malmoe, come a Moellenbec, partono i 'radicalizzati sul web' di seconda e terza generazione che fanno le stragi di Parigi, Nizza, Berlino e le seguenti.
Sono così liberi e refrattari ad ogni vergognoso assoggettamento (da parte di chi, chi, chi, chiricchichi?), i nostri giornalisti-maestri di pensiero che levano la pelle a frustate e invettive rabbiose di 'fascistaleghistarazzista' – e invocano la censura sul web – contro quelli che definiscono 'gli odiatori', i 'leoni della tastiera', lazzaroni e miserabili illetterati che ritengono il loro buonismo da un tanto al chilo la malattia senile della politica che ha perso il contatto con la realtà dei conflitti quotidiani post migrazioni - e con il popolo che non li legge più, ma li osserva volare alti, eleganti, tre metri sopra il cielo, stormi migranti (pure loro!) verso un futuro non scritto (che fortuna!) bensì combattuto strada per strada e urna per urna ( a maggio!, a maggio!) finché non tornerà a darsi una ragionevolezza, una sensatezza condivisa e che comprenda la qualità della vita che abbiamo perduto da quando il loro astratto vangelo buonista si è fatto intimazione e invettiva.

venerdì 14 settembre 2018

Polis e politica



15 settembre 2014
Dopo tanta denigrazione della politica, (ma più dei politici maneggioni e arraffoni e bugiardoni) un 'festival della politica' non è stata una cattiva idea - per provare a riconciliare i cittadini con quest'arte umana che tanta soddisfazione ci ha dato nei ricordi scolastici di Pericle e di Cicerone e Seneca e Machiavelli.
E ieri ascoltavo l'interessantissimo dibattito intorno a un libro che ci informa che la città è una tana e 'fa paura' ed ha porte e muri: per dire che è accogliente però anche difesa dagli attacchi dei nemici.
Nemici che vengono da fuori ma anche da dentro; e ci sono stati gli assedi terribili degli aspiranti conquistatori e i massacri, ma anche le guerre intestine, civili, non meno feroci e belluine.
E la paura principale che abbiamo è contro lo 'xenos' o barbaros che insidia il nostro benessere e il benestare della 'polis' giunta all'apice del suo sviluppo economico ed architettonico e politico, e tuttavia non possiamo non accoglierlo perché l'accoglienza 'è nelle cose', - e contro la globalizzazione nulla possiamo opporre e restiamo, sgomenti, come il poeta in guerra che denunciava: 'Si sta / come d'autunno / sugli alberi / le foglie'.
E si sono ascoltate molte citazioni latine e gli etimi dal greco e tutto era molto elegante a udirsi e 'suonava bene' – ed era come la storiella di quella giovanetta costretta al meretricio che aveva fatto innamorare un poeta che molto ne lodava le tonde e turgide forme del corpo e la dolcezza dell'approccio erotico e l'ingenua se ne era innamorata a sua volta perdutamente, ma la maitresse la contrastava dicendole che la cosa era esattamente come con tutti gli altri uomini che se la scopavano e solo, quel poeta, gliela infiocchettava e la incellofanava così da fargliela apparire straordinaria e speciale.
Già, perché, dopo tanto dotto discettare di bravi filosofi che ce la presentavano elegante e la prendevano da lontano, la dolente nota, stringi stringi, era la banale, quotidiana questione della 'securitas' contrapposta alla insecuritas, - alla inquietudine di noi cittadini nei confronti del 'diverso', dello 'xenos' che ci affligge coi suoi mille barconi e ci costano una fortuna e non sappiamo più dove stiparli e quegli 'xenos' cambiano l'aspetto delle nostre città eleganti ed evolute – e i centri storici sono ormai 'cosa loro' perché le nostre agorà, di noi indigeni disgustati e snob, sono ormai i centri commerciali.
E, in finale di partita, il filosofo-scrittore di belle speranze e promesse, ha citato l'anomalia di una città-stato postmoderna, Singapore, dove, invece, nessuno ha paura perché, se fai tanto di rigare una macchina e/o buttare una cicca per terra, non passa mezz'ora e sei nella mani della polizia e un giudice, per direttissima, ti condanna a una multa di mille dollari singaporiani e/o a dieci frustate sulla schiena - come è capitato a un giovane americano e se ne indignò mezzo mondo e ne dibattemmo a lungo se quelli erano metodi condivisibili e civiltà della polis.
Saranno anche un filo esagerati, a Singapore, mi è venuto da pensare in chiusura di dibattito, ma se guardiamo alle nostre 'polis', alle orrende città dei cassonetti bruciati e tonnellate di sporcizia sulle strade e gomorra e camorra e criminalità varia organizzata e politici corrotti e forze dell'ordine che minacciano scioperi, beh un paio di annetti di gestione singaporiana forse non ci farebbero così male.

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I francofoni che: 'Merde alors.'

La battaglia politica si sposta sull'informazione. Chiuse la bare dei morti di Genova e le polemiche sul ponte Morandi, rai news 24, l'ammiraglia faziosissima del deposto s-governo Renzi/Gentiloni torna ad ammannirci le sue rassegne-stampa fitte di dichiarazioni di signori Nessuno (Moscovici, chi era costui?) che saranno sonoramente trombati alle prossime elezioni europee e perciò mettono sotto accusa, con frasette acconcie e dichiarazioni concordate tra Parigi e Berlino, le politiche del governo giallo-verde, e additano il debito italiano e il presente governo quale mostri populisti da trafiggere con la stessa lancia. Ma l'azione sullo spread è manovra speculativa per eccellenza e non indicativa di alcunché e la legge di bilancio sarà varata, piaccia o no a lorsignori.
Si rischia di navigare nella palude Stigia di una informazione di regime da 'muoia Sansone con tutti i filistei' – del passato regime Renzi/Gentiloni succube dei diktat europei – se si continua ad alimentarsi a queste fonti di fake news faziose in servizio permanente effettivo e non si mantiene la rotta del contratto di governo stipulato a maggio e non si procede a fronte alta contro tutti gli oppositori e le opposizioni istituzionali, Tria e Mattarella eventualmente inclusi.
Avanti con il contratto di governo, dovrebbe essere la parola d'ordine pronunciata da tutti i nostri rappresentati e gli eletti - e se qualcuno di forte ingombro istituzionale si metterà di traverso si vada a nuove elezioni e si esca dalle sabbie mobili che paralizzano il paese.
E si minacci a chiare lettere una Italexit – ipotesi che terrorizza i presenti s-governanti europei - e si chiami Savona ad illustrare il 'piano B' di una uscita dall'Europa e dall'euro, al fine di chiarire ai concittadini che non sarebbe una apocalisse, come vogliono i vecchi arnesi del parlamento europeo e i pretesi economisti di grido al soldo delle televisioni di regime, bensì una liberazione da lacci e laccioli e una rinascita e un via libera a quei provvedimenti di governo promessi nella campagna elettorale e scritti nero su bianco nel contratto di governo.
E, giunti al fin della vicenda e all'atto finale di questo insopportabile teatrino da signori Nessuno e mezze maniche europee saremo noi 'populisti', allora, a pronunciare il liberatorio 'merde alors' di quel tal lussemburghese convenuto a Vienna e che ha fronteggiato il nostro Salvini sulla questione immigratoria con la puzza sotto al naso tipica dei francofoni di ogni risma.
A la lutte comme a la lutte, cari Salvini e Di Maio. Merde alors. Mandiamoli finalmente a casa questi europei di s-governo che ci sono costati una fortuna e hanno intonato una permanente diatriba e imposto la stra maledetta austerità voluta da Berlino.
ILGIORNALE.IT
Lite a Vienna all'incontro tra i ministri dell'Interno. "Basta importare migranti". E il responsabile degli Esteri Ue sbotta
 

mercoledì 12 settembre 2018

Per chi suona la campana

12 settembre 2014

I campanari non esistono più. E allora per chi suonano le campane al mattino presto?
E' certo che suonano anche per noi, se i portoni delle chiese maggiori sono tutti aperti: Redentore e La Salute inclusi. Cerco nella mente non ancora perfettamente lucida le ricorrenze del calendario che giustificano tanto scampanio, ma niente. Non mi viene in mente nessun santo/a patrono particolare o evento della Storia che si vuol celebrare e rammemorare.
Però ieri era l'undici settembre, il terribile undici settembre dell'Occidente di bel nuovo in guerra col mondo, - il mondo islamico del terrorismo premeditato e variamente organizzato di oggi che aspira al Califfato, nientemeno. (A quando un macedone che ci ripropone una spedizione in Persia e in India con alla testa un bis nipote di Alessandro in sella a Bucefalo?)
E se ieri erano i giapponesi di Pearl Harbour, l'undici settembre 2001, invece, erano quei suonati integrali e integralisti d'accatto ancora mentalmente fissi sull'idiozia cosmica de 'Allah lo vuole' e 'Morte agli infedeli'.
Mi piace pensare che i templi della cristianità occidentale suonino oggi a distesa per ricordare la tragedia spaventosissima delle Twin Towers - con quei morti assurdi delle foto che andavano a schiantarsi a testa in giù per sfuggire a una morte peggiore di tizzoni ardenti.
E mi piace pensare che quel cancro del terrorismo assassino di filiazione islamico-radicale sarà presto estirpato chirurgicamente a suon di bombe.
Bombe come se piovesse. Bombe a tappeto: fiammeggiante nuvola biblica che annichila e distrugge fino all'ultimo imbecille macellaio e carnefice stupratore che si è affiliato a quella congrega di folli seguaci di ridicoli califfi.
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Guerre perdute - ma possibili riscosse.

RIGHTSREPORTER.ORG
11 settembre 2001, chi non si ricorda questa data? Gli attentati alle Torri Gemelle, al Pentagono e l’attacco sventato alla Casa Bianca
 

domenica 9 settembre 2018

Guerra per bande, guerra di trincea


E' vero, ci aspettavamo di più di un risicato 20 per cento alla destra sovranista dalla Svezia dei quartieri mussulmani di Malmoe dove la polizia non mette piede - ed è una vera e propria enclave sovranista a rovescio: terra nostra, terra di conquista dell'immigrazione islamica massiva a nord dell'Europa, terra di sharia imposta casa per casa - e la legislazione indigena, dei residui svedesi indigeni, costretta a patteggiare i termini di una faticosa convivenza e non di una integrazione coi nostri valori europei, e di un ordine pubblico che scongiuri la quotidiana guerra per bande e le macchine bruciate e gli stupri etnici su picchi spaventosi, ma sottaciuti dalle sinistre di s-governo e dai giornaloni socialdemocratici e dai tiggi embedded per tema di dare fiato alla destra.
E forse è proprio la rigida censura giornalistica spacciata per 'politicamente corretto' che ha garantito una sostanziale tenuta al partito socialdemocratico e limitato l'ascesa della destra sovranista sul crinale di un risicato 20 per cento, ma quel crinale, in ogni caso, quella robusta presenza in parlamento detterà l'agenda legislativa e darà fiato a una denuncia quotidiana dei crimini e dei misfatti delle enclaves mussulmane in terra straniera con i giusti toni e forti - e l'appuntamento è a maggio, alle europee, dove la scossa, crediamo e speriamo, sarà più forte e daremo l'assalto al cielo e detteremo l'agenda di un governo duro e severo sulla maledetta 'questione immigratoria' che ha sconvolto l'Europa del nostro scontento e l'ha ridotta a luogo di conflitti inter etnici quotidiani e dovevano 'pagarci le pensioni' – secondo Boeri e i filistei renziani ancora in testa alle istituzioni che contano - ma la disoccupazione nelle enclaves straniere in terra europea é altissima e paghiamo loro la disoccupazione, invece, e le altre prebende del nostro welfare generosissimo con gli affluenti e i loro 'ricongiungimenti'.
Siamo solo all'inizio, cari i nostri socialdemocratici, la guerra che ci hanno dichiarato gli affluenti islamisti radicali e i loro cattivi maestri nelle moschee dell'Europa è di trincea, per ora, ma nuovi valenti ufficiali emergono, ad ogni nuova tornata elettorale, e sarete costretti ad adottarne le parole d'ordine e seguirne l'agenda politica, se non volete essere travolti come è accaduto al nostro Renzi, imbonitore massimo.

sabato 8 settembre 2018

Le ragioni delle critiche e quelle delle cronache.

08/09/2017

Quando si avanza una critica pesante, pesantissima, quale quella avanzata dal valente medico Gino Strada e dalla meno valente Emma Bonino sulla annosa questione dei migranti e della politica che l'Europa dovrebbe attuare e non attua, bisognerebbe avere chiare in testa le implicazioni che quella critica trascina seco ed essere preparati alla risposta nel caso qualche giornalista (raro) obbiettasse che non possiamo farci carico degli immensi problemi di un intero continente lungo il quale - fino all'ultimo, sperduto villaggio del deserto subsahariano e oltre – l'Italia ha diffuso il devastante messaggio che 'ce la potete fare' a violare le frontiere liquide dell'Europa col grimaldello della pietas e della 'legge del mare' che prescrive i salvataggi.
Salvataggi che le navi delle o.n.g – compresa quella di Gino Strada – hanno trasformato in comodo servizio navetta con prelievi giornalieri alla fonte libica e il beneplacito e la ola degli organizzatori di quel vero e proprio traffico di esseri umani – vedi le ultime cronache in merito e il deciso cambio di rotta politica di Minniti e del pd di fronte agli spaventosi numeri giornalieri degli sbarchi.
Bisognerebbe che i nostri amatissimi buonisti indignati avessero chiara in testa la conseguenza che avrebbe il riaprire la maledetta frontiera liquida di un'Italia in gravissimo affanno politico nei convegni e 'summit' di una Europa che aveva chiuso tutte le frontiere a nord, e l'esercito austriaco allertato al Brennero a causa della nostra cronica incapacità a chiudere e ad arginare lo tsunami africano degli sbarchi giornalieri, ong in testa nei numeri e nell'impegno profuso e degno di miglior causa.
E dovrebbero, quei Savonarola redivivi, responsabilmente considerare l'incidenza statistica che ha l'accoglienza di tutte quelle persone sul 'dopo' della loro presenza in Europa e sui conflitti che inevitabilmente insorgono nel confronto, a volte rabbioso, delle diverse civiltà e religioni.
Quei migranti fuori controllo, infatti, confluiscono, inevitabilmente, negli anni a seguire della loro clandestinità e difficile integrazione e mancanza di lavoro e valide prospettive di inserimento, nelle enclaves delle periferie urbane a maggioranza islamica dove trovano rifugio e tana gli assassini jiahdisti 'radicalizzati sul web' del disagio sociale e culturale.
Ne conseguono le farneticazioni pseudo religiose e gli 'allah u akbar' che leggiamo e ascoltiamo sui tiggi della sera, a campate di tre/sei mesi, in occasione di una qualche strage coi tir o coi van e i frequenti accoltellamenti di malcapitati inermi sui treni e per le strade. E' chiedere troppo di considerare il quadro immigratorio nel suo insieme dei fatti e degli eventi che riempiono le tristi cronache di una Europa frastornata e priva di identità?

venerdì 7 settembre 2018

Ci muove il sorriso

Che lo si voglia oppure no si torna circolarmente alla politica. La decisione del pubblico ministero Patronaggio di inquisire l'operato di Salvini versus nave Diciotti ricolma di 'richiedenti asilo' ferma nel molo di Catania, ipotizzando il reato di sequestro di persona e altri di sua fantasia, è una decisione politica. Che cozza e fa a pugni con la politica di un ministro che ha mostrato di voler governare gli accadimenti tragici dei naufragi quotidiani organizzati dagli scafisti assassini e scambiati con 'salvataggi in mare' dall'ipocrita verbo buonista radicale.
E dalla politica è venuta la scrittura di quel codicillo di una legge che sanziona chi usa della vita di una o più persone per rivalersi verso terzi, id est lEuorpa che, come le stelle, resta a guardare gli accadimenti drammatici che si susseguono da decenni nella sua liquida e indifesa frontiera sud col corollario di migliaia di morti affogati nella infame lotteria dell'arrembaggio alle coste dell'Europa-Bengodi.
Perché sorprendersi, allora, se il ministro indagato e imputato di reato si appella alla politica, al suo buon diritto di governare gli accadimenti e ricorda alla corporazione dei giudici che 'non sono stati eletti' da quel popolo sovrano nel cui nome, peraltro, emettono le strane e discusse e controverse sentenze di condanna e/o assoluzione?
E che ci sia venuto da ridere e/o da piangere posti di fronte a una quantità di sentenze incomprensibili e molte da rigettare, nel corso dei molti decenni trascorsi in questo paese di molta infamia e poca lode, è indubbio - e io personalmente, e moltissimi altri come me, abbiamo pensato 'non nel mio nome', non in nome del popolo sono state pronunciate quelle sentenze e mandati assolti o prescritti stupratori, assassini e ladri notori e danarosi assistiti da valentissimi azzeccagarbugli.
Perciò si accetti, dalle parti della associazione magistrati e dalle parti politiche che sempre insorgono in sua difesa, che 'il popolo' - in nome del quale si sono pronunciate troppe sentenze discutibili e discusse e rigettate 'coram populo' – si accetti che ci sfiori, ci accarezzi, ci seduca l'idea che venga fatta finalmente una 'riforma della giustizia' radicale e che meglio accordi popolo e corporazione dei magistrati, e restituisca alla politica ciò che è della politica.
Il più presto possibile perché di questo conflitto tra magistratura e politica non se ne può più e l'idea di un giudice, o molti giudici, che 'non fanno politica' bensì 'applicano le leggi' (a modo loro) non convince più nessuno e ci muove più di un sorrisino.
ILFATTOQUOTIDIANO.IT
Il sequestro dei 49 milioni di euro alla Lega. E poi i carabinieri che arrivano al Viminale per consegnare l’atto che ufficializza l’accusa da parte della Procura di Palermo di sequestro di persona aggravato dei migranti a bordo della Nave Diciotti. Per il vicepresidente del Consiglio Matteo Sal...
 

Favole di morte e resurrezioni

08 settembre 2015
Jiang Heng, artista cinese, ('Highway to Hell' - palazzo Michiel - Strada Nuova - Venezia) ci racconta da par suo che, malgrado quegli occhi strani che si ritrovano, lui e i connazionali, uguali pensieri filosofici relativi al dolore di vivere e alla vita breve e all'oscurità della morte, illuminano le sinapsi orientali e occidentali.
Ed ecco la sua riflessione amletica col teschio (molti teschi) adornato di una effimera florealità pittorica che lo traduce in 'pop art' un filo macabra, ma capace di ricordarci che 'siamo polvere' - magistralmente aggregata e in qualche modo funzionante - ma che 'polvere ritorneremo', ahinoi, dopo aver scroccato un bel po' di filo alle Parche.
E, malgrado le bambole e i bamboleggiamenti delle giovanissime fanciulle in fiore che vediamo ospiti delle nostre calli e fanno 'ciao-ciao' con le manine a bordo dei motoscafi strapieni, anche quella loro bellezza orientale e l'incarnato niveo e liscio che gli invidiamo subiranno l'onta del Tempo - che tutto ossida e trasforma in decrepitezza e abbandono e diverso futuro.
Ed ecco spiegarsi davanti ai nostri occhi, a tutta sala, l'orrido campo di morte di migliaia di 'Barbie', - un ossario 'pop' funereo e spaventosissimo su cui campeggia 'l'albero degli impiccati', che già conoscevamo per via di Pinocchio, favola di morte e resurrezione del nostro Collodi -, a dirci che tutto, perfino quelle stupidissime bambole che hanno riempito l'infanzia lieta e leggera delle nostre figlie e nipoti, tutto decade e si corrompe e la vita umana è e sarà piena di pillole da ingurgitare per restare in salute un paio di anni ancora, viva la Medicina che nutre la Speranza.
E sarebbe interessante conoscere come e dove l'artista sia riuscito a collezionare tutte quelle povere bambole morte per smembrarle sadicamente e 'artisticamente'.
La Biennale di 'tutti i futuri del mondo' è anche questo, prova a dirci Jiang Heng: il racconto di un futuro breve e corrotto già al suo nascere. Praticamente un ripasso dell'Eccesiaste.

giovedì 6 settembre 2018

Le geremiadi di sempre e le facce di tolla in tivù

Un'altra estate del nostro scontento è volata via rapida, malgrado i giorni afosi ne abbiano appesantito le ali, e si è sommata a tutte altre estati delle nostre vite che poco ricordiamo, ma le registriamo controvoglia, nei giorni dei compleanni, sbalorditi per il numero soverchiante degli anni che l'anagrafe ci addebita e 'ci pareva ieri'.
E i freschi umori del mattino di settembre hanno il passo de '...l'autunno che incede con lentezza indicibile' e anch'esso, come gli anni vissuti e cumulati, 'lungamente ci dice addio'.
E i morti di Genova di quest'estate di catastrofi annunciate hanno distolto l'attenzione politica dallo spread che condannava anticipatamente il governo giallo-verde - populista e inviso all'Europa della Merkel e di Macron – e lo scoglio dell'autunno 'caldo' sembra superato; e il varo della manovra economica, forse, supererà tutti gli esami dei maledetti 'mercati' e speriamo che 'ce la caviamo' per il rotto della cuffia, malgrado l'indigesta novità del primo populismo al governo in un paese europeo che rischia di trascinare con sé la Svezia e, a cascata, molti altri stati dell'Unione disunita.
E il nodo gordiano delle svolte elettorali 'populiste' è sempre quello: il disordine immigratorio, il caos sociale immesso in grandissimi numeri dalle sinistre di s-governo nelle tragiche periferie urbane, - degradate già di loro da gran tempo e fitte di indigenti indigeni che si vedono scavalcare nelle liste di attesa per un alloggio a canone ridotto dagli immigrati affluenti a centinaia di migliaia: più prolifici e perciò 'più bisognosi'. La 'guerra tra poveri', per intenderci.
Ed è questo che rimproveriamo ai nostri concittadini che hanno votato pd e tuttora non si dicono pentiti e non si battono il petto e non si cospargono il capo di cenere per il quadro sociale disgraziato e massimamente degradato che hanno consegnato a noi 'populisti' a marzo - e faticheremo alquanto a riportarlo sotto governo e nuovo ordine e rispetto della legalità repubblicana, sempre negletta e trascurata dalle sinistre a favore di una malintesa e indebita pietas rivolta agli affluenti 'richiedenti asilo' di ogni genere e grado.
E la dimostrazione ultima di quel disordine epocale del nostro scontento e affanno politico ce l'ha data la Caritas per bocca del suo serafico portavoce romano – che ci ha ricordato, come sia del tutto naturale e scontato, che i cinquanta 'richiedenti asilo' della famigerata nave Diciotti, sciamino per le vie di Schengen. violando anche le frontiere a nord, dopo il loro 'naufragio organizzato' dai maledetti scafisti assassini.
E basteranno i controlli casuali dei Francesi, Svizzeri e gli Austriaci sui treni a rimandarceli indietro, nel tristo paese dell'accoglienza indebita che il bravo Salvini è finalmente riuscito ad arginare - ed ha costretto l'Europa tutta ad 'assumersi le responsabilità' collettive dovute al paese che fronteggia, con gravi oneri e nessun onore, la liquida 'frontiera sud' ed è caricato di malintesi 'doveri umanitari'. Quale quello di raccogliere in mare finti naufraghi di naufragi organizzati da criminali scafisti dediti al commercio di vite umane e responsabili di mille e mille annegamenti.
Cospargetevi il capo di cenere, gente del pd e buonisti associati, e cambiate finalmente il corso dei vostri pensieri colpevoli - e battetevi il petto in pubblica processione per tutto il disastro sociale e politico di questo paese in gravissimo affanno, invece di presentarvi in televisione con ributtanti facce di tolla a recitare le asfittiche, colpevoli geremiadi di sempre.