mercoledì 30 novembre 2022

Le post verità del post moderno.

 Le post verità. (Verità vo' cercando ch'è si cara al mio core) - 01 dicembre 2016


'Siamo nell'era delle post verità.', convengono molti notisti politici e giornalisti di rango - orfani immedicati del loro pomposo ruolo di 'maestri di pensiero' in un'era, quella di internet, in cui mille blog fioriscono e illustri sconosciuti ottengono migliaia di clic e di 'followers'.
E alcuni di coloro – gli ex maestri di pensiero e giornalisti osannati e di grido – fanno mostra di un vero e proprio astio e parlano con disprezzo di questa nuova esplosione di libertà dove, è vero, troviamo anche le discariche degli insulti rabbiosi e la bava velenosa di chi non sopporta l'esistenza di pensieri e persone diverse e tuttavia la città virtuale di internet è cresciuta in fretta e possiamo trovare al suo interno musei e gallerie d'arte e auditorium di buona musica e incontrare belle persone e leggere articoli interessanti. Che poi vi siano anche i quartieri periferici del disagio sociale, quello dei 'radicalizzati sul web' che inneggiano alla jihad e quello dei rabbiosi di varia risma, di destra e di sinistra o di centro, è il nostro inferno quotidiano e tocca tollerarlo, come facciamo nelle città vere della vita reale dove evitiamo di mettere piede nelle avvilenti periferie urbane e scansiamo per strada i marginali aggressivi ed evitiamo di girare di notte indifesi se le cronache ci informano di possibili aggressioni e rapine.
Perché, vedete, cari i miei sinistri e giornalisti di grido orfani immedicati e rabbiosetti di notorietà esclusive, l'aver inneggiato fino a l'altro ieri alla libertà e alla democrazia ha come prezzo post moderno l'emersione delle 'post verità' - che, spesso, sono 'bufale', ma esprimono, a loro modo, a volte con l'insulto, quel disagio sociale che, ad esempio, viene ampiamente tollerato dal vostro pensiero buonista nelle periferie urbane stipate di migliaia di ospiti mal integrati e che vivacchiano nelle discariche sociali del non lavoro e della micro criminalità.
Nell'era delle post verità tocca tollerare l'entropia del caos urbano che voi stessi avete incrementato, Faust improvvisati e malaccorti che avete scambiato le provette del buon governo e delle ragionevoli misure di legge e ordine e di controllo stretto delle frontiere con una attitudine dell'animo disposta alla bontà e alla pietas che ha altri e limitati ambiti di intervento e mal si accorda coi numeri di milioni di pretesi profughi e/o clandestini che premono alle frontiere dell'Occidente e ne minano i fondamenti di buon governo e di ordinato sviluppo economico e urbano.
Così, giusto per incrementare il numero delle post verità che dilagano in rete e per farvi notare con un certo compiacimento che prenderete molte altre colossali cantonate e bastonate elettorali, - dopo la Brexit e Donald Trump - chiusi come siete nelle torri d'avorio delle vostre convinzioni ferree e i brillanti articoli che non servono più a nessuno: semi che si disseccano al vento del deserto di emozioni in cui avete segregato tutti coloro che 'votano di pancia' indicandoli al disprezzo.
E se votiamo 'di pancia' è perchè non tolleriamo più il disordine e l'entropia del Caos globale che voi avete dimostrato di non saper/voler governare.
'Chiedono legge per ciò che risulta eccessivo.' scriveva in una sua mirabile poesia Gabriel Celaya, uomo di sinistra. Altri tempi e milioni di voti di gente di sinistra, nel frattempo, persi nel vento del deserto dello s-governo mondiale delle sinistre arruffone e burocratizzate e incollate alle cadreghe.
Io voto no e per mille buonissime ragioni e rabbiose post verità.

Odissea sull'orizzonte degli eventi.

 

2021 Odissea sull'orizzonte degli eventi. 01 dicembre 2021

Come il 'ritratto di Dorian Gray' in soffitta, lo specchio mi rimanda l'effige di uno sconosciuto dai tratti sempre più somiglianti alle vecchie foto ingiallite dei genitori nei cassetti che raramente apriamo.
E' come se la memoria delle generazioni si riflettesse nei corpi e nei visi che si asciugano e si deformano e ne vengono evidenziati gli zigomi e gli archi sopraccigliari e le spigolosità basiche del mento degli avi – che se avessimo foto dei nonni e bisnonni a disposizione riconosceremmo per certo altri tratti tribali: gli 'Enaz', pescatori di 'go' e 'siegoi' nei ghebi e le velme delle calme acque lagunari e, in trasparenza lontana, l'isola coloratissima imperlata nelle nebbie novembrine.
E se non ci fossero gli involucri corporali a dirci transito riconoscibile delle generazioni davvero faticheremmo a ricomporre il puzzle delle mutazioni epocali e dirci 'sapiens' di quei 'neanderthal' che abbiamo seppellito – e già l'intelligenza artificiale ci scolora i sembianti umani e sulle ombre del futuro appaiono i robot che ci sostituiranno nel corso dei viaggi spaziali e l'imprinting dell'umano preistorico sarà serbato solo nelle cellette delle schede di silicio dei computer di bordo mentre viaggiamo verso il nero monolite di 2001 Odissea nello Spazio.
A proposito: siamo in forte ritardo nella tabella di marcia rispetto alle predizioni del film di Kubrik e il 2020 è stato un anno davvero nefasto, ahinoi: un buco nero della nostra galassia mentale la cui gravità pandemica tuttora ci schiaccia. Urge un cambio di rotta, una manovra disperata che dirotti l'astronave umana fuori dall'orizzonte degli eventi assassino. Riusciranno i nostri eroi?
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E' grave, dottore?

 Ho una zucca sopra il frigo, ricordo (di già! Tutto si fa ricordo e rimpianto già dal giorno dopo.) di quella festività di importazione che risponde al nome di Halloween. Che mi è simpatica solo per l'ostinazione di Linus (il bambino con la coperta sulla spalla) a voler credere nel Grande Cocomero malgrado l'evidenza che una zucca è una zucca bella della sua scorza rugosa e variamente colorata e nient'altro.

Ma non crediamo anche noi alle strane fole tramandatesi di bocca in bocca nella Storia e di concilio in concilio e da Profeta a imam che ci parlano di una arcigna o amorosa Presenza nascosta di là delle nubi – ma chissà dove è emigrata, dopo che la bella e azzurra stratosfera è stata violata dalle astronavi e i piloti ci hanno raccontato che c'è solo un immenso stellato fisso di là del Cielo più una quantità di 'buchi neri' e di 'materia oscura' e nessun Dio provvedente barbuto e col ditone puntato a incontrare l'Uomo – questa bestia mai redenta che uccide e decapita e si fa esplodere in mezzo alla folla invocando (bestemmiando) il suo Nome.
Ma è della zucca che vi voglio parlare – del fatto che giorno dopo giorno si sgonfia e si ritira nella sua scorza e non vuol rassegnarsi a marcire e si bitorzola e mostra le rughe impietose e tutti gli altri segni di un invecchiamento che mi è specchio del mio avventurarmi (anch'io! Ma proprio non si danno le virtuose eccezioni!? Ma non avevamo creato Dorian Gray e il suo specchio nascosto in soffitta alla bisogna?), mi avventuro, dicevo, dentro il cono d'ombra della senilità e, come tutti sappiamo, non è un bel vedere e sentire del corpo – questo nostro fragile involucro e bozzolo di un'anima che vagheggiamo ma che è come l'araba fenice: 'Che ci sia ciascun lo dice, dove (cosa) sia nessun lo sa'.
E la Morte, la 'sorella nostra Morte corporale' di Francesco (il Santo dugentesco, che avete capito!) saltella qua e là nel campo come una giovinetta sventata e inconsapevole e coglie ora un robusto filo d'erba, ora un fiore in boccio - e ancora non ha voluto raccontarci il perché delle sue maledette predilezioni di raccolta: che lasciano in vita a macerare stanchi ottuagenari e castigano chi ancora non è sazio di vedere la luce nuova dei giorni e anni futuri.
E il mondo dei morti è il nostro futuro ed è fitto delle ombre dei trisavoli e degli uomini di genio e dei milioni di soldati che hanno fecondato col sangue i campi di battaglia dell'Europa e del vasto mondo preda dell'odio religioso e delle insane passioni di conquista ed egemonia e sopraffazione - e davvero la Vita Eterna di tutta quella gente in attesa di illusori ricongiungimenti è astratta metafora rovesciata dei vari e diversi viaggi nell'oltretomba degli Eroi omerici e virgiliani e dei Poeti.
E chissà cosa ne scriverei io se mi ci avventurassi, magari un reportage scanzonato e chi s'è visto s'è visto e quel che è detto è scritto.
Il futuro è nostro, bella gente. Viva la vita che muta e che è bella malgrado i suoi quotidiani orrori e le sempre più rare bellezze - e la Grazia che non si incontra più da lunga fiata per le strade e nelle piazze e nei pittorici boschi dove si 'allacciano i malleoli', ma rileggiamoci l'Odissea e l'Eneide e la Commedia, e le altre poesie, di quando in quando, che sempre ci insegnano cose nuove e 'profonde' ed esemplari ad ogni nostra visita.
E' lunedì e, a volte, non sempre, mi fa questo effetto, è grave, dottore?

domenica 27 novembre 2022

Folle e follie.

 Folle e follie. - 26 novembre 2020

E adesso che anche il Maradona se ne è andato, con grande clamore di folle e scontri con la polizia, al modo tipico dei tifosi negli stadi, che altro ci resta di vitale e scatenante da potersi assembrare a migliaia senza la mascherina di ordinanza - e il coro che ne segue dei gendarmi iper mascherati su internet che scrivono, rancorosi, sui social:
'E' colpa loro se non se ne va fuori! Criminali! Sciammannati! Untori!'
Ne conosco uno che, per una tale fattispecie di reati, ripristinerebbe la pena capitale e, se scova un negazionista/riduzionista ricoverato in terapia intensiva e prossimo a tirare le cuoia, denuncia i medici per 'abuso di ufficio'.
Potremmo andare tutti quanti a fare la spesa di Natale, come suggerisce paciosa quella conduttrice televisiva giunonica e, tra una cassa e l'altra, smascherarci brevemente l'un l'altro, mostrando le lingue untrici e gli aerosoli conseguenti alle strida a quelli che ci fanno le facce truci e abbassano la terza visiera degli elmi e alzano gli scudi dei pastrani a difesa.
Oppure affollarci a centinaia di migliaia dentro e fuori le chiese per le messe di mezzanotte (o delle dieci? La cosa non è chiara. Presto, Conte! Un nuovo d-p-c-m- all'uopo che chiarisca!) e, giunti al Gloria, smascherarci d'impeto perché il nostro canto si levi imperioso e alto tra le travi delle navate – e pazienza se quei dessi, gli iper mascherati su internet, ci daranno addosso e ci intimeranno, per Capodanno, di non fare un passo fuori dalle case e guai a chi spara un mortaretto e rompe il pesante silenzio pandemico che deve accompagnare quest'anno disgraziato all'appuntamento con il suo maggiore 21enne, ignaro delle follie che gli vengono consegnate, poveretto.


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venerdì 25 novembre 2022

Uomini senza voce.

 

L'afonia degli assassini. - 26 novembre 2018

OTELLO - ATTO QUINTO - SCENA SECONDA
Una camera nel castello.
Desdemona a letto addormentata.
Entra Otello con un lume.
OTELLO
È la causa, è la causa, anima mia;
ma a voi non la dirò, caste stelle.
È la causa; ma non verserò il suo sangue
né scalfirò la sua pelle più bianca
della neve e liscia come alabastro sepolcrale.
Pure deve morire, o tradirà altri uomini.
Prima spegni una luce, e poi quell'altra;
se spengo questa fiaccola, e mi pento,
posso ripristinare la sua luce;
ma una volta spenta la tua luce,
o modello compiuto della perfezione di natura,
non so dove si trovi il fuoco prometeico
che la riaccenda. Quand'ho svelto la rosa
non posso più ridarle il suo rigoglio;
appassisce per forza. L'odorerò sullo stelo.
La bacia.
O alito balsamico, che quasi induci
la Giustizia a spezzare la sua spada!
Un altro; un altro. Resta così nella morte,
e io ti ucciderò, e ancora ti amerò.
Ancora un bacio, e sia l'ultimo bacio.
Mai dolcezza fu così fatale. Piango,
sì, ma lacrime crudeli; è una pena celestiale,
colpisce l'oggetto del suo amore. Si ridesta...

Cosa possano dire gli uomini a proposito della violenza di genere non è chiaro – e qualsiasi cosa essi dicano è destinata a lasciare i tempi che trova, e le violenze esorcizzate continueranno, ahinoi, a riempire le cronache e avvilirci per l'impotenza di agire, con leggi più severe e 'daspo' intesi a fermare il massacro e disarmare gli assassini della porta accanto.
E già Shakespeare ci induceva a pensare, innalzando Otello al rango di poeta e figura tragica dell'assassinio rituale, che una qualche tragica nobiltà fosse contenuta nel gesto di dare morte all'amata - che una 'congiura di palazzo' aveva condannato al calunnioso ruolo di fedifraga.
Ma oggi abbiamo superato d'un balzo ogni pretesa motivazione 'd'onore' e nessun assassinio si giustifica neanche se l'amata ha un nuovo compagno o fidanzato migliore di chi non sa farsene una ragione – e la sua mente farnetica di vendette e sogni di morte e coltelli che straziano i ventri e il cuore della pretesa fedifraga.
Non c'è nessuna Desdemona innocente e pura, di questi tempi, bensì donne libere di scegliere con chi vivere e amare – e nessun Otello di tragica nobiltà si dà in queste tragedie dell'impotenza maschile a metabolizzare una sconfitta e costruire una storia diversa e migliore; e solo ci resta l'avvilimento per la mancanza di strumenti efficaci in nostro possesso capaci di fermare la mano degli assassini prima che riescano ad abbuiare la loro e la nostra mente con le notizie quotidiane dell'ennesimo 'femminicidio'.


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Non perdiamo la testa.

 

Osanna religiosi e caudilli. - 26 novembre 2020

Guardo i telegiornali svogliatamente da quando impazza il coviddi col codazzo folle dei suoi seguaci e sacerdoti e oggi è stato davvero impossibile non vedere un gol di Maradona di sguincio.
Un Maradona infodemico come il coviddi che tanto ci affanna - con l'osanna universale merlettato in video e in voce da tutti coloro che hanno visto in quell'uomo brevilineo e dall'eloquio essenziale la quintessenza delle umane virtù: la velocità e la forza e il suo essere, in campo e nella vita, un potenziale 'caudillo' – tanto amato dagli altri caudilli di cui si diceva amico e sodale: Chavez, Maduro, Fidel. Il prototipo dell'uomo latino-americano nella sua versione apicale.
Forse gli dedicheranno un tango.
E tocca anche a me misurarmi col soggetto nuovo infodemico, ma, noncurando da sempre il calcio e tutto il seguito dei cori e gli osanna negli stadi e tutto quell'inchiostro sprecato sui giornali, mi viene in mente di compararlo con gli altri morti recenti di quest'anno sommamente disgraziato. Uomini che sono stati icone massime nel loro ambito professionale: Sean Connery, Gigi Proietti, per dirne due.
Personalità incomparabili, d'accordo, ma immagini, le loro, che mi solleticano l'intelligenza ironica delle belle interpretazioni cinematografiche e teatrali, il Proietti in particolare, artista sommo di cui ciascuno di noi conserva una sua gag comica prediletta. Per me quella in cui imita da par suo un chansonnier in una sua canzone d'amore tristissima, ma in variante tranchante e un filo burina.
Ma convengo con voi che Maradona ha un suo discreto peso nella Storia post moderna e, come riporta Gramellini nella sua omelia di oggi, ha avuto intuizioni formidabili, tipo quella di dare dei 'cretini' ai giornalisti convenuti nello spogliatoio dopo una partita. 'Scusi, Maradona, ha detto stupidi?' lo contro interrogò uno dei convenuti. 'Cretini. Ho detto cretini.' Da spellarsi le mani.
E, osservando di sguincio il suo gol del 1986 in Inghilterra, mi veniva fatto di pensare che la sua velocità di esecuzione di un gol poteva compararsi in qualche modo con la notissima equazione della relatività di Einstein in cui si indica l'energia quale portato di una certa massa moltiplicata per la velocità della luce. Non vogliatemene per l'azzardo. Nella fisica quantistica si amano, da sempre, le metafore strane e bizzarre, pensate al gatto di Schroedinger.
E mi veniva fatto di pensare anche ai tempi gloriosi degli Olmechi e Zapotechi, che, a nord-ovest dell'Argentina, nelle propaggini giunglesche della catena andina, allestivano i loro campi di calcio ma con finalità religiose.
Ed erano talmente succubi di quei loro dei malvagi e vendicativi da sacrificare loro gli stessi giocatori, se perdenti. Dovevano avere abbondanza di campioni, pensavo, e fare un gol, a quei tempi poteva salvarti la vita.
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giovedì 24 novembre 2022

Luci bianche ingannatrici.

 Non è come sembra. - 25 Novembre 2020


C'è una frase che rimbalza su molti film e 'serial' televisivi come una chiave di volta delle trame o momento topico di un colpo di scena che rovescia le attese di un finale fin lì scontato: 'Non è come sembra.'
Una frase che un po' irrita perché ci contesta la sicurezza di una visione chiara che possiamo indicare a tutti con baldanzosa sicurezza psichica: un paesaggio, un colore, un animale al pascolo, ma ecco il professore di arte che ci spiazza e pontifica:
'Ma non tutte le “luci bianche” hanno lo stesso spettro. Questo significa che la luce riflessa non dipende solo dalla composizione molecolare della superficie, che determina quali onde riflettere, ma soprattutto dallo spettro della luce che illumina l’oggetto.'
E, per tornare alle trame dei film e dei serial: il colpo di scena tira in ballo l'insospettabile maggiordomo celato nell'ombra o una femme fatale del topico 'cherchez la femme'.
Così che, perfino quando sorprendiamo nostra moglie ignuda e affannata nel letto nuziale e l'amante palestrato sopra di lei che la sfianca, finiamo per credere al suo pietoso fiato che ci suggerisce: 'Non è come sembra, caro.'
Il fatto è che questa storia che le cose non sono mai come sembrano ha robusti addentellati filosofici che abbiamo studiato a scuola (realtà ed apparenza – e la Verità sempre irraggiungibile) e forse è per questa ragione che ci proiettiamo un film diverso nel caso citato della moglie fedifraga e le forniamo le necessarie attenuanti e, nel tempo, poi, tutto ci appare sfilaccio di sogno fino al giorno in cui finiamo per chiederci : 'Dove sono?' e, al figlio, 'Chi sei?' e chi s'è visto s'è visto e l'Alzeheimer ci inghiotte nel suo gioco di luci ed ombre spettrali.
Ma già con questo scorcio di anno bisesto che ci prepara il suo 'grande finale' e consegna in corsa il testimone nefasto al figlio 21enne che promette uguali sfracelli pandemici e catastrofici (con Biden alla presidenza degli States, aiuto!) ci pare che tutto 'non sia come sembra' – e Conte è forse un vero statista, chissà, un vero 'avvocato del popolo', come si fregiava qualche tempo fa, e questo che abbiamo è il migliore dei governi possibili che, con Speranza, ci traghetterà sulle rive della ritrovata salute pubblica e 'torneremo ancora a cantare' e la generosa Europa, vedrete, ci darà 209 miliardi per risorgere.
Di che film stavamo parlando?
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Mondi nuovi e nuovi mondi.


Il Mondo Nuovo dei conquistatori. - 24 novembre 2017

Non è paragonabile al mitico 'Salon' di Parigi, questo è certo: né a quello ufficiale a cui ambiva esporre le loro opere la quasi totalità degli artisti, né a quello dei 'Refusés' a cui diede vita e fama una pattuglia di arditi detti gli 'impressionisti', - e sapete che seguito hanno avuto e fortuna di quotazioni stratosferiche alle aste internazionali. Basta saper aspettare qualche mezzo secolo o poco più e gli eredi dell'Artista sommo passato a miglior vita si fregheranno le mani.
Sembra piuttosto una vetrina autunnale di Bata, questa 57sima Biennale, un sorprendente 'robivecchi', un trovarobato di storico e glorioso teatro o di circo Barnum in disarmo a guardarne certi angoli ed esposizioni che, interrogate, non rispondono. C'è del genio, certo, per talune invenzioni - un pizzico di genio e follia non si nega a nessuno – e ancora si incontra qualcuno che 'lo sapevo fare anch'io' tra la folla dei visitatori giovani e giovanissimi che scatenano un allegro casino da nessun guardia-sala contrastato perché impegnati - tutti, tutti! - a zampettare col ditino anchilosato sull'asfittico schermo del loro personale tamagochi (e chissà se il direttore del personale è d'accordo, ma, si sa, siamo nell'ambito del tollerantissimo servizio pubblico e il contratto, verosimilmente è 'a chiamata').
E ancora capita di notare sedie vuote e sgabelli in paziente attesa di senso, come le nostre vite poco artistiche bensì umane e ci chiediamo, - come la coppia A.Sordi e consorte, frutaroli di Roma in visita alla mitica Biennale del 1978 posti di fronte a certe laboriose installazioni - 'Ma che vole di'?' .
Già: 'che vole di?' pensiamo più e più volte anche noi, ristando dubitosi davanti a certi sgorbi e ingombri di tele e fili e grumi affumicati - e arriva il professore e storico dell'Arte a dire alla pattuglia dei suoi silenti seguaci: 'L'Artista intende sgombrare il campo da ogni concezione superficiale del Tempo che tutto muta e ci cambia e ci consegna una sua personale immagine delle distruzioni e mutazioni che ci avvengono intorno.' Ah beh, si beh.
E torna prepotente il cartello 'Si prega di non toccare' – segno che il libero 'interagire con l'opera d'arte' dei mitici Settanta de 'l'opera aperta' ha lasciato il posto a un desiderio di rispetto e di distanza. E l'Opera dell'Artista chiede oggi di essere guardata a distanza come i quadri nei musei e lo spettatore faccia lo spettatore - che ne ha di cose da capire e di cui darsi contezza e senso. Corsi e ricorsi.
E, per nostra fortuna, ci sono i libri a farla da padrone, in questa Biennale che si avvia al suo tramonto. Libri di ogni genere e scrittura e in tutte le salse e apparizioni inquietanti, perché tritati, tagliuzzati, bruciati, ingessati e intubati – per dire di una sorte comune a tutti noi mortali che ci spegniamo, prima o poi, e la memoria dei discendenti è, quasi sempre, avara di ricordi e ricorrenze, a parte i primi giorni di novembre e l'effimero dei fiori davanti alle lapidi.
E se la scrittura e la filosofia e i libri vengono bistrattati e ridotti alla personale visione e rappresentazione di ogni artista, più o meno degno di nota e memoria, c'è ancora chi ce li consegna restaurati e su tela (Maria Lai) in veste di geniale e accattivante scrittura di suture e rammendi e arabeschi e colori che profumano d'antico come i merletti delle nonne.
L'Arte della 57sima Biennale è come i gamberi sul fondo del mare: un passo avanti e due indietro e resterà negli archivi a futura memoria di critici e curatori che già pensano a come stupirci, fra un paio d'anni, con nuove invenzioni e scoperte.
Il Mondo Nuovo, si sa, è sempre di là del mare-oceano e attende che noi lo si traversi e lo si scopra: novelli 'conquistadores' avidi di sapere e conoscenza e di oro – l'oro dell'Arte che si infutura. 
Alleluia.

 

mercoledì 23 novembre 2022

Il canone occidentale.

 

'Il più grande dei poteri è stabilire cosa è considerato normale. Se sei in grado di persuadere gli altri che il tuo modo di fare è normale hai vinto.' (…) Garton-Ash su Repubblica ha lanciato l'allarme: in molte democrazie mature è in atto una normalizzazione dell'estrema destra anti-liberale.
Timothy Garton Ash – Il canone occidentale. 'la Repubblica' del 21 novembre 2022

Mi ha incuriosito questo curioso 'allarme' lanciato dal noto giornalista sul suo giornale italiano di riferimento. La normalità. Stabilire cosa è normale e cosa non lo è sembra essere un enorme potere, a suo avviso, e una vittoria.
E la cosa è riferita ad una pretesa, avvenuta 'normalizzazione' della destra 'anti liberale'.
Che, vedi caso, una volta approdata al governo della repubblica fa le stesse cose che faceva Draghi, l'uomo della provvidenza che tutti metteva in riga con quel suo sorriso-mezzo ghigno e aveva il plauso acritico del pd e del m5s e della Lega e di Forza Italia.
E qui l'analisi si sposta su cosa è liberale e cosa non lo è – e non pare che i Fratelli d'Italia si discostino in nulla dal preteso 'canone occidentale'. Vedi il loro prono schierarsi con l'Occidente della maledetta alleanza militare Nato e l'atlantismo come cieca dottrina di s-governo e l'approvazione del diktat delle sanzioni alla Russia e degli armamenti spediti all'Ucraina in guerra per procura.
Da questa paventata normalità ci guardi iddio, che dal tanto dibattuto concetto di normalità mi guardo io, vien da dire.
E mi viene in mente che il 'canone occidentale' della normalità democratica ha normalizzato l'omosessualità dei prodigiosi 'gay pride' dell'orgoglio omosessuale, per dirne una di sconvolgente – così relegando la Chiesa cattolica e tutti i tristi cattolici al seguito, fermi alle narrazioni bibliche di Sodoma e Gomorra, tra gli 'illiberali' arcigni e malevoli.
E i gay hanno vinto perché, stando a Garton Ash, hanno stabilito e fatto credere al mondo che quel genere di cose loro e usi e costumi dei loro ritrovi sono 'normali' e dispongono, perciò, del più grande dei poteri' e sono potente lobby politica 'liberale'.
E, a fronte di tutto ciò e considerata la 'grande confusione sotto al Cielo' che notiamo nei cosiddetti 'valori liberali' nel loro farsi e disfarsi e mutare mi tormenta il pensiero se non sia questione di lana caprina il maneggiare che fanno questi grandi intellettuali del concetto di 'normalità' liberale e il loro mettere all'indice, volta a volta, chi gli è avverso politicamente e il denunciare ad alti lai 'al lupo al lupo' di chi (la Meloni), a conti fatti, è agnello dichiarato filo Nato e culo e camicia con Biden e gli altri leaders occidentali al G20 ultimo scorso.
Tu vedi dove vanno a perdersi, a volte, questi 'opinions leaders'.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone e il seguente testo "la Repubblica VALLEVERDE Fondatore Eugenio Sealfari Direttore VALLEVERDE Lunedì Affari&Finanza novembre 1,70 Manovra, Oggi dibilancio miliardi, Leidee sfida /commento correnti: tutta èscontro possibili Meloniel: vita destra canone occidentale Caccia povero Mappe Mauro Saraceno governatore demsu3 livo Diamanti parte mplegodellasuacitti.Questa sconfitt padroni "Grazie Reddito cittadini più liberi" coraggio Masih leonessa iraniana Bernard-HenriLévy "Attenzione tagli sociale drCarloCottarelli Beffa per la squadra degli emiri ipollinae rpagina32epaghna34 Luca Zaia pessimisti non fanno fortuna Cop27in Lamoglie suocera "Aboubakar nonc entra nulla con nostri sbagli Chiusa Clima, accordo sui fondi ma delusione peri gas serra come scelta SmartRep Marsilio Salvareil pianeta Riceardo Pagine oggisu giornalone.it"