sabato 29 novembre 2014

Mescolanze poco mescolate

Conosco gente che afferma, senza batter ciglio, che 'melting pot è bello' - ed è vero che la Storia ci consegna le cronache di invasioni barbariche, occupazioni di eserciti e popoli e conseguenti mescolanze, a partire dai Sabini e i Romani del mitico 'ratto' - ed Einstein ha scritto 'razza umana' in un formulario di viaggio dove si richiedeva di meglio specificarla.
E tuttavia paghiamo prezzi spaventosi al melting pot e alle mescolanze che non non si sciolgono in riconoscimenti di omogeneità culturali e identitari e di popolo e nazione in un ragionevole lasso di tempo.
Ed ho citato il caso dei 'fratelli slavi' della ex Jugoslavia che, dopo decenni di convivenza pacifica, si mutarono in erinni di popoli l'un contro l'altro armati e feroci come mai avremmo immaginato e il più recente caso dei 'neri americani' che, tutt'ora memori dello spaventoso torto storico della schiavitù ante guerra civile, scendono in piazza come un esercito di barbari e saccheggiano negozi e bruciano automobili fino all'intervento (sempre tardivo) dell'esercito e negano legittimità alle corti di giustizia che mandano assolti i poliziotti e non tengono in nessun conto i saggi consigli di Obama, (un loro confratello alla Casa Bianca!), di smettere la violenza e i saccheggi e accettare di sottomettersi alla Legge che tutto dovrebbe sovra ordinare e ottenere sottomissione e rispetto.
E si dà il caso di immigrati 'nazionalizzati' e con cittadinanza americana, canadese o europea, che rispondono all'appello folle e al richiamo atavico dei popoli del deserto di osservanza mussulmana e 'coranica' e si arruolano sotto le bandiere nere del Califfato che vuole sottomettere l'Occidente e la sua civiltà e consumare vendette storiche in Europa perché memori tuttora delle brucianti sconfitte subite a Lepanto e alle porte di Vienna. La Storia che non si cancella e che va col passo del gambero.
Ma quei tali di cui all'incipit continuano a non battere ciglio e, impavidi, difendono e si battono per mescolanze davvero poco mescolate e si dicono a favore di immigrazioni selvagge e non governate, ad onta dei fatti di cronache che ci narrano di quartieri degradati e in rivolta e carceri che scoppiano anche per l'apporto di un 43 per cento di gente che non è stata 'accolta' e integrata, bensì lasciata a se stessa.

venerdì 28 novembre 2014

Quelle madri troppo spesso incinte

Quella madre che 'è sempre incinta'
E, sempre sul tema che: 'Il mondo è bello perché è vario.' dei nostri nonni e padri ante 'melting pot', mi capita di ascoltare alla radio i pareri contrapposti di due 'radio-ascoltatori': uno che lamenta il disordine e la nessuna decorosità e igienicità di un mercatino sotto casa gestito da quei rom che vanno a ravanare nei cassonetti e ri-propongono all'attenzione del portafogli dei benestanti del quartiere le cose che già hanno gettato nella spazzatura (geniale!). L'altra 'ascoltatrice', invece, loda l'iniziativa dei rom e la annovera fra le buone azioni di chi, in quel modo, 'fa la differenziata' e, ciò malgrado, si attira le ire dei 'razzisti' che dei rom non vorrebbero sentire neanche l'odore a distanza (impagabile!).
Tutto ciò per dire che i diversi pareri di ognuno e tutti sono, si, il sale della terra che vivifica il dibattere sociale e alimentano il volterriano : 'Non la penso come te, ma farò ogni cosa possibile perché tu possa dirlo liberamente.', ma, a volte, viene da allargare le braccia e pensare che: 'Dato che ci sei restaci, ma che non ne venga un altro come te.' perché, davvero, la famigerata madre di cui alle invettive è troppo spesso incinta e fatichiamo a gestire il troppo di imbecillità che ci viene proposto quotidianamente sotto forma di normale 'dibattere'.

lunedì 24 novembre 2014

L'umanità e gli orchi

Era convincimento dei nostri nonni e padri che il mondo 'è bello perché vario', ma, se avessero conosciuto la globalizzazione e il melting pot dentro le patrie frontiere, dubito che lo avrebbero mantenuto e tramandato quale saggia 'vox populi'.
Perché la varietà del mondo porta seco il conflitto e non lo elabora, bensì lo tramanda di generazione in generazione – vedi, ad esempio, i fratelli slavi della ex jugoslavia che, dopo decenni di serena convivenza sotto le bandiere socialiste del grande combattente Tito, se le suonarono di santa ragione tra sloveni, croati e serbi - e i mussulmani di Srebrenica e Sarajevo a far da tappeto orribile di morti e feriti e dispersi nelle fosse comuni.
Nè notizie migliori ci vengono da Ferguson, Missouri – dove i neri americani tornano ad essere gli eredi rebbiosi degli schiavi neri rivoltosi d'antan e non accettano le sentenze dei tribunali che mandano assolti i poliziotti e non gliene potrebbe importar di meno dello stato di diritto che quei tribunali legittima e pone (astrattamente) 'al di sopra delle parti'.

E, quanto a varietà del mondo e di opinioni gaglioffe e canagliesche, che dire del premier turco Erdogan e di tutti gli elettori filo islamisti che lo hanno voluto alla guida del governo della Turchia - che delle donne dice che devono essere sottomesse all'uomo perché la natura 'le ha fatte diverse' e il loro sacro e solo ruolo sociale è di essere madri e 'custodi del focolare' - e siano dannate le femministe di ogni ordine e grado e nazione perché bestemmiano le sure e le prescrizioni del sacro Corano e i loro comportamenti e verbi vanno additati al pubblico ludibrio?
Senza trascurare che, se sono vere le affermazioni degli 'osservatori internazionali' che additano la Turchia quale acquirente del petrolio maledetto venduto dai capi e i califfi dell'Isis, per proprietà transitiva, Erdogan e lo stato turco che rappresenta foraggia il terrorismo internazionale ed è indirettamente corresponsabile dell'orrore dei tagliatori di teste di quell'esercito di pazzi fanatici e suonati di seconda generazione che corrono ad arruolarsi a migliaia rinnegando l'Occidente che li accolti e forniti di cittadinanza.

No, davvero. Il mondo non è bello perché è vario. E' maledettamente vario, questo si, ma la bellezza del mondo raramente si specchia nella specie umana che sforna orchi orribili e macellai a migliaia e milioni.


'L'umanità è fitta di orchi con mani di carnefici e denti di cannibali' - Michel Tournier (libera citazione)

sabato 22 novembre 2014

Elzeviro indigeno

E che i trolley con le rotelle rigide siano fastidiosi nessuno lo può negare, sopratutto al mattino presto - che il silenzio dell'ora è dono del cielo come la luce e il nitore delle ombre in fuga. Il problema è che non ci sono i controlli, in questa città e, se già non ci riesce di impedire il 'pranzo a sacco' nell'area marciana e in tutta la città monumentale, figurarsi l'inseguimento dei mille emille rumorosi e ignari turisti e l'eventuale sanzione. Niente di ordinato e poeticamente compatibile può darsi in un luogo dove si affollano i milioni di turisti delle mille e mille denunce di 'insostenibilità ambientale'. La città è condannata dalla sua straordinaria bellezza a un 'troppo che stroppia' per omnia saecula saecularorum. Teniamoci le grandi navi e i trolley e tutto il resto che verrà. E votiamo il sindaco 'meno peggio' che - è facile predizione - non riuscirà a risolvere un bel nulla come tutti coloro che lo hanno preceduto. Amen

 

mercoledì 19 novembre 2014

Pollice verso e fuori i leoni

Dopo le campagne 'pubblicità-progresso' su: 'Il fumo uccide anche te, digli di smettere.' e quella sui mariti-compagni violenti che: 'Gli schiaffi sono schiaffi. Scambiarli per amore può fare molto male.' ecco i bravi pubblicitari-educatori esercitarsi sulla Nuova Frontiera del Terzo Millennio: Internet.

E l'invito che ci rivolgono è: 'Fai di Internet un luogo migliore.' 'Vaste programme' avrebbe obbiettato De Gaulle-buonanima, se fosse vissuto in tempi così insidiosi e ridicoli.
Perché a controllare e monitorare la Nuova Frontiera ci sono solo i quattro gatti della Polizia Postale - che hanno il loro bel daffare a surrogare i moderatori dei forum che nulla moderano.
E le regole da loro stessi scritte restano bellamente inevase e quei luoghi di chiacchiere sublimi e dibattiti accesissimi che cambiano il mondo ospitano millantatori e insolenti e bulli virtuali da un tanto al chilo e se chiedi loro di intervenire con vigore c'è da scomodare la Cassazione e il terzo grado di giudizio italico che tutto prescrive dei delitti e delle pene, oppure 'abbiamo di meglio da fare'.

E aveva ragione quella mia ospite di Lima – Perù, anni fa, a lamentarsi di una connessione troppo lenta che le impediva di svolgere il suo lavoro di prenotazione e disdette a causa del dilagare de 'las cosas tontas', lamentava : la chiacchiera e le mille mille chat che intasano internet e sono seconde solo agli stramaledetti telefonini perennemente incollati all'orecchio degli italioti che vedi per strada e negli autobus e nei bar e non hanno nessuna remora a scodellarci gli osceni fattacci loro nelle orecchie a voce altissima. Pollice verso e fuori i leoni.1352_0330id

Stramberie e leggende religiose

Molto rumore hanno fatto le dichiarazioni di Umberto Veronesi che nell'esistenza del cancro trova motivi per affermare che Dio non esiste. Che dire della guerra, allora, delle teste tagliate dall'Isis in nome del loro preteso 'Allah' e delle mille altre nefandezze di cui l'uomo è protagonista o succube – comprese le frane e le alluvioni che comportano sofferenze e morti?
Affermazioni negazioniste e atteggiamenti ribellistici contro Dio non nuovi nella storia dell'umanità - e il dibattito filosofico intorno al male, più o meno 'necessario', che strazia le nostre vite dalle origini ai giorni nostri è ampio, amplissimo e non cesserà per quest'altro, autorevole, rilancio.
E, per dirla tutta, mi sento di aggiungere un altro tassello para teologico a questo affannoso dibattere e lamentare ed insorgere contro il Dio 'buono e giusto' che ci assisterebbe da Lassù ed è l'esistenza in vita e in video di certi panzoni osceni a vedersi e udirsi vocati al crimine organizzato e altro di nefando che, nel corso dei loro pranzi e cene, giurano fedeltà all'associazione criminale di appartenenza, chiamando a testimoni gli spiriti defunti di Lamarmora, Garibaldi e Mazzini. E' aperta la gara a chi trova altri nomi di personale fantasia su cui giurare e spergiurare. Spinoza, Einstein ed Erasmo? Dante, Petrarca e l'Aretino?
E mi chiedo che senso hanno queste formule di rito e i congressi satanisti e gli Ordini e sette segrete che si rifanno al passato della Storia coi loro grembiulini e compassini e le spadine ai fianchi e le croci sulle tuniche e se non è una bestemmia teologica il pensare che questa umanità mentalmente disastrata e un filo suonata sia fatta 'a immagine e somiglianza di Dio' come vogliono i Dogmi del passato e ci siano perfino 'fratelli in Cristo', come recitano tuttora i sacerdoti.
Davvero le religioni, alla luce di tutto ciò su esposto, sono 'oppio dei popoli' e coacervo di stramberie e leggende una più strana e folle dell'altra che servono solo all'uso distorto e idiota di un esercito di imbecilli che corrono ad arruolarsi sotto le bandiere del Califfo in nero e, ieri, dei principi e duchi cattolici nelle ripetute Crociate.
Molto meglio l'impero romano del Colosseo. Pollice verso e fuori i leoni. E nell'Arena dei martiri cristiani che andavano a morire cantando mettiamoci anche gli islamici fondamentalisti e terroristi, quest'altra volta.

lunedì 17 novembre 2014

I prossimi decenni delle nostre vite

I prossimi decenni delle nostre vite
E' interessante l'affermazione di Burlando versus Renzi e i maledetti governi responsabili degli scempi conseguenti ai condoni edilizi che: 'Se dovessimo mettere in sicurezza il Bisagno, dovremmo evacuare diecimila genovesi.' Affermazione che dice meglio di cento studi urbanistici e sociologici la densità della popolazione italiana in un territorio stretto e lungo peninsulare che non ha uguali in Europa (per densità) e forse nel mondo – e se prendete Venezia e i suoi vaporetti, apriti cielo! Beate le sardine nelle loro scatole, che almeno l'olio di girasole o di oliva facilita i micro aggiustamenti all'interno.
E che si sia costruito sulle pendici dell'Etna e del Vesuvio (una sua eruzione improvvisa ne cancellerebbe a decine di migliaia) la dice lunga sulla costrizione tutta italica di espandersi e mettere radici 'dovunque e quantunque e sebbene', ad onta degli allarmi decennali degli esperti e degli 'avvisi ai naviganti', pardon: residenti, sui rischi che corrono.
E, ciò malgrado, si continua a stipare, in questo disgraziatissimo paese, oltre lo stipabile - e ci sono persone indifferenti all'impatto sociale del fenomeno 'immigrazione selvaggia' e incontrollata (i cosiddetti 'buonisti'), che non si curano delle conseguenze e dei fatti e degli eventi accaduti a Tor Sapienza e tuttora dicono, impavidi, che: 'Han torto i residenti, tutti razzisti e intolleranti e 'di destra'.
Così, in questa trista e tragica recitazione della controversia italica, con i noti eventi e i pogroms che si ripeteranno a breve in quegli stessi luoghi o altrove, trascorre il breve tempo delle vite nostre, tra crisi economiche che non demordono e lavoro che non c'è, ma domani chissà.
Attrezziamoci: è qui che dovremo trascorrere i prossimi decenni della vita nostra.

venerdì 14 novembre 2014

Le morte stagioni e l'informe

Amo l'indistinto, l'ammasso informe, il non definito, il magma che contiene molti minerali diversi fusi dal fuoco interiore del pianeta, e gli ammassi stellari di ogni forma e dimensione che ci parlano della 'materia oscura' o dell'antimateria, meraviglie della creazione primigenia di oscuri dei informi e bui che contengono il futuro dell'universo in forme sempre mutevoli e cangianti come le nuvole e i colori della nostra atmosfera. E amo i fantasmi: sfilacci silenziosi della materia e vita che è stata e aspira all'eterno delle morte stagioni e delle palpitanti future la cui forma non riusciamo compiutamente a immaginare perché: 'Ci sono più cose il Cielo e in Terra di quante le menti degli uomini riescono a immaginare...'

venerdì 7 novembre 2014

Dalle stelle ai musei di Cesare Lombroso

Dalle stelle ai musei di Cesare Lombroso
E' certo che non sarà la presente generazione a vivere la grande stagione dei viaggi spaziali, bensì i bis bis bis bis bis nipoti che speriamo rinsaviti dall'orgia delle inutili chiacchiere ai telefonini e l'indice destro anchilosato sul loro tamagochi - che l'esterno e il loro prossimo sembra non esistano più, ma solo la loro asfittica nicchia telematica di sms, f/b e 'uotsapp'.
Troppi cretini al cinema che rumoreggiavano due righe di poltrone sopra di me e commentavano stupidamente a voce alta me lo confermano – non bastasse lo stop ai viaggi spaziali della Nasa di cui parla l'ottimo 'Interstellar', che alcune recensioni vogliono quale valido emulo e seguace de '2001 Odissea nello spazio', ma le distanze fra l'uno e l'altro film sono stellari e galattiche, appunto.
Perché la classicità che oggi ci appare ingenua del film di Kubrik non ambiva al realismo delle mirabolanti costruzioni aeronavali del suo odierno epigono, ma restava felicissimamente sospesa nella danza di quelle note straordinarie dei valzer di Strauss che davano colonna sonora al viaggio - e la mente degli spettatori era in perfetta consonanza fantastica e musicale e prestava volentieri alle immagini sullo schermo tutto ciò che necessitava alle carenze cine-tecnologiche che Christopher Nolan aveva, invece, a disposizione e ne ha fatto ottimo uso, ma è rimasto impigliato nel polpettone sentimentale e di avventura di eroi americani redivivi tanto cara agli sceneggiatori di Hollywood - con in appendice anche il duello scafandrato tra i ghiacci sempiterni con un 'cattivo' (interpretato da Matt Damon).
Però ci sta che ci abbia provato (e ci ha incollato alle poltrone), Christopher Nolan, a farci rimasticare cinematograficamente i concetti complicati di 'spazio-tempo' che si contraggono e che la gravità può annichilire e noi umani attraversare per tornare 'là dove son mossi' Amore e Nostalgia di imprecisati e improbabili ritorni dal passato e 'fantasmi' mediati da 'codici binari' e alfabeti morse redivivi: per dire che tutto si tiene della storia controversa e spesso avvilente dell'umanità: dall'invenzione del gas e delle lampadine che illuminavano i primi lampioni pubblici fino alle meravigliose aeronavi rotanti che usano della 'fionda' gravitazionale per lanciarsi oltre i mille anni luce delle nostre prossime conquiste galattiche.
Prossime si fa per dire. A giudicare dai commenti degli emeriti imbecilli che rumoreggiavano due righe di poltrone sopra la mia diciamo 5001(?) - e speriamo che di quei cervelletti preistorici di avvilenti giovanotti dall'indice anchilosato non ne resti più traccia né ricordo se non sotto formalina nei musei di Lombroso. Amen e così sia.
Più Matarazzo che Kubrick. Più un amorazzo padre-figlia – tranquilli, nulla di incestuoso: a scopare sono solo le astronavi – che una “fantasofia” degna di
ILFATTOQUOTIDIANO.IT

giovedì 6 novembre 2014

Sermoni per i giorni di pioggia

Sermoni per i giorni di pioggia
Certi sguardi sono come i memorabili scatti fotografici che segnano un'epoca: vedi il bacio degli amanti parigini post bellici che dicevano il trionfo della vita sulla morte seminata a piene mani nelle trincee e sui fronti di guerra; o come i lavoratori immigrati - in bilico tranquillo sulle putrelle pencolanti sul vuoto a cento metri di altezza - che costruivano i grattacieli della Grande Mela.
Così i motoscafi che solcano le acque del Canal Grando pieni di genti orientali coll'impermeabilino di nailon leggero che gli coprono il capo e fanno ciao-ciao con le mani e i sorrisi a piena bocca dicono del cambiamento epocale di questa città destinata ai loro figli e nipoti: zero abitanti storici, prossimamente, e solo turisti che si avvicendano a milioni sul 'teatro dell'antico' che qui egregiamente si rappresenta (vedi il link più sotto per i dettagli sull'argomento).
E se questo è il progresso lo lasciamo volentieri ai nipoti che, certo, conosceranno e vedranno il profilarsi delle 'magnifiche sorti e progressive' di un'umanità avviata verso orizzonti di gloria. E così sarà, malgrado le batoste dell'odierna 'crisi globale' pestino a sangue le odierne generazioni del 'lavoro zero' e le armate dell'Isis che ci consegnano un Medioevo di ritorno col dettaglio ferino delle teste mozzate di incolpevoli 'inviati' e/o volonterosi e ingenui 'cooperanti'.
Perché, in parallelo, e sia pure 'un passo avanti e due indietro', vediamo disegnarsi, in televisione e sul web, gli scenari futuri di tecnologie sempre più avanzate e stupefacenti nel loro raccontare un mondo davvero diverso e, forse, il mondo non sarà 'salvato dai ragazzini' come si racconta nel romanzo omonimo, o dall'astratto Amore del Dio di Francesco e delle sue folle festanti a piazza san Pietro, bensì dalle tecnologie: che diranno stupidi tutti i comportamenti bellici di minoranze di imbecilli preistorici e mostreranno le stelle dei viaggi spaziali quali nuovi orizzonti di riferimento.
Amen e così sia.

Autunni, inverni, primavere

Autunni, inverni, primavere
E sarà perché gli autunni 'lungamente ci dicono addio', come scriveva il poeta, che certe immagini dell'oro vivo e antico quale estremo saluto vegetale e silenzioso inno al colore della vita che muta aspetto vorresti che ti si stampassero in mente e vi restassero e non fossero sostituite da tutto il bailamme della cronaca tragica che inevitabilmente ti travolge al ritorno tra le brume e le incessanti torme lagunari.
E la natura sarà anche 'matrigna' come scrive e riafferma con foga il 'giovane favoloso' in questi giorni al cinema, ma se sai sceglierti un canto e un lembo e un luogo deputato come tua Heimat del cuore il cuore e la mente ti ringraziano e non sarà così male neanche l'avvento del colore bianco degli inverni che prelude al verde chiaro e commovente della prossima primavera. Che certo verrà e per alcuni no, ma è poco male perché in questo nostro avvicendarci affannoso (e a volte felice) sulla crosta del pianeta sta tutto il senso e la Storia e le ere geologiche e il Futuro delle 'magnifiche sorti e progressive' che ancora crediamo possibili, ad onta del'Ebola, dell'Isis colle teste mozzate e di Renzi, che il lavoro fisso vuole che, anch'esso, 'lungamente ci dica addio'. Contiamo che l'inverno se l'inghiotta (politicamente) e la primavera rimescoli tutto il panorama politico come fa per la vegetazione nuova che rinasce dai suoi colori autunnali.

sabato 1 novembre 2014

Modelli da imitare

Tasse di ingresso a Venezia come nel Buthan. Il turismo aumenterebbe (il Buthan ha prenotazioni in eccesso), ma il Comune avrebbe i soldi per ogni sua necessità. Si - può - fareeee!!!! (Zappalorto dove sei!?) Per la serie: 'Modelli da imitare'