lunedì 30 ottobre 2023

Promemoria per gli storici di domani.


Il mio bisnonno, un pescatore che mai ho conosciuto, deve avere avuto le mie stesse impressioni intorno al 1915.
Troppi segni di eventi cupi sul suo orizzonte degli eventi, troppe avvisaglie di tregenda prossima ventura sui giornali e alla radio per poter fare spallucce e credere che le cose, in un qualche loro segreto modo, sarebbero andate al loro posto. Vivere in un'isola persa nel nord delle nebbie lagunari offre visioni di miraggi di Fata Morgana che disegnano le ombre di cannoniere dai cannoni puntati ad alzo zero appena fuori dalle bocche di porto.
E un emerito cretino, a Sarajevo, sparò a un Arciduca in carrozza e fece cadere la goccia sospesa sul vaso di Pandora del continente europeo e ne scaturì il male assoluto di quella che sarebbe stata chiamata la 'prima guerra mondiale'. Che ebbe un seguito di contraddizioni politiche irrisolte e, di lì a un Ventennio o poco più, scoppiò la seconda. Milioni di morti e il continente europeo in macerie.
Qualcuno offre di più? Non c'è due senza tre? Francesco ne è sicuro, mannaggia a lui, ma la spezzetta, forse per un suo segreto esorcismo e preghiera. 'La terza guerra mondiale a pezzi.' l'ha detta.
Ora, considerate la nostra semenza di gente 'non bruta', ma irritabile oltre misura e, sovente, irragionevole. Tuttora, malgrado la 'Storia magistra' e il sonno della ragione che ha prodotto quei mostri.
Per oltre un settantennio l'abbiamo scampata bella. Praticamente l'intera durata della mia vita, ma oggi ripenso a quel mio bisnonno pescatore e mi metto in quei suoi panni e povere cose di inizio secolo e scruto il mio residuo orizzonte degli eventi del millennio entrante e tiro le somme delle orrende cose che sono sotto i nostri occhi in questi giorni di inizio autunno.
Israele, più l'Occidente che ne difende il diritto a difendersi, contro la nazione islamica dei miserabili castigati dalla Storia che risorge come una orrida Fenice ottomana in veste di gigantesco avvoltoio (e include il Daghestan dei pogrom annunciati e 'dagli all'ebreo!).
Alle spalle, una Russia stupidamente costretta alle corde dalla scelta folle di cingerla d'assedio Nato e spalleggiare la pretesa democrazia Ucraina dei nazistoni Azov. E, quatta quatta, la Cina, desiderosa di riprendersi Taiwan, che sta in vigile attesa di 'vedere l'effetto che fa' prima di schierare le sue portaerei e i suoi missili balistici.
Che dite, sono troppo pessimista? Tutto si sistemerà? Torneremo, prima o poi, alle 'magnifiche sorti e progressive?
Correva l'anno...

Potrebbe essere un'illustrazione

Assedi di ieri e di oggi.

 

C'è assedio e assedio. E la Storia ci rimanda quello della rocca di Masada, giusto per restare in quell'area geografica dei mille tormenti dell'umanità (dai Faraoni ad Alessandro Magno - passando per Sargon e Nabucodonosor - una inesausta narrazione epica di efferatezze e sopraffazioni).
A Masada ci si arrivava lungo il 'sentiero del serpente' che non consentiva ai piedi di appaiarsi nella salita tanto era stretto e impervio (per suggestione con il presente assedio di Gaza mi vengono in mente le serpentine dei suoi mille tunnel sotterranei) e i furbi Romani dovettero costruire un terrapieno per colmare i 137 metri di dislivello e portar su gli arieti che sgretolarono le mura.
Finì con il suicidio collettivo finale degli assediati delle tribù di Giuda, come si narra - e ancora se ne glorifica l'onore di soldati indomiti e li si assume ad esempio di fierissima resistenza al nemico.
E nell'assedio di Béziers i Crociati fecero la strage ben nota degli Albigesi dopo aver fatto breccia nelle mura e sfondato le porte - e il vescovo guerriero che li guidava ordinò lo sterminio finale di tutti gli abitanti (gli odierni 'civili') al grido di 'Sterminateli tutti, Dio riconoscerà i suoi.'
Non è chi non veda un qualche richiamo al presente delle vane distinzioni tra civili filo Hamas e disposti al sacrificio finale per la causa di liberazione - e gli mettono a disposizione le case di civile abitazione per i lanci dei razzi - e i mitici 'civili' incolpevoli e bisognosi di tutto invocati dalle organizzazioni caritatevoli e dall'Onu quali vittime inermi dell'opposta furia bellica.
E tutta questa complessa materia, oggetto di furiosi dibattiti e di altrettanto furiose manifestazioni pro Hamas e pro palestinesi ci riporta alla 'drole de guerre' che combattono, da decenni, i vigliacconi terroristi di Hamas nascosti nei loro tunnel e che si fanno scudo dei civili. Assassini e briganti di strada piuttosto che combattenti, che si sottraggono alla tradizionale guerra di eserciti contrapposti e preferiscono trucidare i civili nei kibbutz e fare strage di vecchi e bambini e prendere ostaggi.
E vengono omaggiati del titolo onorifico di 'liberatori' da Erdogan-il-Furioso che si impanca a novello Saladino (qualcuno dovrebbe avvisarlo delle sue origini curde Ṣalāḥ al-Dīn Yūsuf ibn Ayyūb, in curdo سەلاحەدینی ئەییووبی‎, Selahedînê Eyûbî; Tikrit, 1138 – Damasco, 4 marzo 1193) e muove le sue truppe cammellate in manifestazioni oceaniche contro Israele-fossa-di-tutti-gli-orrori e potenza regionale sopraffattrice, nel suo dire di follia politica.
E' una mela marcia in seno alla Nato, la Turchia, dal momento che Erdogan-Saladino, nei suoi demenziali comizi, accusa di pari responsabilità belliche l'Occidente (amico di Israele e che gli riconosce il diritto alla difesa) al quale egli ha affiliato le sue truppe.
E ci sarà da ridere in caso di conflitto aperto regionale di tutti contro tutti, dal momento che Egli ha appena patteggiato un suo 'si' all'ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia in cambio di modernissimi armamenti e di velivoli bellici dalle mille meraviglie tecnologiche che dicono il suo esercito secondo solo a quello di Israele.
Ma, per il momento siamo ancora alla guerra di parole, al mostrare i muscoli della rinata 'nazione araba' nostalgica dell'impero Ottomano, all'Haka-danza-di-guerra degli All Blacks, nazionale di rugby, e manca all'appello l'Iran dei pretoni folli - che minacciano a loro volta sfracelli e tsunami di guerra, ma basteranno un centinaio di bombe chirurgiche sui siti dedicati e qualche passaggio a volo radente dei jets della portaerei Eisenhower per indurli a più ragionati e avviliti propositi.
That's all, Folks, Stay tuned. Le cose si fanno vieppiù interessanti e ne vedremo delle belle ed esplosive.


Assedio di Masada - Wikipedia

domenica 29 ottobre 2023

Il governo val bene una messa.

 

Godetevi l'estate che dura. C'è ancora tempo. - 30 ottobre 2022

Fossi la Meloni non mi preoccuperei e dormirei sonni tranquilli. A leggere gli editoriali dei principali quotidiani filo opposizione non c'è nessun nemico alle porte e quelli che ci sono sono figure pallide, assorte nei loro tristi monologhi e vaniloqui che disquisiscono sul nulla del politicamente corretto e sugli articoli determinativi 'il' e 'la' che ci fanno rimpiangere il sesso degli angeli, assente per definizione. Controllate sotto le nivee tuniche.
E' vero che c'è una guerra mondiale, la terza, termonucleare, alle porte, ma lei si è presa d'anticipo e si è dichiarata atlantista e filo Nato, non appena i sondaggi la descrivevano come prima ministra/o in pectore. Non le costava nulla, a ben vedere, a parte i 'tweets' del 2018 in cui si diceva diversamente schierata nel merito (ed oggi l'avrebbero crocefissa come 'putiniana').
E si sa che 'noblesse oblige' e un premierato da prèmiere dame al governo val bene una messa e il dire pubblicamente il contrario di quanto si era detto e si pensava quattro anni fa.
La coerenza, a certi livelli, non è un obbligo. Si fa di necessità virtù, l'importante è durare e dare l'impressione che il paese sia governato. Draghi docet – con le bollette stellari che paghiamo sull'unghia ai gestori e l'inflazione a due cifre che consegue alla guerra dei mondi contrapposti in Ucraina: Ovest contro Est, Occidente in declino contro potenze emergenti del Sol Levante e, forse, se scivola il dito sul pulsante rosso, il bis dei dinosauri bruciati a milioni dall'immane esplosione del gigantesco asteroide che impattò il pianeta Terra.
Ma stavolta faremo da soli, non abbiamo bisogno dell'aiuto di un astro per esaurire d'un botto una storia umana per certi aspetti gloriosa e che ha ambìto alla vita eterna (nientemeno!) nel corso di elaborazione delle sue leggende religiose.
That's all, folks, godetevi il sole di quest'estate anomala che dura e fa argine all'autunno.
C'è ancora tempo prima del Gran Botto Finale. Stoltenberg/Stranamore ci sta ancora lavorando e controlla per l'ennesima volta i siti e gli obbiettivi per assicurarsi che nulla resti impunito e salvo.
Chi (soprav)vivrà ci racconterà i dettagli.

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I baobab e la memoria.


I baobab e la memoria - 29 ottobre 2014

Periodicamente, un'assistente sociale specializzata in gerontologia, viene a far visita agli anziani del centro che ospita mia madre e ne sottopone alcuni ai tests che dimostrano l'avvilente avanzata (raramente la regressione) della demenza senile che svuota gli sguardi e le espressioni e trasforma i volti di quegli anziani in desolate 'maschere del Nulla' – l'antichissimo teatro che tutto e tutti ci dissolve nelle sue nebbie o forse solo 'ci trasforma', come recita quella formula della fisica che: 'nulla si crea, nulla si distrugge...'.
E, naturalmente, è lo stato della memoria il test principe di quell'esame periodico dai tristi esiti e scontati. Tristi tropici di una vegetazione mnemonica che fu lussureggiante di piante di alto fusto e vigorosi arbusti del sottobosco e oggi è come la piana desertica del Madagascar in cui si erigono i baobab, sopravvissuti al massacro pel loro essere 'sacri' nell'immaginario degli indigeni.
Ed è vero che è la nostra capacità di veritiera ricostruzione del passato che ci ha coinvolti e che dovremmo saper testimoniare e raccontare che ci salva dal marasma della 'demenza senile' - e provate voi a fare uno dei tests proposti a mia madre del ricordare la sequenza precisa degli ultimi otto presidenti della repubblica succedutisi al Quirinale, invece di giocare a: 'Chi sei stato nella tua vita precedente' e 'Che colore sei' con lo sconfortante esito del 'Nero'.
Così, ieri, è andato in onda uno di quei tests al Quirinale, appunto, in cui dei magistrati e degli avvocati di noti imputati mafiosi hanno giocato a ricostruire, davanti a un quasi novantenne presidente della repubblica, il chi e come eravamo negli anni delle stragi mafiose e delle bombe nelle chiese e della 'presunta' trattativa tra lo Stato e la mafia per farle cessare.
E non me ne vorrà 're Giorgio' se scrivo che l'impressione che ne ho avuto, dai resoconti di stampa e telegiornali, è quella di altri mitici, deserti mnemonici italici: 'Non so, non ricordo, se c'ero dormivo' o mi occupavo d'altro.
Perché il Tempo fa il suo corso, maledizione! e la memoria umana, a differenza di quella degli elefanti, è labile, - anche e sopratutto quella collettiva: che tutto perdona e cancella - e le troppe diplomazie e i pelosi 'rispetti istituzionali' che hanno consentito quell'esame quirinalizio per nulla 'ricostruttivo' e 'chiarificatore' hanno prodotto, invece, l'ennesima nebbia di altre stragi dimenticate e vanamente commemorate ogni anno, e quest'altra impressione: che una 'demenza senile' ci riguardi e condizioni i nostri comportamenti 'civili' - di tutti quanti noi cittadini di questa repubblica, nessuno escluso.

...non so, non ho visto, se c'ero dormivo.

sabato 28 ottobre 2023

Affossamenti salutari.

 Affossamenti salutari. - 28 ottobre 2021


Non dovremmo considerare l'affossamento del ddl Zan come una partita di volley combattuta ferocemente con schiacciate vincenti dell'una o dell'altra squadra fino alla schiacciata violentissima di ieri - con pubblico in piedi e plaudente alla vittoria dei propri campioni e la squadra avversaria, ieri tronfia e sicura e arrogante, in lacrime e inutili invettive e lontane speranze di rivalsa lanciate urbi et orbi.
E' un intero processo storico di rovesciamenti di fronte e di 'comune senso del pudore' e di dettati religiosi e apocalittiche narrazioni bibliche che si confrontano nel primo ventennio confuso e clamante del millennio che ci porterà all'anno tremila delle magnifiche sorti e progressive.
E dovremmo chiederci se fosse saggio e sensato (e i tempi maturi) che una minoranza di 'diversi' e allegra compagnia variata e transitante arrivasse fin dentro le scuole dell'obbligo ad illustrare il loro verbo libertino e la nuova frontiera della libera sessualità lgbt+ – non paga dei cortei 'gay pride' dove la loro vittoria sul verbo codino ecclesiastico (e dintorni) veniva rappresentata nei modi disturbanti che conosciamo; e ormai ci avevamo fatto l'abitudine e distoglievamo gli sguardi e 'non ti curar di lor, ma guarda e passa'.
Ma il ddl Zan andava oltre, molto oltre. Parla(va) di sanzioni severe per chi manifestasse con evidente fastidio la propria contrarietà ad atteggiamenti pubblici non conformi a ciò che un tempo si definiva 'il comune senso del pudore' – e passi che la locuzione abbia fatto il suo tempo e se ne sia smarrito il senso e sia stata sbeffeggiata ad abundantiam e noncurata, neppure giudiziariamente, nel corso dei decenni ultimi.
E tuttavia vi è, ancora viva e operante nella vita pubblica ( e risparmiata dal Covid), una, o più, generazione che è stata pesantemente condizionata dal Verbo religioso atavico, per il quale la piena libertà nella sfera sessuale andava, nelle confessioni e genuflessioni, sotto maledetta egida di 'contro natura' e soggetta a penitenze e 10 avepatereegloria e 'ripromettiti di fronte a Dio di non più peccare'.
Una generazione che molto si è sforzata di abbandonare quei condizionamenti pesantissimi e di trovare una sintesi post moderna e una forma di tolleranza che permettesse la convivenza - fino al ddl Zan della moderna Parlamentopoli giallorosa che si impancava a dircelo vangelo laico a colpi di maggioranza e perfino 'diritto negato', come titola oggi la Repubblica, il quotidiano embedded di s-governo filo pd e filo Draghi.
E aggiungiamo alla nostra doglianza i versetti del 'politicamente corretto' che, nell'ultimo decennio, ci hanno imposto di non dire questo e non dire quest'altro e di rivisitare criticamente la vecchia letteratura dei poeti reietti perché 'non conformi' (perfino Dante perché ha ficcato Maometto nel fondo dell'imbuto infernale e ci parla dei 'sodomiti' dannati al modo del suo tempo).
C'era davvero di che giustificare il plauso e la gioia clamorosa per una archiviazione e più attenta meditazione per un progetto di legge che si era spinto così avanti nelle sue pretese di 'essere maggioranza nel paese' da trascurare il resto dell'intendenza sociale che l'ha castigato ieri con la schiacciata fatale e l'osanna per la vittoria.
La politica è il luogo della mediazione, si dice. E il pd e l'intendenza infame (che non lascerà fama) dei 5 stelle incollati alla cadreghe l'hanno bellamente dimenticato e hanno lanciato la loro sfida ultima con una protervia e una arroganza degna di miglior causa.
Parce sepulto e arrivederci alla prossima legislatura. Il futuro è appena cominciato.



  • Ddl Zinzunzan. - 29 ottobre 2021
    ...che, poi, la ferita che sanguina fa sragionare i perdenti nell'agone parlamentare - e vi è chi si spinge a dire che i franchi tiratori sono dei vigliacchi che non si meritano la stima dei loro elettori.
    E dimenticano, quegli stolti gladiatori da tre palle un soldo, che una truppa parlamentare politicamente assassina ha consentito alla creazione del Conte-due dei voltagabbana più vomitevoli e, a seguire, al volo del Drago, che tuttora sputafuoco a volteggi ampi sopra di noi di pensioni negate e proiettate sulle calende greche delle stanche vite e lo cavalca la Fornero lacrimosa.
    Chi di voltagabbana ferisce e si incolla alle onorevoli cadreghe per tema di essere 'mandato a casa' non ha legittimità di lamentare le vigliaccate dei franchi tiratori.
    Stessa scuola, stessa matrice di confusi 'padri costituzionali' che vollero in Costituzione la democrazia parlamentare degli inciuci e dei cambi di casacca degni del cabaret Voltaire.



venerdì 27 ottobre 2023

Guerra e pace (e preghiere).

 

Hamas dichiara a chiarissime lettere il suo rabbioso rifiuto di ogni negoziato, ma, curiosamente, le piazze della pace e le imbelli e stupide diplomazie, Onu inclusa, accusano Israele per la responsabilità dell'assedio e della risposta militare obbligata di fronte al continuo lancio di razzi sulle città.
Chi ha torto e chi ha ragione.
Le piazze per la pace (pace da una parte sola: l'odiata Israele) sono una fede e una dottrina politica di lungo corso. Apodittiche per definizione e per l'annosa dimostrazione di incaponimenti e avvilenti ragli asinini e non la smuoverebbe dalle sue posizioni neanche la ripetizione del maledetto raid del 7 di ottobre - con quello che sappiamo e abbiamo visto dell'orrore di sgozzamenti, decapitazioni di bambini, alzo zero di orchi assassini sugli indifesi giovani danzanti nel rave party del deserto e la vigliacca presa di ostaggi (uomini, donne, vecchi e bambini) da usarsi quali scudi umani per fermare la severa reazione militare di Israele.
Fede e dottrina sono una fede, lo ripeto, e la dimostrazione viene anche dai social dove opposte tifoserie accusano la squadra avversaria di mettere in rete foto di bambini 'fake' per pietire orrore e fazione per i propri beniamini.
E la fede ha anche aspetti di sincera commozione, per l'ennesimo papa inginocchiato in preghiera 'per la pace' che implora la Madonna di convertire gli orchi assassini e gli uccisori di bambini – e naturalmente la sua preghiera è 'bipartisan' (ma non per le opposte tifoserie, i filo Hamas mascherati da pacifisti in primis) ed è manifestamente imbelle e 'parole al vento' e resterà inascoltata nell'astratto Lassù delle anime belle e pie come le preghiere dei suoi predecessori della prima e della seconda guerra mondiali e di tutte le altre regionali che ne sono seguite.
E quel che quei pretesi pacifisti non vogliono capire è che 'la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi', la sola azione capace di far maturare le condizioni di pace sul terreno e sulle numerosissime tombe di ogni e tutti i miliziani di Hamas, organizzazione di terroristi suicidi vocata ai massacri, incluso quello degli abitanti di Gaza, i loro scudi umani.
La pace la scrivono i vincitori, come sempre è stato e sarà per omnia saecula saeculorum e a decidere la fine della seconda guerra mondiale è stata la gragnuola di bombe su Dresda (200.000 morti in 48 ore di bombardamenti incessanti) e il grande fuoco di artificio termonucleare voluto dagli americani su Hiroshima e Nagasaki, facciamocene una ragione.
Possiamo, certo, implorare e pregare in ginocchio e con commossa partecipazione i grandi del mondo di evitare il ripetersi di quegli orrori, ma con la dolorosa coscienza che la sola igiene del mondo è la guerra – chiedetelo a Marinetti, e interagite con la sua tesi, su Wikipedia.
'Dopo' rinsaviremo e sarà tutto un altro mondo.

Torri di Babele e dintorni.

 

Situazioni eccellenti.

Se le lingue di Babele in Europa dicono tutto e il suo contrario in pubblico parlamento, chi sono io per distinguermi (è un prestito da Francesco in perenne crisi di identità pur se di bianco vestito).
Non dirò quindi che sono per un 'cessate il fuoco'. Non ha molto senso, infatti, minacciare fuoco e fiamme e schierare migliaia di carri armati per vendicare i mille e passa morti del 7 di ottobre e donne bambini decapitati e/o bruciati e ritrovarsi poi con un cessate il fuoco obbligato e imposto dall'esterno per le solite, ipocrite 'ragioni umanitarie' e senza uno straccio di credibile agenda politica che ci dica cosa fare e chi farà la pace con chi e come e quando.
'Due popoli e due stati', infatti, è formula politica tutta da riempire di contenuti e, al momento, è solo una giaculatoria stupida buona per accreditarsi quale ennesimo contribuente del nulla politico che si rappresenta.
Il tutto mentre Hamas continua (e continuerà in barba al cessate il fuoco) a lanciare i suoi missili sulle città israeliane perché, in quanto organizzazione terroristica, è esente da vincoli di trattati internazionali e risponde solo al suo statuto che prevede la distruzione di Israele.
Se ci mettete, poi, l'altra giaculatoria pia che 'Israele ha tutto il diritto di difendersi' abbiamo raggiunto la sommità della torre di Babele da dove i muratori buttano giù la malta avanzata per rafforzarne la base.
E ieri sera, dalla 'Lilli' a Otto e mezzo, il professor Cacciari, prezzemolo filosofico che 'va su tutto', ci diceva dottamente che il proposito di distruggere Hamas equivale ad una 'guerra assoluta'.
Non ci ha spiegato, però, il senso compiuto delle guerre omeopatiche e dosate comme il faut e rispettose dei 'corridoi umanitari' che si dovrebbero combattere secondo i suoi desiderata e quelli dei confusi leaders europei che si provano a dare una parvenza di unità e di senso ai loro borbottii e gorgoglii politici che ci costano una fortuna in stipendi ed emolumenti accessori.
Tenete conto che, invece, fino all'altro ieri, quegli stessi leaders confusi sostenevano la guerra ad oltranza ed armamenti all'Ucraina come se piovesse perché 'la Russia non deve vincere'.
Da questi leaders ci guardi Iddio che da Cacciari mi guardo io.
C'è una grande confusione sotto al cielo, scriveva Mao, la situazione è, quindi, eccellente.

giovedì 26 ottobre 2023

Osservazioni dal bordo dei fiumi italici.

 

Osservazioni dal bordo dei fiumi italici. - 27 ottobre 2014

Su una cosa Renzi ha ragione. Che certuni 'intellettuali' (che lui addita al disprezzo perché pretende di essere 'l'uomo del fare') somigliano a quei pensionati che si piazzano davanti a un cantiere e si danno man forte nel dire e sostenere che quell'opera non verrà mai portata a termine.
E, ne converrete, questo genere di convinzione di noi maledetti pensionati ha robusti punti di evidenza e sconforto nella realtà delle cose italiche degli ultimi cinquant'anni. Tanto che esistono o sono esistite (le ho vedute in tivù, giuro) trasmissioni in cui un inviato – chiamato dai cittadini – documentava l'esistenza di autostrade che spurgavano desolantemente in aperta campagna e ponti colossali di cui si mostravano solo i piloni fondativi su entrambe le sponde ed erano un inno al 'vorrei ma non posso' delle buone intenzioni dei 'politici' di ogni risma e partito; e stazioni della metropolitana quasi finite, ma abbandonate all'azione dei vandali perché non più (o mai) in uso – e chissà quanti miliardi di denari pubblici sono stati versati in quei cantieri che avrebbero conosciuto uso migliore e migliore destinazione di 'spesa pubblica'.
E taccio l'esito, qui da noi, della mega-opera ingegneristica del terzo millennio che doveva salvarci dalle acque: il famigerato Mo.se. Che gli archeologi del futuro lo scoveranno interrato per l'afflusso incessante dei sedimenti del Po e si chiederanno che caxxo di roba era e a che cosa serviva tutto quel ferraccio e quelle 'paratie' e cassoni inutili che ci sono costati una fortuna in corruzioni e ruberie e 'stipendi' aggiuntivi per governatori, sindaci e varia genia di politici e funzionari infedeli.
Tutto ciò per dire che abbiamo allo s-governo della nazione un altro 'uomo della provvidenza' che sbraita in maniche di camicia nella sua personale 'convenscion' con l'arroganza e la pretensiosità di ognuno di quei dessi che hanno detto e promesso nel passato recente e recentissimo mari e monti all'Italia-paese-che-amo (berlusconi, il principe degli imbonitori, per dirne uno, lo ricordate?).
E ieri il ragazzotto rosso fiorentino ha dato il meglio di sé quanto a polemiche sul passato e gli uomini del passato e ci ha frustato, - a noi vecchietti che dell'i pad-tamagochi non sappiamo che farne e i tablets li usiamo come taglieri per le verdure - e ha giurato e spergiurato che ci stupirà 'con effetti speciali', e ci farà vedere i fuochi d'artificio della sua generazione-zero: precarietà ad alzo zero e nessun posto di lavoro fisso e salto della quaglia da un lavoro ad un altro - ammesso e non concesso che si capisca, nel futuro prossimo, cosa sia 'lavoro' e 'fare' operoso e in che modo verranno retribuiti, forse in bonus validi per comprare il prossimo i-pad, chissà.
Okkei, okkei. Tutti i vecchietti e i pensionati e gli intellettuali dei vecchi partiti rottamati si tolgano dal bordo delle transenne dei cantieri testé aperti dal Renzi e si trasferiscano sul bordo del fiume e aspettino con pazienza, sbocconcellando i loro panini stantii con dentro la mortadella rancida di due mesi nel frigo. E' dal bordo dei maestosi fiumi italici che si osserva meglio il passaggio dei cadaveri gonfi e lividi delle loro reboanti promesse.

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Se sia più nobile... (i dubbi dei professori)

 

Umano e disumano, il dibattito è aperto. Se sia più nobile l'additare le cifre dei rispettivi massacri per desumerne la 'disumanita' dell'uno e dell'altro fronte (come fanno i professori che scrivono su 'Il Manifesto') o scrollare le spalle e decidere che si tratta di questione di lana caprina e voltarsi dall'altra parte e lasciare che gli eventi bellici facciano il loro corso - considerato che si tratta di una ripresa dell'annoso conflitto e non ne caveremo un ragno dal buco nell'insistere con le lagne del 'poveri loro' (e poveri noi invischiati in tanta disumanità assassina che non sa trovare i bandoli che conducono ad una trattativa finale in modo da evitare di consegnare il conflitto alle prossime cento generazioni e ritrovarci con Hamas e l' Isis anche sugli insediamenti su Marte.)

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Questioni capitali.

 

Questioni capitali - 25 ottobre 2015

Si, lo so che tutti voi eravate in spasimante attesa delle determinazioni del Sinodo dei vescovi sulla famiglia e tremavate interiormente ed eravate in gravi ambasce per ciò che avrebbero deciso quei soloni buffamente vestiti in nero-viola in merito alla comunione per i divorziati.
Una questione di lana caprina che, confrontata con le chiese vuote e solo sparuti gruppi di anziani a fare presenza e dare testimonianza di una fede che residua nelle coscienze come un libro di cui si ricorda vagamente l'incipit e la trama e si impolvera e ingiallisce sugli scaffali, è come dire: 'non c'è più religione' - e la questione dei divorziati che chiedono a gran voce di tornare alla 'comunione' riguarda, forse, uno 'zero virgola' della popolazione e ci muove il sorriso.
E coerenza vorrebbe che ognuno aggiornasse anche questo capitolo della sua vita privata - dopo il fracasso delle lobbies gay che 'chi sono io per giudicare' e la misericordia spalmata come marmellata su ogni questione del vivere civile - e chi divorzia si mettesse l'anima in pace e registrasse i tempi nuovi del distacco e definitivo commiato tra la società laicizzata e le vecchie remore religiose buone solo per i musei e i raduni reducistici del 'come eravamo' e 'come sarebbe bello se...'.
E quello che stupisce e infastidisce del servaggio di stampa, e le televisioni tutte prone a un verbo vaticano quasi come alle balle quotidiane del Renzi/Berlusconi di turno, è che il 'sinodo dei vescovi' conquisti ancora le prime pagine e le aperture dei tigi. Sarà perché non c'era altro di meglio da gridare e sbattere in prima pagina, dal momento che le migrazioni sono entrate nel cono d'ombra delle stanche ripetizioni e dei numeri impazziti e delle tende bruciate davanti ai 'muri' che finalmente si erigono anche in Slovenia (in Italia no, ci mancherebbe: apriti cielo!), sia pure con colpevole ritardo?
E tutto questo parlare e offrire visibilità a senso unico alle supposte questioni religiose e ai vescovi fedeli alla Dottrina e ai papi misericordiosi che faticosamente mediano e tutto perdonano del Male e dei peccati del mondo continua a meravigliarci per la ridicola piaggeria giornalistica di cui si potrebbe finalmente fare a meno – in tempi in cui la politica si è sganciata dalle influenze vaticane (?) e la Dc è morta e sepolta e solo qualche suo zombie ancora circola nottetempo fuori dal Parlamento.
Perché, vedete, è come se sui giornali e sulle tivù dell'India comparissero, un giorno si e l'altro pure, le diverse e contrastanti interpretazioni dei sadhu e dei grassi sacerdoti dei templi su quanto è misericorde Ganesha dalla zanna spezzata e sul perché tiene la gamba levata in effige.
Gravi questioni filosofico-religiose che pure meritano attenzione - non foss'altro che per capire se gli induisti (gli islamici no; si pentano e si convertano ed espungano i maledetti terroristi dalle loro fila) entreranno in paradiso post mortem o se un tale orizzonte sia riservato solo ai cattolici non divorziati e alle famiglie tradizionali.

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