venerdì 30 maggio 2014

Gli stanchi dei e i novelli imperatori




E, come in un frullatore, si mescolano spezzoni e tocchettoni di notizie delle più varie – di questo mondo ‘rotto’ che non argina più, non contiene, bensì deborda, esporta, trasporta coi suoi barconi i migranti e le tragedie che non sappiamo più come farvi fronte e dare adeguata accoglienza – che già i nostri giovani si fanno migranti a loro volta e se ne vanno raminghi ed esuli in suol straniero.
E mi torna a mente quel che si leggeva sulle guide turistiche al tempo dei miei quattro viaggi in India: di un’anima indiana mite e gentile e, invero, sembravano davvero miti e servizievoli e in taluni casi perfino dolciastri quei tali, uomini e donne, ma qualcosa si è rotto anche in quel paese di dei-animali e di tozzi lingham spiritualmente rivolti in alto, dove starebbe Shiva colla sua Parvati e Vishnu e Durga, la dea-guerriera, simbolica potenza del femminile che oggi è svilita e stuprata e uccisa – e l’immagine delle due giovinette appese a un albero di mango testimonia l’abisso e la miseria di una amoralità indiana che ha dimenticato i suoi dei e i villaggi contadini della mitezza ghandiana.
E quando il frullo dei pensieri diversi prende in considerazione il Renzie italico, presto lo abbandona sconfortato perché è uno strano clima di carri trionfanti e novelli imperatori e archi di trionfo quelli che si disegnano nell’ascolto della radio e si leggono in Rete – neanche avessimo incontrato in questo scorcio di secolo nuovo un novello Temistocle capace di rinnovare i fasti della Grande Atene e invece è solo uno che ‘ci prova’ a dare qualche rispostina adeguata agli immensi problemi di un paese prostrato dalla crisi – e tu vedi chi si aggioga al carro del vincitore: perfino quella Confindustria i cui adepti si spellavano le mani quando il grande Imbonitore andava ai loro convegni e barzellettava da par suo e oggi, invece, il novello Principe fiorentino li snobba, loro e i sindacati dalle stanche orazioni e rivendicazioni, e tira dritto e vedremo come andrà a finire, chi vivrà vedrà e i cocci saranno i suoi. http://www.corriere.it/…/india-ennesima-violenza-branco…

lunedì 26 maggio 2014

Pedalare fa bene, pungolare è meglio

Pedalare fa bene, pungolare è meglio

Okkei, okkei, niente scossone. Tutti tranquilli e allineati dietro al nuovo padrone, il venditore di lingerie e bricioline in busta paga per far ripartire la crescita. Che sia un risultato storico è tutto da dimostrare, statistiche alla mano. Il 40 per cento lo raggiungeva anche la Dc, nei suoi momenti migliori – o sotto l'onda della paura dopo le bombe nelle banche e le stragi di Bologna e dell'Italicus e non è una cosa di cui dirsi fieri.
Un voto di stabilità, di 'responsabilità', lo dicono, di quella massa amorfa di 'moderati' che dopo la morte della 'balena bianca' ci regalarono berlusconi-lex luthor e i suoi mille processi per evasioni/corruzioni, e le sue puttane e i 'lettoni di putin' - e lo difesero a spada tratta e senza ritegno e senso della vergogna, ad onta dell'impresentabilità in Europa e nel mondo e del pecoreccio dei suoi comportamenti pubblici e privati e delle barzellette che erano la sua cifra stilistica e la sua malata 'italianità' distintiva.

In realtà un voto 'da paura' per la quantità di potere che consegna in mani sospette, mani capaci dei peggiori inciuci politici di vertice e mai capaci di vera 'risoluzione' dei problemi – e speriamo di essere smentiti e che la crescita riparta, invece, e i consumi e i redditi delle famiglie e delle imprese, e il lavoro ritorni per i giovani e per chi l'ha perso, cinquantenni inclusi.

Non è mai una buona cosa premiare troppo i vertici politici di un paese o di un governo perché tenderanno a sedersi sopra a quel loro risultato tranquillizzante. Per questo mi sono speso per Grillo e il suo sano e onesto pungolo a fare di più e meglio – e a restituire il maltolto del finanziamento ai partiti e della corruzione stellare delle 'grandi opere' e degli appalti.

Però così ha deciso il 'popolo sovrano' - sovrano per un giorno - e speriamo che, per una volta, una sola, si smentisca l'adagio che 'passata la festa gabbato è lu santu' perchè, giunti a quel punto, vi posterò una bella e solida bicicletta in primissimo piano e, sotto, la didascalia: 'L'avete voluta? Pedalate, cari, pedalate.' Pedalare fa bene.

lunedì 19 maggio 2014

Le caotiche frontiere di terra e di mare

Ho scoperto, con mio sommo sgomento, che l'attività di giardiniere è 'di destra'. Tutto quel potare e tagliar via 'ciò che risulta eccessivo' (G. Celaya) ed eliminare le piante parassite e il regolare la prodigiosa crescita del convolvolo a favore del gelsomino in fiore e la guerra contro il formicare incessante di migliaia di formiche - che cento ne stermini ed altrettanto si ripresentano all'appuntamento il giorno dopo provenienti da chissà dove, chissà dove.

E il combattere tutti i santi giorni i voraci afidi che si mangiano le tenere foglie appena apparse e l'accostargli le coccinelle (anch'esse di destra, autentiche formazioni paramilitari in divisa a pois) che se li mangiano di gusto e disinfestano in modo ecologico - tutto questo è maledettamente 'di destra' e legato a un'idea di 'ordine', di 'selezione della razza', di volontà di opporre un'idea regolatrice al dilagare del Caos. Che dalla sua ha l'arma di distruzione di massa della proliferazione incessante e il vento e gli uccelli che trasportano i semi da ogni dove - e ti ritrovi stranissime piante nei vasi germogliate chissà come, e le osservi crescere curioso fino al momento in cui decidi di estirparle 'perché non danno frutto', come suggerisce un apologo citato nei Vangeli.

E sarà di destra quella predicazione di Ghandi che, visitando gli slums di Calcutta e Bombay osannato dai suoi poveri, suggeriva loro - vanamente - di tornare ai villaggi dove vige la frugalità contadina e un piatto di riso lo rimedi ogni giorno - mentre in quegli slums orribili a vedersi si consumava violenza e criminalità assassina e nessuno si prendeva cura dei troppi miseri che morivano di fame per strada?

E, per tornare ai giardini (e alle rose che venivano amorosamente coltivate dagli aguzzini dei campi di concentramento, come si scoprì a Norimberga), sarà di destra anche l'ammirazione che proviamo per i giardini di Versailles e le altre regge europee che abbiamo visitato? Non sarà che tutto quell'ordine e le geometrie dell'arte topiaria e le fontane e le ninfe statuarie e gli Ercoli muscolosi e i putti al centro delle vasche nascondano un'idea di maledetto ordine avverso al proliferare del Caos?

'Ho coltivato l'idea della perfezione', confidava di recente un Eugenio Scalfari disilluso e reso saggio dall'età, 'ma mi sono dovuto arrendere al Caos trionfante e imperante.'
Anche i più lungimiranti semidei del pensiero ordinativo depongono le armi, ahinoi.

Che ne sarà di questa nostra Europa che ha saputo riordinare le sue città oppresse dalle macerie della guerra totale e si era brevemente illusa di andare incontro alle 'magnifiche sorti e progressive' di uno sviluppo economico ininterrotto e di governare al meglio il suo futuro? Saprà ritrovare se stessa e la sua Gioia, cantata a gole spiegate nell'inno di Schiller, anche nel disordine imperante e incessante delle sue frontiere di terra e di mare?

venerdì 16 maggio 2014

Ulteriori sviluppi

Mi sono convinto che è una questione di dna dei neuroni. Di pensarla in un modo piuttosto che in un altro, intendo.
Prendete la questione 'migranti'. I sostenitori delle opposte tesi non sono d'accordo neppure su un lessico comune. Gli uni parlano di 'invasione' e di numeri fuori controllo e accoglienza impossibile e costi insostenibili, gli altri di normali 'flussi migratori' e di 'porta dell'Europa' e 'dinamiche dell'accoglienza' - sempre possibile e auspicabile, a sentir loro, ad onta dei centri che scoppiano e la Charitas in grave affanno e che si rifiuta di intervenire in talune situazioni se non con l'ausilio della forza pubblica.
E i milioni di euro del costo dell'operazione 'Mare nostrum' diventano per questi ultimi 'quattro soldi' di cui vergognarsi a fronte dell'immenso dramma dei sette milioni di profughi siriani stipati nei campi giordani e turchi.
Parbleu! vien da chiosare. Chissà quante belle cose ne uscirebbero con quei quattro soldi per l'asfittica politica economica del presente governo -sempre alle prese con la quadratura dei conti del bilancio statale. Magari l'ampliamento della fascia di godimento degli ottanta euro promessi ad altre persone e famiglie in difficoltà e le imprese in affanno o la costruzione di nuove carceri – dato l'incombere della mega multa europea per l'inadempienza dell'Italia in merito. Chi ha più suggerimenti da offrire più ne dia; l'accoglienza, almeno in questo caso, è garantita.

E basterebbe osservare il fenomeno 'in uscita', invece che in entrata, per capire che torme di giovani neri senza lavoro e che esercitano impuniti il commercio illegale o le carceri che scoppiano per il troppo pieno di ospiti ivi migrati perché non han trovato di meglio da fare che delinquere sono l'evidenza di un'accoglienza lunare e folle di un paese tutto 'fuori misura' e privo di un alfabeto neuronico comune. E che, forse, è meglio pensare a forme di dissuasione e argini mediatici e chiari messaggi di 'non possumus' rivolti a quei migranti che 'le tentano tutte' ad onta dell'evidenza che non andranno a star meglio, se non in un piccolissimo numero di casi.

Quale sarà il numero di ingressi e approdi burrascosi che determinerà l'allarme finale e l'allineamento delle opposte opinioni in merito in un'evidenza di disordine sociale non più gestibile? I 600mila di Alfano o gli 800mila di quel funzionario chiamato a deporre e 'dare i dati' alla Commissione parlamentare preposta? Attendiamo i fatidici 'ulteriori sviluppi'.

sabato 3 maggio 2014

Figli di Prometeo

Un misero impasto di acqua e fango?
Era una lotta impari e l'hanno vinta. I semidei contro gli dei, intendo. I figli di Prometeo - dal fegato rosicchiato ad ogni nuova alba- che del fuoco hanno fatto buon uso e quel fuoco hanno contrapposto all'acqua che li ha annegati millenni fa - ed è sopravvissuta una sola famiglia, quella di Noah, che aveva gli stessi geni malefici degli annegati, ahinoi, e siamo punto e a capo.
E se hanno perso gli dei pagani, ha perso anche il solo e vero Dio biblico, relegato nei fantasiosi empirei di un Cielo che un astronauta russo burlone disse vuoto, dal chiuso nella sua navicella spaziale orbitante, - e i molti, i moltissimi figli di Adamo saranno l'Uno e l'umanità si farà divinità collettiva nel correre dei saecula saeculorum perché si è resa conto che può fare a meno delle suggestive leggende religiose e, una volta acquisita la necessaria dimestichezza con le leggi della meccanica quantistica e celeste, percorrerà il Cosmo, trascorrendo senza soluzione di continuità dal passato al futuro, e lo dominerà e stabilizzerà.
Così ci illude la scienza, moderna ancella delle antiche religioni e già oggi è possibile, con un opportuno software, ridare vita ai morti e creare degli avatar virtuali, raccogliendo quante più informazioni possibili egli (il caro estinto) ha lasciato in vita.
Ed è vero che 'ci sono più cose in Cielo e in Terra' di quante ne possiamo immaginare, ma siamo solo ai Primordi, alla Preistoria dell'Uomo e relativi Miti fondativi.
Dateci il Tempo necessario e vi faremo vedere noi di che pasta siam fatti. Altro che un misero impasto di acqua e fango!