sabato 28 aprile 2018

Vox populi vox dei


Pare che la partita a poker e il gioco spudorato del 'vedo' e 'passo' di Luigi di Maio paghi in termini di consenso elettorale – e le proiezioni dei sondaggisti gli accreditano un +2 sul già clamoroso 32 ottenuto alle ultime elezioni. Percentuali da democrazia cristiana d'antan o da partito comunista italiano subito dopo i funerali dell'amatissimo E. Berlinguer.
Ma, a differenza della D.C. Di cui bissa i fasti, il M5Stelle non riesce nel gioco delle tre carte delle aggregazioni di governo: tripartito o pentapartito o monocolore con sostegno esterno del psdi o del psi e dei repubblicani del La Malfa buonanima, ricordate? Si stava meglio quando si stava peggio.
E la ragione è che la società italiana nel suo complesso si è corrotta e incattivita – e non funzionano più le mediazioni culturali del cattolicesimo in politica e la botta grossa è venuta dall'economia globalizzata che ha innescato la più lunga crisi economica dal dopoguerra in avanti; e l'aggiunta drammatica del cacio sugli scarsi maccheroni dei 'migranti' africani e medio orientali: spacciati quali 'risorse' e che ci pagherebbero le pensioni – secondo il verbo evangelico-renziano di Tito Boeri, gran maestro di fake new pensionistiche di s-governo.
La verità è che, se quei dati non sono palesemente menzogneri e truccati ad arte al fine di illudere i gonzi italici sulla sostenibilità del gigantesco assalto alle nostre coste e ai conti economici dello Stato, l'inserimento nel tessuto economico della maggioranza dei migranti avviene in un lasso di tempo calcolato dai professori nelle università di dieci e passa anni – ma in in quei dieci e passa anni si consumano tutte le tragedie sociali e i conflitti di un assistenzialismo anomalo rivolto ai nuovi arrivati e sottratto pro quota agli aventi diritto storici, con destrezza di tagli e 'rimodulazioni della spesa sanitaria' che penalizzano gli indigenti stanziali e intasano il pronto soccorso dei nostri ospedali. Leggetevi le cronache relative degli ultimi dieci anni per averne conferma.
E il gioco delle tre carte e dei due forni del giocatore di poker Di Maio ha messo la sordina a tanta questione che ha determinato, invece, la risposta elettorale fortissima degli elettori del nord Italia.
E ci sarebbe da ridere se – dopo le calende greche della direzione del pd e l'annunciata consultazione della base in rivolta – si potesse assistere alla redazione del famigerato 'contratto di s-governo' dentro al quale il pd vuole cacciare a forza l'indigeribile 'ius soli' e Renzi agli Esteri o all'Economia, aiuto!
Chi vivrà vedrà. Non c'è fretta. Lasciamoli giocare il miserando poker della politica politicata e, intanto, meditiamo, noi elettori del nord Italia, sul come riposizionarci, in autunno, alle prossime elezioni.
Vox populi vox dei e già oggi si vota in Friuli.

In alto i cuori

E' andata, ce l'ho fatta per la quarta volta, alleluia. Nella mia personale battaglia contro gli Acciacchi, formidabili combattenti assassini figli di Crono e di Senilità, - a loro volta figli di Urano e di Gaia -, ho riportato l'ennesima estenuante vittoria.
Emulo dell'ultimo degli Orazi, sopravvissuto al duello, ho distanziato i fratelli Curiazi nella disastrosa corsa contro il tempo e, uno dopo l'altro, ho steso gli Acciacchi, claudicanti fratelli assassini inseguitori, sia resa lode agli dei.
E tutto, nell'alba luminosa che segue alla vittoria, sembra nuovo e purificato e primavera nuova e silente nel pulsare sotterraneo di nuova vita. E perfino le notizie del governo-si, governo-no, governo-chissà quando e se, sembrano noioso scroscio di un ruscelletto di monte che scorre tra le erbe e i sassi silvani - e un salutare chissenefrega sgorga dal cuore indirizzato all'inquilino del Quirinale, che ci costa un patrimonio e al quale indichiamo quale esempio illustre di presidente della repubblica da imitare 'Pepe' Mujica, ex dell'Uruguay, che riceveva gli ospiti e gli aspiranti premier in camicia fuori dai pantaloni nell'aia del suo cortile di casa.
E, nel perenne affanno nostro di sommersi e di salvati, mi reputo graziato dalla dea Igea e felice di ogni cosa semplice del nostro vivere sul pianeta Terra, sia resa lode agli dei e 'in alto i cuori!'
Secondo la versione riportata da Tito Livio (Hist. I, 24-25), durante il regno di Tullo Ostilio (VII secolo a.C.) Roma ed Albalonga entrarono in guerra, affrontandosi con gli eserciti schierati lungo le Fossae Cluiliae (sull'attuale…
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martedì 24 aprile 2018

Faticose liberazioni

Non siamo ancora nella fase in cui si sviscera un eventuale, laboriosissimo accordo di governo e gli incarichi conseguenti, bensì in quella della sua eviscerazione rituale – come facevano gli antichi che nelle viscere dell'animale sacrificato divinavano gli eventi futuri.
E il futuro governo non è dato, ma solo una disponibilità di quel Martina, reggente parvenu, che sembra rappresentare solo se stesso e una timida pattuglia di non renziani (ciò che non siamo, ciò che non vogliamo) talmente arditi da ipotizzare che i 5 Stelle, quegli stessi che gli vomitavano insulti sanguinosi e li accusavano, prima delle elezioni, di ogni nefandezza politica, oggi possano essere i compari di un accordo di s-governo più o meno uguale a quello decaduto con ignominia.
E non si capisce con che animo e faccia di tolla possano i 5 Stelle far digerire alla loro base una schifezza così palese: di mettere in piedi uno s-governo fragile fragile e soggetto a tutti i venti di tempesta della guerra partigiana in corso dentro il pd ferito e trincerato al Senato - coi maggiorenti di Renzi ivi gallonati per una guerra di posizione e di trincea all'arma bianca.
Ma non doveva essere un 25 aprile di 'Liberazione'?

domenica 22 aprile 2018

L'altro ieri accadeva

I Montagnardi e i Giacobini di sempre.
Viviamo tempi rivoluzionari, non vi sembri esagerato. Provate a immaginarvi registi di un film sulla rivoluzione francese e 'mettete in scena' quella fibrillazione politica che, fuori e dentro le sale della Convenzione Nazionale e dell'Assemblea legislativa di Parigi, vide comporsi e scomporsi, come cellule metastatiche impazzite, i rassemblements di centro e di sinistra e di sinistra estrema: i Montagnardi, e i Giacobini avversi ai Cordiglieri e ai Foglianti. E, ad ogni riunione di quegli anni di fervore e febbre politica altissima, qualche testa tentennava, timorosa del prossimo distacco dal corpo (era d'uso salutarsi, tra quei dessi, 'à la guillotine' : abbassando la testa di scatto, il corpo eretto, mimando lo stacco fatale della lama).
E, non ridete, quei tali rivoluzionari prendevano nome (Cordiglieri e Giacobini) dai conventi francescano e domenicano dove si riunivano i capi dei club, i ben noti Hèbert, Desmoulins, Danton, Marat, Robespierre.
I conventi, vedi caso, già da allora condizionavano in qualche modo la vita pubblica e privata – e 'dietro al convento delle Cappucine' ci si dava appuntamento per i duelli risolutori delle onorevoli contese.
Trasferite ora il set cinematografico a Roma e ridate anima e corpo ai 'rivoluzionari' cinque stelle (si parva licet) che, fuori da Montecitorio, hanno inneggiato alla rivoluzione contro 'la casta' e 'il vecchio' della cattiva politica nazionale – e non hanno applaudito il faticoso discorso alla nazione di 're Giorgio' a Camere riunite.
E mettete in canovaccio i furibondi conciliaboli e le risse e ' vaffa' reciproci lanciati dai vari Foglianti e Girondini interni al partito democratico - che sta per spaccarsi definitivamente di fronte alla fiducia da dare o non dare a un governo indigesto e indigeribile qual'è quello che si cucina nelle ovattate stanze del Quirinale.
Perché - è Storia, ahinoi! - è sempre a sinistra che 'va a parare' la crisi di un paese e i suoi sussulti 'rivoluzionari'. E' sempre la generosa e imbelle sinistra di ogni tempo e paese la camera di compensazione di ogni disastro politico e istituzionale iniziato e causato dalla 'destra', - da noi, la destra del barabba di s-governo, la destra fracassona e volgare e becera dei 'no taxes' evasori impuniti, la destra secessionista degli artigiani/piccoli imprenditori eredi delle 'jacqueries' del contadino francese Jacques.
E la cosa triste della nostra avvilente e squallida postmodernità politica e sociale è che manca sulla scena, consigliere del regista, un monsieur De Guillotin che ci fornisca lo strumento principe dei castighi riservati alla 'malapolitica' dei felloni e traditori e malnati e de 'la casta'. Lo 'zac' secco e definitivo della pesante lama che stacca le teste dai corpi.
E, senza quello strumento decisivo, ritrovarsi tra i piedi il berlusconi anti giudici e processi quale 'vincitore' della orrida partita a scacchi che si è giocata sulla testa del paese - e che ha visto la sinistra a pezzi, ancora una volta! - è naturale e tristissima conseguenza.

sabato 21 aprile 2018

Ieri accadeva. Ri-accadrà?

I 'morituri' che siamo e che vogliamo. 21 aprile 2017
Chissà se l'attentato di ieri sera, in una Parigi sempre più deserta di turisti e di 'bon viveurs', avrà come effetto un due o tre per cento di voti in più verso il candidato Marine Le Pen.
E' probabile ma, se avverrà, l'effetto emotivo e rabbioso durerà 'l'espace d'un matin' perché già al ballottaggio, solo quindici giorni dopo, la grande coalizione degli sconfitti impedirà che si compia ciò che non sarebbe male si compisse: l'ingresso all'Eliseo di un uomo (in questo caso una donna) forte, fortissima nelle sue determinazioni a fare terra bruciata intorno ai killers e ai loro complici e a scovare i troppi covi e le tane e le moschee delle predicazioni dell'odio delle 'serpi in seno' velenose cresciute nelle enclaves delle banlieues parigine e belghe – quei natural born killers, assassini di seconda o terza generazione di immigrati islamici, che tuttora qualche infiammato e rintronato buonista si ostina a indicare quali 'francesi' o 'belgi', giusto per attenuare l'impatto devastante che hanno presso l'opinione pubblica quei loro nomi arabi che ne denunciano l'affiliazione familiare e religiosa e il loro essere dei maledetti rinnegati del paese che li ha accolti e invano ha provato ad integrarli e dirli veri cittadini francesi o belgi.
Ed è questo quadro di facile predizione di impotenza e 'dejà vu' che sgomenta e ci dice 'morituri' di una guerra per bande sedicenti religiose - e siamo tutti vittime designate e facilmente sgozzabili e abbattibili sugli altari dell'odio islamista radicale sull'orizzonte di un futuro prossimo.
E la varietà dei nostri 'modi di morire' che ci si disegna di fronte va dai coltelli del singolo imbecille, sedicente 'combattente' e, in realtà, miserabile assassino di vittime inermi, che ti pugnala in un autobus o nei treni della metropolitana, alla tabula rasa e scempio dei corpi dei tir lanciati sulla folla a folle velocità, per finire coi colpi di kalashnikov nei teatri o nei supermercati o negli aeroporti nelle ore di punta.
Una 'guerra' vigliacca e stupida che ci hanno dichiarato quei folli figli di immigrati di seconda o terza generazione alla quale contrapponiamo le blande misure di sicurezza e di 'ordine pubblico' che non dissuadono nessuno di quegli assassini rinnegati dal demordere e rinunciare ai loro progetti di morte e stragi.
E solo il miracolo di una ferma determinazione a cambiare le politiche immigratorie e di ordine pubblico e misure di integrazione 'prendere o lasciare' prossime venture potrebbero salvare qualcuna delle vittime annunciate dei prossimi giorni e mesi e anni, ma gli stolti e ostinati buonisti continueranno a recitare le geremiadi dei loro pelosi distinguo e le demonizzazioni verso i candidati che dicono 'populisti' - e toccherà accettare l'infame sorte di morire inermi e buonisti per omnia saecula saeculorum, maledendo l'imbecillità di quei peggior ciechi che non vogliono vedere.

giovedì 19 aprile 2018

Bianconigli e prestidigitatori

Girano un sacco di stupidaggini (chiamatele, se volete, 'fake news' secondo la vulgata corrente di questo scorcio di secolo infame) intorno alla questione del governo si-governo no, governo a infornata doppia, questo o quello per me pari sono, e i veti e gli inviti disattesi e le 'esplorazioni' tanto ridicole quanto inutili volute dal regista del minuetto istituzionale Mattarella.
Che un qualsiasi cittadino di media intelligenza e mediamente informato capisce al volo che lo sbaglio sta nella tripolarità del caso italiano e occorre porvi rimedio al più presto – e le elezioni del Friuli e delle Marche saranno presto indicative dello stato d'animo dell'elettorato nazionale e, giustamente, gli uomini del pd le temono come il diavolo l'acqua santa e le esorcizzano apertamente, rimproverando all'unico attore sensato di questa buffa partita a poker di tirare a campare in attesa dell'unico e decisivo verdetto che, come ha detto il Salvini qualche giorno fa, 'Domenica sera il governo si farà in quattro e quattr'otto'.
E vien da ridere nell'ascoltare il Gentiloni, anatra zoppa del tirare a campare nella gestione ordinaria post voto, affermare pomposamente che l'Italia non si può permettere di restare senza un governo – chi siamo noi in Europa per pretendere di dire qualcosa di più di un due di briscola nella politica internazionale?
Sei mesi ci hanno messo in Germania per un accordo di governo bipartisan e la Spagna ha anch'essa passato il suo semestre di passione senza governo e le economie dei due paesi, curiosamente, hanno funzionato alla perfezione anche in assenza di un governo in carica, perciò fatela finita con le geremiadi e le lamentazioni perpetue.
Quando le cose saranno mature il coniglio uscirà dal cappello del prestidigitatore con le orecchie all'insù e se non sarà seren si rasserenerà nelle urne d'autunno con un più pulito quadro bipolare, magari.
Chi vivrà vedrà.
 

mercoledì 18 aprile 2018

Le urne d'autunno

Le urne d'autunno
In alcuni giorni dell'anno è più evidente che mai il dispiegarsi degli effetti caotici dell'entropia che ci s-governa e manda letteralmente 'a puttane' ogni nostro sogno e illusione di buono e diverso governo delle cose e degli umani accadimenti.
Tra ieri e oggi, infatti, il picco di demenza latente e diffusa che ristagnava come una nebbia padana tra i partiti che invano ricercano un accordo di governo è arrivato al suo diapason e stamattina i telegiornali e le prime pagine dei giornali danno conto del marasma post elettorale di ognuno e tutti e fanno risaltare l'unica verità - prevedibilissima e da me prevista fin dall'inizio – ed è quella della necessità di tornare alle urne al più presto e smetterla con gli inutili minuetti istituzionali dei 'mandati esplorativi' affidati a signori/e nessuno.
E la chiusura di uno dei due forni a cui si è rivolto stupidamente Di Maio – improbabile candidato alla presidenza del consiglio dei ministri- la decreteranno gli elettori ri posizionandosi con maggiore ratio a destra o a sinistra e sgretolando il miracoloso 32 per cento di un Movimento 5 Stelle velleitario e impossibilitato ad esprimere un disegno di governo del paese perché composto cinquanta e cinquanta da gente scontenta dell'agire di destra e di sinistra dei partiti tradizionali.
E già le regionali di domenica prossima nelle Marche e in Friuli daranno indicazioni chiare in queste senso, chi vivrà vedrà.
E forse non è un caso che, in finale di lettura delle prime pagine dei giornali, sia andato in onda uno spot pubblicitario di pannoloni senili da cambiare perché già troppo imbevuti delle umane perdite di liquidi – metafora perfetta della necessità di tornare a una geometrica pulizia bipolare nelle urne di autunno e relegare nel cono d'ombra della Storia il disturbo di un 'terzo incomodo' che ha preteso di tutto cambiare infornando a destra e a manca, secondo gli umori mattutini.
In autunno si ri-cambia, Mattarella se ne faccia una ragione.

venerdì 13 aprile 2018

Che Dio ci aiuti

Missione fallita. Il soldato Macron è caduto sul campo del disonore – e a nulla sono valsi i tentativi di dissuaderlo dall'insania del partecipare all'azione militare avvenuta stanotte sopra il mare Mediterraneo, mare di tragedie plurime, inclusa quest'ultima che gli storici descriveranno ai bis nipoti quale miccia e causa scatenante della terza guerra mondiale.
E cade anche il mito fragile della mia generazione che 'non aveva conosciuto la guerra', ma che, dai missili russi impiantati a Cuba e la drammatica confrontation nucleare dei 'favolosi Sixties' tra Russia e America e fino allo sbriciolarsi delle Torri Gemelle, nel settembre 2001, in visione diretta mondiale, ne aveva paventato lo scatenamento.
Ed oggi, di questa guerra annunciata e dichiarata alla Russia di Putin con una salva di cento e più missili, avvertiamo fisicamente l'orrore - e misuriamo con occhi attoniti il ping pong delle attribuzioni di responsabilità, e ci auguriamo che sia vero ciò che affermano Teresa May e i portavoce televisivi e radiofonici del soldato Macron perché, se quelle armi chimiche davvero esistevano e sono state distrutte, l'intervento militare sarà stato per una buona causa di rispetto delle norme e dei trattati internazionali sottoscritti seppure è foriero dei tragicissimi eventi successivi che osserveremo nelle prossime ore e giorni e mesi.
Perché ci sarà risposta, lo hanno annunciato gli ambasciatori e il primo ministro russi e a quella risposta russa seguirà una contro risposta di maggior peso militare della Nato insensatamente 'dissuasiva', ma quando si innesca una tale escalation di riposte militari sempre maggiori l'abisso nucleare si spalanca sotto le nostre gambe e siamo tutti coinvolti, civili inclusi. Che Dio ci aiuti.

giovedì 12 aprile 2018

C.... nostri


Tanto va la gatta al lardo che alla fine ci scappa il missilino di risposta armata dei russi, si potrebbe dire con un filo di cinismo. 'S'ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo, d'ambo i lati calpesto rimbomba' una sequenza di lanci dalle contrapposte portaerei e sottomarini nucleari. E una quantità di F24 e Sukoi di ultima generazione a volteggiare impazziti sul cielo della Siria. Questo lo scenario di guerra che si prepara.
E che la Russia non sia disposta a 'mettersela via' un'altra volta per togliere le castagne dal fuoco di un Occidente privo di una qualsivoglia limpida strategia sui fronti di guerra in Medio Oriente e che si inventa una 'pistola fumante' di un attacco chimico non comprovato né documentato con sufficiente e credibile testimonianza e prove provate non partigiane è dichiarato dal primo ministro russo e dal neo presidente pluri eletto Valdimir Putin. E 'ne vedremo delle belle' e, finalmente, si vedrà quali armamenti di ultimissima generazione e 'intelligenti' possiedono le due parti in guerra e se le cose si ingarbugliano e si avvitano forse ci scapperà un'atomica tattica e chissà che altro – non poniamo limiti alla provvidenza bellica, per carità.
Quando si fa sul serio si fa sul serio ed è dai tempi della 'confrontation' Stati Uniti e U.r.s.s. sulla vexata questio dei missili russi impiantati a Cuba che non si vedeva un tal bello spettacolo capace di farci stare col fiato sospeso e i fans di una parte e dell'altra a fare la ola e salve di applausi ad ogni azione militare azzeccata da parte dei loro campioni sul teatro di guerra.
Chi vivrà vedrà e saran c.... nostri, in ogni caso.
Timori di raid, si svuotano i cieli nel Mediterraneo orientale. Lo spazio aereo potrebbe subire un blackout radio in corrispondenza dell’azione militare. Salvini: «L’Italia si…
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mercoledì 11 aprile 2018

Ad maiora.

Anche i giocattoli più amati si rompono, prima o poi. Specie se se ne fa un uso improprio, tipo: sbatterlo con forza contro il muro o lanciarlo per dispetto in testa alla sorellina che pretende di giocarci. Ma se ne è fatto un uso improprio del giocattolo-facebook? E' quello che intende appurare la commissione del Senato americano che ha convocato Zuckenberg per chiedergli conto delle supposte transizioni di milioni di suoi profili ad altre società - i cui scopi di propaganda elettorale piacciono poco o punto ai membri del partito democratico che si inventano di tutto pur di affossare l'orribile orco politico Donald Trump che li ha umiliati alle elezioni ultime scorse.
Dubito che il giochetto gli riesca, ai democratici, che usano dei pretesi hacker russi e dei cattivoni di Cambridge Analytica come di una clava – e sono disposti a giocarsi le carte di una censura preventiva e mordacchia agli utenti di facebook più attivi politicamente pur di recuperare un dubbio consenso.
Credo che il media facebook sia più potente e resistente della volontà politica degli attuali trombati alle elezioni che levano alti lai contro le pretese 'fake news' che distorcerebbero l'informazione, a sentir loro, - e dimenticano di dirci e ricordarci che l'informazione degli anni prima di facebook non era meno infarcita di notizie false e tendenziose atte a falsare il quadro politico e influenzare gli elettori pro domo loro.
E ancora non mi è chiaro come un hacker russo o uno di Cambridge Analytica possa aver influenzato il mio voto o quello di altri elettori (quello delle suore non so) – qualsiasi sia il sistema che hanno usato (fake new?) per rifilarci le ingannevoli notizie e/o la propaganda elettorale populista.
Siamo uomini o caporali di giornata? O 'cretini alle urne'? Ecchè, non sappiamo più distinguere il grano dal loglio e siamo così psicolabili da non saper resistere al canto stonato delle sirene russe e/o di Cambridge?
Auguriamoci che gli avvocati valenti che aveva con sé Zuckenberg nel corso della sua audizione lo abbiano consigliato accortamente di rispondere a tono – con buone e sensate argomentazioni che gli evitino di 'buttare via il bambino con l'acqua sporca' e di mantenere la creatura in vita e salute per i decenni a venire perché è un ottimo strumento di informazione e divulgazione e, alla fin fine, se non vi piace ciò che scrivo basterà che non lo leggiate – come già fate in parecchi, amici e parenti compresi, - ed ecco magicamente risolta l'equazione: libertà e diritto di dire la propria opinione.
Per tutti, com'è nel senso più fecondo e innovativo dell'uso di Internet - compresi quelli di Cambridge Analytica e gli hacker russi: liberi di fare campagna elettorale come d'altronde fanno e hanno fatto i democratici americani e quelli del pd, da noi in Italia, poi trombati alle elezioni.
Ad maiora e in alto i cuori. Sono rivolti al futuro.

sabato 7 aprile 2018

Resurrezioni ed investigazioni

Quei semidei immortali che ci piace immaginare - 08 aprile 2015
E non si contano i libri di 'inchiesta' su quello strano profeta d'amore e di speranza di riscatto universale e 'salvezza' che chiamiamo Gesù, che Dio lo abbia in Gloria. Libri che perseguono il vano scopo di chiarire se davvero c'è stata 'resurrezione' – con tutto l'ambaradan di conseguenze metafisiche e religiose e sociali che una tale enormità seco trascina – e converrete che non è facile dire vera un'ascensione al Cielo che contrasta con tutte le leggi della fisica dimostrate e dimostrabili.
E l'alternativa sola e credibile e verosimile agli occhi degli inquirenti era un puro e semplice trafugamento di cadavere – il più geniale crimine e gravido di conseguenze storiche che si registri nella storia dell'umanità perché ha dato alimento al mistero. E neanche gli archeologi futuri ci diranno la verità, seppure si scoprisse lo scheletro di un palestinese databile all'anno zero con ferite uguali a quelle del 'crocefisso', - considerato che le crocifissioni erano all'ordine del giorno sotto il tallone dei Romani e una quantità di sedicenti profeti e rivoltosi e ladroni tout court infestavano quei territori marginali dell'Impero.
Ed è gloria e immenso prodigio degli apostoli e martiri seguaci che hanno dato impulso straordinario al 'cristianesimo' delle origini e all'impresa titanica di farlo diventare forza propulsiva della storia europea e occidentale nei secoli a venire quello di aver predicato e detto 'verità di fede' l'ascensione al cielo del profeta crocefisso con tutto il suo corpo vivente risanato - e chissà se avrà superato la stratosfera e in quale pianeta o diversa galassia avrà stabilito il suo Regno; se lo chiese per primo Gagarin sorvolando la Terra dentro una capsula spaziale e tutto intorno a lui era solo un mare di stelle e materia oscura e raggi gamma e buchi neri: niente di paragonabile al Paradiso della leggenda religiosa, tutto luce canti angelici e fitto di santi e beati.
Ma per chi è interessato al probabile finale di questa storia e alla verosimiglianza degli eventi straordinari predicati e predetti dagli uomini di Fede e Dottrina consiglio la lettura del bel libro: 'La Fisica dell'Immortalità' di Frank J. Tipler – un 'cosmologo' un tempo ateo che si prova nell'immane impresa di dare seguito scientifico a tutti i nostri sogni di vita dopo la morte e interpretazione scientifica perfino delle più strane e controverse leggende religiose quali la Resurrezione, appunto.
'Buona lettura.', direbbe un mio amico di penna che si divertiva un mondo a mostrare quanto sia strano e 'misterioso' il mondo in cui viviamo e quanto siamo pervicaci, noi semidei terrestri, nel dirci e sognarci 'immortali'.
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venerdì 6 aprile 2018

Le urne dei forti e la I.A.

Ascoltavo con attenzione le frasi di circostanza e quelle rituali del prete dall’altare, stamattina, nel corso di un funerale, – l’ennesimo che colpisce la ‘gente del tango’, così come tutte le altre ‘erbe del prato’ pareggiate dalla parca assassina incaricata di dare spazio alle generazioni nuove e vigorosa ricrescita al prato dell’umanità futura.
Non c’è migliore rituale di quello cattolico romano, rodato da millenni e celebrato all’interno delle meravigliose chiese, per dare conforto e consolazione ai funerali – recita una felice battuta di una protagonista delle ‘Desperate housewiwes’ – ed è davvero così perché il costante riferimento ad altro paesaggio ‘aldilà’ dove ritrovarsi e sorridersi di bel nuovo dopo la morte e la bontà del Dio di riferimento e la sua attitudine al perdono generalizzato dei peccatori e alla misericordia ‘erga omnes’ leniscono efficacemente il dolore del commiato.
E tuttavia mi stupisco ogni volta per la vetustà del rito e per il suo ancoraggio nel passato millenario del messaggio cristiano quando, in realtà, tutto, davanti a noi, è mutato e muta con una rapidità che ci sconcerta e ci predice che quel messaggio scomparirà del pari – pensate alla mutazione epocale della curva demografica di una Europa che proietta i nostri ospiti islamici in testa alle classifiche da qui a un trentennio; e sarà la ritualità della loro religione a rendere obsoleta e presto dimenticata la nostra, riti di consolazione inclusi.
E la tecnologia ci insidia dappresso del pari e : ‘L’intelligenza si sta separando dalla coscienza, avvertono alcuni degli analisti del futuro post-umano come Harari; e, una volta liberata dalla coscienza, l’intelligenza sviluppa una velocità vertiginosa. Quella dei post-umani immaginati nei templi dello ‘human+’ come Google e dei suoi sacerdoti come Ray Kurwell.’ (l’Espresso del 1 aprile 2018 – ‘Se l’uomo si fa Dio’).
E, con grande ritardo culturale, arriviamo a renderci conto finalmente che : (…) ‘Solo un dio ci può salvare’ (M.Heidegger) E forse nemmeno di quel dio c’è più la necessità, dato che saremo noi stessi come specie, o una parte di noi, potenziati da dispositivi frutto della santa alleanza tra bioingegneria e informatica, a trasformarci in ‘Homo Deus’, come ha suggerito lo storico del futuro Yuval Noah Harari (articolo citato).’
Ed è dibattito e ‘avviso ai naviganti’ che correva tra le righe di libri e riviste specializzate da decenni – e io stesso ne ho dato conto, negli anni scorsi, citando ripetutamente, nei miei articoli, il bel libro ‘La fisica dell’immortalità’ di F.J. Tipler, che proietta i miti delle religioni nell’unica sfera possibile (e credibile) futura della scienza umana, ma oggi è una corsa contro il tempo.
Il tempo fisico delle nuove scoperte scientifiche e le conseguenti applicazioni tecnologiche e la lentezza da bradipo della coscienza e intelligenza umana destinata alla rottamazione e sostituzione con una sempre più inquietante I.A. – l’intelligenza artificiale applicata alla computeristica e alla robotica.
‘Ma forse è inutile preoccuparsi di un futuro post-umano alla Onfray, se dovesse realizzarsi la situazione in cui, per la parola ‘umano’, non ci sarebbe semplicemente più posto, con o senza prefisso. Lo ipotizza il filosofo N. Bostrom (fautore del potenziamento umano e studioso dell’intelligenza artificiale tra i più accreditati) nel suo ultimo saggio ‘Superintelligenza’: ‘(…) quando la I.A. supererà quella umana potrebbe sterminare l’umanità intera.’ (articolo citato)
I riti arcaici dei funerali come disperato ancoraggio e anticamera di quella cancellazione e totale oblio? E si insegnerà ancora nelle scuole il bel distico funerario del Foscolo: ‘A egregie cose il forte animo accendono le urne dei forti, oh Pindemonte?’ Ai posteri l’ardua sentenza.

mercoledì 4 aprile 2018

Minuetti

Siamo il paese dei minuetti istituzionali, delle rituali visite al Quirinale per dire al signor presidente che non c'è trippa per gatti, non ci sono i numeri per fare nessun tipo di governo perché chi lo fa con chi deve poi rispondere ai suoi elettori delle sue scelte sbagliate. Non si può convincere il diavolo a intingere nell'acquasantiera e la flat tax non va a braccetto con lo ius soli.
Ma tant'é: l'ovvio del non avere nulla da dirsi, nel minuetto, è nascosto dagli inchini e dalle giravolte e dopo un incontro si guarda altrove – altro giro altra corsa, abbiate pazienza la meta è lontana, si rivoterà a giugno, ma bisogna dare l'impressione al popolo bove che ce l'abbiamo messa tutta e abbiamo provato tutte le combinazioni: dc, pci, pli pri, psdi, msi, pentapartito e appoggio esterno col petardo in mano nascosto dietro la schiena. Si stava meglio quando si stava peggio?
 

Il mondo sulle spalle di Atlante

E se a Bardonecchia gli agenti francesi fanno le ispezioni e gli esami delle urine a un immigrato in odore di droga che noi non facciamo – e dentro la sede di una o.n.g. comandata dal ministero dell'interno a fare le gentili cose e giostrare i minuetti della politica buonista comandata ai prefetti dal governo centrale, non sarà un incentivo concesso a Netanyau per spedirci folle, a migliaia, di migranti economici perché nella discarica occidentale del : 'Venghino, venghino: c'è posto per tutti' e : 'Tutti a bordo dei barconi primaverili, si riparte!' sanno meglio trattare i rifiuti speciali conferiti da paesi che del melting pot non sanno proprio che farsene - e già convivere tra arabi israeliani e palestinesi frontalieri è impresa di Sisifo e fardello di Atlante a cui tremano le gambe per il gran peso del mondo rotto globale caricato sulle spalle?
L'immagine può contenere: cielo e spazio all'aperto

martedì 3 aprile 2018

Il dubbio di 'pasquetta'

Il dubbio è malandrino. Non sarà che quella storia lontana 2018 anni fa di resurrezioni e assunzioni in cielo risenta della temperie culturale dell'epoca in cui è stata scritta e rifilata agli ingenui credenti di allora – capaci di dar credito agli apostoli in diaspora e 'profughi' ante litteram, ma, di lì a qualche secolo dopo, creduloni e seguaci perfino di quel Maometto i cui nefasti storici e coranici scontiamo ancora oggi con i 'radicalizzati sul web' rinnegati occidentali che si ispirano alle sure malamente intese ed interpretate?
Già, perché, nei secoli lontani in cui era possibile credere all'inganno del racconto biblico del sole che veniva fermato nella sua corsa intorno alla Terra dal gesto imperioso di Giosuè combattente a Gabaon, l'idea che qualcuno di speciale risorgesse dal suo sepolcro con il corpo tornato caldo e si innalzasse verso il Cielo incurante delle leggi della gravità e diretto chissà dove, oltre la stratosfera nel vuoto cosmico, poteva anche starci – e ci volle del bello e del buono per arrivare alle verità scientifiche di Copernico e all'osservazione telescopica del nostro Galileo intimato di ritrattazione e abiura.
E la cosa strana, in verità, è che quelle buffe credenze e leggende millenarie vengano tuttora riproposte, nel corso delle messe di Pasqua e durante i funerali, quali verità di fede e dai pulpiti in festa grande si cita il santo Paolo caduto da cavallo che affermava nelle sue lettere che: 'Se non credete alla resurrezione del Cristo il vostro credo è vano'.
E perdura anche, in quei tali ambiti e chiese la 'verità di fede' del mito della nascita di Cristo dal ventre di una Vergine, ma, si sa, il pacchetto è quello e non si discute, dopo tanti litigiosi concilii ed eresie combattute e vinte. Prendere o lasciare - e chi lascia è fuori e niente paradiso.
Che angoscioso dilemma per i morituri ansiosi di vita eterna, mannaggia.
Copernico e Galilei: riassunto sulle teoria copernicana e galileiana. appunti di Filosofia
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