Potevamo risparmiarcelo questo costo -umano e di pubblici denari- delle orribili e invasive file di cartelloni elettorali che, letti in sequenza visuale, hanno il sapore delle cose insensate, stupide.
E il silenzio elettorale di queste ore lo respiriamo a pieni polmoni e indirizziamo un corale 'vaffa' alla quasi totalità dei contendenti che buggerano la pubblica fede.
E c'è un tale, uno che 'ci mette la faccia' e anche il cognome (Speranzon) che sembra un bravo ragazzone, di saldi principi e buona educazione e promette di rappresentare al meglio il suo territorio (il Veneto); ma che ci azzeccano i buoni principi e una sana educazione civica con quella confraternita di miserabili destri estremi che si firmano 'fratelli d'Italia', che strizzano l'occhiolino al fascismo 'che ha fatto anche cose buone' – e vorrei vedere che non le avesse fatte con quel che ci è costata in termini di morti ammazzati e distruzioni e bombardamenti delle città la megalomania idiota del dux de noantri.
E c'è l'Ingroia dalla faccia pulita, che era meglio se se ne stava in Guatemala invece di ingrossare le fila di coloro che andranno a saturare le onde radio e i telegiornali di dichiarazioni di intenti post elettorali destinate a disilludere il popolo sovrano e un filino bove.
E un altro ancora, in posizione plastica e braccia conserte, che sta in lista con Storace e ha una faccia da avvocato di seconda linea e azzeccagarbugli che metà consola -e già pullula il nostro parlamento di infami (che non lasciano fama) di 'cavalli di caligola' messi lì a bella posta a far argine e muro contro tutte le leggi che consegneranno alle patrie galere il loro padrone di denari.
E domani si vota, cari elettori ed elettrici. E' il vostro giorno di gaudio magno, exultate, iubilate.
E votate, votate, votate, come suggerisce il ministro degli interni con quella sua voce cavernosetta e quel viso che vien voglia di disertarle davvero, le sudate e avvilenti urne, giusto per farle un dispetto – per quel che vale quel nostro voto di sfasciacarrozze europei e di gente che ha il 'fuoco greco' nelle vene e la gioia bambinesca e discola di far volare lo spread come fosse un aquilone in un giorno di forte vento.
'Greci e italiani una faccia una razza', ti dicono quando viaggi nelle loro isole. Ce lo dicevano già durante l'occupazione fascista e chissà che senso aveva, ma oggi il senso c'è l'ha eccome. Preciso, preciso. E abbiamo addosso gli occhi puntati delle cancellerie europee e quelli degli analisti dei maledetti 'mercati'. Che dio ci aiuti.
E il silenzio elettorale di queste ore lo respiriamo a pieni polmoni e indirizziamo un corale 'vaffa' alla quasi totalità dei contendenti che buggerano la pubblica fede.
E c'è un tale, uno che 'ci mette la faccia' e anche il cognome (Speranzon) che sembra un bravo ragazzone, di saldi principi e buona educazione e promette di rappresentare al meglio il suo territorio (il Veneto); ma che ci azzeccano i buoni principi e una sana educazione civica con quella confraternita di miserabili destri estremi che si firmano 'fratelli d'Italia', che strizzano l'occhiolino al fascismo 'che ha fatto anche cose buone' – e vorrei vedere che non le avesse fatte con quel che ci è costata in termini di morti ammazzati e distruzioni e bombardamenti delle città la megalomania idiota del dux de noantri.
E c'è l'Ingroia dalla faccia pulita, che era meglio se se ne stava in Guatemala invece di ingrossare le fila di coloro che andranno a saturare le onde radio e i telegiornali di dichiarazioni di intenti post elettorali destinate a disilludere il popolo sovrano e un filino bove.
E un altro ancora, in posizione plastica e braccia conserte, che sta in lista con Storace e ha una faccia da avvocato di seconda linea e azzeccagarbugli che metà consola -e già pullula il nostro parlamento di infami (che non lasciano fama) di 'cavalli di caligola' messi lì a bella posta a far argine e muro contro tutte le leggi che consegneranno alle patrie galere il loro padrone di denari.
E domani si vota, cari elettori ed elettrici. E' il vostro giorno di gaudio magno, exultate, iubilate.
E votate, votate, votate, come suggerisce il ministro degli interni con quella sua voce cavernosetta e quel viso che vien voglia di disertarle davvero, le sudate e avvilenti urne, giusto per farle un dispetto – per quel che vale quel nostro voto di sfasciacarrozze europei e di gente che ha il 'fuoco greco' nelle vene e la gioia bambinesca e discola di far volare lo spread come fosse un aquilone in un giorno di forte vento.
'Greci e italiani una faccia una razza', ti dicono quando viaggi nelle loro isole. Ce lo dicevano già durante l'occupazione fascista e chissà che senso aveva, ma oggi il senso c'è l'ha eccome. Preciso, preciso. E abbiamo addosso gli occhi puntati delle cancellerie europee e quelli degli analisti dei maledetti 'mercati'. Che dio ci aiuti.