venerdì 29 ottobre 2021

Terremoti di ieri.

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Terremoti prossimi venturi 30 ottobre 2016
Se ne sono accorti e lo dicono e lo scrivono affranti. I nostri soloni della carta stampata, giornalisti brillanti, tuttologi ed ex maestri di pensiero e vignettisti di grido chiamati a dire la loro nelle trasmissioni di maggiore audience si sono finalmente resi conto che la loro opinione 'vale uno' – come dicono i nostri del M5S – in questa nostra era di 'mondo rotto' e i suoi frammenti sparsi caoticamente ovunque come le particelle della fisica quantistica.
E nessuno è in grado di 'tirare le redini' e capace di governare i tragici fenomeni delle guerre e delle migrazioni e le economie in disarmo ventennale. Di certo non Renzi, né la Merkel o Juncker e neppure Obama - figurarsi la Clinton: abituata per vocazione e professione a nascondere la polvere sotto i tappeti e a raccontarci con ilare faccia di tolla che questo è il migliore dei mondi possibili, viva il melting pot universale e il formicaio caotico che ne deriva.
E Ugo Tramballi, stamattina, leggendo il pezzo di un suo collega della carta stampata, si chiedeva come mai il M5S è sostanzialmente stabile nei sondaggi malgrado, a suo dire, la Raggi non abbia mostrato polso fermo e capacità di governo della capitale, ma trascura di dire che mettere mano nella merda di 'mafia capitale' è impresa colossale e non ne esci pulito – onore a coloro che ci provano a restituire dignità a una 'politica' che più sporca e miserabile non si può. E scagli le sue pietre solo chi è senza peccato - e sono perversi e palesemente bugiardi e infingardi questi renziani che la capitale hanno ridotto in quello stato.
E la 'brexit' ci ha insegnato che i giornalisti soloni e 'embedded' alle presenti classi politiche di s-governo possono ricorrere a tutti i loro trucchi di mestiere e abilità lessicali e perfino ai mezzucci e alle vigliaccate di usare miserabilmente della morte di un deputato laburista per mano di un pazzo, ma 'vox populi vox dei' e un sonoro 52 per cento di favorevoli all'uscita dall'Unione europea ha detto loro clamorosamente che 'non contate un c....' - e le vostre fole e le opinioni di giornalisti di regime non impediranno il dispiegarsi chiaro di una protesta contro il nessun governo delle nazioni nei tempi grami e avvilenti delle tempeste migratorie e delle giungle di Calais e di Ventimiglia e degli attentati sanguinosissimi di Parigi, Bruxelles, Nizza e domani chissà dove altro ancora.
E una sorpresa ulteriore forse ci verrà dal 'centro dell'impero' : quegli Stati Uniti d'America che hanno visto i maggiori giornali e le tivù di regime massacrare vilmente l'impresentabile Trump - peraltro sostenuto da uno 'zoccolo duro' di un 40 per cento di 'white America' provata dalla crisi che catalizzerà, (forse, chissà), il resto dell'elettorato e trascinerà alla vittoria il miliardario anti sistema che perfino i suoi deputati e governatori repubblicani con la colla sui pantaloni e sulle cadreghe hanno ripetutamente disconosciuto - novelli Giuda di un sistema politico ingessato e immutabile che indica come suo campione e garante di continuità l'avvocato Clinton Hillary, ammiraglia di lungo corso e perfetta rappresentante degli interessi forti industrial-finanziari sotto maschera democratica.
Tenetevi forte. Chi vivrà vedrà.

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Ferite aperte e gente che sragiona.

 



...che, poi, la ferita che sanguina fa sragionare i perdenti nell'agone parlamentare - e vi è chi si spinge a dire che i franchi tiratori sono dei vigliacchi che non si meritano la stima dei loro elettori.
E dimenticano, quegli stolti gladiatori da tre palle un soldo, che una truppa parlamentare politicamente assassina ha consentito alla creazione del Conte-due dei voltagabbana più vomitevoli e, a seguire, al volo del Drago, che tuttora sputafuoco a volteggi ampi sopra di noi di pensioni negate e proiettate sulle calende greche delle stanche vite e lo cavalca la Fornero lacrimosa.
Chi di voltagabbana ferisce e si incolla alle onorevoli cadreghe per tema di essere 'mandato a casa' non ha legittimità di lamentare le vigliaccate dei franchi tiratori.
Stessa scuola, stessa matrice di confusi 'padri costituzionali' che vollero in Costituzione la democrazia parlamentare degli inciuci e dei cambi di casacca degni del cabaret Voltaire.

 

giovedì 28 ottobre 2021

Decreti affossati e memorie lontane.

 Non dovremmo considerare l'affossamento del ddl Zan come una partita di volley combattuta ferocemente con schiacciate vincenti dell'una o dell'altra squadra fino alla schiacciata violentissima di ieri - con pubblico in piedi e plaudente alla vittoria dei propri campioni e la squadra avversaria, ieri tronfia e sicura e arrogante, in lacrime e inutili invettive e lontane speranze di rivalsa lanciate urbi et orbi.

E' un intero processo storico di rovesciamenti di fronte e di 'comune senso del pudore' e di dettati religiosi e apocalittiche narrazioni bibliche che si confrontano nel primo ventennio confuso e clamante del millennio che ci porterà all'anno tremila delle magnifiche sorti e progressive.
E dovremmo chiederci se fosse saggio e sensato (e i tempi maturi) che una minoranza di 'diversi' e allegra compagnia variata e transitante arrivasse fin dentro le scuole dell'obbligo ad illustrare il loro verbo libertino e la nuova frontiera della libera sessualità lgbt+ – non paga dei cortei 'gay pride' dove la loro vittoria sul verbo codino ecclesiastico (e dintorni) veniva rappresentata nei modi disturbanti che conosciamo; e ormai ci avevamo fatto l'abitudine e distoglievamo gli sguardi e 'non ti curar di lor, ma guarda e passa'.
Ma il ddl Zan andava oltre, molto oltre. Parla(va) di sanzioni severe per chi manifestasse con evidente fastidio la propria contrarietà ad atteggiamenti pubblici non conformi a ciò che un tempo si definiva 'il comune senso del pudore' – e passi che la locuzione abbia fatto il suo tempo e se ne sia smarrito il senso e sia stata sbeffeggiata ad abundantiam e noncurata, neppure giudiziariamente, nel corso dei decenni ultimi.
E tuttavia vi è, ancora viva e operante nella vita pubblica ( e risparmiata dal Covid), una, o più, generazione che è stata pesantemente condizionata dal Verbo religioso atavico, per il quale la piena libertà nella sfera sessuale andava, nelle confessioni e genuflessioni, sotto maledetta egida di 'contro natura' e soggetta a penitenze e 10 avepatereegloria e 'ripromettiti di fronte a Dio di non più peccare'.
Una generazione che molto si è sforzata di abbandonare quei condizionamenti pesantissimi e di trovare una sintesi post moderna e una forma di tolleranza che permettesse la convivenza - fino al ddl Zan della moderna Parlamentopoli giallorosa che si impancava a dircelo vangelo laico a colpi di maggioranza e perfino 'diritto negato', come titola oggi la Repubblica, il quotidiano embedded di s-governo filo pd e filo Draghi.
E aggiungiamo alla nostra doglianza i versetti del 'politicamente corretto' che, nell'ultimo decennio, ci hanno imposto di non dire questo e non dire quest'altro e di rivisitare criticamente la vecchia letteratura dei poeti reietti perché 'non conformi' (perfino Dante perché ha ficcato Maometto nel fondo dell'imbuto infernale e ci parla dei 'sodomiti' dannati al modo del suo tempo).
C'era davvero di che giustificare il plauso e la gioia clamorosa per una archiviazione e più attenta meditazione per un progetto di legge che si era spinto così avanti nelle sue pretese di 'essere maggioranza nel paese' da trascurare il resto dell'intendenza sociale che l'ha castigato ieri con la schiacciata fatale e l'osanna per la vittoria.
La politica è il luogo della mediazione, si dice. E il pd e l'intendenza infame (che non lascerà fama) dei 5 stelle incollati alla cadreghe l'hanno bellamente dimenticato e hanno lanciato la loro sfida ultima con una protervia e una arroganza degna di miglior causa.
Parce sepulto e arrivederci alla prossima legislatura. Il futuro è appena cominciato.

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lunedì 25 ottobre 2021

Distanze fatali e clausure.

 


Quanta distanza c'è tra Buenos Aires e la morte? 26 ottobre 2018
Giunto alle soglie dei biblici settanta, il mio cervello, di notte, si dà alle pazze storie e ne inventa di tutti i colori e trame strampalate. E, stanotte, conoscendo la mia intenzione di recarmi a visitare il paese del grande vecchio, Borges, il nume tutelare degli scrittori latino americani, mi ha proiettato in video e in voce una confusa trama di bohème argentina - con scrittori commisti a tangheri e belle donne che pazziavano in un locale malfamato (ma perché non si può dare buona letteratura e bohème anche nei bei locali eleganti? Il nostro Magris, ad esempio, ha scritto 'Danubio' e altri saggi magistrali seduto al tavolo di un bellissimo caffè storico di Trieste).
E se questo buffo sogno, uno dei mille che percorrono regolarmente le mie sinapsi in libertà, mi ha colpito e l'ho ricordato al risveglio è perché il mio cervello, fattosi menagramo, come ogni tanto gli capita, metteva in bocca ad uno scrittore riunito in quel locale di gente varia il titolo di un suo romanzo in gestazione: 'Quanta distanza c'è tra Buenos Aires e la morte?'.
Da toccarsi di sotto e munirsi di cornetti di plastica e il 13 in cornice metallica.
E, in verità, ciò che mi spaventa della morte (e un po' mi irrita. Possibile che non esista una eccezione che sia una a questo strano fenomeno di partenze e commiati misteriosi? Ci sono eccezioni per tutto, mannaggia!), ciò che mi spaventa, dicevo, è la mancanza di orizzonti predicibili, come si fa per ogni viaggio – con le guide della Lonely Planet che ci raccontano di città caotiche e intriganti e bei musei strapieni di opere d'arte e di grandi ghiacciai che franano direttamente in mare e di laghi salati e alberghi fatti di sale dove la notte le temperature scendono a -25.
Ecco il Grande Viaggio, invece, non ha narrazioni credibili, non ha luce e orizzonti di cielo e soli e lune - per contrasto con quanto le leggende religiose ci hanno raccontato di Empirei e paradisi fitti di angeloni e di santi (Oh, when the Saints...) e il ditone del Padreterno svolazzante che incontra quello del progenitore come nelle magistrali pitture nella Sistina di Michelangelo.
E, poi, mi secca alquanto constatare di essere prossimo a una dipartita (ogni giorno in più è un magnifico regalo) giusto quando il mondo degli uomini sta per esplodere fragorosamente tra marce di honduregni in fuga dalla miseria a migliaia (questo è lo 'storytelling', la narrazione compiaciuta delle sinistre di s-governo, ma pare che dietro ci sia l'organizzazione del solito Soros), bombe nelle case dei cicaleggianti democratici americani dei cachinni anti Trump, e il nostro Salvini che mena terribili fendenti pre elettorali all'indirizzo di Juncker e Moskovici, che il diavolo se li porti, insieme a Macron.
Che è come se ti spegnessero il televisore durante una partita di volley femminile tra l'Italia e la Serbia, e non sai se l'ultima schiacciata della Paola era dentro la linea, mannaggia,
'Fermate il mondo voglio scendere', diceva un noto adagio. Per me, invece, è importante sapere quanta distanza c'è tra Buenos Aires e la morte. Ho troppe cose ancora da vedere e raccontarvi.
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