venerdì 28 giugno 2019

L'oscurità e il futuro della Storia

Il 'museo del 900' di Mestre è costruzione magnifica a vedersi, degna di una metropoli da un milione di abitanti ( studio Sauerbruch Hutton – Berlino) e segnale che una città può riqualificarsi negli anni e cambiare radicalmente volto, - perfino nelle periferie industriali dei decenni folli che abbiamo vissuto e, sotto i nostri occhi allibiti di bambini, cresceva (e avrebbe inquinato spaventosamente l'intera laguna in un breve volgere di anni) l'orrore urbano e industriale di Portomarghera.
E passi per tutta quella oscurità che ti avvolge all'ingresso dei due piani dell'esposizione – giustificata dalla scelta espositiva di ricorrere agli audiovisivi e alle varie diavolerie digitali interattive; l'oscurità non è un male se ti puoi vedere dentro – dentro gli anni della nostra Storia, intendo, e rivedi i fermo-immagine degli interni/esterni della civiltà contadina che ci siamo lasciati alle spalle, forse un filo troppo didattici/scolastici per chi ha memoria del bel film 'Novecento' di Bertolucci.
Ma bisogna dire che ce l'hanno messa tutta, i curatori, per offrirci un buon prodotto di rivisitazione della Storia, a partire dal 'come eravamo' delle prime immagini all'ingresso, a grandezza d'uomo, che confrontano le fotografie degli uomini e delle donne degli anni Trenta e dei Cinquanta e i presenti e vivi – noi visitatori, mutati di quel mo' nel vestire, acconciare i capelli, invecchiare, spendere e abitare.
Ed entrano in scena i 'migranti', sempre loro, e i curatori buonisti ci vanno a nozze nel predisporre gli audiovisivi giusti dei nostri migranti veneti che partivano per il Brasile a mucchi, perché il Polesine era un brodo di coltura di miseria e malaria e le montagne venete un ricettacolo di pellagre e incurabili solitudini che sfociavano nella demenza – ho ancora negli occhi una bella mostra di qualche anno fa allestita al proposito nell'ex manicomio di san Servolo, che ospitò una mia ava.
Ma salta agli occhi, date le violente polemiche dell'oggi sulle modalità intollerabili delle presenti migrazioni (che si sostanziano di barconi e gommoni fatiscenti dei naufragi organizzati dai criminali 'scafisti' e le lotterie del mare e le o.n.g. taxi del mare che si prestano al trasporto dei clandestini che hanno comprato il gaglioffo biglietto vincente sotto le mentite spoglie del 'salvataggio in mare'), salta agli occhi, dicevo, il racconto che si fa di come partivano quei nostri avi migranti dal Polesine e dai monti – e si mostra la foto di un biglietto prepagato dal proprietario di una grande 'fazenda' e, di seguito, quei migranti ivi alloggiati decorosamente e messi immediatamente al lavoro: a seminare e raccogliere e stivare.
Malissimo pagati, naturalmente, ma vivi e sani e figlianti la seconda generazione delle future metropoli e del lavoro diverso da quello dei padri/madri e ascensione sicura nella scala sociale dei futuri imprenditori e politici e avvocati e giudici del Brasile.
Per dire che i nostri avi emigravano in sicurezza (certo, non una crociera) su navi e piroscafi e 'su chiamata' degli imprenditori dei paesi ospitanti che necessitavano di manodopera a bassissimo costo. Un autogol dei curatori?
E ascoltiamo il racconto del ragazzino 'bangla' integrato nel quartiere Piave di Mestre che ci racconta allegramente del suo sentirsi italiano e bengalese insieme, e va a scuola e frequenta gli amici della sua comunità, per dire di queste nuove identità cittadine che riempiono gli autobus del trasporto urbano e che fatichiamo a digerire e dire 'belle' e tutte positive.
E, forse, la scelta di dare parola a un membro giovane della comunità 'bangla' – la più apparentemente integrata, insieme ai cinesi - è funzionale all'agiografia che hanno in testa i curatori : di una società capace di metabolizzare agilmente il diverso e la diversità, ma l'impressione è che noi si viva una 'convivenza armata', invece; e l'eco delle stragi del Bataclan e della promenade des Anglais e dei mercatini di Natale a Berlino e altrove degli anni di piombo 2015/16 ci risuona sorda nelle orecchie della memoria a dirci che, davvero, non è tutto oro quel si vuole che luccichi in questa volonterosa esposizione del secolo in questione e il seguente.
Ma l'intenzione è buona, ne conveniamo, e il futuro è dietro l'angolo, oscuro e con sprazzi di luce, come le stanze della presente esposizione.

giovedì 27 giugno 2019

Affreschi

E il potente affresco di Allen su: 'Incontrerai l'uomo (o la donna) dei tuoi sogni' dimostra l'azzardo della metafora perché non esiste una donna (o uomo) 'da sogno' e perfino Nausicaa - pare abbia confidato Odisseo a un amico, prima di morire -, era un filo balbuziente, pur nella sfolgorante bellezza e nobiltà dei patri lombi e, a volte, le puzzava il fiato perché era ghiotta di interiora di pesce-palla cotte sulla brace. E Achille era un brutalone e, a letto, la cosa si concludeva in una mezz'oretta scarsa e svogliata e con scarsi e rudi preliminari.
E, ne converrete, anche i sogni fanno spesso cilecca e sono strambi e bizzarri e menzogneri - ne sono prova le troppe battaglie perdute di condottieri a cui un sogno aveva predetto la disfatta dell'armata nemica.
E la verità è che la vita non è sogno e 'una vita da sogno' ce la sogniamo solo di notte e sfuma nelle nebbie mattutine col profumo del caffè, ma chissà se la vivremmo di giorno con tutte le buffe varianti e le occulte simbologie che ci rimanda l'inconscio.
Meglio, molto meglio, incontrare l'uomo e la donna delle approssimazioni e degli aggiustamenti progressivi e delle rivelazioni ' a posteriori': di tenerezze e allegrie che 'neanche ce la sognavamo' e bella/o dentro oltre che fuori e con negli occhi il fiore di un amore sognato, si, ma da condividere qui e ora 'nella buona e nella cattiva sorte' ; e i sogni e le iperboli oniriche lasciamoli agli indovini e agli azzardi degli psicanalisti, - che per una che ne imbroccano vivono di rendita il resto dei loro giorni e hanno postuma fama di studiosi e scienziati.

Del 'menare il can per l'aia' e rigirare malamente le frittate

E l'analisi del lessico usato dalla fazione del giornalismo buonista e pro accoglienza indiscriminata e naufragi organizzati e lotterie del mare è indicativa della propaganda partigiana che 'non intende ragioni' e mai si è sforzata di entrare nel merito del problema e di rispondere a tono a chi li dice oggettivamente complici degli scafisti.
I migranti della Sea Watch, per questa gente in malafede, ideologi dell'illegalità organizzata, sono indubitabilmente 'naufraghi' – e poco importa che il loro naufragio sia stato scientemente studiato e a lungo preparato dagli scafisti della sponda libica o tunisina, profumatamente pagati dai sedicenti 'naufraghi'.
'Naufraghi' che osserviamo recitare il loro dolore e la stanchezza da bordo della Sea Watch, ma hanno volutamente violato le leggi del mare con la complicità del grimaldello buonista che li 'salva', una volta preso il largo a bordo di gommoni e barconi fatiscenti - e seguono le telefonate satellitari ai taxi-o.n.g. che lanciano gli allarmi.
Un vero e proprio 'copione' mille volte seguito e altrettante stigmatizzato, ma sempre in scena, grazie alle o.n.g.
Un grido di 'Al lupo, al lupo! del pastorello burlone della fiaba, ma con l'aggravante atroce del rischio di annegamento per sé e per i figli al seguito, se la cosa finisce male.
E non c'è verso di farli ragionare questi buonisti d'accatto e in malafede e fargli capire che questa dei naufragi organizzati e lotteria dei naufragi é crimine atroce e intollerabile e va fermato con tutti i mezzi - e costruito, allo scopo, un alto argine e barriera non solo con i 'porti chiusi' e con i decreti sicurezza bis e ter, ma con una azione di denuncia forte e continua e martellante della libera stampa (araba fenice?) che deve dire 'senza se e senza ma' che così non va, che quei morti in mare non sono più tollerabili e sono sulla coscienza di chi ipocritamente 'li salva', ma, invece, lancia un messaggio a chi è in attesa nei supposti 'lager libici' di: 'Provateci ancora. Venite a frotte, a sciami!.'
Ché le o.n.g. malandrine sono al vostro servizio, danarosamente provviste di mezzi per resistere in mare 15 giorni e lanciare la provocazione all'Italia, ca va sans dire, immaginario paese di Bengodi.
REPUBBLICA.IT
Dopo il forzo del blocco deciso dalla capitana la nave si trova a tre miglia dal porto di Lampedusa in attesa di decisioni da parte delle autorità
 

mercoledì 26 giugno 2019

Guerra di trincea

Misericordie indebite e narrazioni distorte

E la guerra delle narrazioni contrapposte giunge a una sua epica battaglia, la battaglia di Lampedusa dell'ammiraglio Carola Rakete – non proprio un razzo (Rackete in tedesco) nel portare a termine la sua 'mission impossible' di traghettare i furbi partecipanti alla lotteria del mare in terra europea, dopo averli scippati con destrezza alla guardia costiera libica e aver riempito le redazioni dei giornali amici con le solite geremiadi sui lager libici e la guerra libica e le torture e gli stupri e la fame e la carestia e gli sciami delle cavallette - e via elencando delle incessanti lacrimazioni buoniste delle o.n.g. milionarie e dei loro piissimi fedeli che gli pagheranno l'obolo via social della sanzione prevista dal decreto sicurezza bis per chi si macchia di 'favoreggiamento dell'immigrazione clandestina'.
E torno a sottolineare che non è una buona azione, bensì un crimine conclamato quello di foraggiare i criminali scafisti. alimentando la lotteria del mare dei naufragi organizzati e gli annegamenti conseguenti e prestandosi a un trasporto illegale non concordato con i governi delle nazioni europee, nessuna esclusa.
E speriamo che stavolta il sequestro della nave sia definitivo e tombale e il decreto sicurezza sia davvero blindato nei confronti dei troppi pubblici ministeri partigiani e politicamente schierati che si proveranno a 'interpretare' la legge pro domo loro e a rovesciare il diritto e la chiara scrittura - e, una via l'altra, speriamo che tutte le navi pirata delle o.n.g. taxi del mare subiscano la stessa sorte, ma temo che la battaglia giudiziaria che seguirà sarà la retrovia delle maledette truppe combattenti dei pervicaci e ostinati buonisti di ogni paese pronti a dare la vita per il trionfo delle loro idee sbagliate e delle loro narrazioni distorte relative al dramma delle migrazioni.
ILFATTOQUOTIDIANO.IT
La capitana Carola Rackete l’aveva già annunciato: qualunque fosse stata la sentenza della Cedu, la Sea Watch sarebbe sbarcata in Italia. E così è stato: la nave della ong tedesca battente bandiera olandese, che da 14 giorni è in mare a largo di Lampedusa con 42 migranti a bordo, dalle 12 è i...

Migranti avvisati mezzo salvati


Ieri accadeva ed oggi accade - 26 giugno 2018
Migranti avvisati mezzo salvati.
Quando si dice 'fake new'. La Fornero (si, proprio lei), intervistata, afferma che: '...non si può continuare ad alimentare la paura, la rabbia e il risentimento.' Ed è espressione riferita all'operato dell'asso pigliatutto Salvini Matteo, in arte attivissimo ministro dell'interno della repubblica e bestia nera delle o.n.g taxi del mare.
E, in realtà, a me pare che Salvini alimenti nel paese un entusiasmo sfrenato e liberatorio – che si traduce in una valanga di voti a favore del suo partito e perfino dalle roccaforti del partito democratico in Toscana e in Umbria gli viene un plauso insospettato e che asfalta i soavissimi maggiorenti di quel partito che non sanno più a che santo votarsi e quale linea politica proporre al 2,5 per cento di affiliati e votanti che ancora gli residuano in saccoccia.
Di nuovo una accoglienza senza limiti e confini, appoggiandosi a Bergoglio e alla sua curia romana – che anch'essa ha abbassato i toni, dopo il varo del governo giallo-verde, e sostiene una accoglienza accademica, di maniera, magari legale e ben gestita da quelli di Sant'Egidio, che selezionano fior da fiore dei profughi direttamente in loco e ce li portano qui in aereo belli e pronti per la cittadinanza? Non sembra che una tale linea politica riproposta senza correzioni farà risalire la china al futuro partito democratico in via di scissione ed ennesima ricostituzione – secondo la grande tradizione storica sinistra dell'atomismo sfrenato applicato alla politica.
Ma va segnalato, in tanto clamore di fake news forneriane e partiti che si sfasciano a causa delle loro folli politiche immigratorie, il fatto che è cambiata radicalmente la narrazione – e, forse, chissà, anche sulle coste libiche e nelle retrovie africane, nei luoghi di detenzione dove gli scafisti stipano i 'migranti', stanno arrivando le clamorose notizie dei taxi del mare che vagano in mare aperto senza più porti dove scaricare la loro merce.
E si spera che tali notizie avvilenti dissuadano qualche decina di migliaia di coloro dal mettersi in viaggio perché l'Europa è a numero e frontiere chiuse e il grimaldello della pietà indebita che alimentava i barconi e i naufragi e gli annegamenti non funziona più.
Migranti avvisati mezzo salvati.

domenica 23 giugno 2019

Ordine e Caos - Garbage City

24 giugno 2015 - Ieri accadeva

'Adoriamo il Caos perché amiamo produrre l'ordine.', scriveva Enscher, ma si dà il caso che il Grande Vecchio delle origini da cui tutto è scaturito la faccia da padrone, di questi tempi, e ben poche speranze ci mostra di potere essere addomesticato e irregimentato.
E, per una Grecia che -pare, si dice- non si chiamerà più 'Grexit' (orrendo neologismo postmoderno), bensì si sottometterà alle regole europee e pagherà i suoi debiti -sia pure ristrutturati al 2050- la questione 'migranti' non sembra volersi sottomettere all'ordine che auspichiamo e, prima che si affondino i barconi e si faccia argine alla spaventosa ondata migratoria, passerà tutto quest'anno e forse buona parte del prossimo.
E i numeri degli ingressi illegali e degli sbarchi che includono una maggioranza di 'clandestini' o 'migranti economici' è bene si sappia che si alzeranno rispetto alle già altissime cifre odierne – per tema che l'Europa riesca a fermare o a rallentare l'orrendo traffico di carne umana che riempie di soldi i trafficanti, gli scafisti e i signori della guerra libici loro alleati.
Ma esistono delle isole felici dove il Caos si manifesta 'temperato' (come il clima) e, in qualche modo organizzato e imbrigliato e una di queste isole (una somma di isole) è la città in cui vivo – a giudicare dalle informazioni che mi vengono dalla Biennale d'Arte Moderna.
A Ca' Garzoni, infatti, meraviglioso palazzo di recente restaurato e che ospita un 'evento collaterale' interessantissimo, tra le varie cose caotiche e di sconquasso degli equilibri ecologici del pianeta che vi si illustrano, si mostrano due grandi fotografie di un quartiere del Cairo visto dall'alto - Garbage City, viene detto, la città della spazzatura - e sui tetti dei palazzi è un trionfo di sacchetti di plastica: cumuli, piccole colline di spazzatura da nessuno raccolta e distrutta o trasformata – come, invece, si usa nel nostro Occidente evoluto. E la visione di quell'orrore e caos urbano in cui milioni di persone vivono immerse e vi brulicano come formiche mi ha provocato un sospiro di sollievo perché io vivo, io, invece, in una città che ci ostiniamo, vox populi, a dire 'sporca' e maleodorante, ma, al confronto, è tirata a cera. Il male degli altri è 'mezzo gaudio'?
Tutto ciò considerato, miei cari, eccovi la morale della favola: attrezziamoci a convivere col Caos imperante e speriamo che l'orda migratoria non spenga la 'ripresina' economica sul nascere e che i futuri quartieri periferici delle megalopoli europee non abbiano l'aspetto di 'Garbage City', la magnifica e vitalissima e iper caotica 'Città-spazzatura' egiziana. D'altronde, già 'Blade Runner' il bel film di culto, prediceva e rappresentava città orribili e degradate e oscene a vedersi e vittime del Caos criminale di una umanità incapace di 'magnifiche sorti e progressive'.
Chi vivrà vedrà e i cocci saranno loro.

Un'altra estate di scontento


Ne converrete: la grande novità rivoluzionaria della politica italiana del 2018 del governo giallo/verde sta raggiungendo un picco. Di noia.
Mai una gioia, un annuncio univoco a cui faccia seguito una buona pratica sociale, a partire da quel 'reddito di cittadinanza' che ci sembra più un buttare soldi dalla finestra – e i 'navigatori' del lavoro (che non si sa se ci sia) chissà quanti posti di lavoro scoveranno nei loro computers che mettano con le spalle al muro i percettori del reddito in questione e li costringano a dire il fatidico terzo 'no' e a restituire il maltolto.
E i giornali nemici – la quasi totalità – ci intingono la merendina mattutina su questo marasma del conflitto quotidiano tra i due proconsoli e il loro mediatore Conte – che ammiriamo per la sua inossidabile pazienza mediatoria e il suo coraggioso non voler gettare la spugna, ma è un avvocato, d'altronde, rotto a tutti i si e tutti i no necessari a portare a casa la parcella.
E non si sa se 'la nave va' o se quella del governo giallo/verde gira a vuoto intorno a Lampedusa – come quella Sea Watch dei tassisti del mare che stavolta l'hanno fatta grossa e la loro provocazione costa molto cara a quei giocatori della lotteria dei naufragi organizzati distesi sulla tolda che hanno sottratto con destrezza al guardia-coste libico già in azione sulla loro zona s.a.r.
E fu subito estate. Una nuova estate del nostro scontento.
ILGIORNALE.IT
Matteo Salvini prova a sbloccare la situazione richiamando alle proprie responsabilità anche il governo dei Paesi Bassi per la nave Sea Watch

sabato 22 giugno 2019

Narrazioni contrapposte

E una questione di narrazioni contrapposte. I migranti che ci provano a entrare in Europa con la lotteria dei naufragi organizzati - e l'annesso grimaldello della incessante predicazione buonista - per le famigerate o.n.g. delle sovvenzioni milionarie e oggettivi 'taxi del mare' sono già dei 'rifugiati' aventi titolo di ingresso e accoglienza; praticamente già cittadini comunitari fatti e finiti per quei 'no borders' ostinati, lo impone il loro mieloso e un filo ridicolo senso di umanità. 'Stay human', ci dicono e ripetono a sproposito.

Ma noi, fieri oppositori del traffico di esseri umani da parte dei criminali scafisti, e di tutti coloro che lo incrementano e lo favoriscono con la loro malintesa bontà e la misericordia fuori luogo, noi siamo umani e umanissimi e siamo a favore dei 'corridoi umanitari' e all'ingresso e all'accoglienza dei veri 'rifugiati' di vere narrazioni di 'fame/guerra/carestia', purché entrino in Europa nel rispetto di leggi e regolamenti e siano riconosciuti tali dalle apposite commissioni preposte a giudicare autentiche e verosimili quelle loro narrazioni.

E, francamente, non proviamo nessuna misericordia, né empatia, anzi! per le genti che si stipano volontariamente dentro barconi e gommoni fatiscenti, pagando cifre favolose per quelle abominevoli lotterie dei naufragi organizzati - e crediamo che i genitori che fanno correre il rischio di annegamento ai loro figli dovrebbero essere arrestati e tolta loro d'imperio la patria potestà, una volta 'salvati' dal naufragio volontariamente e scientemente posto in essere con la sicurezza di poter violare impunemente i confini chiusi dell'Europa.

E le provocazioni della Sea Watch e tutte le altre o.n.g. recidive che si ostinano a puntare le prue sulle coste italiane dovrebbero finalmente essere rintuzzate e trovare argine di definitivi sequestri, una volta in porto, e l'immediato arresto dei responsabili per le pervicaci violazioni del decreto sicurezza e il disprezzo che dimostrano della volontà del governo del paese.

E se continuano in quelle loro provocazioni é grazie al malato buonismo/protagonismo dei sindaci pd e dei loro supporters e a quei magistrati che interpretano le leggi, invece di applicarle.
Magistrati di un paese senza legalità riconosciuta e condivisa.
Quo usque tandem, cittadini?

http://www.ilgiornale.it/news/politica/volontario-ong-rischia-20-anni-italia-conte-non-posso-1714860.html

venerdì 21 giugno 2019

Spossessamenti ed esodi biblici



Spossessamenti ed esodi biblici



20 giugno 2015 · Ieri accadeva 

E, da Wroclaw, capitale della Cultura europea 2016, ci giunge un messaggio-riflessione forte sugli esodi e gli abbandoni dei territori patrii e le case e le famiglie divise, partendo dei territori contesi dalla Polonia e strappati alla Germania distrutta dalla guerra – con milioni di 'profughi' spostati di qua e di là dei nuovi confini e la perdita delle case e la voragine dell'inappartenenza che si apriva dentro i pensieri e le anime dei cacciati e raminghi.
Che è tema sociologico e politico di indubbia rilevanza e magone ancora attivo negli animi dei nipoti a distanza di tanto tempo (vedi i nostri 'istriani' e 'dalmati' misconosciuti e lasciati a macerare per decenni tra le braccia della destra fascista), ma avremmo preferito che il collettivo di artisti di varia nazionalità che ce lo rappresenta a palazzo Donà-Brusa (campo san Polo 2177) non avesse messo nel calderone e fatto un minestrone immangiabile colle odierne migrazioni e gli 'spossessamenti' degli africani e degli altri profughi 'che ci provano' a violare i nostri confini senza avere i titoli e i necessari riconoscimenti di necessità e urgenza.
E il risultato di questa commistione indigesta di eventi storici specifici con gli avvenimenti drammatici, di ben altra natura, che ci vengono dalle cronache dei furbi migranti che si mescolano ai pochi veri rifugiati e intendono scardinare i confini europei con la forza del fatto compiuto - e con l'aiuto prodigioso e decisivo di un verbo buonista che tutto assolve del disordine sociale che quei tali recano seco - trasforma questa esposizione 'artistica' in un manifesto a tratti rabbioso e violentemente accusatorio nei confronti dell'Europa-fortezza, al punto da pensarci ospiti di un 'centro-sociale' di gente cieca e sorda e stupidamente rabbiosa e ostile alle opinioni avverse piuttosto che di un 'evento collaterale' della Biennale.
E leggiamo volantini che riportano farneticazioni di 'no borders' e 'liberi tutti' di andare e venire di qua e di là dei paesi-Schengen, come se la costruzione del benessere europeo e le sue libertà conquistate a caro prezzo non siano state figlie di un processo politico e sociale lungo e faticoso e fitto di insidie e tuttora fragile nei suoi precarissimi equilibri – vedi gli odierni respingimenti della 'Securitè' alla frontiera di Ventimiglia e quelli ai confini coll'Austria e il 'muro' che si costruirà in Ungheria per arginare un flusso continuo di 'migranti'.
E l'Italia, prima della classe, col secchione-Renzi in testa, invece, li va a raccogliere a dieci miglia nautiche dalle coste libiche e pretende di smistarli in Europa senza neanche averli, prima, riconosciuti, schedati, e detti 'profughi' oppure 'clandestini' - e, inevitabilmente (ed effettivamente, ci rimprovera l'Europa), rimpatriati nei paesi di origine a vivere la loro storia patria e a contribuire allo sviluppo del loro paese nei modi e nei tempi storici che sono stati dati loro in sorte.
C'è bisogno di equilibrio e di una forte misura d'ordine e di severa programmazione dei flussi, in questo genere di eventi che taluno si ostina a definire 'epocali' e 'inevitabili', se vogliamo garantire lo sviluppo economico raggiunto e quella fragile cifra percentuale di una 'ripresa' tuttora emaciata e fragile e l'auspicata, definitiva uscita dalla crisi economica che ci ha atterrito per quasi due lustri di lavoro-zero e le fabbriche e le imprese dislocate o chiuse.
 

venerdì 14 giugno 2019

Gli dei che accecano chi vuol perdere

Gli dei che accecano chi vuol perdere (Vox populi vox Dei) - Ieri accadeva 15 giugno 2015
Ci aveva provato, il buon (buono, buonissimo) Casson, in finale di partita a dare il segnale di un'attenzione al problema con quella frase di finta afflizione e il 'non possumus' contro i prefetti che lo allineava ai sindaci disperati per il mortale afflusso di 'migranti' nelle caserme, negli alberghi, nelle case, e in ogni edificio dismesso e nei prossimi campi-profughi del Malpaese.
Un afflusso infinito, quotidiano: un'afflizione e un affanno incomprensibile e intollerabile per un paese che si vuole ordinato e capace di tenere i conti in ordine e gestire una idea di futuro sviluppo economico e che giustamente spaventava i concittadini.
Ma quello di Casson era stato percepito dal popolo elettore, da subito, come un fiato strozzato, una nota stonata e una campana rotta perché il pd e tutta la schiera dei suoi elettori buonisti al seguito hanno fatto corpo e anima colla folle idea di una accoglienza senza limiti e leggi e capacità di governare e arginare il fenomeno 'epocale' e restituire rapidamente al mittente tutti coloro - e sono la maggioranza – che non hanno titoli per essere riconosciuti quali 'rifugiati' richiedenti asilo.
E il colpo di grazia è venuto dalla visione delle stazioni di Milano e Ventimiglia ridotte ad accampamenti e lazzaretti di gente in fuga dalla loro storia e che ha dell'Europa la falsa idea di un Bengodi capace di assorbire per intero le tragedie dell'Africa e del Medio Oriente in fiamme.
E quei tali migranti hanno già così bene introiettato il verbo dei mitici diritti europei al punto da levare alti i loro stolidi cartelli di protesta con su scritto: 'No borders!'
E, invece, le frontiere francesi e austriache si sono chiuse a riccio e 'no pasaran' – monito all'Italia per le sue incapacità di identificare e schedare gli affluenti dei barconi e avviare rapidamente i rimpatri e solo dopo, a rubinetti chiusi e diminuito l'afflusso spaventoso, poter avviare una discussione sulle 'quote'.
Ma la guerra delle migrazioni e la babele delle lingue buoniste è destinata a durare a lungo, ahinoi, e Renzi e il suo pd in rotta elettorale somigliano a quei senatori romani incollati ai loro scranni nella scena finale in cui nella sala fanno irruzione i barbari e li finiscono a fil di spada.
HUFFINGTONPOST.IT
Parchi, caserme abbandonate, ex conventi, portici e parcheggi che diventano campi profughi. A Catania come a Udine, a Roma come a Belluno. Gli accampamenti sorti nelle stazioni di Milano Centrale e Ro...

giovedì 13 giugno 2019

Miniere e sinapsi

Dobbiamo entrare nelle miniere delle menti dei nostri oppositori per meglio capirne il gioco neuronale e vedere 'in vitro' come si creano e si allungano le loro strane sinapsi che portano, poi, alla formulazione dei terribili 'j'accuse' e dei 'mea culpa' che tanto ci affliggono e tormentano in rete e sui giornali e le tivù.
Ed, ecco sulla pagina f/b di alcuni di loro, apparire l'ennesimo reportage tragico dei bambini congolesi che scavano il minerale che nutre i nostri cellulari. E, per una volta, una qualche forma di solidarietà mi prende lo stomaco e volentieri vorrei smettere la tecnologia incriminata e tornare ai silenzi in partitura di quando la gente si sorrideva reciprocamente sui treni e gli autobus (e si parlava, perfino!) e le teste di ognuno e tutti non sprofondavano abuliche nella sabbia di quegli stramaledetti strumenti di imbecillità collettiva indotta.
Ma così non funziona, nel gioco neuronale dei nostri oppositori e accusatori.
E' vero che gli imputati alla sbarra sono gli a.d. delle multinazionali che costruiscono e armano i maledetti smartphone di sempre nuova generazione e tuttavia si legge tra le righe dei nostri informatori sinistri la 'chiamata di correo' di tutti noi consumatori occidentali che 'facciamo sistema' ed ecco emergere il mostro del maledetto Occidente delle guerre e dei massacri e delle colonizzazioni che deve cospargersi il capo di cenere e accogliere tutti i migranti di ogni genere e grado, e mantenerli a vita per colmare di un poco l'atroce debito pregresso.
Della serie:' E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, ecc.' Misericordia!
Ma, francamente, a me, di stare sul banco degli imputati, sia pure in seconda linea, proprio non la digerisco e prometto fin d'ora che non comprerò mai più un nuovo 'smartphone' (ne uso uno riciclato da mia figlia che, tra l'altro, mi fa arrabbiare perché fa un po' il caxxo che gli pare) e se questo potrà servire a far chiudere le miniere di re salomone del Congo, alleluia! ma, per carità, cari i nostri oppositori (di noi dei porti chiusi), non ci venite ad accusare, dipoi, di essere causa della disoccupazione gravissima di quel popolo e di affamarlo, perché abbiamo capito di che gamba va zoppa la vostra sinapsi neuronale sinistra preposta all'analisi di questo genere di problemi.
Ma fateci il piacere! Direbbe a un tal proposito l'intramontabile Totò.
LIFEGATE.IT
Amnesty e una video-inchiesta di Sky News denunciano lo sfruttamento dei bambini nelle miniere di cobalto nella Repubblica Democratica del Congo.

mercoledì 12 giugno 2019

Recitazione della Controversia Immigratoria (3)

Recitazione della controversia immigratoria (3)


 - Ieri accadeva 13 giugno 2015
..che poi, quella gran schiera di generosi e buoni, buonissimi -scrittori e giornalisti e varia gente dabbene- che si provano a convincerci che 2/300.000 migranti sbarcati in otto/dieci mesi sulle nostre coste sono una benedizione del cielo e un'opportunità per il futuro (Renzi-l'Imbonitore dixit) e che la Storia è maestra di Grandi Migrazioni Epocali Irresistibili -vedi l'Australia e gli Stati Uniti d'America- tralasciano sempre di sottolineare il rapporto spazio-tempo sotteso a quei Grandi eventi Migratori ai quali dovremmo fare il callo e accettarli supinamente e/o a 90 gradi di latitudine sud.
Perché i numeri che citano quei tali dabbene e tanto tanto 'buoni' delle grandi migrazioni storiche dovrebbero essere considerati nella loro distensione temporale di conflittuali secoli e guerre e massacri di popoli pellerossa perpetrati con sommo cinismo e 'Gangs of New York' che ci raccontano che il melting pot è violenza di bande opposte e legge della giungla urbana.
E anche gli scontri etnici di Baltimora e altrove ci dimostrano che il melting pot è violenza e conflittualità sempre latente, e così pure la 'rivolta delle banlieues' a Parigi - vera e proprio polveriera di un futuro che più gramo non può apparirci nelle predizioni che ne facciamo.
E l'odierna evidenza degli accampamenti e delle stazioni occupate e dei prefetti che suscitano le ire dei sindaci di ogni ordine e grado e partito rifilandogli ad ogni giorno nuovo qualche centinaio di poveri cristi che 'ci provano' a violare i nostri confini e le nostre leggi dimostra che, se continui a raccoglierne a migliaia ogni settimana, nessuna città o paese della penisola avrà più l'abituale aspetto di vivibilità e ordinato vivere civile e che il voto 'leghista' ha una sua plastica evidenza di necessità e vigorosa e giusta protesta contro tutti coloro che non sanno gestire e governare lo spaventoso fenomeno migratorio che hanno incentivato e favorito per anni con malintesa e malaccorta pietà. E l'Europa tutta a coglionarci e a dirci che sbagliavamo con 'Mare nostrum' - e che a tutt'oggi ribadisce che tutta quella gente da noi pietosamente raccolta ce la dobbiamo tenere.
A buon intenditor pochi concetti e i migranti sono tutti suoi.
E a noi pare, nel leggere i giornali e i telegiornali, che tutta quella gente che intasa la stazione di Milano o forma accampamenti di affamati ed assetati e prostrati al Brennero non somigli proprio per nulla ad una 'opportunità' bensì una iattura senza fine di costi sociali e disordine e aumento percentuale delle cifre della criminalità urbana e, sicuramente, un grossissimo problema di convivenze difficilissime - non inferiore a quello dei 'campi-rom' che tanto ci sono costati e tuttora collettivamente malediamo e non sappiamo come disfarcene e quali nuove e diverse politiche attuare di civile convivenza.
  • L'immagine può contenere: una o più persone, persone sedute e spazio all'aperto

mercoledì 5 giugno 2019

Cospargiamoci il capo di cenere.

Cospargiamoci il capo di cenere. (Lo vogliono i 'giornaloni' e le tivù embedded.)
L'impressione è che i 'giornaloni' (e le tivù embedded) dei sondaggi farlocchi e delle prime pagine sempre dedicate a dar contro ai provvedimenti del ministro Salvini e all'azione di governo dei sovranisti parteggino per l'Europa dei burocrati e siano a favore, anzi istigatori clamanti della condanna nella procedura di infrazione.
Perché tutto questo battere il tasto monotono di quanto siamo in deficit e quanto è giusto che ci castighino e che le regole sono regole va anche bene, se solo gli emeriti giornalisti con l'elmetto si ricordassero che il debito gigantesco dell'Italia è carro che è stato tirato da altri buoi politici fino a tutto il 2017 - e l'azione di questo governo di sforare e/o non ridurlo è scommessa politica sostenuta dagli economisti al seguito che prevedono il benefico traino della domanda interna.
E bisognerà, vivaddio! dare il tempo all'economia di aprirsi a ventaglio e dimostrare nei prossimi mesi se la tesi è un azzardo o se vinceremo. Proprio così 'vincere' – che è radice politica di con-vincere gli elettori.
Ma i giornalisti con l'elmetto niente: sacerdoti pomposi e supponenti di un rito delle ceneri permanente si (e ci) cospargono il capo e ci gridano dai pulpiti: 'Penitenziagite!' - novelli Savonarola da tre palle e un soldo che, se fosse per loro, farebbero presidente del consiglio Moskovici e all'Economia Dombrovski – con il ritiro immediato di quota 100 e richiesta ai percettori del 'reddito di cittadinanza' di restituire il maltolto a rate.
Ma si può essere 'piaggiosi' e vergognosamente colpevolisti di così (l'Accademia della Crusca mi passi il neologismo)?
LASTAMPA.IT
La Commissione può alzare cartellino rosso il 26 giugno. Ma Palazzo Chigi esclude che ci sarà una manovra bis
 

Marzullate


5 giugno 2016 · Ieri accadeva
Marzullate
Per dirla alla Marzullo: 'E' meglio vivere una vita mediamente buona e soddisfacente o una vita da grandissimo campione, ma convivere, poi, per trent'anni, con il parkinson?' E che siano stati i potenti colpi alla testa sferratigli dai suoi rivali sul ring una sicura concausa della sua malattia abbiamo tutti pochi dubbi, credo.
Non ho mai provato simpatia per quello sbruffone da ring mediatico che oggi, in morte, tutti osannano – sarà perché tirare e ricevere pugni in faccia mi ripugna da sempre, e non mi basta la mediazione culturale del 'fare sport' che quei confronti violenti giustifica e sublima, - ma più per tutti quegli strani passaggi della sua vita 'vissuta pericolosamente' e tanto, tanto 'kitsch', con in testa la conversione all'islam, - contenitore abominevole di ogni presente e stridente contraddizione sociale e politica; oggi ben lo sappiamo e lo abbiamo pagato caro, molto caro, nelle piazze e i caffè e i teatri europei e le redazioni dei giornali dove abbiamo contato i morti ammazzati di 'allah u akbar', il grido rauco dell'imbecille distorsione terroristica di un lontano e vetusto dettato religioso.
E so che il mito dell'uomo forte, fortissimo ha riempito pagine e pagine di miti e narrazioni letterarie fin dai primordi della storia dell'umanità – vedi il Milone crotonese delle cento statue scolpite dai più diversi artisti di tutte le epoche che vinse Olimpiadi e Giochi Istmici e Pitici a bizzeffe – passando per Ercole, fatto semidio per via delle sette-fatiche-sette che lo oppressero in Terra e forse ne avrebbe fatto volentieri a meno – ma Milone fu seguace di Pitagora lo scienziato e non di Maometto il profeta e non si rifiutò di andare in guerra bensì condusse alla vittoria i guerrieri crotonesi contro i nemici della città di Sibari.
Altre vite e storie ed ere sociali, d'accordo, e incomparabili fra loro e tuttavia, sempre per restare su Marzullo: 'Preferireste reincarnarvi in un pugile di grande successo mediatico che amava girare in limousine color rosa confetto e gli interni leopardati o in un Sofocle – che pure ebbe la sua bella educazione sportiva – che fu amico di Pericle e partecipò attivamente alla vita politica della sua città e ci consegnò i magistrali ritratti tragici e drammatici degli eroi del suo tempo in tragedie ancora oggi recitate e rappresentate?'
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domenica 2 giugno 2019

Mercanti in fiera

Ieri accadeva

Dimenticare Venezia
Rutilante, è la giusta definizione. Una città chiassosa e fulgente di artisti di ogni genere e tipo ed etnia e movimento di avanguardia e/o retrospettiva e di varia altra gente (e sono i più) che sull'arte e il talento degli altri 'ci campa' - vedi quei tali, i critici e i mercanti d'arte, che per due frasi raffazzonate e da 'fumo negli occhi' si fanno pagare come fossero orefici, e, per molti, vale la definizione di un mai dimenticato loro collega che scriveva sul vecchio Espresso-lenzuolo e li liquidava con un icastico: '...non si poteva dir meglio se si voleva dir niente'.
Però il 'mercante in fiera' è figura magica e molti artisti gli farebbero un monumento, se li adottasse e li inserisse nella sua scuderia - dove perfino notori ronzini diventano stalloni e le loro quotazioni vanno alle stelle perfino se raffigurano stalle di 'arte povera' o le vacche tagliate a metà e mostrate colle interiora in evidenza nelle teche piene di formaldeide.
E non c'è discussione sul senso e sul significato dell'opera che tenga, di sala in sala e di performance in performance e di biennale in biennale, perché 'gli artisti' e i loro derivati e succedanei sono come gli alieni di un pianeta a parte la cui lingua è sconosciuta ai più, ma non a 'quelli della erre moscia' - quella fauna internazionalista 'da biennale' che intasa calli e fondamenta coi vernissage. Gente totalmente e ridicolmente autoreferenziale che bene ha sbeffeggiato e coglionato Sordi in cinematografica visita alla B78 nel suo notissimo e gettonatissimo film di culto.
E conosco personalmente un tale, un 'artista' che ci ha la fissa della fica che neanche berlusconi, poverino, e la rappresenta e raffigura in cento e cento icone in tutte le salse e oniriche raffigurazioni, - postmoderno seguace del Courbet de 'L'origine du monde' che tante tortuose vie e nicchie psicanalitiche ha mostrato ai posteri; e naturalmente gli va a corredo il fallo, (yin e yang mai il Cielo li divida e li disperda), e si accompagnano (le artistiche fiche) colle inevitabili erezioni e le eruzioni di un altro tale di cui mi hanno s-parlato, che raffigura sbuffi di fumo e lapilli e colate laviche - neanche s'immaginasse possenti Giganti ipogei in frenetica e spavalda attività nelle loro segrete alcove.
E, l'altra sera, un cinese si mostrava al telegiornale regionale trasvolante sulla laguna colla sua artistica sposa, come se imitasse il Chagall che ben conosciamo, ma ci pareva, tutto quel suo apparato ingegneristico postmoderno e invenzioni gravitazionali leonardesche, una pallida imitazione di tanto 'dejà vu' artistico da dirla paccottiglia turistica della più vieta; e potremmo affidarne la vendita ai 'neri dei borsoni taroccati' che stazionano sui ponti pronti alla fuga e integrarli così nella baraccopoli turistico-artistica che intasa i vaporetti e riempie i ristoranti. E i più felici, in questi giorni di orge turistiche para artistiche, sono gli attori economici di sempre che riempiono fuori dai modi e privatizzano la città: osti e locandieri che magari dichiarano al fisco la metà di quello che dichiarano i loro dipendenti, giusto per stare alle statistiche.
Della serie: 'Dimenticare Venezia' e /o farne una copia galleggiante sulla foce del Po.
https://youtu.be/OfsJAgaY62E