domenica 30 dicembre 2012

Dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggere


Dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggere (parafrasi di un altr'anno 'nuovo')

E basterebbe l'essere scampati alla 'fine del mondo' per dirlo il migliore dei bisesti possibili, ma, in verità vi dico, che questo è stato un altr'anno delle nostre vite non troppo diverso dai molti che l'hanno preceduto né da quelli che lo seguiranno, se ancora avremo vita vivibile.

Un anno fitto di avvenimenti importanti – ma trovatemene uno di cui non si possa dire l'eguale.
Un anno d'amore – sicuri che quegli altri ne fossero vuoti? L'amore ha mille volti e mille nomi e mille sfumature – e se ravanate a fondo negli archivi rovinosi della memoria, sono certo che troverete qualcosa che può avvicinarsi all'idea di amore, quale che ne sia stata la forma.
Un anno che ha rasentato l'idea di morte e minacciato i vostri corpi di malattia – e anche qui ognuno avrà le sue storie da raccontare e i brividi alla schiena per averla scampata bella, lui o un familiare o una persona specialmente cara.

Insomma, cara la mia gente, quest'altr'anno che avanza, e gli manca poco per imprimere il suo numero nuovo sul calendario, è nient'altro che il vecchio anno che prosegue – e le lancette dell'orologio non cambiano giro e solo il silenzioso rinnovarsi delle nostre cellule ci dice nuovi ad onta della memoria dei fatti e degli eventi belli o catastrofici coi quali abbiamo interagito.

Vabbè, ho capito, non ve ne può fregar de meno di queste disquisizioni para filosofiche di fine anno. A voi interessa festeggiare e stappare lo spumante e farvi gli auguri e mettere su la musica a tutto volume e fare il trenino della tradizione – e anche questa è vita.

Buon Anno Nuovo a tutti, allora – qualunque cosa per voi significhi.Auguri-di-Buon-anno-Facebook-2013.jpg

venerdì 28 dicembre 2012

Il ritorno dell'Imbonitore

L'imbonitore è una vocazione. Non so dire se è un'arte.

A me fa tristezza – e quando mi suonavano il campanello quelli della 'folletto' e gli altri tristi venditori del 'porta a porta' a volte rispondevo pietoso e gli offrivo una tazza di caffè - e lui, grato dell'accoglimento, mi sintetizzava in fretta il pistolotto commerciale per non troppo disturbare, e recitava poco convinto tutto il nuovo tecnologico e l'efficacia nelle pulizie di quel suo attrezzo costosissimo - e usciva rinfrancato con una stretta di mano, pur se non aveva aggiunto un cliente ai pochissimi che ci cascano.
E che dire di quegli imbonitori tutt'affatto speciali che vendono porta a porta, con zelo degno di miglior causa, le fole di un supposto Geova -e spiegano puntigliosi e agguerriti ai profani tutto il loro diverso storico e le contro-leggende religiose che li dicono nemici del cattolicesimo e dei preti e dei cardinali?

E l'Imbonitore Massimo, - l'orrido venditore di mercanzia avariata che ha stipato per decenni i suoi programmi tivù con oscene scenette mercantili e interminabili filippiche sui materassi che ti guariscono dal mal di schiena, (interrompendo perfino le emozioni dei film più belli e commoventi)- l'Imbonitore maledetto è tornato in tivù: incubo atroce di ben tre lustri di s-governo e di avvilimento delle coscienze.
Accolto a braccia aperte dai conduttori in cerca di scoop e dalle conduttrici ilari e felici di ben leccare il piatto dell'immangiabile sbobba quotidiana, quest'essere volgare e privo del pudore e della vergogna per le menzogne che infila a raffica nei suoi concioni elettorali, quest'uomo di nessuna morale, ha trovato aperti tutti i varchi per un'occupazione militare dei video prima che scatti la par condicio.
E migliaia di ipnotizzati televisivi hanno roteato e sbarrato gli occhi di fronte alla danza macabra del cobra reale dei loro incubi diurni e già si dicono pronti a ri-votarlo, malgrado le troppe pentole senza coperchi dei suoi stra maledetti s-governi e le leggi ad personam e gli sconquassi istituzionali e lo spread alle stelle a causa della noncuranza degli eventi macro economici che ci assediano.574758_324012387711967_2048166836_n.jpg

E, badate bene, l'Imbonitore, per sua natura non dà risposte precise a domande precise. Se gli chiedi come rattopperà i conti dello Stato dopo che avrà tolto l'Imu – con quale nuova tassa o taglio di spesa sociale- lui non risponderà. Ricorrerà all'invettiva, come ha fatto ieri, dicendo cretini e ignoranti di economia coloro che lo assediano e gli pongono quelle fastidiose domande.
Imbonitore, appunto. Uomo di grancassa e sonagli alle caviglie. E, dietro a lui, il popolino volgare e inebetito delle sue tivù commerciali. La sua fanteria elettorale di sempre: ridanciani e felici come i lemmings in sovrannumero, di volare nell'abisso. 65051_10151352271896151_692751454_n.jpg

giovedì 27 dicembre 2012

Votantonio


Chi scende e chi sale. Espressione fortemente simbolica, di questi tempi.
E lo sapeva Dante quanto sapesse di sale 'lo scendere e il salir per l'altrui scale'. E lo sappiamo noi tutti che 'il mondo è fatto a scale' – e c'è chi scende 'in campo', vedi l'orrido berlusconi, e chi sale in politica, invece, ed è il 'padre nobile' e salvatore della patria Monti Mario, ottimate della Repubblica e garante degli interessi del Vaticano -senza il quale, in questo paese, 'non si muove foglia che Dio non voglia'.
E ben si sa come gli amati vescovi e i cardinali ci abbiano un filo diretto con Colui che tutto puote - e competere con l'opus dei e quelli di comunione e liberazione è impresa persa in partenza per noi laici privi di tanta spalla sovrumana.

Perciò rassegnamoci a scendere l'ennesimo girone infernale della nostra vita politica e sociale e, a febbraio, se non avremo l'ennesimo s-governo del cavaliere nero -che avrà raccolto il consenso del peggio del peggio del 'popolo sovrano' e i fiati intestinali anti-spread e anti-euro- avremo un centro-sinistra politicamente indebolito al Senato dalla pattuglia dei 'centristi' di Casini e Montezemolo. Che passano per essere i veri 'moderati' ma non è chiaro che cosa sia l'essere moderati in questo paese, se a definirsi tale è il barabba rotto a tutte le coalizioni (con la destra di Storace e con la lega del Maroni) pur di far argine e muro contro i 'comunisti' e la 'magistratura comunista' che ne insidia l'impunità e la ricchezza costruita in flagranza di corruzioni politiche e la politica comprata coi soldi offerti ai molti Giuda-parlamentari all'incanto - com'è accaduto nel cupio dissolvi del suo ultimo anno di s-governo.

Davvero sembra di scendere tutti i gironi infernali della vergogna e dell'infamia nel parlare che facciamo di questa nostra pezzente e maleodorante 'politica' e dei suoi protagonisti diabolici che 'scendono in campo' e si preparano all'ennesimo fuoco di artificio di promesse stupide e illusioni cocenti per il popolo bove che li voterà.

E se resteremo in Europa sarà per il rotto della cuffia e il vano esorcismo dell'incrociare le dita e del 'toccarsi di sotto' e 'fare le corna' secondo l'ipotiposi tipica del popolo degli Apuli -e ci confermiamo figli di Totò e dei film di Sordi e, anche in quest'altro passaggio elettorale, c'è da scommettere che, di là delle Alpi, scuoteranno la testa sconsolati e ci chiederanno pubblicamente dalle copertine dei giornali e delle riviste: 'Ma come fate voi italiani a tenere ancora bordone a questa fauna tragica e impresentabile dei maroni-berlusconi-storace?'

'Votantonio, votantonio, votantonio.'

mercoledì 26 dicembre 2012

Grazie dell'attenzione

Le festività natalizie hanno di buono che costringono la mente ai bilanci – in assenza del 'pressing' che fanno i giornali e gli altri media informativi sulle nostre emozioni e sul 'pensare di pancia' che ne consegue.

E stamattina ascoltavo il reportage di un radiogiornale da una piana intorno a Reggio Calabria, dove una tendopoli allestita della protezione civile e che dovrebbe contenere un massimo di 250 persone ne contiene, invece, 1000 di più – e tutt'intorno va costruendosi una baraccopoli di lamiera, un 'slum' come quelli che potete osservare nella cintura esterna di Città del Guatemala o a Manila o a Rio de Janeiro.
Segno che la crisi globale ci trasforma e siamo pari a quello che chiamavano orgogliosamente il 'terzo e quarto mondo' e oggi ce l'abbiamo in casa e cresce piano nelle periferie degradate delle nostre città impoverite.

E, da una fonte credibilissima, mi giunge notizia che la 'colpa' di quest'emigrazione disperata degli ultimi della terra, gli africani, è anche di questi nostri immigrati, clandestini e no, che fanno pervenire in patria la notizia 'stiamo tutti bene' ed è vero, invece, il contrario - e vivono in quelle baraccopoli orribili o ammassati nei capannoni dismessi e riempiono le carceri – e si dovrebbe avviare un lavoro di 'controinformazione' nei paesi di origine perché si sappia che il lavoro qui da noi non c'è più ed è preferibile che si potenzino gli aiuti allo sviluppo con progetti mirati e un attento e severissimo controllo del flusso migratorio alle frontiere piuttosto che questa miseria quotidiana dell'alimentare un sentire 'leghista' perché non siamo più da tempo il paese di Bengodi e anche la Caritas è in affanno e mancano i fondi per offrire un'assistenza di minima al popolo dei barconi.

E non si sente più parlare della questione 'migranti' dacché la Lega di lotta e di s-governo si è ritirata in un cantuccio della vita politica con la coda tra le gambe per via degli scandali e delle ruberie dei suoi eletti che la equiparano a tutti gli altri corrotti storici di quasi tutti i partiti che accusava col clamore dell'invettiva storica di 'Roma ladrona' - e oggi Milano e Varese ladrone rubano la prima pagina della corruzione che dilaga e impoverisce vieppiù il vergognoso paese delle prebende folli regalate agli eletti di ogni assemblea regionale e provinciale e comunale con l'aggiunta della 'mignottocrazia' di quando sostenevano berlusconi e il 'casto' formigoni.

Questo è quanto avevamo in animo di sottoporre alla vostra attenzione in questo noioso giorno di festa, cari lettori, arrivederci a domani e grazie dell'attenzione.

martedì 25 dicembre 2012

Del dirsi cristiani in un Natale di guerra

Ci risiamo colla storia sempiterna del Natale. Che torna uguale ogni anno e ogni anno uguali sono le recriminazioni sul Natale che non è quello del bambolino nella cuna - già profeta in grembo della madre e tanto di stella cometa sopra la Capanna nunzia di un Amore universale e redentore erga omnes – bensì un Natale consumistico e dimentico di tutte le belle cose che si facevano in famiglia.

E quest'anno , invece, le statistiche delle vendite di ogni genere di merce saranno al ribasso e, passando per le diverse zone della città a piedi, si notano sempre più numerosi i cartelli 'vendesi' e 'affittasi' fuori dalle vetrine dei negozi – a dire di una crisi che 'pareggia tutte le erbe del prato' ed è come le locomotive d'antan che fermavano sbuffanti in tutti i paesini e nessuno, oggi, che scende dai vagoni perché un gelo immobile paralizza tutto, e non si commercia, non si produce, non si esporta.

E altrettanto gelo e maggiore paralizza la coscienza civica dei molti che paventano da queste elezioni un ritorno alla follia berlusconiana dello spread impazzito e della predicazione anti europea e anti euro e non sappiamo che cosa ci accadrà in quest'altr'anno che viene -orribilis già in partenza per le facili predizioni negative di un barabba che non vuole scomparire dal palco disastrato e dalle assi sconnesse dove saltella ingessato in viso come in un vaudeville di quart'ordine - e battute sempre più avvilenti e meschine e la maschera del bauscia-pensopositivo che gli si sfila dal viso e ne rivela il ghigno malvagio e revanscista.

Eppure abbiamo futuro e un futuro senza più quest'attore tragicomico di quarta fila è possibile e un'altra Italia cova sotto le ceneri dell'impazzimento collettivo di tre lustri di s-governo e avvilimento istituzionale e, 'forse ce la faremo' perché la speranza sempre risorge e ci riscatta e ci dice uomini capaci di cavalcare l'onda negativa della storia e risorgere dalle ceneri – con e senza l'aiuto di leggendari profeti palestinesi che, 2012 anni dopo quei lontanissimi accadimenti, ancora ci dicono 'cristiani'.

domenica 23 dicembre 2012

Del popolo che si vuole sovrano

Aiuto! E' cominciata la campagna elettorale! E tutto il peggio del paese si riversa come un fiume inquinato degli scarichi industriali ricevuti lungo il suo corso in questo rito stanco, stupido, della cosiddetta 'democrazia' - ed è, invece, un solitario destreggiarsi nel seggio elettorale tra liste e candidati improbabili e disinformazione dei soliti 'cretini alle urne'.

E provate voi a piazzare un tavolo all'ingresso di un certo numero di seggi della maggiori città e di qualche paesotto della bassa e del centro e del sud e fare un esamino piccolo-piccolo di educazione civica a chi entra animato delle peggiori intenzioni: di dare, cioè, il suo voto, al solito barabba-imprenditore di ridicole promesse e leggi ad personam che invade i teleschermi - e non si trova un 'giornalista' degno di questo nome o un c.....ne di conduttore che gli faccia finalmente la domanda giusta: 'Con quale nuova e diversa tassa e/o tagli di spesa sociale o sconquasso dei conti dello stato appena rimessi in ordine lei rimpiazzerà l'imu che promette di abolire?'

Già, perché c'è in giro una marea di suonati pronti a dare fiducia al primo cretino che promette mari e monti (oops!) e tutto ciò che è avvenuto un anno fa - lo spread impazzito, la bancarotta dello stato, le istituzioni svilite e il parlamento comprato dai soldi del solito noto (ricordate i denari di Giuda dei sedicenti 'responsabili? gli scilipuoti, i razzo e l'altra fauna orrenda che ci fa vergognare di dirci 'umani' se anche loro lo rivendicano impuniti) – tutto ciò che è avvenuto appena l'altro ieri, tutto dimenticato! e si torna al voto 'di pancia', ai fiati intestinali del peggio del peggio del paese-italia.

Monti, in fondo, era una soluzione. Come i Barbari alle porte di Roma -e l'Impero romano era stanco di espandersi e tenere sotto giogo tutti quei popoli diversi e non c'era all'orizzonte un novello Cesare- come i Barbari di allora, i tecnici di governo erano la 'cosa nuovissima' e sorprendente e capaci di 'fare il lavoro sporco' dei tagli e delle tasse e avevano fatto piazza pulita di tutte le stupide illusioni di essere 'popolo sovrano' solo grazie a quel rito stanco: di infilare una scheda nell'urna – e non sai che fa il tuo concittadino di là, nel seggio accanto, che ghigna di gioia per aver di bel nuovo votato il barabba della confusione politica e dello sconquasso istituzionale allo s-governo del paese.

E chi mi parla di democrazia come panacea di tutti i mali, mi vien voglia di estrarre la mitica pistola e invitarlo 'gentilmente' ad assidersi nella poltrona di un cinema d'essai e gli metterei negli occhi gli stecchini come al protagonista di 'Arancia meccanica' e lo obbligherei a rivedere il film dei nefasti berlusconiani degli ultimi lustri e di Tangentopoli e dei socialisti ambrosiani di Craxi e Pilliteri fino all'urlo finale del suo impazzimento.

Popolo sovrano? Ma chi ha tenuto a battesimo un'espressione così spaventosamente derisoria, maledizione! E tuttora infierisce! malgrado i tre lustri di corrotti e malnati e barabba allo s-governo della Repubblica.

bibliografia essenziale: J.Saramago - Saggio sulla lucidità
K. Kavafis - Aspettando i Barbari

sabato 22 dicembre 2012

Era una soluzione, dopotutto.


Vabbè. Non è venuta. La fine del mondo, intendo. Era una soluzione, dopotutto. Perché, sappiatelo, attizzare una speranza, suscitare un'emozione, illudere di un evento clamoroso e risolutivo è una crudeltà, se, dopo, tutto torna come prima e peggio di prima.

E ci aspettavamo di avere una risposta a tutto l'ambaradan delle nostre vite confuse e caotiche e di sapere dov'era e com'era il Grande Raduno di Giosafatte -con tutta quella gente incredibile riunita che si osserva, stupita di esserci per davvero e risorti dalle antiche tombe e dalla polvere e i vermi.

Contadini dell'anno Mille vestiti dei loro stracci, buffoni e saltimbanchi, monaci e abati sdegnosi e cavalieri e conti e baroni europei mescolati con soldati della dinastia Ming: che paiono quelli delle tombe ipogee della Grande Muraglia messi come spaventapasseri a dissuadere i nemici dall'attaccare - e chissà chi l'ha avuta quell'idea geniale, ché bastava una freccia che scalfisse la pietra e la notizia dei soldati-fantocci messi sugli spalti per sopperire alla carenza sarebbe subito dilagata per tutta la pianura mongolica e 'apriti cielo!' le invasioni.

E pensate alla gente di Pompei, che si scrolla di dosso tutta la cenere e i lapilli e si abbracciano e si salutant, -morituri redivivi di quella po' po' di tragedia- e si chiedono stupiti 'che ci facciamo qui', noi che del Cristianesimo non abbiamo condiviso i miti e i riti – e tu guarda quegli indiani, induisti di vocazione, che non ne vogliono sapere di obbedire ai diktat degli Angeli dell'Apocalisse che ordinano, le spade fiammeggianti in mano: 'Gli Indiani tutti di qua e i Cinesi di là. Ferrara! spostati di là che ci dobbiamo mettere i Cinesi.'

E, a parte 'sta storia di Giosafatte che ci ha sempre lasciato perplessi ogni volta che ce la raccontavano - come quell'altro raduno incredibile degli animali tutti stipati nell'Arca del Diluvio Universale – resta il fatto che alzare gli occhi al cielo stamattina, che doveva essere oscurato dalle polveri di una colossale eruzione o dal botto di un asteroide, ci lascia vuoti dentro perché, in fondo, aveva ragione Majakovski quando scriveva, un filino depresso per via della Rivoluzione Tradita, che: 'In questo mondo non è difficile morire. Vivere è, di gran lunga, più difficile.'

Alla prossima fine del mondo, gente. Tiratevi su le maniche e lavorare. Mi sa che ne avremo ancora per qualche millennio.
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martedì 18 dicembre 2012

Del leccare il piatto in cui si mangia 6

Pare che perfino Venezia crepi di crisi. Negozi vuoti e Natale con i tuoi – nel senso che di soldi per andare in montagna o a Vienna e Parigi e Berlino proprio non ce ne sono e il ceto medio boccheggia svenato dall'Imu che penalizza i coniugi separati al modo del Fieramosca morente (vile, tu uccidi un uomo morto).
E giusto i commercialisti lavorano sodo e campano e ingrassano sulla disgrazia delle tasse da pagare col sovrappiù del loro onorario e dello spauracchio di Equitalia che ci sta alle calcagna e tutti ci minaccia.
Così la 'fine del mondo' dei Maya passa in secondo piano e diventa burletta – se comparata colla presente disgrazia dell'impoverimento generale e della ri-discesa in campo del solito noto e dell'esercito dei cretini che si stiperanno alle urne per affossare l'euro e l'Europa e ci estirpano dal petto l'ultimo fiato mortale: 'Ma che due palle!'

E ieri, una 'ascoltatrice' di eloquio forbito ed estrazione alto borghese - verosimilmente una p.r. dell'entourage del barabba incaricata di rintuzzare ogni pubblica voce avversa al suo padrone di denari – si lamentava del fatto che lo spettacolo squallido mostrato dalla D'Urso in tivù di leccamenti insistiti del piatto in cui mangia fosse definito uno 'show' dal lettore dei giornali.

Uno show di noia mortale e ordinario schifo di reti private al servizio pedissequo del padrone. Dove ormai si recita a soggetto un unico copione di bassa lega che nemmeno la Lega riesce più a far digerire ai suoi supporters e fedeli elettori. Un farsa che si ripete per la sesta volta uguale, uguale, - sberleffi e scene madri recitate a memoria senza neanche provare un nuovo cachinno, un guizzo giullaresco di nuovo conio.
Sipario. Giù il sipario, per carità di patria.

domenica 16 dicembre 2012

I peggiori anni della nostra vita


Fuggono i 'migliori anni della nostra vita', uno dopo l'altro, e il ricordo dei troppi accadimenti di ognuno impallidisce e muore - e solo la post moderna 'biblioteca di Alessandria' di Internet ce ne riporta alla memoria alcuni con la dovuta vivezza e l'importanza che hanno avuto al tempo del loro accadere.

E se facciamo tanto di elencare i principali e darci ragione del perché li abbiamo collocati in quella posizione nella nostra privata classifica, ci rendiamo conto di quanto sia stato relativo l'attribuire un primo e un secondo e un terzo posto - relativo a chi eravamo allora e a quali convincimenti esprimevamo e ci turbavano gli animi.

E avevo quattordici anni, - ascoltavamo le prime radioline portatili a transistor perfino nei luoghi pubblici, ricordo - e, in un vaporetto, la sera, lo 'speaker' di un radiogiornale recitò la notizia dell'assassinio di J. F. Kennedy a Dallas e tutti i presenti mi si fecero dattorno e tutti commentavano affranti l'orrore e lo sdegno e l'ira verso l'assassino – e io mi sentivo morire dentro per quell'uomo assassinato che immaginavamo, santo subito già in vita, come il migliore interprete delle ansie di un 'mondo nuovo'. Un uomo che aveva sconfitto la 'guerra fredda' e bloccava l'istallazione dei missili a Cuba e mandava a dire all'universo mondo: 'Non chiedetevi che cosa ha fatto per voi il vostro paese, bensì che cosa avete fatto voi per il vostro paese'.

E quando hanno eletto Obama, il democratico di origini razziali commiste, il campione di un altro 'mondo nuovo': il mondo 'melting pot' globalizzato, ho fortemente temuto che quegli stessi poteri de 'l'apparato militar-industriale' che fecero uccidere Kennedy, ripetessero il folle gesto dell'assassinio di un presidente. E l'abbiamo scampata bella, invece, e le lacrime di quell'uomo per la strage dei bambini di ieri in una scuola elementare mi confermano che nessun mondo nuovo è all'orizzonte, bensì l'Impero del Male assoluto che tutti ci avvolge come una maledetta ragnatela nel caos degli eventi possibili e nefasti – e nessun Dio provvedente e amorevole ci soccorre che giustifichi quanto avviene e ci indigna e ci spaventa e ci addolora nel corso dei migliori e i peggiori anni della nostra vita.

Buon 2013, cari lettori/elettori, qualsiasi cosa quest'augurio significhi per voi. 
 

martedì 11 dicembre 2012

Il ritorno del Cretino 7 - Vendetta finale

La campagna elettorale partita due giorni fa avrà il merito di fare chiarezza su alcuni tra i principali temi del dibattito sociale e politico.
Che cos'è lo spread lo sanno ormai anche gli asini che residuano sugli altopiani della Basilicata profonda e rischia di diventare il remake di una nota canzone di Capossela.

Dubito che gli italiani che voteranno berlusconi (rigorosamente con la minuscola perché una tale macchietta italica da vecchio film di Sordi non è il caso di degnarlo della maiuscola), dubito fortemente, dicevo, che sappiano quanti milioni di interessi sul debito pubblico siano stati pagati sull'altare di quel maledetto differenziale tra i bund tedeschi e i nostri buoni del tesoro.

Così come dubito fortemente che tutti i suonati italioti -urlanti nei bar o nei salotti delle loro case che chiunque prometta loro di abolire l'imu lo voteranno-, dubito che sappiano come e con quale nuova imposta o cancellazione di spesa sociale (sanità, difesa, scuola, trasferimenti agli enti locali) verrà coperto l'immenso buco di bilancio che si aprirebbe nelle casse dello Stato e dei Comuni.

E purtuttavia questa immensa 'pancia' dell'Italia infame, l'Italia merdosa di sempre, si raccoglierà osannante come un sol uomo dietro il suo campione di promesse mai mantenute - quel Barabba di cento processi prescritti a botte di leggi ad personam o ad aziendam che saltella come un Pippo-cammina-dritto sul palco della rediviva notorietà universale chiocciando le sue ridicole affermazioni populistiche da tre palle un soldo - ricostruzioni oniriche di un Italia nuova senza più spread né euro, ne Europa e capace di rinascita economica prodigiosa.

Non è costui che dovremmo avversare e cancellare dalle nostre agende audio-video dei prossimi due mesi ( e lo faremo perché 'che due palle!!'), bensì il 'ritorno del cretino' alle urne: l'italiota furbo che si frega le mani ed esce dal seggio elettorale cogli occhi lucidi di una sua segreta soddisfazione truffaldina e dice alla moglie o agli di bar e di forum : 'Gliel'abbiamo messo ancora una volta nel c... ai maledetti comunisti delle tasse e dei conti dello Stato in ordine!'.

Prossimamente sugli schermi di tutto il paese: 'Il Ritorno del Cretino7 - La Vendetta finale'. Buona visione.

domenica 9 dicembre 2012

il miserabile teatro degli umani

Succede uguale anche ai figli della buona borghesia. Di impazzire, intendo.
E il teatro è il medesimo: un duetto con un immaginario nemico chiuso all'interno della mente – e guardano davanti a sé come l'avessero al cospetto e le invettive, chissà perché, si arricchiscono -uguale come nei dialoghi rabbiosi dei proletari e sottoproletari allo bando psichico- di parole-schifezze: 'te lo vai a pigliare nel c...', e 'sei un'emerita tr..a', e 'quel grandissimo str..zo del tuo amico'.
Dove le differenze di censo si notano sugli aggettivi forbiti: 'emerita', 'grandissimo', 'pigliare' - e nella dotta prolusione in perfetta lingua italiana e corredo di erre moscia.
E, per una volta, la pazzia 'pareggia tutte le erbe del prato' come la morte - e assume qui poca importanza l'adagio che vuole che il padrone sia tale perché conosce diecimila parole in più del suo operaio.

Venezia è sempre bella, pur nell'umidità fredda che l'attanaglia e mai s'è visto, da decenni, un ponte dell'Immacolata così moscio e deserto di presenze turistiche - e i neri delle borse taroccate se ne stanno infreddoliti e battono i piedi e sembrano i colombi malatticci con le piume arruffate che verranno presto predati dai gabbiani .

Ma oggi osservano con bonomia, e divertìti, il teatro dell'assurdo della giovane donna che recita con bravura il pezzo della sua misteriosa follia e sorridono come fossero dei privilegiati rispetto a quell'indigena 'partita' verso i lidi della follia, chissà come e perché.
Ma, forse, già dopodomani, quello stesso che l'osserva e la commisera tenderà la mano mendico perché escluso, a sua volta, dalla conventicola criminale dei venditori abusivi che hanno fatto cricca e comunella e numero chiuso.

Chi sta in alto e chi sta in basso, scriveva Brecht in molte sue memorabili poesie didattiche.
Già. E mai come in questo momento di crisi globale, che si aggroviglia e non mostra luce in fondo, al tunnel le fredde stelle di novembre 'stanno a guardare' indifferenti il miserabile teatro degli umani.

giovedì 6 dicembre 2012

una faccia, una razza


Dovremmo eleggere lo spread 'uomo dell'anno' e/o 'uomini dell'anno' quegli oscuri 'traders' dei cosi detti 'mercati' che lo mandano su e giù lungo il grafico dell'affidabilità economica e politica (le due cose, lo sapete, sono strettamente connesse) dei diversi paesi dell'Unione Europea.

Perché la serietà di questo paese e la sua affidabilità economica -dopo quindici anni di s-governo berlusconiano e i bubusettete ai vertici del g8, le 'serate eleganti', le 'igieniste dentali' candidate nelle liste elettorali- ci sono state restituite grazie allo spavento di cosa sarebbe successo se lo spread avesse sforato quota 600 – e la Grecia dalle reni sociali spezzate è a un passo da noi, 'una faccia, una razza'.

E tornare alla serietà e all'affidabilità politica ci è costato lacrime e sangue e ancora siamo indignati e incazzati per le cifre dell'imu che andiamo a pagare -una patrimoniale stramaledetta che prosciuga le tredicesime e uccide il ceto medio e deprime l'economia perché i consumi si confermeranno stagnanti anche sotto Natale.

E si è dovuto fermare la democrazia e affidare la gestione del governo ai 'tecnici' -perché quando si tratta di operazioni a cuore aperto ci affidiamo ai migliori chirurghi e li paghiamo profumatamente pur di non morire, ma ecco che il miliardario ridens, il lex luthor dei cento processi prescritti torna saltellante sulla scena a dirci che lui ha la cura omeopatica che serve al paese stremato e risorgeremo e, male che vada, la prossima estate tutti in Grecia, nelle colonie estive, - e al mare si andrà in mutande perché i costumi da bagno costeranno troppo, perfino quelli di produzione 'made in Cina'. Una faccia, una razza.530390_483727781665264_967755508_n.jpg

martedì 4 dicembre 2012

il caro leader a sant'Elena

Chissà che succederà se il governo Monti cadrà per l'opposizione di ciò che resta dell'armata-brancaleone radunata nel partito delle libertà (sic!), tornato con la coda fra le gambe all'ovile del suo padrone di denari.

Perché pare che verrà presentato un decreto-legge che impedirà ai condannati di ogni grado di giudizio di candidarsi al governo del paese - che è cosa sacrosanta e dio sa quanto tardiva e che ci avrebbe risparmiato un gran bel po' di ondate fracassone della presente ondata di antipolitica e sconquasso istituzionale e sociale e 'politico' (si può dire 'politico', nel senso nobile della 'polis', quello che osserviamo in questo paese di infami?).

E ci piacerebbe poter predire che, se il pdl e il suo padrone decidessero per la crisi di governo al fine di ostacolare l'approvazione di quel decreto-legge, gli italiani, tutti, come un sol uomo! insorgerebbero sdegnati e punirebbero quei malnati con uno zero-virgola di voti al partito dei residuati bellici, ma non ne siamo affatto sicuri.
Perché c'è ancora, nascosta nelle giungle mefitiche del paese, una sacca di irriducibili e rancorosi, un reggimento di 'giapponesi', riuniti nel club 'menomalechesilvioc'èstato', che si dicono pronti a ri-votare quella schiera di personaggi ridicoli che ancora si fregiano di appartenere a una sedicente 'area liberal' e sono, invece, nostalgici di 'quando c'era Lui, caro lei' - e Lui è il Barabba notorio, lo sfascia-carrozze di sempre, il condannato Silvio Berlusconi che ha fatto lo slalom fra cento processi, mandandone in prescrizione novantanove grazie alle leggi ad personam e ai suoi 'cavalli di Caligola' piazzati in parlamento, ma inciampando sul centesimo - e oggi teme per le sue aziende e per i dorati 'domiciliari' che potrebbero essergli imposti nella villa di Arcore o a villa Certosa, beato lui, il caro Leader inaffondabile e vitale, il Napoleone che non vuol saperne di prendere meritata residenza definitiva a Sant'Elena.

lunedì 3 dicembre 2012

Il futuro alle spalle

La competizione elettorale tra Bersani e Renzi non mi ha appassionato, come sapete. E ha premiato chi, in cuor mio, più meritava dell'avvilente quadro della politica nazionale perché il 'nuovo che avanza' è più vecchio del vecchio che intendeva 'rottamare'. Rottamare, già.

A sentire questi giovani rampanti che aggrediscono il futuro con gli slogans più triti e la baldanzosità degli apprendisti-stregoni rotti a tutte le più magiche ampolle fumanti il futuro è governabile e ancora contiene le 'magnifiche sorti e progressive' che illusero gli avi ottocenteschi, dopo l'invenzione dell'elettricità e i primi lampioni sulle strade e quella del telegrafo che varcava d'impeto gli oceani e precorreva la disgrazia massima dei 'telefonini' e della chiacchiera universale che asfissia il nostro postmoderno quotidiano. Viva l'Ottocento dei lampioni a gas e delle carrozze tirate dai cavalli e le crinoline delle signore e le missive inviate col corriere a cavallo.

Il futuro, invece, è denso di insidie e di domande ansiose. 'Avremo mai una 'pensione'?', si chiedono in coro i sedicenti 'giovani'. La pensione, già. Quella mitica elargizione statale che riempie le tasche dei vecchi parassiti dello stramaledetto 'stato assistenziale'. Ma ha sorretto, invece, le fasce basse della popolazione giovanile dei contratti a chiamata o 'a progetto' perché integrava il poco reddito percepito dai 'bamboccioni' e consentiva loro il magno gaudio del pacchetto di sigarette e la movida alcoolica notturna dei caciarosi rompiballe. Così, giusto per ripagarli di uguale linguaggio denso di quella acredine che li spinge a 'rottamare' tutto il preteso 'vecchio' con le 'chiacchiere da bar' o da movida del caxxo.

E niente mi toglie dalla testa che il Renzi si sia mosso da quelle premesse prepolitiche e 'di pancia' giovanile (che soffre di uguali fiati intestinali di quella degli avi) per offrire le facili promesse del suo 'programma di governo'. E, credete a me, meglio fidarsi di colui che non ama pettinare le bambole e vuole togliere le occhiaie ai panda, perché 'gallina vecchia fa buon brodo', si diceva un tempo. E il futuro è sempre alle spalle.