domenica 30 agosto 2020

Oui, je suis Linus.


E qualche vignetta delle più note la butta in filosofia e transiti da un mezzo sorriso a un pensiero molesto perché è vero che non c'è precisa identità tra una idea alta di umanità - che rintracci solo in singoli episodi di persone speciali, e alcune le diciamo 'sante' o 'eroi' .
E la 'ggente', invece, è una massa di personaggi indefiniti e inclassificabili; metti quelli degli assembramenti e delle movide, subito bollati come untori di ritorno, 'ggente' irresponsabile e ingovernabile e che ti fanno perfino le marce contro l'uso politico del covid e lasciano supporre che qualcuno ci campi sopra questa disgrazia per far durare lo s-governo della repubblica.
Idea non peregrina, in verità, se consideriamo lo spavento che i giornalisti embedded inducono nei telespettatori meno muniti di armi critiche - e sparano a palle incatenate fuori dai video i numeri in aumento dei 'contagiati' (aita!aita!) e solo a mezza voce aggiungono che i tamponi che li rivelano sono in aumento esponenziale.
Tamponi che vai contagiati che trovi, giusto per semplificare ad uso della 'ggente'.
E giornalismo d'accatto e 'più realista de re' che ci dice la 'ggente' organismo e categoria sociale fragile e soggetta alle peggiori suggestioni e obbedienze.
Oui, je suis Linus.
Nessuna descrizione della foto disponibile.
  • ...che. poi, se arrivassimo a 'tamponarci' un po' tutti, dimentichi dei diritti lontani che ci derivano dall'habeas corpus del dodicesimo secolo, scopriremmo che siamo un po' tutti contagiati effettivi o ex post e, forse, torneremmo a parlare della mitica 'immunità di gregge' che costringe il virus in un angolo pandemico e depotenziato al punto da dirci tutti o quasi 'asintomatici'. Ecco un modesto suggerimento per mettere fine alla campagna di s-governo infodemico: 'Tamponiamoci tutti!' Intasiamo le asl e i gazebo e i laboratori di analisi. Morte al virus (e a chi ne fa un uso politico)!
  • habeas corpus nell'Enciclopedia TreccaniTRECCANI.IT
    habeas corpus nell'Enciclopedia Treccani
 

Gli auspicati orizzonti di futuro


30 agosto 2016 · Gli auspicati orizzonti di futuro
E' certo che tra l'abitare la verticalità o l'orizzontalità, per una volta, sceglierei la seconda. E l'immobilità assoluta del canale e la struttura in acciaio e la stazza e la quantità di stanze sottobordo che si infilano una dietro l'altra e l'eleganza da 'design' di alcune di queste gigantesche 'peate' che un tempo solcavano i canali e bordeggiavano sotto costa sono tali da dirle migliori delle case nuove di abitazione in periferia e seconde solo alle meravigliose case storiche del centro che salgono per gradoni successivi e disegnano la spettacolarità del triangolo che le chiude in altezza con gli interni abbaini e dell'insieme della Gand fiamminga di Van Eyck e di Robert Campin, il Maestro di Flèmalle.
E camminarci di mattina, appena dopo l'alba, lungo il canale immobile e le case a specchio e un'arietta sbarazzina che ti fa dimenticare l'afosa stanza priva di aria condizionata della notte è piacere da re e tutte quelle figliole da Ovomaltina che sfilano in bicicletta pedalando di buona lena la dicono città felice o anche solo serena, - che, di questi tempi di morti ammazzati e 'radicalizzati sul web' incistati nelle banlieues delle città del Belgio, è cosa preziosissima e auspicato orizzonte di futuro.... (segue)
L'immagine può contenere: cielo, spazio all'aperto e acqua
L'immagine può contenere: spazio all'aperto e acqua
L'immagine può contenere: cielo, spazio all'aperto, acqua e natura
L'immagine può contenere: cielo, abitazione e spazio all'aperto

E a dirci la Storia sono le architetture e le pitture e le biblioteche – che qui a Gand si sono mantenute pressoché integre, malgrado guerre e alluvioni e le religioni e gli scismi - che gli opposti di fede andavano casa per casa a sgozzare intere famiglie, peggio degli Hutu e dei Tutsi - e Bruges si appoggiava all'Inghilterra fiera dei suo commerci marittimi e con l'entroterra e la puniva il re francese tombando i suoi canali e distruggendo le mura , - il tormentone tragico di quei secoli di dinastie che si succedevano succhiando e spargendo sangue ad ogni detronizzazione e nuova intronizzazione e il papa di Roma come potente supervisore o alleato o nemico che 'sterminateli tutti, dio riconoscerà i suoi'.
Però la Storia offre brevi o lunghe distensioni e momenti di pace e di straordinario sviluppo economico ed ecco alzarsi le torri ed erigersi le meravigliose cattedrali – e perfino il mercato coperto della città di Gand pare una chiesa e mostra i contrafforti all'esterno - il mercato come religione laica e i mercanti i suoi sacerdoti ricchi e pii e che finanziavano le guerre dei principi, ma alcuni, illuminati ante litteram, costruivano i quartieri operai e artigiani a prezzi calmierati e abbellivano la città con 'periferie' che oggi ce le sogniamo....

giovedì 27 agosto 2020

Il ritorno dei liberi Comuni (e Regioni)

Finiranno per farne un partito politico. Il pc19. Partito 'virale' in cui confluiranno tutti i delusi del pd in vistosa perdita di voti, quelli del m5s - che franerà alle prossime elezioni amministrative per le ovvie ragioni della cadrega e dell'abbandono di quasi tutto il suo programma di distinzioni e di 'lotta alla casta', più quelli di Leu e di + Europa, per tema di non farcela a superare la soglia del 4 per cento alle politiche prossime venture.
Perché ormai le distinzioni vere e che più contano non sono quelle della buona amministrazione civica e della lotta alle disuguaglianze e/o del 'prima gli italiani' a fronte dell'armata degli arrembanti a migliaia dal Mediterraneo e nuovi affluenti in Italia - che, se le statistiche fossero veritiere e registrassero con puntualità e rigore l'effettiva presenza dei clandestini-vagantes fuori e dentro le frontiere-Schengen ridotte a colabrodi, supereremmo di gran lunga la soglia già drammatica di un dieci per cento della popolazione di provenienza extra comunitaria.
Che per fortuna non vota, perché – come ha sottolineato, in Francia, Houellebcq in 'Soumission', romanzo predittivo di eventi prossimi venturi, quel 10 per cento sarebbe un partito politico capace di sconvolgere i già miserabili 'equilibri' politici della palude politica nostrana - legata alla maledetta formula costituzionale di 'repubblica parlamentare'. Una palude dove si formano le precarie e vituperevoli maggioranze di s-governo degli incollati alle cadreghe che temono come la peste di 'essere mandati a casa'.
E qui torna il partito del covid19, solo programma politico ed egida di questa maggioranza di infami (che non lasciano fama) che potremmo mandare a casa a settembre e zittire i loro clamanti sostenitori (sardine, sardoni e gli altri banchi ittici aggregati) che, sui social, sputano veleno su chiunque si azzardi a diminuire il peso sociale della pandemia ai fini di una effettiva 'ripartenza' che salvi l'economia e ci restituisca il sapore delle libere vite.
E il veleno sputato a piene tastiere su Briatore è solo la punta di un iceberg che chiameremo 'gli odiatori sinistri', - molto sinistri. Che sono una minoranza nel paese (come si dimostrerà fra qualche giorno) ma hanno costituito una 'Bestia' potentissima sui social – la nuova 'agorà' del terzo millennio – che filtra e canalizza il fiele e il veleno degli incollati alle cadreghe che già si vedono avviati ai reparti ospedalieri competenti per la dolorosa operazione di distacco chirurgico della cadrega dagli onorevoli c.li.
E il covid è il loro alibi e il muro di gomma su cui rimbalzano tutte le distinzioni e le diverse (e convincenti) considerazioni che facciamo noi antagonisti e libertari. Ma non c'è dialogo, non c'è citazione del parere degli esperti di controparte che li con-vinca (vincere insieme).
Guelfi e ghibellini. E muri.
Alti e merlati da cui costoro gettano di sotto l'olio bollente contro gli assedianti.
Lasciamoli suonare le loro trombe stonate. Il 20 settembre noi suoneremo le nostre melodiose campane.
E' l'era nuova dei liberi Comuni e Regioni.
Alle urne, Alle urne!
tag: Guelfi e ghibellini
 

mercoledì 26 agosto 2020

Ansiolitici e letture tranquillizzanti

Ansiolitici e letture tranquillizzanti

E' davvero buffa, per dirla con pacatezza, questa propensione delle genti sinistre (nomen omen?) a parteggiare per la persistenza in cronaca e chiusure relative del virus crudele e malvagio e rio – che oggi si mostra sedato e un filo bastonato fuor da ogni tampone, (grazie anche alla migrazione in genti giovani e all'immunità di gregge che favoriscono), ma domani vedrete, oh malaccorte cicale di destra fede, quanti di voi, genitori e nonni e cugini anzianotti, si ritroveranno nelle rianimazioni con affanno respiratorio. Penitenziagiteee!
Savonarola davvero vi fa un baffo.
Che poi: tutto questo battage di menagrami, notava un accorto cronista, favorisce l'ansietà dei poverini di poca fede e dottrina - che al minimo starnuto e colpo di tosse faranno la fila fuori dagli ospedali per tema di essere prede del ferocissimo alieno Covid2020-OdisseasulpianetaTerra.

Che vien voglia di far corna e bicorna e toccarsi di sotto e davvero non capiamo perché mai costoro non si rilassano almeno un po' e godono della tregua e si augurino che sia permanente e si torni a vivere, per Dio! Dopo tanto fracasso delle economie con ribassi storici e sconquasso di viaggi sospesi per tema di restare imprigionati in un qualche aeroporto del vasto mondo pandemizzato.
Bisogna imparare a convivere con la malattia, brava gente e, a un tal proposito, vi posto un interessantissimo articolo (già postato, in verità, ma 'repetita iuvant') e un'altro più sotto dove si dà conto di un libro scritto in Germania che mi farete il favore di leggere con la dovuta attenzione.
Badate che domani interrogo. Nel frattempo un ansiolitico potrà giovare.
Secondo gli storici, la fine sociale della pandemia potrebbe arrivare prima di quella sanitaria. Lo evidenzia anche il dibattito sulla riapertura, che è dettato dal processo sociopolitico e non solo dai dati medici. Leggi
INTERNAZIONALE.IT
Secondo gli storici, la fine sociale della pandemia potrebbe arrivare prima di quella sanitaria. Lo evidenzia anche il dibattito sulla riapertura, che è dettato dal processo sociopolitico e non solo dai dati medici. Leggi
Secondo gli storici, la fine sociale della pandemia potrebbe arrivare prima di quella sanitaria. Lo evidenzia anche il dibattito sulla riapertura, che è dettato dal processo sociopolitico e non solo dai dati medici. Leggi
 
 
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    La vera letalità del coronavirus: un libro inchioda gli allarmisti
    IT.INSIDEOVER.COM
    La vera letalità del coronavirus: un libro inchioda gli allarmisti
 

martedì 25 agosto 2020

Che vi sia ciascun lo dice. L'Essere e il Covid.





'Perciò è necessario che sia per intero, o che non sia per nulla.' - Parmenide
Diciamo che se l'è cercata, il Parmenide, la contestazione radicale dei sofisti – che di quel suo rovello sul Nulla che non è e l'Essere che è, perché non può non essere, si burlarono e gli tolsero la sedia di sotto al sedere affermando che la Verità non esiste e buonanotte al secchio.
E ha un bell'affermare, il Parmenide, che le cose non sono e tutto del mondo degli uomini è apparenza, velo di illusione, però se gli cascava una tegola sul capo, beh quella è esperienza ben tangibile e il bernoccolo ne è la prova provata e sarà pure illusione ma duole, mannaggia, oh se duole e fa 'veder le stelle'.
Stelle che sono perché rilucono di notte – e oggi sappiamo che bruciano idrogeno ed elio e sono bianche e nane o giganti rosse e collassano e diventano buchi neri e sfumano in una qualche cosmica idea del Nulla, - che è o sarà e ce lo diranno gli ardimentosi con le loro magnifiche navicelle spaziali che vi si faranno inghiottire, scomponendo la materia nelle sue componenti ultime di particelle e onde.
E di Parmenide diciamo che si è incartato, in quelle sue bizzarre idee del Nulla che non è perché l'Essere non può provenire dal Nulla – e mi piacerebbe, in una teoria del Tempo circolare e viaggi nel Tempo possibili in una diversa fluttuazione cosmica, andare a fargli visita in Grecia (ben altra da oggi e magnifica di templi e mare pulito) e raccontargli un po' delle nostre scoperte della meccanica quantistica e che E=mc2 e della teoria del Caos e dell'entropia che scaturisce dalle leggi della termodinamica e della dissipazione dell'energia, che sembra che tutto finirà in Nulla, se non progrediamo ulteriormente nelle conoscenze delle cose prime ed ultime e la fermiamo, se mai ne saremo capaci.
Ma l'impressione è che non ne capirebbe un granché delle future cose dell'Essere e del Tempo e del Big bang del plasma ipercompresso che prefigura l'odiato Nulla e mi prenderebbe per matto e mi denuncerebbe per paganesimo ai probiviri della città - e dovrei premere il pulsante di rewind di un ritorno al futuro che ho nella cintura e mi ritroverei nel confortevole presente dove tutto è e non é, ma non ce ne importa un fico.
Neanche del Covid – che vi sia ciascun lo dice, ma quanto sia attivo e/o depotenziato nessun lo sa, vedremo in autunno. Ecco un'altra cosa di cui avrei dovuto parlare con Parmenide, mannaggia.
L'immagine può contenere: il seguente testo "PARMENIDE L'essere è e non può non essere!"

lunedì 24 agosto 2020

Filosofemi post moderni

Meditatio mortis e filosofia.
Qualcosa in comune con il filosofo Derrida, a ben vedere, ce l'ho: entrambi tendiamo a perdere i capelli nella zona centrale e del 'lobo frontale', come ci dicono i neurologi. Sarà per il molto pensare e teorizzare e 'filosofare' di entrambi, si parva licet e mutatis mutandi? No, dai.
In realtà altre cose mi accomunano a Derrida, a parte lo scrivere (lui) libri ponderosi a decine, ed è la 'meditatio mortis' che, però, viene da lontano, ed altri filosofi, perfino gli Antichi, ci hanno mandato a dire che filosofare è un prepararsi alla morte o, forse, un esorcizzarla e farci sopra le corna, malgrado tutte le stra maledette evidenze che toccherà anche a noi.
Perché è vero che 'siamo per la morte' e tuttavia – l'ho personalmente constatato – è molto diffusa la credenza che una eccezione alla regola prima o poi si debba dare, ma è dubbio chi sia il fortunato precursore, perché è tutto un coro di 'Io, io, io, io, io.' e di mani alzate come nelle discoteche all'input del carismatico dj con la mascherina a mezz'asta.
E un'altra cosa mi accomuna a Derrida – ed è quel suo battere e ribattere, in moltissime filosofiche pagine, sulla scrittura opposta alla oralità.
Scrittura come segno di umana presenza che sfida il Tempo (e, ancora, la Morte) con le incisioni sulle argille dei depositi palaziali, scrittura come rimbalzo di attualità anche dopo l'avvento dei telefonini della fastidiosa chiacchiera universale, scrittura dei maledetti 'leoni da tastiera' e i 'sotuttoio' - che contrastano perfino gli autorevoli giornalisti della stampa mainstream sui temi ardui della politica che muore nelle sedi dei partiti, ma che rinasce nelle agorà virtuali di internet e nei 'social forum', dove si affermano le post moderne parresie relative al virus che ci affanna, tra le altre cose.
E sempre di più sono i riottosi che più non sopportano l'uso politico che si fa, dallo s-governo centrale e dalle sedi delle Regioni, delle chiusure e delle riaperture e la mascherine anche di notte e al bagno nelle lunghe sedute di stipsi croniche e recidive.
E questa storia che ci dovremmo tutti cospargere la testa di cenere e recitare il de profundis virale insieme al numero montante dei contagi di agosto davvero non la digeriamo più e torneremo a sfidare la morte con gli occhi chiari e a testa alta – e, se anche ci dovesse succedere quest'altro autunno che incede, con lento passo virale e virus mutato, di lasciarci le penne, chissenefrega.
Morir si deve e mostreremo ad Atropo, la maledetta parca, la lingua tutta di fuori – come faceva Einstein in sua foto molto pop - e proveremo a scrivere anche noi la basilare equazione quantistica di come si vive senza la paura appresso perché, davvero!, si vive una volta sola e, se si vive con la paura addosso, si muore mille volte.
Meditatio mortis atque filosofamus.

sabato 22 agosto 2020

Il sapere della verità e la post modernità degli ignavi


Ho un annuncio da farvi. Non sono un post moderno. Nel senso filosofico, intendo. Non sono per la suggestione contrapposta al sapere, né desidero emanciparmi dalla verità a favore delle interpretazioni della medesima in chiave post moderna, appunto.
Ecco, se a qualcosa sono servite le lezioni di filosofia che si tengono su raiscuola – e ci prefigurano il post moderno 'lockdown' delle classi vuote di ottobre e le lezioni a casa e via computer – è proprio a questo: personalmente ritengo ancora il sapere un fatto 'emancipativo' della condizione umana (il buon vecchio e un po' filo marxiano 'il padrone è padrone perché conosce mille parole in più del suo operaio') e la verità, filosofica e pratica, una delle condizioni necessarie del vivere civile e della nostra stessa moralità e sanità mentale.
E il professor Ferraris - che ci illustra bravamente il postmoderno filosofico di uno smilzo libretto di Lyotard - per meglio spiegare l'abdicazione post moderna della ricerca della verità nella società in cui viviamo, ricorre a un paradosso che dovrebbe farci rizzare i capelli sulla testa.
'Immaginate che nelle aule di giustizia troviate scritto a caratteri cubitali sopra le teste dei giudici 'Non sono importanti i fatti da accertare, bensì le interpretazioni degli stessi.'
Che, in realtà, è esattamente ciò che avviene nelle tristi aule di giustizia dei magistrati di Palamara e indegna compagnia para politica – e i bravi legulei nostrani e i valenti avvocati dalle parcelle milionarie ci campano alla grandissima e ci hanno trasformato tutti quanti siamo in perfetti interpreti del post moderno politico. Cinici e disincantati e gaudenti di un 'sapere simulato' e diffuso tramite i miracolosi e potentissimi computers usati al 2 per cento delle loro potenzialità come i nostri cervelli umani - quando è tanto.
E la tardiva marcia indietro di Foucalt che torna a insegnare al College de France la mitica vita-via-verità di Socrate e la 'parresia' necessaria come l'aria che respiriamo sembra non aver cambiato di molto il nostro stile di vita e di fare politica noncuranti della verità.
Basti pensare al dramma presente della 'pandemia' tramutata subito in 'infodemia' e usata per i fini mediocri del restare incollati alle cadreghe del potere politico – e i giornalisti embedded e filo s-governo giallorosso a gonfiare ogni giorno le cifre dei contagi senza sottolineare che sono in diretta relazione ai tamponi effettuati a centinaia di migliaia.
E senza dirci, nel contempo, che il terribile virus (sic) è depotenziato e le terapie intensive e le rianimazioni al minimo dei ricoveri, con ciò ridimensionando gli allarmi e restituendo ai cittadini le loro vite e il lavoro e il reddito necessario ad una effettiva e libera 'ripartenza'.
Verità vo' cercando ch'è sì cara al mio core.
IT.WIKIPEDIA.ORG
La parresìa (dal greco παρρησία, composto di pan (tutto) e rhema, ciò che viene detto) nel significato letterale è non solo la "libertà di dire tutto" ma anche la franchezza nell'esprimersi, dire ciò che si ritiene vero e, in certi…
La parresìa (dal greco παρρησία, composto di pan (tutto) e rhema, ciò che viene detto) nel significato letterale è non solo la "libertà di dire tutto" ma anche la franchezza nell'esprimersi, dire ciò che si ritiene vero e, in certi casi, un'incontrollata e smodata propensione a parlare....
Chi sono gli ignavi?
SOLOLIBRI.NET
Chi sono gli ignavi?

venerdì 21 agosto 2020

Anime belle e futuri grami

20 agosto 2017 · Le belle anime delle anime belle.
Le belle anime sono anime belle, conveniamone. Credono nella pace, nell'amore universale che, prima o poi, trionferà e vivremo tutti felici e contenti. Hanno l'animo incorrotto di un bimbo che ascolta le meravigliose favole dell'infanzia e si addormenta appagato e felice di un domani che non vedrà nessun assassino seriale radicalizzato sul web gettarsi con un van addosso a vittime inermi e indifese e stenderle con un ghigno ridevole stampato in faccia, donne e bambini compresi.
E restano bambini fino a tarda età, quelle anime belle, e continuano a credere che il migliore dei mondi possibili ci riserverà pace, amore, progresso, e magnifiche sorti e progressive di una umanità affratellata e capace di superare le differenze e le prescrizioni ambigue di religioni l'una contro l'altra armata e capaci di armare le mani assassine di imbecilli e pazzi fanatici islamici, cattolici o induisti, fate voi, le cronache recenti sono piene di massacri e 'dio lo vuole' di questi o quelli da citare a piacimento.
E Terzani è il 'bambino d'oro' spessissimo citato nelle favole belle delle nostre anime belle capaci di reagire con pacatezza e lodevoli buone intenzioni perfino di fronte ai peggiori massacri e dire parole di perdono e auspici di un futuro migliore perfino a corpi ancora caldi - vedi i genitori di quella ragazza veneta assassinata a Parigi in uno dei tanti attentati subiti da una Europa che più sventata non si può e che seguita ad accogliere le serpi in seno di prima, seconda o terza generazione di assassini potenziali.
Non resta che 'porgere l'altra guancia', secondo le nostre anime belle, e battersi il petto e recitare il 'nostra culpa' per il malvagio agire delle multinazionali del petrolio e le bombe lanciate dagli s-governanti occidentali che hanno ucciso i civili nelle guerre di Siria e Irak e Afganistan.
E chissà che, a forza di battersi il petto, le serpi in seno delle periferie urbane di Parigi e del Belgistan non si convincano a firmare un accordo di pace che metta fine alla terribile guerra e strage di civili europei in corso.
Correva l'anno.
Nessuna descrizione della foto disponibile.
Antefatti e anime belle
 
21 agosto 2015 · 
 
….che, poi, la pietas non ha mai avuto larga applicazione nel mondo dei viventi e mors tua vita mea, invece, è, da sempre, la 'legge della giungla' dei predatori che: 'il più grande mangia il più piccolo' - e ce ne siamo fatti una ragione fin dai tempi delle caverne e l'abbiamo inglobata nel DNA.
E noi umani siamo in cima a questa catena di 'mors tua vita mea' perché abbiamo sterminato ed estinto centinaia di migliaia di specie e ridotto al lumicino la prorompente biodiversità del pianeta e lo abbiamo avviato al suo stadio annunciato di 'desertificazione' e inospitalità prossima ventura.

E, oggi, la pietas (la misericordia, nell'immaginario vaticano) diventa il cardine del cambiamento epocale che ci affanna e dovremmo, a sentire quei piazzisti da sacrestia che, da sempre, pretendono di avere il Verbo giusto in tasca per ogni tragedia, applicarla 'urbi et orbi' indipendentemente dall'infinito numero assassino degli sbarchi sulle nostre coste e di quelli che intasano il 'corridoio europeo' ad est - finalmente chiuso dalla Macedonia schierando l'esercito, e, in Ungheria, costruendo il muro e presidiandolo. Non diversamente si è fatto, da anni, negli Stati Uniti contro la dilagante massa dei messicani e dei vari e diversi 'ladinos' che 'ci provano' e col respingimento in mare, efficacissimo e vincente, da parte delle autorità australiane - chiedere come si fa a quel governo e copiarne l'esempio.
E, invece dell'apologo evangelico del buon samaritano, i nostri piazzisti-vaticanisti, dovrebbero meglio considerare quel racconto di Agostino: del ragazzino che voleva riempire una buca nella sabbia coll'intero mare che andava a raccogliere colle manine congiunte a coppa. E capire, finalmente, loro che hanno sempre l'apologo giusto per ogni predica e sermone non petito, che 'non si può riempire una piccola buca (europea) con il mare dei profughi di ogni guerra, ogni siccità, ogni dittatura passate, presenti e future – pena il collasso economico del continente europeo.
E capire che la misericordia è una virtù che va usata 'cum grano salis' – e l'ha capito per tempo anche Claudio Magris, - un 'sinistro' di vocazione e di lungo corso -, che scriveva sul Corriere che, se riempiamo un ospedale di malati e infortunati oltre la sua capacità di amministrare buona ed efficace sanità pubblica, il risultato è un disastro annunciato e il collasso del sistema di assistenza e accoglienza.
Ma tu vaglielo a far capire a quei piazzisti della 'buona novella' che, prima della misericordia, viene la sensatezza e il buon senso comune dei cittadini che si appassionano alla politica e che non intendono disperdere il 'bene comune' dei conti in ordine e di uno sviluppo economico costruito in faticosi e laboriosi decenni sotto il peso di mezza Africa affluente in Europa e tutta la Siria e il Medio Oriente (per tacer dei cinesi e dei Bangladesh).

Dai sermoni del Vaticano ci salvi Iddio che la politica di tutti i giorni la faccio io (tutti noi cittadini elettori).
Nessuna descrizione della foto disponibile.
 

giovedì 20 agosto 2020

Dagli atrii muscosi. Che ve ne sembra dell'America?

Dovrò andare su Wikipedia e rileggermi la pagine di 'Che ve ne sembra dell'America?' perché, lo confesso, non ne ho la più pallida idea di cosa sia, di cosa sia diventata quell'America lontana, grembo di sogni e di miti di progresso e 'sogni americani' che hanno nutrito le speranze dei nostri e di altri emigranti di quest'Europa stanca di guerra, le due guerre mondiali più una fredda, sfilaccio storico delle altre due.
Non so che cosa sia l'America di Trump, che i media faziosissimi e i giornalisti di grido e gli scrittori e gli attori famosi, tutti schierati dietro alle bandiere di un conflittuale melting pot della mai spenta 'guerra civile americana' dipingono come un inferno in terra, un teatro di guerre intestine per la rumorosa regia di Trump-satanasso: il Moloch da abbattere e il solo programma elettorale che si è dato il partito democratico, - unica bandiera ed egida e peana di battaglia della 'convenscion'.
Ma cosa ci sia, ci sarà in America dietro all'ingombrante Trump e con un eventuale Biden-Ombra-che-Cammina alla presidenza non è chiaro e ce lo dovrà ri-dire col voto quell'America profonda che, quattro anni fa, ha scompaginato tutti i sondaggi favorevoli alla Clinton ed ha voluto l'uomo dei muri al suo posto e molto filo spinato e guardie alla frontiera per fermare le invasioni dei poveri e dei diseredati a centinaia di migliaia ogni anno.
Dunque è una America assediata, l'America di oggi, e con il nemico in casa di un melting pot afro-americano che sembrava ormai sciolto e amalgamato nella nuova identità di popolo e nazione rispettosa delle leggi, ma esplode, troppo spesso, nelle marce violente e nei saccheggi e nel fuoco e nelle statue abbattute annessi alle dimostrazioni dei 'Black lives matter' . E forse c'è una America profonda, fuori dalle grandi metropoli, che nutre odio nei confronti degli autori dei saccheggi e delle violenze e si prepara a ridare fiducia e nuovo mandato al loro campione biondo e 'white'.
La 'white America', già. Esiste ancora? Ed ha fiato e voce che gli residua per opporsi al futuro gramo del melting pot conflittuale e orbo di un orizzonte vicino di pacificazione e pacifica convivenza?
E i primi piani dei protagonisti della 'convenscion' democratica quali ci mostrano i giornalisti amici e schierati come un sol uomo a favore di una non meglio illustrata 'speranza di riscatto', ci mostrano le rughe impietose di Bill Clinton e consorte e quelle di Obama del 'yes we can' – ma che poco o nulla ha potuto, in realtà, malgrado il rivoluzionario colore del pelle – e, a seguire, il volto incartapecorito di Biden-Ombra-che-Cammina (il nuovo che avanza, sic!) e mi viene in mente quel distico nostrano che recita:
'Dagli atrii muscosi e dai fori cadenti...' di una democrazia americana stanca di guerra, ma i cui generali degli opposti eserciti non hanno nessuna intenzione di sedersi a un tavolo e firmare un trattato di pace - e davvero non ho idea di cosa sarà nei quattro anni a venire l'America di Biden, ma, sopratutto 'se' sarà.
Dalle muschiosità degli atrii e dei fori cadenti esce solo l'odore di stantio di una democrazia che non sa più a che santo votarsi e votare.

martedì 18 agosto 2020

BATTIBECCARE COME LE CICOGNE


17 agosto 2015 · Convivenze ecologicamente sostenibili
Nel suo generoso e un po' stralunato sforzo di farci accettare i grandissimi numeri dei 'migranti' prossimi venturi che ci atterriscono, (ci faremo carico di ogni e tutte le guerre, tutte le carestie e siccità, tutte le dittature afro-mediterranee passate, presenti e future? Aiuto!) Adriano Sofri mette a confronto le migrazioni degli uccelli e quelle degli umani e conclude arruolandoci tutti volontari nella Lipu e raffigurandoci un futuro di meravigliose convivenze ecologicamente sostenibili nell'umano giardino dell'Eden dove tutti vivremo un po' strettini e dandoci di gomito e calpestandoci fra mille imprecazioni, ma sostanzialmente felici e contenti, alleluia!
E battibeccheremo come le cicogne a centinaia di migliaia negli immensi stagni delle affollatissime metropoli disputandoci il cibo e l'assistenza sanitaria (che già si fa assai strettina e i medici di famiglia ci guardano di brutto se chiediamo loro un esame più approfondito perché l'imperativo renziano e della sinistra è: 'Curatevi meno, curiamoli tutti'). E se qualche gruppo di pretesi 'profughi' rigetta il cibo e getta a terra i vassoi con la pizza e il risotto, protestando perché pretendono un cibo più 'etnico' e consono al loro stato di migranti, pietosamente li raccoglieremo e passeremo quei vassoi rigettati alle mense della caritas – sempre più fitte di barboni e mendicanti indigeni che non vanno tanto per il sottile.
E l'equiparazione di Sofri con le meraviglie ornitologiche ecologicamente e multietnicamente sostenibili dovrebbe anche spiegarci dettagliatamente cosa succede in quelle isole felici che sono le 'banlieues' delle grandi città europee che ogni tanto 'esplodono' – e sono fresche nella nostra memoria le azioni dei commandos degli immigrati di seconda e terza generazione che vanno a sterminare gli inermi infedeli nella redazione di 'Charlie Hebdo' o nei caffè letterari di Copenhagen o che inseguono rabbiosamente i turisti del museo del Bardo a Tunisi ammazzandoli come cani - e raffigurarci quale meraviglioso futuro ci aspetta di delicate e rispettose convivenze possibili con tutto questo islam che preme ai confini sud ed est dell'Europa ed alimenta i conflitti presenti e i futuri e gonfia i mattinali della polizia e dei carabinieri con le cronache dei misfatti che: 'Ma non ci bastavano i nostri, maledizione?'
Ecologia vo' cercando ch'è si cara alle soavi e speranzose genti della sinistra di s-governo.

sabato 15 agosto 2020

Una storia italiana


15 agosto 2017 · Correva l'anno.
Il torto, se di torto vogliamo parlare, è stato fatto alla famiglia Regeni e agli italiani tutti - sempre pronti a vocarsi anima e corpo a una nobile causa e a stendere lenzuoli e striscioni - i primi giorni del fattaccio. Che già era tardi perché quel corpo straziato giaceva sui bordi dello stradone alla periferia de Il Cairo da parecchie ore e la notizia scoppiò nel Belpaese dopo almeno dodici ore dal compimento del crimine – ed ogni inquirente vi confermerà che, se nessuna prova robusta e non contestabile si trova entro le 24 ore dal fatto, nessuna 'verità per Regeni' si darà mai in seguito.
Ecco, il torto è stato fatto in quel frangente, al momento dello scoppio della notizia e del sollevarsi dell'onda di tsunami dello sdegno italico col promettere velleitario una impossibile 'verità per Regeni'. Ed era tutto vero quello che si è saputo in quei giorni di concitazione universale in cui il governo italiano richiamò l'ambasciatore, dopo le false promesse dell'Egitto di fornire prove e carte e risultanze del lavoro dell'intelligence locale, forse in parte compromessa essa stessa nel depistaggio e il fumo e la sabbia che seppellirono l'indagine sul nascere.
Era vero quel che scrissero i corrispondenti dei giornali rapidamente accorsi sul posto: che una fitta nube di fumo e di vane promesse di chiarezza oscurava il panorama sottostante di complicità e collusioni degli apparati istituzionali con i mandanti e gli esecutori dell'omicidio e delle torture, ma, malgrado l'evidenza che non si sarebbe cavato un ragno dal buco, si volle arrivare all'inutile e velleitaria prova di forza del ritiro dell'ambasciatore da un 'paese amico' per contentare gli stolti e gli indignati abituè degli striscioni e delle dichiarazioni reboanti che sempre lasciano il tempo che trovano e per parare l'urto politico del loro sdegno sul governo Renzi in permanente affanno mediatico.
E che avessimo una stringente necessità di mantenere buoni rapporti con l'Egitto in quei giorni di onda alta di barconi che partivano a centinaia dalle coste libiche ed egiziane era a tutti evidente, ma prevalse la demagogia e la stolta decisione di 'sedare gli animi' e lasciar correre l'inutile tempo di nulle indagini e impossibili risposte. Verità per Regeni, già.
E verità per ogni strage italica dei cento e cento morti tuttora invendicati. Correva l'anno.

venerdì 14 agosto 2020

Via dalla paura.



Io volo. Via dalla paura.
Se si eccettua il caso di coloro che hanno scommesso per disperazione sulla rapida scomparsa del virus Covid19/20 grazie a mascherine e distanziamento sociale rigidi e rigidamente imposti e vigilati (pie illusioni di persone che per le chiusure e i distanziamenti obbligati hanno perso il lavoro) l'atteggiamento delle persone quale si può leggere in rete e nei commenti agli articoli dei giornali dedicati sembra dividersi nelle due grandi faglie politiche di destra e di sinistra.
La sinistra, per le ovvie ragioni dell'essere ri-nata sotto l'egida disgraziata del Covid19 ed aver battezzato il suo s-governo con quest'emergenza su cui tira a campare è tutta a favore di severità nei comportamenti e minacce di controlli e sanzioni e predizioni infauste sull'autunno epidemico che incombe.
La destra, con vistose eccezioni, si riconosce, invece, in un'idea di insofferenza globale nei confronti di ogni chiusura, vedi le politiche di Trump e Bolsonaro (ma anche la Svezia) ed ha dalla sua le buonissime ragioni di un lockdown disastroso che ha ammazzato l'economia globale e di ogni nazione coinvolta.
E non ne è chiaro come ne usciremo e c'è chi ha in programma perfino una velleitaria marcia di liberazione dalla paura del Covid, ma più dal tirare a campare vergognoso dello s-governo giallo-rosso – caratterizzato ormai solo dagli annunci dei nuovi banchi nelle scuole e dai dissidi cronici tra Boccia e i governatori delle regioni sulla chiusura definitiva e tombale di discoteche e movide.
E, francamente, se ci sarà da schierarsi e fare outing politico e sanitario, io sto sulla faglia dei liberati. Liberati mentalmente dalla paura e dai rischi gravi di perdita della libertà personale di chi minaccia incautamente il ritorno del lockdown un giorno si e l'altro pure – e accetto ogni rischio personale legato a questa scelta, ivi compreso un eventuale contagio e il percorso sanitario conseguente perché la malattia della paura, del vivere con la paura, è mortale più di ogni altra ipotesi e, come diceva quel tale: 'chi vive con la paura muore ogni giorno'.
E voglio proporvi, a questo proposito, un inno delicato – che ha altri ambiti di applicazione quale colonna sonora del bel film 'La famiglia Belier', d'accordo, ma che commuove per quel suo insistere sul concetto di volare e prendere commiato dalle costrizioni e dalle paure di volare.
Oui je vole. N'importe où. Je vole.
MUSIC.YOUTUBE.COM
La Famille Bélier – Je Vole (Louane) La B.O du film La Famille Bélier est disponible : http://po.st/BELIERit Site official Louane : http://po.st/SiteLouane ...