E, sempre sulla varietà del mondo che la vox populi dice 'bello perché vario', vien da riflettere sulle diverse opinioni dei giornalisti che oggi mandano preventivamente assolti i 34 della 'guardia padana' rinviati a giudizio e i buffoni del 'tanko' - guerrieri secessionisti davanti al campanile di san Marco che, forse, era meglio se li lasciavano fare, coi carabinieri a sorvegliarli a distanza, e il popolo di sotto al campanile a sbeffeggiarli con sputi e minacce di 'menarli', come accadeva ai criminali appesi nelle gabbie ai tempi della Serenissima Repubblica.
E, certo, quel carro atroce somigliava più a un carro di Viareggio, corredato di armi arrugginite, ma, se anche si vuole sostenere il suo valore di mero simbolo guerresco e l'azione meramente 'dimostrativa', giova ricordare che i simboli e le parole, usati in un dato modo e contesto, sono pietre e fanno male, se centrano il bersaglio.
E, in quegli anni, vacillava pericolosamente l'idea di patria e nazione e l'unità del paese e anche le 'tre palle un soldo' che scagliavano i 'leghisti' celoduristi un giorno si e l'altro pure e 'la bandiera nel cesso' facevano male, molto male. Eventi e parole e rutti leghisti in libertà che l'antico 'Dio, Patria e Famiglia' suonava rivoluzionario, di converso, e brancolavamo un po' tutti alla ricerca dei 'valori fondanti' l'unità di lingua e popolo e nazione che ci avevano insegnato a scuola. E bene hanno fatto quei magistrati ad esercitare l'azione penale e distinguere tra facezia e cachinno e le 'cose serie' del nostro vivere associati su cui è bene non scherzare, come sui santi contrapposti ai fanti.
E, certo, quel carro atroce somigliava più a un carro di Viareggio, corredato di armi arrugginite, ma, se anche si vuole sostenere il suo valore di mero simbolo guerresco e l'azione meramente 'dimostrativa', giova ricordare che i simboli e le parole, usati in un dato modo e contesto, sono pietre e fanno male, se centrano il bersaglio.
E, in quegli anni, vacillava pericolosamente l'idea di patria e nazione e l'unità del paese e anche le 'tre palle un soldo' che scagliavano i 'leghisti' celoduristi un giorno si e l'altro pure e 'la bandiera nel cesso' facevano male, molto male. Eventi e parole e rutti leghisti in libertà che l'antico 'Dio, Patria e Famiglia' suonava rivoluzionario, di converso, e brancolavamo un po' tutti alla ricerca dei 'valori fondanti' l'unità di lingua e popolo e nazione che ci avevano insegnato a scuola. E bene hanno fatto quei magistrati ad esercitare l'azione penale e distinguere tra facezia e cachinno e le 'cose serie' del nostro vivere associati su cui è bene non scherzare, come sui santi contrapposti ai fanti.
Perché non tutto del nostro vivere può ridursi a un Carnevale, pena il perdere di vista e perdere il senso delle cose 'normali' del resto dell'anno che lo generano e lo riempiono di 'controsenso', appunto, e maschere e facezie e cachinni e perepepè. L'insensato e il dionisiaco e l'irrazionale contrapposti al senso, al dolore e alla fatica di vivere, alla seriosità e anche alla serietà - che, però, è cosa diversa e, per molti aspetti, condivisibile e da sostenere. Provate a farvi assumere da un datore di lavoro, ad esempio, e non siete in grado di dare dimostrazione di serietà e affidabilità, giusto per stare sulla ferita di questi nostri anni di pena e disoccupazione a due cifre sempre in ascesa.
Così l'idea di quei giornalisti che dicono fuori luogo a procedere e fuori tempo massimo il dibattimento e il processo ai guerrieri padani ci pare l'ennesimo sberleffo 'perdonistico' di un paese senza memoria e senza serietà e, diciamolo, 'senza palle'. Le 'palle' che permettono di affermare, senza più retorica patriottarda, che l'Italia è una e indivisibile dalle Alpi alla Sicilia - e i morti della Prima Guerra Mondiale si rivoltano nelle loro tombe monumentali, che orniamo insensatamente di fiori e corone nella ricorrenza, all'idea di avere dato la vita per un paese-senza. Un paese che ha scordato il senso del suo essere Nazione.