mercoledì 31 dicembre 2014

Degli antichi guerrieri

E, sempre sulla varietà del mondo che la vox populi dice 'bello perché vario', vien da riflettere sulle diverse opinioni dei giornalisti che oggi mandano preventivamente assolti i 34 della 'guardia padana' rinviati a giudizio e i buffoni del 'tanko' - guerrieri secessionisti davanti al campanile di san Marco che, forse, era meglio se li lasciavano fare, coi carabinieri a sorvegliarli a distanza, e il popolo di sotto al campanile a sbeffeggiarli con sputi e minacce di 'menarli', come accadeva ai criminali appesi nelle gabbie ai tempi della Serenissima Repubblica.
E, certo, quel carro atroce somigliava più a un carro di Viareggio, corredato di armi arrugginite, ma, se anche si vuole sostenere il suo valore di mero simbolo guerresco e l'azione meramente 'dimostrativa', giova ricordare che i simboli e le parole, usati in un dato modo e contesto, sono pietre e fanno male, se centrano il bersaglio.
E, in quegli anni, vacillava pericolosamente l'idea di patria e nazione e l'unità del paese e anche le 'tre palle un soldo' che scagliavano i 'leghisti' celoduristi un giorno si e l'altro pure e 'la bandiera nel cesso' facevano male, molto male. Eventi e parole e rutti leghisti in libertà che l'antico 'Dio, Patria e Famiglia' suonava rivoluzionario, di converso, e brancolavamo un po' tutti alla ricerca dei 'valori fondanti' l'unità di lingua e popolo e nazione che ci avevano insegnato a scuola. E bene hanno fatto quei magistrati ad esercitare l'azione penale e distinguere tra facezia e cachinno e le 'cose serie' del nostro vivere associati su cui è bene non scherzare, come sui santi contrapposti ai fanti.
Perché non tutto del nostro vivere può ridursi a un Carnevale, pena il perdere di vista e perdere il senso delle cose 'normali' del resto dell'anno che lo generano e lo riempiono di 'controsenso', appunto, e maschere e facezie e cachinni e perepepè. L'insensato e il dionisiaco e l'irrazionale contrapposti al senso, al dolore e alla fatica di vivere, alla seriosità e anche alla serietà - che, però, è cosa diversa e, per molti aspetti, condivisibile e da sostenere. Provate a farvi assumere da un datore di lavoro, ad esempio, e non siete in grado di dare dimostrazione di serietà e affidabilità, giusto per stare sulla ferita di questi nostri anni di pena e disoccupazione a due cifre sempre in ascesa.
Così l'idea di quei giornalisti che dicono fuori luogo a procedere e fuori tempo massimo il dibattimento e il processo ai guerrieri padani ci pare l'ennesimo sberleffo 'perdonistico' di un paese senza memoria e senza serietà e, diciamolo, 'senza palle'. Le 'palle' che permettono di affermare, senza più retorica patriottarda, che l'Italia è una e indivisibile dalle Alpi alla Sicilia - e i morti della Prima Guerra Mondiale si rivoltano nelle loro tombe monumentali, che orniamo insensatamente di fiori e corone nella ricorrenza, all'idea di avere dato la vita per un paese-senza. Un paese che ha scordato il senso del suo essere Nazione.


lunedì 29 dicembre 2014

Sfiducia universale

Sfiducia universale
Pare che la maggioranza degli italiani non abbia più fiducia di alcuna istituzione statale e persona targata politicamente. Scende al 44 per cento perfino quel Napolitano che sembrava una roccia, un atollo isolato nell'Oceano maledetto della politica malata, ma si scopre che nessun naufrago più vorrebbe esservi sospinto dalle onde della trascorsa burrasca. Maglio nuotare in mare aperto e fidare nel primo cargo che passa e sperare che nessun pescecane ci colga da sotto.
Via tutti, tutti, tutti. Tutti malati, i politici di ogni risma e appartenenza che il migliore ci ha la rogna, si diceva un tempo, ma è la democrazia come sistema di governo ad essere la più malata tra tutti i soggetti in questione, perché consente elezioni e conseguenti istituzioni 'legittimate dal popolo' anche se a votare ci va meno del cinquanta per cento degli aventi diritto.
E c'è qualcuno, sui giornali di famiglia, che, in tanto affanno di sfiduciati e delusi e indignati, ancora grida al golpe perché gli ultimi governi sono stati gestiti da gente non votata dal popolo, - e Napolitano è il primo colpevole, scrivono gli esilaranti direttori.
Machissenefrega, direbbe quel tale. In tanto marasma sfiduciario, figuriamoci se la sorte del satrapo puttaniere interessa a qualcuno di diverso da Francesca e Dudù e da quel manipolo di lanzi e poveri cristi in affanno e bandierine e gridolini che animavano i 'circoli di forza italia' e di 'forza silvio'. Dimenticavo Brunetta e Verdini.
Resta la fiducia in Francesco, un nome una garanzia. Che è il solo titolato a recitare credibili e condivise geremiadi e preci sul mondo violento e assassino dei tagliatori di teste e persecutori di ogni risma e ottiene il plauso universale 'urbi et orbi' qualsiasi cosa dica. E pazienza se restano parole al vento di piazza san Pietro, dato che il mondo continua, ogni giorno che Dio manda in Terra, nella sua epopea di violenza e orrore e ogni giorno ha la sua pena e ogni nuovo anno vorremmo migliore.
E ci resta sempre Benigni coi suoi 'Comandamenti' divini risuscitati a furore di popolo - ed è tuttora misterioso il fatto che a seguirlo siano stati in dieci milioni, dato che quei Comandamenti ben pochi se li filano e li rammemorano e, se capita l'occasione propizia, li infrangiamo senza troppi rimpianti e sensi di colpa. Chi onora più il padre e la madre, mi vien fatto di notare quando mi reco a trovare la mia - e quegli ospiti silenti e solitari che saluto mi lodano per la mia straordinaria frequenza e i loro figli si fanno vivi al massimo una volta ogni tre mesi, e molti a Natale e Pasqua, una volta vendute le case e sistemati i conti in banca a favore degli eredi?
Dall'indagine Demos 2014 emerge una nazione spaesata sfiancata da crisi, fisco e...
REPUBBLICA.IT

sabato 27 dicembre 2014

Modi diversi per dirsi 'europei'

Modi diversi per dirsi europei
Chissà cosa pensano quelli di 'Nessuno tocchi Caino!' del ritorno della pena di morte in Pakistan che fa seguito all'orrendo massacro di bambini/e e delle loro maestre/i ospiti di una scuola militare.
Regressione medioevale, di certo, a sentire quei puri di cuore che il Male lo assolvono e lo ascrivono alla categoria filosofica di ' Male necessario' connaturato alla nostra sventurata umanità e colla loro militanza, a volte degna di miglior causa, sempre ci ricordano il magnifico Beccaria de 'Dei delitti e delle pene'.
E ci sono anche i nostri radicali che vanno peregrinando di carcere in carcere e praticano la 'satyagraha' per protesta – una 'insistenza sulla verità' dello stato delle nostre carceri che, per la verità, ci ha già rimproverato l'Europa e fatto pagare sanzioni notevolissime per non aver provveduto a migliorare le condizioni dei detenuti.
E si dovrebbe pacatamente notare, invece, che è la pressione della delinquenza quotidiana italica che riempie quelle carceri oltre misura, il nostrano 'troppo che stroppia': che perfino l'accoglienza pietosa che riserviamo ai migranti dei barconi va a incidere pesantemente sul numero di carcerati che ospitiamo 'obtorto collo' nelle patrie prigioni nei mesi a venire - ed è pesante costo aggiuntivo che il nostro bilancio statale non si può permettere e non sappiamo ancora con quali fondi aggiuntivi (o sottrattivi per altri 'capitoli di spesa') finanzieremo i costi della nuova disoccupazione contenuta nel 'job act', - la 'legge sul lavoro', per gli amanti della lingua italiana .
E se è vero che in Scandinavia hanno posti vacanti nelle loro modernissime ed umanissime strutture carcerarie magari potremmo stipulare accordi bilaterali onerosi, invece di pagare le multe europee, e spedirgliene la quantità che abbiamo in eccesso, così che i radicali possano tornare a nutrirsi, poverini, sotto le Feste e si facciano anche una fetta di panettone.
Uno dei possibili modi per 'entrare in Europa' e dirci finalmente europei, mannaggia.

venerdì 26 dicembre 2014

El opio de los pueblos y la resistencia

http://www.ilgiornale.it/news/reconquista-cattolica-cuba-1078124.html

La revancha de el opio (2) y el pueblo que resiste
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mercoledì 17 dicembre 2014

Docufilms e vite strane

Bisogna farla parlare la gente per averne conferma che, davvero, ognuno è un mondo, una porzione di territorio scarsamente esplorato colle sue piccole steppe emozionali, i mari ampi e profondi, le montagne ardue da scalare e raggiungerne le cime.
E ho guardato con grande attenzione il 'docufilm' di Nicolò Ammanniti 'The Good Life' che indaga i paesaggi interiori e gli esteriori dei templi e dei fiumi sacri di tre viaggi di nostri connazionali in India: uno yogi partito da Torino ragazzo per seguire certe sue 'voci' interiori, uno 'spiritualista' veneto ex hippie che entrava nei monasteri e nei templi delle sue antiche e incessanti peregrinazioni e ne usciva con in mano le alghe misteriche delle sue immersioni in fedi e credenze diverse e diversamente coniugate e un roccioso vicentino che, invece, dopo anni di nomadismo familiare nelle terre del Levante sempre misterioso, fin dal tempo dei Polo de 'il Milione', ha trovato sosta operosa e appagante in una regione himalaiana ed ha avviato un'impresa artigiana di costruttore edile – edilizia locale, ben s'intende, rispettosa degli stilemi indigeni e delle tradizioni del passato.
E io ricordo il disincanto che mi ispirava nel corso dei miei viaggi in India, quando incontravo tipi simili, vestiti di seriche tuniche e fiori tra i capelli, prostrati davanti alle sacre immagini di ridevoli deità indù - e mi veniva fatto di pensare che un leggerissimo tocco di follia ne guidava i pensieri confusi e leggiadri e che il loro immaginario iddio battesse pervicacemente il dito indice piegato a martelletto sulle tempie di quei dessi perché fosse chiaro ai viaggiatori i rischi che corrono nell'immedesimarsi senza limiti e confini nelle culture e le atmosfere degli ashram dove la fanno da padroni i 'baba' -divenuti milionari grazie ai generosi contributi dei loro fedeli e seguaci.
Però, se li fai parlare, tutto cambia. E i percorsi individuali che hanno deciso quelle loro scelte così estreme in qualche modo li riscattano e ne danno contezza, - vale sicuramente per quei tre del docufilm di Ammaniti .
E, se ci pare tuttora eccessivo e 'fuori di testa' lo stare a digiuno per 21 giorni di fila dentro una buca di terra per guadagnare l'estasi e lo sospensione 'divina' e il perfetto controllo del corpo, incluso il dolore fisico, il ritratto umano che ci consegnano quelle interviste, alla fin fine, non è più folle di altri tipi e percorsi umani del nostro Occidente - includendo quei pazzi delle mazzette del Mo.se che si sono venduti l'onorabilità loro e dei loro congiunti di primo grado e quelli della Cupola para mafiosa romana che ci dicono che l'umanità è fatta di gente tutta diversa e diversamente folle, ma che il costruire solide e belle case nelle regioni alpine himalaiane, guadagnandosi la stima dei lavoratori di laggiù, è sicuramente vita migliore e 'mirabile' di quella della nostrana genia di ladroni e corrotti e corruttori della mala politica.
Guardatevi il docufilm o leggete il libro di Ammaniti e andate in pace, amen.http://youtu.be/lS0H04FpOF0


Niccolò Ammaniti, dopo aver scritto romanzi diventati film, decide di raccontare con le immagini e sceglie il documentario. “Io racconto storie inventate dal...
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mercoledì 10 dicembre 2014

Storici fetori

Che sia crisi nera nella vendita dei giornali in edicola non stupisce, di questi tempi. E, se la colpa principale è di Internet, che tutto fagocita, dell'attenzione dei miei connazionali e non li fa uscir di casa e trovarsi in piazza o al bar col giornale sottobraccio come ai bei tempi che la berta filava, mi sento di indicare quale potente concausa il desolato quadro di 'tempi cupi' che esce dai reportages e dalle inchieste sul malaffare dei giornali tutti - e il cadere definitivo delle braccia dei lettori di ieri e di oggi per il giganteggiare del magna-magna universale e della 'politica' centrale, regionale e comunale che sprofonda nel mare magno di cacca corruttiva del 'mondo di mezzo'.
Dall'expo di Milano passando per il Mo.se di Venezia e finalmente al Campidoglio di Roma - cupolone para mafioso che sprofonda nei debiti e, quando lo Stato glieli ripiana, sperpera i soldi ricevuti in nuove mazzette e nelle valigie portate in Argentina (i processi ci diranno se e quanto è vero) - i giornali non fanno che proporci quest'immangiabile minestra di una politica malata e di gente che si presenta alle elezioni priva dei quarti di onestà che li definisce 'onorevoli' e cittadini probi meritevoli di guidare i municipi e le regioni.
E il chiudersi di quasi tutti noi nel rifiuto della politica e perfino della lettura dei giornali è reazione inevitabile per gente che, di abitare in questa discarica immonda di un paese infetto, non ne vuole più sapere - e già Forattini, ai tempi di Craxi e Spadolini e compagnia pentapartitica, affondava il coltello nella piaga e li mostrava (i politici coinvolti in Tangentopoli) immersi a mezzo busto nei fetori di una discarica e la didascalia crudele così recitava: 'Votateci! E' qui che dovete vivere il resto delle vostra vita.'
Che, comparato colla notizia che se vanno all'estero un 20 per cento di giovani e un 14 per cento degli immigrati se ne tornano al paese, la dice lunga sulla stanchezza del continuo 'turarsi il naso' e continuare a vivere in un 'paese senza'. Senza vergogna e nessuna virtù civica.
E colla beffa atroce di un impunito ex presidente del consiglio che, dopo i nefasti e i trascorsi corruttivi della vita pubblica del suo s-governo e i cento processi che lo inchiodano al ruolo di 'primus inter pares' dei peggiori politici mai apparsi nel Malpaese candida a sindaco una simpatica e prosperosa signora dei sollucheri televisivi dell'ultimo ventennio e, oltre alle braccia, ci fa cadere anche il resto che pende.
Mettete all'asta questo paese. Forse potremo ricavarne abbastanza per ripianare i debiti e tornare a vivere lontano dai fetori delle discariche.

giovedì 4 dicembre 2014

Travi e pagliuzze

Pagliuzze e travi
Costruii una casa con una cooperativa, or sono venti e più anni fa, e venni cooptato nel nuovo consiglio di amministrazione per essere insorto contro il fondatore, presto dimostratosi un truffatore seriale.
E, mesi più tardi, mi beccai un pugno in un occhio sferrato da un figlio di buonissima donna neo consigliere - con rottura delle lenti e ferita conseguente e pronto ricorso medico -, durante una seduta del nuovo consiglio, per aver ammonito severamente i consiglieri che non avrei esitato a denunciarli non appena avessi avuto documentazione sufficiente di una nuova frode da essi commessa a danno dei soci. Nell'assemblea dei soci in cui denunciai l'accaduto, si decise di procedere contro i truffatori, ma ci fu chi si alzò a parlare e affermò, con perfetta faccia di tolla, che: 'Chi va al mulino si infarina' e non valeva la pena di assumere un legale e trascinare in giudizio i figli di buonadonna che si intascavano i soldi dei soci.
Tutto ciò rievoco per dire che, se si alza la soglia di tolleranza al malaffare e lo archiviamo quale storico 'magna-magna' e 'farina che infarina' a cui nulla possiamo opporre, noi minoranza di onesti, lo scandalo che oggi ci indigna e riempie le pagine dei giornali e le videate dei 'social media' finirà per essere archiviato in breve lasso di giorni o settimane e i cialtroni della 'politica' e i voracissimi magna-magna del 'Mondo di Mezzo' che li hanno a libro-paga la faranno franca ancora una volta - e già il Mo.se di Venezia è passato in terzo o quarto piano e gli elettori indigeni del pd si apprestano in maggioranza a ri-votare quel partito – i migliori tra loro 'turandosi il naso'.
E c'è chi, era solo ieri e l'altro ieri, si stracciava pubblicamente le vesti per le espulsioni dei parlamentari del M5Stelle infedeli al patto sottoscritto al momento dell'elezione che non registravano le spese.
Tu vedi quanto hanno imparato nei secoli gli esseri umani sulle travi che fuoriescono dall'occhio loro e le pagliuzze in quello del loro prossimo.

sabato 29 novembre 2014

Mescolanze poco mescolate

Conosco gente che afferma, senza batter ciglio, che 'melting pot è bello' - ed è vero che la Storia ci consegna le cronache di invasioni barbariche, occupazioni di eserciti e popoli e conseguenti mescolanze, a partire dai Sabini e i Romani del mitico 'ratto' - ed Einstein ha scritto 'razza umana' in un formulario di viaggio dove si richiedeva di meglio specificarla.
E tuttavia paghiamo prezzi spaventosi al melting pot e alle mescolanze che non non si sciolgono in riconoscimenti di omogeneità culturali e identitari e di popolo e nazione in un ragionevole lasso di tempo.
Ed ho citato il caso dei 'fratelli slavi' della ex Jugoslavia che, dopo decenni di convivenza pacifica, si mutarono in erinni di popoli l'un contro l'altro armati e feroci come mai avremmo immaginato e il più recente caso dei 'neri americani' che, tutt'ora memori dello spaventoso torto storico della schiavitù ante guerra civile, scendono in piazza come un esercito di barbari e saccheggiano negozi e bruciano automobili fino all'intervento (sempre tardivo) dell'esercito e negano legittimità alle corti di giustizia che mandano assolti i poliziotti e non tengono in nessun conto i saggi consigli di Obama, (un loro confratello alla Casa Bianca!), di smettere la violenza e i saccheggi e accettare di sottomettersi alla Legge che tutto dovrebbe sovra ordinare e ottenere sottomissione e rispetto.
E si dà il caso di immigrati 'nazionalizzati' e con cittadinanza americana, canadese o europea, che rispondono all'appello folle e al richiamo atavico dei popoli del deserto di osservanza mussulmana e 'coranica' e si arruolano sotto le bandiere nere del Califfato che vuole sottomettere l'Occidente e la sua civiltà e consumare vendette storiche in Europa perché memori tuttora delle brucianti sconfitte subite a Lepanto e alle porte di Vienna. La Storia che non si cancella e che va col passo del gambero.
Ma quei tali di cui all'incipit continuano a non battere ciglio e, impavidi, difendono e si battono per mescolanze davvero poco mescolate e si dicono a favore di immigrazioni selvagge e non governate, ad onta dei fatti di cronache che ci narrano di quartieri degradati e in rivolta e carceri che scoppiano anche per l'apporto di un 43 per cento di gente che non è stata 'accolta' e integrata, bensì lasciata a se stessa.

venerdì 28 novembre 2014

Quelle madri troppo spesso incinte

Quella madre che 'è sempre incinta'
E, sempre sul tema che: 'Il mondo è bello perché è vario.' dei nostri nonni e padri ante 'melting pot', mi capita di ascoltare alla radio i pareri contrapposti di due 'radio-ascoltatori': uno che lamenta il disordine e la nessuna decorosità e igienicità di un mercatino sotto casa gestito da quei rom che vanno a ravanare nei cassonetti e ri-propongono all'attenzione del portafogli dei benestanti del quartiere le cose che già hanno gettato nella spazzatura (geniale!). L'altra 'ascoltatrice', invece, loda l'iniziativa dei rom e la annovera fra le buone azioni di chi, in quel modo, 'fa la differenziata' e, ciò malgrado, si attira le ire dei 'razzisti' che dei rom non vorrebbero sentire neanche l'odore a distanza (impagabile!).
Tutto ciò per dire che i diversi pareri di ognuno e tutti sono, si, il sale della terra che vivifica il dibattere sociale e alimentano il volterriano : 'Non la penso come te, ma farò ogni cosa possibile perché tu possa dirlo liberamente.', ma, a volte, viene da allargare le braccia e pensare che: 'Dato che ci sei restaci, ma che non ne venga un altro come te.' perché, davvero, la famigerata madre di cui alle invettive è troppo spesso incinta e fatichiamo a gestire il troppo di imbecillità che ci viene proposto quotidianamente sotto forma di normale 'dibattere'.

lunedì 24 novembre 2014

L'umanità e gli orchi

Era convincimento dei nostri nonni e padri che il mondo 'è bello perché vario', ma, se avessero conosciuto la globalizzazione e il melting pot dentro le patrie frontiere, dubito che lo avrebbero mantenuto e tramandato quale saggia 'vox populi'.
Perché la varietà del mondo porta seco il conflitto e non lo elabora, bensì lo tramanda di generazione in generazione – vedi, ad esempio, i fratelli slavi della ex jugoslavia che, dopo decenni di serena convivenza sotto le bandiere socialiste del grande combattente Tito, se le suonarono di santa ragione tra sloveni, croati e serbi - e i mussulmani di Srebrenica e Sarajevo a far da tappeto orribile di morti e feriti e dispersi nelle fosse comuni.
Nè notizie migliori ci vengono da Ferguson, Missouri – dove i neri americani tornano ad essere gli eredi rebbiosi degli schiavi neri rivoltosi d'antan e non accettano le sentenze dei tribunali che mandano assolti i poliziotti e non gliene potrebbe importar di meno dello stato di diritto che quei tribunali legittima e pone (astrattamente) 'al di sopra delle parti'.

E, quanto a varietà del mondo e di opinioni gaglioffe e canagliesche, che dire del premier turco Erdogan e di tutti gli elettori filo islamisti che lo hanno voluto alla guida del governo della Turchia - che delle donne dice che devono essere sottomesse all'uomo perché la natura 'le ha fatte diverse' e il loro sacro e solo ruolo sociale è di essere madri e 'custodi del focolare' - e siano dannate le femministe di ogni ordine e grado e nazione perché bestemmiano le sure e le prescrizioni del sacro Corano e i loro comportamenti e verbi vanno additati al pubblico ludibrio?
Senza trascurare che, se sono vere le affermazioni degli 'osservatori internazionali' che additano la Turchia quale acquirente del petrolio maledetto venduto dai capi e i califfi dell'Isis, per proprietà transitiva, Erdogan e lo stato turco che rappresenta foraggia il terrorismo internazionale ed è indirettamente corresponsabile dell'orrore dei tagliatori di teste di quell'esercito di pazzi fanatici e suonati di seconda generazione che corrono ad arruolarsi a migliaia rinnegando l'Occidente che li accolti e forniti di cittadinanza.

No, davvero. Il mondo non è bello perché è vario. E' maledettamente vario, questo si, ma la bellezza del mondo raramente si specchia nella specie umana che sforna orchi orribili e macellai a migliaia e milioni.


'L'umanità è fitta di orchi con mani di carnefici e denti di cannibali' - Michel Tournier (libera citazione)

sabato 22 novembre 2014

Elzeviro indigeno

E che i trolley con le rotelle rigide siano fastidiosi nessuno lo può negare, sopratutto al mattino presto - che il silenzio dell'ora è dono del cielo come la luce e il nitore delle ombre in fuga. Il problema è che non ci sono i controlli, in questa città e, se già non ci riesce di impedire il 'pranzo a sacco' nell'area marciana e in tutta la città monumentale, figurarsi l'inseguimento dei mille emille rumorosi e ignari turisti e l'eventuale sanzione. Niente di ordinato e poeticamente compatibile può darsi in un luogo dove si affollano i milioni di turisti delle mille e mille denunce di 'insostenibilità ambientale'. La città è condannata dalla sua straordinaria bellezza a un 'troppo che stroppia' per omnia saecula saecularorum. Teniamoci le grandi navi e i trolley e tutto il resto che verrà. E votiamo il sindaco 'meno peggio' che - è facile predizione - non riuscirà a risolvere un bel nulla come tutti coloro che lo hanno preceduto. Amen

 

mercoledì 19 novembre 2014

Pollice verso e fuori i leoni

Dopo le campagne 'pubblicità-progresso' su: 'Il fumo uccide anche te, digli di smettere.' e quella sui mariti-compagni violenti che: 'Gli schiaffi sono schiaffi. Scambiarli per amore può fare molto male.' ecco i bravi pubblicitari-educatori esercitarsi sulla Nuova Frontiera del Terzo Millennio: Internet.

E l'invito che ci rivolgono è: 'Fai di Internet un luogo migliore.' 'Vaste programme' avrebbe obbiettato De Gaulle-buonanima, se fosse vissuto in tempi così insidiosi e ridicoli.
Perché a controllare e monitorare la Nuova Frontiera ci sono solo i quattro gatti della Polizia Postale - che hanno il loro bel daffare a surrogare i moderatori dei forum che nulla moderano.
E le regole da loro stessi scritte restano bellamente inevase e quei luoghi di chiacchiere sublimi e dibattiti accesissimi che cambiano il mondo ospitano millantatori e insolenti e bulli virtuali da un tanto al chilo e se chiedi loro di intervenire con vigore c'è da scomodare la Cassazione e il terzo grado di giudizio italico che tutto prescrive dei delitti e delle pene, oppure 'abbiamo di meglio da fare'.

E aveva ragione quella mia ospite di Lima – Perù, anni fa, a lamentarsi di una connessione troppo lenta che le impediva di svolgere il suo lavoro di prenotazione e disdette a causa del dilagare de 'las cosas tontas', lamentava : la chiacchiera e le mille mille chat che intasano internet e sono seconde solo agli stramaledetti telefonini perennemente incollati all'orecchio degli italioti che vedi per strada e negli autobus e nei bar e non hanno nessuna remora a scodellarci gli osceni fattacci loro nelle orecchie a voce altissima. Pollice verso e fuori i leoni.1352_0330id

Stramberie e leggende religiose

Molto rumore hanno fatto le dichiarazioni di Umberto Veronesi che nell'esistenza del cancro trova motivi per affermare che Dio non esiste. Che dire della guerra, allora, delle teste tagliate dall'Isis in nome del loro preteso 'Allah' e delle mille altre nefandezze di cui l'uomo è protagonista o succube – comprese le frane e le alluvioni che comportano sofferenze e morti?
Affermazioni negazioniste e atteggiamenti ribellistici contro Dio non nuovi nella storia dell'umanità - e il dibattito filosofico intorno al male, più o meno 'necessario', che strazia le nostre vite dalle origini ai giorni nostri è ampio, amplissimo e non cesserà per quest'altro, autorevole, rilancio.
E, per dirla tutta, mi sento di aggiungere un altro tassello para teologico a questo affannoso dibattere e lamentare ed insorgere contro il Dio 'buono e giusto' che ci assisterebbe da Lassù ed è l'esistenza in vita e in video di certi panzoni osceni a vedersi e udirsi vocati al crimine organizzato e altro di nefando che, nel corso dei loro pranzi e cene, giurano fedeltà all'associazione criminale di appartenenza, chiamando a testimoni gli spiriti defunti di Lamarmora, Garibaldi e Mazzini. E' aperta la gara a chi trova altri nomi di personale fantasia su cui giurare e spergiurare. Spinoza, Einstein ed Erasmo? Dante, Petrarca e l'Aretino?
E mi chiedo che senso hanno queste formule di rito e i congressi satanisti e gli Ordini e sette segrete che si rifanno al passato della Storia coi loro grembiulini e compassini e le spadine ai fianchi e le croci sulle tuniche e se non è una bestemmia teologica il pensare che questa umanità mentalmente disastrata e un filo suonata sia fatta 'a immagine e somiglianza di Dio' come vogliono i Dogmi del passato e ci siano perfino 'fratelli in Cristo', come recitano tuttora i sacerdoti.
Davvero le religioni, alla luce di tutto ciò su esposto, sono 'oppio dei popoli' e coacervo di stramberie e leggende una più strana e folle dell'altra che servono solo all'uso distorto e idiota di un esercito di imbecilli che corrono ad arruolarsi sotto le bandiere del Califfo in nero e, ieri, dei principi e duchi cattolici nelle ripetute Crociate.
Molto meglio l'impero romano del Colosseo. Pollice verso e fuori i leoni. E nell'Arena dei martiri cristiani che andavano a morire cantando mettiamoci anche gli islamici fondamentalisti e terroristi, quest'altra volta.

lunedì 17 novembre 2014

I prossimi decenni delle nostre vite

I prossimi decenni delle nostre vite
E' interessante l'affermazione di Burlando versus Renzi e i maledetti governi responsabili degli scempi conseguenti ai condoni edilizi che: 'Se dovessimo mettere in sicurezza il Bisagno, dovremmo evacuare diecimila genovesi.' Affermazione che dice meglio di cento studi urbanistici e sociologici la densità della popolazione italiana in un territorio stretto e lungo peninsulare che non ha uguali in Europa (per densità) e forse nel mondo – e se prendete Venezia e i suoi vaporetti, apriti cielo! Beate le sardine nelle loro scatole, che almeno l'olio di girasole o di oliva facilita i micro aggiustamenti all'interno.
E che si sia costruito sulle pendici dell'Etna e del Vesuvio (una sua eruzione improvvisa ne cancellerebbe a decine di migliaia) la dice lunga sulla costrizione tutta italica di espandersi e mettere radici 'dovunque e quantunque e sebbene', ad onta degli allarmi decennali degli esperti e degli 'avvisi ai naviganti', pardon: residenti, sui rischi che corrono.
E, ciò malgrado, si continua a stipare, in questo disgraziatissimo paese, oltre lo stipabile - e ci sono persone indifferenti all'impatto sociale del fenomeno 'immigrazione selvaggia' e incontrollata (i cosiddetti 'buonisti'), che non si curano delle conseguenze e dei fatti e degli eventi accaduti a Tor Sapienza e tuttora dicono, impavidi, che: 'Han torto i residenti, tutti razzisti e intolleranti e 'di destra'.
Così, in questa trista e tragica recitazione della controversia italica, con i noti eventi e i pogroms che si ripeteranno a breve in quegli stessi luoghi o altrove, trascorre il breve tempo delle vite nostre, tra crisi economiche che non demordono e lavoro che non c'è, ma domani chissà.
Attrezziamoci: è qui che dovremo trascorrere i prossimi decenni della vita nostra.

venerdì 14 novembre 2014

Le morte stagioni e l'informe

Amo l'indistinto, l'ammasso informe, il non definito, il magma che contiene molti minerali diversi fusi dal fuoco interiore del pianeta, e gli ammassi stellari di ogni forma e dimensione che ci parlano della 'materia oscura' o dell'antimateria, meraviglie della creazione primigenia di oscuri dei informi e bui che contengono il futuro dell'universo in forme sempre mutevoli e cangianti come le nuvole e i colori della nostra atmosfera. E amo i fantasmi: sfilacci silenziosi della materia e vita che è stata e aspira all'eterno delle morte stagioni e delle palpitanti future la cui forma non riusciamo compiutamente a immaginare perché: 'Ci sono più cose il Cielo e in Terra di quante le menti degli uomini riescono a immaginare...'

venerdì 7 novembre 2014

Dalle stelle ai musei di Cesare Lombroso

Dalle stelle ai musei di Cesare Lombroso
E' certo che non sarà la presente generazione a vivere la grande stagione dei viaggi spaziali, bensì i bis bis bis bis bis nipoti che speriamo rinsaviti dall'orgia delle inutili chiacchiere ai telefonini e l'indice destro anchilosato sul loro tamagochi - che l'esterno e il loro prossimo sembra non esistano più, ma solo la loro asfittica nicchia telematica di sms, f/b e 'uotsapp'.
Troppi cretini al cinema che rumoreggiavano due righe di poltrone sopra di me e commentavano stupidamente a voce alta me lo confermano – non bastasse lo stop ai viaggi spaziali della Nasa di cui parla l'ottimo 'Interstellar', che alcune recensioni vogliono quale valido emulo e seguace de '2001 Odissea nello spazio', ma le distanze fra l'uno e l'altro film sono stellari e galattiche, appunto.
Perché la classicità che oggi ci appare ingenua del film di Kubrik non ambiva al realismo delle mirabolanti costruzioni aeronavali del suo odierno epigono, ma restava felicissimamente sospesa nella danza di quelle note straordinarie dei valzer di Strauss che davano colonna sonora al viaggio - e la mente degli spettatori era in perfetta consonanza fantastica e musicale e prestava volentieri alle immagini sullo schermo tutto ciò che necessitava alle carenze cine-tecnologiche che Christopher Nolan aveva, invece, a disposizione e ne ha fatto ottimo uso, ma è rimasto impigliato nel polpettone sentimentale e di avventura di eroi americani redivivi tanto cara agli sceneggiatori di Hollywood - con in appendice anche il duello scafandrato tra i ghiacci sempiterni con un 'cattivo' (interpretato da Matt Damon).
Però ci sta che ci abbia provato (e ci ha incollato alle poltrone), Christopher Nolan, a farci rimasticare cinematograficamente i concetti complicati di 'spazio-tempo' che si contraggono e che la gravità può annichilire e noi umani attraversare per tornare 'là dove son mossi' Amore e Nostalgia di imprecisati e improbabili ritorni dal passato e 'fantasmi' mediati da 'codici binari' e alfabeti morse redivivi: per dire che tutto si tiene della storia controversa e spesso avvilente dell'umanità: dall'invenzione del gas e delle lampadine che illuminavano i primi lampioni pubblici fino alle meravigliose aeronavi rotanti che usano della 'fionda' gravitazionale per lanciarsi oltre i mille anni luce delle nostre prossime conquiste galattiche.
Prossime si fa per dire. A giudicare dai commenti degli emeriti imbecilli che rumoreggiavano due righe di poltrone sopra la mia diciamo 5001(?) - e speriamo che di quei cervelletti preistorici di avvilenti giovanotti dall'indice anchilosato non ne resti più traccia né ricordo se non sotto formalina nei musei di Lombroso. Amen e così sia.
Più Matarazzo che Kubrick. Più un amorazzo padre-figlia – tranquilli, nulla di incestuoso: a scopare sono solo le astronavi – che una “fantasofia” degna di
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giovedì 6 novembre 2014

Sermoni per i giorni di pioggia

Sermoni per i giorni di pioggia
Certi sguardi sono come i memorabili scatti fotografici che segnano un'epoca: vedi il bacio degli amanti parigini post bellici che dicevano il trionfo della vita sulla morte seminata a piene mani nelle trincee e sui fronti di guerra; o come i lavoratori immigrati - in bilico tranquillo sulle putrelle pencolanti sul vuoto a cento metri di altezza - che costruivano i grattacieli della Grande Mela.
Così i motoscafi che solcano le acque del Canal Grando pieni di genti orientali coll'impermeabilino di nailon leggero che gli coprono il capo e fanno ciao-ciao con le mani e i sorrisi a piena bocca dicono del cambiamento epocale di questa città destinata ai loro figli e nipoti: zero abitanti storici, prossimamente, e solo turisti che si avvicendano a milioni sul 'teatro dell'antico' che qui egregiamente si rappresenta (vedi il link più sotto per i dettagli sull'argomento).
E se questo è il progresso lo lasciamo volentieri ai nipoti che, certo, conosceranno e vedranno il profilarsi delle 'magnifiche sorti e progressive' di un'umanità avviata verso orizzonti di gloria. E così sarà, malgrado le batoste dell'odierna 'crisi globale' pestino a sangue le odierne generazioni del 'lavoro zero' e le armate dell'Isis che ci consegnano un Medioevo di ritorno col dettaglio ferino delle teste mozzate di incolpevoli 'inviati' e/o volonterosi e ingenui 'cooperanti'.
Perché, in parallelo, e sia pure 'un passo avanti e due indietro', vediamo disegnarsi, in televisione e sul web, gli scenari futuri di tecnologie sempre più avanzate e stupefacenti nel loro raccontare un mondo davvero diverso e, forse, il mondo non sarà 'salvato dai ragazzini' come si racconta nel romanzo omonimo, o dall'astratto Amore del Dio di Francesco e delle sue folle festanti a piazza san Pietro, bensì dalle tecnologie: che diranno stupidi tutti i comportamenti bellici di minoranze di imbecilli preistorici e mostreranno le stelle dei viaggi spaziali quali nuovi orizzonti di riferimento.
Amen e così sia.