martedì 29 dicembre 2020

Dubbiosi e avviliti


Mondi ultra terreni e visioni new age
C'era un impressionante silenzio nella chiesuola del collegio confinata sull'angolo estremo dell'edificio dove iniziava il grande orto coltivato da Sante, il rude ortolano dalla faccia lunga e scavata. Credo che iniziò lì dentro il mio preteso 'ateismo': da quel silenzio assoluto che lasciava vagare nel vuoto della navata le preghiere che recitavo con grande pathos; e nessuno le raccoglieva, però, e nessuna risposta veniva da quel Dio misterioso e aereo circondato da santi e beati incessantemente salmodianti - e ancora nessuno, dopo tanti anni di vita vissuta, ha saputo spiegarmi in modo credibile come esitano le sue/loro di preghiere e quali echi ne hanno avuto e come facciano a ritenere quel vuoto e quel silenzio una risposta soddisfacente e capace di giustificare la loro 'fede'.
E il secondo riscontro dubbioso e scettico lo ebbi ascoltando un coro delle voci bianche, molti anni più tardi e già quasi fuori della soglia dell'adolescenza, e osservavo quelle bocche fanciulle modellarsi sulle vocali e battere ripetutamente sul 'son' finale del 'kyrie eleison' e sull'erta salita sonora del 'gloria' e mi chiedevo che specie di Dio fosse Colui che ascoltava quei canti ripetuti che si levavano da ogni chiesa e sala di concerto e se ne beava senza mai annoiarsi del repertorio.
E, ieri, disteso sul lettino del massaggiatore che tentava di sbloccarmi la maledetta schiena dolorante, quel valido para medico mi chiedeva come si fa a 'non dirsi cristiani' - e io cercavo di spiegargli che era più facile dirsi atei, invece, in un mondo dilaniato da verità di fedi contrapposte e assassine, e di fedeli che sono detti 'infedeli' da degli idioti 'radicalizzati sul web' che pretendono il loro dio grande (u akbar) ed è, invece, la rappresentazione asfittica e meschina e stupida della loro mente malata di assassini seriali.
E anche il bel film di Eastwood: 'Hereafter', che è passato su Iris l'altro ieri, parlava di quelle nostre strane e inverosimili credenze post mortuarie: di un tunnel che si attraversa e di una luce e di strane presenze e di mancanza di senso della gravità ed ecco i nuovi 'fedeli' new age sbracciarsi su numerosi libri e dirci e provare a convincerci che 'qualcosa c'è', ma dai! Tutto un mondo di sopravvissuti radunati chissà dove e chissà come in una nuova e diversa Giosafatte a fare chissà che. Qualche ulteriore delucidazione un filo più credibile e condivisibile sarebbe oltremodo gradita.
E chissà che cosa raccontavano i sopravvissuti in era medioevale (molto meno numerosi, data la scarsa scienza rianimatoria dell'epoca) intrisi com'erano delle terrorizzanti narrazioni che venivano dai pulpiti savonaroliani e da quella geniale narrazione cinematografica della Commedia, poi detta 'divina', che mostrava gli ignavi e gli iracondi e quegli altri immersi nella palude Stigia - e davvero non era un bel sognare e desiderare di entrarvi e soggiornarvi in quegli scenari ultra terreni da urlo e 'orribili favelle e grida di dolore e accenti d'ira', ma il convento altro non passava e bisognava farsene una ragione e transitare da una sponda all'altra dell'umana vita dubbiosi e avviliti e sconvolti.


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domenica 27 dicembre 2020

Sere, notti, mattine.

 

Il mio cervello elabora storie delle più varie e strampalate delle quali non sempre serbo traccia al risveglio e me ne resta, invece, uno sfilaccio come di nube in dissolvimento. E stamattina ho messo i piedi a terra e lo sfilaccio era costituito dalla nota frase: (..) poi che della fatal quiete tu sei l'imago a me sì cara... di un notissimo sonetto del Foscolo.
E magari era il finale di un sogno sulla brevità delle vite nostre (il Foscolo morì a 49 anni) o il residuo diurno di un libro che ho in lettura che parla dell'epopea di Annibale Barca il Cartaginese, un generale che inflisse le più severe sconfitte militari alle legioni di Roma.
E i soldati, si sa, hanno vita breve e gloria per la morte in battaglia (fu vera gloria?)
E leggendo di quelle battaglie e dei massacri mi veniva a mente che ben poco mi intendo di posizionamenti delle truppe sul terreno delle battaglie campali (ma esistono le Scuole di Guerra per chi volesse approfondire) ma capisco che la bestia nera di ogni generale è l'accerchiamento e, a volte, i numeri soverchianti dei fanti o degli opliti che ti fronteggiano non garantiscono la vittoria, rileggetevi la cronaca delle battaglie del Macedone Alessandro contro i persiani.
E, mentre vagavo per la cucina apprestando una parca colazione con questi sfilacci in testa che si dissolvevano, rai news24, l'ammiraglia rai all news, mandava in onda una miscellanea di immagini dell'anno che sta per chiudersi con il refrain delle bare stipate nei sotterranei degli ospedali e la fila dei camions militari che le trasportavano chissà dove.
E la fatal quiete della sera invocata dal Foscolo divenne d'un subito, ahimè, la fatal mattina di un mortifero battage di stampa e televisioni riunite che, per tutto quest'anno, ci hanno ricordato che dobbiamo morire e non è male se ci cospargiamo il capo di cenere (sanificata) e cambiamo le mascherine ogni secondo giorno – e se vediamo qualcuno apparire lungo la strada che percorriamo per la ginnastica quotidiana è bene svicolare alla prima laterale per tema che si tratti di un untore.
Subito dopo, partiva il servizio sul vaccino dei miracoli che ci libererà della pestilenza, dicono.
Meglio rileggersi per intero il sonetto del Foscolo, sentite ammè.
italialibri.net
Alla sera - Ugo Foscolo
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giovedì 24 dicembre 2020

Ciechi, sordi e frastornati


Negli anni e decenni a seguire 24 dicembre 2016

E, finalmente, dopo essere transitato dal regno dell'utopia buonista e misericordiosa all'osservazione disincantata della cruda realtà dei fatti e delle cronache d'orrore dei 'radicalizzati sul web' che si fanno assassini e stragisti di civili inermi e incolpevoli - e aver lungamente osservato la deriva di questi nostri anni di un mondo rotto e impazzito e le sinistre europee che pretendono di spacciare l'accoglienza caotica a sei cifre in sistema di s-governo del caos sociale che ne deriva - posso togliermi qualche sassolino dalle scarpe e far notare e rivendicare urbi et orbi che la tripletta della brexit-Trump-referendum renziano al 60 per cento di 'no' sono pugni formidabili sferrati dagli elettori di buon senso e che 'votano di pancia' al mento di quella pretesa 'intellighenzia' di sinistra supponente e arrogantemente stupida che tuttora sostiene e si sostiene sull'utopia globalista e multietnica e 'no borders' priva dei necessari correttivi d'ordine e di compatibilità economiche e rispetto e considerazione dei fragilissimi equilibri sociali che si rompono con l'immissione forzata nelle città e paesi di migliaia di disoccupati a vita.
E mi vengono in mente le colossali idiozie concettuali e le seghe mentali di quei tali che sostengono pubblicamente - perfino su facebook! massima vetrina post moderna del 'fare outing' e del 'dire la propria' - e plaudono alle inesauste violazioni delle frontiere a sei cifre annue e ai clandestini che sciamano a migliaia di là delle frontiere chiuse e vanno ad ingrossare le fila dei disoccupati dei quartieri-ghetto del Belgistan, Parigistan e Sesto san Giovannistan - e indicano questa tragedia ed emergenza europea quale giusta punizione dei pretesi crimini del colonialismo dei nonni e diritto assoluto degli africani tutti di cercare un inserimento de facto e buonisticamente imperioso, sostenendone la clandestinità fin dentro le 'giungle di Calais' e quelle di Ventimiglia e aiutandoli a nascondersi sui cassoni dei camion diretti in Gran Bretagna.
Come a dire che dobbiamo batterci i pugni sui petti e biascicare in permanenza i 'mea culpa' della civiltà occidentale perché esiste per davvero il 'peccato originale' del catechismo d'antan e delle vetuste leggende religiose e siamo tutt'ora colpevoli della trasgressioni di Eva ed Adamo che hanno addentato la mela proibita, ma ci facessero il piacere.
E speriamo che la somma dei morti delle stragi che l'Europa ha subito negli ultimi due anni orribili del suo affanno immigratorio e melting pot sempre più conflittuale e di faticosissima integrazione li abbia fatti rinsavire un poco, quei dessi, ma ne dubitiamo, perché certe malattie neuroniche sono refrattarie agli antibiotici del comune buon senso - e agli elettori europei toccherà continuare a dare continui pugni sotto al mento e mandare a casa definitivamente questi imbelli e incapaci s-governanti europei, Juncker e la Merkel in testa, responsabili dei conflitti che ci toccherà elaborare negli anni e decenni a seguire.


Ciechi, sordi e frastornati. 24 dicembre 2017

E forse è l'arte, piuttosto che il dibattere politico e sociale avvelenato dalle elezioni prossime venture, a dire il vero e il giusto della maledetta questio delle inesauste immigrazioni a sei cifre in un paese provato e profondamente mutato dalla crisi dei trent'anni ultimi scorsi e dalla guerra intestina che ci hanno dichiarato gli assassini islamici 'radicalizzati sul web' – molti rinnegati cittadini europei di seconda o terza generazione di immigrati, come ci raccontano le cronache.
E chissà che significa quello 'scacco al re' del quadro in questione che mostra una scacchiera liquefacentesi sul suo bordo sud da dove avanza un 'barcone' col suo dolente carico di richiedenti asilo – e chi/cosa rappresenta il re sotto scacco e quali dolenti pensieri attraversano la mente del giocatore che quello scacco ha subito.
E la questione della cittadinanza facile da concedere a chi e perché e quando e dopo quale percorso di integrazione compiuta e manifesta si sposta fortunatamente più in là, malgrado il gesto disperato dei digiunatori davvero degno di miglior causa, - e resta il fatto che qualsivoglia gesto politico di apertura e accoglienza dovrà misurarsi in futuro con il verdetto degli elettori e di quegli italiani/e che giudicano e giudicheranno folle, nella cabina elettorale, il proseguimento delle politiche di accoglienza del duo Renzi/Alfano, tardivamente corretto dal Minniti in limine mortis e col correttivo elettoralistico dei 'canali umanitari'.
Dei quali canali non si sente il bisogno e l'urgenza prima di aver smaltito il pregresso di clandestini che abbiamo importato a man bassa - e l'Europa invano ci chiedeva a mani giunte di fermarci e fermarli, chiudendo le frontiere a nord e ad est una dopo l'altra.
Gli dei accecano chi vuol perdere, si dice, ma per la platea degli elettori pd buonisti ad oltranza e misericordiosi a sproposito i metaforici dei non si limitano ad accecarli, bensì li assordano e li frastornano mentalmente.
A noi elettori di renderli muti da marzo e per molti anni a seguire.
Amen e così sia.
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lunedì 5 ottobre 2020

Oremus nel terzo millennio



Oremus e facciamo outing
…. Che, poi, tanto nuovo non è questo dibattere sulla misericordia che si dovrebbe applicare all'intero universo dei viventi (non dimentichiamo la 'compassione', termine analogo e perfino più esteso e approfondito dell'universo religioso dei buddisti).
E l'intervento di Bergoglio, l'antipapa, - che ci ricorda come non sia in contraddizione con la Dottrina (che resta stella fissa e immutabile della Chiesa) il concedere misericordia ai peccatori di ogni risma, perfino a quegli allegroni dei gay e delle lesbiche - il suo intervento, dicevo, sfonda porte aperte, ma deve fare i conti col corrucciato e segretamente rabbioso 'fronte interno' dei padri sinodali che temono le troppe aperture e le concessioni e i perdonismi e i buonismi da un tanto al chilo perché crollerebbe l'intero fronte militare della lotta al Peccato, col suo corollario di Inferni e Paradisi e Santi e Beati contrapposti a coloro che, per l'avere male agito e peggio copulato, sono destinati, per tradizione e iconografia antica, ai forconi dei diavoli e al fuoco purificatore che ne brucerà i corpi concupiscenti per l'Eternità.
Sennò che senso ha avuto, nei secoli, l'essersi presi la briga di rinunciare alla sessualità, - poveri noi preti e cardinali che l'abbiamo presa sul serio e applicata con dolore personale e sofferenze indicibili - e che senso l'avere indicato dai pulpiti e nei confessionali la mistica dell'anima contrapposta al corpo sporcaccione e vergognosamente legato alla animalità delle origini e al sesso che ne è condizione 'sine qua non'?
E' tutto un universo concettuale medievale e conventuale che cede le armi all'allegro 'relativismo culturale' degli allegroni che 'fanno outing' per il quale i preti possono dire quel che vogliono tanto noi 'ci facciamo i cazzi nostri', letteralmente - e tutt'al più, in finale di partita, ci pentiremo - così fan tutti - e con l'Assoluzione e l'Estrema Unzione e la Benedizione entreremo di corsa nella Terra Promessa da Colui che tutto perdona e tutti ama, inclusi i peggiori peccatori.
Oremus fratres.
 

domenica 4 ottobre 2020

Viva l'Italia (e gli italiani pazienti)




Siamo un popolo davvero paziente o, forse, rassegnato e 'perdonista' per vocazione.
Un'opera idraulica di grande ingegneria che, se appaltata agli olandesi, sarebbe operativa da anni e a costi più che dimezzati e niente scandali per corruzioni stellari di politici e varia miseria umana aggregata, è entrata ieri in funzione con grande spiegamento di spettatori reali e virtuali, tutti con gli indici accavallati per il giusto esorcismo del caso: vedi mai che la spettacolare barriera giallo canarino scricchiolasse e si afflosciasse sul fondale a causa delle cerniere arrugginite.
Ma è andata bene, italicamente bene. La barriera ha tenuto e tanto è bastato per il coro e il battimani che ne è seguito, di gente che ha subito i danni dell'acqua alta per anni e, forse, non ha ottenuto nessun rimborso, ma ha tutto perdonato di quest'altro, enorme scandalo del Belpaese passato in giudicato senza troppe condanne, né troppo pesanti. I nostri giudici non amano infierire, amano il Beccaria o, forse, girano per i tribunali avvocati fin troppo valenti e adusi a tutti gli artifizi giudiziari di cui son fitti i tomi della giurisprudenza italica.
La patria del diritto e del rovescio, diceva un tale, indimenticato.
Ma 'basta che funzioni', come chiosa Woody Allen in un suo bel film. L'opera non è ancora messa a punto, ci costerà ancora una bella pacca di euri, ma funzionerà, si spera.
Ecco, viviamo nel paese della speranza.
Avviliti, mazziati, impoveriti, mascherati, distanziati, ma sempre speranzosi.
Viva l'Italia. L'Italia di chi sempre la fa franca e non paga pegno. L'Italia dei volta gabbana che tirano a durare. L'Italia del tango che non c'è più, ma abbiamo Conte, l'avvocato del popolo (sic) che improvvisa minuetti e saltelli con la Merkel, che Dio ce lo preservi.
Tangenti e troppe leggi/ Lo scandalo del Mose è lo specchio della politica

ILMESSAGGERO.IT
Tangenti e troppe leggi/ Lo scandalo del Mose è lo specchio della politica
Venezia ha sempre subito le alluvioni dell’acqua alta. La massima risale al 1966, ma sicuramente ve ne furono molte altre prima che le rilevazioni assumessero carattere scientifico e periodico....

La mala ora. Salvate il soldato Trump.

La mala ora. Salvate il soldato Trump.
E' ufficiale. Una gran quantità di gente, forse una maggioranza, la pensa in modo opposto ai giornalisti e direttori di giornale della stampa 'mainstream'.
Incluso il nuovo quotidiano 'Domani' che si proclama indipendente, ma le sue titolazioni sono in perfetta linea di tiro ad alzo zero contro la destra dei suoi compagni di cordata politica vecchi e malandati.
Tutti senza apprezzabili differenze contro Trump, sano o malato che sia, contro Salvini, colpevole di efferatezze a prescindere (come si confidavano i magistrati delle chat di Palamara) e contro tutti coloro che ritengono l'immigrazione massiva e sregolata dei naufragi organizzati dai criminali scafisti una iattura e una tragedia epocale che va fermata sulle coste africane e asiatiche con un efficace blocco navale sul modello australiano. E conseguente bando permanente alle o.n.g. taxi del mare.
E che siano minoranza politica e sociale, al pari della sinistra di s-governo che si affida alle proroghe dello stato di emergenza sanitaria per tirare a durare sembra non preoccuparli minimamente, i nostri impavidi giornalisti mainstream – e, forse, la loro sola preoccupazione sta nei numeri delle vendite nelle edicole a picco; e non sarebbe male, giusto per verificarne l'indipendenza pretesa, sapere la provenienza dei fondi che li tengono in vita pur se boccheggianti.
E se non ci fosse internet a lasciar scorrere un rivolo di pareri contrari di noi 'negazionisti' di opposti pareri (parola usata come una clava dai suddetti giornalisti dei giornaloni, al pari di 'sovranisti': feccia, a sentir loro, dell'umanità rigenerata dai sublimi pensieri solidali con tutto quanto avviene di storto e contorto nel vasto mondo rotto) avremmo la perfetta rappresentazione di un mondo a testa in giù.
Un mondo dove il male di vivere e le tragedie conseguenti di fame, guerre e dittature diventano il bene e il riscatto di un mondo infermierizzato che 'accoglie' a maglie larghe, larghissime, senza controlli e distinguo tra clandestini e aventi titolo di rifugiati, - e i mutamenti e il disordine sociale che conseguono a questa abdicazione politica sono il giusto prezzo da pagare a questa volontà di medicare l'immedicabile. E la presente pandemia delle maschere incollate sui visi e i saluti avviliti a distanza ce ne dà la raffigurazione più estrema e triste, in quest'anno di assoluta infamia e che vorremmo cancellare dal novero delle nostre vite.
E, se Trump, malgrado il virus che lo affanna, sarà rieletto, come prevede quel professore che già ne previde la vittoria prima contro la Clinton, sarà la giusta pena e castigo per tutta la canea di voci 'dem' e le sinistre europee che hanno fatto carte false e tentato perfino l'affondo di un fantasiosissimo impeachment per toglierselo di torno.
Ad malora, direbbe un tale di mia conoscenza.
Già, la mala ora di una umanità allo sbando dove il caos e l'entropia regnano sovrane e dove si combattono ferocemente, con pensieri e parole fuori luogo e misura, i pochi (o forse molti, ma che non hanno voce di stampa e una giusta rappresentanza politica ) che si misurano lancia in resta con la fragile idea di 'ordine'.
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venerdì 2 ottobre 2020

Gli X files della Storia

Le nebulose della Storia 04 ottobre 2014
La Storia, lo sappiamo, è un 'file' compresso. Tutti gli accadimenti al suo interno, perciò, ci appaiono incredibilmente veloci nel loro succedersi, come se non ci fossero pause e distensioni tra l'assassinio di un re e una battaglia decisiva per le sorti di quel regno. Così, nella lettura storica, la vita di Filippo II il Macedone, - poco più di cinquant'anni di vita, dei quali molti trascorsi 'all'estero' in qualità di ostaggio politico -, ci sembra una pazzesca sequenza di eventi rapidissimi, quasi tutti militari e pochissimo spazio concesso ai molti matrimoni, invece, e ai figli avuti e gli amori vari e diversi e pericolosi che gli valsero, pare, si mormora, la pugnalata finale dei congiurati.
E se ci stupisce la rapidissima ascesa nelle cronache contemporanee dell'esercito dell'Is e del suo califfo Al Baghdadi e le conquiste militari che continuano ad onta dei bombardamenti dall'alto, ugualmente straordinaria fu, di contro, l'impresa di Filippo II che, sconfitto dai Focesi di Onomarco e orfano delle sue falangi decimate, arruolò ventimila uomini in Tessaglia e riprese a guerreggiare con maggior lena e vigore.
E la vita di quei Macedoni nostri avi sembra non conoscere momenti di noia, pur se privi dei nostri prodigiosi giocattoli i-pad e pc e f/b e chat varie, perché erano ispirati, fin dal primo risveglio, dalle visioni e rivelazioni divine che convinsero Olimpiade, ad esempio, che il figlio Alessandro fosse stato concepito in sogno copulando con Zeus e tale, figlio di Zeus, fu rappresentato nelle sculture e negli affreschi che lo dicono capace di uccidere un leone.
E la realtà della Storia, in verità, è nebulosa, a cagione degli storici che avvallano questa leggenda o quella in perenne disputa tra loro - ma non meno nebulosa è l'attualità degli eventi che ci sottopongono i radio e telegiornali, a voler ascoltare certi 'dietrologi' odierni, secondo i quali le Twin Towers sono state 'dinamitate' da oscuri agenti di chissà che 'servizi segreti' per chissà che fini e perfino l'impronta della scarpa dello scafandro spaziale di Amstrong sulla Luna fu costruita abilmente in certi 'studios' di Hollywood e filiali annesse.
E perfino le nostre stesse verità, quelle delle regioni oscure delle nostre vite che ci sono causa di segrete angosce e dolori, col correre degli anni producono le nebbie per le quali non sappiamo più veramente se siamo stati comprimari o protagonisti e cosa sarebbe potuto succedere se...
Questo è quanto avevo in animo di dirvi oggi, sabato autunnale di sole più caldo dell'estate appena scorsa, a presto rileggerci e grazie dell'attenzione.

mercoledì 30 settembre 2020

Ritratti in soffitta

01 ottobre 2016 
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...che poi anche gli specchi fanno la loro malvagia pars nel dirti che non sei quello di ieri e dell'altro ieri bensi un 'ritratto di Dorian Gray' invecchiato nella soffitta del tuo tempo e ti sembra alieno il tuo stesso tempo, mannaggia, con tutti questi morti che ci vengono dalle cronache di guerre e le invasioni conseguenti di 'profughi' a stormi e sciami e gli attentati a ripetizione dei 'radicalizzati sul web' di islamisti immaginari - e 'si stava meglio quando si stava peggio', maledizione! e il passato ci conforta per le sicurezze di esserci stati al modo che serbiamo in memoria (confesso che ho vissuto) e per il disegno di 'magnifiche sorti e progressive' che abbiamo coltivato e si è sfaldato tra le nostre dita nel prosieguo della storia che va col passo del gambero.
Datemi una 'De Lorian' - che imposto sul cruscotto la data 1828 e seguenti e magari vi mando un post da lì e vi dico quanto è bello viaggiare nel tempo e se ho fatto una chiacchierata proficua col conte Leopardi e tutti gli altri suoi contemporanei. Bei tempi, quelli.

Animali intelligenti e dintorni

30 settembre 2014 
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Animali intelligenti

In una pubblicità della Rai, 'da novant'anni in onda', Cochi e Renato ci informano che 'La gallina non è un animale intelligente. / Lo si capisce da come guarda la gente'. E, per la verità, mi capita di incocciare per strada persone (molti 'giovani') che nulla hanno da invidiare a questo straordinario animale - al quale dobbiamo riconoscenza massima non foss'altro che per il dono divino che ci ha fatto nei millenni delle sue uova.
Immaginate cosa sarebbe la nostra vita senza lo zabaglione, le frittate di ogni genere e tipo, le impanature e tutto quanto della nostra fantasiosissima gastronomia comporti l'uso delle uova.
E trovatemi, di contro, uguale utilità sociale e relazionale per certi nostri 'giovani' della movida notturna, il cui sguardo ci riporta indubitabilmente alla gallina. Per tacere di quelli che si affiliano all'Isis per provare l'emozione intensissima del tagliare gole e teste di gente indifesa attribuendone il merito all'ineffabile allah e al suo mitico profeta.
E, con una piccola digressione, sull'articolo 18, viene fatto di chiedersi se 'è nato prima l'uovo o la gallina'. Ovvero se questo diritto elementare di non venire licenziati perché 'stiamo sulle palle' a un padrone caratteriale e un filo stronxo sia cosa buona e giusta in sé e da estendere a tutti o, invece, è solo una palla al piede delle nostre mitiche 'imprese' che, senza, assumerebbero lavoratori a mucchi e dozzine - tanto, poi, li mando a casa quando mi pare e piace, che bel divertimento.
Chiedere lumi a Renzi, una volta spenti i riflettori sul teatrino insulso della sua Direzione.
E chiediamogli conto, poi, di tutte le altre promesse che dispensa a piene mani sui disoccupati e i mitici 'corsi di formazione' che dovrebbero restituire il lavoro perduto ai cinquantenni con l'ansia atroce di una pensione che non arriverà.
Ma chiedeteglielo davvero, cari i miei concittadini, - coi toni duri e ultimativi di elettori incazzati e indignati - e rendeteglielo bollente quest'autunno che incede col passo del gambero: uno avanti e due indietro.
E ho nelle orecchie i resoconti di amici e conoscenti che mi parlano di condizioni di lavoro talmente degradanti da venire voglia di cambiare pianeta per mai incontrare quei tali che offrono un tale tipo di 'lavoro' - e si dicono 'imprenditori' e colonne portanti di una società di infami e ignorano e non si curano delle più elementari regole di rispetto della dignità delle persone.





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