mercoledì 30 giugno 2021

Mettiamola così.

 Mettiamola così. La questione fondante il nostro vivere civile può essere efficacemente mostrata con questa foto. La casa in basso a destra era una latteria sociale, ai tempi in cui la montagna viveva del suo: pascolo, fienagioni, allevamento di bovini.

Abbandonata per lunghi decenni e in rovina è oggi un bellissimo edificio di impianto tradizionale indicato quale sede comunale e delle Regole, antichissimo istituto di auto governo dei paesi della montagna.
Alle sue spalle il lotto di terreno privato, per lunghi anni incolto e invaso da alte erbacce, ha visto sorgere la bella casa che riprende gli elementi architettonici dei 'tabià' contadini e il terreno in discesa di pertinenza è stato macinato ed è contenuto in un doppio vallo murario elegante e che costituisce argine al movimento franoso della terra e della neve.
Un cambiamento radicale del paesaggio di un angolo periferico del paese di Pecol nella valle di Zoldo che ci conferma come la proprietà privata ben governata dalle Regole può aprire gli animi alla Bellezza e al sentimento del buon vivere.
Tutto ciò comparate con le foto che scatta ogni giorno, impietoso, l'obiettivo fotografico del vostro cervello quando transitate di primo mattino in una piazza cittadina che ha subito l'onta della 'movida' serale e notturna. O quelle dei cassonetti romani stracolmi pel buco nero della mancata raccolta delle immondizie che appestano e ammorbano l'aria.
Le moderne città conoscono anch'esse, sotto altro nome e codicilli dei diversi regolamenti comunali, l'antico istituto delle Regole, ma, vuoi per l'enormità del compito (milioni di abitanti mal educati), vuoi per l'insipienza e l'incapacità di governo dei sindaci e degli assessori competenti ecco il quotidiano tracimare sotto i vostri occhi del luridume e i drammi conseguenti - invano denunciati sui giornali e dalle televisioni.
Il troppo che stroppia comparato con l'antico adagio che 'piccolo è bello'.
E l'esempio della sregolatezza che si fa Bruttezza a causa della mancanza di Regole condivise o per l'inadempienza dei loro dettati la osservate anche nel troppo che stroppia dei suk che si creano fuori e dentro le stazioni delle grandi metropoli a causa di una immigrazione massiva e fuori controllo e una pretesa 'accoglienza' incapace di integrare gli affluenti.
Morale della favola: abbiamo bisogno di regole come del pane e dell'aria che respiriamo e Bellezza e Bruttezza del nostro vivere civile si confrontano drammaticamente sul crinale delle regole condivise e rispettate o rigettate e noncurate.
Diciamolo a tutti i pelosi 'no borders' e ai buonisti a sproposito e ad oltranza che, ciechi e sordi, si ostinano a non curare questi aspetti drammatici del vivere civile e a 'cambiare discorso' ogni volta che la cronaca ci consegna l'evidenza del troppo che stroppia e dei conflitti che ne conseguono.
Regole e buon governo - ne sapete qualcosa dalle parti del pd e dintorni?
Potrebbe essere un'immagine raffigurante albero e montagna

 

 

martedì 29 giugno 2021

Dovunque, quantunque e sebbene.

 Dovunque, quantunque e sebbene. Inginocchiarsi è un 'must'.

L'impressione è che, lanciato un tema e sbattutolo ripetutamente in prima pagina sulla carta stampata e nelle televisioni, ne seguano gli echi e i rimbalzi in cronaca con tutte le 'varianti' (come per i virus) e le 'variazioni sul tema' di cui è capace la varia e composita società post moderna in vena di follie post pandemiche.
'Elogio della follia', scriveva l'Erasmo ai tempi suoi, ma qui siamo alla piena e compiaciuta apologia della demenza, al trionfo, e relative esibizioni sui social, dei 'fuori di testa' tramite video dai telefonini.
E se lanci il tema del razzismo ecco le varianti 'genuflessioni' dovute o non petite, secondo il sentire dei protagonisti e delle petulanti fazioni contrapposte – e capitan Chiellini introduce la variazione 'nazismo' al posto del razzismo, tanto è 'tutta quella cosa lì' da combattere e osteggiare genuflessi, famo a capirci.
E i bravi ragazzi di colore fuori dai McDonalds ci mandano a dire, integratissimi e di seconda o terza generazione di immigrati, che i carabinieri sono 'razzisti', se intervengono a sedare una rissa e rispondono con durezza d'ufficio alle provocazioni - e tutto andrà a finire in nulla in una qualche aula di giustizia semivuota dove si celebrerà il processo relativo qualche mese o anno più tardi, ma intanto il messaggio è lanciato con i relativi echi di stampa e tivù: razzismo ueberall e cattivoni i carabinieri e i poliziotti a prescindere. Inginocchiamoci tutti, dovunque, quantunque e sebbene.
  • Filmato virale accusa i carabinieri "Versione non vera". Video ai pm
    MSN.COM
    Filmato virale accusa i carabinieri "Versione non vera". Video ai pm

lunedì 28 giugno 2021

Arringhe apule e scatolette di tonno vuote.

Arringhe apule e scatolette di tonno vuote.
La buona notizia è che la Svizzera ha battuto la Francia che si fregiava del titolo di 'campioni del mondo'. Davide contro Golia, per intenderci. E che una compagine di cioccolatai e di orologiai e alabardieri papali ci consegni questo risultato straordinario ci fa ben sperare che anche i nostri pizza-spaghetti-mandolino poco vocati alle genuflessioni pie possano castigare i 'diavoli rossi' e fiondarsi in semifinale con l'osanna e i peana di vittoria delle piazze italiche castigate dalla pandemia.
La cattiva notizia è che 'habemus papam' in casa cinque stelle, ma è quello stesso papa dei d.p.c.m. pandemici e delle noiose e poco condivisibili arringhe avvocatesche prima contro il Salvini e oggi contro il Grillo Furioso. Arringhe convincenti per le sue bimbe/i (le bimbe/i di Conte che avevano profilo su F/book) e studiate e limate anche di notte e chiamata la stampa tutta e le tivù a reti unificate per dire le cose ovvie che tutti sapevamo.
Ma tutto si fa pur di restare attaccati alla cadrega e continuare a guidare la scassatissima biga di un potere parlamentare a cinque stelle indebito e pletorico ma che gli è piaciuto tanto, a lui, avvocato di provincia uscito da Volturara Appula, che oggi si trova un microfono davanti alla bocca ad ogni passo che fa fuori dai palazzi romani e ci recita compunto urbi et orbi i versetti del suo personale vangelo politico.
E lo accreditano, l'avvocato, di un 15/18 di consensi che a me ricorda tanto il triennio fatale della prima guerra di trincee scavate nel fango e l'eventuale suo partito personale manderà al tappeto il pd e defungerà la strana creatura di Grillo che dovrà rinascere dalle sue ceneri, ma temo che non basterà un Di Battista e pochi altri gladiatori terzomondisti a insufflargli vita residua.
Chi ha dato, ha dato, ha dato, recita l'adagio, scurdammoce il passato perché non si transita impunemente dalla palingenesi delle scatolette di tonno aperte coi denti (e trovate vuote) alla miseria del presente traccheggiare in cronaca alleati col diavolo pd del ddl Zan e annesso ius soli pur di non 'andare a casa' e liberare le poltrone per verdetto dell'urne.

Ar(r)inghe fatali. Quella volta che ci provò Giovanna d'Arco.

Ieri accadde - Ridateci gli Absburgo 28 giugno 2015

 

Non ho mai amato i sedicenti 'rivoluzionari'. Sarà perché ho in uggia tutti quei loro discorsi sul mondo che non va come dovrebbe (ma gli Absburgo regnavano su un impero superbo, prima che Gavrilo Prinzip sparasse all'Arciduca) e, a sentir loro, il popolo - i contadini, in ispecie - odiavano i loro governanti e le maledette tasse e sognavano 'l'unità d'Italia'. Fanfaluche.
Ed eccoli, in effetti, sulla fatidica spiaggia campana che: 'Eran trecento, eran giovani e forti...' e morirono come mosche, stupidamente, con i contadini che li cacciavano spaventati e avvertirono le guardie - e i Borboni si fregavano le mani per questa dimostrazione di insipienza 'rivoluzionaria' e stupidità risorgimentale.
E di quel suonato del Gavrilo serbo che dire, se non che ha dato la stura a tutto il peggio del caos umano e politico in Europa negli anni seguenti, come la tempestosa sacca dei venti di Eolo regalata ad Ulisse - e scoppiò una guerra da nessuno prevista in quella forma e dimensione atrocissima?
E non pare che la presente atomizzazione dei moderni stati europei associati sia migliore del governo degli Absburgo - leggendario quanto ad efficienze amministrative e di 'buongoverno'.
E perfino Garibaldi, dall'alto della sua statua equestre - nel bel film di Soldini – scuote la testa e dice: 'Se sapevo che ne usciva un tal popolo di dementi, vi lasciavo agli Austriaci'.
Strana Commemorazione quella di questi giorni: di milioni di morti ammazzati sui campi di battaglia e musei a cielo aperto delle stramaledette e folli trincee sulle nostre Alpi e 'cimiteri di guerra' rigurgitanti di croci e di nomi di gente che non ha fatto la Storia, bensì ne è stata trangugiata e cannibalizzata e sognava solo di tornarsene a casa anche ferito, anche mutilato, ma vivo.
Filmografia essenziale: - 'Il comandante e la cicogna' di Soldini - 'Uomini contro' di F. Rosi - 'Allonsanfan' e 'San Michele aveva un Gallo' dei fratelli Taviani
Italiani mandati al massacro. Dal film Uomini Contro, di Francesco Rosi. VEDI ALMENO DAL MINUTO 4.20

 

domenica 27 giugno 2021

Mutatis mutandi (niente a che fare con le mutande).

 


Di sane mutazioni e rimbecillimenti
Mutare è vita, rinnovo della vita che fronteggia le insidie del futuro. E una leggenda metropolitana forse più affidabile di altre, vuole che il nostro corpo e la mente si rinnovi totalmente in soli sette anni. (La crisi del settimo anno dipenderà da questo?)
Però c'è chi muta e invecchia bene altri meno, come il vino che, in condizioni date, inacidisce.
E bisogna avere il coraggio di incarnare agilmente e fieramente le proprie mutazioni e spiegarle a se stessi e agli altri, se vogliamo che il passato ci insegni qualcosa e la memoria ci supporti nella ricerca di un filo rosso di coerenza.
Sono stato pigramente 'di sinistra' per la quasi totalità della mia vita e ad onta di ogni scandalo ed evidenza di sinistro malaffare mi venisse segnalata dai miei compagni di forum che oggi ritrovo in f/b – alcuni uguali a se stessi e con il rinnovo cellulare totalmente bloccato, poverini, altri, invece, rinnovati e capaci di guardare oltre l'asfittica linea dell'orizzonte che ci propinano le cronache dell'Europa in affanno e in rotta di altri naufragi, dopo la Brexit - e oltre le miserevoli pagine de 'L'Unità' di oggi : giornale per reduci e patetici neofiti renziani condannati alla ripetizione monocorde dei loro errori/orrori sotto veste di futuro 'partito della nazione' verdinian-alfaniano (sic).
E il mio recente passaggio ad altra sponda politica data dal giorno in cui un tale, pervicace buonista in pectore e militante della sinistra estrema, negò in pubblica mensa, come san Pietro col Cristo, che i neri coi borsoni taroccati sulle nostre rive e fondamenta in piena esplosione turistica fossero in esponenziale aumento e costituissero un grosso problema per la città e i suoi abitanti.
Lo guardai in tralice, ma era tutto vero quanto mi appariva: ne era convinto per davvero, il poveretto, di quel che affermava impunemente. E lo affermava per virtù di legge ideologica che non ha nessuna parentela con la matematica e in quel loro pianeta delle scimmie cinque più cinque fa dodici o tredici, chissenefrega, l'importante è arrampicare con destrezza.
E, dato il mio persistente sguardo critico e un filo incaxxiato che lo imbarazzava e lo incalzava, aggiunse con espressione bonario-amichevole: 'Veci sé.': 'Siete vecchi.' Che è il vizietto tipico della sinistra storica transitata in quella renziana di insultare e rottamare chiunque li contrasti con il vezzo di un giovanilismo imbecille per il quale chi non li vellica e li vezzeggia e li osanna e sale sul loro carro è da ospizio e si butta senza troppi patemi d'animo.... (segue)
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 

venerdì 25 giugno 2021

Lune di miele, cornucopie e comune senso del pudore.


Buongiorno! Sono trascorsi i cento giorni della luna di miele che, convenzionalmente, si concedono ai nuovi governanti? No, perché, tutto quest'asso pigliatutto che si pretendeva fosse il Draghi - che ci regalava il prestigio dell'essere stato governatore della banca europea e avrebbe convinto l'Europa a fare le cose che gli ultimi venti presidenti del consiglio in carica non erano riusciti a fare – io davvero non lo vedo e nei vertici e nei 'meetings' con gli altri partners europei mi pare non abbia cavato un ragno dal buco, alla pari con i suoi predecessori. E i soldini del 'Recovery' ancora non sono in saccoccia e i migranti arrembanti a migliaia sulle nostre coste ce li dobbiamo tenere e mantenere – tutto secondo pluri decennale copione italico e avvilente commedia europea degli equivoci.
E tuona, il Draghi, in rumorosa compagnia europea a proposito della legge approvata dal parlamento ungherese che si pretende negatrice di diritti (quali?) ed è, invece, legge di tutela di una buona educazione nelle scuole quale condividevamo anche noi prima che il petulante verbo lgbt alzasse i suoi lai al cielo imponendosi quale vangelo del terzo millennio e sanzionante ddl Zan.
E mi chiedo in nome di quali leggi e quali valori sono state emesse le sentenze passate in giudicato che invocavano la lesione del 'comune senso del pudore' (c'è ancora? Ed è ancora 'comune'?) e quale altro e diverso senso del pudore si stabilirà nel futuro prossimo condiviso e che ci tenga la mano nell'impervio cammino del secolo nuovo fitto di banchi di nebbia in cui stiamo avanzando a tentoni.
E, per tornare al buon Draghi e agli effetti speciali che ci doveva mostrare – un generalissimo che ha radunato le truppe parlamentari di destra e sinistra in una unica testuggine di s-governo rissoso e unito solo dalle aspettative del 'Recovery fund' – ora che la luna di miele è finita non sarebbe male che ci mostrasse i frutti della cornucopia politica che aveva in mente Mattarella nei giorni in cui ci negò il ricorso alle urne dicendoci che non si poteva votare causa pandemia.
Ma le amministrative sono alle porte a dimostrazione che si poteva fare, invece, e quella sua tesi aveva le gambe corte.

La (vera) partita in Europa. Cosa c'è in ballo per l'Italia
IT.INSIDEOVER.COM
La (vera) partita in Europa. Cosa c'è in ballo per l'Italia

giovedì 24 giugno 2021

O tempora o mores. La solitudine dei numeri primi.

 

I 'mores' e i 'tempora' del ddl Zan.


Sono un vecchio laico che, per oltre cinquant'anni ha contrastato aspramente il tentativo dei 'preti' e dei loro maggiori di intromettersi e condizionare pesantemente il dibattere civile di un paese che, per la pesantezza del passo della Storia patria, si trova in casa, in difficilissima convivenza, gli ex fautori di un Papato contrapposto all'Impero e ne ha patteggiato e concordato le residue competenze e le spettanze dopo il vulnus fatale della 'breccia di porta Pia'.
Ed ho tremato per le sorti della povera cerbiatta impaurita e insieme attratta dal giovane monaco Adso da Melk con cui consuma un disperato e furtivo amplesso nel bel film 'In nome della Rosa' e, come molti, ho esultato, nel finale, nel vedere il monastero avvolto dal fuoco purificatore e i monaci maggiori e il maledetto Inquisitore in rovinosa fuga inseguito dal popolo infuriato (all'epoca ben poco 'sovrano').
E mai avrei pensato di ritrovarmi, oggi, a dover misurare le parole e temperare i pensieri e faticosamente aggiornarli posto di fronte a un disgraziato decreto legge (ddl Zan) che sancisce la fine rovinosa di un Pensiero Unico Dominante – quello della Dottrina di santa Madre Chiesa – ma ne impone, di converso, un altro.
Un pensiero arcobaleno, lo dicono (e lo vorrebbero 'illuminante' perfino gli stadi degli 'europei' e sanzionante pesantemente i reprobi dissidenti).
Il Pensiero Unico Globalista dell'amore tra esseri umani vissuto e consumato 'come più ci piace' e in tutte le varianti e le salse della moderna Sodoma che ha eletto il libero peccare e 'amare' a proiezione felice del suo terzo millennio delle 'magnifiche sorti e progressive'.
E, davvero, 'non so più a che santo votarmi' e a chi dare ragione, in questo frangente confuso del nostro dibattere civile. Se agli stolti s-governanti che quel decreto censorio e sanzionatorio hanno male scritto e arrogantemente votato e oggi pretendono che il parlamento lo voti nella sua versione finale inemendabile – rivendicando la piena sovranità di uno stato laico (sic).
O ai pretoni d'antan che invocano il Concordato per poter consentire ai loro adepti e ai fedeli di vecchio conio di esprimersi secondo l'Antico Verbo sconfitto – e converrete con me la pena e le ambasce per quei confessori che, in confessionale, temono di venire registrati dai post moderni peccatori mentre li assolvono da un peccato che guai a dirlo 'peccato' - e, se ti ostini a considerarlo come tale e affermarlo pubblicamente ecco levarsi il Giudizio Parziale (contrapposto all'Universale) di un giudice laico che ti sanziona a norma di legge del ddl Zan.
E sarà ancora consentito, poi, esprimere un parere difforme sulle oscenità viste spesso in tivù e lette sui giornali e le licenze delle 'parades' dell'orgoglio gay o dovremo scontare un tot di anni in carcere, se citati in giudizio dalle potenti 'lobbies gay'?
O tempora! O mores!
  • ILGIORNALE.IT
    "Non ci sono i numeri, così non passa". Il ddl Zan rischia di essere affossato
… che, poi, rispetto ai miei tempi di fresco adolescente iper condizionato dal dettato religioso e da tutto l'immaginario alto e basso (paradisi e inferni, per intenderci) che ne derivava - e di dei nascosti e inconoscibili per ponderosa struttura teologica e definizione apodittica (Uno e Trino e dintorni) e tuttavia largamente operanti nei comportamenti nostri miserabili di esseri umani succubi e soggetti al Verbo pena il Castigo (e più non dimandare), vien da sottolineare la solitudine da numeri primi degli odierni adolescenti e giovinetti che, alla radio, intervistati sul merito di tutto quanto disposto dal ddl Zan-Vangelo nuovo del terzo millennio, si dicono serenamente lgbt+tutto il resto delle identità nuove per le quali non bastano i vecchi articoli determinativi, e l'Accademia della Crusca dovrà presto sfornarne di nuovi con l'aiuto dei Manesquin, di Fedez e la supervisione critica di Renato Zero e Platinette.
E quanto ingenua e miserabilmente semplice e 'terrestre' mi appare oggi la confessione timorosa che facevo, tredicenne, al feroce confessore dall'alito pesante dei 'trepateravegloria' a quei tempi di ormoni alle stelle - che, se gli sussurravo accosto alla grata che 'mi ero toccato', mi chiedeva 'quante volte' e mi ricordava che il nostro corpo era 'il tempio dello Spirito santo'.
Che se glielo racconti ai presenti adolescenti ti ascoltano a bocca aperta come se tu fossi un marziano caduto dall'astronave e piuttosto a disagio con le ragazze terrestri troppo 'facili' e con alte aspettative e le dinamiche erotico-sessuali sconosciute nel pianeta di origine e di ardua elaborazione.
E questa solitudine dei numeri primi dei presenti adolescenti-mutanti forse sarà temperata dalle esperienze nell'età matura e, prossimi anch'essi all'età fatale in cui la morte ti sovrasta, forse si pentiranno per gli eccessi e le confusioni identitarie della gioventù e torneranno all'idea del corpo come tempio, ma chissà se troveranno un confessore ancora disposto ad ascoltarli e assolverli perché, nel frattempo, le cronache ci avranno consegnato un ddl Zan due e tre con aggravamenti progressivi di pene fino a quindici anni senza condizionale, se solo ti azzardi a dirti etero e ancora sessualmente attivo pur se rsa-papabile.
Correva l'anno..
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