domenica 31 marzo 2013

La guarigione che speriamo prossima

Non è difficile ricostruire quanto accade nelle 'segrete stanze' dei palazzi del potere. Centinaia di descrizioni giornalistiche lungo tre lustri ci hanno abituato alla 'ricostruzione' della realtà dei conversari e delle facce stanche e lunghe di quei funzionari di partito che vediamo durante i tiggi rilasciare le baldanzose dichiarazioni e gli 'ultimatum' ridicoli contro il partito avversario che nega le 'elezioni subito'.

Come se fossero la panacea di tutti i mali e non un costo proibitivo per le esangui casse dello stato e i risultati elettorali ancora una volta controversi e opinabili e un parlamento ancora una volta ingovernabile. Ma è una 'coazione a ripetere' quella dei luogotenenti del conducator sconfitto alle urne (6milioni di voti perduti), una maledetta compulsione, una 'ancora di salvezza' perchè tenere sul filo del rasoio tutto un paese è nell'interesse del capo, del dominus di denari che ha il fiato sul collo dei magistrati e delle condanne e non può permettersi di sbagliare un colpo, nella complicatissima partita a scacchi elettoral-parlamentare.

E 're Giorgio' ha dato scacco al re di denari e tutti i luogotenenti del partito e i fidi avvocati-parlamentari stanno chiusi nelle stanze in riunione permanente per valutare come rispondere e uscire dall'angolo e decidono alfine lo slogan suggestivo del 'golpe bianco' e intimano ai 'dieci saggi' di fare le loro proposte entro e non oltre dieci giorni – tanti quanti se ne possono permettere prima che la finestra elettorale si chiuda fino all'autunno inoltrato.

E la magistratura avrà agio di fare le sue valutazioni ed esprimere le condanne eventuali e chissà che il paese respiri aria pura grazie a una di quelle sentenze che ce lo toglieranno dai coglioni, quest'uomo minuscolo e spaventoso e invasivo peggio di una colonscopia senza sedazione, e finalmente il ritmo del respiro del paese sarà quello di un malato grave uscito dalla rianimazione e si comincia a sperare nella guarigione.

Supercazzora con scappellamento a destra


Supercazzora con scappellamento a destra. E' il più divertente (e il più arrabbiato) dei commenti giornalistici che possiamo leggere stamane sui giornali. Lo sberleffo di Napolitano, il grande vecchio che si diverte un mondo a prendere a sberloni i passeggeri del treno-italia fermo sulla banchina a caricare/scaricare i bagagli e scambiarsi i saluti pasquali. Un treno che non parte perchè nessuno ha detto al macchinista qual'è la prossima destinazione.

Niente male per un vecchietto compassato che ne ha 'viste di tutti i colori' e dal quale mi aspetto che intoni, in finale di partita, la nota canzone del quartetto di 'amici miei' che si esibiva coi vestiti eleganti e l'aplomb di un vero coro davanti ai cardinali e a un pubblico di 'fedeli' allibiti per le parole oscene e canzonatorie.

Ma che altro doveva fare, il pover'uomo, messo in croce dagli elettori incapaci di uno scatto di reni e di una 'parola definitiva' alle urne – e che ha giocato a fare mezza rivoluzione con Grillo e con un terzo abbondante di cialtroni emeriti che hanno pregustato la restituzione dell'imu e ci hanno rifilato di bel nuovo il barabba sputtanato nel mondo dalle sue puttane incaprettate e di s-governo e dai maggiordomi e pennivendoli 'di famiglia'?25.jpg

E godo come un riccio nel leggere i commenti di Feltri e Belpietro che adombrano il 'golpe', bianco o conclamato, ed è invece, solo il portato delle 'contraddizioni in seno al popolo' che si sono mostrate nei risultati elettorali. Alla via così: si placa il 'dio spread' con un piccolo sacrificio rituale e si imbocca la 'via olandese o 'belga', come più vi piace. Così restiamo in Europa. :D Non siete contenti? :rolleyes: :unsure:


09:05 Scritto 

giovedì 28 marzo 2013

Foglie di fico


Se c'è un caso che dà la misura della distanza tra 'la casta' -le cui malefatte abbiamo così a lungo e duramente denunciato- e il 'paese reale' sono le parole taglienti pronunciate da Battiato al parlamento europeo. Apriti cielo! E tutti gli eletti/e vecchi e nuovi a stracciarsi le vesti quando è noto a tutti i cittadini il vergognoso 'mercato delle vacche' andato in scena nel corso della legislatura berlusconiana ultima scorsa - fitta di parlamentari e perfino ministre di governo 'scese' in politica grazie ai vergognosi 'servizi alla persona' prestati al satrapo puttaniere e lautamente ricompensati.

Soubrettes di grido e di gemito e igieniste dentali assurte all'olimpo della politica e del governo della repubblica e pagate coi soldi dei contribuenti -colle cifre mostruose che sappiamo dovute ai consiglieri comunali/regionali e alle parlamentari e/o ministre- hanno detto al paese tutto e alle giovani generazioni di donne col loro esempio che fare le troie e/o le puttane cogli uomini giusti sono attività redditizie e che hanno splendido risalto in cronaca e aspettative di lavoro benissimo remunerato.521416_361035000681226_1908629709_n.png

E se oggi una degnissima persona assurta alla presidenza della camera lamenta l'offesa atroce per obblighi di ruolo istituzionale è foglia di fico e geremiade scontata che nulla toglie alla verità della parole dell'assessore alla cultura siciliano - che quelle parole e quei giudizi ha scritto nelle sue canzoni senza che nessuno menasse scandalo e si stracciasse le vesti. Tu vedi l'ipocrisia e gli ipocriti stomachevoli.

E se un giudizio finale si può dare su questa vicenda è che il ludibrio delle istituzioni consumato dal berlusconi satrapo e puttaniere -e votato dalle schiere dei suoi elettori 'impresentabili' senza un minimo di salutari conati di vomito- oggi si sconta per intero e segnerà il futuro prossimo, e dimenticarlo non sarà facile perchè i guasti e i misfatti commessi e propagandati senza vergogna da quell'uomo minuscolo e osceno e dai suoi luogotenenti aziendali e parlamentari si proietteranno a lungo sugli schermi degli anni che verranno.521533_498930326821346_561721655_n.jpg

martedì 26 marzo 2013

Domani chissà


Poiché l'orizzonte di riferimento è quello del 'tornare alle urne' (e mai come oggi l'espressione sa di luttuoso e cimiteriale col fiato che abbiamo sul collo dello spread) è legittimo e opportuno porre e ri-porre la domanda canonica agli elettori del 'popolo sovrano': 'Come ne usciamo quest'altro giro?'

Già perché qualche rimescolamento ulteriore si avrà dalla prossima tornata: Grillo avanzerà o perderà voti? E, se incrementerà i suoi consensi, lo farà a scapito di chi, considerato che l'emoraggia a destra sembra essersi stagnata e quegli elettori sono tornati a gridare come un sol uomo: 'Vogliamo barabba! Arridatecene er puzzone e salvate il soldato dell'utri!'

No, il quadro non è chiaro e bisognerebbe che tutti i voti in uscita dal pd - che si contorce tra il lancio di un 'governo dei puri' e l'alleanza coi 40 ladroni del barabba di s-governo e di impunità – finissero a Grillo; e che Grillo e i suoi avessero una chiara maggioranza anche al Senato e ottenessero dal prossimo presidente della repubblica un incarico a fare il governo - così che potremmo finalmente vedere 'di che pasta son fatti' questi novatori in saio francescano e se l'Italia sarà lavata di tutto l'immondo e il marcio e il fango di cui l'hanno ricoperta i cialtroni del centrodestra e il loro idolo di denari e dei 'cavalli caligola' e delle leggi ad personam, che non ce l'ha fatta a scampare agli ultimi processi non prescritti ed ha già pronti i piani di fuga dal paese - latitante in dorato esilio tra santo Domingo e la villa di Antigua.

E bisognerebbe chiedere ai cialtroni emeriti che quel loro cialtrone-principe hanno votato se è vera e buona democrazia e se è essere 'buoni cittadini' il rifilare, nel segreto vergognoso dell'urna, quel tal barabba di s-governo ai concittadini preoccupati del 'bene del paese' e non dell'impunità e della 'presentabilità' politica di un tale che aveva il dell'utri garante di una pax mafioso/elettorale - e che perfino la pubblicità di una nuova vettura effigia alla guida di un auto dove, nel bagagliaio aperto, si vedono le sue gioiose puttane incaprettate e ha il viso rivolto verso di noi e ci mostra la risata aperta e complice di uno che ci chiede - come il clown malandrino di un noto fumetto: 'A volte mi chiedo quanto ancora posso prendervi per il culo.'25.jpg

lunedì 25 marzo 2013

Le badanti occhiglauche e le friulane

Una volta si diceva un gran bene delle 'friulane', pedemontane o valligiane poco importa, perché discrete e silenziose come le vie e le piazze dei loro paesi e rispettosissime e ossequienti nei confronti della 'signora' che le stipendiava.
Poi il mondo si ruppe e arrivarono 'le badanti' di lingua slava, non proprio piacevolissima a udirsi, grassoccie e sempre col cellulare all'orecchio a cicalecciare colle colleghe - e perfino di là delle frontiere grazie alle speciali tariffe della vituperatissima 'industria della chiacchiera', l'unica che non abbia conosciuto crisi, di questi tempi.

E di loro si narra che assediassero 'i nostri vecchi' e 'la dessero' solo dopo il vincolo matrimoniale coi 'cari vedovi' che redistribuiva i nostri sudati redditi occidentali a favore dell'est del mondo - e i legittimi eredi a schiumare rabbia post mortem e ad ingrassare i maledetti avvocati colla tesi de 'circonvenzione di incapace'.

Ma adesso il mondo si riaggiusta e si parla alla radio e sui giornali di un'Africa che cresce quasi come l'India e il Brasile e di un'onda di ritorno degli immigrati di prima generazione che non hanno più lavoro e capitalizzano i risparmi tornando al paese coperti di gloria, ma lasciano a mendicare per le nostre strade e piazze gli ultimi arrivati che non vengono arruolati tra i vu' cumpra' delle borse e occhiali tarocchi e sono aggressivi e inseguono i passanti e li tirano per le giacche.

La crisi come la morte 'che pareggia tutte le erbe del prato' e 'rimette le cose a posto' e 'mogli e buoi dei paesi tuoi'? Una rondine non fa primavera ed è presto per dire che ci riappropriamo della nostra economia e 'tornano la badanti italiane' – come titola oggi un giornale.
Però fa piacere sentire e leggere che torna il 'senso delle proporzioni' (anche in politica?) e il riequilibrio globale, dopo tanta enfasi meltingpottica e buonista di frontiere aperte e 'a ognuno il suo sviluppo' e 'tutti a casa' quando 'non c'è più trippa per gatti'.

'Non ci son più le friulane di una volta.' dicevano sconsolate le 'signore' all'apparire delle prime badanti occhiglauche e cicciotte che oggi annunciano il ritorno e si comprano le case al paese.
Se è per questo anche le mezze stagioni sono definitivamente scomparse e neanche i ghiacci dei poli se la passano troppo bene. Facciamocene una ragione.

domenica 24 marzo 2013

Cambiar aria


E' una di quelle notizie emblematiche e simboliche di un certo stato dell'essere della 'polis' - intesa come singola città, stavolta, la 'città sull'acqua'. E la notizia è che un vaporetto è andato in avaria e alla deriva e il capitano non poteva fare nulla e la piccola nave senza più motore è andata a sbattere sulla riva tra le grida terrorizzate degli occupanti.
Qualcosa di simile a 'l'andare a sbattere' della nostra repubblica senza governo e nei marosi della crisi globale e sotto esame dei 'mercati' assassini pronti all'azzanno.
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E Venezia non è da meno nella disgrazia e, se ha un governo e un nocchiero, non lo vedi e non lo senti – e se lo critichi, il caro sindaco, è un 'muro di gomma', e hai un bel dirgli che la città è sempre più sporca e troppo affollata di cani e cristiani - e di Pasqua è come un 'carnevale' con le maschere dei neri-per-caso che rifilano le borse taroccate ai turisti beoti e un sacco di 'musicanti' balcanici che 'ce la suonano e ce la cantano' ad ogni cantone - che pare di essere nella Napoli post bellica dei 'boys' presi per mano dagli scugnizzi e rapinati nei vicoli dopo una sveltina, o nella Roma che gli vendevano il Colosseo per pochi dollari. Un set cinematografico dove puoi incontrare Totò in pausa o Charlie Chaplin (c'è davvero) che si mangia un panino seduto per terra.san marco 21-03 013.JPG

Così vanno le cose in questa splendida città, cari lettori/trici e non c'è speranza che le cose vadano meglio e ieri hanno scioperato quelli dell'azienda di navigazione lagunare perché pare che ci saranno 'tagli' anche lì – e vorrei vedere che non ci fossero colla qualità infima del servizio rispetto al costo e coll'evasione dei tickets' alle stelle e i tornelli che non si riescono e mettere negli imbarcaderi (non ci sono i soldi; e i bus serali sono sempre più pieni dei nostri ospiti extracomunitari che neanche si provano a tirare fuori un finto biglietto e a 'obliterare', alla facciaccia dei cittadini che sono 'uguali di fronte alla legge' per definizione e Costituzione e se ti beccano senza biglietto la multa la paghi e sanno a qualeindirizzo di casa spedirtela con la tagliola di Equitalia. E pare che dovrò vendere casa, tra qualche mese o anno, e trasferirmi altrove e, forse, non è una cattiva notizia e cambiar aria mi farà bene - dove chissà.

Però la città è sempre bella. 'Entrino, siore e siori! Più gente entra, più bestie si vedono!'.san marco 21-03 003.JPG

sabato 23 marzo 2013

A voi la parola

La quadratura del cerchio è piccola cosa al confronto. Perché il popolo sovrano non ha mostrato nessuna intenzione di avere un governo che governi al vecchio modo di prima delle elezioni e i numeri sono lì a dimostrarlo: un terzo, un terzo, un terzo. E l'ago della bilancia Monti con un pugno di mosche in mano che non bastano a fare alcuna maggioranza.
Sulle 'cose da fare', poi, buio pesto. Si passa dalla rivoluzione m5s che vuole gli eletti muti e basiti e col saio francescano, e chiedono una legge sul conflitto di interessi e niente rimborsi elettorali ai partiti e nessuna ferrovia in val di susa - e tutto questo non gli basterà e non rilasceranno cambiali in cambio - alla restaurazione di tutto il marcio che c'era prima delle elezioni – e 'quelli del pdl' chiedono, in primis, un salvacondotto giudiziario per il loro barabba di s-governo e già scendono in piazza a rumoreggiare e gridano 'al golpe!' se il nuovo presidente della repubblica non sarà di loro gradimento. 'Il marcio su roma', per intenderci, e 'Giù le mani dal beneamato satrapo puttaniere'.

Perciò si andrà a nuove elezioni quanto prima e speriamo che l'Europa e i mercati ce la passino e siano comprensivi con le nostre fisime di popolo sovrano indignato e già deluso da quella masnada di strani nuovi eletti del m5s che Grillo ci ha rifilato e tuttora rabbioso contro le vecchie conventicole del pd e contro i dipendenti aziendali pdl 'messi lì nella vigna a far da pali.' Il migliore ci ha la rogna, per intenderci e cadono le braccia perché, a fronte di ciò, ci chiedono, spudoratamente, di 'tornare al urne' per 'vedere di nascosto che effetto che fa'.

E noi cosa voteremo alle prossime elezioni? Ancora Grillo e i suoi francescani in saio? Ancora Bersani? Ancora il caimano, che ha speso per intero la sua fortuna di allegro imprenditore ex tangentopoli per non fare la fine di craxi bettino, il suo padrino politico e stella polare e lapide di salvezza in terra straniera?

A voi la parola, popolo sovrano'. Però, se tacete e state a casa, mi sa che farete una migliore figura. 'Non facciamoci riconoscere' che, poi, a urne aperte, ci toccherà di rimandare i marò in India - dopo aver richiesto per loro un'altra licenza perché possano ri-votare.

venerdì 22 marzo 2013

Il potere dei soldi


Il potere dei soldi e i soldi che comprano tutto, anche i corpi, e avviliscono le anime e le menti.
E alle puttane e al loro atroce commercio coi soldi riserviamo tutto il disprezzo e il più acre perché sono l'evidenza, nei volti smorfiosi e nei comportamenti e negli abiti e nel riso satanico, di chi 'non ha più niente da perdere' – una penosissima riduzione a 'merce' dell'intero loro essere e intuirsi e mostrarsi come 'persone' nel consesso civile.

Ma è sempre una 'questione di soldi' perché, se la puttana è di alto bordo e i suoi 'servizi alla persona' sono profumatamente pagati - e la persona, poniamo, è un presidente del consiglio e un tycoon ricchissimo - l'essere e mostrarsi puttane è altra cosa, diventa 'exemplum' di vita riuscita e successo, un gabbare la sorte e dribblare una vita miserella, in questi tempi di crisi globale e di scarso lavoro, e giungono al vertice della vita politica, nientemeno - consigliere del principe e ascoltate consulenti 'dentali' e altro del satrapo nostro nazionale che affida loro missioni politiche esiziali e diplomatiche quali quella de 'salvate la nipote di mubarak!' e sottraetela alle grinfie dei giudici comunisti (sic).

E Cipro è puttana in Europa e le sue banche si sono 'vendute l'anima' ai magnati russi di cui si dice un gran male, e malissimo della loro 'accumulazione primitiva', che a Cipro hanno trovato un 'paradiso fiscale' alle porte di casa, ma oggi sbavano rabbia contro la maledetta Europa che non perdona all'isola l'indisciplina dei bilanci e le malefatte economiche e i maneggi finanziari contrari alle buone regole europee e attua il sequestro dei loro beni e li minaccia di una pesante tassazione riparatoria.

E neanche al Sarkozy recentemente sbalzato di sella i soldi hanno portato fortuna – e lo accusano di 'circonvenzione di incapace' nientemeno! perché batteva facile cassa e otteneva 'prestiti' pochissimo onerosi da una povera miliardaria che di quei soldi non sapeva più che farsene, poverina! Davvero un peccato lasciarli inutilizzati e ad ammuffire nei depositi delle banche.

E ai soldi deve tutto il principe degli imbonitori de noantri – che si è comprato la malafede dei suoi elettori promettendo loro di rimborsare l'imu di tasca propria, se del caso, e se i vincoli di bilancio l'avessero impedito – e ieri ha staccato un assegno di 15 milioni a favore dei suoi dipendenti aziendali riuniti in 'partito politico' perché non smettano di organizzargli le manifestazioni di piazza che lo manderanno assolto da tutte le imputazioni e fermeranno i processi a suo carico.

Comprarsi la politica per intero e 'mandarla a puttane', letteralmente, non sarebbe stato concesso neanche al mitico re Mida ai tempi suoi - che perlomeno trasformava tutto in oro quel che toccava, mentre quest'altro che ci ritroviamo tra i piedi muta in cacca ogni cosa che tocca e le persone.580035_532602773444431_1065220070_n.jpg

mercoledì 20 marzo 2013

I buchi neri della democrazia e gli tsunami delle folle



Non è il genere di cose che ti fa star bene e ti mette a tuo agio lo spettacolo di una folla che rumoreggia e grida e ritma parole d'ordine e slogan suggestivi. Buona ultima è Cipro, ma accadeva ad Atene e dopodomani a Roma, già sconvolta dagli entusiasmi dei 'papaboys'. Perché la folla è come l'onda di uno tsunami che tutto travolge, se di dà il caso, ad esempio, di un petardo che scoppia a margine della manifestazione o di una carica improvvisa e violenta della polizia - e quel mare umano prende la corsa e tutto travolge e, il giorno dopo, i giornali titolano di decine di corpi schiacciati dalla marea umana e i parenti e i congiunti piangono le care vittime.

Vale per la folla che tifa per una squadra di calcio e per quella che, invece, si eccita e si indigna e scalpita e urla pro o contro un leader politico e i suoi slogans suggestivi. La folla è cieca e stupida, per definizione. E' una massa amorfa e tellurica che basta un boato di troppo per trasformarla in onda assassina – e ancora abbiamo in mente Bangkok e la guerriglia urbana scatenata dall'emulo indigeno del nostro berlusconi (i maledetti berlusconi della Terra) e la follia delle sue camicie rosse che avevano dato il sangue non per gli ospedali e la vita da restituire agli ammalati, ma per buttarlo a litri sulle strade e rendere drammatica e belluina la protesta di chi voleva imporre quel corrotto e figura porca alla testa della nazione.

E mi sovviene il ragionamento cretino di un tale, in un forum, che sosteneva che votare un barabba allo s-governo della repubblica fosse un 'atto democratico' del quale bisogna avere rispetto. Votiamo il peggiore fra noi e lo rendiamo immune e al riparo dalla giustizia dei comuni mortali e designato ai peggiori delitti per via di scelte politiche ad hoc e leggi ad personam - perfino quello di stravolgere il dettato costituzionale ai suoi fini populistici.

Parlo di strani 'marziani a Roma', gente che la democrazia la concepisce a forma di portafoglio personale e dossier titoli e per quei loro scopi di privata ricchezza (magari accumulata per via di evasione ed elusione) ci rifilerebbe il peggior corrotto uscito dalle fogne di Tangentopoli osannandolo quale 'statista' e osando perfino designarlo come 'presidente della repubblica' senza incorrere in un violento conato di vomito.

Della serie: 'I buchi neri della democrazia elettiva'
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martedì 19 marzo 2013

Il Caimano 16 - Tonfo finale


Il berlusconi va alla guerra, disperato dell'insignificanza della sua truppa fitta di lanzi da tre palle un soldo e di poveri cristi allettati dalla promessa: 'Vi restituisco l'imu e, se del caso, ve la pago di tasca mia.'
E' disperato perché l'assedio giudiziario lancia le sue ultime palle di pece infuocata dentro la cittadella assediata e non bastano i pali appuntiti conficcati di fuori dai suoi avvocati-parlamentari a fermare l'assedio all'arma bianca. Né le mine del trasferimento ad altra sede giudiziaria, dopo aver sparato tutte le cartucce del 'legittimo impedimento'. La politica usata come 'arma di distrazione di massa' e i suoi parlamentari e i giornalisti al soldo ridotti a carne da cannone per salvarlo dai processi e dalla prossima latitanza ad Antigua.

Perciò eccolo gridare alle sue stanche truppe: 'Tutti in piazza! Alle armi, alle armi!' - ridicolo golpista da tre palle un soldo che protesta e si agita e contorce perché un parlamento sovrano e democraticamente eletto voterà, verosimilmente, una personalità a lui non gradita alla Presidenza della repubblica.

Prossimamente su questi stanchi schermi italici: 'Il caimano 16: il tonfo finale'.

E poi si arrabbiano se li diciamo 'impresentabili' o da 'conati di vomito.
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lunedì 18 marzo 2013

Gli impresentabili


Sentirsi dare degli 'impresentabili' in pubblica tivù è onta massima e sferzata che scatena l'inferno dentro chi la riceve, ne convengo, ma una pacata riflessione su 'chi e come siamo stati' nel corso di oltre dieci anni di s-governo e bubusettete e corna ai g8 e 'la nipote di mubarak' e 'quante volte viene, signora' e i titolari della 'cricca degli appalti' e della protezione civile indagati per malaffare e corruzione, - tutto ciò elencato, più il resto che taccio e che occuperebbe troppo spazio d'invettiva politica, dovrebbero indurre l'Alfano Sdegnato a un pubblico mea culpa e ad indossare saio e cilicio e ammettere che si, 'siamo impresentabili' e paghiamo il fio elettorale delle troppe colpe di infamia pubblica e privata che conseguono a quindici anni di occupazione militar-mediateca della scena pubblica e di fedelissimo e pedissequo servizio a un padrone di denari che si è comprato la politica per salvarsi dai processi.

E che siano 'impresentabili' non è una novità e basta spulciare la stampa estera mondiale per rispolverare tutto il ludibrio nazionale che dobbiamo al cialtrone di s-governo mascarato e uveato - e la pena che ancora ci suscita la foto del bacio-le-mani a Gheddafi, e l'organizzazione puntuale e concordata in sede di protocollo dell'omaggio delle 300 vergini italiche (si fa per dire) in pellegrinaggio alla tenda beduina montata al centro di Roma, e il pietoso tentativo di convertirle all'islam, e le 'serate eleganti' colla Minetti al palo della lap dance e che si libera in fretta della Ruby, dopo averne ricevuto l'affido coatto per imposizione diretta del suo 'usufruitore finale'.

Ma come altro definirli 'quelli del pdl' che tutto questo spettacolo osceno hanno contribuito ad ammannirci chiamandolo 'politica', se proprio non vogliamo pronunciare la parola 'schifo' e 'conati di vomito'? 390192_617536938260434_598076766_n.jpg

sabato 16 marzo 2013

I nuovi barbari e i vecchi marpioni di lotta e di s-governo


E' stato un autentico spasso, stamattina, l'ascolto della lettura delle prime pagine dei giornali -affidata a un capitano di lungo corso dell'armata giornalistica familiare dei berlusconi silvio e paolo. Il Veneziani Marcello, uomo di prosopopea e sicurezze marziane, non ha fatto che recitare filippiche contro lo ' sfascio' e geremiadi spassosissime su 'il paese che va a sbattere' - ultimo slogan pietosamente suggestivo di 'quelli del pdl' orfani di s-governo e di cariche pubbliche e desolati come per un lutto e una perdita intollerabile e atroce, un torto incomprensibile che gli è stato fatto dal maledetto popolo sovrano a cui neanche la promessa della restituzione dell'imu è bastata per rivotare quelle facce da galera.

E, più spassoso di tutto, era l'indicare l'armata dei grillini, quelle facce serene e pulite sedute sugli scranni del Senato della repubblica, quali 'nuovi barbari' -e la mente va ai figuri della Lega di cappio e di s-governo della scorsa legislatura e a tutto il popolo dei dipendenti aziendali e ai cavalli di caligola: gli avvocati personali del berlusconi; e vien da tenersi la pancia dal gran ridere nell'ascoltare il Veneziani che afferma che quel pattume tragico e infame della nostra storia recente era 'gente responsabile' e positiva e capace di dare un buon governo al paese.

Tutto ciò mi conferma che la menzogna politica e la faziosità cieca e sorda alle ragioni della protesta grillina é ancora il nostro pane giornalistico quotidiano, ahinoi, e i bugiardi e i pennivendoli di famiglia, rotti a tutte le contorsioni mentali e spudorate bugie, sono ancora lì a riempire le cronache di 'Libero' e 'il Giornale' delle pornografiche pretese di vedersi riconosciuti come possibili partner di una 'grosse coalition' assieme al pd. Marziani a Roma, come e peggio delle satire di Flaiano.

Come se fosse normale e facile patteggiare chissà che governo e che programma con i luogotenenti del cavaliere mascarato (mascarato a tal punto da soffrire di uveite grave e non presentarsi ai processi). Come se qualche legge comune e 'nell'interese del paese' fosse possibile e votabile - che non sia una legge sul conflitto di interessi di stampo europeo e una nuova legge elettorale e poi, di nuovo e di corsa, 'tutti al voto' e 'mandarli a casa' i noti ladri della 'cricca degli appalti' e i campioni degli evasori ladri di socialità che hanno mandato il paese a sbattere e fuori dal novero dei paesi virtuosi in Europa.

venerdì 15 marzo 2013

la miseria morale di chi compra gli eletti

Il nodo fondamentale da sciogliere nel 'parlamento impossibile' che hanno voluto gli elettori è quello del 'riconoscimento'. Riconoscimento reciproco, altrettanto impossibile, tra le tre grandi forze del pd, m5s e pdl - che si guardano in cagnesco e abbaiano l'uno contro l'altro come fanno i cani che hanno paura di essere aggrediti e fanno teatro di fieri ringhi e finti assalti prima dell'azzanno finale che mostrerà il vincitore.

E il pdl ha il problema storico del 'riconoscimento' del suo leader vocato a tutte le corruzioni/evasioni e altro del suo essere imprenditore da prima repubblica tangentizia -che ha scelto di comprarsi la politica, letteralmente: di asservirla al potere del denaro e di asservire e annichilire le anime dei miserabili giuda da trenta denari che, al pari di de gregorio e scilipoti e razzo 'sono sul mercato'.

Di questo, infatti, di comprare i deputati del m5stelle, scrive Sallusti, il malnato direttore de 'il Giornale', scampato al carcere per le avvilenti furbate italiche e le pelose 'grazie' del presidente napolitano. Che è anch'esso in prossima uscita, per nostra fortuna -via tutti, azzeriamo tutto!- perchè anche lui malato di mediazioni al ribasso e molto provato e schizzato dal fango e dalla miseria morale del quadro politico in cui ha dovuto mettere la mani e rientra a pieno titolo in quella metafora di un altro comico d'oltre atlantico che affermava che gli uomini politici sono come i pannoloni della nonna: 'Vanno cambiati spesso e per lo stesso motivo.'

E speriamo che i deputati 5 stelle siano di tutt'altra pasta dai giuda-trenta denari che hanno fatto e raccontato la vergogna morale di questo paese: di un leader politico puttaniere che manda in parlamento in testa di lista elettorale i suoi avvocati personali perché quella delle leggi ad personam è la sola e vera questione per la quale ha inquinato la vita pubblica e s-governato il paese: salvarsi dai processi e scassare le istituzioni di garanzia e sottomettere l'azione di giustizia al volere degli uomini politici che hanno mente e vocazioni criminali.

E su questa vecchia questione di un diavolo che si compra le anime de miseri e fragili neoeletti ed ha l'arroganza di annunciarlo dalle prime pagine del giornale di famiglia come fosse un naturale 'mercato' della politica ci giochiamo tutto il poco prestigio che il tecnico monti ha restituito al paese.

Si continua con i 'vaffa' corali' e dal più profondo del cuore. Via tutti. Tutti a casa.

giovedì 14 marzo 2013

Il passato che ritorna


Il passato che sempre ritorna.

Il passato condiziona le nostre vite, ne ingloba gli avvenimenti singolari e microscopici dentro la macrostorie delle guerre, delle epidemie e siccità, delle crisi economiche. Nei tempi bui si canterà? Si canterà. Dei tempi bui.

E di Francesco, il papa che si vuole 'povero' e 'tra i poveri' secondo la vulgata corrente sui giornali di oggi già emergono i fatti microscopici del suo essere stato vescovo di una città martoriata dalla guerra civile e dalla repressione atroce dei militari di Videla-il-macellaio, l'odiato fantasma delle madri di plaza de mayo e, come per un altro papa la cui microstoria fu contenuta nella macrostoria dei nazionalismi trionfanti e assassini e che sfociarono nei massacri della seconda guerra mondiale, ecco che alcuni si chiedono, fuor di retorica trionfalistica e 'buonista' per la 'fumata bianca', quale sia stato il suo ruolo in quella storia buia dell'Argentina dei massacri e dei macelli e della scomparsa dei bambini e della loro spaventosa 'adozione', dopo che le madri e i padri furono macellati e uccisi nelle caserme-mattatoi. La Storia ci chiede sempre conto delle nostre scelte di campo – o delle 'non scelte', che, a volte, benedicono e assolvono i crimini.

E si discute, quindi, di che cosa 'non ha fatto' e 'non ha detto' Bergoglio in quei tempi di buio delle menti e di efferatezze e spaventose crudeltà, - un uomo che amministrava i sacramenti e porgeva la 'parola di Dio' agli orchi dalle dita adunche dei golpe militari e, forse, come altri nel suo ruolo di 'principe della Chiesa' non ha menzionato la memoria delle vittime e additato i colpevoli al loro inferno in terra e di là della loro morte corporale.

Ma oggi è tutto uno spumeggiare di promesse e di speranze di una Chiesa che, dicono i suoi stanchi retori, sa rinnovarsi e risorgere – ma ancora ricordiamo e abbiamo negli occhi un vescovo dei poveri e degli ultimi che veniva ammazzato sull'altare e fu uno dei pochi che seppe e volle 'parlare chiaro e alto e forte' contro gli oppressori e i macellai assassini di quel suo paese latino-americano.

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mercoledì 13 marzo 2013

Che poi...


..che poi, quella di rammentarci continuamente che 8 milioni di italiani si riconoscono in berlusconi e nei suoi problemi giudiziari e lo dicono perseguitato dai giudici è la classica bufala da legionari della guardia regia schierati a difesa dell'accampamento e dell'ospedale di guerra in cui ha trovato rifugio il condottiero azzoppato.

L'analisi puntuale del voto a berlusconi mostrerebbe che una ricca metà di coloro ha votato per la restituzione dell'imu: furbi da tre palle un soldo incuranti dei riflessi sui conti dello stato di una tale ridicolaggine da spread alle stelle.

E che non ci sia davvero più nulla da dire sui dipendenti aziendali che fanno piazzate eversive davanti al tribunale di milano e raccontano le fole di una 'persecuzione giudiziaria' in atto per 'far fuori berlusconi' lo afferma il motto repubblicano che 'la legge è uguale x tutti' e 'dura lex sed lex'.

Si fossero scelti un leader più presentabile e meno coinvolto in corruzioni/evasioni e violazioni di segreto istruttorio non saremmo qui a frantumarci gli zebedei con il 'ritorno del caimano 2 – la vendetta' in tempi di governi impossibili . Fanculo.

domenica 10 marzo 2013

Le bugie pietose e la vergogna patria


L'immagine più plastica del declino politico dell'uomo e della bugia assordante dei suoi acclamatori e miserabili accoliti che lo dicono 'perseguitato' dai 'giudici comunisti' (invettiva ridicola e slogan fracassone che ha segnato l'era berlusconiana dell'impunità e del 'facciamo un po' il cazzo che ci pare' dei suoi elettori evasori cronici e recidivi) è quella dello scolaretto beccato in flagranza di menzogna raccontata ai giudici sulla gravità della sua malattia agli occhi - che è metafora palese, invece, de 'non li posso più vedere i p.m. che mi vogliono in galera'.

E il fatto che a stanarlo dall'angolo vergognoso del reparto del san Raffaele (l'ospedale che ospitò il craxi bettino già mentalmente ramingo e latitante) siano state le disposizioni restrittive sulle visite fiscali del brunetta -severissimo coi dipendenti pubblici e di mano larghissima, invece, nei confronti del suo datore di lavoro parlamentare e di s-governo- fa sbellicare dalle risa ed è legge del contrappasso di tutta una stagione di fughe dalla magistratura e leggi ad personam che hanno salvato l'Imbonitore dai processi a botte di prescrizioni e altri 'cavilli di caligola' dei suoi fidi generalissimi azzeccagarbugli.

Ed è miele per le mie orecchie ascoltare alla radio i resoconti giornalistici della tristezza del satrapo puttaniere che parla apertamente di fuggire all'estero, latitante come il suo mentore e fulgido esempio di corruzioni e grassazioni della cosa pubblica bettino craxi.

E sarebbe ora e tempo che questo paese di furbi e malfattori la smettesse di votare al parlamento quali suoi campioni di vergogna patria i peggiori figuri di una imprenditoria malavitosa e fragile, che nelle mazzette e nelle tangenti trovava le sue autostrade di uno sviluppo malato – e oggi traccheggia nelle depressione economica e nella paralisi degli investimenti, incapace di risollevarsi dai colpi infertigli dalla legalità di stampo europeo che ha in Grillo il suo ultimo Masaniello.

venerdì 8 marzo 2013

Rosso di sera


Che il futuro sia 'nelle mani degli dei' è espressione tuttora in auge, malgrado gli dei siano stati derubricati a 'leggenda metropolitana' da gran tempo e i loro templi distrutti già in antico dagli invasati 'cristiani' che affermavano con la violenza il loro 'verbo unico' (vedi la fine di Ippazia, la filosofa pagana).

Ed è vero anche che 'gli dei accecano chi vuol perdere' perché gira un virus micidiale, di questi tempi, una malattia di Crohn che costringe gli elettori tutti, di ogni schieramento e convinzione a votare 'di pancia', seguendo l'ira e lo sdegno piuttosto delle considerazioni assennate sullo spread che ci tallona da presso e la Fitch che ci declassa impietosamente.

E chissà che cosa succederà alle prossime elezioni – da qui a sei mesi, dato il semestre bianco- e se saremo ancora in Europa e se l'economia si riprenderà. L'oracolo di Delfi avrebbe predetto, ambiguamente, com'era suo costume: 'Diffida del canto del grillo e affidati al rosso'.
No, non Bersani, che avete capito!? Al 'rosso di sera' che com'è noto 'bel tempo si spera'.

That's all, folks!2003210171458_5_378696.jpg

giovedì 7 marzo 2013

Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo


La poesia, si dice, si conviene, è l'anima delle cose nostre: delle emozioni e delle avvilite considerazioni intorno a quanto ci accade e ci stupisce o tramortisce.

E, per dirla in poesia, quanto sta accadendo nel 'dopo voto': la posizione di stallo, il vecchio e il nuovo che si confrontano dentro le istituzioni, la casta che se ne deve andare, il 'nuovo' che vorremmo avanzasse, ma non sappiamo dove e come, somiglia allo stato dell'animo che faceva scrivere a Montale: '..solo questo oggi possiamo dirti, / ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.'
E la poesia in questione ha come titolo 'Non chiederci la parola'.

Ecco: non chiedeteci la parola, per favore. A noi 'grillini per caso' e per rabbia e odio profondo verso tutto il marcio della politica pre-voto, -verso tutto il corrotto e lo schifo di un cialtrone emerito allo s-governo della Repubblica per la laude e gli interessi sporchi degli evasori notori e incalliti e impuniti e che faceva votare ai suoi manipoli parlamentari le leggi ad personam e che la sua puttana minorenne era 'la nipote di Mubarak – non ci chiedete la parola, non adesso, non prima di aver rovesciato il tavolo e buttato all'aria ogni possibilità di inciucio che il cagnolino da passeggio dell'imbonitore definisce con aria truce : 'il paese (che) va a sbattere'.

Il paese ha già sbattuto ad abundantiam, cara la mia gente avvilita e trista e cialtrona al pari del campione vostro di denari e televisioni, e uno 'sbattimento' ulteriore e aggiuntivo non farà che convincerci a rottamare finalmente la vecchia macchina piena di ammaccature -e il suo motore non parte più e si ingolfa e batte in testa e ci lascia per strada un giorno si e l'altro pure.

Non chiedeteci la parola se non quando tutto sarà finito e tutta la cacca sparsa a pieni ventri in questi anni sarà smaltita e convogliata nelle fogne. Dopo, solo dopo, possiamo andare oltre e dirvi 'ciò che siamo e ciò che vogliamo'.
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mercoledì 6 marzo 2013

Del lasciare e restare

'Lascio' e 'resto' sono le moderne polarità della contesa politica che immettono aria nuova nel sistema democratico e rappresentativo.
E ieri è morto Hugo Chavez, dopo 14 anni di 'regno' e la regina Elisabetta rischia di lasciare anch'essa, dopo 61 anni di pacifico impero, per una banale gastroenterite, - chissà che cosa le è venuto in mente di mangiare, poverina, alla sua età.

Ma, fuor di battute, è vero che presenza e assenza dominano il nostro vivere quali categorie filosofiche e quali fantasmi per i quali ci struggiamo in amore e in morte.
E lasciare questa valle di lacrime è evento quanto mai traumatico perché 'definitivo', irrevocabile davvero e sorprendente per chi, come noi, si è tristemente abituato alla manfrina del principe degli imbonitori che 'lascia' e 'torna' e 'resta' a suo piacimento, malgrado la sua presenza sulla scena politica sia indigesta come e peggio di una gastroenterite grave e ci costringe a continue corse verso il luogo deputato alla consegna. E speriamo che la magistratura se lo porti al più presto e lo consegni nel suo inferno deputato: quello dei cialtroni emeriti e arroganti e fieri dei loro intrallazzi e le corruzioni che ne fanno la storia personale e imprenditoriale.530390_483727781665264_967755508_n.jpg

E la riflessione che si fa, in questo giorno di lutto politico, è sulla lunghezza eccessiva del regno dei dittatori – e ancora a Cuba si spia il decorso della malattia occulta di Fidel e fioriscono le leggende su un suo sosia che ne avrebbe preso il posto per garantire la continuità del sistema politico tutt'affatto speciale e carico di antica gloria che solo quella figura carismatica garantisce.

E per chi, come me, ha attraversato tutto lo spettro delle dittature latino-americane sostenute e imposte dai 'gringos' imperialisti degli U.s.a. e ancora ha negli occhi e nelle orecchie gli echi dei massacri consumati dai militari cileni di Pinochet e dagli argentini di cui alle 'madri della plaza de mayo', Hugo Chavez è figura eroica, pur se smargiasso e sbruffone e 'fuori misura' nelle sue arringhe e comizi – ma non poteva essere diverso se lo si rapporta allo strapotere della potenza americana che, invano, per lunghi e dolorosi decenni, ha cercato di spegnere la fiamma delle rivoluzioni socialiste e dei diritti dei lavoratori delle fabbriche e dei 'campesinos' senza terra.

Hugo Chavez è morto, viva Hugo Chavez – che ancora vive e lotta insieme a noi.

martedì 5 marzo 2013

Il fegato di Prometeo e i maledetti eletti dal popolo

C'è una evidenza di cui nessuno si occupa, in questi nostri tempi di rivolta e 'rivoluzione' antisistema e anticasta: di intelligenze e capacità e talenti di uomini che saprebbero ben governare e avrebbero i requisiti individuali per tenere ben salda la barra della nave Italia nel suo traballante navigare nel mare procelloso della crisi globale.

'Fare per fermare il declino' era un buon gruppo di persone uscite dal calderone stregonesco del malvagio centrodestra post berlusconiano che -a parte la facile predizione di un loro successo elettorale non superiore al 4 per cento che li diminuiva al rango di reggicode di qualche 'strana alleanza' possibile- dicevano cose sensate e, forse, avrebbero potuto esprimere qualche buon ministro, il Giannino in primis. E' andata come sapete e il povero Giannino si è rovinata la vita colle bugie sul curriculum e, notizia di oggi, viene cacciato con patente atroce di disonore dal c.d.r. di radio 24 dove lavorava.

E anche il Bersani e qualcun altro del suo staff avrebbero i numeri e i talenti per ben governare: persone solide, pratiche, che non pettinano le bambole e sono avvezze al commercio politico con le categorie economiche produttive, bravi mediatori - eppure caduti anch'essi sulla via di Damasco della rivoluzione grillina antisistema e anticasta che pone il veto alla formazione di un governo politico e ci ripropone lo spettro di un nuovo governo tecnico o 'di scopo' (e/o 'del presidente').

Ed è sparare sulla croce rossa il ricordare come, dopo lo s-governo decennale, atroce e malavitoso e fitto di 'cricche degli appalti' del principe degli imbonitori, - il molto disonorevole satrapo puttaniere che faceva votare ai suoi manipoli di allegri briganti che la ruby rubacuori era la nipote di Mubarak - anche un qualsiasi ragioniere di primo pelo a cui si garantiscano 3000 euro di stipendio mensili netti saprebbe fare meglio della banda della magliana che in parlamento aveva quali suoi leaders detta-leggi ad personam e ad aziendam i cavalli di caligola del satrapo puttaniere.

Ma sono i nefasti della cosiddetta 'democrazia' elettiva e parlamentare questo fare e disfare (per accelerare il declino) e bruciare i talenti dei pochi che, annidati nel gomitolo infeltrito dei vecchi partiti, vengono tenuti in nessun conto di probabili candidati e valenti a posti di responsabilità istituzionale.

La democrazia dev'essere, evidentemente, un parto della mente di Shiva-il-Distruttore per punire gli Umani troppo presuntuosi e che si credono simili a o figli degli dei. Qualcosa di simile al fegato di Prometeo (che collettivamente ci rodiamo per le impasse della politica dei maledetti eletti che 'non sanno che pesci pigliare') che ogni sera veniva strappato dell'aquila di Giove col suo becco adunco e un lungo strido di vittoria.

domenica 3 marzo 2013

Noi e loro

Non c'è solo il bidé -che i francesi proprio non ne vogliono sapere di introdurre nelle loro 'salle de bain'- a fare la differenza fra noi e loro: i cugini d'oltr'Alpe della dinastia capetingia che furono valenti guerrieri -come si mostra nella piazza antistante la cattedrale Notre Dame di un re a cavallo dalla lunga barba incolta e un suo ufficiale nerboruto, un 'body guard' dai lunghi baffi spioventi che gli regge le briglie dopo l'estenuante battaglia.
I nostri cugini si differenziano da noi per il sistema elettorale -che consente stabilità di governo e di non subire l'onta di essere definiti 'clowns' in Europa, come accade, invece, per i nostri due leaders arruffapopoli: Il Grillo Urlante e il Cavaliere Mascarato, il Satrapo Moscio a capo della folta tribù degli Evasori e dei loro primi cugini Secessionisti e Quotelatte-evase (e le multe milionarie sono a carico dello Stato).
E si differenziano anche per aver dato ospitalità a mezza Africa nera -che nella Metro di Parigi ti vien da dire 'siamo circondati', ma nessuno degli indigeni pare scomporsi di questo melting pot che sfiora il cinquanta per cento della popolazione totale, e perfino il gestore dell'appartamento in cui ho alloggiato è un Ivoriano ricciolone e affabile e che sfrutta bene la sua risorsa immobiliare e ci fa dei bei soldi puliti e (forse) esentasse.
E, udite, udite! i molti, moltissimi barboni che chiedono la carità agli angoli delle strade (e perfino davanti a un panificio dove si srotola la fila del sabato mattina per avere il pane appena sfornato) sono indigeni e non ho visto un solo nero, come da noi, invece, forse per la solidarietà che quelle popolazioni immigrate hanno saputo sviluppare. E sono dignitosi e ben inseriti -e ho visto cose che voi italiani neanche immaginate: di un gestore di supermercato nero che addita alla sua guardia (anch'essa nera) un bianco beccato in flagranza di furto di due baguette nascoste sotto il giubbino e lo rimprovera, ma lo perdona e lo manda assolto col pane regalato. Cose da pazza crisi globale e mondo rotto.
E nelle corse da una parte all'altra della città, oltre ai musicisti tzigani con strumenti stranissimi (un violino-tromba l'avete mai visto? Ha un suono gradevole ed evocativo di lontane nostalgie nomadi) e ad energici giovani spagnoli con chitarre flamenche, ad ogni ora del giorno ti entra nel vagone un povero cristo che srotola tutta una sua litania e geremiade di vita sbagliata e storta e fame e dolore e solitudine, ringrazia commosso e tende la mano con comprensibile reticenza e sguardo pietoso-evasivo, ma nessuno se lo fila salvo il sottoscritto -che deve accreditarsi un angoletto nascosto in Paradiso, data l'età e i molti peccati di gioventù.

That's all, folks, per il momento. Godetevi il casino italico da par vostro. Per chi rientra in patria lo spettacolino sui giornali e telegiornali ha l'aria di un vaudeville strampalato e buffo e muove il sorriso, -come coi clowns nel circo, appunto, la cui segreta tristezza e interna tragedia si intuisce di là delle maschere e muove il riso cinico. Però annoia, nel suo svolgimento lento; troppo lento per lo spread e i mercati assassini pronti all'azzanno.
Mi sa che ci giochiamo l'Europa e torneremo a raccomandare ai figli e ai nipoti di non aver troppi 'Grilli' pel capo.