sabato 28 dicembre 2013

L'Italia che non muore

L'italia nella notte oscura
Il gran dibattere di politica dei miei concittadini alla radio stamattina assemblava e coniugava bravamente tutte le istanze protestatarie del nostro paese da punti di vista differenti, ovviamente. Tutti 'mister' nel calcio, gli italiani, capaci di dettare schemi di gioco innovativi, e tutti economisti e politologi e 'opinionisti', incluso il sottoscritto.

E c'era chi proponeva di sguinzagliare i cani da tartufo di Equitalia a vedere e notare l'ammontare dei conti segreti dei 4 milioni di italiani che passeranno l'ultimo dell'anno fuori casa, - tu vedi il 'comunista!' ipertassaiolo che si nasconde nel nostro vicino di casa rancoroso - e chi ricordava che i veri 'forconi' erano quelli che a Versailles cacavano nei vasi di porcellana dei reali imprigionati e in rassegnata attesa dell'incontro fatale con 'madame la Guillotine', - alla quale si dovrebbe intitolare una piazza, suggeriva.

E un mio lettore, che molto viaggia e si occupa di import-export', stando a quel che scrive, mi rimprovera le mie opinioni radicali e sibila, fuor dai denti, che i tempi cupi e grami presto insidieranno la mia e l'altrui pensione, nientemeno. Morte all'inps e alla cassa integrazione guadagni e al marcio 'welfare' della stramaledetta sinistra che sballa i conti pubblici e il rapporto debito-pil, lasciava intendere nella sua invettiva.

Tutti 'rivoluzionari' da tre palle un soldo e 'da salotto' - chi sul versante delle tasse da imporre manu militari agli evasori e chi sul versante opposto del tagliare tutto della 'spesa sociale' e previdenziale - scuola, sanità, ordine pubblico, assistenza agli anziani. Tagliare, tagliare tutto e sopravviva chi può.

Tutto ciò esposto e lasciate cadere le braccia di rito, suggerisco che nei brindisi di fine anno si levino i lieti calici delle bollicine augurali col motto fatidico del 'Resistere, resistere, resistere' e il grido gioioso de: 'C'è luce in fondo al tunnel!' .
Col passo strascicato dell'elefante dimolto dimagrito e ferito, che ha percorso decine e decine di chilometri nella savana arida e siccitosa, arriveremo stremati alla pozza di una sotterranea sorgiva e ci abbevereremo a lunghe sorsate e riprenderemo forze e vita.
In fin dei conti siamo sopravvissuti a due guerre mondiali e a vent'anni di berlusconismo. Che volete che siano le strida dei grillo e dei casaleggio che volano alti nel cielo italico in attesa di fiondarsi sull'elefantiaco cadavere.
'Viva l'Italia', è il nostro inno antico, 'l'Italia che lavora e l'Italia che si innamora'.
L'Italia dagli occhi asciutti nella notte scura, viva l'Italia che non ha paura.
E speriamo che Francesco mi passi il copyright.

http://youtu.be/Y27o-7U13OA

giovedì 26 dicembre 2013

Conflitti latenti

Non si dovrebbero mai turbare le atmosfere natalizie, di dolcezze e abbandoni e lucine intermittenti e i regali da rivisitare e degustare - e tutto il bendidio di cibi luculliani ingurgitati ieri e l'altro ieri da riproporre in tavola, alla faccia de 'la fame nel mondo'.
Però il conflitto è latente, il nemico è alle porte, i barbari sono ai confini dell'impero occidentale e, dopo le feste, torneranno 'i forconi', pare, si mormora, che il diavolo se li porti - e ricomincerà la bagarre e la piazza greca e l'Europa in fiamme stretta d'assedio dai peones del sud, i rivoluzionari mediterranei de 'una faccia, una razza' che maledicono lo spread ed esigono il ritorno alla 'sovranità nazionale' e alla liretta da svalutare al bisogno, per rilanciare le importazioni, dicono. E che il debito pubblico si fotta, chi se ne frega, vogliamo i militari e niente tasse, morte a equitalia, patria o morte, eia eia, alalà.

Non è così semplice - non è mai così semplice – e, per chi avesse voglia di approfondire l'argomento e di 'farsi una cultura' sui rischi che si correrebbero in caso di uscita dall'euro, i link sul web abbondano, cliccate, cliccate e molte lampadine si accenderanno nel buio cerebro.
Ma i 'rivoluzionari' dei presidi e dei blocchi stradali odiano i 'cacasenno' e gli intellettuali in genere - che invitano a riflettere e meditare e 'non darsi la zappa sui piedi' e tenere a freno le lingue e moderare gli slogans para fascisti ed eversivi che si sono ascoltati dopo il 9 dicembre.

Non sappiamo bene che idea di sviluppo economico del paese abbiano costoro, temiamo nessuna e sarebbe bene cominciare a farsi un'idea di come difendere l'ordine democratico manu militari, nel caso tornassero più minacciosi che pria - e se fosse vero quel che scrive Guido Viale in un suo articolo: che l'insorgenza eversiva del 9 dicembre è stata preparata e concordata con alcuni alti papaveri della polizia e, speriamo non sia vero, dell'esercito - lo confermerebbe la compiacenza del 'togliersi i caschi' e la 'mano morbida' nel fronteggiare gli esagitati.


Però il Natale li ha fermati, alleluia! Temo, peraltro, che non li abbia fatti diventare 'più buoni' e più rispettosi dei diritti degli altri concittadini, perciò attrezziamoci. Chi sta con l'ordine democratico lo dica, lo manifesti, prima che sia troppo tardi. Ne va del futuro di questo tragico paese.

domenica 22 dicembre 2013

Trame e storie sguaiate

Ho visto un film, ieri sera, in cui la nota dominante era l'esagerazione, il fuori misura delle emozioni che guidavano le azioni dei personaggi al punto da rendere l'intera storia repulsiva e sguaiata. E i bravi attori e la loro recitazione e la regia si annichilivano su quella trama insensata e violenta.

Non bisogna mai arrivare a questo punto di una storia. Mai costruire le proprie storie 'fuori misura' perché non avranno smercio e condivisione tra il nostro prossimo, bensì diventeranno storie 'criminali', storie che respingiamo al mittente e che vogliamo si chiudano al più presto e non occupino più le cronache delle nostre vite, neanche in modo marginale. E vale per le storie individuali di violenze private e amori sbagliati e drammi conseguenti, ma vale anche per le storie collettive di gruppi e associazioni e partiti e 'movimenti' che in-sorgono e prevaricano e si impongono con blocchi stradali e binari occupati, turbando una ordinata e serena vita associata.

E' successo solo qualche giorno fa e abbiamo ascoltato cose che mai avremmo voluto ascoltare: parole senza senso, slogans fuori misura ( 'patria o morte', 'militari al governo' ) di un dramma nazionale esagerato ad arte dal solito noto (e, sospettiamo, segretamente finanziato dal medesimo) ai fini suoi di sempre: tenere banco in cronaca e nella vita pubblica con piazzate e interviste incendiarie in cui vaneggia di 'rivoluzioni' che avverrebbero se lui fosse arrestato.
E i 'forconi' li dice 'il suo popolo' e il trait d'union tra lui e loro, ca va sans dire, sono le tasse che impiccherebbero le imprese (ma impiccano anche e di più le famiglie dei lavoratori dipendenti che le tasse le pagano tutte e alla fonte) e le costringono a chiudere, - ma sempre ci stupiamo, quando le dichiarazioni irpef vengono rese pubbliche, che i ribaldi e impudenti artigiani-piccoli imprenditori-commercianti dichiarino, in stragrande maggioranza, meno dei loro dipendenti. Misteri eleusini.

E i cialtroni che li rappresentano politicamente continuano a parlare di tagli alla sanità, all'istruzione, all'assistenza agli anziani e alla previdenza pur di spuntarla sul punto che lo Stato italiano e l'Europa dovrebbero funzionare esentasse – tu vedi la fantasiosa quadratura del cerchio che rimuginano e ci propongono. E se la cosa si dimostra difficile e i conti dello Stato non consentono l'allegra e fantasiosa gestione eccoli invocare la 'rivoluzione', la piazza greca, l'insorgenza 'spontanea', - che di spontaneo non ha niente, se di mezzo c'è forza nuova e casa pound e il sogno di un golpe militare - e il maledetto berlusconi sempre sullo sfondo e l'Europa sul banco degli imputati.

Speriamo che la lezione dei giorni scorsi sia servita e il flop della piazza forconiana induca a più miti consigli – e ci piace che una parte di loro pensi adesso, passate le feste, alla piazza di Francesco (non sanno più a che santo votarsi?) e di andare tutti a san Pietro per una benedizione esentasse.


Un bel gesto e un pensiero che ci convince: mandiamoli tutti a farsi benedire; vedi mai che guariscano dalle propensioni e vocazioni immonde di jacquerie fiscali e tornino a lavorare alacremente per la ripresa economica che verrà.

sabato 21 dicembre 2013

Il silenzio degli innocenti

E' vero che la società civile non è migliore degli eletti e dei governanti in cui si specchia. Lo dimostra la 'furbata' - iterata ad onta di tutte le evidenze di criminalità denunciate e provate - dell'aver eletto un barabba allo s-governo della repubblica e averne sostenuto lo sfascio sociale, politico e istituzionale con pervicacia degna di miglior causa. 
E miglior specchio non offriva la Lega: naufragata nella miseria morale di 'Varese e Milano ladrone' come e peggio della Roma che denunciavano a gran voce e fida alleata del barabba/lex luthor nello s-governo della cosa pubblica e nel far muro e vallo di difesa all'impunità del caimano che le garantiva le prebende e un potere di s-governo locale che, da sola, non avrebbe mai potuto gestire.

E la pretesa della 'società civile' scesa in strada insieme ai 'forconi' di mostrarsi linda di quelle nefandezze e martire incolpevole di tutto lo sfascio dei vent'anni che ci hanno regalato nelle urne è stata giustamente denunciata e si è mostrato come l'impunità fiscale e l'arroganza politica dei soliti noti 'furbi', che pretendono rappresentanza senza pagare le tasse dovute, sia alla base della sofferenza del paese - e 'chi evade avvelena anche te' potrebbe essere un buono slogan della 'pubblicità progresso', ne cediamo volentieri il copyright.

Quanto ai modi di produzione e al lavoro che manca e alla disperazione presente che imputiamo alla crisi: molto di più potrebbero fare gli uffici studi del governo, dei partiti e delle associazioni di categoria nel mostrare quali finestre europee e di export nuovo e diverso possono aprirsi in un paese dai conti in ordine e dimagrito nelle corruzioni e negli sprechi e quale futuro di crescita ordinata e messa al riparo dalle future malattie dalla potente cura antibiotica che stiamo seguendo, pur riottosi, e che cambierà il dna italico del fare dumping economico per virtù di piccole e grandi evasioni e coll'auspicato ritorno alla 'liretta' e alla 'sovranità nazionale' che vogliono i protestatari di ogni risma insieme al caimano azzoppato - al quale è stata imposta la mordacchia giudiziaria, ma è da guardare a vista e sorvegliato specialissimo perché è della genia degli Hannibal Lecter e basterà un prossimo 'silenzio degli innocenti' per aprirgli le porte della prigione e mandarlo libero ad azzannare tutto l'azzannabile.

Le elezioni europee sono alle porte. Non lasciamo che le vincano i facinorosi e gli evasori di sempre che pretendono innocenza nei presidi di strada (banditi di passo?), ma si nascondono dietro a un dito e lasciano campo aperto ai fascistoni e alle merdacce di vecchia militanza berlusconian-leghista.

mercoledì 18 dicembre 2013

I ladri gemelli

Sono gretti, meschini, gentucola, chiusi nei propri rancori e destini personali infami che volevano nobilitare come 'politici', ma gli è andata male. Hanno scritto sui loro lenzuoli slogans retorici e gonfi di vento para fascista quali: 'Lottiamo per la salvezza della patria!' e 'Patria o morte!' - superando la soglia fatidica del ridicolo perché orecchiava il più nobile e ottocentesco: 'Chi per la patria muor vissuto è assai', che, almeno, ci riportava ai destini dei generosi 'patrioti' che fecero l'Italia ma non gli italiani, ahinoi - e ancora oggi ne paghiamo lo scotto secessionista e cialtrone.

Ecco: è il senso della misura che è mancato a quei dessi, a quegli ominidi politici che invocavano il 'governo dei militari', nientemeno! e scenari cileni in Europa - e per un po' di giorni ci siamo preoccupati davvero perché la Storia va col passo del gambero, uno avanti e due indietro; e chi può dire qual'è il limite invalicabile e l'argine della follia e del disordine sociale che dilaga e aggrega i ceti diversi e le mille disperazioni, coalizzandole sotto le sporche bandiere del fascismo redivivo e la copertura politica e i soldi sporchi di un condannato per frode fiscale e che si prova a far crollare le colonne del tempio in tutti i modi.

Parlo di quelli che del 9 dicembre volevano farne il 'giorno del giudizio', il 'redde rationem' di un'Italia disperata e che 'non ne può più' e 'marciare su roma', tu vedi com'è andata e le foto impietose della piazza vuota e la rabbia stupida che vaporava nel nulla delle grida eversive.

Non ne può più di cosa, questa gente varia che va a dimostrare davanti alle sedi di Equitalia, lamentando di pagare le troppe tasse che, al dunque, si dimostra che gli imprenditori e gli artigiani denunciano un'irpef minore di quella dei loro dipendenti?
Non ne potete più di cosa, brava gente? Di pagare le tasse dovute come facciamo noi, che odiamo il sostituto di imposta e la rasatura totale alla fonte - e vediamo molti di voi, evasori notori e impudenti, salire in testa nelle assegnazioni delle case popolari in virtù della vergognosa menzogna fiscale?

Tornate a casa, cari, tornate a riscaldare le vostre ossa provate dalle lunghe ore trascorse al freddo a creare disagi al vostro prossimo - in aggiunta al furto di socialità del vostro essere evasori cronici e recidivi.
Vi è andata male e avete mostrato ai vostri concittadini 'di che pasta siete fatti': pronti a 'morire per la patria' (sic) e questuare i militari al potere pur di garantirvi l'impunità fiscale che vi hanno regalato fin qui berlusconi e bossi, ladri (di socialità) gemelli.

Uscire a riveder le stelle

E se tutti, tutti! ce ne uscissimo finalmente 'a riveder le stelle' e prendere una boccata di energia universale che sostituisca la presente asfissia recriminatoria e stupida e inutile dei 'forconi' e degli studenti e di tutte le altre categorie di 'manifestanti' rabbiosi contro tutto e tutti?
E' vero che la crisi morde e il lavoro non c'è, ma, temo, non saranno le mille voci rabbiose e di tutti contro tutti in piazza e ai caselli autostradali e le bombe carta e i lacrimogeni che ce lo restituiranno e che pagheremo meno tasse. E la politica è nell'angolo ormai da gran tempo e si abolirà il Senato e le Province e gratteremo ancor più il fondo del barile degli sprechi della pubblica amministrazione e delle auto blu e delle scorte indebite, ma nessun coniglio di ripresa galoppante e lavoro per tutti uscirà dal cappello di nessun prestidigitatore. Non subito. Di certo, non nel prossimo anno.
Perciò risparmiatevi gli auguri del cenone in proposito e rimandateli al 2015.

Perché, vedete, se in famiglia c'è un marito o un nonno o un figlio che, a tavola, ce la mena, pranzo e cena, con profluvi di proteste e geremiadi e staffilate contro il 'governo ladro' e invoca i militari al governo e 'impicchiamoli tutti', 'via tutti', 'tutti a casa', al terzo giorno o già al secondo passa per essere un 'rompicoglioni' - al quale si intima di smetterla, farla finita, darsi una regolata, non se ne può più, ecchecaxxo! Ed è curioso che, invece, i nostrani 'forconi' siano tollerati ai caselli autostradali a renderci le file automobilistiche e sui tram postmoderne torture e le merci natalizie non arrivano sui banchi dei supermercati e perfino i commercianti, storici alleati di allegre evasioni, sono incarogniti perché gli si toglie l'unica boccata d'aria di consumi e acquisti che aspettavano da tutto un anno.

E se oggi gli evasori cronici e recidivi berlusconian-leghisti, rinominati 'forconi', deborderanno dai limiti loro imposti dalle autorità e dalla forza pubblica e ci saranno scontri e manganellate speriamo che questa incredibile tolleranza nei loro confronti e il loro flirtare coi fascisti e augurarsi i militari al governo venga meno e se ne tornino con le pive nel sacco a casa e al lavoro e, la sera e la notte, alzino anch'essi gli occhi al cielo e 'rivedano le stelle' - nel senso figurato, in caso di testa rotta, e in quello reale del cielo stellato per tutti gli altri - e si rendano conto, finalmente, che: 'C'è un tempo per la protesta e uno per per il darsi da fare e progettare concretamente un lavoro diverso e
un diverso dirsi cittadini e pagare le tasse dovute.' (da inserire nell'Ecclesiaste).
Amen e così sia.


martedì 17 dicembre 2013

Vi cambierà la vita

Vi cambierà la vita

Ho una viva simpatia per un tale, il titolare di un'azienda che, malgrado la vistosa erre moscia, dice quotidianamente alla radio che: 'ha vinto per ben tre anni di fila il primo premio per l'innovazione' e, ne sono certo, non appartiene al novero di coloro che vanno alle manifestazioni para fasciste dei forconi e non partecipa alle jacquerie anti fiscali, gridando graziosamente coi colleghi: 'Lotta duva senza fattuva' - e si trattengono dal levare la mano nel famigerato saluto solo per non impaurire i clienti che potrebbero riconoscerli in tivù. Provate la sua ricetta del 'business intelligence' - che tanto vi manca nelle quotidiane geremiadi eversive - e, ne sono certo, 'vi cambierà la vita'.

Fate come lui, cari i miei artigiani-piccoli imprenditori-trasportatori e altra genia di infami evasori cronici e recidivi: innovate, producete secondo fantasia e vis imprenditorial-artigiana - quale vi vantavate di possedere quando a rappresentarvi era la Confartigianato coi suoi slogans tranquilli e rassicuranti su 'chi siete e cosa volete'. E nessuno pensava, allora, che aveste simpatie per i militari e flirts ributtanti con forza nuova e casa pound.

Fate come la Moncler, che produce i piumini che indossate nel corso dei presidi criminali che attentano alla sicurezza dei trasporti e al diritto al lavoro di chi non la pensa come voi (io i piumini non me li posso permettere, sono troppo cari) - e si quota in Borsa ed è il simbolo di un 'made in Italy' che non si piange addosso e non rivendica un 'governo dei militari' solo perché vi è andata male col vostro leader delinquente e frodatore che ci avete rifilato per vent'anni di fila - e non ha saputo far altro che un uso personale dello s-governo della repubblica e leggi ad personam che gli toglievano i giudici e le sentenze di dosso.

E che siamo al grappino, in questo paese allo sbando politico e sociale, ce lo richiama perfino una tale che promuoveva un premio letterario - tu vedi il Giano di un volto pulito e, dietro, quello satanico mai rivelato prima in pubblico – ed è la titolare di un azienda che produce grappe pregiatissime e che non consumeremo a natale. Dice la produttrice di grappe che anche lei simpatizza per gli stramaledetti 'forconi' delle sedizioni para fasciste e dei blocchi stradali e con lei l'ottanta per cento dei suoi dipendenti. E ci cadono le braccia e qualcos'altro più in basso - se anche chi si fregiava di promuovere un premio letterario ci rifila il grappino avvelenato di una simpatia così vergognosa e ributtante.
Mala tempora currunt, per stare sulla cultura – che, ahinoi, non riscatta le menti di chi non sa distinguere il grano politico dal loglio. E che tristezza ci coglie al pensare che anche fior di intellettuali confessarono, nelle loro triste memorie, di essere incorsi in fatalissimi errori di simpatie fasciste e naziste di cui si pentirono dopo mille violenze perpetrate e milioni di morti in guerre assassine e lager.

sabato 14 dicembre 2013

No representation without taxation

Ce lo mostrava, già quattro anni fa, un artista alla Biennale: 'No representation without taxation', recitava un suo 'quadro'. Nessuna rappresentanza politica si deve riconoscere a chi non paga le tasse.
Che è il rovesciamento, apparentemente assurdo, dello slogan con cui i coloni inglesi americanizzati rivendicavano un ruolo politico e una rappresentanza parlamentare prima di piegarsi ai diktat 'tassativi' della madrepatria.

E, invece, i nostrani evasori storici e recidivi e impuniti una rappresentanza politica indebita e chiassosa e ribalda l'hanno avuta, - eccome! - in questi venti anni di infamia berlusconiana e 'leghista' in cui ci siamo abituati ad ascoltare e vedere in tivù le loro tragiche piazzate davanti alle sedi di Equitalia: a pietire comprensione perché 'non ce la facciamo più' o mettendo le bombe-carta dimostrative e minacciando di morte gli incolpevoli impiegati e funzionari
Ma ai vicini di casa di quei dessi veniva da ridere perché, aprendo i balconi ogni mattina, avevano l'evidenza delle Bmw e le berline Audi di ultima generazione parcheggiate e le azzurre piscine al centro del bel giardino del loro vicino, che in tivù capeggiava la rivolta e la miserabile jacquerie anti fiscale.

E abbiamo ben saputo e visto come spendevano i soldi dei rimborsi elettorali i Bossi e la sua oscena corte dei miracoli che tuonavano contro 'Roma ladrona' durante i comizi e mietevano i consensi tra artigiani e piccoli imprenditori naturalmente vocati all'evasione e laureavano il figlio a Tirana – tu vedi il ridicolo e la vergogna della 'padania ladrona' come e più dell'odiata roma.

Ma, non contenti di queste farse e oscenità politiche pregresse - e il loro leader minimo berlusconi silvio decaduto per l'infamia della frode fiscale e le odiose corruzioni di giudici e concussioni - gli odierni 'forconi' si ripresentano in pubblico tentando di ripulirsi e dirsi 'rivoluzionari' (sic!) con gli slogans bugiardi de 'nessun politico ci rappresenta' - ma se vai a ravanare nella biografia degli improvvisati leader e masanielli di giornata scopri capitani di lungo corso berlusconiano o leghista riciclati alla buona e buttati nella mischia per vedere l'effetto che fa. Vedi mai che, con tutto lo scontento che c'è in giro e che proviamo a polarizzare, non ci riesca una novella 'marcia su roma' e l'instaurazione di un nuovo fascismo redivivo.
Ci ha provato 'Alba dorata' in Grecia, ci prova Forza Nuova da noi, ma quatti quatti, - non mostrando la vera faccia da porco fascista, bensì dicendosi 'popolo tassato' che non ce la fa più.
E il grillo urlante al seguito - a sporcare la sua immagine e affossare la sua creatura politica che già ha perso tre punti nei sondaggi per quel suo ribaldo appaiarsi ai forconi della jacquerie anti fiscale e nascostamente fascista.

Però incombe il Natale e perfino i commercianti - sponda naturale degli evasori di ogni risma – si defilano e non sono contenti di questa ridicola 'rivoluzione' che pretende di chiudere i negozi proprio nel momento in cui potevano tirare un respiro di sollievo e una boccata di ossigeno.

Confidiamo nel 'generale inverno' - che sconfisse perfino Napoleone e hitler - e forse una larga parte dei 'forconi' si metterà a letto con la febbre per le lunghe giornate passate al freddo a tentare di convincere gli sprovveduti che loro sono dei veri 'rivoluzionari'. Come no! Rivoluzionari da tre palle un soldo.
Tutti a casa, cari. Tornate a lavorare. E, come suggeriva quel tale, 'pagate le tasse e non rompete i coglioni'.

venerdì 13 dicembre 2013

La farsa dei finti poveri rivoluzionari

La realtà che viviamo è impietosa. E, se ti esponi e vai in piazza e sei sotto gli occhi delle televisioni, dei giornalisti e della gente comune, devi essere in grado di dimostrare che sei un brav'uomo, un cittadino onesto che paga le tasse e che le ragioni della tua protesta sono sacrosante.

Pare che una larga parte dei partecipanti alla protesta detta 'dei forconi' non superi l'esame e rientra, invece, nelle categorie degli evasori cronici e recidivi, dei furbi e dei violenti e intolleranti nei confronti di chi non condivide le ragioni della loro confusa protesta (ma che caxxo di slogan è quello che si legge sui vostri lenzuoli: 'patria o morte!', gens ridicula?).

Così, per l'impietosissima legge del contrappasso, viene oggi sbeffeggiato e messo alla gogna il preteso leader dei 'forconi' - che saluta i suoi fieri e valorosi legionari dal finestrino di una jaguar, nientemeno.
E ci piacerebbe che l'amministrazione fiscale ci informasse che è tutto in regola nelle sue dichiarazioni e che il reddito di quel tale comprende la possibilità di possederla, la lussuosa vettura, e anche la piscina in giardino, se per caso fa bella mostra di sé davanti casa sua.
E' ben vero che la jaguar è usata, come ci informa il 'Fatto quotidiano', e magari è un'auto d'epoca - che evade le tasse anch'essa per chissà che segrete ragioni della nostra amministrazione fiscale e paga poco di bollo e magari è scaricabile dalle tasse come le cene con gli amici e i parenti annoverate fra le 'cene aziendali' che si riconoscono quali 'strumenti di lavoro' alle 'partite iva'.

Insomma, quello che non ci va giù è che si spacci la salvezza della patria con il riconoscimento che non pagare le tasse per quei dessi o pagarne meno di quanto appare negli impietosi resoconti che che ne fanno i giornali (imprenditori che dichiarano meno dei loro dipendenti) è 'uno stato di necessità' - e fare impresa in questo paese comporta sempre uno stato di eccezione.
E, oggi, questi attori impudichi ci rappresentano, per le strade e le piazze in rivolta, la farsa e il fescennino del gridare e protestare che ci hanno le pezze al culo, poveretti, e 'non ce la fanno più' e tutto il casino che fanno è per 'il futuro dei nostri figli' (sic), ma girano in jaguar o bmw o suv di varia marca e mostrano compiaciuti agli amici più cari la loro villa con piscina e le diapositive con l'ultimo viaggio alle Maldive. E pretendono di essere i rivoluzionari e gli 'assaltatori' che aggregano nella loro protesta gli studenti e i senza lavoro e i precari e tutta l'Italia del disagio.

Suggeriamo a grillo di indirizzare un corale e pubblico 'vaffa' a questa genia di infami mentitori d'accatto, se vuole salvare il suo Movimento da una estinzione altrettanto rapida dell'inatteso successo alle elezioni ultime scorse.

martedì 10 dicembre 2013

La mala convivenza e il rancore

E’ vero che hanno bisogno di sfogarsi, poverini, perché ‘non ne possono più’ e la loro vita non è come l’hanno sognata e progettata a causa degli eventi avversi e della crisi globale.
E tuttavia dobbiamo chiederci che senso ha e quali prospettive evolutive democratiche questo nuovo Quarantotto fatto da gente strana e dai nomi pittoreschi e un filo ridicoli: i ‘Forconi’ che ‘Viva la Mafia’ e ‘Via il governo’ – e i camionisti dai tir di traverso sulle autostrade e le gomme bucate a chi lavora e gli evasori cronici e recidivi di sempre che vogliono distruggere le sedi di Equitalia.
Un confuso ammasso protestatario dei ‘soliti noti’ (quasi tutti riferibili a sigle e partiti di destra, per quanto cerchino di nasconderlo dietro a un dito) destinato a spegnersi dopo aver suscitato la pelosa solidarietà elettoralistica di Grillo e dei forzaitalioti stretti intorno al principe dei frodatori fiscali decaduto.
E che si spegnerà quest’altra protesta da scenario greco lo sappiamo tutti (e ci conforta) perché già si è spenta l’altr’anno e in altri anni più indietro e sempre più stancamente si ripropone in cronaca lasciando, poi, le macerie e le miserie dei blocchi stradali inutili e stupidi e delle merci che non arrivano ai supermercati e i prezzi rincarano- e sedimenta la rabbia degli altri cittadini che quegli eversori condannano nel girone infernale dei riottosi da tre palle un soldo che sentono il bisogno di sfogarsi una volta all’anno sulle spalle degli altri cittadini incolpevoli e doppiamente vittime.
E non se ne può più di nuovi e ridicoli masanielli presto destinati all’infamia e al disonore politico – e che ci fanno dire che è meglio lo status quo degli infami governanti di sempre, se i nuovi leaders non riescono ad aprire squarci di prospettive politiche praticabili e credibili e il Becchi, il teorico dei 5 stelle, viene ospitato ad Arcore dal principe dei cialtroni italici – ma che squallore!
E anche il Grillo delle fievoli speranze di un rinnovamento politico totale va spegnendosi e stempera il suo messaggio rivoluzionario in questo bailamme di grida e piazzate insulse da ‘scenario greco’, inseguendo ogni protesta e incarnandone l’inanità e la brevità tipica dell’ira e delle grida caratteristiche dei litigi – che sempre si sedano perché non è vita quella dei ‘separati in casa’ destinati a odiarsi finché dura la mala convivenza e il rancore reciproco.

domenica 8 dicembre 2013

Picche e forconi

Bisogna intendersi su che vuol dire 'rivoluzionario'. Si, è vero che picche e 'forconi' fanno parte dell'armamentario retrò dei moti di piazza e delle Bastiglie prese e liberati i prigionieri, ma l'evoluzione della razza umana comprende anche i mutamenti nell'azione politica - e si è dimostrato che vale di più un Ghandi pacifico e trascinatore di folle oceaniche, e un Mandela che affratella i nemici bianchi e neri e azzera gli attentati e gli omicidi e trionfa all over the world, acclamato leader di un futuro di intese ed accordi tra opposti piuttosto che di conflitti e guerre civili.

Perciò l'azione 'rivoluzionaria' dei 'forconi' nostrani e di tutte le altre sigle di gente rabbiosa che si appresta a mettere in ginocchio per l'ennesima volta il Malpaese non ha la mia approvazione – e mi piacerebbe che i prefetti e il Ministero dell'Interno avessero già pronti i piani di sgombero delle autostrade in caso di 'blocchi' minacciosi e tir di traverso e ne seguissero gli arresti dei riottosi e criminali che minacciano di morte con pubblici volantini i poveri cristi che non aderiranno alla loro protesta incivile.

Ma così non sarà perché in questo caxxo di paese la legalità e la sua applicazione giustamente severa sono un optional, una variante dell'accomodamento politico bi e tri partisan e del costante blandire anche i peggiori criminali e 'capirne le ragioni' e consentire che venga messo in ginocchio un paese intero e bloccati gli approvvigionamenti alimentari e sanitari – così come si è consentito che un frodatore e corruttore notorio arrivasse a ricoprire le più alte cariche pubbliche per farlo, tardivamente, 'decadere', dopo un ventennio di guasti e nefasti politici e sociali.

Alla via così e trionfi l'infamia italica del '...dolce paese cui regnarono Guidi e Malatesta. / Cui tenne pure il Passator cortese / re della strada, re della foresta.'

giovedì 5 dicembre 2013

La portantina del re nudo

Chissà se il grado di entropia che agita le nostre cronache politiche è uguale in altri paesi.
Forse in Grecia e nei paesi mediterranei che 'una faccia una razza' - e ti alzi la mattina e hai sotto gli occhi tutto il disordine e la miseria per le strade e gli scioperi e le manifestazioni di chi ha perso il lavoro.
E 'la politica' è a specchio con le quotidiane dichiarazioni deliranti e tragico-farsesche di questo e quell'esponente di partiti che più infami non si può, ma sono specchio, appunto, della miseria e del disordine di cui sopra.

E, da ieri, siamo tutti illegittimi e incostituzionali. Tutti, tutti. Partiti e presidenti e governi che ne sono conseguiti in flagranza di illegittimità. Abbiamo votato al Parlamento della repubblica gente strana e ridicola - nominata da guru e da tycoon cialtronissimi e frodatori per vocazione su liste bloccate.
Decine e decine di servi e soldati e varia 'carne da cannone' incaricati solo di tenere alte le bandiere di guerra volute dai leaders minimi e di votare le leggi ad personam e spergiurare che, si, era davvero la nipotina di mubarak e l'utilizzatore finale di un 'sistema prostitutivo' mascherato da 'serate eleganti' è, invece, un uomo buono e nobile e santo - ed è stato ignobile dirlo 'decaduto' ed esposto alle aggressioni dei 'giudici comunisti' di ogni risma. Ci penserà la Bulgaria, a riabilitarlo e fornirgli lo scudo di impunità prossimo futuro.

E adesso siamo tutti in fibrillazione (lo siamo?) perché non sappiamo più a che santo votarci e perfino napolitano, - quel sant'uomo facente funzioni e 'reggente' e supplente di partiti rissosissimi e inconcludenti e irresponsabili – perfino lui è nell'agone ricoperto di polvere e schiacciato dalle travi che la Corte Costituzionale ha fatto venir giù collo scossone della sentenza di ieri.

Però è vero che ci abbiamo fatto il callo a tutto questo fragore di terremoti istituzionali e frane politiche degne del peggior autunno piovosissimo e catastrofico - e non ci stupiamo più di nulla e 'qualche santo provvederà'.
Paese di stragi di mafia e di servizi segreti deviati, procediamo a fari spenti nella lunga notte della repubblica senza farci mancare niente: dai leader populisti e satrapi puttanieri che sono la personificazione del 'golpe' e della 'guerra civile strisciante', (ma grida 'al golpe!' se lo si fa decadere perché delinquente certificato e passato in giudicato), a un presidente della repubblica costretto a una supplenza politica non prevista dalla Costituzione e sotto schiaffo di 'impeachment'.


Viva la Corte Costituzionale che, come il bambino dell'apologo, grida 'Il re è nudo!' e mostra l'oscenità del corteo di babbei e babbioni e servi che reggono la portantina regale.