giovedì 30 gennaio 2020

I Titani sottomessi





Giove e i Titani - atto secondo.
E' la riproposizione della mitica lotta tra Giove e i Titani. E Giove era il prototipo, l'archetipo del 'fascista' che i mitici Titani, riottosi e strenui difensori multietnici del loro mondo caotico e primitivo, avversavano fieramente.
Ma non è detto che finisca in egual modo. Che il 'fascista' Trump/Giove, cioè, riesca a imbrigliare i suoi molti, troppi nemici le cui strida e alti lai si amplificano vieppiù ad ogni suo atto di governo e firma sui controversi e assai discussi provvedimenti di limitazione degli ingressi nel paese che lo ha eletto.
Però, noi viaggiatori dell'Occidente, curiosamente accettiamo di buon grado – se decidiamo di viaggiare in Iran o in altri paesi compresi nella lista dei sette paesi islamici designati quali 'indesiderati' – di correre nelle ambasciate/consolati di pertinenza e chiedere rispettosamente (e pagare profumatamente) un visto che gli occhiuti funzionari e agenti della dogana sottoporranno a severo controllo negli aeroporti di ingresso del paese.
Ma 
31 Trump governa la maggiore democrazia del pianeta, un porto di mare multietnico, mi obbietteranno i giornalisti pellerossa della riserva indiana di radio3 - che hanno mantenuto almeno un residuo senso dell'ironia e hanno fatto spallucce radiofoniche a quell'ascoltatore che gli chiedeva come mai, da mesi e mesi a questa parte, sembra di ascoltare la radio libera di un qualche centro sociale e i 'no borders' dai neuroni infiammati e impazziti come gli elettroni di un atomo sul punto di disgregarsi.
Faziosità al diapason, la loro, e cassa di risonanza di una pretesa 'riscossa democratica' degli sconfitti delle elezioni americane.
Chi vivrà vedrà e presto sapremo se i giudici/titani dell'America furiosamente multietnica che si oppongono ai provvedimenti di Trump e lo avversano a botte di ricorsi alla Corte Costituzionale riusciranno a incatenare il novello Giove alla mitica roccia e mandargli ogni mattina nuova la mitica aquila che gli strappa il fegato o il cuore.
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Quelli che dicono di aver vinto (2)

Quelli che dicono di aver vinto (2)

E non sarà male 'mettere il dito nella piaga' di una narrazione pd falsa e bugiarda – tanto quanto lo è stata quella delle sardine che si dicevano 'impolitiche' e si è visto che erano composte di elettori pd alla frutta bravi nelle piazze e molto meno nelle urne (meno 10 per cento rispetto alle elezioni regionali 2014).
Perché quel risultato penosetto del pd nella sua roccaforte storica (meno dieci per cento, ripeto, rispetto alle regionali del 2014) e Stalingrado malamente difesa e con le mura sbrecciate dai cannoneggiamenti furiosi di un 43 per cento delle destre riunite mostra che quelli del pd si sono salvati solo grazie alla ben oliata macchina da guerra elettorale delle coop rosse che sono andati casa per casa degli iscritti a prelevare con i pulmini della ditta nonagenari e disabili pur di salvare il salvabile e dirsi rigenerati da un voto elettorale che più tristo e malandato non si può.
Che è la spiegazione di quel 67 per cento di miracolosi affluenti alle urne rispetto al 37 e virgola per cento delle elezioni ultime scorse.
E, ad analizzare il voto disgiunto delle province si nota un fenomeno storico che è stato quello della elezione di Donald Trump in America e del referendum sulla Brexit in Inghilterra: città versus campagna, urbanesimo convulso e caotico e 'progressista' (un termine improprio e tutto da ridefinire) contro il quieto vivere e pensare di conseguenza delle campagne che votano le destre.
E ci sarà da ridere, nel prosieguo dell'azione di s-governo di quelli del pd, se è vero quel si legge oggi sui giornali di un Conte ringalluzzito dall'esito delle elezioni regionali che vara pomposo il 'Fronte unito progressista' – mosca cocchiera sul corno di un bue appesantito dalla sconfitta del m5s e che li vede imbufaliti e incarogniti contro ogni tentativo pd di trasformare l'esito di un voto regionale in un grimaldello per cambiare i numeri della maggioranza di s-governo saldamente in mano dei cinque stelle.
Chi vivrà vedrà, gente, e ci sarà da ridere nei prossimi mesi. Estote parati e paratevi dietro. Nessuno farà sconti a nessuno.

Le narrazioni distorte dei giornaloni



Le 'fake news' e la ridotta pellerossa dell'informazione rai.
Se si vuole avere una idea precisa di quanto sia scivolosa la china che le sinistre europee – e quella italiana in particolare – hanno deciso di volere discendere col censurare le cosiddette 'fake news' basta ascoltare la mattina 'radio 3 mondo' e i programmi di informazione di radio 3 in genere.
Non ho monitorato scrupolosamente gli altri canali rai che, peraltro, non brillano per autonomia di giudizio e i cui vertici sono ancora sotto la zampa autoritaria dei nominati di Renzi (lo saranno fino alle prossime elezioni e faranno il loro sporco lavoro per condizionarne gli esiti) ma radio 3 è una vera e propria ridotta pellerossa, una riserva indiana dell'informazione buonista che continua a sparare a palle incatenate ogni minuto secondo contro Trump e la signora May con toni e scelte di 'fake news' e 'post verità' spacciate per pareri autorevoli e insindacabili dei 'giornaloni' che dicono tutto il male possibile del presidente americano e delle sue scelte di severa politica immigratoria - e tutt'ora si spendono a favore della maledetta 'globalizzazione' che ci ha precipitato nella crisi economica globale ormai sono vent'anni e, forse, non ne usciremo vivi.
E assistiamo/ascoltiamo le rivolte annunciate e prevedibili (ahi quanto!) dei globalisti e buonisti associati di ogni risma che si indignano e manifestano contro le misure di argine e contenimento anti terroristico firmate da Donald Trump e sapevamo che non sarà facile ricondurre a ordine e governo l'immenso caos di un mondo rotto quale ci hanno consegnato le sinistre europee di s-governo e l'amministrazione Obama, - finalmente entrata nel cono d'ombra post elettorale e che non rimpiangeremo se non per l'assunto popolare che afferma che 'il peggio non è mai morto' e che 'se si semina vento si raccoglie tempesta'.
E il vento delle catastrofi annunciate delle immigrazioni senza freno e argine è sotto gli occhi di tutti e ben leggibile nelle cronache degli attentati terroristici di Parigi, Nizza e Berlino e solo le 'fake news' della rai embedded e dei giornaloni schierati a favore di un buonismo cieco e colpevole riescono a nascondere l'evidenza che, dove la presenza islamica è all'otto per cento del totale della popolazione indigena, ivi è il regno della paura e dell'insicurezza sociale - e le orrende periferie urbane dei ghetti di nuova immigrazione covano il sonno della ragione e ospitano i mostri degli attentati che verranno – come mi confidava un mastro birraio a Bruxelles, l'estate scorsa, e concludeva sconsolato: 'On sait bien que ce n'est pas fini.'
Non è certo finita, ahinoi, e viviamo vite blindate e rabbiose a causa dell'insensatezza delle politiche immigratorie di un' Europa stolidamente buonista e abbiamo solo il fragile e insufficiente strumento del voto per cacciare dalla scena pubblica i responsabili di tanto disastro civile.
 

Chi ha s-governato il passato controlla il futuro. Per non dimenticare.



E' come un'onda di marea che si scioglie nella sua risacca. Onda che, in cronaca, nel suo gonfiarsi e abbattersi sulla battigia, mostrava fino a ieri i legni dei barconi naufragati commisti ai corpi galleggianti degli annegati e le plastiche sgonfie dei gommoni e i giubbetti di salvataggio a centinaia di migliaia e il corpo di Aylan pietosamente raccolto e universalmente compianto e, nel suo rifluire schiumando, mostra le fotografie del 13 novembre di Parigi, i commandos terroristi in azione e i botti del capodanno di Colonia e Zurigo ed Helsinki e di molte altre città europee funestate dalle violenze e dai tentativi di stupro di migliaia di 'profughi' e richiedenti asilo assatanati per quell'orgia di potere dei loro numeri strabocchevoli ('Sono troppi, non possiamo farci niente', dicevano i pochi poliziotti presenti nel piazzale davanti alla stazione) e del loro agire indisturbati per bande criminali gridando beffardi :'Ci ha invitati la Merkel' e in tasca i foglietti con la traduzione dell'arabo:'Voglio fare sesso con te'. Postmoderna riedizione de 'il ratto delle Sabine'.
C'è un tempo per la pietà e un tempo per la constatazione dei danni sociali che una indebita e malaccorta pietà e conseguente 'politica dell'accoglienza' hanno causato e continueranno a causare per decenni. E le cronache di ieri e di oggi sono tutte verso la risacca dei guasti causati dal 'troppo che stroppia' che chiude le frontiere una dopo l'altra e la Svezia che annuncia i rimpatri tardivi di ben 80000 'richiedenti asilo' che non hanno passato il vaglio di leggitimità delle commissioni. Rimpatri improbabili perché, lo sottolineava un articolo letto nel corso della rassegna-stampa a 'Primapagina' (radiotre), basta fare un ricorso al tar ( bibbia e vangelo mandato a memoria dai nostri ospiti immigrati) e l'ordine di rimpatrio dei questori è carta straccia e le strade e le piazze delle nostre città in affanno di mendicismo e nuova ciminalità di importazione tornano a mostrare le facce dei troppi 'senza arte né parte', ma che hanno trovato nicchia e rifugio di accoglienza indebita nell'Europa malata di buonismo.
E se, al Carnevale di Venezia, si entrerà nella bella piazza san Marco solo attraverso cinque varchi di sorveglianza e i metal detector e l'obbligo di togliersi le maschere, una tale 'vita blindata' (che non ci mette al riparo dai rischi) la dobbiamo alle folli politiche buoniste della sinistra europea e nostrana di s-governo che, per anni, hanno lanciato l'effetto di annuncio su tutta la costa mediterranea e in Irak e in Afganistan: 'Correte, venite parvulus! Qui c'è posto per tutti.' - e oggi le colonne dei profughi sono ferme in mezzo alla neve dei Balcani sotto le tende e davanti ai muri di filo spinato; e le televisioni ci mostrano il freddo e la fame dei poveretti commisti con l'impotenza e le faccia di tolla dei nostri Faust di s-governo incapaci di gestire le politiche della catastrofe umanitaria che 'essi stessi hanno evocato'.

lunedì 27 gennaio 2020

Le Stalingrado della Storia. Vademecum per le sardine speranzose.

Estote parati e paratevi dietro. L'editoriale.
Stalingrado ha fatto la Storia, è vero, ma non tutte le Stalingrado sono uguali e sono 'anticorpi' (speranzoso sottotitolo de 'il Manifesto') e foriere di future controffensive vincenti.
E non sappiamo, non possiamo sapere, se la Stalingrado-Emilia è una 'vittoria mutilata' o una 'vittoria di Pirro'.
Perché le incognite sono più di una e la prima è rivolta alla trimurti Di Maio-Grillo-Casaleggio: 
'E adesso, pover'uomini?'
Già perché quello s-governo della repubblica a guida Conte-voltagabbana che sembrava essere il sancta santorum da difendere all'arma bianca e 'a prezzo della vita' dall'assalto dei pasdaran leghisti è oggi in mano ad una maggioranza parlamentare che vede il m5s detentore di numeri virtuali e residuali che si sono squagliati miseramente nel 'paese reale'.
E c'è da aspettarsi che il pd ringalluzzito dalle pescherie rivisitate nelle piazze faccia la voce grossa nei confronti dell'alleato di s-governo, ma non è detto che il m5s in crisi di consensi la prenda bene e si sottometta e farà 'si' con il capino, come il cagnolino appeso agli specchietti retrovisori.
E dire che 'ha vinto il pd' in una roccaforte di settant'anni di regno ininterrotto dei 'rossi' – e oggi si ritrovano intra moenia la Lega al 32 per cento e Fratelli d'Italia all''8.5 dei consensi - qualche dubbio lo solleva sulla capacità di elaborare sinapsi degne di considerazione e rispetto.
E, sull'orizzonte politico, c'è sempre Salvini-martire politico polena della nave Gregoretti e 'chi vivrà vedrà' lo sconquasso di un voto che lo condanni o lo mandi assolto – e tenete bene a mente, 'oh voi ch'entrate' che l'inferno delle migrazioni incontrollate è l'ago della bilancia del gradimento elettorale di ieri di oggi e di domani.
Poi, se vi è di gran diletto dire che 'ha vinto il pd' perché è lenimento di una piaga rimasta aperta troppo a lungo, accomodatevi. Il futuro sempre ricomincia, però, estote parati (e paratevi di dietro, galantuomini).

DIZIONARIO.INTERNAZIONALE.IT
Scopri il significato di 'parare il culo' sul Nuovo De Mauro, il dizionario online della lingua italiana.

 Quelli che dicono di aver vinto. Il confronto impietoso 

Elezioni Emilia Romagna
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Elezioni Emilia Romagna

domenica 26 gennaio 2020

Odio sott'olio e sale. La conservazione assicurata.



Odio sott'olio e sale. La conservazione assicurata.
Finirà che anche ai redattori dei principali vocabolari in circolazione toccherà il 'daspo' sui social per non aver bannato dalla loro lista di vocaboli la parola 'odio'.
Che ha una sua lunga storia letteraria e sociale ante litteram e molti 'cattivi' dei romanzi sono pieni di odio e livore e rabbia - e senza non si può fare: se togli il cattivo dai romanzi finiscono per essere melense storie di buoni e delle loro buone azioni e pie illusioni di un mondo pacificato per incanto e il crollo delle vendite è garantito.
E, ieri, Conte, il Giano bifronte e voltagabbana della Nuova Politica Politicata del terzo millennio delle pescherie che vedono raddoppiare il venduto delle sardine sui banchi, di nuovo tirava fuori 'sta storia ridicola de 'l'odio' del Salvini – che, legittimamente, lo criticava per la cadrega incollata al sedere e gli prediceva lo sfratto dai palazzi del potere suo e della sua cricca di s-governo.
Un uso improprio e una iterata, noiosa e falsa narrazione, quella di Conte, che continua a battere sulla parola-chiave di questa stagione politica certo che tutti noi elettori italici vogliamo essere più buoni e melensi, non solo a Natale.
E gioverà andarsela a rileggere la traduzione del lemma 'odio' sul vocabolario:
/ò·dio/
sostantivo maschile
1. 1.
Risoluta ostilità, che implica di solito un atteggiamento istintivo di condanna associato a rifiuto, ripugnanza verso qualcosa, oppure un costante desiderio di nuocere a qualcuno: avere in o. le chiacchiere, i convenevoli, le cerimonie; l'o. del male; o. cieco, bestiale, feroce, accanito, mortale, implacabile; parole, sguardi pieni di odio.
2. 2.
CONCR.
Quanto ne rappresenta l'oggetto.
"avevo due anni... e già un odio: la minestra, tutte le minestre"
Ecco, la seconda che dice: 'odio la minestra' – la solita minestra di ogni stagione politica di s-governo, con i giallo-rossi che si sono sostituiti ai giallo-verdi e passi che questi ultimi due colori siano troppo acidi e mi piaccia di più l'arancione che scaturisce dal giallo mischiato al rosso.
Non è della teoria dei colori che stiamo parlando, bensì del lemma di cui alla: 'risoluta ostilità, che implica un atteggiamento (…) di condanna associato a rifiuto (…) avere in odio le chiacchiere, i convenevoli, le cerimonie...
Ecco, appunto: avere in odio le vacue cerimonie e i convenevoli e le chiacchiere della politica politicata, e degli avvocati voltagabbana che hanno dato il via libera a un governo di infami (che non lasceranno fama) per sottrarsi al giudizio del popolo che è vox dei – come dicevano i latini della vox populi.
Oggi è giorno di silenzio elettorale, ma non posso esimermi dall'esprimere un augurio e un incitamento allo sfratto: 'Forza Emilia!' Inteso come complemento elettorale della Romagna liberata (novella Gerusalemme), ben si intende.

Le insanie del terzo millennio



Di buoi e randellate tardive e macerie sociali e politiche. 23 gennaio 2016
Dunque avevamo ragione noi e torto loro: i cosiddetti 'buonisti' – quelli che neanche le cifre di 'un milione di profughi in arrivo' (cifre da mani sui capelli), dette e ripetute dai radio e telegiornali lungo un intero anno, ne scalfivano l'inossidabile bontà congenita, il magnifico e generosissimo sentire de: 'Venite parvulus dei barconi. Siate i benvenuti!' di una bontà ripetuta tre volte o sette-volte-sette, come diceva quel mitico Tale benedicente dei reports dei Vangeli.
Venite ed aggiratevi mendichi e senza arte né parte né prospettive di lavoro e di integrazione e intanto lucrate l'assistenza generosa – un tetto, cibo caldo e sigarette e le schede telefoniche - di una Europa annegata nel buonismo del suo marasma senile e che si denuda delle sue francescane vesti per darle ai poveri, ai milioni di poveri che bussano e busseranno quest'anno e nei prossimi alle sue frontiere-colabrodo.
Un'assistenza generosissima che paghiamo coi milioni di euro che versiamo nelle voraci casse dell'Europa e che solo parzialmente rientrano nei progetti finanziati dall'Unione.
Con l'aggiunta beffarda delle 'procedure di infrazione' che ci castigano finanziariamente perché non li schediamo né identifichiamo, quei migranti scafati che hanno tutti, tutti, 'perso i documenti' e si rifiutano di porgere l'indice e il pollice delle impronte e si fanno beffe delle cattive leggi e regolamenti e trattati che li inchiodano a parassitare da noi mentre le mitiche frontiere di Schengen si chiudono una dopo l'altra.
E quei buonisti/altruisti meravigliosi e commoventi li vedevi ieri affollarsi nelle stazioni di arrivo in Germania ad applaudire e spellarsi le mani verso i 'profughi' siriani che scendevano dai treni dell'est nel momento di massima follia della Merkel - momento oggi rientrato, e la mitica Cancelliera fatta rinsavire a botte di voti contrari dai membri del suo partito dopo gli spaventosi eventi del capodanno feroce di Colonia e Amburgo e Zurigo ed Helsinki, ma a buoi già dilagati a centinaia di migliaia nella stalla-Europa e il messaggio catastrofico de: 'Accogliamoli tutti! ormai lanciato urbi et orbi nel Medio Oriente del medioevo islamico e ai parenti e agli amici che ancora premono alle frontiere esterne del continente provvisoriamente fermati dai muri di filo spinato che si alzano e si potenziano in tutti i paesi della cintura est - e la Grecia isolata e lasciata a cuocere nel suo brodo di incapacità e inefficacia delle scarsissime misure prese per arginare la marea umana.
E ditemi voi, alla luce di questi eventi largamente annunciati e prevedibili dell'umano 'troppo che stroppia' che ci affanna e già smorza la fragilissima ripresa economica europea chi sono quelli che 'fanno danno' perché troppo generosamente 'danno e fanno' in favore dei milioni di migranti in larga parte clandestini.
'Danno e fanno', già. A sproposito e senza un minimo di grano salis nelle zucche zuccherose e immedicabilmente buoniste.
Sto parlando di Renzi e dei suoi scherani di partito che ieri ha tuonato (si fa per dire, erano i fiati intestinali di un ventriloquo) contro la chiusura delle frontiere e lo stop a Schengen.
Voce di un folle inascoltato e che, speriamo, a ottobre si prenderà in testa la randellata decisiva del referendum contro le pretese 'riforme' e se ne andrà a casa, lasciando bene in vista i cocci e le macerie della sua folle politica buonista.
La prossima ondata di barconi sulle nostre coste.
ILFATTOQUOTIDIANO.IT
In Tunisia la rivolta dei disoccupati è arrivata anche a Tunisi. E dopo giorni di cortei pacifici sono aumentate le devastazioni e gli scontri con la polizia: per questo il ministero dell’Interno ha ordinato il coprifuoco in tutto il paese dalle 20 alle 5 del mattino. Nella capitale la situazione è…
 

Aux urnes, citoyens!


Se sfogliate 'Repubblica', un giornale che, da tempo, 'ha perso la testa' a causa dei successi elettorali di Salvini e traccheggia in forte ribasso di vendite ma insiste nella sua scelta di campo pro sardine e pro pd di s-governo, sembra davvero di essere al fronte in prima linea della Stalingrado emiliano-romagnola in attesa di disfatta e/o di risicatissima vittoria.
E la follia politica dei redattori storici e del loro direttore si spinge fino a dar via libera ad articoli e pareri di personaggi eminenti (sic) che paventano il 'bivacco di manipoli' minacciato da Benito Mussolini in pubblico parlamento - ed Eugenio Scalfari, il padre-padrone, afferma, impunito, che in questo paese c'è un deficit di democrazia, alleluia! Tu vai a capire per quali tortuosi meandri neuronici il Grande Vegliardo è arrivato a questa stupefacente conclusione.
E, invece, il lunedì dell'Emilia-Romagna ci dirà se è finito il fastidioso riproporsi in cronaca delle narrazioni distorte e faziose delle sardine buoniste e 'bellaciaiste' e ruba-piazze che hanno riempito stampa e televisioni fino a ieri, data del fragile e pochissimo rispettato 'silenzio elettorale'.
Una prodigiosa invenzione mediatica, quella degli ineffabili pesciolini, al fine di surrogare i sondaggi avversi alla coalizione giallo-rossa - studiata a tavolino dal think tank filo pd (quel che ne residua) e sostenuta a spada tratta da stampa e televisioni amiche; ma può essere che la sostituzione delle piazze con le urne sia uno dei motivi del prossimo voto avverso degli elettori delle due regioni e 'chi vivrà vedrà' e non manca molto, mettiamoci comodi dopo le 23 davanti ai video e speriamo che non siano brogli e altre porcherie contro il popolo sovrano.
Quelle si poco 'democratiche' e in linea con la rabbiosa e arrogante voglia di censura della volontà popolare che ha portato alla formazione di uno s-governo giallo-rosso: di gente che ha paura del voto e 'ladri di democrazia' – sicuramente della democrazia diretta, perché di quella parlamentare dei 'governi che si formano in parlamento' non sappiamo davvero più che farcene, dopo decenni di governicchi e accordi sotto banco e vergognosi patteggiamenti e voltagabbana e 'mercati delle vacche' e le altre italiche schifezze di s-governo. Alle urne, alle urne!
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venerdì 24 gennaio 2020

Diapositive e false narrazioni


Due diapositive, per mostrare il momento di grave affanno elettorale per le elezioni di domenica in Emilia Romagna.
La prima diapositiva vede il premier Conte, il noto voltagabbana e Giano bifronte, che diserta Davos - il luogo delle inutili parate dei politici e dei sedicenti 'economisti' dalle previsioni ognora catastrofiche - chiuso a palazzo a preparare i decreti e tutto l'ambaradan burocratico che destina una mancetta di 'cuneo fiscale' al popolo sovrano. Urgenza, la sua, dettata dai sondaggi che ha sul tavolo e già sente aria di sfratto.
Una mancetta che dovrebbe, nel suo meschino intento di bassa politica, distrarre molti di coloro che si apprestano a votare per Salvini a girare lo sguardo e la matita copiativa verso i malnati di s-governo e impedire la disfatta di Bibbiano.
La seconda diapositiva è quella che ci mostra le due piazze di Bibbiano - luogo simbolo del malessere emiliano: quella di Salvini e delle sue narrazioni instancabili del malgoverno pd nell'Emilia rossa (incluso il ratto dei bambini dell'orrenda storia di cui ai 108 capi di imputazione per i responsabili, mai abbastanza vituperati e 'messi alla gogna') e quella contrapposta delle 'sardine' pd che pretendono di incarnare la 'società civile', le anime belle e pie, la parte buona della nazione (sic) quella che non odia, bensì trasuda odio viscerale contro il nemico 'leghista e fascista e razzista' (così lo dicono, incuranti del ridicolo) a cui tentano di chiudere la bocca e rubargli la scena.
Due narrazioni contrapposte e inconciliabili che si misureranno, finalmente, nelle urne di domenica prossima e non più (speriamo) nelle piazze perché non se ne può più di quei loro mezzucci mediatici di dirsi ridicolmente 'impolitici' e di rifilarci la favoletta infingarda della bontà contrapposta all'odio.
Che non c'è, è invenzione mediatica e stupida, bugia iterata per farla diventare, alle orecchie dei beoti e dei loro pervicaci seguaci, una mezza verità perché noiosamente ripresa dalla stampa ed echeggiata compulsivamente dai tiggi amici e sardoni a loro volta.
Non c'è nessun odio in giro, care le mie sardine e sardoni associati, bensì indignazione e rabbia politica per lo s-governo quotidiano e per il vostro pretendervi governo di una nazione estenuata per il troppo di tutto che ci mostrate ogni giorno che Dio manda in terra: troppa rissosità, troppi leaders dimezzati e bolsi alla guida dei partiti di riferimento (uno s'è tolto di torno giusto ieri, alleluia!), troppe concessioni alle o.n.g. taxi del mare che pretendono i nostri porti quali soli riferimenti per gli sbarchi dei naufragi organizzati dai criminali scafisti e ci propinano la loro predicazione buonista quale sola medicina e necessaria per un fenomeno che Salvini, invece, ha mostrato di poter governare con pugno di ferro – ed ha costretto a più miti consigli l'Europa del nord dalle frontiere chiusissime e i 'dublinanti' restituiti a centinaia agli sventati italiani che ne hanno accolti a migliaia, quotidianamente, collo s-governo Renzi/Alfano del tristo 'campo-profughi Italia'.
E le narrazioni contrapposte e inconciliabili valgono anche per quell'altra sventata, la ragazzina costruita mediaticamente dai soliti noti, che agita altre, simili, piazze, dove si grida e si saltella per 'salvare il mondo dall'inquinamento'. Ottimo proposito e pio, ma 'vaste programme' di nazioni e capi di governo che, come diceva stamane un ministro francese: 'Noi sappiamo bene come si deve fare, ma non sappiamo come fare, poi per farci ri-eleggere'. Cruccio massimo di E. Macron, giunto alla sua sbarra politica e al minimo dei consensi.
Perchè i 'gilets jaunes', con le loro rivendicazioni pressanti e che faticano nella partita doppia del bilancio familiare vorrebbero volentieri dismettere le loro vecchie, ansimanti, 'deux chevaux e 'peugeot' prossime ai vent'anni e acquistare una nuova 'euro 6' ibrida che poco inquina, ma manca il grano nelle tasche e i mutui e le rate relative rischiano di diventare l'incubo delle loro vite future.
Chi vivrà vedrà un mondo pulito. Forse, chissà quando. Vaste programme.

mercoledì 22 gennaio 2020

Il mondo rotto della sinistra perduta


Il mondo rotto (3)
E' successo. Che le elezioni americane sono state vinte da un certo Donald Trump grazie allo specialissimo meccanismo elettorale che premia i caucus e i grandi elettori dei singoli stati e non la somma dei singoli voti elettorali. E il popolo che ha perso le elezioni può presentare istanza di annullamento presso le sedi amministrative e costituzionali competenti per denunciare irregolarità ed eventuali brogli, ma, una volta eletto e insediato, il presidente degli Stati Uniti è colui che ha vinto le elezioni, punto. Se ne facciano una ragione gli oppositori e si lecchino le ferite e si chiedano dove hanno sbagliato le politiche dei loro campioni messi nell'angolo e 'knocked out'.
Elementare, direbbe Sherlok Homes, ma per la 'marea umana' - come l'hanno definita quasi tutti i media televisivi e i giornalisti dei 'giornaloni' alla loro quarta crociata (tu nota i sostantivi e gli aggettivi smaccatamente partigiani) - elementare non è, e continuano a sfilare imperterriti e a manifestare contro 'l'intruso', il 'mostro', il 'fascista' Donald per chissà che strane ragioni ed elucubrazioni fantasiose di parte avversa.
Già, perché se l'evidenza di buongoverno casalingo dei 'democrats' e la loro azione geostrategica sullo scacchiere medio orientale fosse stata da tutti ugualmente leggibile e chiara e condivisibile – se non ci fosse stata l'esplosione mondiale incontrollata del terrorismo assassino, che ha in Siria e in Iraq il suo covo di serpenti, se non ci fossero stati i morti e i feriti nelle strade e piazze e nei teatri e gli aeroporti di Parigi, Bruxelles, Nizza e Berlino, nessuno si sarebbe sognato di denunciare la follia di un 'mondo rotto' e globalizzato che è il cavallo di battaglia zoppo e ferito dei 'democrats' e delle sinistre europee di s-governo degli ultimi due lustri.
E non avremmo avuto la 'brexit' e Hofer a un passo dal governo in Austria e la crescita dei cosiddetti 'populismi' all over the world e le frontiere chiuse in Europa e l'imbonitore fiorentino dallo slogan atroce de:' Salviamo vite' se l'evidenza di un mondo globalizzato fosse tale da dirci che viviamo nel migliore dei mondi possibili.
Per tutto ciò esposto e ripreso dalle cronache dell'ultimo lustro di sgomento e affanno globale diciamo che Donald Trump, il 'mostro' politico demonizzato da tutti i media 'buonisti' e dalle pretese 'intelligentsia' liberal e democrats, è il sotto prodotto di un dramma epocale avviato a un suo prossimo 'cupio dissolvi' e che solo provvedimenti altrettanto drammatici di contrasto al mondo rotto e malamente globalizzato delle cattive immigrazioni e dei fallimentari 'liberi commerci' che saranno assunti dalla sua amministrazione potrebbero arginare e contenere.
Di certo non risolvere, perché l'ampiezza del dramma e della 'catastrofe umanitaria' globale lasciata esplodere nel tessuto sociale dell'America e dell'Europa dagli s-governanti europei e dall'amministrazione Obama è di tale enormità che non basteranno i due prossimi lustri a disinfiammarla.
Attendiamo fiduciosi l'esposizione di un nuovo 'new deal' non vanamente retorico da parte dei 'democrats' che sfilano per le vie e le piazze di Washington, qualcosa di diverso e meno privo di senso e vuota retorica dell'obamiano 'yes we can'.
Perché non ci è ancora chiaro che cosa abbiano potuto, Obama e i suoi 'democrats', a parte l'aver condotto il mondo sull'orlo di una catastrofe globale che peggio è davvero difficile immaginare.
Ogni suggerimento e chiarimento in proposito è gradito.
 

Perdita dell'informazione e declino cognitivo

E, a proposito di 'perdita dell'informazione' delle vite nostre, chi si ricorda più di quel tal personaggio pubblico, tale Angelino Alfano, che consentì alla nascita dello s-governo di Renzi Matteo – durante quella convulsa fase politica della repubblica in cui il pdl di Berlusconi iniziò il suo declino ed ascese al Qurinale, per breve lampo di s-governo italico, quell'Enrico 'nipote di suo zio' che doveva 'star sereno' e si ritrovò con le pive nel sacco a dover rifondare la sua vita privata?
E Renzi, il giovane Rodomonte, trombonava da par suo di riforme epocali e vita nuova e mirabilie di nuove generazioni leopoldiache al potere, ma finì a tarallucci e vino, a sua volta trombato nel mitico referendum di due anni dopo che ne annunciava la fine.
Vedete bene quanta parte di informazione evapora quotidianamente sull'orizzonte degli eventi delle nostre vite – e non ricordiamo più i nefasti di quel tal Angelino, andato al ministero degli interni, che dovette far fronte lasso e tristo agli arrembaggi quotidiani di migliaia di clandestini messi in mare dai criminali scafisti dei naufragi organizzati e lo slogan atroce de 'salviamo vite' (sic) con i relativi annegamenti, e si incentivavano le partenze dalle coste libiche ad ogni nuovo approdo - e i prefetti e sindaci sul territorio si mettevano le mani sui capelli per le difficoltà di far fronte a tamburo battente alla creazione del 'campo-profughi Italia'.
E le frontiere europee erano chiusissime e indifferenti gli stati-membri di Europa nei nostri confronti, che pure eravamo (siamo) il suo liquido 'confine sud' aperto a tutti i maledetti assalti alla legalità nostra ed europea relativa alle frontiere e ai visti di ingresso.
E l'orizzonte degli eventi presente è totalmente cambiato e l'Europa che 'stava a guardare' il nostro boccheggiare sotto i grandissimi numeri degli arrembaggi quotidiani oggi non è cambiata di molto – e la Germania e la Francia ci rimandano indietro coi charters i 'dublinanti' di quegli anni sregolati e folli delle frontiere-Schengen colabrodi di quotidiani ingressi clandestini e crescevano le bidonville a Ventimiglia e a Calais e le stazioni erano bivacchi inguardabili del nostro triste soccombere alla piaga delle migrazioni sregolate; e sull'orizzonte degli eventi cresceva la Lega nazionale di Matteo, che dura a un terzo delle preferenze degli elettori rabbiosi e sdegnati ad onta delle recenti traversie e delle incriminazioni gaglioffe per aver fermato l'immondo commercio di vite umane degli scafisti assassini.
Spolverate gli scaffali della memoria, gente! Perchè la perdita dell'informazione della nostra disastrata e meschina vita politica è foriera di prossime catastrofi. Alle urne, alle urne!

Perdita dell'informazione e altre nequizie.


Sermone laico
Seguivo con molta attenzione un programma in tivù, l'altra sera, che trattava della 'perdita dell'informazione' che avverrebbe durante l'evaporazione dentro un 'buco nero'. Argomento terribilmente serio perché io ero la dimostrazione vivente di quella perdita e il buco nero del mio sonno incombente si mangiava parte di quell'informazione televisiva che evaporava inutilizzata nella stanza.
E che si debba lottare contro ogni 'perdita dell'informazione' delle nostre vite me lo confermava un mio amico che non vedevo da molto tempo e della sua vita recente non avevo più la cara informazione e la simpatia che me ne deriva - e, se vi capita di visitare un cimitero, avrete modo di constatare quanta 'perdita di informazione' vi sia del patrimonio comune dell'umanità e delle generazioni che si avvicendano sopra al pianeta Terra.
Non accendono un bel nulla le 'urne dei forti' ai forti animi, ahinoi, ma è solo un'angosciante silenzio che viene dalla raggelante distesa delle lapidi e delle croci - e i ricordi di chi abbiamo amato e ci è stato caro evaporano sull'orizzonte degli eventi e si perdono nei buchi neri di ogni morte.
In quale 'orizzonte degli eventi' dell'umanità tutta ritroveremo l'informazione che si perde ad ogni morte? E' un problema importante perché darebbe risposta alle nostre più segrete angosce - e tutti noi, nel corso dei funerali in chiesa, avvertiamo quanto sia poco consolante e credibile la favoletta buona che ci ripete il prete sull'altare che: '...la cara anima del nostro congiunto è volata in cielo' - e il Cristo e la chiesa dei Santi e dei Beati svolgerebbero quella funzione di 'recupero dell'informazione quantististica' delle nostre vite che tanto ci piace credere vera e ci consola.
Ritrovarci tutti 'di là', insomma – e darci delle sonore pacche sulle spalle ed esclamare: 'Anche tu qui! Ma non eri in montagna a sciare?' Schumacher docet, povero cristo; ne parlavamo giusto ieri sera con mia figlia.
Scherzi a parte, la perdita dell'informazione delle vite delle persone mi capita di osservarla, sconsolato, nel corso delle mie visite a mia madre – e i dialoghi di quelle vecchie persone e quegli occhi trasparenti e le mani dalla pelle tirata e priva di spessore sono un 'colpo al cuore' e un annuncio al quale dovremmo essere preparati, ma chi lo è, dannazione!? Chi non prova ripulsa nel guardarsi nello specchio segreto di Dorian Gray in cui si mostra la maledetta senilità in agguato che faticosamente respingiamo con creme e belletti e vane ginnastiche e balli?
Si dice che 'tocchi a tutti', prima o poi, ma io mi aggrappo allo scaramantico: 'e forse anch'io' - vedi mai che si verifichi un'eccezione quantistica, prima o poi, e si dimostri vera la storia di Dorian Gray in terra veneziana tra gli anni 2/3000. Amen e così sia.