mercoledì 31 luglio 2019

Scambiamoci un segno di pace

Scambiamoci un segno di pace 01 agosto 2016
C'è voluto lo sgozzamento di Isacco sull'altare delle religioni arcaiche del Libro perché si dessero 'un segno di pace'.
E abbiamo il problema da risolvere se quei pochi o molti (secondo che siate del 'bicchiere mezzo pieno' o mezzo vuoto) che sono andati nelle chiese a chiedere e ottenere un 'segno di pace' sono una modesta avanguardia volenterosa delle schiere di musulmani che interpreteranno in futuro le sure del Corano in versione misericordiosa, in accordo con papa Francesco, o siano/saranno, invece, i genitori o i parenti incolpevoli dei 'radicalizzati sul web' che continueranno a ingrossare le fila dei terroristi che interpreteranno alcune sure del Corano in versione jihad e 'sterminiamo tutti i crociati senza pietà' – compresi i rinnegati che hanno risposto all'appello pacificatore e hanno rotto il muto fronte dell'omertà con i terroristi e gli aspiranti tali che durava da troppo tempo. Chi vivrà vedrà.
E una risposta sensata a queste domande potrebbe venire dall'azione della politica (cosa, voi mi confermate, assai improbabile) che riuscirà a creare più lavoro e a includere, conseguentemente, le migliaia di senza lavoro cronici che imbottiscono le famigerate 'banlieues' e i quartieri musulmani del Belgistan, Mollenbec in testa.
E speriamo che l'essersi scambiati un segno di pace non sia come tra quei vicini di casa religiosi e piissimi che, una volta tornati a casa dopo la messa, tornano a guardarsi in cagnesco e a disputare su: 'l'erba del mio vicino che infesta anche le mie aiuole e i suoi alberi allungano le loro maledette frasche di là della mia rete di recinzione.' E, di notte, innaffiano con l'acqua bollente la linea di confine per fare 'terra bruciata'.
Qualcuno di voi ha qualche esperienza di vita vissuta in proposito?
Massi! Scambiamoci un segno di pace ed esprimiamo voti che serva davvero a qualcosa e che i prossimi attentati e i prossimi morti sulle nostre piazze e strade aumentino le presenze islamiche nelle nostre chiese il giorno dopo. In fondo qualche spiritello buonista sopravvissuto ai massacri islamo-terroristici degli ultimi dieci anni aleggia ancora tra i miei pensieri di maledetto 'avvocato del diavolo'.
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martedì 30 luglio 2019

Viaggi spazio temporali

Viaggi spazio-temporali e orizzonti degli eventi
E se è vero che l'Arte e gli artisti coprono per intero lo scibile umano e si occupano di politica e ci raffigurano le stelle e le stalle e la natura e l'iperuranio immaginato, tuttavia non ti aspetti che a palazzo Michiel (Santi Apostoli. Venezia. European Center – Eventi collaterali) una simpatica mostra di 'design' nasconda, pardon esibisca, in una saletta a parte, l'invenzione del millennio.
Che dico? Dei millenni tutti interi della storia dell'umanità.
E pare che ci sia in Australia un uomo geniale un 'dottor Morte', attivista della causa della dolce morte e del sereno viaggiare nell'Oltremondo dei sogni che, in collaborazione con una ditta di avanguardia, ha creato il 'Sarco': una piccola astronave iperurania che ci porta oltre i 'bastioni di Orione' e le porte di Tannhauser e sull'orizzonte degli eventi del Tempo col semplice schiacciare un pulsante che immette azoto liquido nel corpo stanco e malato - e in pochi secondi si abbassa la soglia di coscienza ed è davvero un 'sogno lungo un'eternità'. E sei tu viaggiatore a decidere la 'ignition' della partenza e niente grane per chi si accomiata relative a leggi e a crudeli ideologie religiose che a tutto si oppongono.
E chissà che sogni reca seco una dolce morte, invece di tutto quel soffrire per 'rendere l'anima a Dio' delle antiche religioni crudeli che predicavano la sofferenza necessaria - e guai ai suicidi a cui si negava perfino la sepoltura in terra benedetta e dicevano sacro e intoccabile quel momento di orrore e paura per il definitivo distacco dal corpo dei nostri quotidiani piaceri e i tormenti.
E possiamo farla in barba ad Atropo e toglierle le maledette forbici di mano e rivolgerle pure uno sberleffo e dirci semidei finalmente compiuti – e lo sberleffo maggiore è questo di mostrare in una mostra di design, come fosse un abito trendy o una tenda o un mobile qualsiasi, l'astronave che ci porta in pochi attimi di silenzio sul crinale dello Spazio/Tempo ad osservare lo spettacolo dei Troni e delle Dominazioni e la Grande Luce che abbaglia di cui si è favoleggiato per millenni e ce le hanno rappresentate artisti sommi nella chiese cattedrali e dentro la Cappella Sistina. Chapeau.

sabato 27 luglio 2019

Le parole che non vi ho detto

Le parole che non vi ho detto


C'è un momento della vita degli uomini e delle donne in cui ci si ferma a dire - e anche il peggior nemico diventa il testimone di parole che 'dobbiamo' pronunciare, pena il disperderle per sempre come 'lacrime nella pioggia'.
E, se siamo stati 'davanti ai bastioni di Orione' e davanti 'alle porte di Tannhauser' e improvvisamente sappiamo che 'è tempo di morire', è necessario farlo sapere a qualcuno - che magari ci dia fama di replicanti di genio e parecchio 'fighi', ma anche noi, mannaggia, pur se replicanti, soggetti al maledetto filo di Atropo, l'inflessibile parca, che lo taglia distrattamente e come per un gioco di vane eternità sognate.
E, in verità, in verità vi dico, che questa di morire è una stronxata pazzesca, proprio quando sull'orizzonte degli eventi si disegna un mondo degli uomini (e delle donne) capace di reagire all'impero del maledetto Caos – e forse perfino i 'cambiamenti climatici' verranno dominati dall'uomo-semidio e anche le migrazioni torneranno sotto controllo e convinceremo 'i migranti' a tornarsene a casa e a smettere i maledetti assedi; e saranno 'aiutati in casa loro', se avanza qualche briciola nelle isole felici dello sviluppo economico.
Che è come dire che: '...anche i preti potranno sposarsi, ma soltanto a una certa età'.
E non chiamateci Epuloni, perché, in realtà, lo sviluppo economico è bolla di sapone fragile e basta uno spillo a farla scoppiare se i suoi fondamenti, eticamente giusti o sbagliati che siano, vengono messi in discussione e vengono alterati in modo garibaldino i parametri di formazione della ricchezza. Id est: se apriamo i porti e le frontiere a milioni di assetati che corrono tutti insieme ad abbeverarsi alle fonti, disseccando la sorgente.
Misura per misura, cari E-lettori, e il troppo stroppia e i cocci sono nostri, se sbagliamo le politiche e ci facciamo accecare da un buonismo insensato che non si cura dei limiti e delle compatibilità economiche e sociali.
Datevi una regolata e 'mettete la testa a partito'.
Il partito giusto, - non il pd, per intenderci. Perché, con quello al governo, il futuro si abbuia e sarà davvero 'il tempo di morire'. Anticipatamente.
Mi dicono che Atropo, non Antigone sia il loro mito di riferimento.
Facciamo gli scongiuri e tocchiamoci di sotto.
Lacrime nella pioggia. Il tempo di morire. I films e gli attori di culto.

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comprende anche la scena finale fra le montagne. Questa vers.non piaceva troppo al regista ma, a me, non dispiace.Ho volutamente tagliato la scena dell'ascen...

Sogni infranti. Ieri accadeva. Ri-accadrà?

27 luglio 2016

E la classe politica più penosamente imbelle e inadeguata al ruolo di governo di una nazione sotto attacco ormai da anni si presenta davanti alle telecamere con facce di tolla e sfila davanti alle teste di cuoio a stringere le mani obbligate a farlo per il ruolo, ma è fischiata dai parenti delle vittime di Nizza per il vergognoso voler nascondere la clamorosa incapacità di offrire sicurezza, nascondendo i filmati delle telecamere puntate sulla 'promenade des anglais' e i suoi dintorni.
E prima ce ne sbarazzeremo degli Hollande e Valls e Renzi e Merkel e Juncker, prima chiuderemo e governeremo con pugno di ferro le frontiere dell'Europa sotto attacco, prima avremo la garanzia che andrà ad iniziare un futuro meno gramo di questo: di contare e raccontare dolenti a giorni alterni di vittime inermi per le strade e nei teatri e nei ristoranti e nelle redazioni dei giornali di libera stampa.
Il sogno delle sinistre europee di un affratellamento universale e di felici popoli illuministicamente intesi alle 'magnifiche sorti e progressive' di un mondo pacificato è naufragato nel sangue e nella barbarie degli sgozzamenti dei riti e delle sfide islamo-terroristiche e negli annegamenti dei barconi le cui partenze non hanno saputo/voluto impedire.
Avete scritto la peggior pagina di infamia della storia recente della civiltà occidentale, gente vergognosa e incapace. A casa. Tutti. Al più presto.
L'Europa, per causa vostra, dovrà per anni leccarsi le ferite inferte alla sua convivenza civile da un 'buonismo' stupido e incapace della menoma decisione di governo e di leggi adeguate alla sicurezza dei cittadini .

venerdì 26 luglio 2019

Di scienziati e nomadi pastori

Di scienziati e nomadi pastori  - 26 luglio 2014
Chissà quale è stato l'elemento scatenante l'odio della Fallaci – che così a lungo e approfonditamente frequentò i luoghi dell'islam e le sue genti. Odio nei confronti dell'ideologia totalizzante e imprigionante di quei dessi: tutti 'allah akbar' e guai a sgarrare in costumi libertari e libertini perché, subito, 'boko aram' - che rapisce e reclude le vergini nere già avviate verso i luminosi orizzonti del terzo millennio e le re-imprigiona nel nero velo luttuoso del monachesimo medievale islamico.
Gli è che, per la Fallaci, in principio fu amore e ammirazione - come capita al viaggiatore che transita per quelle contrade armato di bella comprensione e voglia di conoscenza, e riporta e narra nei suoi volonterosi diari di gentilezze e accoglienze squisite, - ma, si sa, viaggiare è transito breve e, se non supera la soglia fatale di giorni tre, l'ospite viene salutato con il fazzoletto sventolante e non puzza - come, invece, recita un acre e icastico adagio delle mie parti.
E, se si leggono le statistiche della presenza mussulmana nel Regno Unito riportate dall'articolo qui sotto, non si può non dirsi preoccupati del fatto che nel 2001 quei dessi viaggiavano intorno al 14 per cento della popolazione residente e nel 2014 già sono al 21 e fischia. Che, di questo passo, il sogno del Califfato dell'Isis - con tutti noi, indigeni storici ormai minoritari e proni sul tappetino rivolti alla Mecca, e mandare le sure a memoria e scritte cento volte sulle pareti di casa - si realizzerà per via di accoglienza indiscriminata e progressiva ed esponenziale.
E se il governo britannico si premura di dirci che saranno puniti i 'cattivi maestri' che hanno consentito alla lobby islamico-radicale di mettere mano ai sacri principi dell'insegnamento occidentale e di cassare la musica e il canto e iconoclasti sopratutto per la figura femminile, pure non ci sentiamo rassicurati e temiamo fortemente il medioevo prossimo venturo che si accompagna all'idea di allah e del suo profeta barbuto che unificò i nomadi pastori di allora e ancora ce li propone vittoriosi e in espansione al nord con pochi neuroni modificati e adeguati alla post modernità.
Chi vivrà vedrà e i cocci sono i suoi; però c'è una comunità multietnica che mi va di additare ad esempio di nobili e preclare visioni di un futuro migliore e buona e civile convivenza ed è la comunità scientifica dei campus universitari e dei centri di ricerca avanzata. Peccato sia abbondantemente minoritaria e di scarsa presa esemplare su quei nomadi ex pastori che ci ostiniamo ad accogliere e a non integrare.

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mercoledì 24 luglio 2019

Libertà nuove e orticarie

Libertà nuove e orticarie

Post n°934 pubblicato il 24 Luglio 2019 da fedechiara
24 luglio 2018

Il troppo che stroppia in tutte le direzioni
Osservavo perplesso Vittorino Andreoli, ieri sera in tivù, che, più agitato che mai e con toni e zazzera da Savonarola laico, sparava ad alzo zero contro i social degli 'odiatori' – che altri non sono se non i nostri compagni di classe o di lavoro o quelli che giocano a carte nei bar e 'dicono la loro' in rete nei modi fioriti e a volte eccessivi di sempre. Varia umanità, che volete farci. E prima dei 'social' c'era la televisione a meritarsi le reprimende di essere cattiva maestra di vita, ma ci abbiamo convissuto e 'fatti gli anticorpi' e basta fare zapping e scegliere il programma che più ci piace perchè scomodare la censura e la voglia di zittire gli oppositori?
E se Vittorino Andreoli ce l'ha con i 'social' – e con lui molti commentatori sui giornaloni a larga tiratura e molti politici di vecchia scuola e che si stimavano erroneamente 'maestri di pensiero' e dotti 'opinionisti' – è perchè i 'social' hanno assunto, nell'ultimo decennio, una forte valenza politica – che perfino i mitici 'hacker russi' di cui alle denunce delle commissioni di inchiesta sulle elezioni che hanno premiato Trump alla presidenza (un nome un'orticaria immediatamente visibile in molti buonisti e sedicenti democratici), perfino loro si sono scatenati e hanno lanciato in rete strani 'avvisi ai naviganti' e presunte fake news che hanno convinto gli 'odiatori' a farsi soggetti politici visibili e clamanti e indignati e rabbiosi.
E l'alternativa alla libertà degli 'odiatori' (che è sinonimo di 'populisti' secondo il rabbioso verbo buonista e sedicente democratico) sarebbe quella di chiudere la rete o inserire in essa dei vincoli e molto filo spinato per impedire a questi nuovi rifugiati del libero pensiero e parola di rendersi visibili e operativi sulla scena politica ed elettorale.
Ma non bastano le querele per diffamazione, nel caso ricorressero i termini, o si ha paura di intasare i tribunali della repubblica perché il troppo del mondo rotto stroppia – sempre e in ogni vicenda e vicissitudine?
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Piglia, pesa, incarta e porta a casa
 21 Settembre 2017 
Se il governo italiano ha sentito la necessità e l’urgenza di mandare in onda una ‘pubblicità progresso’ contro il dilagare su internet delle supposte ‘fake news’, (le notizie false per chi aborrisce l’uso e l’abuso della lingua di Albione e dice ‘location’ invece che ‘luogo’) vuol dire che queste dilagano irresistibilmente e hanno un loro vasto pubblico – e non basta a contrastarle la puzza al naso dei colti trinariciuti che si lamentano dei troppi cretini che dicono la loro sui ‘social’ e dei ‘leoni della tastiera’ che impazzano e magari raccolgono decine o centinaia di ‘mi piace’.
E, forse, questa pubblicità progresso è campagna europea che denuncia la perdita di peso politico e il deficit di autorevolezza dei presenti s-governanti da tre palle un soldo che hanno sulla coscienza le nostre vite blindate e la responsabilità di aver lasciato crescere smisuratamente dentro le nostre città le maledette enclaves delle periferie da cui partono e trovano tana i troppi ‘radicalizzati sul web’ assassini di importazione.
Ma ciò che non capiscono i trinariciuti con la puzza al naso (non vogliono capire – il loro è un mondo a parte, una località di residenza esclusiva, l’asettico regno delle menti elette) è che ‘il medium è il messaggio’ – come ben affermava il Mc Luhan buonanima, e internet, per la sua struttura ed essenza di veicolo di ogni cosa conoscibile è, si, un medium ‘sporco’ – dove trovi di tutto e di più: le stelle e le stalle, – ma, a differenza di quell’altro medium oltremodo sporco e corrotto dal dominio dei partiti di s-governo che è la televisione, è un luogo di libertà; anche della libertà di veicolare le bufale del malessere ‘populista’ e i suoi diarroici e logorroici ‘maldipancia’ sociali e politici- e se ne ferisci il midollo con i vani e trucidi desideri di censura governativa lo uccidi.
E chi di censura uccide sarà pesantemente castigato nelle urne, finché durerà il sistema democratico – anch’esso parecchio ‘sporco’ e sovente veicolo di falsità e di vane e menzognere promesse elettorali e misfatti e cattive politiche immigratorie e corruzioni stellari.
E risulta perfino patetica l’implorazione finale dello speaker della ‘pubblicità progresso’ contro le ‘fake news’ di riappropriarsi della ‘verità’.
La verità, già. Che è quell’araba fenice (che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa) che invano noi cittadini – gente ‘sporca’ e di basso ceto – cerchiamo nei tribunali insieme alla fantasmatica giustizia e nelle assise della politica e in televisione e sui quei giornaloni un tempo autorevoli e oggi veicolo e strame di ogni ‘Passator scortese’ – re dei partiti di s-governo e principe degli imbonitori della peggior risma a cui avanza di rimproverarci le supposte ‘fake news’.
Tu vedi da che pulpito vengono certe prediche. Fanc…
Cosa vuol dire “Il medium è il messaggio”?
A cento anni dalla nascita, il sociologo canadese McLuhan è ancora oggi uno dei massimi riferimenti nel campo degli studi sulla comunicazione.
PARLAREALMICROFONO.IT

lunedì 22 luglio 2019

Le leggi e le sentenze

Ero fermamente dalla sua parte quando Borrelli, indossando l'ermellino di rito, pronunciò la famosa frase: 'Resistere, resistere, resistere.'
Era il tempo delle leggi 'ad personam' e, in un paese dove impera lo slogan: 'Oggi e sempre Resistenza', applicato in modo garibaldino ad ogni aspetto dell'umana convivenza, quel suo proclama e manifesto politico riscosse un enorme successo mediatico.
E il suo 'pool di Mani Pulite' sbaragliava come un autotreno ogni nemico giudiziario e mediatico – e pazienza per qualche suicidio qua e là che addensò qualche ombra sul suo operare e svilire e castigare a man bassa.
Giustizialismo, dicevano i nemici, opposto a una idea di giustizia che tuttora fatichiamo a definire e condividere.
E, oggi, la vedova del famoso procuratore, intervistata, ci ricorda il suo fermo convincimento (del marito defunto) che il magistrato deve essere,ognora e al di là di ogni tempesta mediatica, calmo ed olimpico e 'fedele soltanto alla Legge'.
E vien da chiedersi, alla luce delle molte sentenze passate in giudicato e le più recenti, che ci hanno stupito e indignato, (come quella del magistrato Vella Alessandra, che ha aggirato la legge sulla chiusura dei porti - e l'attracco violento e lo speronamento di una nave della guardia di finanza da parte della santa Capitana pur di portare a termine la sua 'missione' salvifica) viene da chiedersi se davvero tutti i magistrati sono 'fedeli alla Legge' e quale legge e di quale governo che la approva e la vorrebbe rispettata e applicata; ma la Vella Alessandra le ha sovrapposto un fumoso 'diritto internazionale' e arbitrario 'diritto al salvataggio in mare' che l'ha vanificata e ha mandato assolta santa Carola col plauso delle schiere dei suoi fedeli e l'obolo milionario, raccolto in Rete, perché la sua organizzazione non governativa continui le provocazioni nei confronti di questo governo e contro le sue politiche immigratorie.
Riposi in pace, il grande magistrato olimpico e integerrimo, ma non ce ne voglia se, noi che restiamo, nutriamo il disincanto nei confronti dei suoi colleghi e dei futuri per quel che è l'interpretare le leggi pro domo di fazione misericordiosa e buonista e se la nota sentenza: 'La Legge è uguale per tutti.' ci appare come un atroce dileggio fuori e dentro i tribunali della Repubblica, a ben leggere i fatti e le sentenze.

sabato 20 luglio 2019

Più vero del vero.




Confesso che non so se la terra sia piatta. Dalle foto satellitari scattate nei pressi della Luna si direbbe un filo convessa, perlomeno, ma mancano le foto confermative della parte opposta, quella concava dell'Asia e dell'Australia, e questo mina la credibilità dei fieri sostenitori della tesi.
E poi un piatto che gira su se stesso, invece di una sfera, sconvolge anche le dinamiche giorno/notte - e tuttora non mi è chiaro come quella rotazione ostinata non spruzzi le acque degli oceani e dei mari fuori dallo stratosfera come una centrifuga, con tutto l'annesso dei pesci e delle murene e dei polpi e delle plastiche dei continenti vaganti a pelo d'acqua che conosciamo.
Però questa della conquista della Luna e del 'piccolo passo per l'uomo, ma grande passo per l'umanità' puzza davvero di studios hollivudiani e scenografie di cartapesta e battute ad effetto di sapienti sceneggiatori e non so confermarvi se davvero il nostro satellite non è più vergine di impronte di scarponi – e dovrei fare un salto colà per vedere con i miei occhi la bandiera a stelle e strisce penzolante sul suo palo senza il vento solare che la distende, come a Iwo Ima, e potrei mandarvi la foto confermativa su What app e Facebook, sempre che ci sia 'campo'.
E, già che ci siamo, va detta un parola chiara anche sulle torri gemelle che si sono sbriciolate dall'interno come se fossero state dinamitate a bella posta e quelle fotografie degli aerei che vi si schiantano non vi ricordano le scene madri di certi film catastrofisti con tanto fuoco e cenere e morti a mucchi e quintali e tanto pianto e stridor di denti?
La verità (orpo! m'è venuta spontanea la paroletta magica) è che non sappiamo molto neanche degli eventi decisivi delle nostre vite private e fatichiamo a dire vere le scene madri delle liti fatali di matrimoni infranti, però siamo tornati 'single' e : '(…) questo è quanto / se ci ripenso, quanto è vero il sole, / dalla vergogna mi si muove il pianto. / Non credo più nemmeno nelle scuole.'
That's all, folks. Scrivetemi, se vi viene in mente qualcosa di 'più vero del vero' che ci convinca un po' tutti e lo prenderò in considerazione per il mio prossimo articolo.

mercoledì 17 luglio 2019

Fascisti sulla Luna - Ieri accadeva ed oggi accade

Fascisti sulla Luna - 18 luglio 2018
Credo che tutto inizi da una fortunata trasmissione televisiva che conteneva la gag di Guzzanti dei 'fascisti su Marte'. Fu da lì che prese le mosse questa buffa e maniacale tendenza ad etichettare come cosa e persona 'fascista' ogni evento e chiunque non sia allineato con il pensiero sinistro ex dominante – e le sue estenuate geremiadi sui migranti e la malintesa pietas universale e i suoi simboli e valori vetusti, a partire dalla mitica Resistenza.
Che fu cosa buona e giusta e necessaria, in quei tempi di disgrazia mondiale massima e rinsavimento democratico di un popolo confuso, sconfitto e spaventato e diviso, ma sappiamo che ci sono ombre rosse anche in quella epopea di rivolta: martiri e martirizzati da una parte e dall'altra.
E che vogliano resistere a tutto, i nostri confusi antifascisti che fanno di ogni cosa un fascio è comprensibile, poveri cari, perché, dalla Brexit in poi, non gliene è andata bene una – ed è seguito l'orco Trump e il dittatore Putin e i movimenti populisti in ascesa e la resistibile ascesa del Renzi imbonitore che ha svenduto tutte le sue pentole: prima azzoppato dal referendum che 'se perdo mi ritiro' poi caduto da cavallo a marzo e nella polvere rimasto.
Per tacere di Kunz in Austria, della Merkel dimezzata da Seehofer e dalla crescita impetuosa di Alternative fuer Deutschland, e di quelli di Visegrad, - fascistoni massimi e impenitenti che alzano muri immensi di filo spinato e non vogliono veder l'ombra di un migrante che sia uno vagante per le loro città pulite e ordinate e felici.
Insomma fascisti e nazisti e razzisti ueberall e 'siamo circondati' come Custer con gli indiani a Little Bighorn e finiremo per scorgerne traccia anche sulla Luna, prima o poi, con i trofei dei fasci littori d'antan piantati al centro del mare della Serenità – infamia massima per simboleggiare quella che hanno perso i nostri anti fascisti sulla Terra e ci hanno perso il sonno e neanche il Valium fa più effetto e camminano insonni per le stanze imprecando e abbaiando (alla Luna), mannaggia, mannaggia.
E sono affranti e disperati perchè 'il peggio non è mai morto' e chissà cos'altro potrà avvenire di iper fascista da qui in avanti nel loro mondo iper uranio che si mostra in trasparenza nelle sere d'estate e chiari di luna spettrali.

martedì 16 luglio 2019

Se 'l mar fusse de tocio


Ieri accadeva


E a guardarla da valle quest'emersione di roccia massiccia che s'innalza nel cielo per tre chilometri sembra davvero il trono imponente che i valligiani chiamano il 'cadregon del Padreterno' . Una familiarità vagamente blasfema, ma i loro avi erano avvezzi a figurazioni esagerate e potenti - come quando posero l'assedio al palazzo del governatore a Belluno e rivendicavano il pane necessario e, barricato all'interno, il governatore chiedeva l'intervento delle truppe francesi occupanti e li ascoltava cantare in cori da brivido nella piazza strapiena il canto onirico della grande fame dei popoli della montagna ammalati di pellagra: '... se 'l mar fusse de tocio/ e i monti de poenta/ ohi, mama, che tociae/ poenta e bacca'a. '

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sabato 13 luglio 2019

Sospetti e barbecue giudiziari

Que reste-t-il de nos soupcons.
Che cosa resterà, fra due/quattro mesi, di questo 'fumus persecutionis' senza arrosto che costringe il povero Salvini a bravamente diradarlo e a rintuzzare con bella ironia il nulla dei veementi 'j'accuse' dei soliti 'dem' e quelli della stampa e le televisioni nemiche a prescindere?
Non c'è passaggio di denaro in questa vicenda di fumoso nulla su cui si indaga , ma i valenti e volenterosi giornalisti embedded vanno a Mosca a frotte e altri sono spediti in Lombardia e scovano i nomi e i cognomi di personaggi in qualche modo gravitanti intorno alla Lega e, a mani nude e il coltello tra i denti, scavano sui conti di un 'misterioso idraulico' che non riceverebbe soldi russi (non ci sono), ma dava, invece, un milioncino di euro – in senso inverso alle presenti indagini.
Chi è costui, che soldi sono quelli, quali riparazioni il misterioso idraulico faceva in combutta con i russi? Riparava gasdotti malconci?
C'è del marcio in Lombardia e a Mosca, terra di hacker spioni; lo dicono all'unisono, e con dovizia di fumosi particolari, la Stampa e la Repubblica – giornaloni in prima linea sul fronte del nulla.
E domani si verrà a sapere cosa mangiavano a colazione 'quelli della Lega' e dintorni (pane rubli e marmellata?) e se Salvini russava o parlava nel sonno – chiamando in causa la povera Isoardi; e a me viene in mente il Fassino delle intercettazioni telefoniche che: 'Abbiamo una banca?' - e tutto è finito nel nulla, dopo le atroci speculazioni politiche dell'epoca e i magnifici scavi di una magistratura storicamente incapace di verità, e magari lo spilungone torinese voleva solo aprirci un conto corrente per le figlie/i o sottoscrivere dei bot quinquennali, chissà.
'Que reste-t-il de nos soupcons?' canteremo in coro fra due/quattro mesi – e il clima politico non sarà cambiato un granché e la Lega veleggerà da par suo intorno al 40 per cento dei suffragi – e intanto ci verrà confermato che l'opposizione politica si fa col fango e col fumo e di arrosti politici neanche una braciola che ci faccia sentire il gusto di questo barbecue giudiziario – l'ennesimo a vuoto e che ci avvilisce, vogliamo scommettere?
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Que reste-t-il de nos amours Ce soir le vent qui frappe à ma porte Me parle des amours mortes Devant le feu qui s' éteint Ce soir c'est une chanson d' automn...

giovedì 11 luglio 2019

Del fare la faccia feroce...



... e non averne gli strumenti  -  12 luglio 2014
E, parafrasando un bel verso di Kavafis, vien da sottolineare che: 'E se non puoi la guerra che desideri / non sprecarla col lancio insensato di razzi...' che più di metà vengono fermati in volo dai potenti mezzi tecnologici di Israele e l'altra metà vanno a far danni di poco conto.
Giusto per dire che, se si va in guerra, se si vuole 'fare la faccia feroce' contro lo storico nemico bisogna averci 'un fisico bestiale'. E di bestiale, quelli di Hamas, hanno solo la vigliaccheria di nascondere i loro ridicoli armamenti di importazione in cunicoli sotterranei che passano sotto le case che vengono bombardate e fanno dei civili il loro fronte di guerra e lo scudo vigliacco con cui si mostrano al nemico.
E quella di 'parteggiare' per l'una o per l'altra parte in conflitto è esercizio mentale un filo cretino, dal momento che, se toccasse a noi di valutare il senso dell'andare in guerra e con quali mezzi contro un nemico onnipotente e se abbiamo prospettive di spuntarla o di ottenerne un qualche vantaggio dopo, al tavolo delle ipotetiche ( e mai avviate ) trattative, allargheremmo le braccia e constateremmo, amaramente, che 'non c'è partita'. E meglio sarebbe darsi atto dei rapporti di forza che ci condannano e 'fare di necessità virtù' e prendere ciò è possibile prendere con trattative diplomatiche e rimandare al domani una visione più chiara e diversi rapporti di forza.
Ma la ragionevolezza non appartiene ai pazzi fanatici, ahinoi, e tocca tollerare quest'altro fronte di guerra i cui esiti sono scontati e non ci muovono la benché minima emozione. Perché, lo dice anche una notissima favola, se gridi 'al lupo, al lupo!' e poi lanci i razzi da in mezzo le case per averne la reazione militare che sappiamo, dopo la terza volta non ti si fila più nessuno ed è solo una contabilità stupida di morti e macerie inevitabili.
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… che poi: tutto questo protestare di sinceri pacifisti contro la sproporzione della risposta armata di Israele nei confronti dell'aggressore Hamas ha aspetti decisamente buffi e incomprensibili.
E vorremmo vedere quei tali pacifisti in veste di ministri della difesa e/o capi militari di un immaginario paese aggredito con decine e centinaia di razzi e consci del potenziale bellico del nemico storico che nasconde i suoi razzi nel sottosuolo e tra le case fittamente abitate del carnaio palestinese - e cosa direbbero alla loro 'opinione pubblica' e quali dichiarazioni rilascerebbero ai giornalisti che li incalzano e chiedono spiegazioni della passività e delle mancate risposte militari adeguate.
E se ha un qualche senso militare e politico il farsi scrupoli di natura morale in uno stato di guerra permanente e con gente che si nutre fin dalla nascita di pane e 'morte a Israele' e 'cancelliamo Israele dalla faccia della terra' e 'viva il Califfato del nostro Medievo prossimo venturo'.
'La guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi.' Mai frase ha trovato più veritiera applicazione come nella guerra infinita di Israele attorniata da storici nemici e in perenne lotta per la sua sopravvivenza.
 

lunedì 8 luglio 2019

Bianco e rosso. Diverso parere


Diverso parere
E' mia convinzione che il rosso e il bianco sono colori difficilissimi da indossare – per le signore non più giovanissime, ma anche per i cinquantenni con vistoso adipe sui fianchi e lo stomaco che impedisce la visione dei piedi.
E il bianco è il colore della purezza – virtù rara e mosca bianca, di questi tempi che l'essere pudibonda è confuso con le pudenda e il 'mutatis mutandi' con le mutande da cambiare – ma il rosso! Il rosso, mio dio, dovrebbe essere lasciato giusto a quella tale del film omonimo che scioglieva le vele a un soffione che saliva dal basso: da un tombino che veicolava all'esterno l'aria condizionata di un qualche stabile/imento.
E in politica il rosso è un colore pericolosissimo che ci ricorda i comunistacci d'antan che mangiavano i bambini, specie politica protetta oggi che stiamo quasi tutti con Salvini e a favore delle sue sensate politiche di chiusura dei porti - e le o.n.g. al soldo di Soros ferme nei porti maltesi e spagnoli e diffidate dall'intervenire in area S.a.r. a contrastare l'azione della guardia costiera libica che riconduce i mitici 'migranti' (di cui alle magliette rosse) da dove sono venuti.
E speriamo che l'azione di contrasto delle partenze dalle coste libiche e tunisine fermi definitivamente i barconi dei cento naufragi annunciati e funzioni l'effetto di dissuasione e la migrazione sia controllata e veicolata sugli aeroporti – con i 'migranti' muniti di visto d'ingresso e di passaporti; e sia finita la follia del grimaldello buonista che scardina le leggi sull'immigrazione e quelle del mare, predicando una indebita e malintesa bontà davvero degna di miglior causa.

mercoledì 3 luglio 2019

Una idea di futuro prossimo e remoto

Lettera aperta ai maggiorenti della fazione guelfa.
Sto pensando che, forse, è giunta l'ora di stipulare un armistizio, una tregua d'armi, che so, di darci una pausa abbastanza lunga che consenta alle opposte croci rosse di raccogliere i cadaveri sul campo di battaglia, curare i feriti, numerare i dispersi di questa lunga guerra tra le fazioni degli accoglienti buonisti (d'ora in avanti nominati 'guelfi') e quella opposta di noi cattivisti salviniani anti o.n.g. taxi del mare e anti naufragi organizzati che nomineremo 'i ghibellini'.
Non che, con ciò, voglia mandarvi all'inferno, no, nell'immondo girone degli ipocriti - come fece Dante il 'ghibellin fuggiasco', che si prese le sue belle vendette in poesia sui suoi nemici politici.
Penso che dovremmo considerare che siamo al punto in cui è evidente che questa guerra degli scafisti assassini e dei loro numerosissimi clienti che pagano salatissimo il prezzo del biglietto della lotteria del mare (incluso l'annegamento) non possiamo/potete vincerla, né noi né voi, e perciò è stucchevole che si continui a bastonarci sui social dicendovi noi 'buonisti' e 'zecche' e, di contro, che voi vi mettiate a intonare 'Bella ciao' (e siete pure stonati, mannaggia) a gola spiegata ogni volta che qualcuno dei vostri santi in pectore della Mare Ionio o della Open Arms si avvicina ai nostri porti con il carico da novanta di una cinquantina o più sedicenti 'naufraghi' e 'profughi' (compito che spetta alle apposite commissioni preposte il dirli tali).
Stipuliamo un trattato, che so, redigiamo un memorandum, mandateci i vostri migliori diplomatici, magari un filo scafati e disincantati e che prendano in seria considerazione che noi ghibellini siamo la maggioranza nel paese con trend in continua crescita e non potete avanzare troppe pretese e tirare troppo la corda.
Vi offriamo, per contro, la sede di Venezia, magari l'isola di san Giorgio, e/o Parigi (che è una location troppo a rischio di attentati islamo-radicali, però) e un hotel a cinque stelle, colazione a buffet inclusa e perfino un giro turistico nelle banlieues/enclaves del disagio sociale degli immigrati storici, così che vi possiate rilassare e la smettiate di rifilarci le solite giaculatorie pie e le geremiadi tipo 'fame/guerra/carestia/cambiamenticlimatici' per giustificare la vostra tesi che dobbiamo farci carico di ognuno e tutti i centomila e/o il milione o più di persone che si mettono e si metteranno in marcia verso il loro illusorio Bengodi nei prossimi mesi e anni.
Perché saranno respinti, questo lo sapete, e, forse, si costruirà il muro tra il Friuli e la Slovenia (e magari si avvierà una raccolta fondi sui social a un tale scopo) - e lo saranno perché tutta questa miseria sociale del terzo e quarto mondo in marcia verso l'Europa/bengodi è una iattura, una sventura, una catastrofe epocale; e so per certo che neanche voi guelfi ci credevate alla stupidaggine politica di dirli 'risorse' e 'ci pagano le pensioni' al tempo di Renzi e Alfano e della carica dei settecentomila sulle nostre coste che il vostro Minniti fermò giusto un attimo prima che arrivaste al tre per cento del consenso elettorale.
E sappiamo che anche tra voi guelfi ci sono delle discrete menti ed intelligenze capaci di intendere che niente di buono potrà scaturire da questa 'guerra dei mondi' e si impone una 'mozione d'ordine' europea capace di far argine e muro alto e solido nei confronti dei barbari 'popoli del mare' e di terra che potrebbero mandare a gambe all'aria una civiltà urbana consolidata e con precisi valori di riferimento che non vogliamo vedere dissolti e seppelliti sotto l'urto di un islam aggressivo e prevalente come a Moellenbeck, come a Malmoe, Svezia.
Questioni di grande rilevanza politica sul tappeto, come leggete, e che disegneranno l'orizzonte futuro di questo nostro disgraziato continente.
Mettetevi una mano sulla coscienza e sedetevi al tavolo, ne va di una idea di futuro prossimo e remoto.

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martedì 2 luglio 2019

La nave dei folli

«Perché si vede sorgere d'un tratto la sagoma della nave dei folli, e il suo equipaggio insensato che invade i paesaggi più familiari? Perché, dalla vecchia alleanza dell'acqua con la follia, è nata un giorno, e proprio quel giorno, questa barca?
[…]
La follia e il folle diventano personaggi importanti nella loro ambiguità: minaccia e derisione, vertiginosa irragionevolezza del mondo, e meschino ridicolo degli uomini.»
(Michel Foucault, 'Storia della follia nell'età classica[1])
La nave dei folli (Das Narrenschiff) è un'opera satirica in tedesco alsaziano di Sebastian Brant, la cui prima edizione fu pubblicata nel 1494 a Basilea[


Finiremo per auto convincerci che siamo tutti relativamente ricchi o benestanti e che tutte le disgrazie che capitano all'interno del Belpaese siano fake news o bazzecole di cui non mette conto di parlare perché dobbiamo 'essere umani' e misericordiosi e concentrarci come un sol uomo sulle terribili emergenze umanitarie dei profughi di ogni genere e latitudine e delle masse di clandestini che hanno deciso di concorrere, a mucchi, a sciami, alla lotteria dei naufragi organizzati e di farci pagare lo scotto economico di una assistenza indebita e di un disordine sociale conseguente - in gran parte ascrivibile alle leggi di conio U.E.
Vedi il gruviera di Schengen dei clandestini sciamanti per ogni dove e il trattato di Dublino che consente alla Germania di rimandarceli sedati (i soli rimpatri autorizzati, ahinoi) e quel fumoso 'diritto internazionale' che, secondo alcuni iper generosi e accoglienti a prescindere (pd, Vaticano e dintorni) vanificherebbe ogni altra legge e disposizione e regolamento nazionali.
Mai, a memoria d'uomo, si era vista una tale sparizione in prima pagina di ogni e qualsivoglia tematica relativa ai problemi indigeni e nazionali (brevemente l'esplosione del Ponte Morandi e qualche spruzzata di scioperi e di fabbriche chiuse o che chiuderanno a breve) e, in parallelo, l'ascesa in cronaca e immediata santificazione di Carola Razzo (Rackete) patrona di migranti e clandestini – da portare a forza e con smaccata violazione delle leggi e con violenza di attracco drammatico nel molo di Lampedusa e lo schiacciamento di una imbarcazione della Finanza che, inutilmente, ha provato a ostacolarla.
Ma i santi, si sa, sempre si mandano assolti – e ne seguono le benedizioni e le processioni dei molti fedeli e le donazioni e gli oboli e gli ex voto dei migranti beneficati – che si sentono in dovere di dirci, nelle interviste, che le loro migrazioni sono 'cosa buona e giusta' e diritto internazionale dei popoli di ogni paese diverso di andare dove gli pare a piacimento.
Siamo 'No borders', il mondo è nostro, cicca, cicca, cicca, e chi la pensa diversamente è un fascista dichiarato e un Hitler redivivo da espungere dal civile consesso globale a forza di insulti sanguinosi e invettive e 'Bella ciao' cantata a squarciagola (sic).
La nave dei folli Italia va, col codazzo dei barconi festanti dei 'no borders' felici dei molti taxi delle o.n.g. a loro disposizione che si apprestano a bissare il successo di Carola e a sfidare Salvini - certi della impunità dovuta ai santi e ai martiri in pectore che il Vaticano presto celebrerà in un suo speciale Giubileo dell'Accoglienza.
Orate fratres. Questo è quel mondo. Sursum corda. Alleluia.

lunedì 1 luglio 2019

Rievocazioni (2)




E sarà pure una 'supposta' storica quella di sceverare sugli avvenimenti che hanno fatto la Storia e hanno provocato catastrofi immani, - come le pistolettate dell'idiota Gavrilo che hanno ucciso Ferdinando e Sofia a Sarajevo - ma non pare peregrino il parallelo che ci sovviene con la farfalla di Hong Kong: il cui battito dell'ala è misteriosamente concatenato con lo scatenarsi di un tifone sul golfo del Messico di lì a poco.
E belle e utili sono le rievocazioni storiche e i dibattiti che ci propone radiotre sul tema della Prima Guerra mondiale, dove esimi storici e cattedratici si spingono a dire che, si, gli Stati Uniti d'Europa erano contenuti, - in nuce e 'mutatis mutandi' - nell'impero austroungarico e che i vaneggiamenti 'rivoluzionari' dei nazionalisti di ogni risma e popolo e nazione sono il manifestarsi folle e demente di quel maledetto caos che sempre insidia le evoluzioni pacifiche e ordinate dell'umanità lanciata verso 'le magnifiche sorti e progressive'.
E che lo scoppio della prima guerra mondiale - dopo un periodo di pace così lungo da dover riandare all'impero romano per trovarne uno uguale - fece esplodere la follia ideologica e il vario delirio di artisti e poeti e intellettuali 'interventisti' malati di nichilismo e sogni de 'la sola igiene del mondo' che solo i milioni di morti sui fronti e nelle trincee e sotto i bombardamenti valsero a sedare e guarire.
E, si, è vero che le democrazie moderne si sostanziano di quei rivolgimenti drammaticissimi e le moderne repubbliche nascono dalla de funzione delle monarchie sui campi di battaglia e per le rivoluzioni sociali che ne seguirono, ma ancora non ci capacitiamo di come quell'onda di tsunami di follia collettiva di regnanti ed eserciti e popoli tutti abbia potuto generare non una, bensì due guerre mondiali, una di seguito all'altra, e lo scoppio della bomba atomica a suggello dell'Impero della Morte che ha segnato il Novecento.
Colla viva speranza che i Corsi e Ricorsi storici abbiano fatto il loro tempo e la Pace non abbia più bisogno di un lavacro di sangue uguale per mantenersi e durare. Amen e così sia.

Rievocazioni

30 giugno 2014

E sarà che mio padre aveva dalla sua quella condizione specialissima di sopravvissuto - che, dopo, se sopravvivi, ti senti immortale e puoi tuffarti da una piattaforma di cento metri di altezza a testa in giù e, quando riaffiori, hai un sorriso stampato in faccia e ti avanza di fare l'occhiolino a chi non ti credeva capace.
E quando mi diceva: 'Un fià de guera ve voria' capivo bene la mia/nostra condizione di giovanotti privilegiati assolti dalla guerra e nessuna 'prova di iniziazione' mai da affrontare e uscirne vittoriosi e temprati nello spirito. Mollaccioni, eravamo, che delle bistecche di rosbif staccavamo i nervetti e li lasciavamo sul piatto - lui che era stato protagonista, invece, di una sua privata anabasi e, dopo l'otto settembre, se ne era tornato dalla costa atlantica a piedi e sui carri merci e sui cassoni dei camions scassati e, una volta a Venezia, aveva passato mesi a nascondersi in soffitta da suo cognata e correva di tetto in tetto per nascondersi alla vista dei fascistoni incattiviti della repubblica di Salò che reclutavano a forza i disertori e minacciavano di morte le famiglie che li proteggevano.
E quando ascolto i reportages dal passato che si commemora in questi giorni della guerra di trincea che hanno vissuto i nonni e i bisnonni - quel loro vivere nel fango e nel rigore dei ghiacci dolomitici e, coi guanti sbrindellati e le pezze ai piedi, trovavano il tempo di scrivere lettere alle famiglie e alle spose promesse di straordinario nitore e bravura di giovani scrittori in erba. E in gioco era la vita: ad ogni ora del giorno, ad ogni passo che facevi e dimenticavi di abbassare la testa, sentivi il fischiare di una pallottola del cecchino appostato da ore – o non la sentivi, bensì un dolore acutissimo che ti trapassa l'elmetto e il cranio e ti precipita nel buio e ti ritrovi col nome stampato e il grado su una lapide nei 'cimiteri di guerra'.
E quando ascolto quei reportages delle generazioni perdute mi ci immedesimo e li faccio miei e capisco bene il senso dei versi di B. Brecht: '(…) voi che siete emersi dai gorghi / in cui siamo stati travolti...' e l'amarezza dell'invito che ci rivolge, - a noi sopravvissuti, 'a coloro che verranno' - di ricordarli tutti, un'intera generazione, di milioni di morti e nemici involontari e per caso.
Ricordarli con la necessaria pietas e misericordia. E ridare loro, nei pensieri dolenti, l'effimera vita di un ricordo e di una sentita commemorazione. Amen e cosi sia.

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