domenica 31 gennaio 2021

Sporcizia diffusa e linguaggi da ripulire

Della sporcizia diffusa. 31 gennaio 2013

Si dice che un cane che il morde il padrone non fa notizia, ma il suo contrario si. E' vero. E a questo rovesciamento di ruoli canonici mi ha fatto pensare la notizia di un etiope che, in un supermercato cittadino, ha apostrofato due signore indigene di 'sporche cristiane' .
Di solito si dice 'sporco negro' e questo fatto che anche delle povere cristiane si becchino l'aggettivo tremendo e insultante ci fa entrare di colpo nel ventunesimo secolo delle migrazioni e immigrazioni dei grandi numeri e consolidate.
Dimenticavo: c'è anche lo 'sporco ebreo', ma quella è storia recente e passata in giudicato (processo di Norimberga e dintorni).
Che poi: chissà perché si taccia tutta questa gente di varia origine e cultura e religione di scarsa pulizia - e, magari, i poverini sono igienisti al limite della mania. Mancano all'appello gli 'sporchi islamici', ma è, forse, per via delle abluzioni rituali che costoro fanno nel cortile delle moschee e l'abitudine di togliersi le scarpe prima di entrare.
Ma, secondo voi, i nazisti erano, a loro volta, 'sporchi' - come si dice perfino dei 'comunisti'?
Non sarebbe ora di darci, tutti, tutti, una bella ripulita al lessico ed entrare nel merito delle differenze di cultura e colore della pelle giusto per capirle e averne contezza e, magari, rispetto?
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Minuetti, inchini e scappellamenti

I minuetti istituzionali e la sostanza delle cose politiche.


Che i padri costituzionali abbiano preso una colossale cantonata quando definirono i perimetri della nostra 'democrazia parlamentare' è documentato in modo nettissimo dallo svolgimento da 'contraddanza e minuetto', con e senza inchini obbligati e scappellamenti piumati al padrone di casa, ad ogni giro di consultazione quirinalizia.
Perfino peggio di quanto avveniva ai tempi del 'pentapartito con appoggio esterno' e/o delle mitiche 'convergenze parallele' di Moro e associati, che Dio li abbia in gloria.
E la sostanza delle politiche cose ce l'ha, con gran dovizia di parole al vento, raccontata Renzi Matteo, che della crisi è il dominus e dà le carte dell'appassionante poker ed è maestro di bluff.
Si è defilato, il Matteo e la sua creatura politica 'Italia Viva' (sic), ponendo sul tavolo la mano pesante di: 'Delega ai Servizi segreti', No alla fine della prescrizione di Bonafede, Recovery fund aperto a tutti i nostri suggerimenti e richiesta all'Europa di adire il meccanismo europeo di stabilità per le note vicende della pandemia.
Un full difficilmente aggirabile dagli altri attori politici di maggioranza.
E se già il vis-Conte dimezzato ha ceduto sulla delega ai servizi e sul recovery fund appare impossibile il cedimento del movimento 5 stelle, partito di maggioranza della coalizione, sulla riforma giudiziaria del Bonafede e l'accesso al m.e.s.
Pena la perdita di ogni credibilità presso i pochi elettori che gli rimangono.
E se l'ho capito io, va da sè che il Mattarella e i suoi tecnici e i costituzionalisti di grido in seduta permanente hanno chiaro che da lì non ci si schioda. O sbraca il movimento 5 stelle scendendo nei sondaggi a una sola cifra (sotto il nove, per intenderci) o si va ad elezioni anticipate e muoia il Renzi con tutta l'Italia (viva?) al seguito.
Perciò la domanda che sorge spontanea é: 'Che senso ha, egregio presidente, fare un secondo e un terzo giro di opinioni e minuetti con quei personaggi in cerca di autore che si denominano 'segretari di partito'? Che senso ha un 'mandato esplorativo' al Fico che sente il Conte, che sente il Renzi, che sente la Bonino e il Zingaretti e i 'costruttori' (sic) che al mercato (delle vacche) qualcuno mandò?
Una chiara risposta al popolo sovrano sarebbe gradita.
“No a veti su Renzi”: scoppia il caos nei 5Stelle. Di Battista: “Il Movimento cambia linea? Arrivederci”
LASTAMPA.IT
“No a veti su Renzi”: scoppia il caos nei 5Stelle. Di Battista: “Il Movimento cambia linea? Arrivederci”
“No a veti su Renzi”: scoppia il caos nei 5Stelle. Di Battista: “Il Movimento cambia linea? Arrivederci”

 

Di fiori e di api

31 gennaio 2016

E' tutta colpa di Francesco e di quel suo lamentoso e strascicato : 'Chi sono io per giudicare?' riferito alla lobby dei gay che, oltre al matrimonio, pretendono perfino la comunione, gli sfrontati.
E uno di felicemente convivente e 'sposato di fatto' ce l'aveva in casa e gli ha fatto clamoroso 'outing', quasi per coglionarlo, giusto a ridosso di quel suo impotente e rassegnato dirsi uomo fra gli uomini e non più papa infallibile e solida roccia di certezze dottrinali su cui si fonda la sua Chiesa ormai in disarmo.
E la 'misericordia' - prodigiosa invenzione buonista e tanto 'mediatica' (ma forse dai giudici di Giosafatte non sarà molto apprezzata, chissà, chi morirà vedrà) ha fatto il resto e adesso perdoniamo di tutto e di più e perfino quelli del family day – invece di invocare gli sfracelli dell'Altissimo ed evocare il fuoco di Sodoma e Gomorra – hanno fatto una manifestazione all'acqua di rose, buonista, che è un 'addio alle armi' della rocciosa Dottrina e un riconoscimento che, di questi tempi, facciamo tutti un po' il caxxo che ci pare e il Disordine Universale regna sovrano e gli eventuali guasti di futuri adolescenti disadattati usciti dalle 'famiglie gay' dove 'c'è tanto amore', a sentir loro, li vedremo fra dieci anni e chissà che succederà nelle scuole all'epoca, tanto 'noi non ci saremo' e, se ci saremo, saremo vecchietti rincoglioniti e il mondo andrà nel verso che meglio gli pare, come ieri e come sempre.
Però non chiedeteci se siamo felici di quest'andazzo. La felicità è davvero tutta un'altra cosa. 'E' un'ape che se posa / su un bottone de rosa e se ne va.' Amen e così sia. Andate in pace.
 
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lunedì 25 gennaio 2021

Stay tuned.

Stay tuned.
Dispiace per le 'bimbe di Conte' che tanto lo stimano quale persona ammodo ed elegante e dal parlar forbito di 'avvocato del popolo', ma temo che il personaggio abbia lucrato il massimo dei massimi col suo voltar gabbana dal giallo-verde al giallo-rosso di una 'democrazia parlamentare' e senza vincoli di mandato che più fallimentare non si può.
E un Conte-ter arcobaleno con Italia viva (sic) e Forza Italia commiste lo vedo obbiettivo arduo e punto di caduta libera in questa partita di poker in cui a dare le carte è stato il gianburrasca de noantri, noto imbonitore, ma discreto giocatore di bluff.
E le cronache della giornata si aprono con scenari da brivido: Berlusconi alla presidenza della repubblica (aiuto!) come premio di una sua ennesima giravolta e gabbana e Di Maio premier col bluff di Renzi alle spalle per intimargli la resa sul m.e.s. e gettare alle ortiche la riforma della prescrizione. Fermate il mondo voglio scendere.
E il pallino della partita ce l'ha in mano il movimento 5 stelle – che dovrà decidere il proprio suicidio politico, se accetterà di far parte di quel suk politico che si prospetta sui giornali o, di contro, il suicidio elettorale, con Conte che scenderà in piazza con un suo partito rubando al pd e ai cinque stelle a man bassa.
Tutto molto appassionante, cari e-lettori ed elettriche. Stay tuned.
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Dove germogliano le ife.

 


Svegliarsi la mattina con l'Essere in testa. Essere o non essere è il dilemma di ogni mattina che Dio manda in Terra. 'Se sia più nobile armarsi di infinita pazienza e tollerare il cronico mal di schiena e le altre magagne dell'età maggiore o dire la vita prossima al suo inizio misterioso di sotterranea radice e non più sperare che si aggreghino le prodigiose ife e i miceli.'
Così Amleto, rivisitato e reincarnato sul bordo del letto.
E Amleto assonnato cede il passo a Zenone, al quale chiediamo ancora oggi dubitosi: 'Ma esattamente cosa volevi dire con: 'L'essere è e il non essere non è?' Che dopo la morte (il 'non essere') è l'impronunciabile, ma riposante, Nulla? O che tutto è 'essere' nel suo splendore di vita brulicante le sue forme diverse e niente può affermarsi al di fuori di esso/a?
E cosa raccomandare a chi si avventura nel viaggio più intrigante della sua vita e non riesce a immaginare un paesaggio che sia Uno che rappresenti l'Essere nel buio Aldilà che ci impaura?
Sono le 7 del mattino e ancora il Sole non dà segno di voler affacciarsi sull'orizzonte. Che faccio? Mi ridistendo e cambio sogno (la vita è sogno?) o apro il gas – con grande attenzione - e mi metto su il caffè?

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domenica 24 gennaio 2021

Cent'anni e non sentirli (propri).

 


 

E alle 08.10 del mattino, in piena espansione pandemica e giuramento solenne di Biden e l'annuncio della sua New Era post democratica, ecco l'ammiraglia pd dell'informazione embedded mandare in onda (per ben minuti dieci!) il grande evento storico del congresso p.s.i. 1921. Dalla soglia del quale si mossero, scismatici, i Gramsci, Bordiga e la fiera compagnia cantante l'Internazionale del nuovo partito comunista in fieri - che tanta parte dell'ultimo orizzonte nazionale il guardo escluse e si meritò i quattro-tomi-quattro del bardo P. Spriano.
Storia ricca e controversa quella del p.c.i. - che ebbe i miei voti per oltre un quarantennio – ma che, in un parlamento ingessato dal parlamentarismo fluido e vergognoso del perenne 'mercato delle vacche' dei 'senza vincolo di mandato' voltagabbana nulla seppe e poté opporre allo strapotere malato di una d.c. alleata con il resto della truppa centrista e/o di destra.
I 'liberali' e 'repubblicani' si dicevano. Sic e pfui.
'I due forni' di Andreotti, li ricordate? E il 'pentapartito con appoggio esterno' di quelli dello zero virgola del proporzionale puro e le 'convergenze parallele' e tutto l'armamentario viscido e burroso di un cinquantennio di purissima infamia politica. 
Fino a Mani Pulite e lo spiaggiamento della Balena bianca boccheggiante.
E D'Alema, sollecitato a dire qualcosa in proposito, sembrava sceso dalla Luna, e inanellava facezie di vita personale di giovane dirigente promettentissimo (questo 'farà strada', disse di lui il Migliore) e ricordi di infanzia, ma sembrava imbalsamato e in seria difficoltà nel sintetizzare il senso del suo percorso politico post Berlinguer – finito con l'abdicazione di Occhetto alla Bolognina e la nuova, opaca, stagione dei 'dem', che il diavolo se li porti tutti nel girone degli ignavi.
E, dopo Berlinguer, memoria storica e incarnazione della stagione comunista dura e pura delle fabbriche (ma con il vetro incrinato del famigerato 'compromesso storico', nunzio dei belati del gregge alla Bolognina) non c'è più stata storia.
La lotta di classe non abita più qui. L'operaio non andrà più in paradiso, bensì sarà 'dislocato' in Serbia o dovunque il furbo padrone trovi ponti d'oro e costi bassissimi per aprire la nuova fabbrica globalizzata.
E' la politica dei 'vasi comunicanti' di una Europa rotta e in macerie dopo il crollo del muro di Berlino, e arrivano le 'badanti' moldave, rumene e ucraine (ma come gestivamo i genitori prima di loro?). 
E il mitico 'tessile di Prato' alza bandiera bianca di fronte ai capannoni-formicai dei cinesi, ma i 'dem', anno dopo anno, 'stanno a guardare' come pallide stelle fisse pulsanti la loro prossima estinzione fino all'ignominia finale della laude incessante degli infiniti 'barconi' del traffico di esseri umani - gestito dagli 'scafisti' con il placet delle forze dell'ordine locali.
E la boutade finale dei Renzi e dei Del Rio e dei Guerini e dei Tito: delle 'risorse' che 'ci pagano le pensioni' - quando ormai la crisi economica è al suo diapason e metà dell'elettorato comunista, in disoccupazione o cassa integrazione, si sfila e trova le sponde più improbabili del leghismo e dell'antipolitica a cinque stelle.
E, di fronte a questo sunto impietoso, mi spiego il perché delle incertezze di D'Alema, invitato a ricordare il suo personale 'cursus honorum' e quello dei suoi epigoni fino alla foto di gruppo di Zingaretti &C - alleati con coloro che di loro hanno detto peste e corna fino a un anno e mezzo fa.
Che tempi! Che costumi! Che storia! Mille di questi anni, dem!

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sabato 23 gennaio 2021

Vae victis. Morire per la democrazia?


Navalny è un 'campione della democrazia'. Darebbe la vita perché il suo popolo possa esprimersi al meglio con libere elezioni. E manda a dire, perché suocera intenda, che 'non ha intenzione di suicidarsi'. Grande uomo. E anche quelle ridenti, bionde signore bielorusse che guidavano le manifestazioni contro l'autocrate eterno sembra(va)no disposte a mettere a repentaglio le loro vite per una loro idea di democrazia partecipativa.
Ma, viste dall'Italia, le pulsioni democratiche ci paiono altra e più miseranda cosa. E nessuno darebbe la vita per Conte – a parte, forse, qualcuna tra 'le bimbe di Conte' che, su Facebook, si profondono in salamelecchi ed elogi sperticati all'uomo e allo 'statista' (sic).
Ed è un'altra donna, oggi, ad aprire uno spiraglio nella crisi dell'uomo-senza-maggioranza, l'avvocato del popolo che si cimenta nello storico mercato delle vacche nazionale, ma che rischia di andarsene con le pive nel sacco per aver voluto sfidare in pubblico dibattito Giamburrenzi, il logorroico eroe de: 'Io ti ho fatto, io ti disfo' del presente s-governo degli infami (che non lasceranno fama) giallorossi.
E' la Carfagna, infatti, a dire pubblicamente – non si sa con quale investitura politica o se imbeccata di velina dal Reggente o dal Consiglio del suo partito – che andare alle elezioni non si può con tanto grave crisi sanitaria.
E viene a mente che ogni e tutte le emergenze in questo paese, ieri il terrorismo, oggi l'emergenza sanitaria, sono sempre state usate dai soliti noti per meglio incollarsi alle mitiche cadreghe e farsi beffe del sentire politico degli italiani a loro fieramente avversi.
Ed è un tale pasticcio di verze 'missiae' in-guardabile, in-odorabile e da non dirsi tutto questo affannarsi in video e in voce dei mestatori politici per far uscire dal cappello della disastrata democrazia parlamentare italica il 'Conte-ter' oppure il 'governo istituzionale' e/o di tutti (contro tutti) o il 'rimpasto', del magna-magna universale che è la fetida cucina politica del paese ingessato che teme le elezioni quali fiamme di un inferno che li inghiottirà.
E davvero per una tale democrazia (sic) nessuno 'darebbe la vita', ma , forse, una, mille, un milione di monetine – di quelle che hanno affossato la carriera politica di Craxi Bettino, consegnandolo alla fuga e all'esilio.
Consiglio a Navalny di guardarsi bene intorno e studiare a fondo il quadro politico russo proiettato in un futuro senza Putin prima di avviare le oceaniche manifestazioni di protesta.
Davvero non è eroica cosa, né sensata 'morire per la democrazia' per trovarsi, poi, a deprecarne inutilmente i truffaldini algoritmi elettorali, come pare sia avvenuto di là dell'Atlantico, ma 'guai ai vinti'.
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Quel che resta dopo il massacro
MARCELLOVENEZIANI.COM
Quel che resta dopo il massacro
Quel che resta dopo il massacro

 

The end e lacrimuccia.


'Nessuno si salva da solo' non è film da brividoni, malgrado le sue cinque nomination al tempo della sua uscita (tre ai 'David' e due ai 'Nastri d'argento').
E' un film sul prima e sul dopo di un amore grande - e la tristezza sgorga lenta come sangue venoso ad ogni scena alterna del 'dopo' che racconta le mutazioni (inevitabili?) e le cattiverie dei due coniugi nel loro scivolare lungo la china della perdita senza trovare alcun appiglio che li freni e li salvi.
'Salvare': è questo il punto di forza del titolo e l'assunto. Ma è solo la brillante trovata della scrittrice e sceneggiatrice – un titolo ad effetto che, nel finale, ci lascia col dubbio se davvero vi sarà salvezza per i due giovani coniugi, dopo tanto incrudelire su se stessi e sui figli, o se trionferà la fragile nostalgia del ritorno sottesa.
Dubbio consolatorio, a giudicare dalle statistiche sui matrimoni dalle solenni, commoventi promesse spessissimo infrante. La natura tende alle ri-creazioni a ciclo continuo piuttosto che alle salvazioni: primavera, estate, autunno, inverno. Si nasce, si cresce, si declina, si muore.
'Salvazione' è parola religiosa, invece. La invochiamo nell'incontro fatale con la malattia che introduce all'idea di morte. Salvarsi la vita e/o salvare l'anima – quel misterioso alito immortale che levita nell'aria fuori dai corpi freddi, trasportato dai venti chissà dove.
Ma è il 'da soli' della seconda parte del titolo che mi intriga. Significa che 'mal comune è mezzo gaudio'? O che l'umanità è un corpo sociale che produce le mirabilie della medicina e della farmacologia e i miracolosi vaccini che tagliano le gambe alle pandemie?
Ma, nel film, nessuno sembra dare una mano ai due coniugi in caduta libera, a parte il cameo del Vecchioni malato di cancro che li invita a pregare per lui, e non esiste vaccino che li salvi dal deteriorarsi dei rapporti interpersonali e dagli adulteri conseguenti. E il finale, enigmatico, si chiude sul sorriso di lei alla finestra e lui che si allontana allegro in una piazza che ci pare una promessa di 'ritorno al futuro' e ci accontentiamo.
Un sorriso val bene una (pro)messa non pronunciata, bensì lasciata levitare. The end e lacrimuccia.
 
https://www.youtube.com/watch?v=I-2TnTK_kTA
 

L'amore ti salva. Ma non sai mai in quale cartella condiviso da stradina -  Facciabuco.com


 

 

sabato 16 gennaio 2021

Amorevoli cancellazioni

 tag: ci unisce un odio viscerale

16 gennaio 2020

Può capitare che ti prenda la mano. Se, per anni, continui a battere certi tasti fessi da 'leoni della tastiera' professionali, quali sembrano essere diventati i giornalisti di 'la Repubblica' sotto patrocinio ostinato e combattivo del Grande Vecchio Eugenio Scalfari (oggi un po' sfiatato per via dell'età), può capitare che il Titolo di Scatola di ieri sia quello a piè di pagina - che offre il destro e pure il sinistro al loro avversario di sempre (e incubo che annebbia le menti e fa s-ragionare) di mostrare i frutti giornalistici malati dell'odio che non si vuole ammettere, ma si mostra impietoso con l'inchiostro stampato su carta bianca - e non lo puoi negare se non arrampicandoti sugli specchi a specchio ormai rotto e il 're nudo' odiatore reo confesso.
E la replica de 'la Repubblica' a Salvini, che ieri mostrava in tivù il 'corpo del reato' a titoli di scatola, non convince ed è ormai palese che certi titoli e articoli, ripetuti per anni con pervicacia degna di miglior causa, sono alla base dell'aggressività 'social' dei famigerati centri sociali che su Salvini vomitano gli insulti più sanguinosi e le vignette più atroci e 'scendono in piazza' per provarsi a contrastare, anche violentemente, il suo diritto di capo politico di parlare ai suoi elettori e tenere i comizi.
E fa specie e sorprende che la tenzone politica sia ormai 'all'ultimo sangue' e 'all'arma bianca' tra il campione della destra che lotta in Emilia-Romagna per l'ultimo voto utile a 'mandarli a casa' e i giornalisti-attendenti del generale Zingaretti giunto sul campo della sua probabile Waterloo dove Cambronne-Renzi fa lo gnorri e va su e giù per le colline intorno con la sua cavalleria leggera sfaccendata e i 5 Stelle 'stanno a guardare' i morti e feriti che si impilano uno sull'altro nel corso delle scaramucce che precedono la battaglia campale.
E sarà dura, a urne chiuse e destra eventualmente vincente, rifiutarsi di consegnare le armi e avviarsi, tutti insieme, generali e attendenti giornalistici 'più realisti del re' verso l'esilio di Sant'Elena a scrivere le proprie memorie con supervisione e introduzione di Eugenio Scalfari e di papa Bergoglio uniti nella lotta contro il fascismo preteso delle odierne genti non più misericordiose.
Alle urne! Alle urne!
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giovedì 14 gennaio 2021

Urne di ieri e di oggi

 

 


C'è urna e urna 14 gennaio 2019
'Sol chi non lascia eredità d'affetti poca gioia ha dell'urna: e se pur mira dopo l'esequie, errar vede il suo spirto fra' l compianto....' Ugo Foscolo - I Sepolcri

...che, poi, il gioco virtuale del chi sta con chi, è uno stucchevole levare alta una bandiera e fare schiera e parte di una fazione politica già sconfitta nel marzo dell'anno appena scorso su quel tema e sugli altri del job act e della pretensiosa riforma costituzionale, per chi si fosse messo solo adesso in ascolto.
E possiamo alzare quella e le altre bandiere dell'attualità politica e sociale e dirci 'no tav' o 'pro tav', ma bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di riconoscere che in piazza a Torino i 'si tav' hanno racimolato ed esibito ventimila persone (diecimila per la Questura) mentre i 'no tav' ne hanno schierato settantamila (trentacinquemila per la Questura). E allora che fare? Si parte in guerra l'una fazione contro l'altra a trombe levate e campane a stormo e vinca il migliore e il più determinato a menare le mani e a 'dare la vita' per la causa?
E anche la storia dei migranti dovrebbe finalmente uscire dalle bandiere levate e dalle fazioni opposte e plaudenti e anche il Malatesta Baglioni della nobile famiglia perugina dovrebbe essere in grado, - se solo avesse letto i molti articoli di giornale e fiumi di inchiostro corsi sull'annoso argomento -, di notare che le migrazioni che non si potevano fermare – Renzi e Alfano lo dicevano e tutti i suoi renzini buonisti lo ripetevano in coro - sono state fermate, invece, da un Salvini qualsiasi e dai porti chiusi in faccia alle o.n.g. traghetti e taxi del mare.
Che perfino il poeta dell'apocalisse migratoria Domenico Quirico, sulla Stampa, ha dovuto rimangiarsi le sue spaventose predizioni di milioni di migranti in marcia che avrebbero travolto le difese dell'Occidente e riconoscere che la fuga in Africa e l'attraversamento del deserto e lo stiparsi nei lager libici della lotteria del mare e dei naufragi organizzati dagli scafisti criminali si sono ridotti al lumicino per l'effetto di annuncio che il grimaldello buonista del tutti accogliere e salvare in mare si è rotto e non se ne trovano più nei ferramenta e robivecchi della sinistra europea in grave affanno di consensi elettorali.
Con il che si torna alla casella di partenza del gioco dell'oca elettorale – che, se voi buonisti variamente associati e clamanti avete qualche speranza di tornare a vincere e convincere – ditelo e fatecelo sapere dentro all'urna. Che avete capito? L'urna elettorale.
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In alto i cuori. 14 gennaio 2021
E il solluchero e la vera e propria gioia interiore che mostravano i giornalisti in tivù – che finalmente potevano mandare in terza fila e in chiusura di tiggì le statistiche dei contagiati e dei morti nelle terapie intensive – fa sembrare questo sgambetto di Matteo-la-peste all'avvocato del popolo un vera e propria crisi di governo; e assisteremo, invece, al ritorno all'ovile del figliol prodigo con il regalo di un ministero di peso a lui e a miss Frangetta sua luogotenente a scapito dei 5s in cerca di autore, - che più malridotti e bastonati non si può e temono le urne come le fiamme dell'inferno che li incenerirà.
Ed era incredibilmente comica la sfilata in video e in voce dei signori nessuno della coalizione di s-governo e dei politici di retrovia incaricati di velina che, con aria compunta e singhiozzi trattenuti, ci dicevano che 'il momento è grave' e non è questo 'l'interesse degli italiani' – frase che passerà alla storia come il più vieto dei tormentoni, alla pari con 'l'Italia è il paese che amo' già passata nel repertorio di Woody Allen.
E il passaggio parlamentare, dopo le forche caudine delle dimissioni del premier e il Grande Discorso di Bruto-Matteo a reti unificate, servirà a farci credere che i rituali e le forme della democrazia sono rispettate, finalmente, come già rivendicava ieri sera, ma siamo, invece, alle solite menate del solito noto che minaccia la crisi con già in tasca i ministeri segretamente pattuiti dai furbi emissari. Chi vivrà vedrà.
E, da bravo prestidigitatore, finirà con il rifilarci il suo ritorno all'ovile come atto dovuto 'nei confronti degli italiani' e del 'grave momento che viviamo' (sic) e suo 'grande senso di responsabilità' – e dovremo organizzare sui social il pernacchio universale, a conclusione della vicenda, quale coro finale della Commedia e laude popolare al Grande Riformatore.
Che doveva togliersi dalle scatole, come promise, già dopo il tonfo al referendum, ma rieccolo più vispo e pimpante che pria finché qualche decisivo evento futuro non ce lo separi. In alto i cuori.
🥴
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martedì 12 gennaio 2021

Strani e stranieri

 

13 gennaio 2013
Siamo strani e stranieri. E ci piace 'farlo strano' – per stare al gioco comico di un noto film di Carlo Verdone. E' il caso delle coppie omosessuali – che lo fanno strano agli occhi di chi la sessualità la vive e la interpreta al modo canonico della tradizione 'uomo-donna eguale figli': dio lo vuole e ci ha creato così – chi siamo noi per rovesciare la cosa.
Eppure la rovesciamo e le 'perversioni' e le 'stranezze' in merito al come ci si ama e 'lo si fa' sono tali e tante che, per stare alle predizioni e ai moniti biblici, ci meriteremmo il fuoco di Sodoma e Gomorra (le Los Angeles e San Francisco d'antan) e l'eternità del fuoco infernale e i fantasiosi castighi che Colui, si dice, si narra, riserva ai lussuriosi di ogni genere e grado.
E lo fa strano anche l'ex presidente del consiglio dei ministri (le olgettine vestite da suore o infermiere), tornato in auge grazie alla tivù e allo 'show' che fanno aggio sulla riflessività e sui pensieri penosi delle responsabilità politiche e di governo o s-governo della repubblica, ma nessun fulmine è sceso dal Cielo a togliercelo dalle gonadi - segno che qualcosa di altrettanto strano e misterioso è contenuto nel messaggio di chi pretende di ammannirci la Divinità Nascosta e i suoi severi Comandamenti.
Siamo strani e stranieri, quindi. E soli, metafisicamente parlando, rispetto alle scelte di vita che assumiamo e facciamo nostre e pretendiamo che siano rispettate dagli altri e vogliamo siano tradotte in riconoscimenti legislativi di 'coppie di fatto' che affermano, udite, udite, di saper educare una loro prole adottiva in egual modo e migliore delle coppie sedicenti 'normali'.
E tanto normale non è quella coppia dove il padre è violento o assente e la madre fedifraga – e i figli, come le stelle, stanno a guardare ed elaborano in silenzio il loro dolore di vivere, o lo chiudono nelle cantine dell'inconscio, che gli esploderà dentro negli anni della maturità e perpetueranno violenza e inganno per generazioni.
E il mondo è bello perché è vario, dice sbrigativamente l'adagio nostrano, ma tu faglielo intendere alle varie e diverse tribù islamiche che ad Allah mostrano la loro rigorosa interpretazione del Verbo relativo agli umani comportamenti e l'Occidente lo dicono marcio e corrotto e da distruggere col fuoco degli attentati e delle cinture in vita dei kamikaze.
Perché, vedete, alla fin fine nessuno è 'nel giusto' – perché non esiste un 'giusto' erga omnes e che prescinde dai condizionamenti culturali e religiosi e dall'evoluzione del 'sentire comune' e siamo condannati a questo continuo rovello e dibattito sulle cose che hanno un senso (ce l'hanno?) e un sentimento ogni giorno che dio manda in terra.
Già: un dio che 'manda in terra' i nostri giorni. Perfino nel linguaggio corrente mostriamo quanto siamo strani e stranieri - e ancora pensiamo, forse, segretamente, che la Terra è fissa al centro del sistema solare e tutti i pianeti e la nostra stella fiammeggiante le fanno corona.
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domenica 10 gennaio 2021

Le parole tra noi cretine

 


11 gennaio2015
Le parole tra noi leggere
Rimbalzano su Facebook i mille diversi pareri e distinguo sui fatti e i morti per mano assassina di Parigi - alcuni sicuramente interessanti, altri che fanno sorridere - ma risalta specialmente il tormentone dell' 'islamofobia' - che ci sia ciascun lo dice, cosa sia nessun lo sa. Le parole tra noi leggere.
E' l'ennesima parola cretina, in verità, della sempre clamorosa querelle giornalistica che fa il pari, per rigonfiamento di vuoto, col famigerato 'giustizialismo' dell'era berlusconiana: arma di distrazione di massa lanciata e sostenuta lancia in resta dai giornali di famiglia quale fumo di sbarramento contro il ben più corposo fumus persecutionis dei cento processi del loro padrone e re di denari.
Che siamo tutti 'charlie' lo si capisce bene dalla lettura dei giornali e per le foto che mostrano i cadaveri distesi a terra dei redattori e vignettisti e quelli dei poliziotti/e (siamo tutti Ahmed) e quelli degli ostaggi di fede giudaica (siamo tutti ebrei) uccisi dalla mano assassina dei tre pazzi e fanatici assassini aderenti ai proclami bellicosi dello Stato Islamico (Isis o Califfato e Al Qaeda, ma chissenefrega dei distinguo delle fazioni e sotto-fazioni del club internazionale degli imbecilli fanatici).
E che la risposta della polizia sia stata buona e giusta e i tre assassini siano caduti sotto i colpi delle pallottole, dopo l'inseguimento e l'assedio, tutti lo 'condividiamo' o dovremmo condividerlo con milioni di 'mi piace'. Mors tua vita mea - mai espressione lapidaria fu più cogente come in questo caso e nei prossimi a cui, ahinoi, dovremo assistere nel corso di questa strana guerra 'di religione' o 'di civiltà' che ha aperto il terzo millennio del Medioevo di ritorno che viviamo.
E scendono in piazza quelli dell' 'islam moderato' - moltitudine fino a ieri silente che subiva silenziosamente e pavidamente l'onta dei 'fratelli che sbagliano': i fanatici e gli assassini usciti dalle viscere delle loro madri e le loro famiglie incolpevoli, ma, forse, portatrici sane del virus dell'islamismo violento. Fanatici che aspirano alla 'sharia in Europa' e la cancellazione dei valori e comportamenti occidentali (Boko Aram) e le nostre donne emancipatissime adornate col velo islamico - magari gli dona, vedremo.
E l'islamofobia non è la paura dell'islam e delle sotto-fazioni e sette sciite, wahabite, sunnnite e chi più ne ha più ne metta. E' piuttosto, tradotto in lingua comprensibile e sensata, il fastidio e l'incazzatura per l'avere importato senza un minimo di contrasto e 'governo' dei flussi migratori tutte le dinamiche conseguenti di morte e conflitti e 'boko aram'.
E, francamente, non ce ne poteva importare di meno di costoro e delle loro querelle medievali e conflitti tribali - e il maledetto 'globalismo' ha già fatto i danni economici che conosciamo, a causa della lunga crisi che ci affanna; e i costi economici e sociali delle mille immigrazioni di un mondo 'rotto' - da trent'anni a questa parte – ancora li paghiamo/remo con i tagli alla spesa pubblica e i sempre più asfittici trasferimenti dello Stato alle comunità locali per i loro bisogni primari.
E continuano a dirci 'islamofobi' se ci sale l'incazzatura per i morti sulle strade di quei fanatici assassini - tu vedi la insolente persistenza nel vacuo mondo di internet della parole leggere, pardon: cretine.
 https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/11/07/attacco-a-charlie-diretto-dallestero_5922462c-fcb8-4673-95dd-68e92fdab411.html?fbclid=IwAR31iKjtlA7vkxtt_im1TF5SIYv7SF-j-cVMvIzLwc2RaUsROD9HPtGDlCM  © ANSA

sabato 9 gennaio 2021

Cecità e impotenze - Ieri accadeva ed oggi accade.

Cecità 10 gennaio 2015
Le statistiche aiutano. Non solo le aziende per stimare i consumi delle famiglie. Aiuteranno anche i funzionari del ministero dell'interno francese a monitorare le periferie urbane fitte di immigrati storici e oggi cittadini francesi e a calcolare quante possibilità ci sono che, in date condizioni sociali, possa verificarsi una 'conversione' all'islam fondamentalista di alcuni individui e perché.
Perché un ragazzo, figlio di una famiglia normale, con discreti risultati scolastici e che era stato ricevuto perfino all'Eliseo da Sarkozy possa mutarsi in una bestia assassina, una serpe in seno alla comunità.
Un lavoro di 'intelligence' finalizzato alla prevenzione e all'anti terrorismo che diventerà il leit motiv della fortezza Europa nei prossimi giorni e mesi e anni. E, forse, dovremo rinunciare a una parte delle nostre libertà civili e subire maggiori controlli nei treni, aerei e autobus finalizzati ad evitare che quelle bestie feroci ripetano gli exploit assassini dei due giorni di morte che abbiamo alle spalle - nunzi di quanto accadrà nel corso del 2015 e negli anni a seguire.
E quelle statistiche ci diranno se è una buona idea quella di continuare a dare ricetto e accoglienza ai tanti, troppi immigrati che continuano a bussare alle nostre porte e che continuiamo a considerare una iattura impossibile da regolare e governare e respingere - un carico sociale che reca seco troppe incognite gravissime quali quelle esposte qui sopra.
E la sinistra di s-governo in Italia e la politica europea a Bruxelles oggi portano la croce dell'aver sottostimato i rischi di uno sbilancio dei rapporti fra popolazione storica e immigrati e l'allarme sociale crescente per le banlieues fuori controllo e militarizzate e le esplosive incidenze statistiche delle 'serpi in seno' che vanno ad arruolarsi nell'esercito del Califfato e tornano poi ai paesi di origine con passaporti europei facendosi beffe delle libertà che i nostri ordinamenti garantiscono ai loro cittadini.
E la stolidezza di quegli uomini di governo e partiti e associazioni di sinistra e caritatevoli è tale da fargli disprezzare quei cittadini che si riconoscono 'di pancia' nei movimenti e partiti detti 'populisti' e che favoriranno, forse, l'ascesa di Marie Le Pen all'Eliseo. Contrapposta, nell'immaginario collettivo, al presidente di ascendenza e fede islamica di cui al romanzo-predizione di Michel Houellebecq.
Gli dei accecano chi vuol perdere, si diceva, ma c'è anche chi si acceca con le proprie stesse mani e i morti di Parigi sono stesi in terra a testimoniarlo.
Charlie Hebdo, le immagini ravvicinate del blitz nel market kosher
TV.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
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Il buonismo che ci acceca
CORRIERE.IT
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venerdì 8 gennaio 2021

Metafore e altre metafore

 

Plastiche metafore
A 'radiotremondo' è andato in scena il conflitto che divide il nostro tempo tra le ostinate 'spalle al futuro' che mostriamo e i balbettii informi e i suoni gutturali da cavernicoli mai evoluti di coloro che dibattono e si dibattono nella temperie culturale della 'guerra di religione' e gli epici 'scontri di civiltà' tra i Neanderthal islamici e i Sapiens-sapiens occidentali. E non è detto che la linea evolutiva del terzo millennio premierà questi ultimi, ahinoi.
Si dibatteva, infatti, accanitamente, sul tema del giorno: di guerre dichiarate e fanatismi un tanto al chilo di rappers imbecilli che sono accorsi ad arruolarsi sotto le bandiere del sedicente Califfato e sono tornati in patria, i marrani, per uccidere e fare le stragi comandate. E mentre andava in onda quell'avvilente dibattere e informare di guerre e assedi non petiti alla 'fortezza Europa' e ai liberi cittadini di una civiltà evoluta ma indifesa, l'audio di una difficile connessione tra alcune scuole di Roma e l'astronauta Cristoforetti dallo spazio si è intromesso e ha dato plastica metafora di quella dicotomia che ci avvilisce e imbruttisce: le stelle a cui faticosamente aspiriamo e, di sotto, il mattatoio folle e insensato dei Neanderthal assassini nelle terre dell'Occidente.
Si stava meglio quando si stava peggio e almeno il poema dantesco raccontava magistralmente - già nel Dugento – la sacra aspirazione umana di 'tornare a riveder le stelle' che oggi ci è negata, maledizione a loro.

09 gennaio 2015
Mala tempora currunt
Abbiamo un altro caso Salman Rushdie. Tocca a Michel Houellebecq di essere messo sotto protezione dei servizi segreti francesi e diventare un simbolo della 'libertà di penna' e pensiero in questo medioevo di ritorno che viviamo grazie all'importazione in Europa di centinaia di migliaia di immigrati di fede islamica. E lo stato di guerra in cui siamo precipitati dopo la strage di Charlie Hebdo è il contrappasso della 'pietas' e della compassione che abbiamo provato verso quei poveretti di 'rifugiati' che, nella cruda realtà delle cifre, erano meno del dieci per cento del totale e tutti gli altri, invece, immigrati economici o clandestini.
E il fatto che sia diventato politicamente poco corretto pronunciare o scrivere la parola 'clandestini' la dice lunga sulla auto censura che già abbiamo praticato e pratichiamo per tema di sollevare vespai e/o diventare bersagli dei fanatici assassini.
Ed ecco che la predizione letteraria di un presidente francese eletto da una maggioranza di figli dell'islam o 'fratelli mussulmani' che fino a ieri faceva sorridere oggi diventa questione rilevante di ordine pubblico e lo scrittore francese entra nell'ombra della sua stessa 'Soumission' che lo condanna a una vita blindata.
E che sia una guerra lo dimostrano le immagini di una Francia militarizzata e che riempie le strade di divise e uomini in armi, ma anche l'uccisione di una poliziotta in un rione meridionale di Parigi - col rischio concretissimo che certe periferie urbane 'melting pot' divengano territorio nemico dove intervenire solo militarmente. E Boko Aram, in Nigeria, ci conferma che è proprio l'Occidente e i suoi valori e i suoi modelli di vita che vanno distrutti e cancellati – e oggi si contano 2000 morti in una delle tante battaglie perse in partenza dall'imbelle governo nigeriano.
E ci vengono a mente le decisioni di inaudita durezza prese dal governo americano dopo la strage di Pearl Harbour contro gli immigrati giapponesi incolpevoli rinchiusi in campi di prigionia pur se sinceramente vocati all'integrazione nella loro nuova patria, ma erano decisioni precauzionali da tempo di guerra - e, se questa guerra che ci hanno dichiarato i fanatici assassini dell'islam radicale continuerà, forse gli strateghi dell'ordine pubblico delle nazioni dell'Occidente segneranno con matite
rosse le zone calde e a vigilanza speciale delle maggiori città.
Mala tempora currunt. Attrezziamoci.