venerdì 28 febbraio 2014

Trasgressioni pecoreccie

Trasgressioni. (La città strana 4)

C'era un bel sole, ieri, a quest'ora, in piazza san Marco. E non troppa gente a pigiarsi e spintonarsi per fotografare le 'maschere' più belle – che dopo un decennio di 'carnevali' non se ne può più di damine e damoni e pantaloni e pulcinella e lune e soli, ma che due palle quadre!
Andate a vedervi, piuttosto, la mostra di fotografie di Salgado (Ai Tre Oci, alla Giudecca), dal titolo azzeccatissimo: 'Genesi' – che par di fare un viaggio nel tempo e vedere il pianeta com'era pochi anni dopo la chiusura del Paradiso Terrestre.

E nel rumoreggiare e maramaldeggiare mascherato della Piazza più bella (e più tollerante) del mondo il gruppo che otteneva più attenzione di pubblico era un sestetto di 'montanari' di Bassano del Grappa – che proponeva la musica accattivante del 'liscio': colle vecchiette e i vecchietti saltellanti sui ritmi delle mazurche e i valzer da fiera strapaesana - e un francese li accompagnava magistralmente colle nacchere e una cinesina si provava a ballare quella musica strana, che chissà cosa si usa dalle sue parti.

E per chi ama trasgredire e le trasgressioni, oltre ai palazzi privati dove si consumano pallosissime feste in maschera di francesi e cinesi 'in coma' (dall'omonimo film di Verdone), quest'anno si propone perfino una 'milonga trasgressiva' a san Servolo in isola, alla quale si accede dopo un provino tipo x factor in cui si viene giudicati e introdotti solo se 'belli e bravi ballerini' e, naturalmente, trasgressivi comme-il-faut e capaci di 'cogliere l'attimo' in cui la bella tanghèra, tutta tette di fuori e trasparenze assassine, farà capire al suo partner che può finalmente cogliere il frutto proibito e addentare con passione la fatidica mela.
40 euro l'ingresso, (neanche fossimo al ballo della 'Cavalchina' della Fenice) e complimenti all'organizzatore che, con poca spesa e specchietti per allocchi di 'trasgressioni' improbabili e delusioni assicurate, incamera il discreto gruzzolo e si propone quale regista del remake di 'Eyes wide shut' in salsa demenzial-sanservoliana.

Ma quanto poco basta a 'rivitalizzare' questa città strana! Basta un poco di 'zucchero'
che, d'un subito, quella tal cosa 'va su'. Magari solo nelle fantasie, ma chi si accontenta
gode, è cosa nota.


martedì 25 febbraio 2014

Il Discorso del re

C'è un vasto ricorrere alle metafore letterarie nei resoconti giornalistici che girano intorno al 'reuccio' monello che ieri ha sferzato i senatori, dicendo loro che quella era la loro 'ultima volta' - e di qui a qualche anno li ritroveremo chini sui campi intenti alla coltivazione biologica delle patate e delle verze o ai giardinetti, a portare a spasso i cani e i nipotini.

Ci voleva un Gianburrasca della politica giunta alla frutta e al grappino per strigliare e burlarsi di quegli altri 'rivoluzionari' venuti prima di lui: i CinqueStelle, - con un capocomico alla testa a maledire e predire in veste di Savonarola redivivo che: 'Vi seppelliremo tutti' e 'Via tutto il marcio della prima e seconda repubblica' degli infami inciuci e compravendite e del nulla di fatto nell'interesse del paese, bensì di un solo 're di denari' e televisioni.

E si racconta, nei retroscena giornalistici, di come un collega di partito del reuccio - in preda alle convulsioni e pentimenti tardivi per l'annunciata 'congiura di palazzo' che ha mandato a casa un avvilito Letta-nipote-di-suo-zio - lo sorprendesse nel bagno della sala-riunioni a improvvisare il suo 'Discorso del re' da rivolgere ai senatori/trici e gli chiedesse: 'Ma sei matto?!!' E quello, di rimando, gli improvvisa, là per là, l'incipit burlesco di ciò che avrebbe detto alla Merkel nel suo primo incontro a Berlino.
Fosse vissuto nel Settecento rivoluzionario si sarebbe di certo presentato davanti alla Convenzione in seduta plenaria col cappello napoleonico calzato in testa e una mano sullo stomaco e l'altra dietro, dicendo ai Montagnardi e ai Giacobini: 'Qui avete finito, andate in pace'. Una risata lo seppellirà?

E miglior metafora è quella di quel giornalista che ce lo presenta come un novello Atlante (ridevole?) che ha sulle spalle tutto il peso delle cose mai fatte in questo paese di infamia politica cronicizzata - e si augura che le ormai famose 'tre mosse': 'Fisco, Lavoro, Burocrazia' trovino rapidissima applicazione.
E l'Italia assurgerebbe alle vette europee dei 'paesi virtuosi' in men che non si dica e saremo ricchi come gli svedesi o i danesi e capaci di interagire felicemente e alacremente con una rinnovata ed efficientissima 'pubblica amministrazione'. Da non credersi.
Neanche vivessimo dentro una narrazione dei migliori sogni di una nostra giornata felice del futuro che abbiamo alle spalle.
Augurissimi, caro Gianburrasca, e 'speriamo che sia femmina' (perché così sarà 'roseo', il nostro futuro italico).

domenica 16 febbraio 2014

Non siete assolti, bensì coinvolti

Non siete assolti

'Anche se voi vi credete assolti, siete per sempre coinvolti.' recita una bella canzone. Coinvolti, perciò, i votanti alle primarie del pd, che oggi protestano vanamente per il modo del 'regicidio' del povero Letta (tu quoque Renzi...) e la 'congiura di palazzo' della direzione del pd che ha sfiduciato il parlamento tutto - riducendolo a pura 'cassa di risonanza' delle proprie private determinazioni e congiure e a prendere atto che fare e disfare un governo è 'cosa nostra' - tanto il capo dello stato è uno di noi e sottoscrive e si adegua alla nuova prassi extra parlamentare e per acclamazione.

E che la forma sia sostanza e il calpestare le forme costituzionali sia un atto ribaldo e sprezzante che sarà pagato caro dal nuovo re in pectore lo dicono le prime difficoltà che sembrano insorgere nella determinazione della maggioranza che dovrebbe sorreggere il nuovo governo a guida Renzi.
Alfano, infatti, alza il tiro per conto dei suoi – e se è naturale riconoscere un ruolo e l'appetito di un certo numero di ministri al convitato ex berlusconiano, non lo è se la misura della novità del 'cambio di passo' imposto dal Rottamatore fiorentino si affloscia sull'abituale, vergognosa spartizione e 'mercato delle vacche' come lo chiama anche Lui, caro lei.

Un 're' che annuncia i tempi nuovi del suo magico operare e risolvere i gravi problemi del paese e del lavoro che non c'è e i consumi che stagnano deve poter affrancarsi dalle mediazioni di stretta osservanza democristiana, pena la riduzione a 'primum inter pares' di una genia di infami già largamente vituperati e additati al pubblico ludibrio dalla rivoluzione del Cinque Stelle.

E già si ascoltano le solite intonazioni ricattatorie dei renziani scalpitanti che: 'Allora si va ad elezioni!' - come se il popolo sovrano fosse il prestidigitatore che ci mostrerà il bianconiglio di una prossima governabilità migliore dell'attuale. Così non è, cari, fatevene una ragione.

Perché il parlamento che verrà, se si andrà a nuove elezioni senza una nuova legge elettorale, sarà peggiore dell'attuale e il popolo sovrano non è sovrano migliore dei 're travicello' che si auto investono tramite 'congiura di palazzo' partitica. Anche se voi vi crederete assolti, credete ammè, siete da sempre coinvolti.

venerdì 14 febbraio 2014

Detto senza ironia

Non so più chi l'ha detto che: 'E' meglio tirare a campare che tirare le cuoia.' Suppongo sia stato l'andreotti-buonanima – che di queste battute ha fatto il suo logo di riconoscimento infernale e la sua storia di infamia politica. Ma non è il caso del Matteo Rampante, sembra, si dice, si mormora. Lui no, Lui e di un'altra pasta. Lui rottama e vuole l'auto nuova di zecca. Una 4x4 capace di valicare ogni passo montano colmo di neve e di non scivolare sul ghiaccio sottostante della politica politicata di scuola italica.

Lui è uno capace di affossare un governo a guida pd per proporcene un altro di uguale sotto la sua guida e, così facendo, offre uno straordinario potere di ricatto alla destra di Alfano che già gongola e gli chiede 'qualcosa di gigantesco' – e che ci sarà mai di gigantesco da fare, in questo paese, che non si potesse fare prima e con quegli stessi numeri di maggioranza parlamentare?

Così, con questa domanda assillante e dubbio atroce, ci apprestiamo ad ascoltare e osservare il miracolo del 'cambiamento' che verrà - che deve venire, pena il 'tirare le cuoia' andreottiano, che incombe sopra la testa del Matteo Rampante come una spada di Damocle.

E sarà il lavoro-che-non-c'è il suo banco di prova o la sua tomba e, naturalmente, per il male che gli vogliamo, gli auguriamo di vincere e riuscirci, nel dare e restituire lavoro e favorire una ripresa, oggi ferma sull'avvilente 'zero-virgola' delle ultime statistiche.


Forza Matteo! Stupiscici. Detto senza ironia.

giovedì 13 febbraio 2014

Se sia più nobile

Se sia più nobile...

C'è chi ne fa una questione 'muscolare' - e invita chi di dovere a: 'Portiamo a casa i nostri marò!' con lenzuolate di altri slogans anti tasse e gazebo permanenti orribili a vedersi eretti nelle piazze a fianco di una antica torre. E c'è la diplomazia furbetta della Farnesina – che combatte vanamente la sua battaglia in punta di fioretto giuridico e 'internazionalizzazione' del conflitto fra India e Italia.

'(…) s’egli sia più nobile soffrire nell’animo le frombole e i dardi dell’oltraggiosa Fortuna, o prender armi contro un mare di guai, e contrastandoli por fine ad essi.' si interrogava da par suo il principe Amleto nel notissimo monologo.
Ma poiché di 'prender armi' non è questione in tanta vicenda di eventi misteriosi e di verità negate e/o mai accertate e di Stati e giurisdizioni in conflitto, forse sarebbe meglio ricorrere alle armi della 'verità' giudiziaria che accerti e ci racconti, come dovrebbe, quel che è effettivamente accaduto in quella maledetta giornata di sole tropicale nelle acque dell'Oceano Indiano in cui esplose - questo è certo - uno scontro a fuoco tra i nostri fanti di Marina in servizio di difesa della nave che li ospitava e un peschereccio di poveri pescatori chissà come e perché scambiato per una barca di aggressivi pirati.

Non credo di essere il solo a provare noia e fastidio nell'ascoltare i resoconti quotidiani della controversia indo-italiana che girano a vuoto intorno alla verità dei fatti e tentano di sfuggire al cappio di quella 'giustizia' senza altri aggettivi che noi stessi invocheremmo e applicheremmo a parti rovesciate. Se, cioè, i pescatori uccisi fossero stati siciliani e gli uccisori soldati di un'altra nazione imbarcati in una loro nave.

'Verità vo' cercando ch'è si cara al mio core.' recitava il poeta e mai aspirazione fu più attuale. E con tanto valido e aggressivo 'giornalismo di inchiesta' che si mostra in tivù e leggiamo sulle pagine di stampa mai abbiamo letto un reportage e ascoltato le interviste ai pescatori sopravvissuti e ai marinai e al capitano imbarcati sulla nave in questione che ci raccontino la loro verità comparata e della quale abbiamo fame ed è la sola cosa che conti.

mercoledì 12 febbraio 2014

A che punto è la notte

Le vicende presenti del 'cambio di passo' e di governo a guida pd somigliano più a una 'congiura di palazzo' piuttosto che a un comprensibile e condivisibile e 'normale' avvicendamento. Stessa maggioranza e nuovo leader? Per fare cosa di diverso che Letta non poteva fare e non ha fatto?
Le larghe intese si sono ristrette per le vicende e le 'decadenze' che sappiamo, ma asfissia politica era prima e maggior asfissia è adesso di 'cose da fare' per il lavoro e il 'reddito di cittadinanza' che non c'è - e nessun chiaro orizzonte di riferimento in questo desolante paesaggio verso il quale lanciare il cuore e le speranze di un futuro migliore.

La tristezza dei governi a base pd - che le elezioni le hanno vinte per quel pelo del 'porcellum' che si tenta invano di cambiare - è che i 'democratici' sono specialisti nel 'facciamoci del male' e nel dare un'immagine pubblica di nessun affidamento al loro stesso elettorato potenziale. Elettorato, quello reale e che si ostina a votarli, che si merita un sincero plauso per quello 'stringersi a coorte' degno di miglior causa, considerato che i vertici del loro partito sono uno più inconcludente dell'altro e 'il migliore ci ha la rogna'.


E che tutto avvenga 'sull'orlo di un vulcano' economico tutt'altro che spento e di una ripresa che è allo 'zero-virgola' - e potrebbe azzerarsi da un mese per l'altro se le vicende politiche si infiammassero di bel nuovo e si tornasse alle urne - ci dice con crudele chiarezza che non sappiamo 'a che punto è la notte' e ci rigiriamo inquieti sotto alle coltri in attesa dell'alba di un giorno nuovo.

venerdì 7 febbraio 2014

Lungo i corrosivi seculi seculorum

Lungo i corrosivi seculi seculorum

Vivo in una città strana. Dove uno strano cinese, magro e dall'espressione vagamente 'cinematografica' trascina un cane a guinzaglio - pure lui!, ma non ve li mangiavate, secondo tradizione consolidata e letteratura!? Una città stracolma di turismo e turisti, ma dove l'azienda del trasporto urbano è in costante rosso e i commercianti lamentano che 'non si batte chiodo', malgrado le pacchiane maschere e i vetri taroccati e 'cinesi' che riempiono le vetrine – e dove gli 'affittasi' e i 'vendesi' di negozi e case sono numerosi quasi quanto le epigrafi mortuarie.

Una città dove perfino la festosità del carnevale che la riempirà puzza di mortuario, di allegre celebrazioni funeree, di morti viventi che si immergono nell'antico dei vestiti sontuosi e ridicoli - e un turismo liturgico e autoreferenziale seppellisce, a decine di migliaia ogni anno di più, la 'città di abitanti' dietro il suo fastoso rumore di nulla, il suo sentore di parrucche incipriate e orpelli di 'papier machè e 'non sappiamo più a che santo votarci' per sentirci ancora un po' vivi, noi panda e orsi marsicani, e siamo come i guerrieri di Orlando nel suo poema che 'andavano per lottare ed eran morti'.

Venezia vive? Si. Come quei compagni che morirono per la causa e di loro si
scriveva e diceva che 'vivono e lottano insieme a noi'. Tutto sta a crederci. E' confortante. Come coi santi del paradiso e gli angeli e i beati. Appollaiati sui cornicioni delle chiese e stufi di reggere quella loro vita apparente e immobile lungo i corrosivi seculi seculorum.

mercoledì 5 febbraio 2014

Aria nuova, vita nuova

Alzi la mano chi di voi si è fatto un'idea precisa di come funziona il Parlamento Europeo. Quali le competenze, quali le Commissioni e gli ambiti di pertinenza delle medesime, chi scrive la bozza delle leggi che verranno presentate in aula, chi sono i contabili preposti all'incasso delle quote provenienti dai diversi paesi e in quali rivoli di spesa vengono re-incanalati quei soldi. Non siete moltissimi, ne sono certo.
E tuttavia siete tutti chiamati a votare i membri di quel Parlamento e a premiare gli euroscettici o, viceversa, i fedelissimi dell'idea di un'Europa una e tr(entasett)ina (fino a un nuovo ingresso).

E che voterete in massa per gli euroscettici di ogni e diversa risma lo so già – anche perché io sarò del novero, malgrado i decenni di fedeltà massima all'idea di un'Europa salvifica e migliore delle avvilenti cose che avvengono nel perimetro degli 'Stati nazionali'. Id est: corruzione stellare, avvilenti familismi, aiuti di stato, satrapi che premiano le loro puttane con posti in politica o nelle televisioni, ecc. ecc.
Perciò facciamocene una ragione del fatto che il M5Stelle intercetterà una gran parte della protesta contro il totem-Europa e i baldi ragazzotti e le ragazze 'grillini' ci mostreranno, di bel nuovo, come sapranno mettere in riga i ciechi burocrati e strappare dal fondo di quel Parlamento 'sordo e grigio' le alghe preziose di nuovi e maggiori fondi destinati all'occupazione e alla rinascita economica del nostro paese.

Illusione dolce Chimera? Forse, ma è la logica stringente del pannolone troppo intriso del noto liquido puzzolente e che va cambiato, finalmente. Aria nuova, vita nuova e di correre qualche rischio ne vale la pena, dato lo 'stato delle cose'. Se non ora, quando?

martedì 4 febbraio 2014

I puntini sulle 'i'

I puntini sulle 'i'

E' come con la televisione. Cominciò con programmi 'buoni' e tranquilli quali 'Il Canzoniere' e il programma-quiz del Mike Buongiorno poco più che ventenne- e la gente usciva dalle case, la sera, e andava ad affollarsi nel bar del paese o dal vicino 'ricco' che se la poteva permettere – e tutto si spegneva, deo gratias, prima di mezzanotte con la rete che cadeva dall'alto a dirci 'andate in pace'.
E oggi abbiamo centinaia di canali digitali che si incriccano e frantumano le immagini e i film horror e sesso hard e i 'grandi fratelli' e le noiosissime 'isole' e perfino quel tale, lex luthor, che si è permesso, lungo vent'anni di malaffare e malagire, perfino i 'messaggi' a reti unificate, convinto di essere maggiore e migliore del presidente della repubblica.
'Di tutto e di più' e di peggio – e nessuna rete di protezione cade più dall'alto e nessuna pace per i nostri sonni disturbati. La televisione 'cattiva maestra' è diventata l'incubo dei genitori che faticano ad educare i pargoli e la salvezza per i nonni pigri che ci siedono davanti i nipotini in affido forzato e li rimpinzano di osceni 'cartoni' giapponesi.

Così è per la 'rete'. Come negare che internet sia stato uno straordinario progresso e abbia messo a disposizione una straordinaria 'biblioteca di Alessandria' e Wikipedia e Didatticarte per chiunque voglia approfondire un argomento o spolverare la propria memoria relativamente a un personaggio storico e/o a un autore? Però la grande libertà si accompagna sempre a grandi drammi e fenomeni negativi - quali i commenti malevoli e stupidi e gli insulti dei cretini sui blog e sui 'social network' - ed è un 'prezzo da pagare' alla massima libertà possibile e auspicabile che ci è tanto cara, un 'male necessario' come quello che leggiamo sulle cronache: di serial killer o cattivi studenti americani che sparano e uccidono dentro alle scuole, ma non c'è modo di convincere i membri del Congresso a fare una legge che impedisca il libero commercio e la detenzione delle armi più micidiali anche all'ultimo dei cretini e degli psicopatici.

Così oggi c'è chi si straccia le vesti per la povera Boldrini vituperata e offesa, - e l'essere donna è un'aggravante, ne siamo convinti -, e tuttavia è la prima presidente della Camera dei Deputati ad avere zittito l'opposizione con l'applicazione della maledetta 'ghigliottina' - e vorrei vedere voi quando siete un fiume in piena di rabbia e improperi e piatti rotti a terra per un torto orribile che vi è stato fatto e/o il marito o la moglie fedifraghi vi dicono soavi: 'Non è come credi', malgrado l'evidenza plateale dei corpi nudi sul letto matrimoniale o di un sms galeotto, se accettereste di buon grado una 'ghigliottina' al vostro gridare la rabbia o se, invece, quella ghigliottina applichereste al collo di colui/colei che quel torto vi impongono.

Così, giusto per un paio di puntini sulle 'i'.

http://tv.ilfattoquotidiano.it/.../quando-nel.../263938/

Quando nel 2009 il Pd si opponeva alla ghigliottina: “Fine della democrazia parlamentare”
Il Movimento 5 stelle attacca il Pd, accusandolo di”incoerenza” sul giudizio che...Visualizza altro

lunedì 3 febbraio 2014

Misteri e piagnistei

Ci sono i ‘ misteri di Parigi’ però anche Venezia non scherza. Vedi il caso di quel cadavere di una ragazza iraniana trovato a galleggiare ignudo e con solo una collana indosso in un canale del Lido.
Un thriller degno dei romanzi di quell’inglese che vive in città e pretende di non essere tradotta in italiano per tema di querele o minacce, chissà.
Ma a frequentare un’emeroteca e spulciare le pagine di ‘nera’ fai scoperte che non credevi: che una modica quantità di morti ammazzati e di scippi e furti nelle case e nei negozi è entrata a far parte della ‘normalità’ cittadina e mina alla base la credenza che Venezia sia un’isola felice e niente di troppo spiacevole ti può accadere oltre allo stiparti come una sardina dentro i vaporetti e ricevere spintoni nelle calli stracolme dei carnevali e delle caldissime estati.Leggenda metropolitana, quella della ‘città felice’, ribadita anche da un aristocratico un po’ troppo sicuro di sé intervistato in un film-doc su Venezia: ‘Veniceland’, che alimenta il filone dei piagnistei inutili – tanto non si cambierà un filo nella trama del tessuto di questa città fittissima di turisti e grandi navi e nessun Mosè a salvarla dalle acque e nessuna ‘buona amministrazione’ che proponga idee condivisibili per il futuro.
E tra i ‘misteri’ di Venezia c’è l’evidenza dei troppi negozi passati di mano e gestiti da cinesi e bengalesi e sempre vuoti. Che, se passate per il mercato di Rialto, i fruttivendoli di colore non battono chiodo e restano aperti anche il pomeriggio, invano, e le domeniche.
Un commercio di pura sussistenza? Eppure comprano le licenze e pagano affitti non proprio miserabili – e i malevoli insinuano che siano attività di facciata e si azzarda perfino la parola ‘mafia’ che riciclerebbe i propri capitali sporchi per loro tramite.
E basterebbe un’indagine mirata della Guardia di Finanza per spegnere i ‘boatos’ e le malevole supposizioni, ma gli ispettori devono avere molto a caro la ‘privacy’ delle persone e delle aziende e da quelle caserme e uffici non si cava un ragno dal buco, né si trova un giornalista degno di questo nome che avvii un’inchiesta approfondita in merito, e restiamo con l’amaro in bocca per il fatto che chi ha ceduto le licenze lo ha fatto perché non si sopravviveva alla crisi dei consumi, ma quei dessi di colore e con gli occhi a mandorla invece si – e sarebbe istruttivo imparare da loro, se solo ce lo insegnassero e svelassero i loro ‘misteri’.
E misterioso del pari è quel che succederà in via Piave, il nostro bronx metropolitano – dove i beni e gli immobili sequestrati a un boss cinese pare verranno risanati dal Comune e verrà avviato un piano di recupero e di nuova residenza. Suppongo di immigrazione, perché temo non sarà facile trovare gente indigena che si commetta in amorose convivenze in un quartiere ormai a maggioranza melting pot del più vario e diverso.
Chi vivrà vedrà, cari lettori – ed è certo che molto di quanto siete abituati a vedere nel resto del tempo che vi resta da vivere cambierà ulteriormente e in fretta. Fatevene una ragione.
Foto: Misteri e piagnistei</p><br /><br />
<p>Ci sono i ' misteri di Parigi' però anche Venezia non scherza. Vedi il caso di quel cadavere di una ragazza iraniana trovata a galleggiare ignudo e con solo una collana indosso in un canale del Lido.<br /><br /><br />
Un thriller degno dei romanzi di quell'inglese che vive in città e pretende di non essere tradotta in italiano per tema di querele o minacce, chissà.<br /><br /><br />
Ma a frequentare un'emeroteca e spulciare le pagine di 'nera' fai scoperte che non credevi: che una modica quantità di morti ammazzati e di scippi e furti nelle case e nei negozi è entrata a far parte della 'normalità' cittadina e mina alla base la credenza che Venezia sia un'isola felice e niente di troppo spiacevole ti può accadere oltre allo stiparti come una sardina dentro i vaporetti e ricevere spintoni nelle calli stracolme dei carnevali e delle caldissime estati.</p><br /><br />
<p>Leggenda metropolitana, quella dell 'città felice', ribadita anche da un aristocratico un po' troppo sicuro di sé intervistato in un film-doc su Venezia: 'Veniceland', che alimenta il filone dei piagnistei inutili - tanto non si cambierà un filo nella trama del tessuto di questa città fittissima di turisti e grandi navi e nessun Mosè a salvarla dalle acque e nessuna 'buona amministrazione' che proponga idee condivisibili per il futuro.</p><br /><br />
<p>E tra i 'misteri' di Venezia c'è l'evidenza dei troppi negozi passati di mano e gestiti da cinesi e bengalesi e sempre vuoti. Che, se passate per il mercato di Rialto, i fruttivendoli di colore non battono chiodo e restano aperti anche il pomeriggio, invano, e le domeniche.<br /><br /><br />
Un commercio di pura sussistenza? Eppure comprano le licenze e pagano affitti non proprio miserabili - e i malevoli insinuano che siano attività di facciata e si azzarda perfino la parola 'mafia' che riciclerebbe i propri capitali sporchi per loro tramite.<br /><br /><br />
E basterebbe un'indagine mirata della Guardia di Finanza per spegnere i 'boatos' e le malevole supposizioni, ma gli ispettori devono avere molto a caro la 'privacy' delle persone e delle aziende e da quelle caserme e uffici non si cava un ragno dal buco, né si trova un giornalista degno di questo nome che avvii un'inchiesta approfondita in merito, e restiamo con l'amaro in bocca per il fatto che chi ha ceduto le licenze lo ha fatto perché non si sopravviveva alla crisi dei consumi, ma quei dessi di colore e con gli occhi a mandorla  invece si - e sarebbe istruttivo imparare da loro, se solo ce lo insegnassero e svelassero i loro 'misteri'.</p><br /><br />
<p>E misterioso del pari è quel che succederà in via Piave, il nostro bronx metropolitano – dove i beni e gli immobili sequestrati a un boss cinese pare verranno risanati dal Comune e verrà avviato un piano di recupero e di nuova residenza. Suppongo di immigrazione, perché temo non sarà facile trovare gente indigena che si commetta in amorose convivenze in un quartiere ormai a maggioranza melting pot del più vario e diverso.<br /><br /><br />
Chi vivrà vedrà, cari lettori – ed è certo che molto di quanto siete abituati a vedere nel resto del tempo che vi resta da vivere cambierà ulteriormente e in fretta. Fatevene una ragione.