Le armi della critica e la 'critica delle armi'
C'è chi rievoca Aldo Moro e la sua scorta in via Fani e chi Palmiro Togliatti-il Moderato, che stemperò le forti tensioni sociali dell'epoca sua. Manca solo che si rivada a Sarajevo e al 'folle' gesto di Gavrilo Princip - che stese Franz Ferdinand in carrozza e la sua consorte Sophie, poverina - e avremo il completone dell'idiozia 'retrospettista' e comparativa dell'incomparabile storicamente.
E naturalmente abbiamo anche chi addebita al M5S la colpa di 'fomentare l'odio sociale' – e i principali esponenti di questa 'scuola di pensiero (sic!)' e di giornalismo d'accatto sono i direttori delle testate della destra berlusconiana che si sentono 'sotto tiro' per avere fortemente voluto questo ircocervo politico che è il 'governo Letta' di 'servizio al paese' (aiuto!).
E se c'è un giornalismo che ha fomentato l'odio sociale con 'parole al vento' e in libertà e con insulti e diffamazioni sciacallesche a mezzo stampa questo è il 'giornalismo' di Libero e de 'il Giornale' del Sallusti agli arresti domiciliari - vedete voi se questi produttori di pornografia giornalistica e di schifo politico si meritano una qualche forma di considerazione e rispetto.
La violenza è parte delle nostre vite ed espressione ultima dei conflitti inevitabili in cui viviamo immersi -dalla famiglia dei coniugi in crisi alla scuola dei bulli e delle maestre impotenti ad arginare i soprusi nelle classi, a causa di genitori-avvocati e/o difensori allo stremo del loro pargolo, cialtrone loro pari.
Semmai possiamo/dobbiamo dire che le parole forti e minacciose sono la rappresentazione simbolica ed esorcistica di una violenza maggiore che non vogliamo che scoppi, per non 'passare alle vie di fatto' – e ciascuno di noi ha una o più storie da raccontare in cui ci si è limitati a 'dirsene' piuttosto che 'darsene' di santa ragione.
E resta l'evidenza che 'la guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi' (C. von Clausewitz) e che, se si impedisce la libera espressione con le armi della critica politica, (anche e meritatamente durissima contro 'la casta') il vero e grosso rischio che corriamo è che si passi alla 'critica delle armi' – come accadde nei tragici Settanta.
C'è chi rievoca Aldo Moro e la sua scorta in via Fani e chi Palmiro Togliatti-il Moderato, che stemperò le forti tensioni sociali dell'epoca sua. Manca solo che si rivada a Sarajevo e al 'folle' gesto di Gavrilo Princip - che stese Franz Ferdinand in carrozza e la sua consorte Sophie, poverina - e avremo il completone dell'idiozia 'retrospettista' e comparativa dell'incomparabile storicamente.
E naturalmente abbiamo anche chi addebita al M5S la colpa di 'fomentare l'odio sociale' – e i principali esponenti di questa 'scuola di pensiero (sic!)' e di giornalismo d'accatto sono i direttori delle testate della destra berlusconiana che si sentono 'sotto tiro' per avere fortemente voluto questo ircocervo politico che è il 'governo Letta' di 'servizio al paese' (aiuto!).
E se c'è un giornalismo che ha fomentato l'odio sociale con 'parole al vento' e in libertà e con insulti e diffamazioni sciacallesche a mezzo stampa questo è il 'giornalismo' di Libero e de 'il Giornale' del Sallusti agli arresti domiciliari - vedete voi se questi produttori di pornografia giornalistica e di schifo politico si meritano una qualche forma di considerazione e rispetto.
La violenza è parte delle nostre vite ed espressione ultima dei conflitti inevitabili in cui viviamo immersi -dalla famiglia dei coniugi in crisi alla scuola dei bulli e delle maestre impotenti ad arginare i soprusi nelle classi, a causa di genitori-avvocati e/o difensori allo stremo del loro pargolo, cialtrone loro pari.
Semmai possiamo/dobbiamo dire che le parole forti e minacciose sono la rappresentazione simbolica ed esorcistica di una violenza maggiore che non vogliamo che scoppi, per non 'passare alle vie di fatto' – e ciascuno di noi ha una o più storie da raccontare in cui ci si è limitati a 'dirsene' piuttosto che 'darsene' di santa ragione.
E resta l'evidenza che 'la guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi' (C. von Clausewitz) e che, se si impedisce la libera espressione con le armi della critica politica, (anche e meritatamente durissima contro 'la casta') il vero e grosso rischio che corriamo è che si passi alla 'critica delle armi' – come accadde nei tragici Settanta.