mercoledì 30 settembre 2020

Ritratti in soffitta

01 ottobre 2016 
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...che poi anche gli specchi fanno la loro malvagia pars nel dirti che non sei quello di ieri e dell'altro ieri bensi un 'ritratto di Dorian Gray' invecchiato nella soffitta del tuo tempo e ti sembra alieno il tuo stesso tempo, mannaggia, con tutti questi morti che ci vengono dalle cronache di guerre e le invasioni conseguenti di 'profughi' a stormi e sciami e gli attentati a ripetizione dei 'radicalizzati sul web' di islamisti immaginari - e 'si stava meglio quando si stava peggio', maledizione! e il passato ci conforta per le sicurezze di esserci stati al modo che serbiamo in memoria (confesso che ho vissuto) e per il disegno di 'magnifiche sorti e progressive' che abbiamo coltivato e si è sfaldato tra le nostre dita nel prosieguo della storia che va col passo del gambero.
Datemi una 'De Lorian' - che imposto sul cruscotto la data 1828 e seguenti e magari vi mando un post da lì e vi dico quanto è bello viaggiare nel tempo e se ho fatto una chiacchierata proficua col conte Leopardi e tutti gli altri suoi contemporanei. Bei tempi, quelli.

Animali intelligenti e dintorni

30 settembre 2014 
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Animali intelligenti

In una pubblicità della Rai, 'da novant'anni in onda', Cochi e Renato ci informano che 'La gallina non è un animale intelligente. / Lo si capisce da come guarda la gente'. E, per la verità, mi capita di incocciare per strada persone (molti 'giovani') che nulla hanno da invidiare a questo straordinario animale - al quale dobbiamo riconoscenza massima non foss'altro che per il dono divino che ci ha fatto nei millenni delle sue uova.
Immaginate cosa sarebbe la nostra vita senza lo zabaglione, le frittate di ogni genere e tipo, le impanature e tutto quanto della nostra fantasiosissima gastronomia comporti l'uso delle uova.
E trovatemi, di contro, uguale utilità sociale e relazionale per certi nostri 'giovani' della movida notturna, il cui sguardo ci riporta indubitabilmente alla gallina. Per tacere di quelli che si affiliano all'Isis per provare l'emozione intensissima del tagliare gole e teste di gente indifesa attribuendone il merito all'ineffabile allah e al suo mitico profeta.
E, con una piccola digressione, sull'articolo 18, viene fatto di chiedersi se 'è nato prima l'uovo o la gallina'. Ovvero se questo diritto elementare di non venire licenziati perché 'stiamo sulle palle' a un padrone caratteriale e un filo stronxo sia cosa buona e giusta in sé e da estendere a tutti o, invece, è solo una palla al piede delle nostre mitiche 'imprese' che, senza, assumerebbero lavoratori a mucchi e dozzine - tanto, poi, li mando a casa quando mi pare e piace, che bel divertimento.
Chiedere lumi a Renzi, una volta spenti i riflettori sul teatrino insulso della sua Direzione.
E chiediamogli conto, poi, di tutte le altre promesse che dispensa a piene mani sui disoccupati e i mitici 'corsi di formazione' che dovrebbero restituire il lavoro perduto ai cinquantenni con l'ansia atroce di una pensione che non arriverà.
Ma chiedeteglielo davvero, cari i miei concittadini, - coi toni duri e ultimativi di elettori incazzati e indignati - e rendeteglielo bollente quest'autunno che incede col passo del gambero: uno avanti e due indietro.
E ho nelle orecchie i resoconti di amici e conoscenti che mi parlano di condizioni di lavoro talmente degradanti da venire voglia di cambiare pianeta per mai incontrare quei tali che offrono un tale tipo di 'lavoro' - e si dicono 'imprenditori' e colonne portanti di una società di infami e ignorano e non si curano delle più elementari regole di rispetto della dignità delle persone.





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sabato 26 settembre 2020

Gli assassini che tornano sui luoghi del delitto

L'assassino torna sempre nel luogo del delitto, si dice - ed ecco i 'natural born killers' le serpi in seno di una accoglienza europea stolida e insensata e che produce i mostri dei 'radicalizzati sul web' di prima e seconda e terza generazione di ospiti immigrati e rinnegati cittadini tornare, armati di coltello, nei pressi del luogo della strage di Charlie Hebdo e ferire a morte e riproporre il terrore e l'intimidazione della libertà di espressione, segno primo della civiltà nostra occidentale.
E sarà vera la ritrattazione che fanno al ministero della cultura che non c'è stato cedimento, a sentir loro, alle istanze retrograde e oscurantistiche delle culture di importazione arrembate sulle nostre coste via barconi e barchini, -l'islam ostile al nudo nell'arte, nella fattispecie-, ma, alla luce di questi reiterati tentativi di intimidazione violenta degli assassini seriali islamo-radicali, suoni alta e forte la voce di tutti coloro che affermano che nessun cedimento è possibile nei confronti dei violenti e dei mal o mai integrati.
E non sarebbe male che la polemica sulla cittadinanza furbescamente ottenuta per corruzione, di cui all'indagine sul calciatore Suarez, si estendesse anche a tutti coloro che eccepiscono indebiti rispetti e sudditanze nei confronti delle culture aliene di importazione che, ospiti obtorto collo, devono solo riconoscimento della civiltà che li ospita e gratitudine profonda e obbedienza massima e rispetto delle leggi e dei valori dei loro ospiti.

venerdì 25 settembre 2020

Predizioni e prevenzioni di ieri e di oggi

Prevenzioni e argini  - 25 settembre 2014
 
Il reportage di stamattina di 'Radiotre-scienza' sullo stato delle cose relativo all'espansione dell'epidemia di Ebola nei paesi africani è stato davvero 'impressionante'.
Il ministro della Sanità della Sierra Leone parlava di un paese vuoto: di turisti, di uomini d'affari, di ambasciatori e personale d'ambasciata scappati a gambe levate non appena è stato chiaro che all'espansione del morbo non vi era nessuna difesa e trincea possibile – e le stime vanno da 200000 morti in breve volgere di tempo a un milione.
E l'idea che dall'Africa il morbo passi all'Europa non è idea peregrina – e si salvi chi può dalle reazioni allarmistiche e 'di pancia', se solo sfuggisse di penna o in voce ad un improvvido giornalista che dai nostri 'barconi' quotidiani è sbarcato un malato di quel morbo spaventoso.
Roba da 'dagli all'untore' del Manzoni cronista della peste a Milano o i racconti e i resoconti del dottor Rieux ne 'La peste' di Camus.
Eppure tutto lascia credere che la rete di protezione sanitaria europea e occidentale, prima o poi, sarà violata – e dovremo fare i conti e misurare la nostra valentia di epidemiologi e probabili vittime capaci di resistere sui bastioni della cittadella assediata.
E sarà pur vera quella bella frase 'buonista' che è il messaggio portante de 'La Peste' di Camus: '(…) qu'il ya dans les hommes, front aux catastrophes, plus de choses à admirer que des choses à mépriser.' - e tuttavia non è meno portante quest'altro: che 'prevenire è meglio di curare'.
E fare argine e muro contro la tragedia incessante degli sbarchi e dei 'barconi' è solo questione di tempo perché, prima o poi, si imporrà, di necessità, il 'senso della misura' e della impossibilità e insensatezza di divenire il campo profughi privilegiato e ambìto dell'intero bacino mediterraneo in fiamme.
L'immagine può contenere: pianta, spazio all'aperto, natura e acqua
 
 

mercoledì 23 settembre 2020

La cage aux fous

Le follie della Storia 24 settembre 2015
Ogni congiuntura storica ha le sue celebrazioni e gli apologeti che le magnificano e ce le spacciano quali 'il miglior mondo possibile' dove vivere e gioire ad onta delle evidenze di disordine e affanno e facili predizioni nere.
E, stamattina, Francesco Merlo, a 'Prima pagina', magnificava i colori primari: il bianco e il nero, e parlava di Obama e di Francesco, il papa bianco e il papa nero: i due 'migranti' di successo di un mondo che si vuole che vada verso il melting pot globale, - costi quel che ci costa e incuranti, gli attuali s-governanti, del caos che ne consegue in cronaca e delle distruzioni identitarie e 'guerre di civiltà' che provocano/cheranno queste ondate di tsunami di popoli in fuga dalle loro storie e patrie.
E, appassionato di storia come sono, ascoltavo, ieri, i resoconti tragicissimi dei primi due decenni del secolo appena scorso durante i quali, tra gli intellettuali e gli artisti e le 'avanguardie', trionfava il verbo mortifero di: 'Alla guerra! Alla guerra!' - cachinno stolido e insensato che esprimeva il disprezzo di quelli intellettuali un filo suonati (Marinetti, Papini) verso il relativo benessere che connotava gli ultimi decenni dell'Ottocento e l'utopia prossima delle 'magnifiche sorti e progressive' che conseguiva alle invenzioni e scoperte (i lampioni a gas, l'acqua nelle case) che avevano migliorato la vita di (quasi) tutti.
E pare davvero che non via sia argine e freno possibile alla demenza dei popoli e dei loro s-governanti nella Storia quando iniziano gli scatenamenti mortiferi che nessun apprendista stregone (nemmeno Renzi, nemmeno la Merkel) sa come fermare. 'Non sanno come fermare quegli spiriti che essi stessi hanno evocato.' si scrive nel Faust, l'apprendista-stregone per antomasia.
Così tocca osservare, desolati e avviliti per la Storia che non è mai maestra di vita, quest'altra catastrofe annunciata dei milioni di nuovi barbari in marcia verso il centro del fragilissimo impero europeo che, come quello Romano in decadenza, va vistosamente perdendo pezzi - e gli stanchi senatori, ieri come oggi, hanno rinunciato a difendere i confini e nessun Gaio Mario e Cesare è alle viste che sappia condurre le legioni alla vittoria.
E il rischio è che si ricostituisca, invece, l'impero Ottomano defunto agli inizi del Novecento, - che già spedisce le sue orde pacifiche e dolenti (pacifiche?) a centinaia di migliaia verso il cuore dell'Europa e crea le teste di ponte di una futura rivalsa e scardinamento dall'interno: con le azioni mirate dei commandos terroristici 'in franchising' su internet. Mala tempora currunt. Chi vivrà vedrà.

martedì 22 settembre 2020

Quei segreti dietro le nuvole



'I segreti li tengono gli angeli', diceva una allegra canzonetta di qualche decennio fa, 'li nascondono dietro le nuvole', e fin qui va bene: se restano celati si evita di far brutta figura - come accade ai residui seguaci di Zingaretti e varia compagnia s-governante, che si danno pacche sulle spalle e dicono 'abbiamo vinto'. Vedere la foto più sotto per capire come sono ridotti i loro neuroni e relative sinapsi, poverini, e quanto poco basta a ri-motivarli per il resto della legislatura.
Ma la canzoncina ammoniva anche che: 'Ma se il cielo sereno, sereno sarà / i segreti chi mai li terrà.'
Già. A chi lo affidiamo il segreto di Pulcinella degli Zingarorenziani (popolo stanziale e con strani costumi sociali) che l'onda sovranista ha cambiato segno ma non numeri - e se la Lega è in pausa cresce al suo posto la Meloni, grintosa ed efficace e sempre pungente e ficcante nelle sue risposte?
E come gliela spieghiamo quest'altra evidenza: che una campagna elettorale perfetta di un candidato degnissimo e, forse, il migliore che potessero schierare, a Venezia ha evidenziato che gli zingarorenziani sono un pugno di sopravvissuti alle tragedie amministrative cacciarian-orsoniane (il ponte di Calatrava, la corruzione intorno al Mo.se) e che perfino un Brugnaro, da nessuno amato e 'impresentabile', è riuscito nell'impresa di farsi rieleggere al primo turno con un sonoro 54 per cento di consensi, esclusa la ridotta pellirossa del centro storico delle case abbandonate dai residenti e date in lucrosa locazione turistica agli odiati turisti?
E sarà una vittoria aver tenuto in Toscana e in Emilia, terre rosse da millenni e che già averle dette contendibili dalla destra al 40 per cento dei consensi dovrebbe suonare come una bestemmia?
Ma, si sa, 'chi si accontenta gode' e chi siamo noi per volere il male di quei poverini che si danno pacche sulle spalle e si illudono che le fatiche di Sisifo dello s-governo prossimo venturo siano terminate e torni 'il sol dell'avvenir'?
Auguratevi che durino le nuvole, cari, che nascondono il vostro fragile segreto finché non si è diradato il fumo della battaglia e potremo contare i morti e i feriti sui campi di battaglia.🙄

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