domenica 26 aprile 2015

Correva l'anno

Conforta il sapere che i valori universali della Rivoluzione francese e i 'diritti dell'uomo' sono così diffusi e condivisi e che vi è, in giro per il 'web' (straordinario Nuovo Mondo dove si mescolano i saluti del mattino, gli 'emoticons' e le nuove foto del profilo facebook con gli oroscopi, misti con le profonde considerazioni in cento battute sul brutto e il bello del mondo e su quanto dovremmo essere più caritatevoli verso tutti, gli animali in primis), vi è in giro, dicevo, tanta gente che ha a caro l'uguaglianza e la fraternità commista con la libertà.
Segno che i secoli della civiltà occidentale - che pure si sono riempiti di morti a migliaia, nel corso di due guerre mondiali, e distruzioni delle storiche città e le macerie e la fame – non sono passati invano.
E oggi ci apprestiamo ad aprire al mondo tutto, - un mondo globalmente 'rotto' e letteralmente 'a pezzi' - la nostra cittadinanza europea e la relativa ricchezza prodotta e accumulata in sessanta anni di faticosa rinascita e ad accogliere con animo lieto e sereno e braccia aperte tutti, ma proprio tutti-tutti, i milioni di affamati, rifugiati e speranzosi di una vita migliore che ci vengono da un intero continente e dalla cintura dei paesi che affacciano sul Mediterraneo: Palestina e Siria in primis.
Ce la faremo?
La domandona è rivolta, in primis, a tutti coloro che si dicono disposti a sacrificare ricchezza e sicurezza delle nostre città e case e persone e sono disposti a 'stringersi a coorte' (letteralmente: 15 persone per metro quadro nelle città, fra qualche mese o anno) con tutti quei poveretti e sciagurati che si ammassano sulle coste africane e si provano nel grande azzardo dei 'boat-people': di violare le frontiere della fortezza-Europa.
E David Cameron non li vuole, i rifugiati che raccoglieremo, seppure si è degnato di promettere una nave e qualche spicciolo per la missione Triton, e dovremo stiparli noi, italici pietosissimi, lungo l'affollatissima penisola - e già il governo manda a dire ai sindaci e ai governatori riottosi che procederà a sequestri e requisizioni per l'allestimento del campo-profughi diffuso che diventerà il Belpaese da qui a qualche anno. E pazienza per lo sviluppo economico che ritarderà ulteriormente e per i tagli alla spesa che conseguiranno alle necessità di garantire una fetta di 'welfare' ai nostri ospiti rifugiati – l'assistenza sanitaria in primis.
E se, nel frattempo, leggeremo sui giornali e ascolteremo in tivù di qualche altra decina di 'foreign fighters' jiahdisti che nascondono arsenali e preparano attentati alle chiese o ai musei o alle redazioni degli storici giornali della mitica 'libertà di stampa' ce ne faremo una ragione e sopporteremo con stoica e rivoluzionaria pazienza che i nostri ospiti così liberalmente accolti e sfamati e resi 'cittadini' maturino e crescano in coscienza civica e integrazione e un Nuovo Rinascimento globale si avvii e ci mostri, finalmente! che le 'magnifiche sorti e progressive' sono ancora possibili e realizzabili in un mondo globale.
Correva l'anno....


giovedì 23 aprile 2015

Comparate, gente, comparate


Siamo un po' tutti 'ondivaghi' e abbiamo reazioni 'di pancia', come ci rimprovera il nostro premier.
E tuttavia anche la pancia ha un suo ruolo e funzione nell'equilibrio del corpo sociale e trascurarne i segnali e i rumoreggiamenti e i tuoni può portare a pericolosi blocchi intestinali, vivamente sconsigliati dai medici, e/o a fulminanti diarree, - come accade in Sudafrica, dove l'esercito è nelle strade per contrastare i pogroms e le mattanze degli immigrati indesiderati.
E nel web, nei giorni scorsi, rumoreggiamenti e tuoni l'han fatta da padroni, da una parte e dall'altra delle opposte voci e fazioni: echi dei drammi dei migranti ai quali dovremo 'fare il callo' perché torneranno presto in cronaca e non basteranno le intenzioni pie dei governanti europei chiamati a tamponare l'ennesima emergenza ad impedirli.
Ed è appena il caso di notare che l'ultimo di questi drammi ha come protagonista assoluto e solo responsabile uno scafista ubriaco e pieno del fumo degli spinelli che si faceva in navigazione e che il peschereccio che guidava si è inabissato dopo aver ripetutamente urtato la nave che li soccorreva e per la reazione di paura della moltitudine a bordo che si è spostata da un lato come un sol uomo.
Non sarebbe male che gli esagitati che si stracciano le vesti e dicono l'Europa e gli europei cinici e insensibili considerassero i fatti con la necessaria freddezza e tenessero a freno i 'rumors' della loro pancia indignata e tanto, tanto sensibile, povera cara.
E dovremmo, invece, considerare e confrontare freddamente i fatti e i numeri e le opzioni – queste ultime, sopratutto, per poterle dire praticabili e verosimili e probabili, ma non sembra che dalle dichiarazioni dei governanti fin qua e dalla lettura degli articoli dei giornali di tutta Europa vengano indicazioni rassicuranti e convincenti per dire il dramma dei migranti governabile e capaci noi, paesi europei, di assorbire l'urto delle centinaia di migliaia di speranzosi arrembanti sulle nostre coste e violatori pervicaci delle nostre frontiere-colabrodo.
E se i numeri resteranno questi, degli ultimi venti mesi, dubito che questa massa di persone la vedremo regolarmente assunta dalle imprese europee in deficit di occupazione – come afferma un baldanzoso economista francese di grido. Vedremo, piuttosto, moltiplicarsi il mendicismo per le strade e le piazze e salire le cifre percentuali degli ospiti delle patrie galere che già scoppiano (e l'Europa ci multa) - ed è questo il confronto freddo e razionale che si dovrebbe fare e mostrarne i risultati nel corso degli appassionati dibattiti e dirlo politicamente e socialmente gestibile e provare a convincere quei tali, a noi opposti, che non ne vogliono sapere di incrementare il disordine sociale diffuso e il brutto mostrarsi di certuni quartieri delle nostre città equiparabili alla desolazione dei mitici 'bronx' degli anni andati.
E siamo già tutti dimentichi, noi ondivaghi radio e tele ascoltatori, che, prima di quest'ultimo naufragio che ci ha commosso, eravamo orripilati e sconvolti da quest'altra notizia di maledetto naufragio: di dodici migranti di fede cattolica spinti fuori bordo dai loro fratelli sciagurati di fede mussulmana che già ci prefigurano i 'foreign fighters' assassini e 'jihadisti' delle prossime generazioni.
Comparate, gente, comparate, poiché mala tempora currunt.

martedì 21 aprile 2015

L'orrore

'L'orrore, l'orrore.' rantola Kurtz, prima di morire, nel romanzo di Conrad 'Cuore di tenebra'. E 'Orrore, orrore.' titolano i giornali di tutta Europa e del mondo di fronte alla tragedia del naufragio che dice (e vieppiù dirà) il Mediterraneo tomba collettiva di migliaia di morti. E morta, con essi, la speranza di un futuro migliore e la pietà.
Pietà l'è morta perché in guerra è sentimento infingardo e stupido e insensato - e se provi pietà per il tuo nemico al fronte butta il fucile e diserta e straccia la divisa e fuggi altrove oppure accetta il tuo destino di un nome su una lapide e sulle croci nei cimiteri di guerra a monito delle insensatezze e follie dell'umanità tutta.
E che sia una guerra quella che si combatte sul fronte liquido del Mediterraneo tra i milioni di aspiranti immigrati che si ammassano sulle coste africane - preda di mafie e terrorismi che la nostra indecisione di occidentali a intervenire alimenta – è di un'evidenza palmare. E l'hanno vinta loro e persa noi, occidentali figli e nipoti di quel colonialismo assassino che ha ridotto l'Africa a un continente di morte e guerre tribali e religiose che oggi si trasferiscono, - terribile nemesi storica - sul suolo europeo, e 'i migranti' sono le palle di fuoco lanciate colle catapulte dei barconi dentro la cittadella-Europa chiusa a riccio a protezione di una sua fragile e residua ricchezza che sfamerà i suoi nuovi poveri, ma ridurrà sul lastrico l'Unione e azzererà il suo mitico 'welfare', se l'invasione non verrà fermata in qualche modo.
E non pare che ci sia troppa differenza di sostanza tra chi invoca un intervento corposo e forte dell'Europa (che non verrà) e indica la distruzione manu militari dei 'barconi' e dei gommoni sulle coste libiche quale via radicale per risolvere il problema e chi semplicemente ritirerebbe la Marina e la Guardia Costiera, lasciando al Mediterraneo il lavoro sporco di chiudere la sua tomba liquida sopra migliaia di altri morti finché la massa dei migranti non capisca che il rischio della vita non vale la candela e la fiammella della speranza di 'farcela' e incistarsi in una qualche città dell'Europa.
E vale, in ogni, caso, la considerazione che l'importazione pietosamente insensata di una tale massa di persone e di popoli e tribù religiose in rotta con le loro storie di origine significa importare i loro conflitti latenti nel cuore delle democrazie europee – come hanno largamente dimostrato i 'foreign fighters', cittadini di seconda e terza generazione di immigrati, nel corso dei tragici fatti di Parigi e Copenhagen, e le ricorrenti 'rivolte delle banlieues' dove si ammassano le nuove povertà e sono autentiche polveriere di un futuro di guerre intestine.

sabato 18 aprile 2015

Il Mondo Nuovo della fantasia e dell'Arte

E' gioioso l'approccio iniziale che si ha con quel Grande Vecchio che è Martial Raysse. Grande Vecchio perché ancora bambino dentro e capace di magie e laboriose fantasie che sintetizzano artisticamente il mondo intero e ne correggono i molti aspetti grotteschi e mortiferi e lo trasfigurano e rivitalizzano.
Un artista, Raysse, che non conoscevo affatto, nel vasto panorama dell'Arte contemporanea, e già il fatto che abbia scelto di vivere in Dordogna, come si legge nella sua biografia, aggiunge gioia a gioia. Perché ti fa venire in mente il gran naso dello spadaccino innamorato di Bergerac - quello de: '...e giusto al fin della licenza io tocco.' - e il fluire di quel fiume dolce che da il nome alla regione, sulle cui sponde affacciano e si specchiano i meravigliosi villaggi della 'douce France' dei nostri sogni di una vita altra e diversa, delle molte che abbiamo immaginato e ci sono sfuggite tra le dita.
E già all'ingresso, nella corte interna del palazzo che ospita la sua mostra ( M.a.r.t.i.a.l R.a.y.s.s.e - Palazzo Grassi – Venezia), ti aggiri tra le teche di un immaginario museo della Conoscenza e della Fantasia dove le statuette di antichi satiri e deità si confondono con i funghetti colorati e le capre e i contadini-ushabti che menano una strana carriola, e con gli altri sogni infantili buffi e grotteschi e le fiabe trasposte in sculture arcane di un Bimbo Meraviglioso capace di proporsi quale Fautore del Mondo Nuovo che tutti abbiamo inseguito da bambini, ma è durato poco, ahinoi e solo ne serbiamo brandelli e sfilacci nella memoria.
E ti colpisce quella statuetta di un tale che cerca di uscire dalla sua scatola angusta aperta a fatica - e dentro si mostra la luce di un inferno da cui cerca di scappare, ma fuori è tutto un fiorire di luce e galli-eroi ritti nelle loro piume che tirano con l'arco e bambini divini che eruttano fontane luminose.
E se un corpo nudo giace sulla pira della sua vita sofferta - che sembra un eroe troiano a cui è stata negata la meta di una Nuova Città da fondare - nella stessa teca gli fanno consolatoria compagnia i funghetti colorati della rigenerazione e trasformazione della materia e un satiro cornuto che porta sulle spalle una divinità gioiosa e un'altra bianca divinità della pace, più in là, con in testa la piccola colomba simbolica del Volo a cui tutti aspiriamo - o Resurrezione, che verrà qualche millennio più avanti.
E sembrano davvero le teche di un museo dell'archeologia minoica, ma rivitalizzato dal Buffo della fantasia infantile che non trascura la meticolosità nella riproduzione delle sculture e statuette e oggettini correlati - e Raysse è autorevole, autorevolissimo nel coinvolgerci in quel suo mondo di fiaba e cento fiabe della Storia e delle odissee e delle eneidi e le dice vere, più vere del vero, e se il mondo fuori dal palazzo è altra cosa e più avvilente e piatto, beh è un nostro problema, di noi che artisti non siamo e la Fantasia che abbiamo avuto in dono è raggrinzita in un angolo delle nostre menti e spaventata e raggrumata – come quel grumo arboreo che si mangia il corpo di una figuretta di donna e viene in mente Dafne e Apollo e il Laurus Nobilis dalle foglie intensamente profumate....

mercoledì 15 aprile 2015

Venite parvulus

Venite parvulos
...che poi basterebbe mettere le notizie nel loro ordine logico e conseguente e allineare le notizie degli sbarchi a migliaia con quelle dei prefetti che litigano coi sindaci perché non sappiamo più dove stiparlo, questo milione di nuovi arrivi stimato e pronunciato ormai senza più pudori dagli stessi comandanti delle navi che vanno a raccoglierli a poche miglia nautiche dalle coste libiche.
E quei pietosi marinai muniti di mascherine sanitarie si beccano pure le pallottole degli scafisti che esigono la restituzione del barcone perché gli serve per i prossimi cinquecento, di quel vergognoso traffico di corpi e anime in pena che sono i nuovi barbari che ci affannano.
Ed è un intero continente e la cintura mediterranea e mediorientale in fiamme per guerra e fame che ci assedia, ma non possiamo dare adeguata accoglienza a questo popolo migrante se non trasformandoci nel più avanzato campo profughi europeo – e, in quel caso, addio alla qualità del nostro welfare e ordinato modo di vivere e sarà una continua rincorsa governativa a cosa tagliare ulteriormente e dove e in quale 'capitolo di spesa' per trovare i soldi in bilancio che servono alla pietosa e affannosa 'accoglienza'.
E l'Europa più di dirci di attenerci agli accordi di Triton - la missione navale comune - e di ritirare la nostra Marina e Guardia Costiera che dovrebbero lasciar fare a loro, di più non possono fare; e la troppa pietà italica è per davvero un oggettivo incentivo ad ammassarne altri milioni, nei prossimi mesi e anni, sulle coste africane in attesa della prossima navetta e della prossima pesca miracolosa che trasformerà il nostro paese nel più avanzato, ma non adeguatamente attrezzato, campo profughi europeo.
E, sempre per la gerarchia e l'ordine logico delle notizie, non sarebbe male rispolverare i fatti di Tor Sapienza e le tensioni e gli scontri che ci sono stati e prevedibilmente torneranno a scoppiare, lì o altrove. Perché, nel paese europeo che registra il più affollato tasso di persone conviventi per chilometro quadrato, davvero il continuare a stiparne, senza regole e progetto, non è una buona idea - e lavoro da offrire non ne abbiamo e l'integrazione è una pia illusione e vano proposito di quei generosi utopisti della sinistra 'buonista': capaci di negare l'evidenza dei fatti drammatici che ci aspettano pur di tenere alta la palma della loro ineffabile bontà.
Venite parvulus, ci racconta e ci suade Veltroni nel suo bel film. Si, ma quanti ancora? E tutti da noi - che si sta stretti stretti davvero, e la ricchezza di popolo che avevamo e il lavoro e lo svilu

martedì 14 aprile 2015

Padri crudeli

Padri crudeli
Se perfino un genocidio, quello degli armeni, passava per sconosciuto ai più e mai esistito e negato dagli assassini impunemente e con buona possibilità di 'farla franca', stiamo freschi.
Come dire che la vita umana vale davvero 'meno di zero' – e gli eventi nefasti e maledetti della Storia possono distruggere le nostre vite e mutarci in profughi erranti – vedi la Siria, che solo sei anni fa sognavo di visitare e aveva tutte le carte in regola per essere detta dalla Farnesina luogo sicuro e di scarso o nessun rischio per i visitatori.
E nel film di Fatih Akin, 'Il Padre', il protagonista, fedele di una religione tranquilla fino al momento del massacro e l'olocausto dei suoi e di interi villaggi, scaglia pietre al Cielo della sua Fede e non crede più che un Padre provvedente e amoroso vigili sulle umane formiche terrestri e le assista e ne guidi i destini e vi sia un Disegno in tutto quanto accade e ci stupisce e ci offende e ci annichila. E, nella ricerca affannosa delle due figlie che gli dicono siano scampate miracolosamente al massacro, egli stesso si fa agente del Male e ruba e picchia chi ritiene in qualche modo colpevole di tutto quanto di negativo gli accade e lo tormenta.
E la Storia nostra di esseri umani e abitanti del pianeta Terra è storia maledetta e assassina per i grandissimi numeri di morti ammazzati – e gli Olocausti e i genocidi - e sembra che davvero non sia 'magistra' di alcunché di buono, e di nessuna Provvidenza e/o 'magnifiche sorti e progressive' che sappiano aprire uno spiraglio di miglior destino e cose assennate e 'giuste' nell'andare dei decenni e dei secoli futuri.
E perfino di una religione che oggi si mostra 'buona e giusta' e pia e vittima di martirii e nuovi martiri ancora all'alba del terzo millennio, gli insegnamenti della Storia raccontano che anch'essa fu capace di ispirare gli assassini e gli orchi di ogni tempo e luogo – e citiamo la distruzione dei templi pagani e le varie e diverse 'inquisizioni' e soprusi e torture lungo i secoli crudeli della sola e unica verità rivelata, passando per la notte di san Bartolomeo e le guerre e le crociate contro gli Albigesi e i Valdesi e i Protestanti.
E, sconsolati, scagliamo anche noi, atei orfani da tempo (e per fortuna) di un qualsivoglia iddio, le pietre al Cielo e accettiamo l'idea di essere soli e stranieri in questo mondo e Storia di nequizie e di assassini improvvisati e malaccorti che 'si formano su internet' e scaricano la loro psicolabilità e l'imbecillità di un disagio sociale di figli di immigrati islamici sulla prima vittima che gli capita a tiro. Siamo tutti 'Charlie Hebdo', maledizione.


venerdì 10 aprile 2015

I diversi metodi della follia collettiva

I diversi metodi della follia collettiva
Difficile dire se la follia che ha armato la mano dell'omicida del palazzo di giustizia a Milano sia stata in qualche modo ispirata o condizionata dal tiro al bersaglio che è stato fatto in questi anni sulla magistratura (e su Equitalia e l'Amministrazione fiscale) da parte della premiata ditta Berlusconi&associati s.r.l.
Valenti giornalisti italici si misurano sulle tesi opposte e contrarie e una parte di verità si riscontra in entrambi i fronti.
L'impressione che ne abbiamo noi lettori di giornali e radio/tele ascoltatori però, è che viviamo in anni di violenza estrema – frammentata e atomizzata, certo, come le guerre limitate e 'di zona' che si combattono intorno a noi (Siria, Irak e Ucraina e i commandos dell'Isis in franchising a Parigi e Copenhagen e Tunisi che ci hanno trasformato tutti in 'Charlie Hebdo') - ma che papa Francesco ha apertamente definito 'la terza guerra mondiale' - e i suoi 'martiri cristiani' ammazzati all over the world un po' gli danno ragione.
E che l'Isis berlusconiana (oggi sconfitta e in rovinosa ritirata) che organizzava piazzate davanti al tribunale di Milano abbia prodotto e condizionato anch'essa i suoi folli assassini in franchising è tesi ardita, ma non del tutto da rigettare. C'è del metodo in ogni follia e quella del bancarottiere che si riteneva vittima della magistratura e del sistema giudiziario è metodica e organizzata quanto lo era la strategia del Berlusconi dei cavalli (pardon avvocati) di caligola fatti eleggere in parlamento e le conseguenti leggi ad personam e prescrizioni a gogò e la delegittimazione sistematica della 'magistratura comunista' che lo inquisiva.
Auspichiamo che quella stagione di follia organizzata e metodica si sia chiusa definitivamente e che le vittime di Milano costituiscano un argine invalicabile per il futuro. Un futuro di riconoscimenti e rispetti istituzionali tra politica, magistratura e semplici cittadini, ma anche di giudici più riflessivi e accorti nel redarre i loro 'dispositivi delle sentenze' – perché ancora siamo stupiti e indignati delle sentenze 'Sollecito e Amanda' e di quella che affermava che non c'è stata concussione, né prostituzione minorile da parte del Berlusconi che ci fece sbellicare e tenere la pancia al tempo della 'nipote di Mubarak' - e tutta la sua parte politica riunita in pubblico parlamento lo ratificò. Sipario.

mercoledì 8 aprile 2015

Quei semidei immortali che ci piace immaginare

Quei semidei immortali che ci piace immaginare
E non si contano i libri di 'inchiesta' su quello strano profeta d'amore e di speranza di riscatto universale e 'salvezza' che chiamiamo Gesù, che Dio lo abbia in Gloria. Libri che perseguono il vano scopo di chiarire se davvero c'è stata 'resurrezione' – con tutto l'ambaradan di conseguenze metafisiche e religiose e sociali che una tale enormità seco trascina – e converrete che non è facile dire vera un'ascensione al Cielo che contrasta con tutte le leggi della fisica dimostrate e dimostrabili.
E l'alternativa sola e credibile e verosimile agli occhi degli inquirenti era un puro e semplice trafugamento di cadavere – il più geniale crimine e gravido di conseguenze storiche che si registri nella storia dell'umanità perché ha dato alimento al mistero. E neanche gli archeologi futuri ci diranno la verità, seppure si scoprisse lo scheletro di un palestinese databile all'anno zero con ferite uguali a quelle del 'crocefisso', - considerato che le crocifissioni erano all'ordine del giorno sotto il tallone dei Romani e una quantità di sedicenti profeti e rivoltosi e ladroni tout court infestavano quei territori marginali dell'Impero.
Ed è gloria e immenso prodigio degli apostoli e martiri seguaci che hanno dato impulso straordinario al 'cristianesimo' delle origini e all'impresa titanica di farlo diventare forza propulsiva della storia europea e occidentale nei secoli a venire quello di aver predicato e detto 'verità di fede' l'ascensione al cielo del profeta crocefisso con tutto il suo corpo vivente risanato - e chissà se avrà superato la stratosfera e in quale pianeta o diversa galassia avrà stabilito il suo Regno; se lo chiese per primo Gagarin sorvolando la Terra dentro una capsula spaziale e tutto intorno a lui era solo un mare di stelle e materia oscura e raggi gamma e buchi neri: niente di paragonabile al Paradiso della leggenda religiosa, tutto luce canti angelici e fitto di santi e beati.
Ma per chi è interessato al probabile finale di questa storia e alla verosimiglianza degli eventi straordinari predicati e predetti dagli uomini di Fede e Dottrina consiglio la lettura del bel libro: 'La Fisica dell'Immortalità' di Frank J. Tipler – un 'cosmologo' un tempo ateo che si prova nell'immane impresa di dare seguito scientifico a tutti i nostri sogni di vita dopo la morte e interpretazione scientifica perfino delle più strane e controverse leggende religiose quali la Resurrezione, appunto.
'Buona lettura.', direbbe un mio amico di penna che si divertiva un mondo a mostrare quanto sia strano e 'misterioso' il mondo in cui viviamo e quanto siamo pervicaci, noi semidei terrestri, nel dirci e sognarci 'immortali'.

domenica 5 aprile 2015

Natali, pasque, resurrezioni e paradisi

E finiremo tutti per chiederci, alla fine del tunnel, che senso e significato hanno i normali auguri di 'Buona Pasqua' e Buon Natale' che ci scambiamo per strada tra conoscenti e amici - e sono, per la gran parte di noi, formule vuote che non rimandano la mente alla Nascita del Figlio e alla sua pretesa e dubbia Resurrezione, bensì un modo per segnare il trascorrere del tempo delle nostre vite tra l'equinozio di primavera e il solstizio d'inverno.
E la distanza che abbiamo tracciato con la religione di origine e appartenenza nei registri dei battesimi la vivremo come colpa, una volta che i segni e i simboli e i nomi sbiadiranno e scompariranno per far posto al 'politicamente corretto' che toglie i crocefissi dalle aule scolastiche e cambia i nomi dei santi delle strade, - come ha proposto il ministro Valls in Francia perché i mussulmani non provino disagio, poveri cocchi di mamma, loro e le loro seconde e terze generazioni di 'foreign fighters' e assaltatori di 'Charlie Hebdo'?
E riflettevo, avant'ieri, seguendo il bel film 'Liam' di Stephen Frears, su quanto siamo stati condizionati, noi figli di cattolici praticanti e/o ospiti di collegi di preti o suore, da tutto il leggendario e l'immaginario di Cristi, Santi e Madonne che incombevano minacciosi o suadenti e bonari sulle nostre teste dagli altari e le nicchie delle chiese - e quanta fatica abbiamo fatto per districare il grano dal loglio di tutto quel laborioso leggendario molto kitsch di martirii e tormenti e inferni e paradisi promessi e minacciati e oggi siamo, invece, alle prese con il 'mammaliturchi' di un allah e di un profeta che ritornano in auge con tutto l'armamentario di guerre e minacce all'integrità dell'Occidente e alla sua cultura e tradizione e valori.
Ma non era meglio 'morire da piccoli' e/o fermare la storia del mondo alla rivoluzione russa e al sano ateismo che propugnava contro l'imbecillità e le macerie che seco trascina ogni 'oppio dei popoli' se non duramente contrastato?
Dite che proprio non ci sta ed è un po' un 'cavolo a merenda' un bel: 'Buona Pasqua', in finale di articolo?

sabato 4 aprile 2015

Delle antiche spade

Due opposte tesi si scontrano oggi sui giornali – e sono i morti del Kenia, i 'nuovi martiri' cristiani, ad armare le penne e le tastiere dei valenti giornalisti e a produrre i 'j'accuse' e, di contro, la strenua difesa dello storico 'porgere l'altra guancia' al nemico che ti percuote e uccide e decapita e perdonare 'sette volte sette'.
Però è anche vero che c'è stato, nella Storia, un cattolicesimo militante e arrembante e arrogante che ha distrutto e raso al suolo i meravigliosi templi pagani e le splendide statue crisoelefantine di Giove e Atena e Nettuno e gli altri dei olimpici, inclusa la disarmata Venere, dea dell'Amore carnale fieramente avversato dai sessuofobi catecumeni convertiti alla castità.
E, al pari dei fanatici islamici che hanno distrutto le statue nel museo di Mossul e i colossali Budda addossati alle montagne scampati alla rovina del Tempo, quei 'cristiani' fanatici e folli di fede nel loro nuovo dio hanno lavorato davvero bene e cancellato ogni cosa di quell'epopea artistica e religiosa 'pagana' che solo i magnifici poemi di Omero ci ricordano e gli scavi e le scoperte degli archeologi che vediamo poi nei musei di tutto il mondo.
E citeremo Ipazia, la filosofa pagana accecata e martirizzata dai fanatici di un cristianesimo ormai dominante e aggressivo nell'imporre il suo credo per dire che le religioni monoteiste contengono in sé, nel loro dna genetico, il virus maledetto della 'verità rivelata' e sola e indiscutibile che ha causato le migliaia di morti di ieri e di oggi - e non si scorge una luce in fondo a quel tunnel orrendo dell'oppio dei popoli che ci propone un Medioevo di ritorno all'inizio del terzo millennio di un'umanità che aspirava alle 'magnifiche sorti e progressive'.
Ma volentieri accettiamo l'idea che tutto è mutato e i postmoderni cattolici sono oggi miti agnelli belanti e non più fondamentalisti come gli assassini islamici (?) - mi si perdoni l'interrogativo del dubbio, dopo tante prove offerte, nella storia della Repubblica italiana, di 'fideismo' cieco e militante e le intromissioni indebite e i condizionamenti nelle leggi dello stato (ultima l'orrenda 'legge 40' sulla fecondazione assistita) - e le 'democrazie cristiane' e partiti satelliti creati ad arte per condizionare la vita di uno stato laico lungo i cinquant'anni di faticose battaglie di laicità.

venerdì 3 aprile 2015

Quel peggio che mai non muore

Quel peggio che mai non muore
Chissà se esiste una qualche relazione provata tra l'eccesso di libertà di cui soffriamo, e che favorisce la proliferazione di bulli/e e bullismi adolescenziali in cronaca, e la quantità spaventosa di gente che, dall'occidente delle origini o di recente cittadinanza, va ad arruolarsi nell'Isis: felici di misurarsi con coltelli sacrificali, decollazioni di innocenti e kalashnikov e lanciarazzi.
Come dire che l'abdicazione, nei paesi occidentali, al giusto e necessario esercizio di autorità e severo rispetto delle regole sociali convenute ha quale sua 'legge del contrappasso', nella società globale e multietnica, l'approdo imprevisto sulle rive di una follia collettiva che ci punisce e ci rimprovera la colpa di esseri stati cattivi genitori e non aver coltivato ed educato ai giusti 'valori' i fragili pargoli e psicolabili.
E l'islam radicale e terrorista è la Geenna dei peggiori misfatti – l'ultimo ci viene oggi dal Kenia e ci impaura per la rete di complicità che rivela e che hanno reso possibile il massacro dei diversi di fede.
E, forse, dovremmo riconsiderare alla svelta i nostri metodi educativi ispirati ad una mitica e malintesa 'libertà' (troppo spesso scambiata con 'il caxxo che ci pare') e i genitori di oggi farsi un severissimo esame di coscienza e convenire con il ministro dell'istruzione che non si può continuare nella distruttiva faida tra genitori e insegnanti – i primi impegnati a delegittimare e minacciare i secondi di 'fargli causa' e intimidirli al punto da scoraggiarne l'azione educatrice.
E il lettore dei giornali di 'Prima pagina' di stamane, il vice direttore de 'L'Avvenire' (il giornale dei vescovi, lo si dice), nelle sue risposte ai radio-ascoltatori adombrava l'ipotesi che, visto che siamo detti 'crociati' dagli islamo-terroristi, forse sarebbe il caso di levare più alto il vessillo dei valori cristiani e sostenerli – magari 'in hoc signo vinces', chissà, in tanto Medioevo di ritorno non si sa mai e magari irregimenteremo alla bisogna i pargoli-nepoti e li addestreremo alla nuova Lepanto; chi vivrà vedrà, il peggio non è mai morto, estote parati (e chi più ne ha più ne metta).