martedì 28 giugno 2022

I libri di Storia e le fake news.

 I libri di Storia e le fake news.

Si sente il bisogno di una parola chiara, in questa temperie culturale del terzo millennio in cui gli spudorati produttori di fake news e i propugnatori del pensiero unico globalista e occidentalista della stampa e delle televisioni mainstream denunciano in tivù i loro opposti di distrazione e falsificazione su internet e sui social media, la loro bestia nera.
Della serie: 'Ma da che pulpito ci viene la predica!'
Una parola chiara che ci dicesse, con l'autorevolezza dei testi scolastici d'antan, quelli di Storia in particolare, come davvero si è svolta la 'guerra di Ucraina' (correva l'anno...) e quali effettivi misfatti vi sono stati commessi da ambe le parti - perché le narrazioni di guerra che ci vengono dai presenti reporters televisivi sono largamente inaffidabili e talmente partigiane da muovere i sorrisi di compatimento.
Leggere, finalmente, qualcosa come, sul Bignami: 'Napoleone perse la battaglia di Waterloo e fu l'inizio della sua fine.' 'Ei fu siccome immobile'.
E passi che, a ben leggere e studiare, la famosa battaglia fu combattuta nei pressi del villaggio di Mont saint Jean e Waterloo si trova a chilometri di distanza. https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Waterloo
Una certa dose di 'fake news' d'annata e/o approssimazioni dobbiamo accreditarla anche sui testi scolastici e 'Dio salvi i professori di Storia' e il professor Barbero perché le inesattezze sono sempre dietro l'angolo - e su quelle fondano le loro narrazioni colpevoli i cosiddetti 'negazionisti'.
Viva, viva Wikipedia (e contribuite alla sua sopravvivenza con le doverose donazioni).
Ecco, un giorno, speriamo non lontano, la presente cronaca della 'guerra di Ucraina' si farà Storia, inappellabile e indiscutibile, e sui testi scolastici leggeremo, (forse, chissà): 'La Nato fu pesantemente sconfitta nella sua guerra per procura in Ucraina e l'ordine occidentale e l'impero economico Europa-America conobbe il declino che è sotto i nostri occhi.'
Nella segreta speranza di non dovervi leggere oltre: 'La guerra della Nato contro la Russia si combatté, per la prima volta, con l'uso devastante delle testate termonucleari che distrussero le principali metropoli europee e americane e le principali città russe e cinesi.'
('...quel giorno più non vi leggemmo avante.' Dante - Inferno)
Correva l'anno...

Lenzuola strappate.


Il lenzuolo liso e gli strappi annunciati - 29giugno 2016

Non ho personali problemi con la globalizzazione. In questa città è esplosa da parecchi decenni sotto asfittica e, per certi aspetti, miserevole veste turistica e, noi veneziani, conviviamo imprecando con gli sciami, le greggi e la Babele delle lingue rassegnati alle cifre del numeratore che – nella farmacia di campo san Bortolo – mostra il quotidiano esodo di chi scappa dalla città e chissà dove si rifugia, - dato che Mestre ha l'aspetto di un'altra Babele, ma più cupa e simile alla Sarajevo di prima della deflagrazione del conflitto etnico e tribale della ex Jugoslavia.
Ho ('avevo' e vi spiegherò più avanti perché il verbo è, di recente, andato al passato) dei problemi, invece, ad accettare che tutti gli appartenenti alla schiera dei 'buonisti' - di ogni genere e tipo: dai pii e mistici seguaci di Francesco ai tragici seguaci di Renzi e dell'imbelle Juncker per finire cogli sventati e incurabili 'no borders' – tutti i 'buonisti', dicevo, ci facessero la morale e si impancassero a Soloni del solo ed unico verbo coniugabile ed accettabile (a loro modestissimo avviso) in questi tristi anni di tempesta terroristica globale, di quartieri islamici delle grandi metropoli europee che sono grembo e sicuro rifugio di 'radicalizzati sul web' e 'foreign fighters' - e sono le 'Londonstan' e le 'Belgistan' e le 'Parigistan' (ma anche Chies d'Alpago - Bl) che hanno, infine, causato il terremoto della 'Brexit' e, forse, chissà, l'inizio del tracollo di quest'Europa malissimo governata e che non sa più a che santo votarsi per 'tirare a campare'.
E tocca a noi cattivisti/realisti, oggi che la Brexit li scompiglia, li terrorizza, li affanna ed angoscia (e hanno torto ancora una volta sul merito), chiedere ai 'buonisti' di ogni categoria ed appartenenza di 'cambiare registro' e rivedere i meccanismi neuronici dei loro pensieri sbagliati e così gravidi delle tragedie europee legate ai troppi migranti che abbiamo accolto - senza troppo preoccuparci di sapere se potevamo integrarli, se c'era lavoro per tutti (le famigerate 'banlieues' sono sacche di disoccupazione e 'disagio sociale' da decenni) – e la sola litania stolida che ascoltavamo erano i dati disaggregati, e perciò menzogneri, sui migranti che riempiono i buchi demografici della vecchia Europa e quelli dell'Inps, perché, tanto, recita le leggenda metropolitana buonista, poi se ne ritornano al paese e ci lasciano il gruzzoletto. Non sarebbe male se qualche serio ricercatore universitario facesse una puntuale ricerca sul merito di quest'ultima cosa e riaggregasse i dati e rivedesse le proiezioni che, sono facile profeta, porterebbero a conclusioni diversissime.
Ecco, vi ho spiegato il perché di quel verbo al passato, oggi che uno squarcio drammatico sul liso lenzuolo di un'Europa - che, da decenni, traccheggiava e boccheggiava in cronaca, mostrandoci le visioni oscene della 'giungla di Calais' e quelle di Ventimiglia, e le stazioni europee e i treni presi d'assalto dai nuovi barbari, e tutti quei morti sulle strade di Parigi e Bruxelles e la libertà di stampa e di pensiero assassinata nella redazione di 'Charlie Hebdo – quel lenzuolo liso, e che continuerà a strapparsi, ha rivelato che nessun governo della questione immigratoria c'è stato e ci sarà a breve e sarà un compito immane di coloro che sostituiranno i presenti s-governanti riuscire a dare un senso ai numeri degli ingressi futuri e alla loro compatibilità sociale ed economica e ai conflitti annunciati.
Ma il futuro ricomincia sempre e 'ne vedremo delle belle' e di tragiche, ahinoi, perché i guasti e i nefasti futuri mostrano la loro maledetta nemesi proprio su quegli strappi al lenzuolo liso di cui sopra.
E c'è ancora chi si sorprende del cambiamento di sponda politica di gente che 'votava a sinistra da una vita' e che ha pazientato per decenni come Giobbe e le sue piaghe immedicabili, sperando in un ravvedimento operoso di quegli inutili deputati europei che oggi si provano a riempire i vuoti lasciati dagli inglesi negli scranni dell'europarlamento. Sipario.

lunedì 27 giugno 2022

Rivoluzioni e guerre.

 

Ridateci gli Absburgo - 28 giugno 2015

Non ho mai amato i sedicenti 'rivoluzionari'. Sarà perché ho in uggia tutti quei loro discorsi sul mondo che non va come dovrebbe (ma gli Absburgo felicemente regnavano su un impero superbo, prima che Gavrilo Prinzip sparasse all'Arciduca) e, a sentir loro, il popolo - i contadini, in ispecie - odiavano i loro governanti e le maledette tasse e sognavano 'l'unità d'Italia'. Fanfaluche.
Ed eccoli, in effetti, sulla fatidica spiaggia campana che: 'Eran trecento, eran giovani e forti...' e morirono come mosche, stupidamente, con i contadini che li cacciavano spaventati e avvertirono le guardie - e i Borboni si fregavano le mani per questa dimostrazione di insipienza 'rivoluzionaria' e stupidità risorgimentale.
E di quel suonato del Gavrilo serbo che dire, se non che ha dato la stura a tutto il peggio del caos umano e politico in Europa negli anni seguenti, come la tempestosa sacca dei venti di Eolo regalata ad Ulisse - e scoppiò una guerra da nessuno prevista in quella forma e dimensione atrocissima?
E non pare che la presente atomizzazione dei moderni stati europei associati sia migliore del governo degli Absburgo - leggendario quanto ad efficienze amministrative e di 'buongoverno'.
E perfino Garibaldi, dall'alto della sua statua equestre - nel bel film di Soldini – scuote la testa e dice: 'Se sapevo che ne usciva un tal popolo di dementi, vi lasciavo agli Austriaci'.
Strana Commemorazione quella di questi giorni: di milioni di morti ammazzati sui campi di battaglia e musei a cielo aperto delle stramaledette e folli trincee sulle nostre Alpi e 'cimiteri di guerra' rigurgitanti di croci e di nomi di gente che non ha fatto la Storia, bensì ne è stata trangugiata e cannibalizzata e sognava solo di tornarsene a casa anche ferito, anche mutilato, ma vivo.
Filmografia essenziale: - 'Il comandante e la cicogna' di Soldini - 'Uomini contro' di F. Rosi - 'Allonsanfan' e 'San Michele aveva un Gallo' dei fratelli Taviani

 

Poropompompompompom.

 

Siam pronti alla morte. (Ma andate avanti voi...)

Mi ha provocato un moto di tenerezza, uscire stamattina e assistere all'alzabandiera dei ragazzetti/e della vicina colonia alpina. Tutti sull'attenti in posa militaresca e sguardo fiero, tipo 'film di Pupi Avati' - e il vetusto inno patriottico che snocciolava le sue improbabili proposizioni che: '...siam pronti alla morte'. ('Ma fate davvero?', chioserebbe una mia amica.) E quell'altra al seguito che: 'l'Italia chiamò'. Si?
Chiama l'Italia di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta (non donna di province, ma bordello)?   Ma non ce l'avevamo di riserva un inno meno rusticano e di vecchissimo patriottismo obsoleto che solo la guerra di Ucraina ha risvegliato da un lungo sonno - una guerra combattuta per procura della NATO (residuato bellico) e con l'avvertenza tutta italiana de: 'Andate avanti voi, che a noi ci vien da piangere.'
E guardavo in viso quei ragazzetti/e e la loro serietà imposta era davvero imbarazzante e mi venivano in mente i pensieri della post modernità che si è creduta, fino a quattro mesi fa, indenne e salva da guerre e massacri, almeno in terra europea. C'è perfino un libro, di un noto scrittore/professore, 'The Game', in cui si afferma(va) che mai più si avrà in Occidente la postura bellica: 'Spada, corazza, cavallo.', perché sarà definitivamente sostituita da quella: 'sedia, tastiera, computer' delle auspicate 'magnifiche sorti e progressive' dei nostri prossimi viaggi spaziali.
E forse è proprio questo lo scandalo che ci ha fatto strappare i capelli in testa e gridare come ossessi (non tutti, per fortuna, e forse nemmeno una maggioranza di italiani): 'Io sto con l'Ucraina.' La terra europea che si è creduta indenne da guerre per il suo essersi (malamente) federata - ed essersi lasciata alle spalle i nazionalismi assassini e bellicosi (sic).
E abbiamo assunto d'emblè, e senza un briciolo di grano salis, le funeste e stupide decisioni relative alle sanzioni-boomerang - che ci impoveriscono e ci incanagliscono politicamente, senza peraltro trovare sponda in un partito che dica in chiaro in pubblico parlamento: 'No alla Nato' e 'no' alle vetuste e punitive 'scelte atlantiche' del Draghi e di quell'altro figlio dell'emergenza politica: il convertito sulla via della Farnesina, lo scissionista dello zero virgola, il parvenu che fra mesi sei si toglierà di torno e sostituirà Carneade nel noto interrogativo di don Abbondio mentre leggeva il Breviario.
Ma davvero quei ragazzetti/e avevano contezza di quello che significa 'dare la vita per la patria' o si applicava un protocollo vetusto, uno 'strano arnese' a discrezione degli istruttori, di chissà che fede ed obbedienza politica, che, a loro volta, non sanno bene che significhi 'dare la vita per la patria' (nel senso ungarettiano de: 'Si sta/ come d'autunno / sugli alberi / le foglie.), in un tempo in cui l'idea di patria è andata sciogliendosi nel melting pot universale degli arrembaggi con i barconi e le frontiere colabrodo?
Vabbè, mi son detto accelerando il passo al ritmo del 'porompompom' patriottico, forse lo fanno per via delle medaglie in gran copia che ha vinto l'Italia, (intesa come astratto e convenuto confine 'dalle Alpi alla Sicilia') in quel di Budapest.
Un puro refrain di strano orgoglio di popolo privo di senso reale che si accompagna alle cerimonie della premiazione.
Magari se sostituissimo il: '...siam pronti alla morte' con: '...siam pronti sul podio' suonerebbe meglio, isn't it?
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 4 persone, monumento e attività all'aperto

"No alla guerra e no alla Nato": in migliaia manifestano a Madrid, dove tra due giorni si apre il vertice dell'Alleanza atlantica - Il Fatto Quotidiano
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"No alla guerra e no alla Nato": in migliaia manifestano a Madrid, dove tra due giorni si apre il vertice dell'Alleanza atlantica - Il Fatto Quotidiano

domenica 26 giugno 2022

Lauda delle terre alte.

 




Lauda delle terre alte.

Io qui sono come il Kranebet, amaro d'antan che 'respira montagna'. Non lasciatevi ingannare dal nome complicato cimbro. Si tratta di 'grani amari' e macerazione di bacche di ginepro e radici alpine ed in effetti io sono come le ife dei funghi ipogei che si legano a quelle salutari radici e inter scambiano gli zuccheri, nell'immenso tessuto sotterraneo delle ramificazioni diverse che cuciono la varia superficie terrosa dei monti - e respiro a fondo le fragranze di ogni erba e dei rami resinosi e di ogni arbusto del sottobosco nel fresco mattino che ognora mi illude (oh Ermione) dell'eterno ciclo vitale.
Pagato lo scotto alla poesia dell'ambiente naturale che commuove e sommuove le emozioni profonde dei corpi e delle anime vi è da dire che le terre alte sono l'epitome del buon vivere e sano (in alto i cuori) e, di questi tempi di siccità e acque avare e fiumi in secca, avere nelle orecchie il costante crosciare delle molecole d'acqua sui sassi del letto del torrente che transita qui sotto offre l'illusione che il mondo sia ancora saldamente sostenuto sui suoi cardini e nessuna pandemia e/o guerra di Ucraina ci sconvolge e il nominarsi nei tiggi dei politici di ogni risma e ridicolo partito/ucolo neonato ci pare litania sciocca di un mondo a parte (a world a part), - un mondo di marziani e mefitici venusiani che presto si imbarcheranno sulle loro astronavi aliene e libereranno l'orizzonte degli eventi dalla loro malefica e asfissiante presenza (tié!).
E se gli avi valligiani uscissero dalle tombe fiorite e si aggirassero non visti nei paesi nuovi e nei meandri delle frazioni più alte e nascoste dal folto dei larici e dei faggi sarebbero fieri dei bis nipoti loro e degli architetti sapienti che quelle case hanno restaurato egregiamente, mantenendone l'antico aspetto dei bellissimi fienili (i 'tabià') e salvandone l'anima (il genius loci) con l'uso accorto delle assi di legno variamente colorate che rimandano all'antico e lo sfidano.
E questa valle era detta la valle della miseria dei valligiani mangiatori di sola polenta e che morivano nei manicomi di pellagra - e Sebastiano Vassalli, nel suo romanzo 'Marco e Mattio' ci descrive il canto triste e straziante che si levava, al tempo dei francesi occupanti, nella piazza di Belluno, di fronte al palazzo del podestà, dalla folla degli occupanti che protestavano invano per la fame atavica che provocava le allucinazioni di un banchetto pantagruelico che trasformava l'intero panorama dei monti in cibo:
'Se il mar fusse de tocio e i monti de po'enta, oh mama che tociade, po'enta e baca'à...'

Incontrerai l'uomo/la donna dei tuoi sogni.

 27 giugno 2014

E il potente affresco di Allen su: 'Incontrerai l'uomo (o la donna) dei tuoi sogni' dimostra l'azzardo della metafora perché non esiste una donna (o uomo) 'da sogno' e perfino Nausicaa - pare abbia confidato Odisseo a un amico, prima di morire -, era un filo balbuziente, pur nella sfolgorante bellezza e nobiltà dei patri lombi e, a volte, le puzzava il fiato perché era ghiotta di interiora di pesce-palla cotte sulla brace. E Achille era un brutalone e, a letto, la cosa si concludeva in una mezz'oretta scarsa e svogliata e con scarsi e rudi preliminari.
E, ne converrete, anche i sogni fanno spesso cilecca e sono strambi e bizzarri e menzogneri - ne sono prova le troppe battaglie perdute di condottieri a cui un sogno aveva predetto la disfatta dell'armata nemica.
E la verità è che la vita non è sogno e 'una vita da sogno' ce la sogniamo solo di notte e sfuma nelle nebbie mattutine col profumo del caffè, ma chissà se la vivremmo di giorno con tutte le buffe varianti e le occulte simbologie che ci rimanda l'inconscio.
Meglio, molto meglio, incontrare l'uomo e la donna delle approssimazioni e degli aggiustamenti progressivi e delle rivelazioni ' a posteriori': di tenerezze e allegrie che 'neanche ce la sognavamo' e bella/o dentro oltre che fuori e con negli occhi il fiore di un amore sognato, si, ma da condividere qui e ora 'nella buona e nella cattiva sorte' ; e i sogni e le iperboli oniriche lasciamoli agli indovini e agli azzardi degli psicanalisti, - che per una che ne imbroccano vivono di rendita il resto dei loro giorni e hanno postuma fama di studiosi e scienziati.
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sabato 25 giugno 2022

Quando c'era lui, cari voi...

 



 

Migranti avvisati mezzo salvati.  - 26 giugno 2018
Quando si dice 'fake new'. La Fornero (si, proprio lei), intervistata, afferma che: '...non si può continuare ad alimentare la paura, la rabbia e il risentimento.' Ed è espressione riferita all'operato dell'asso pigliatutto Salvini Matteo, in arte attivissimo ministro dell'interno della repubblica e bestia nera delle o.n.g taxi del mare.
E, in realtà, a me pare che Salvini alimenti nel paese un entusiasmo sfrenato e liberatorio – che si traduce in una valanga di voti a favore del suo partito e perfino dalle roccaforti del partito democratico in Toscana e in Umbria gli viene un plauso insospettato e che asfalta i soavissimi maggiorenti di quel partito che non sanno più a che santo votarsi e quale linea politica proporre al 2,5 per cento di affiliati e votanti che ancora gli residuano in saccoccia.
Di nuovo una accoglienza senza limiti e confini, appoggiandosi a Bergoglio e alla sua curia romana – che anch'essa ha abbassato i toni, dopo il varo del governo giallo-verde, e sostiene una accoglienza accademica, di maniera, magari legale e ben gestita da quelli di Sant'Egidio, che selezionano fior da fiore dei profughi direttamente in loco e ce li portano qui in aereo belli e pronti per la cittadinanza? Non sembra che una tale linea politica riproposta senza correzioni farà risalire la china al futuro partito democratico in via di scissione ed ennesima ricostituzione – secondo la grande tradizione storica sinistra dell'atomismo sfrenato applicato alla politica.
Ma va segnalato, in tanto clamore di fake news forneriane e partiti che si sfasciano a causa delle loro folli politiche immigratorie, il fatto che è cambiata radicalmente la narrazione – e, forse, chissà, anche sulle coste libiche e nelle retrovie africane, nei luoghi di detenzione dove gli scafisti stipano i 'migranti', stanno arrivando le clamorose notizie dei taxi del mare che vagano in mare aperto senza più porti dove scaricare la loro merce.
E si spera che tali notizie avvilenti dissuadano qualche decina di migliaia di coloro dal mettersi in viaggio perché l'Europa è a numero e frontiere chiuse e il grimaldello della pietà indebita che alimentava i barconi e i naufragi e gli annegamenti non funziona più.
Migranti avvisati mezzo salvati.
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Quella gran botta del 'leave'...(I pazzi 'londoneers' che, se vincono loro, va tutto bene.)

 

In questo mondo di pazzi (e ladri di democrazia) 26 giugno 2016

Dovete immaginare una grande sala di riunione dove stanno tutti insieme, i sofferenti delle più varie patologie psichiche, così come ce l'hanno rappresentata i migliori film sulla sofferenza psichica – dall'amatissimo: 'Qualcuno volo sul nido del cuculo' per arrivare al Virzi de: 'Pazze di gioia'.
Immaginate tutti quei pazzi/e (diversamente normali, se il sostantivo vi disturba) che, in preda a una frenesia nuova e a un picco di isteria collettiva si corrono incontro e pronunciano frasi smozzicate con piglio affannoso e drammatico di cui appena intuiamo il senso:
'Non ce lo dovevano fare!' 'No, no non dovevano!!' 'Non potevano farlo, non ne avevano il diritto!' Eppure l'hanno fatto e siamo noi a pagare!!'
Ecco, adesso, con lenta ripresa dall'alto, allargate il grandangolo sui grattacieli di Londra a volo d'uccello, ma poi entrate a razzo dentro le singole case e gli uffici dove l'isteria collettiva prende forma di attività sui 'social' - come si dice oggi - e si raccolgono in poche ore migliaia di firme per indire un nuovo referendum che, secondo la limpida visione che hanno della democrazia quei sofferenti da batosta elettorale (gravissima sindrome isterica, praticamente incurabile), dovrebbe blindare una nuova maggioranza al 60 per cento di si e un minimo del 75 per cento di affluenti alle urne e votanti. Che è quanto dire aboliamo l'istituto del referendum perché 'siamo incazzati duri e questo risultato non lo vogliamo accettare' (il tormentone gridato alle finestre de: 'Quinto potere').
'Democrazia vo' cercando ch'è si cara al mio core'.
E,se avessero vinto loro, i 'remainisti', naturalmente l'istituto referendario così come è ora sarebbe stato un luminoso esempio di democrazia popolare e i rognosi 'populisti' che avessero protestato i brogli li avrebbero additati quali maledetti fascisti incapaci di accettare i limpidi verdetti della democrazia diretta.
E, con il parlamento di Westminster a maggioranza filo-Europa, c'è da aspettarsi che tutto questo frenetico agitarsi di quei sofferenti e isterici trovi sponda di proposte di legge che ne accolgano la sostanza malata e limiti l'espressione del dissenso popolare solo ai pesticidi che uccidono le api e alla caccia alla volpe con l'uso dei cani – che normalmente vanno diserti sotto al 25 per cento di affluenti.
Benvenuti in questo mondo di pazzi e ladri di democrazia che si spacciano per nuovi legislatori e ci rappresentano una democrazia blindata futura dove si voterà solo a favore di quel che vuole il governo in carica (vedi ottobre e Renzi) e, forse, chissà, riapriranno i manicomi - con gli elettrochoc e le camicie di forza per i maledetti dissidenti del 'leave': quei pensionati dell'Inghilterra profonda che 'rubano il futuro ai giovani' (sic) – come si è letto, ahinoi, sui 'social' degli isterici che non sanno darsi pace e accettare la volontà del popolo espressa a larga maggioranza - e battono forte le teste contro i muri e non vogliono prendere le pillole del 'tavor' che gli infermieri dovrebbero cacciar loro in gola a forza perché non si facciano altro male, poverini.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06/25/brexit-cera-una-volta-leuropa-unita-e-la-fine-del-sogno-in-pole-position-la-grexit-e-gli-euroscettici-gongolano/2858574/


 

venerdì 24 giugno 2022

O tempora o mores .

 La solitudine dei numeri primi.🥴 24 giugno 2021


… che, poi, rispetto ai miei tempi di fresco adolescente iper condizionato dal dettato religioso e da tutto l'immaginario alto e basso (paradisi e inferni, per intenderci) che ne derivava - e di dei nascosti e inconoscibili per ponderosa struttura teologica e definizione apodittica (Uno e Trino e dintorni) e tuttavia largamente operanti nei comportamenti nostri miserabili di esseri umani succubi e soggetti al Verbo pena il Castigo (e più non dimandare), vien da sottolineare la solitudine da numeri primi degli odierni adolescenti e giovinetti che, alla radio, intervistati sul merito di tutto quanto disposto dal ddl Zan-Vangelo nuovo del terzo millennio, si dicono serenamente lgbt+tutto il resto delle identità nuove per le quali non bastano i vecchi articoli determinativi, e l'Accademia della Crusca dovrà presto sfornarne di nuovi con l'aiuto dei Manesquin, di Fedez e la supervisione critica di Renato Zero e Platinette.
E quanto ingenua e miserabilmente semplice e 'terrestre' mi appare oggi la confessione timorosa che facevo, tredicenne, al feroce confessore dall'alito pesante dei 'trepateravegloria' a quei tempi di ormoni alle stelle - che, se gli sussurravo accosto alla grata che 'mi ero toccato', mi chiedeva 'quante volte' e mi ricordava che il nostro corpo era 'il tempio dello Spirito santo'.
Che se glielo racconti ai presenti adolescenti ti ascoltano a bocca aperta come se tu fossi un marziano caduto dall'astronave e piuttosto a disagio con le ragazze terrestri troppo 'facili' e con alte aspettative e le dinamiche erotico-sessuali sconosciute nel pianeta di origine e di ardua elaborazione.
E questa solitudine dei numeri primi dei presenti adolescenti-mutanti forse sarà temperata dalle esperienze nell'età matura e, prossimi anch'essi all'età fatale in cui la morte ti sovrasta, forse si pentiranno per gli eccessi e le confusioni identitarie della gioventù e torneranno all'idea del corpo come tempio, ma chissà se troveranno un confessore ancora disposto ad ascoltarli e assolverli perché, nel frattempo, le cronache ci avranno consegnato un ddl Zan due e tre con aggravamenti progressivi di pene fino a quindici anni senza condizionale, se solo ti azzardi a dirti etero e ancora sessualmente attivo pur se rsa-papabile.
Correva l'anno...
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giovedì 23 giugno 2022

Spossessamenti ed esodi biblici.



Spossessamenti ed esodi biblici - 20 giugno 2015

E, da Wroclaw, capitale della Cultura europea 2016, ci giunge un messaggio-riflessione forte sugli esodi e gli abbandoni dei territori patrii e le case e le famiglie divise, partendo dai territori contesi dalla Polonia e strappati alla Germania distrutta dalla guerra – con milioni di 'profughi' spostati di qua e di là dei nuovi confini e la perdita delle case e la voragine dell'inappartenenza che si apriva dentro ai pensieri e alle anime dei cacciati e raminghi.
Che è tema sociologico e politico di indubbia rilevanza e magone ancora attivo negli animi dei nipoti a distanza di tanto tempo (vedi i nostri 'istriani' e 'dalmati' misconosciuti e lasciati a macerare per decenni tra le braccia della destra fascista), ma avremmo preferito che il collettivo di artisti di varia nazionalità che ce lo rappresenta a palazzo Donà-Brusa (campo san Polo 2177) non avesse messo nel calderone e fatto un minestrone immangiabile con l'aggiunta delle odierne migrazioni e gli 'spossessamenti' degli africani e degli altri profughi 'che ci provano' a violare i nostri confini senza avere i titoli e i necessari riconoscimenti di necessità e urgenza.
E il risultato di questa commistione indigesta di eventi storici specifici con gli avvenimenti drammatici, di ben altra natura, che ci vengono dalle cronache dei furbi migranti che si mescolano ai pochi veri rifugiati e intendono scardinare i confini europei con la forza del fatto compiuto - e con l'aiuto prodigioso e decisivo di un verbo buonista che tutto assolve del disordine sociale che quei tali recano seco - trasforma questa esposizione 'artistica' in un manifesto a tratti rabbioso e violentemente accusatorio nei confronti dell'Europa-fortezza, al punto da pensarci ospiti di un 'centro-sociale' di gente cieca e sorda e stupidamente rabbiosa e ostile alle opinioni avverse piuttosto che di un 'evento collaterale' della Biennale.
E leggiamo volantini che riportano farneticazioni di 'no borders' e 'liberi tutti' di andare e venire di qua e di là dei paesi-Schengen, come se la costruzione del benessere europeo e le sue libertà conquistate a caro prezzo non siano state figlie di un processo politico e sociale lungo e faticoso e fitto di insidie e tuttora fragile nei suoi precarissimi equilibri – vedi gli odierni respingimenti della 'Securitè' alla frontiera di Ventimiglia e quelli ai confini coll'Austria e il 'muro' che si costruirà in Ungheria per arginare un flusso continuo di 'migranti'.
E l'Italia, prima della classe, col secchione-Renzi in testa, invece, li va a raccogliere a dieci miglia nautiche dalle coste libiche e pretende di smistarli in Europa senza neanche averli, prima, riconosciuti, schedati, e detti 'profughi' oppure 'clandestini' - e, inevitabilmente (ed effettivamente, ci rimprovera l'Europa), rimpatriati nei paesi di origine a vivere la loro storia patria e a contribuire allo sviluppo del loro paese nei modi e nei tempi storici che sono stati dati loro in sorte.
C'è bisogno di equilibrio e di una forte misura d'ordine e di severa programmazione dei flussi, in questo genere di eventi che taluno si ostina a definire 'epocali' e 'inevitabili', se vogliamo garantire lo sviluppo economico raggiunto e quella fragile cifra percentuale di una 'ripresa' tuttora emaciata e fragile - e l'auspicata, definitiva uscita dalla crisi economica che ci ha atterrito per quasi due lustri di lavoro-zero e le fabbriche e le imprese dislocate o chiuse.

Tuffatori spettacolari.

 



 
Tuffatori spettacolari.

Non metterebbe conto di parlare dell'ennesimo raggruppamento o 'partitino' che la crisi della presente politica politicata ci rifila, se non fosse per la spettacolare giravolta e doppio carpiato con avvitamento a sinistra che ci mostra, oggi, il 5 stelle Di Maio detto 'Giggino o' Atlantista' folgorato sulla via della Farnesina e dello -sgoverno Draghi.
Qui sotto il link che ce lo conferma formidabile tuffatore tra i flutti della politica politicata di vecchio conio (prima di lui solo Alfano e Renzi. Alfano chi, mi chiederete – e avete ragione).
C'è da chiedersi quale sarà il suo destino futuro, di Giggino o' Atlantista, oltre il 2023 che, se ci sarà, guerra termonucleare permettendo, dovrebbe consegnarci la sola 'cosa bella' che abbiamo avuto dalla vita dei 5 stelle impegnati in parlamento ad aprire scatolette di tonno rigorosamente vuote: il dimezzamento del numero dei parlamentari.
Tra i quali, nel 2023, vi è da credere che non ci sarà più nessuno dei loro con quel nome così impegnativo (5 stelle di incoerenza e giravolte stupefacenti). Scommettiamo?
Leggetevi qui sotto le sue dichiarazioni (di Giggino) comparate tra quelle di oggi e quelle che rilasciava a briglia sciolta nel 2017. Doppio carpiato con avvitamento a sinistra e tuffo al centro.
Avvisatelo, lassù nel trampolino, che la piscina ha poca acqua causa siccità.
DAGOSPIA.COM
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martedì 21 giugno 2022

I nipotini di Stranamore e il casus belli.

 



 

Ieri era la dichiarazione di un alto ufficiale dell'esercito britannico a dirci che la Nato si sta preparando ad entrare in guerra (vedi il primo commento) - e manca solo il casus belli, non importa quale sia e di che entità politica. L'importante è mostrare all'opinione pubblica dei paesi europei - a maggioranza contro la guerra - che, ancora una volta, la colpa è della Russia.
Fatevi da parte che tocca a noi della Nato, nipotini del dottor Stranamore che abbiamo imparato ad amare la bomba termonucleare, e la scodelleremo, insieme a quelle dei russi, sulle vostre teste dure di europei refrattari a mettere 'gli scarponi sul terreno'.
E il casus belli è già nelle cronache che ci recitano oggi i telegiornali – con la Lituania, servo sciocco in commedia, che impedisce ai treni russi delle merci necessarie alla città di passare per il corridoio di terra che la collega all'enclave di Kaliningrad.
'Applichiamo le sanzioni.' dicono con perfetta faccia di tolla i lituani.
'Si, ma violate i trattati sottoscritti relativi alla 'servitù di passaggio' verso il nostro territorio.', rispondono i russi a muso duro. 'Aspettatevi le reazioni del caso.'
Guerra.
Cercata con pervicacia degna di miglior causa dai maggiorenti Nato in questi quattro mesi in cui hanno battuto il passo e morso rabbiosamente il freno, lavorando di bulino per preparare l'occasione giusta di un intervento militare. Voluto fermamente e ottusamente dai bellicisti dei paesi occidentali che hanno spedito tonnellate di armamenti all'Ucraina ed hanno imposto sanzioni che impoveriscono le economie europee e fanno balzare in alto l'inflazione e le bollette dell'energia impagabili.
Guerra. Termonucleare?
E' molto probabile o quasi certo, fate voi. Basta un missile con testata multipla dal sen fuggito, nel gioco spaventoso incrociato del: 'Sei stato tu.' 'No, sei stato tu.' ed è fatta.
La fine dei dinosauri umani è prossima e concreta e l'asteroide che la causerà avrà un nome goliardico, come la bomba di Hiroshima che chiamavano, scherzosamente, 'Little Boy.'
Nipotini di Stranamore crescono.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante attività all'aperto e testo