mercoledì 31 gennaio 2024

I Lumi e il Secolo breve.

 

I Lumi e il Rinascimento prossimi venturi. Prima parte. 01 febbraio 2019

Non conosco Alessandro Baricco, se non per i suoi romanzi e saggi, e non so dire, perciò, se appartiene alla schiera dei buonisti sempre clamanti (gli ineffabili 'non pesci', come si definiscono) indignatissimi per l'operare politico di Salvini sulle migrazioni e sui migranti dell'immigrazione clandestina. Migranti che ognora si provano a vincere la lotteria del mare dei naufragi organizzati dagli scafisti assassini col corollario dei 'salvataggi' da parte della Sea Watch.
Una o.n.g., la Sea Watch, sostenuta da misteriose offerte milionarie che ci provoca, pervicacemente, facendo abituale rotta verso i porti italiani e sfidando perfino le tempeste mediterranee - offrendo il destro ai giudici dal comune sentire migratorio di imputare reati (di ardua dimostrazione in dibattimento) contro il nostro Capitano.
So, però, dalla lettura che faccio del suo bel libro 'The game' che Baricco appartiene alla schiera dei 'globalisti', convinti che il Novecento sia stato un secolo di miserie e dolore e guerre e che gli inventori di internet e del web sono gli scopritori e i colonizzatori del Nuovo Mondo Globale che si oppone e ci farà dimenticare il violento 'secolo breve' e riaprirà gli orizzonti delle 'magnifiche sorti e progressive'.
Scrive Baricco dei pionieri del web : ' (…) Era gente in fuga. (…) Stava evadendo da un secolo che è stato tra i più orribili nella storia degli umani (il 1600 non era da meno n.d.r.) e che non aveva risparmiato nessuno. (…) e, se uno avesse messo sotto al microscopio quella serie di disastri, avrebbe trovato una sostanza chimica dominante sulle altre: L'OSSESSIONE PER IL CONFINE, L'IDOLATRIA PER QUALSIASI LINEA DI DEMARCAZIONE, L'ISTINTO DI ORDINARE IL MONDO PER ZONE PROTETTE E NON COMUNICANTI.
Il maiuscolo è di Baricco e bene dice l'orrore dell'autore per quelle tre costanti del 'secolo breve'.
E prosegue: 'Che fosse il confine tra diversi stati-nazione, o quello tra una ideologia e un'altra, o quello tra una cultura alta o una bassa, se non addirittura quello tra una razza umana superiore e un'altra inferiore, tracciare una linea e renderla invalicabile rappresentò per almeno quattro generazioni una ossessione per la quale era sensato morire e uccidere. (…) Non si capisce molto della rivoluzione digitale se non si ricorda che i nonni di quelli che la iniziarono avevano combattuto una guerra in cui milioni di uomini erano morti per difendere la fissità di un confine o nel tentativo di spostarlo di qualche chilometro (…) l'isolamento cieco delle élites, l'immobilismo culturale dei popoli e il ristagno piombato avevano portato i loro padri a vivere in un mondo in cui si poteva fare Auschwitz senza che nessuno lo sapesse e sganciare una bomba atomica senza che la riflessione sulla opportunità di farlo riguardasse più di una manciata di persone.'
Una filippica, questa di Baricco, che gli serve per dirci che una civiltà nuova, simile a quella dei Lumi o del Rinascimento è alle porte e che nessun confine più potrà darsi nell'Oltremondo del web di cui tutti, o quasi, facciamo parte festante e condivisa ...

Parte prima - (segue nei giorni a venire)

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Accertare le colpe, punire i colpevoli.

 

Il mondo al contrario e a pezzi mostra sprazzi di ricomposizione sullo sfondo, a tratti, e oggi è la frase di Orban che raddrizza tutto l'ambaradan delle tristi e odiose cose uscite dalla bocca dei membri dell'opposizione in fregola di perenne caciara politica.
'Reato grave.' dice il leader ungherese e non pare dubbio che andare in giro per l'Europa con manganelli retrattili e martelli nello zaino al fine di darli in testa agli odiati 'neonazi' che incontrano sia cosa gravissima e 'spedizione punitiva' da condannare con anni di carcere, una volta accertate le colpe.
Condanna che non farà rinsavire la Salis e i suo sodali, a giudicare dall'espressione ilare che mostrava in tribunale, pur se incatenata e a guinzaglio della guardia che la accompagnava a giudizio.
Quel tal genere di personaggi da centro sociale vive la propria vita - e le azioni criminali che ammantano con un preteso 'antifascismo' immaginario - come se fossero ideali nobili, tipo l'unità della nazione dei cospiratori mazziniani.
Ideali sul cui altare si deve offrire la vita e 'chi per antifascismo muor vissuto è assai'.
Che, se non fosse perversa esaltazione immaginaria, potrebbe godere di una qualche considerazione presso il pubblico dei lettori, ma l'uso del manganello e del martello da dare in testa agli oppositori è solo un gesto criminale da punire con la necessaria severità e nessun pietismo accessorio.
Un voto per la giustizia giusta. Accertare la colpa e punire adeguatamente i colpevoli.

​Ilaria Salis, il portavoce di Orban posta il video dell'aggressione
MSN.COM
​Ilaria Salis, il portavoce di Orban posta il video dell'aggressione "antifa": «Reati gravi, le catene misure adeguate»
​Ilaria Salis, il portavoce di Orban posta il video dell'aggressione "antifa": «Reati gravi, le catene misure adeguate»

Nel migliore dei mondi.

 

Nel migliore dei mondi possibili c'è un sistema giudiziario che è misericordioso con i colpevoli ad onta delle loro colpe – e le celle nelle carceri sono come quelle svedesi, con lavandino e toilette e televisione e molte ore di sole (quello che consente la latitudine) e non è chiaro, in tanto lusso carcerario ed umana disponibilità dei carcerieri, quale colpa si va a scontare, a parte la privazione della libertà.
Che, quasi quasi, converrebbe ad un senza tetto male in arnese di commettere un reato di una certa gravità per poter usufruire di quei servizi e i tre pasti al giorno garantiti da un paese illuminato dalla folgorante luce filosofica del Beccaria.
E, certo, la scena televisiva della nostra Salis, maestrina 'antifa' incatenata in pubblico processo, non appartiene al migliore dei mondi possibili, ma il reato che le è imputato è stato commesso in un paese che è piuttosto severo con i carcerati di ogni risma e colpa imputata e le catene della Salis sono applicate ad ogni e tutti i detenuti che entrano a processo in un'aula e non si vede perché la militante pulzella 'antifa' deve costituire eccezione. Perché è italiana?
A mio modesto parere questa sua appartenenza geografica e politica costituisce una aggravante, invece.
Andare a pestare due pretesi 'neonazi' in Ungheria invece che nel paese di provenienza (dove, a detta del pd, li si incontra ad ogni piè sospinto e alzano impunemente le mani nell'odioso saluto fascista) mi sembra cosa gravissima e di gran peso nel teatro del processo che vi si celebra - e, se è vero (come riferisce 'La Verità di oggi), che in Germania uguale trattamento di catene ai piedi e ai polsi sia stato riservato al Turetta prima dell'estradizione vengono a cadere tutte le veementi accuse di quelli del pd e associati contro l'Ungheria paese non rispettoso degli standards cercerari europei.
E la pretesa di quei dessi di una telefonata della nostra presdelcons. ad Orban contrasta con un principio che dovrebbe essere sacro di piena indipendenza della magistratura e del sistema giudiziario in genere dalla politica. O è solo voglia di 'buttarla in caciara' – come fa da un anno a questa parte una opposizione indegna di questo nome in pubblico parlamento?

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martedì 30 gennaio 2024

Benedicemus todos.

 Chi morirà saprà.

E' tutta colpa di Francesco e di quel suo lamentoso e strascicato : 'Chi sono io per giudicare?' riferito alla lobby dei gay che, oltre al matrimonio, pretendono perfino la comunione, gli sfrontati.
E uno di felicemente convivente e 'sposato di fatto' ce l'aveva in casa e gli ha fatto clamoroso 'outing', quasi per coglionarlo, giusto a ridosso di quel suo impotente e rassegnato dirsi uomo fra gli uomini e non più papa infallibile e solida roccia di certezze dottrinali su cui si fonda la sua Chiesa ormai in disarmo.
E la 'misericordia' - prodigiosa invenzione buonista e tanto 'mediatica' (ma forse dai giudici di Giosafatte non sarà molto apprezzata, chissà, chi morirà vedrà) ha fatto il resto e adesso perdoniamo di tutto e di più e perfino quelli del family day – invece di invocare gli sfracelli dell'Altissimo ed evocare il fuoco di Sodoma e Gomorra – hanno fatto una manifestazione all'acqua di rose, buonista, che è un 'addio alle armi' della rocciosa Dottrina e un riconoscimento che, di questi tempi, facciamo tutti un po' il caxxo che ci pare e il Disordine Universale regna sovrano e gli eventuali guasti di futuri adolescenti disadattati usciti dalle 'famiglie gay' dove 'c'è tanto amore', a sentir loro, li vedremo fra dieci anni e chissà che succederà nelle scuole all'epoca, tanto 'noi non ci saremo' e, se ci saremo, saremo vecchietti rincoglioniti e il mondo andrà nel verso che meglio gli pare, come ieri e come sempre.
Però non chiedeteci se siamo felici di quest'andazzo. La felicità è davvero tutta un'altra cosa. 'E' un'ape che se posa / su un bottone de rosa e se ne va.' Amen e così sia. Andate in pace.

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lunedì 29 gennaio 2024

Kafka in divisa.

 

Alzarsi la mattina e leggere titoli di questo genere. https://www.msn.com/.../chiamata-alle-armi.../ar-BB1hoiS9...
Non è il mondo al contrario del noto generale è di più e peggio. E' il mondo allo sbando, la follia che si maschera di unica realtà condivisa, le coglionate spacciate per notizie credibili, l'imbecillità al potere. E' l'insetto immondo di Kafka che non si sorprende né si spaventa più per il suo aspetto mostruoso, bensì cambia il corso del racconto e prende a zampettare sul pavimento certo di essere in buona compagnia e di incontrare solo i suoi simili - sola specie sopravvissuta al suo risveglio in un mondo nuovo. 
Il mondo della guerra che ci prospetta gli arruolamenti prossimi venturi.
E vi si accoda un ministro della Difesa che, inopinatamente, si trasforma in ministro della Guerra e parla di 10.000 riservisti da arruolare perché l'idea della guerra possibile non è più peregrina, bensì è 'nelle cose' e non possiamo far altro che prenderne atto e abituarci all'idea di mandare i figli al fronte ad uccidere e ad essere uccisi.
E abbiamo, invece, lo splendido esempio, giusto di là dei monti e delle vallate della Lombardia e del Piemonte di uno stato, la Svizzera, che sopravvive impavida e serenissima e sovrana a questa temperie di follia imperante e il suo neutralismo secolare dovrebbe essere esempio luminoso a quell'Europa di folli paesi filo Nato che 'andava per lottare ed era morta', come scrive il poeta.
Fuori l'Italia dalla Nato, fuori la Nato dall'Italia. La nave corazzata dei folli si deve fermare e il suo equipaggio deve ribellarsi ai pazzi comandanti Stranamore e imprigionarli nelle stive o imbarcarli in una scialuppa da lasciare in mare aperto.
A giugno si vota. Il miracolo di un'altra Europa con meno insensati al parlamento europeo è possibile. A voi la parola decisiva, elettori ed elettrici.

domenica 28 gennaio 2024

Canzonette e comiche.

 

Sono solo canzonette. - 29 gennaio 2023

Finiremo per derubricare anche la guerra di Ucraina a commovente canzonetta ('Sono solo canzonette' ci ammoniva Bennato) dopo l'intervento del comico Zelensky a Sanremo?
La domanda è cogente ed è bene che ne siano informati i responsabili del Grande Evento che ogni anno a Febbraio cancella d'emblè ogni altro minore.
D'altronde non è la prima volta che qualcuno degli astanti a ascoltanti e votanti la rassegna a premi veniva informato su quel palco dell'esistenza di una guerra sporca – e toccò a Morandi, se ben ricordo, commuovere gli ignari che un tale, un suo amico americano, era stato costretto ad abbandonare la chitarra e ad imbracciare il mitra che faceva: 'Tatatatata – tatatatata...' come accattivante ritornello fatale.
E giù applausi e lacrime tra le signore.
Anche quella, peraltro, era una guerra americana, una guerra santa contro il comunismo – bestia nera di ogni amministrazione d'oltre atlantico – e finì come sapete: con gli americani non 'sugli scudi' (si diceva di chi, anticamente, moriva con onore) bensì chiusi nei sacchi neri che tornavano a migliaia in patria a riempire di croci i cimiteri di guerra e le lapidi con i nomi dei caduti contro voglia.
Preclaro esempio che non sempre 'chi per la patria muor vissuto è assai', come pretende la ridicola retorica patriottarda.
E quest'altra guerra americana, combattuta dagli eroi (sic) ucraini per procura Nato, ben foraggiati di armamenti micidiali che Europa e America spediscono a tamburo e controffensiva battente, troverà anch'essa retorici echi musicali in una qualche canzonetta in gara?
Se no, sarà stata dura per i compositori rinunciare ad una facile commozione che garantisce dieci punti in più nella classifica generale e il minimo di un milione di voti 'da casa'.
Una guerra santa, questa di Ucraina, a sentire gli Stranamore americani del Pentagono con in testa Biden-lo-Svanito, non meno di quanto lo è stata la guerra del Vietnam contro il maledetto comunismo vincente di Ho Chi Minh, ma stavolta è santa la democrazia ucraina – da difendersi fino all'ultimo soldato e all'ultimo missile e con il rischio che gli ultimi fuochi d'artificio siano a testata multipla termonucleare.
Una guerra 'per la democrazia' (ri-sic) di una organizzazione militare nata dopo la seconda guerra mondiale che fa carte false per cingere un assedio mortale tutto intorno allo storico nemico russo (la maledetta costruzione mentale del 'nemico' a prescindere, malgrado il comunismo colà sia morto e sepolto) e trascura di informare il mondo che i fatti di piazza Maidan che hanno promosso in Occidente quella pretesa democrazia sono tutt'altro che un luminoso esempio di volontà popolare acclarata (vedi il bel documentario annesso 'La maschere della rivoluzione').
E Zelensky avrà facile gioco, con tutta la stampa americana ed europea embedded ai filo Nato di una guerra che più faziosamente mediatica non si può, a piangere le lacrime di coccodrillo della vittima azzannata, ma qualcuno della libera stampa (esiste ancora?) dovrebbe fargli il controcanto subito dopo e raccontare la storia degli otto anni di guerra nel Donbass: con i nazistoni ucraini Azov intenti all'opera di macellazione e i 15000 morti denunciati di suoi cittadini russofoni che chiedevano rispetto per la loro diversa appartenenza politica e culturale - e gli 'accordi di Minsk' sempre disattesi dall'Ucraina che si faceva forte dell'appoggio dichiarato e garantito dai maledetti Stranamore di Oltreatlantico che non si peritano di farci correre il rischio di un olocausto termonucleare.
Correva l'anno...

"Le maschere della rivoluzione" è un film documentario realizzato dal giornalista francese Paul Moreira. Un documentario eccezionale, che scuote le coscienze e che denuncia l'orrore che realmente si cela dietro la finta rivoluzione del maidan ucraino.

 

Genocidio a chi?

 

Dunque non è un genocidio. La Corte dell'Aia si è pronunciata 'a chiare lettere' e parole, invitando Israele ad evitarlo. Che significa? Che Israele ci è andata vicino? L'ha sfiorato, con i 25000 morti stimati per bombe e missili e droni sulle case di Gaza sbriciolate sotto gli occhi delle televisioni?
O è un pronunciamento tartufesco, un colpo al cerchio e uno alla botte per dare un po' di ragione al Sud Africa, fiero stato accusatore, ma non del tutto torto a Israele - impegnata in un'azione di guerra complicata dal gruviera di tunnels bellici e dai mucchi di armi stipati nelle civili case di abitazione, negli ospedali, nelle biblioteche e nelle scuole - a dirci l'evidenza tragicissima di un intero 'popolo in armi' e l'ardua distinzione che ne consegue tra incolpevoli civili presunti e i miliziani in sonno, solidali con i soldati-terroristi in azione e morituri conclamati?
Una solidarietà, la loro, introiettata con il latte delle madri nel corso delle generazioni a scuola di odio incancellabile e di esplicita volontà di 'cancellare Israele fino all'ultimo morto ammazzato'.
Il 7 di ottobre u.s. ce ne mostra l'orrore - e il massacro di donne e bambini inermi da parte degli orchi di Hamas è l'evidenza di una guerra che non può finire e non finirà.

La guerra di Gaza e di Hamas e degli Hezbollah non finisce con la sentenza dell'Aia che 'lascia il tempo che trova' e non impone la tregua delle armi – non la può imporre perché non ne ha l'autorità né gli strumenti giuridici e non sa dire ai generali sul campo di battaglia come si dovrebbe condurre una guerra post moderna - se risparmiando sui missili che sbriciolano le case e i tunnels o sacrificando più vite dei loro soldati, mandandoli allo sbaraglio e a morte certa come si faceva nelle battaglie campali napoleoniche, con i rulli dei tamburi e i morituri in marcia schierati a file successive che cadevano come birilli prima della corsa finale e degli sbudellamenti all'arma bianca.
Vive la France. God save the king. Chi per la patria muor vissuto è assai. Ah, beh, si, beh. 
Non ci sono più le belle guerre di una volta, signora mia.

Beh, ci hanno provato, quei giudici nero togati, hanno provato a capire dove sta il bandolo nascosto dell'intricata matassa, ma la guerra di Gaza è 'guerra dei cent'anni', la Storia che ritorna sulla scena del delitto, la guerra come 'sola igiene del mondo' e, nel migliore dei casi, 'la continuazione della politica con altri mezzi'.
Attrezziamoci e facciamocene una ragione, belli noi e loro, i 'propal' che, se potessero, si arruolerebbero a migliaia tra le fila dei loro beniamini Hamas e darebbero la loro, di vita, perché Israele fosse presto cancellata dalle carte geografiche. Genocidio a chi?

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Il fondo di Mario Sechi. Fuori da ogni infingardia: i filo Hamas in seno alla Corte.
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sabato 27 gennaio 2024

Braghettoni redivivi.

 

Personaggi in visita guidata. - 27 gennaio 2016

Se non ci fossero altre (e validissime) ragioni per dire tutto il male possibile del nostro sbruffoncello di s-governo Renzi Matteo e auspicarne una rovinosa caduta dal piedistallo basterebbe la gigantesca puttanata che gli si imputa: di essere il 'braghettone', emulo ridicolo di Daniele da Volterra, che ha imbustato i nudi delle statue che avrebbero potuto disturbare la vista del suo ospite iraniano.
E, forse, quest'ultimo, malgrado la sua medioevale appartenenza islamica sciita, non avrebbe battuto ciglio e si sarebbe goduto le meraviglie dell'arte italiana senza per questo non firmare i contratti che gli sottopongono a decine le imprese italiane, avide di commesse da quel grande paese imbustato in un regime teocratico che lo castiga e lo avvilisce.
E, per la nota proprietà transitiva, il nostro illuminato presidente del consiglio avrebbe dovuto sospendere e rimandare alle calende greche anche la legge sui matrimoni gay approdata in parlamento e le annesse 'stepchild adoptions' (tu vedi l'imbecillità degli inglesismi imperanti. Viva l'Accademia della Crusca!) al fine di non disturbare il pensiero religioso del suo ospite – perché è ben noto che l'omosessualità dalle sue parti è vista come il fumo negli occhi e peggio.
E questo suo imbustare i nudi delle statue al passaggio di sua magnificenza l'Ospite Islamico si accompagna al servaggio ridicolo e al ridicolo 'politicamente corretto' del togliere i crocefissi dalle aule e non far eseguire i canti di Natale nelle scuole perché i nostri ospiti islamici, pare, si dice, si mormora, sono così psicologicamente fragilini e tanto suscettibili, poveri cari.
Speriamo che venga presto ottobre e che il referendum sulla persona di Renzi-il riformatore (sic) lo mandi a casa, lui e tutti i suoi insopportabili e petulanti renzini – con annessi i vecchi 'smacchiatori di giaguari' che gli hanno tenuto bordone così a lungo e vergognosamente per 'fedeltà di partito'. Sipario.

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Rohani 'copre' le statue in Campidoglio: rispettare la cultura altrui distruggendo la propria? -...
ILFATTOQUOTIDIANO.IT
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ILFOGLIO.IT
Il vizietto di Renzi sulle statue con burqa. Il precedente a Firenze

venerdì 26 gennaio 2024

Deliri organizzati.

 

Aux urnes, citoyens! 26 gennaio 2020

Se sfogliate 'Repubblica', un giornale che, da tempo, 'ha perso la testa' a causa dei successi elettorali di Salvini e traccheggia in forte ribasso di vendite ma insiste nella sua scelta di campo pro sardine e pro pd di s-governo, sembra davvero di essere al fronte in prima linea della Stalingrado emiliano-romagnola in attesa di disfatta e/o di risicatissima vittoria.
E la follia politica dei redattori storici e del loro direttore si spinge fino a dar via libera ad articoli e pareri di personaggi eminenti (sic) che paventano il 'bivacco di manipoli' minacciato da Benito Mussolini in pubblico parlamento - ed Eugenio Scalfari, il padre-padrone, afferma, impunito, che in questo paese c'è un deficit di democrazia, alleluia! Tu vai a capire per quali tortuosi meandri neuronici il Grande Vegliardo è arrivato a questa stupefacente conclusione.
E, invece, il lunedì dell'Emilia-Romagna ci dirà se è finito il fastidioso riproporsi in cronaca delle narrazioni distorte e faziose delle sardine buoniste e 'bellaciaiste' e ruba-piazze che hanno riempito stampa e televisioni fino a ieri, data del fragile e pochissimo rispettato 'silenzio elettorale'.
Una prodigiosa invenzione mediatica, quella degli ineffabili pesciolini, al fine di surrogare i sondaggi avversi alla coalizione giallo-rossa - studiata a tavolino dal think tank filo pd (quel che ne residua) e sostenuta a spada tratta da stampa e televisioni amiche; ma può essere che la sostituzione delle piazze con le urne sia uno dei motivi del prossimo voto avverso degli elettori delle due regioni e 'chi vivrà vedrà' e non manca molto, mettiamoci comodi dopo le 23 davanti ai video e speriamo che non siano brogli e altre porcherie contro il popolo sovrano.
Quelle si poco 'democratiche' e in linea con la rabbiosa e arrogante voglia di censura della volontà popolare che ha portato alla formazione di uno s-governo giallo-rosso: di gente che ha paura del voto e 'ladri di democrazia' – sicuramente della democrazia diretta, perché di quella parlamentare dei 'governi che si formano in parlamento' non sappiamo davvero più che farcene, dopo decenni di governicchi e accordi sotto banco e vergognosi patteggiamenti e voltagabbana e 'mercati delle vacche' e le altre italiche schifezze di s-governo. Alle urne, alle urne!

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REP.REPUBBLICA.IT
Un Paese alla ricerca della vera democrazia

Il commento di : B. M.
Stupenda gara fra chi se ne sbatte di più delle regole. Il divertente sta nell'inversione dei ruoli. Una volta si scannavano nell'arena e ridevano sugli spalti. Adesso il contrario. Aggiungi: i gladiatori una volta( magari non spesso) si scannavano. Oggi non ci pensano neppure. Quello che sembra sangue è succo di pomodoro e quando l'arena viene abbandonata sono a banchettare. E ridono di gusto.

E, dopo Conte, venne il Drago. Che al mercato i partiti comprò (meno uno).

Stay tuned. - 26 gennaio 2021
Dispiace per le 'bimbe di Conte' che tanto lo stimano quale persona ammodo ed elegante e dal parlar forbito di 'avvocato del popolo', ma temo che il personaggio abbia lucrato il massimo dei massimi col suo voltar gabbana dal giallo-verde al giallo-rosso di una 'democrazia parlamentare' e senza vincoli di mandato che più fallimentare non si può.
E un Conte-ter arcobaleno con Italia viva (sic) e Forza Italia commiste lo vedo obbiettivo arduo e punto di caduta libera in questa partita di poker in cui a dare le carte è stato il gianburrasca de noantri, noto imbonitore, ma discreto giocatore di bluff.
E le cronache della giornata si aprono con scenari da brivido: Berlusconi alla presidenza della repubblica (aiuto!) come premio di una sua ennesima giravolta e gabbana e Di Maio premier col bluff di Renzi alle spalle per intimargli la resa sul m.e.s. e gettare alle ortiche la riforma della prescrizione. Fermate il mondo voglio scendere.
E il pallino della partita ce l'ha in mano il movimento 5 stelle – che dovrà decidere il proprio suicidio politico, se accetterà di far parte di quel suk politico che si prospetta sui giornali o, di contro, il suicidio elettorale, con Conte che scenderà in piazza con un suo partito rubando al pd e ai cinque stelle a man bassa.
Tutto molto appassionante, cari e-lettori ed elettriche. Stay tuned.

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giovedì 25 gennaio 2024

Vae victis.

 Vae victis.

Vae victis. 26 gennaio 2023

Abbiamo riesumato il Fato. Il Fato è quella cosa da tutti maledetta per la quale 'se una cosa - spesso la peggiore delle predicibili - deve avvenire avverrà'.
Qualcosa come la stramaledetta 'legge di Murphy', per intenderci. Tipo: l'avvento di quella tendenza musicale orripilante e oscena a vedersi e udirsi che chiamano 'il rap' – con il corollario di distici uno più demenziale dell'altro intesi a 'èpater le bourgeois' post moderni che siamo diventati, e chiediamo requie e auspichiamo l'avvento di una musicalità nuova e soave con in testa i Jalisse, per dirne una.
E non c'è davvero niente che si possa fare contro il Fato, lo sapete. Perfino Achille se l'è presa in quel posto (la freccia sul tallone) e, malgrado le divine ascendenze, se n'è ito tra le ombre dell'Ade a dire ad Ulisse che è meglio fare il giardiniere o il barista in discoteca piuttosto che passeggiare h24 (che palle!) tra i fumi dell'Oltretomba.
E un'altra delle tremende cose che il Fato ci ammannisce, in questo scorcio di millennio horribilis in cui siamo precipitati – che ci sembra un culo di sacco quantistico che solo l'olocausto termonucleare saprà far esplodere come il plasma infuocato di un orribile big bang di ritorno – è la guerra per procura Nato che combattono i nazistoni Azov ucraini alle frontiere della Russia, armati e foraggiati dagli Stranamore del Pentagono e da Biden-Lo-Svanito e dai paesi europei filo Nato succubi di quelli che, in privato, si mettono le mani sui capelli ad ogni nuova richiesta di carri armati e missili perché, lo capisce anche un bambino un filo tardo, più armi spediamo, più alimentiamo il fuoco nella fornace della guerra, maggiori orrori bellici ne conseguiranno in risposta.
E, novelli Faust pasticcioni che 'non sanno più fermare quelle Furie che essi stessi hanno evocato', ci siamo chiusi la porta alle spalle di ogni possibile trattativa di pace prossima ventura e prevale la nefasta logica del nemico a prescindere: di quella Russia che pure esportava alta letteratura e musica e le altre arti e aveva lucrosi commerci economici e finanziari con l'Occidente, prima che un team di folli Stranamore di oltre oceano decidesse di stringerla d'assedio Nato tutt'intorno - e la provocasse fino al punto da farla entrare in guerra con il fastidioso vicino dalla dubbia e opinabile virtù democratica.
Ma tant'è, gli dei della guerra e il Fato, - maledetto iddio dalla sacca piena del pus di ogni umana nequizia – hanno deciso che 'Troia deve cadere', e i Troiani siamo tutti noi viventi, sacrificati nel fuoco atomico prossimo venturo degli Achei-Stranamore.
Mancano 90 minuti, dicono gli studiosi delle scienze probabilistiche, all'Apocalisse dello scoppio delle bombe termonucleari, i fatidici novanta minuti della fine dell'umanità. Preparate gli sms di amore eterno che spedirete a chi amate nel momento fatale, come fecero quelli delle Twin Towers prima di gettarsi all'ingiù a capofitto.
Il dado è tratto, vae victis.

NYT : Gli Stati Uniti stanno valutando di aiutare l'Ucraina a colpire la Crimea
L'amministrazione Biden sta valutando la possibilità di sostenere tali attacchi anche se rischia una grande escalation di Dave De Camp
"Il New York Times ha riferito mercoledì che gli Stati Uniti si stanno avvicinando all'idea di aiutare l'Ucraina a colpire la Crimea, qualcosa che l'amministrazione Biden ha precedentemente evitato a causa del rischio di provocare una risposta importante da parte del presidente russo Vladimir Putin.
Citando funzionari statunitensi anonimi, il rapporto afferma che dopo mesi di discussioni con funzionari ucraini, l'amministrazione sta ora "iniziando ad ammettere che Kiev potrebbe aver bisogno del potere per colpire il santuario russo, anche se una tale mossa aumenta il rischio di escalation".
Il presidente Biden sta ancora trattenendo l'invio di missili a lungo raggio che potrebbero colpire obiettivi in ​​Crimea che l'Ucraina sta cercando. Ma gli Stati Uniti stanno discutendo con i funzionari ucraini su come attaccare il ponte terrestre verso la Crimea che la Russia si è assicurata utilizzando armi fornite dagli Stati Uniti, come i sistemi missilistici HIMARS forniti dagli Stati Uniti e i veicoli da combattimento Bradley.
Gli Stati Uniti, per la prima volta, si sono impegnati a inviare 50 Bradley in un pacchetto di armi da oltre 3 miliardi di dollari annunciato all'inizio di questo mese. I Bradley potrebbero potenzialmente aiutare l'Ucraina a passare all'offensiva e un funzionario statunitense ha affermato che l'HIMARS potrebbe essere utilizzato per colpire le linee di rifornimento russe che escono dalla Crimea dalla linea ucraina a Kherson.
Un alto funzionario statunitense ha dichiarato al Times che funzionari statunitensi e ucraini si incontreranno in Germania questa settimana per organizzare una potenziale offensiva contro la Russia nel sud dell'Ucraina. Ma il rapporto afferma che anche con l'aiuto militare aggiuntivo, l'amministrazione Biden non pensa che l'Ucraina possa effettivamente prendere la Crimea dalla Russia.
Il pensiero degli Stati Uniti è che la Crimea debba essere minacciata per dare all'Ucraina una leva per qualsiasi futuro negoziato. Anche se il rischio di escalation è estremamente alto, i funzionari statunitensi hanno affermato che c'è stato un "smorzamento dei timori che prendere di mira la Crimea possa spingere Putin a usare un'arma nucleare tattica".
La minore preoccupazione per il ricorso di Putin alle armi nucleari sembra essere basata solo sul fatto che non ne ha usate fino a questo punto. Ciò riflette un rapporto di dicembre del Times di Londra secondo cui il Pentagono stava tacitamente sostenendo gli attacchi ucraini all'interno della Russia perché Putin non aveva risposto ai precedenti attacchi con un'arma nucleare tattica o attaccando il territorio della NATO.
Il rapporto del New York Times ha citato Dara Massicot, una ricercatrice della RAND Corporation, che ha affermato che "la Crimea è già stata colpita molte volte senza una massiccia escalation dal Cremlino". Ma l'affermazione di Massicot è falsa poiché la Russia ha iniziato a lanciare attacchi missilistici su infrastrutture vitali ucraine in risposta al bombardamento di ottobre del ponte di Crimea.
Prima del bombardamento del ponte, la Russia non lanciava attacchi su larga scala alle infrastrutture in Ucraina, ma ora tali bombardamenti sono diventati una routine e milioni di ucraini stanno lottando per alimentare e riscaldare le proprie case.
I funzionari statunitensi ammettono di non sapere come Putin risponderebbe al sostegno degli Stati Uniti agli attacchi ucraini in Crimea. Putin ha precedentemente avvertito che potrebbe usare armi nucleari per proteggere "l'integrità territoriale" della Russia, e la dottrina militare della Russia consente l'uso di armi nucleari se il paese affronta una "minaccia esistenziale"."
Russia Launches Massive Strikes Across Ukraine Targeting Infrastructure - News From Antiwar.com
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Russia on Monday launched one of its largest barrages of missile strikes in Ukraine in its first major coordinated attack on Ukrainian energy and communication infrastructure across the country, marking a significant escalation of the war. Russian President Vladimir Putin said that the missile strik...
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